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Discussione: Se tu sei con me

  1. #1
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    Predefinito Se tu sei con me

    Prologo...


    Camminare per il centro affollato era una delle mie attività preferite: guardavo la gente, i colori, ascoltavo i rumori, venivo inondata da profumi e cattivi odori. Insomma, sentivo la melodia della vita. Tutti i giorni, tutto l’anno. Le mie due migliori amiche mi aspettavano proprio lì, all’entrata del castello Medievale Maschio Angioino. Amavo la mia città e per nulla al mondo l’avrei lasciata, ma...

    1°CAPITOLO


    Ero contenta, ma al tempo stesso un po' malinconica. Una settimana fa mi arrivarono due raccomandate tanto desiderata: l'accettazione da parte dell'Università La Cattolica di Milano e l'accettazione per uno stage formativo alla Mondadori. Mi scoppiava il cuore di gioia e i miei genitori e le mie amiche erano fieri di me.
    <<Se vai a questo indirizzo c'è una mia cara amica. Ti darà lei una cosa>> mi disse mia madre.
    Ero intenzzionata a non andarci, ma appena arrivai alla stazione di Milano Centrale mi accorsi che avevo bisogno di un "Cicerone". Chiamai i miei per dire che ero arrivata e che stavo prendendo un treno per andare a Legnano, dove abitava questa signora. Arrivata a Legnano impostai l'indirizzo su Google Maps e ci arrivai a piedi. Dall'esterno era una villetta deliziosa, con un piccolo prato curato e un piccolo viottolo con pavimento di pietra. Bussai al cancello e mi aprirono, poi bussai al campanello della porta. Venne ad aprirmi un ragazzo più grande di me, sui 25 anni.
    <<Ciao! Scusa, questa è casa Ruggiero?>>
    <<Sì.>> poi si rivolse alla madre alzando la voce. <<Mamma, è arrivata quella ragazza da Napoli!>>
    Ci restai un po' male sentendo che mi etichettava così.
    <<Allora cosa fai? Non entri?>> mi chiese lui in modo scorbutico.
    Mi destai dai miei pensieri e trescinai le valigie dentro. Era davvero bella la casa e grande. Venne una signora sulla cinquantina ad accogliermi, bassina e grassottella, con un sorriso gentile.
    <<Oh mia cara! Sarai stanchissima, vero?>>
    Non aspettò che risposi. <<Carmine, sii gentile e porta le valigie di sopra>>
    Carmine prese le valigie, ma mi fulminò con lo sguardo.
    <<Oh, no. Ce la faccio... davvero>> cercai di protestare.
    <<Ma no, cara. Devi scusarlo è solo un po' nervoso, tutto qui>> mi sorrise gentilmente la donna.
    Entrammo in un'ampia cucina e mi fece fare una giravolta.
    <<Oh mia cara Sharon, sei meravigliosa! Sei identica a tuo padre! Io mi chiamo Sandra, quello di sopra è il mio primo figlio Carmine e poi lei è Loredana>> sorrise indicandomi la figlia.
    Era decisamente più simpatica del fratello.
    <<Io non voglio disturbare. Prometto che resterò per poco!>> cercai di dire.
    <<Ma no, tesoro. Sei la benvenuta. Sono certa che lo pensa anche Carmine>>
    <<Io ho sempre voluto un'altra ragazza in casa>> sorrise Loredana.
    <<Lory porta Sharon di sopra. Magari vorrà usare il bagno>>
    Loredana mi accompagnò di sopra e mi indicò la mia camera enorme e il bagno. Dopo aver usato il bagno entrai nella mia nuova camera e mandai un messaggio a mia madre per avvisarla. Mi rinfrescai un po' e cambiai la cannottiera con una pulita. Sandra ci chiamò per il pranzo e subito uscii dalla stanza. Mi accorsi del suono di una chitarra proprio accanto alla mia camera, così mi avvicinai e vidi Carmine che suonava sul suo letto.
    <<Cosa vuoi?>> chiese duro.
    <<Oh, m-mi dispiace averti disturbato, ma quella melodia è così bella>>
    <<Certo che è bella. E' mia!>> sbottò.
    <<Oh...be' tua madre dice che è pronto il pranzo, quindi...>>
    <<Non ho fame. Chiudi la porta.>> mi interruppe.
    Trattenni le lacrime e raggiunsi la cucina più in fretta che potevo.

    Nei giorni seguenti non riuscivo a capire perché, a differenza del resto della famiglia, Carmine non mi rivolgeva la parola. Loredana frequentava scienza della formazione primaria, io invece Comunicazione e andavamo insieme a lezione. Subito legammo. Avvisai Sandra che io quel pomeriggio anche il primo turno di stage alla Mondadori, quindi avrei finito tardi. Lei mi disse che proprio lì accanto c'era lo studio di registrazione dove andava Carmine e che potevo andare lì. Così, dopo un primo giorno massacrante e a stomaco vuoto arrivai allo studio di registrazione. Mi accolse un ragazzo più gande di Carmine, dall'espressione gentile. Gli dissi chi ero e perché ero lì, così mi portò di sopra nonostante le mie proteste. Preferivo aspettare giù.
    <<Sciocchezze! Ka ne sarà felice!>> mi rassicurò.
    <<Ne dubito>> borbottai.
    Aprì la porta e tutti si voltarono verso di me.
    <<Che ci fai qui?>> chiese Carmine infastidito.
    <<Suvvia, Ka! Una bella fanciulla si presenta alla nostra porta e tu la tratti così?>> chiese Omar.
    <<Ma è quella di Napoli!>> sbottò lui.
    A quel punto mi arrabbiai. Lasciai cadere la borsa per terra e mi avvicinai a lui con tono di sfida.
    <<Che hai contro di me? Io non ti conosco e sono qui, in casa tua solo perché me l'ha chiesto mia madre! Se non ti sta bene puoi dormire pure per strada!>>
    Tutti risero.
    <<Che caratterino la ragazzina! Io sono Pedro. Il mio vero nome è Marco, ma tutti mi chiamano Pedro>> mi sorrise un ragazzo dagli occhi color cioccolato.
    <<Io sono Ivan. Il mio vero nome è Ivan, ma tutti mi chiamano "Signor Figo!">> rise l'altro moro.
    <<Io sono Dani>> si presentò il più gracilino.
    <<Io sono Sharon>> sorrisi.
    <<Bene. Puoi stare qui seduta mentre noi finiamo? Solo un'ora e finiamo>>
    Un'ora??? Io morivo di fame!
    Infatti il mio stomaco ruggì la sua protesta.
    <<Hai fame!>> ridacchiò Pedro.
    <<Nella mia borsa c'è un panino in più. La borsa nera>> intervenne Ka.
    <<M-ma io... no, tranquillo>> balbettai.
    <<Mangia!>> ordinò.
    Mentre loro suonavano io mangiavo su un divanetto. Le loro canzoni erano piuttosto belle. Quando finirono entrai in macchina con Ka e visto che il viaggio era un po' lungo per colpa del traffico deciso di rompere il silenzio.
    <<Puoi dirmi cos'hai contro di me?>> chiesi ancora un po' infastidita.
    <<Fino ad una settimana fa ero fidanzato con una bellissima ragazza! Le dissi che venivi tu e lei, gelosa, mi ha lasciato! Sei contenta?>>
    <<No. Mi dispiace Carmine, davvero. Nonn è colpa mia>> dissi mortificata.
    <<Certo! Decidi di venire qui di punto in bianco, ti piazzi in casa mia e stravolgi la mia vita!>> si arrabbiò.
    Inevitabilmente iniziarono a scorrermi le lacrime. Sapevo che aveva ragione. Se ne accorse e si calmò.
    <<Pensi che per me sia stato facile?>> chiesi con voce tremante.
    <<No. Scusami. Non sono arrabbiato con te. Mi dispiace>>
    <<Sì che lo sei!>> singhiozzai.
    Cercò di prendermi la mano, ma la allontanai in malo modo.
    Appena arrivammo a casa salutai e andai subito in camera mia a piangere.
    Passò un'altra settimana e cercavo in tutti i modi di evitarlo. Quel pomeriggio Sandra doveva uscire con Mario, Lory era a lezione e Ka era in salotto sul divano. Presi tutto il coraggio che avevo e andai da lui, mi sedetti accanto a lui senza guardarlo.
    <<Anche io avevo una vita a Napoli, sai? Non era perfetta, ma amavo la mia vita. Adoro il mare, il sole, le canzoni che si sprigionano nei vicoletti. Amo i miei genitori, le mie amiche, ma amo di più la mia vita. Dovevo cambirare,doevo seguire i miei sogni e sono arrivata qui... ho stravolto la tua vita, ma anche io la mia. A differenza mia, tu hai una famiglia, i tuoi amici e la tua casa. Io no. Io non ho nessuno qui>>
    Mentre parlavo mi scorrevano le lacrime e lui era paralizzato.
    <<Non dicevo sul serio>> sussurrò.
    <<Invece sì>>
    Mi alzai e me ne andai di nuovo in camera.

  2. #2
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    Predefinito Re: Se tu sei con me

    2°CAPITOLO


    Nelle settimane seguenti Carmine cercava di essere più gentile nonostante io non gli rivolgessi la parola. Si offriva sempre di venirmi a prendere dopo lo stage, mi invitava perfino alle loro prove di tanto in tanto, ma io rifiutavo. Un giorno, lasciata da sola in casa, entrai in camera di Carmie, spinta da una forte curiosità. Aveva una bellissima chitarra, un migliaio di plettri, fogli scarabocchiati e vari regalini delle fan. Purtroppo io non li conoscevo, ma vedendo una loro vecchia foto capii chi erano, perché ricordavo "Diventerai una star". Presi la chitarra e, facendo molta attenzione, cominciai a suonare un paio di accordi fino a suonare Innocence di Avril Lavigne per intero. Solo alla fine della terza canzone, alzando lo sguardo, mi accorsi di Carmine che mi osservava appoggiato allo stipite.
    <<Oh mio Dio! Scusami, io...io non volevo... questa è perfetta! Mi manca la mia vecchia chitarra e... se vuoi te l'accordo. Carmine mi dispiace!>> dissi tutto d'un fiato.
    <<Piantala!>> disse, ma non era arrabbiato.
    Si avvicinò e me la prese dalle mani con cura. Sembrava che stesse prendendo un bimbo appena nato.
    <<Dove hai imparato a suonare?>> mi chiese prendendo un altro plettro.
    <<Me l'ha insegnato mio padre>> sorrisi.
    <<Anche a me! Sai io e te ci conosciamo già. Un tempo io abitavo nella casa accanto alla tua, poi quando io avevo circa undici anni venimmo qui>> spiegò. <<Grazie a tuo padre, quando venimmo qui mi iscrissi ad un corso e ora è il mio mestiere>>
    Sorrisi.
    <<Tu hai un talento naturale, proprio come lui, e hai anche una splendida voce>>
    <<Grazie>> arrossii.
    Accordò di nuovo la chitarra.
    <<Hai fame?>>
    Lo fissai. Non poteva essere che aveva sentito il mio stomaco brontolare.
    <<Il tuo stomaco è molto eloquente>> rise.
    <<Sì, ho fame>> ammisi alla fine.
    <<Bene. Conosco un posticino che fa degli ottimi panini. Entro un'ora ce la fai ad essere pronta?>>
    Annuii e andai a farmi una doccia. Non sapevo cosa mettermi, ma trattandosi di un bar scelsi dei normalissimi jeans stretti, sandali e una cannottiera, sistemai i capelli e mi truccai un pochino, giusto per mascherare le occhiaie.
    <<Pronta!>> sorrisi affacciandomi alla sua camera.
    Prese le chiavi della macchina e andammo a Milano centro.
    <<WOW!>>
    Rise della mia espressione. Doveva immaginare che la sera non uscivo molto per Napoli.
    Il pub era abbastanza affollato e carino. Iniziammo a parlare del più e del meno e mi piaceva. Poi ad un tratto si avvicinò una ragazza bionda, alta e bellissima.
    <<Ciao Ka!>> disse arrogante.
    <<Ciao, Erika>> rispose Carmine.
    <<Ho interrotto qualcosa?>> chiese con malizia.
    Carmine la ignorò, ma io non la tolleravo.
    <<Be' dipende tu cosa intendi, perché ci stavamo davvero divertendo come due amici prima che venissi tu>> risposi a tono.
    <<E tu chi saresti?>> chiese offesa.
    <<Un' amica di Carmine, ma a te non interessa!>>
    <<Ah ti fai chiamare Carmine, ora?>> chiese lei stizzita.
    La guardai curiosa, ma Ka poggiò la banconota da 50€ sul vassoio del cameriere e mi trascinò fuori tenendomi saldamente il polso.
    <<Sinceramente pensavo che i tuoi standard erano più alti>> dissi infine.
    <<Anche io...>> rispose turbato.
    Lasciai cadere il discorso perché era troppo arrabbiato. Mi dispiaceva, quind tentai di tirarlo su.
    <<Ehi... ehm... perché non andiamo in piazza? So che fanno delle esibizioni il venerdì sera per intrattenere i turisti, vero?>> proposi.
    <<Sì, ma dovremo andarci a piedi>> rispose un po' burbero.
    <<Bene! Ho bisogno di camminare un po'!>> sorrisi.
    Camminammo una accanto all'altro, ma senza sfiorarci. Solo che all'improvviso inciampai e afferrai il suo braccio e così decise che era più sicuro tenermi per mano. La sua mano era grande, calda e callosa per via di tutti quegli anni a suona re la chitarra. Quando arrivammo in centro era più rilassato e riuscimmo a divertirci.

  3. #3
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    Predefinito Re: Se tu sei con me

    3°CAPITOLO


    Io e Carmine pian piano diventammo più o meno amici, ma quando la sorella Loredana ci annunciò che da lì a qualche giorno doveva trasferirsi a Roma per lavorare come insegnante il mondo mi crollò addosso, mi sentivo sola. Dalla sua partenza Carmine cercava, in tutti i modi, di tirarmi su. Ero in camera mia a studiare quando Carmine bussò.
    <<Sì?>>
    <<Ehi! Mi chiedevo se ti andava di mangiare un boccone con me stasera>>
    <<Sì... come vuoi>> risposi distratta.
    <<Bene. Alle 19.00 ti voglio bella pronta>> sorrise.
    Sorrisi anch'io e mi lasciò sola. Non avevo voglia di prepararmi per bene, quindi indossai semplicemente dei jeans attillati, una camicetta e degli stivali, raccolsi i capelli in una coda ordinata, spruzzai il profumo e raggiunsi Carmine in salotto. Sorrise per il mio sforzo e mi porto in un ristorante molto carino.
    <<Voglio che assaggi una cosa a sorpresa!>> disse con un sorriso coinvolgente.
    <<Ho paura!>> scherzai.
    Alla fine ordinò due pizze Margherita semplici. La assaggiai, non era male ma non era come quelle a cui ero abituata.
    <<Com'è?>> chiese speranzoso.
    <<Mmm buono, ma... che cos'è?>> scherzai.
    <<Che strega che sei!>> rise.
    <<Ok scusa, ma è la pizza meno riuscita della storia!>> risi.
    <<Sono contento che ti stia divertendo>> sorrise.
    Abbozzai un sorriso. Finimmo la cena e andammo a fare una passeggiata.
    <<Però devi scioglierti i capelli>> disse sfilandomi il codino.
    Lo guardai contrariata, ma alla fine cedetti.
    <<Mi dispiace che ci sia rimasta male per la partenza di mia sorella e che ti possa sentire sola, ma voglio che tu sappia che io ci sono. Posso e voglio essere tuo amico. D'accordo?>>

  4. #4
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    Predefinito Re: Se tu sei con me

    4°CAPITOLO


    All'Università feci amicizia con Maria, una ragazza spumeggiante ed affettuosa. Decidemmo di studiare in gruppo con altri tre ragazzi il pomeriggio stesso.
    <<Sì, ma dove?>> chiese Alberto.
    <<Sono sola in casa tutto il giorno, quindi non credo che per me sia un problema>> proposi.
    Tornammo tutti a casa e, come avevo previsto, ero sola. Io e Maria improvvisammo una merenda mentre i ragazzi si sistemavano sul divano con i libri.
    <<Pronti ad ammazzarci di Economia Digitale?>> chiese Gianni.
    <<Sì, non vedo l'ora di morire per causa sua>> sbuffò Maria.
    In effetti studiare in gruppo era meno noioso che studiare da sola.Dopo un paio d'ore rientrò Carmine e guardò noi con aria sorpresa.
    <<Shà, ma fai una festa e non mi inviti?>> finse di rimproverarmi.
    <<Sì, certo! Scusa per non aver chiesto il permesso, ma tra due settimane abbiamo un esame e abbiamo difficoltà>> mi scusai.
    <<Ehi, passerotto, io non ho problemi! Questa è casa mia quanto tua>> mi sorrise.
    <<Grazie. Comunque loro sono: Maria, Alberto, Gianni e Antonio>> sospirai.
    <<Piacere, ragazzi. Senti zucchero, tra mezz'ora arrivano anche i miei amici, vuoi chiedere al tuo gruppo se vuole cenare con noi?>> chiese contento.
    <<Volentieri!>> risposero tutti in coro.
    Carmine e i suoi amici erano davvero simpatici e facevano battute, con i miei amici, su me e Maria: due povere ragazze contro sette maschi. Verso le due se ne andarono tutti dopo averci aiutato a pulire. Stavo pulendo gli ultimi piatti quando Carmine mi raggiunse.
    <<Vai a letto. Ci penso io qui>> sorrise.
    <<Oh, no, no, tranquillo. Mi mancano solo quattro piatti>>
    Sorrise e mi aiutò lo stesso.
    <<Ti sei divertita, finalmente!>> osservò.
    <<Sì. Sei stato carino ad invitarli>>
    <<Sei anche tu la padrona di casa, anzi adesso che Lory non c'è più, i miei non vogliono che te ne vada>> confessò. <<E nemmeno io, ad essere sincero>>
    Lo guardai sorpresa. Ero contenta e imbarazzata.
    <<Grazie>> risposi.

  5. #5
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    Predefinito Re: Se tu sei con me

    5°CAPITOLO


    Dopo qualche mese io e Carmine legammo in modo particolare. Era davvero geloso e premuroso al tempo stesso. Non erano pochi i weekend che passavamo soli in casa, ma ci divertivamo lo stesso. Quel venerdì pomeriggio, rimasti soli, dovevo far riferimento a lui per avere il permesso di uscire.
    <<Con chi?>> chiese sollevando appena il sopracciglio destro.
    <<Gianni. Il mio amico dell'Università>>
    <<Perché?>>
    <<A quanto pare gli piaccio>> sorrisi.
    <<Allora no>>
    Lo guardai a bocca aperta.
    <<Ma come?!>>
    <<Non mi piace. Ha un'aria strana>> rispose con un'alzata di spalle.
    <<Bugiardo! Tre mesi fa avevi deto che ti piaceva!>> protestai.
    <<Ho cambiato idea... piuttosto vorrei che venissi con noi a cena>> disse semplicemente.
    <<No! Esco con Gianni con o senza il tuo permesso!>> risposi ostinata e me ne andai in camera mia a prepararmi. Una camicetta bianca a maniche corte, jeans neri, tacchi e mi truccai. Ka si affacciò dalla porta, alquanto contrariato.
    <<Ho detto di no!>>
    <<E io ho detto che non mi interessa il tuo parere!>> lo sfidai.
    Era furibondo. Provavo un piacere perverso a sfidarlo. Alle 20.00 in punto arrivò Gianni e, come se niente fosse successo, lo raggiunsi in macchina ignorando Carmine.
    Mi divertii moltissimo con Gianni e mi riportò a casa verso le 2.00 del mattino. Ero consapevole del fatto che avevo esagerato, osservando l'espressione "lanciafiamme" di Carmine, ma non potevo dargliela vinta. Andai a letto sotto il suo sguardo furioso. Mi addormentai quasi subito.
    Quando mi svegliai il sole era già alto. Vidi che era mezzogiorno passato. Mi alzai dal letto e raggiunsi il bagno, ma non mi accorsi che Carmine era lì a torso nudo che si radeva la barba.
    <<Oh scusami>> mormorai.
    Mi ignorò letteralmente.
    Mi resi conto della gravità della situazione, quindi andai in cucina per preparargli il caffè.
    <<Oh Carmine ti ho preparato il caffè>> sorrisi.
    <<Devo scappare. Rientro stasera!>> disse senza rivolgermi neanche lo sguardo.
    Ci restai male sinceramente, ma decisi di lasciarlo sbollire un po' da solo.
    Verso le 18.00 iniziai a preparare la cena e lui rientrò alle 21.30 stremato e, se è possibile, ancora più nervoso.
    <<Ho preparato la cena se ti va>> dissi piano.
    <<Non mi va. Sono stanco. Vado in camera mia.>> disse a denti stretti.
    Riposi il cibo nel forno e dopo un paio d'ore lo raggiunsi in camera sua. Aveva la porta della camera aperta, quindi potei osservarlo mentre scarabocchiava su dei fogli. A terra c'erano parecchi fogli accartocciati, quindi decisi di bussare allo stipite per attirare la sua attenzione.
    <<Cosa vuoi?>> mi chiese senza alzare lo sguardo dai fogli.
    Mi sedetti sul suo letto e attesi che alzava lo sguardo.
    <<Se vuoi qualcosa sbrigati perché ho da fare!>> borbottò.
    <<Volevo scusarmi con te per ieri sera.>> risposi cauta.
    <<Ok, quando esci chiudi la porta per favore>>
    Lo guardai incredula.
    <<Ma mi hai ascoltato?>> chiesi stizzita.
    <<Io sì. Tu però, a quanto pare no. Ripeto: chiudi la porta?>> disse con tono gelido.
    Sospirai e chiusi la porta.
    Verso le tre, vedendo che era ancora sveglio, scaldai un po' di sugo rimasto, scolai la pasta e gli portai un po' di cena in camera.
    <<Che ci fai ancora sveglia?>> mi chiese un po' burbero.
    <<Mi sto assicurando che non muori di fame!>> sorrisi.
    Si sciolse.
    <<Vuoi cenare con me?>> propose.
    Poggiai il vassoio sul letto e iniziammo a mangiare.
    <<Hai bisogno d'aiuto?>>
    <<Sì. Un paio d'orecchie mi sarebbero utili>> sorrise. <<Non mi convince questo passaggio>>
    Passammo un pai d're a lavorare sui testi, poi crollai letteralmente dal sonno. Ci addormentammo così: io stesa sul suo petto tra fogli, penne e matite.

  6. #6
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    Predefinito Re: Se tu sei con me

    6°CAPITOLO


    Per le feste di Natale decisi di tornare a Napoli, così lo dissi ai genitori di Carmine. Aspettai che tornasse dalla sala prove per rivelargli la mia decisione. Eravamo soli, ormai gli zii per farci legare di più ci lasciavaano spesso soli.
    <<Ciao!>> lo accolsi nell'ingresso.
    <<Ehi piccola! Scusami, sono stanchissimo>> mi sorrise appena.
    Non era il momento giusto per dirglielo, ma non avevo scelta. Aspettai che andasse in camera sua e poi lo raggiunsi.
    <<Ka devo dirti una cosa>> iniziai.
    Mi guardò alzando il sopracciglio.
    <<La settimana prossima vado a Napoli dai miei per Natale>> dissi piano.
    Non parlò subito, mi lanciò uno sguardo di odio.
    <<Me lo stai chiedendo o...>>
    <<Ka, non ti arrabbiare, ho già fatto i biglietti e i ituoi genitori già lo sanno e...>>
    <<Quindi sono stato l'ultimo ad essere avvertito?>>
    <<No, io...>>
    <<Come no? Lo sanno tutti!>> si arrabbiò.
    <<Sì, ma... Ka per favore, non trovavo il modo giusto per dirtelo>> cercai di difendermi.
    <<Ok non mi interessa! Esci!>> sibilò a denti stretti.
    <<Ka, dai non...>>
    <<Ho detto fuori!>> ripetè.

    I giorni seguenti furono un inferno, anche perché i suoi genitori erano in montagna con gli altri genitori dei ragazzi. Qualche giorno prima della partenza Giovanni venne ad aiutarmi. Poco dopo arrivò Ka e appena mi vide con Giovanni, contrasse la mascella e il pugno. Gli andai vicino e gli presi la mano stretta a pugno.
    <<Ka, lui è qui per aiutarmi con le valige>> spiegai piano.
    <<Non mi importa!>> tuonò e andò in salotto.
    Sospirai e continuai a preparare le mie cose.
    <<Vuoi restare per cena?>> gli chiesi una volta finito.
    <<E' meglio di no, credo che abbiate molte cose da dirvi>> sorrise.

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