Vale non riusciva a dormire. Sentirlo così dolcemente stretto a sè le faceva pensare a come sarebbe stato avere una storia con lui, essere felice con lui. Non ce la faceva, proprio non ce la faceva.
Attenta a fare piano per non svegliarlo, si alzò e, in punta di piedi, uscì dalla camera. Uscì in balcone, dopo aver preso il pacchetto di sigarette.
Se ne accese subito una, sperando che, con il fumo, se ne andasse quel senso di profonda malinconia che le aveva attanagliato lo stomaco.
Il rumore della porta del balcone aprirsi aveva svegliato Clio, famosa per avere il sonno abbastanza leggero. Capì all'istante che si trattava della Vale, se lo sentiva.
Si rivestì alla svelta e, anche lei attenta a non svegliare Dani, uscì in balcone.
La vide: piangeva, raggomitolata su se stessa.
"Tesoro, cos'è successo?" chiese preoccupata la mora.
Vale alzò a malapena lo sguardo, per poi abbassarlo nuovamente.
Non rispose, emise solo un piccolo singhiozzo.
"Vale, mi stai facendo preoccupare. Mi dici cos'è successo, prima che io pensi il peggio?"
"Non ce la faccio."
"Non ce la fai a dirmelo?"
Lei scosse la testa, tirò su col naso, cercando di calmarsi.
"No, non ce la faccio a sopportare questa situazione. Con Pedro..."
"L'avete fatto un'altra volta, non è vero?"
Vale singhiozzò un'altra volta. Era troppo, per lei.
"S-sì. Ma io non volevo, giuro!" esclamò. "Cioè, voglio dire... non che non mi piaccia il sesso con lui, sia chiaro, ma proprio perchè lo adoro, non volevo."
Clio rimase in silenzio, cercando di capire dove l'amica volesse andare a parare.
Vale, dopo qualche istante di silenzio, continuò: "E questa volta... abbiamo fatto l'amore... e... è stato meraviglioso. Lui... lui è perfetto. Ha voluto... ha voluto che io rimanessi. Stretta a lui. E ho pensato a come sarebbe se... se...io e lui stessimo insieme. Se fossimo felici."
"Lo sarete." si limitò a rispondere Clio, stringendo rassicurante la mano alla ragazza.
In quel momento anche Dani fece capolino nel balcone, incurante di essere vestito solo di un paio di boxer.
Quando vide gli occhi gonfi della Vale e lo sguardo preoccupato della Clio, si allarmò.
"Ragazze? Cosa...?"
Clio si girò a guardarlo, fece per spiegargli brevemente la situazione ma il rumore assordante di una porta sbattuta violentemente le fece sgranare gli occhi.
"Che cos'era?" chiese impaurita.
Vale quasi tremò.
"Pedro." si limitò a dire. Lo sapeva che era lui. Si sentì immediatamente in colpa per essere la causa di tutta quella sofferenza, scoppiando di nuovo in lacrime.
Clio non sapeva cosa fare: da una parte voleva andare a controllare che Pedro stesse abbastanza bene da evitare il suicidio, dall'altra non voleva lasciare la Vale così.
Dani la guardò, capendo il desiderio di Clio di andare da Pedro.
"Resto io, con lei. Tu va da Pè, avrà bisogno di qualcuno e tu sei più adatta di me."
Clio si alzò, diede un bacio sulla guancia a Dani e corse dentro.
Non lo trovò in camera e, per un istante, temette che fosse uscito di casa. Invece sentì il rumore dell'acqua provenire dal bagno e tirò un sospiro di sollievo.
Bussò. Non ricevette alcuna risposta.
"Pè, sono Clio! Posso entrare?"
Il ragazzo mugugnò un sì e lei entrò.
Era pallido, quasi come un fantasma. Gli occhi arrossati e nei suoi occhi si mischiavano lampi di rabbia a lampi di dolore. Clio si spaventò: era messo quasi peggio della sua amica.
Non sapeva cosa fare, cosa dire. Aspettò che lui parlasse ma ben presto capì che sarebbe stato inutile. Il ragazzo non sembrava intenzionato ad aprir bocca.
Si avvicinò a lui per accarezzargli il viso, ma lui si scansò bruscamente.
"Pè..." sussurrò lei.
"Faccio pena, non è vero?" borbottò lui.
"Beh..."
"Non ce la faccio." sbottò con voce spezzata. "Fa troppo male! Tutta questa situazione... io e lei che.... Clio, è...è stato meraviglioso! Non... non può andare così, non può finire così..."
"Pè... non deve finire. Non finirà."
"Invece sì e lo abbiamo capito, tutti e due. Per questo sto così male. Volevo godermi questa nottata, sentirla dormire accanto a me, svegliarmi e vederla. Vedere lei come prima cosa... invece lei se n'è andata. L'ho sentita, lei immagino credesse che stessi dormendo, ma io non volendo sprecare attimi preziosi, sono rimasto sveglio. Perchè?!"
Lei lo guardò interrogativa.
"Perchè, cosa?"
"Perchè se n'è andata! Cosa c'era di sbagliato? Era così bello!"
Clio gli accarezzò il braccio.
"Proprio perchè era bello, si è alzata. Non ce la faceva."
"Lei come sta?" chiese lui, guardandola.
"Come te." rispose la ragazza. "E' in balcone con Dani, ora."
"Vale lo capisci tu stessa che questa situazione è insostenibile per tutti!"
"Lo capisco perfettamente, ma non vedo come cambiare le cose." rispose stizzita. "Ed è per questo che quello di oggi deve rimanere solo una breve parentesi, che quello che c'è tra me e Pedro non deve continuare. E' l'unico modo per far tornare le cose com'erano prima."
"Rendendolo infelice, Vale?" rispose, quasi arrabbiato il batterista. " Rendendovi, tutti e due, infelici?"
"Io forse, ma lui si riprenderà. Ha voi, ha i Finley."
"Cosa c'entra? Tu hai la Clio, se è per questo! Lo ami, lui ti ama. Non ha alcun senso!"
"Anche Ste mi ama. E se...se io e Pedro... no, Dani, non riuscirebbe nemmeno a sopportarlo!"
"Prima o poi comunque verrà a sapere di voi e sarebbe peggio, fidati. Oltre al dolore, si sentirebbe anche in colpa per essere la causa della vostra infelicità."
"Io sono la causa della nostra infelicità, Dani!"
"Se lo dici un'altra volta giuro che ti scaravento giù dal balcone!Non è colpa tua!"
Lei lo guardò in silenzio, desiderando con tutta se stessa credere alle parole dell'amico, ma non ci riusciva. Non riusciva a vedere altre vie d'uscita.
Poi d'improvviso le venne un'illuminazione.
"DANI! Ma... tu sei in mutande!"
Dani sobbalzò. Lì per lì non capì a cosa si riferisse, poi si guardò le mutande per poi tornare a guardare la ragazza, confuso.
"Ehm sì. E beh?"
"EH BEH?"
"Non ti seguo piccola!"
"TU E LA CLIO!"
"Ah già!"
"L'AVETE FATTO DI NUOVO?"
"Sì tesoro ma non urlare, ai vicini non credo interessi!"
"E non mi dici niente, idiota?!?!"
Lui si spaventò.
"Vale tu ti rendi conto in che stato stavi fino a 30 secondi fa, vero? Secondo te, furba, come poteva venirmi in mente di dirti che io e la Clio ci siamo messi insieme con te in questa situazione?"
"ALT! REWIND! TU E LA CLIO COSA??!!"
Dani indietreggiò. "Tu continui a farmi paura!"
"E FAI BENE!" ringhiò lei.
"Tesoro..."
"TESORO UN CORNO! ERA TUO DOVERE INFORMARMI RAZZA DI CELEBROLESO!" sbraitò. "Ora TU mi racconti TUTTO. Dettagli piccanti compresi!"
"Ok ok, basta che ti calmi!"
"Dove l'avete fatto? Come l'avete fatto? E... COME vi siete messi insieme?Chi ha fatto la proposta?"
"Ehi ehi una domanda per volta... allora... l'abbiamo fatto prima sul letto, poi nella cabina armadio. Come? Come gli antichi... e... ci siamo messi insieme!"
Dopo uno sguardo omicida della ragazza, Dani si apprestò a raccontarle tutti i dettagli del caso e tirò un sospiro di sollievo quando lei gli sorrise e lo abbracciò, sinceramente contenta per lui. Per loro.
"Pedro dorme ancora?" biascicò Vale.
"Mi sono appena affacciato, è nel mondo dei sogni." rispose Dani.
"Scusami per averti fatto dormire per terra nel sacco a pelo, non c'era bisogno!"
"Il sacco a pelo non è così scomodo. Tu, piuttosto, come stai?"
"Come una che ha un bisogno VITALE di un caffè."
"E' quasi pronto!" la tranquillizzò Clio mentre alzava un po' il fuoco sotto la macchinetta.
Quando fu pronto, Clio riempì fino all'orlo la tazza dell'amica, ignorando lo sguardo da cucciolo del suo ragazzo. Le faceva strano pensare a Dani come il "suo ragazzo", doveva prenderci l'abitudine.
"Ma...ma..." cominciò a lamentarsi Dani.
"Tranquillo, lo rifaccio!"
"Ehi... ti ho privato del letto, ora non voglio privarti anche del caffè!"
"Vale, smettila!" esclamò Dani. "Ora Clio me lo rifà e già ti ho detto che il sacco a pelo era comodissimo. Come un letto!"
"Lo dici solo perchè non vuoi farmi sentire in colpa!!!"
"Senti dopo ier..." cominciò a dire Dani, ma l'entrata in cucina di Pedro gli fece morire le parole in gola.
"Buongiorno Pedro..." disse titubante Clio, guardando sottecchi l'amica che impallidì. Vale si alzò di colpo, senza nemmeno toccare il caffè.
"Io devo andare di là!"
"Ehi e il caffè?" cercò di trattenerla Dani, ricevendo un'occhiataccia da Clio che voleva prenderlo a padellate in testa.
"Bevilo tu."
Non sapeva in che stanza andare. Non voleva essere trovata, specialmente da Pedro. Sapeva che era da vigliacca evitarlo, che avrebbero dovuto parlarne, che lei avrebbe dovuto quantomeno informarlo della sua decisione di far morire la cosa sul nascere ma non ce la faceva. Il solo percepirlo nella stessa stanza le faceva male, sentire il suo respiro le faceva mozzare il fiato
D'improvviso sentì il suo cellulare squillare dalla camera degli ospiti. Entrò per cercarlo, ma rimase ferma sulla porta.
"Ti sta...squillando il cellulare..." le disse cercando il suo sguardo Pedro.
"Grazie." rispose la ragazza, evitando i suoi occhi per poi correre in bagno.
"Pronto?"
"Oi piccola, sono Ale!"
"Ehi!" esclamò con poco entusiasmo.
"Ma stai male? Hai una voce..."
"No...cioè sì. Lascia stare. Tu piuttosto come stai?"
"Tiro avanti. Senti... ma sei ancora a Milano?"
"Sì, partiamo domani mattina presto..."
"Meno male. Avrei bisogno di parlarti, se per te non è un problema..."
"No, Ale, dimmi tutto!"
"Ti va di pranzare insieme?" le chiese Ale.
"Ehm...io non sto proprio a Milano, ricordi? Sto a Legnano e...non saprei...come..."
"Vengo io lì...mi faccio accompagnare dal Marco. Ci vediamo alla stazione, ti chiamo quando sto per arrivare, ok?"
"Ok, perfetto. A dopo!"
Decise di farsi una doccia con la speranza di rimuovere la sofferenza. Ovviamente fu un tentativo inutile. Stava male più di prima, se possibile. Uscì più in fretta che potè dalla doccia, si asciugò i capelli senza preoccuparsi di renderli decenti e uscì dal bagno, guardandosi attorno sperando di non imbattersi di nuovo in Pedro. Aveva accettato l'invito a pranzo di Ale non solo per adempiere al suo compito di migliore amica, ma anche per stare il meno tempo possibile in casa con Lui. Dopotutto non moriva dalla voglia di sobbarcarsi anche i problemi dell'amico, tanto già sapeva di cosa voleva parlarle, o meglio, di chi. Non che non le importasse, solo che non era dell'umore più adatto.
"Ehi, chicca, senti...ci stavamo chiedendo cosa ti andasse per pranzo." le chiese Clio appena la vide fare capolino in cucina.
"Non ci sto per pranzo." rispose secca la ragazza, notando la presenza di Pedro in fondo alla stanza.
"Non ti lascio andare a pranzo da sola o vagare per la città senza una meta con quella faccia!" sbottò Dani.
"Non vado da sola!"
"Non andrai con..." chiese preoccupata Clio. "...Ste?"
Pedro alzò di botto lo sguardo, per poi uscire in balcone rabbuiato.
"No! Con Ale!"
Questa volta a rabbuiarsi fu Clio. mentre Dani cercava di capire il perchè del cambiamento repentino di espressione della ragazza.
"Chi è Ale?" chiese Dani.
"E' il mio migliore amico. Mi ha chiamato e mi ha invitata a pranzo..."
"Tu sei la mia migliore amica, giusto?"
"Sì, ovvio."
"Quindi, in quanto tale, faresti tutto per me? Tutto tutto?"
"Ale, mi stai preoccupando."
"Dimmi: fino a dove arriveresti per me?"
"Se necessario darei la vita, Ale, ma che c'entra?"
"Ok. Tieni a mente quello che hai appena detto."
"Ale..."
"Devi aiutarmi a mettermi con la Clio!"
"EH?!?!?!?!?!?!"
"Mi manca. La amo. Voglio stare con lei."
"Ho capito, l'ho sempre saputo e facevo il tifo per voi, ma non si può fare. Toglitelo dalla testa!"
"Hai detto che daresti la vita per me! Moriresti, ma non mi vuoi dare una mano? Pur sapendo che mi renderebbe felice? Non vuoi la mia felicità?"
"Sì, ma voglio anche la sua e l'ultima volta che ha avuto a che fare con te è tornata in lacrime e non ha voluto parlarne. Tutt'ora non so che cosa sia successo!"
"Lo so, ho sbagliato, ma... ormai è passato. Ora l'ho capito: voglio stare con lei!Mi farò perdonare!"
"Non è questo il punto! Adesso lei è felice e tu... le rovineresti la felicità!"
"Ma...."
"Ale, sta con uno e le cose si sono appena sistemate. Se tu... riapparissi, rovineresti tutto."
"Vale, devi essere sincera. Lei prova ancora qualcosa?"
"Voglio essere sincera... sì. Non ha MAI smesso di provare qualcosa per te..."
"Allora...."
"Niente allora, Ale! Per voi ormai è tardi e togliti dalla testa quest'idea folle. Sei stato stupido, siete stati stupidi e ormai è TROPPO tardi. Mi dispiace, sul serio. Sapere che ci stai male mi stringe il cuore. Ti voglio bene, ma non posso permetterti di intrometterti e rovinarle la storia con Dani."
Ale tacque e la ragazza gli accarezzò una guancia con dolcezza.
"Non mi odiare, però mi chiedi troppo."
"Non ti odio, scema!" rispose con un sorriso triste lui. "Tu che hai, invece? Hai uno sguardo spento...mi fai preoccupare...."
Intanto, a casa di Dani...
Pedro si era acceso una sigaretta per il nervoso. Non poteva sopportare che lei uscisse con Ste. Non dopo....quello che era successo. Non poteva credere che lei avesse potuto fare una cosa del genere. Era così chiaro che lui era innamorato di lei e si rifiutava di pensare che la ragazza fosse così...voltafaccia. Dopo l'amore insieme, non poteva uscire con Ste. Il suo ex.
"Ehi, amico, che ti prende?" chiese Dani, accostando la porta del balcone alle sue spalle.
"E' andata a pranzo con... lui, vero?"
"Lui chi?"
"Ste." rispose secco.
"No! E' andata con un certo Ale."
"E sarebbe? Il suo ragazzo?" sbottò con astio.
"Ma no! E' il suo migliore amico! Pè... cosa ti sta succedendo?"
"Niente."
"Niente? Non la dai a bere a nessuno! Persino Ka, con la sua sensibilità e la sua grande acutezza, si accorgerebbe che hai qualcosa di molto grosso che non va."
"Mi evita. Non vuole stare nello stesso posto dove sto io, non mi guarda, non mi rivolge la parola! E' una cosa che non sopporto!" quasi urlò, senza nemmeno guardare l'amico.
"Pè... è anche abbastanza normale. E' una reazione abbastanza prevedibile, no?"
"No che non lo è! Voglio dire... in teoria dovrei essere IO ad evitarla: sono IO che sto mettendo a rischio la mia amicizia con Ste per lei."
"Sì ma..."
"Poi non è stata una notte di sesso, e basta! Non può rimuoverla...era...è stato così...."
"Pè, no! Niente particolari!"
"Non voglio descrivertelo! E' solo che.... mi sta facendo impazzire. Vorrei parlarle ma non so...come."
"Dalle tempo!"
"Tempo? Non ce n'è! Domani partono e non posso farla partire prima di aver chiarito..."
"Forse lei non è pronta!"
"E' pronta a trombarmi e non è pronta a parlarne?"
"Lo sai che...non è stata una 'trombata' e basta, per usare i tuoi stessi termini. Quando c'è di mezzo l'amore è tutto così maledettamente complicato."
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