Buongiorno!!! Scusate, scrivo troppo!!! Come ben sapete io funziono ad ispirazione, infatti da qualche giorno ne ho avuta un'altra, ma questa volta di stampo diverso dalle altre. Inoltre spero vi piaccia, perché sono stressata e scrivere mi rilassa un casino! Buona lettura! Oh le altre due sono in pausa solo perché deve venirmi un lampo di genio. Tranquille, perché non sono finite!
1°CAPITOLO
Chiudo il libro, lo ripongo sullo scaffale della libreria e raggiungo mia madre in cucina.
<<Tesoro puoi darmi una mano, per favore?>> mi chiede indicando le pentole.
Sorrido e la aiuto a cucinare. Sta preparando la cena per stasera, perché sono invitati i genitori di Ka, Pedro, Dani e Ivan. Come sono amici i nostri genitori lo siamo anche noi. Ivan lo conosco da poco, ma mi piace e questa cena serve proprio per far integrare anche i suoi genitori nella banda dei "Finley + Intrusa Senior".
<<Mamma dopo posso uscire con Marco?>>
<<Se va bene per tuo padre allora va bene anche per me>> mi sorride.
Le do un bacio sulla guancia felice, perché tanto mio padre dice sempre di sì. Dopo aver sistemato per bene la cucina vado a prepararmi. Jeans stretto, tacchi e cannottiera che sostituisce la camicetta. Appena arriva mio padre gli chiedo se posso uscire con Marco.
<<Va bene, ma dopo cena>> acconsente.
Prepariamo la tavola e salutiamo i nostri ospiti. I genitori di Ivan sono simpatici e si inseriscono alla grande. Dopo cena finisco di prepararmi e raggiungo Marco in macchina, ma proprio in quel momento mi chiama PEdro.
<<Ehi Pè dimmi!>>
<<Ti passiamo a prendere?>>
<<No, sono con Marco. Casomai più tardi ci incontriamo al nostro solito posto, ok?>>
<<Ok... ah ha detto Ka che sei una mocciosetta viziata!>> ride.
<<Ahahah ormai non fa ridere più! A dopo!>> Rido e stacco.
Io a Marco ci conosciamo da 8 anni, cioè da quando ne avevamo io dieci e lui tredici e da allora siamo amici. Stiamo insieme da otto mesi. Ricordo che era molto imbarazzato quando me lo chiese.
<<Piccola, va bene passeggiata in centro?>> mi chiede dandomi un bacio dolcissimo.
<<Certo. Dopo solito bar con i scassapalline?>>
Sorride e diamo inizio alla nostra serata.
DUE MESI DOPO...
Come al solito Marco dopo l'università viene a casa mia per aiutarmi a studiare. Verso le cinque bussano al campanello e mi trovo davanti Carmine con un pacchetto in mano.
<<Carmine cosa ci fai qui?>> chiedo curiosa.
<<Marta mi ha lasciato... cioè l'ho lasciata io perché mi tradiva... insomma sto di me***!>> dice sconsolato.
<<Ok puoi stare un attimo qui in salotto?>> sospiro.
Annuisce e vado da Marco a spiegargli la situazione.
<<Quindi devo andare via?>> chiede un po' infastidito.
<<Sì, ma ti prometto che sarà solo per poco. E' davvero a pezzi, ti prego!>> lo imploro.
Vede che sono sincera e si calma.
<<Ok ti chiamo più tardi>> sospira dandomi un bacio sulla fronte.
<<Ti amo>> sorrido.
<<Sì anche io. Quindi stasera dormi da lui?>> chiede un po' duro.
<<Credo di sì. E' ridotto male e ha bisogno di me>>
Mi da un dolce bacio e ci lascia soli. Sospiro e raggiungo Carmine a pezzi sul divano e mi faccio raccontare tutto.
<<Quindi è finita finita?>>
Annuisce e lo abbraccio.
<<Piccolo scimmiotto lo sai che io non ti abbandonerò mai, vero?>>
<<Sì. Vuoi stare da me stasera? Parlo io con i tuoi>>
Vado a prendere le mie cose mentre lui avverte i miei e andiamo a casa sua.
<<Cosa ceniamo stasera?>> chiedo affamata.
<<Va bene un po' di schifezze?>>
E' davvero a terra. Non l'ho mai visto così depresso, così accetto. Io mi lavo per prima e lo aspetto sul suo letto mentre lui fa la doccia.
<<Mi dispiace che Marco si sia arrabbiato>> dice raggiungendomi.
<<Non importa. Ormai è abituato>> lo rassicuro.
Sta per arrivare Natale e l'atmosfera si riempie di luci e profumi natalizi, invitanti. Noi ragazzi andiamo in baita in montagna e quest'anno viene anche Marco, ovviamente e Carmine per la prima volta è da solo senza compagna. Appena arriviamo decidiamo le camere e io volevo stare in camera con Marco, ma i ragazzi sono un po' gelosi e Carmine vuole che stia in camera con lui e Marco solo in camera e si scatena un putiferio.
<<Perché non possiamo stare in camera insieme! Insomma la conosco da 10 anni e stiamo insieme da uno. Non capisco che problema hai!>> si arrabbia Marco.
In effetti non ha torto.
<<Be' hai 21 anni e state insieme, quindi capisci il motivo. O sei stupido?>> ringhia Ka.
<<Carmine!>> lo sgrido subito.
<<Comunque ci sentiremmo più tranquilli se dormite separati>> dice Pedro con più calma.
<<Ok sapete una cosa? Ma ne vado! Ci vediamo a casa!>> sbotta Marco prendendo la valigia.
Vado nel panico e lo afferro per il braccio.
<<Ti prego resta>>
<<E' chiaro che loro non mi vogliono!>> urla.
<<Ma io sì e loro vogliono me, quindi resti>> sorrido.
Si calma un po'.
<<Va bene, ma voglio una accanto alla vostra>>
Ka sta per replicare, ma lo zittisco con lo sguardo e lo accompagno in camera. Marco è ancora di cattivo umore.
<<Non posso nemmeno dormire un po' con te! E' assurdo!>> continua a sfogarsi.
<<Lo so e mi dispiace, ma lo sai che sono iperprotettivi>> sospiro.
<<Ok. Vado a fare quattro passi. Vengo tra un'ora, ok?>>
Mi da un bacio sulla fronte e esce. Subito vado in camera mia e di Ka per sistemare le mie cose.
<<Dov'è andato?>> chiede per rompere il ghiaccio.
<<Non sono affari tuoi. Non voglio parlare con te>> rispondo brusca e raggiungo le ragazze che preparano la cena.
Marco rientra verso le 20.00 e ceniamo. Siamo tutti stanchi e andiamo a letto. Io resto con Marco per tutto il tempo che Ka è in bagno.
<<Tranquillo, ok? Io ti amo>> lo rassicuro.
Ka sbuca poco dopo sulla soglia mentre ci stiamo baciando.
<<Dai andiamo a letto>> mi chiama.
<<Arrivo tra dieci minuti>>
<<Ok ti aspetto di la. Buonanotte Marco>> dice e se ne va.
Se ne va e ci baciamo ancora un po'.
<<Ok buonanotte. Vai altrimenti mi uccide>> sorride accarezzandomi i fianchi.
Gli do un bacio e vado in camera da Ka.
<<Buonanotte>> dico fredda e mi giro dandogli le spalle.
E' agitato. Non gli va quando litighiamo, ma non cambio idea. Cerca di accarezzarmi, ma lo allontano fin quando sono sveglia. Mi addormento dopo un'ora.
Mi risveglio con il suo braccio intorno alla vita e le sue gambe intrecciate alle mie. Piano mi alzo e vado a vedere se MArco sta ancora dormendo, così decido di andare in cucina e preparargli la colazione a letto.
<<Mmm hai fatto il caffè?>> chiede Ka alle mie spalle.
<<Giù le zampe! Se lo vuoi te lo fai da solo!>>>
<<Dai Shà ora basta!>> si lamenta.
<<No. Sei cattivo. Lasciami in pace, ok?>> sbuffo.
Prendo il vassoio e vado in camera di Marco e lo sveglio con un bacio.
<<Buongiorno!>> sorrido.
<<Volevo preparartela io>> sorride.
Aspetto che finisce e poi andiamo giù. Siamo solo noi e Ka. Vedo in tavola due tazze e vicino ad una ci sono i Pan d Stelle. E' chiaro che è per me.
<<Bevi prima che si fredda>> mi dice Ka.
<<Grazie>> mormoro sedendomi a tavola.
Accenna un saluto a Marco e va di sopra per lavarsi. Dopo un po' anche io e Marco ci laviamo, ma Marco non può uscire perché ha una tesina importante da finire.
<<Allora resto con te>>
<<No, amore. Se resti tu è sicuro che mi distraggo. Tranquilla esci>> mi rassicura.
Ka prende il cappotto e esce. Prendo anche io il cappotto e lo seguo.
<<Aspetta. Vengo con te!>>
Mi aspetta e andiamo a fare una passeggiata.
<<Dimmi la verità>> dico all'improvviso.
<<Ok ho paura che possa ferirti e che... be' insomma hai capito>> dice a denti stretti.
<<Be' non avere timore perché l'abbiamo fatto per la prima volta quattro mesi fa>> dico piano.
Si ferma di colpo e senza preavviso gli vado a sbattere contro.
<<Tu cosa?!?>> chiede infuriato.
<<Ka insomma smettila! Lo sai che prima o poi sarebbe successo, quindi non essere stupido>> sbuffo.
<<Sì, ma tu sei piccola e pensavo fossi un po' più matura. Come hai potuto non dirmelo?>> chiede più infuriato di prima.
<<Mica posso dirti tutto?>> sto iniziando ad arrabbiarmi anche io.
Torna a grandi passi verso casa e lo segua a fatica.
<<Ka!! Ka ti prego fermati!>> lo chiamo, ma non mi ascolta.
Arriva da Marco e lo prende per la maglietta.
<<Ka smettila!>> dico disperata afferrandogli il braccio.
Sentendo il frastuono ci raggiungono i ragazzi e Ivan lo allontana da Marco.
<<Ok basta! Me ne vado!>> urla Marco.
<<No. Ti prego resta!>> dico io disperata.
<<No! Devo andarmene!>> insiste.
<<Allora vengo con te>> gli dico tra i singhiozzi.
<<No tesoro. Tranquilla per me, ok? Non sono arrabbiato con te, ma è meglio che vada. Ci sentiamo quando arrivo a casa>> sorride mentre prepara la valigia.
Lo accompagno alla porta in lacrime e per prima cosa mi trasferisco nella camera lasciata vuota. Pedro, Ivan e Dani cercano di calmare Ka e me, ma io non ne voglio sapere.
Non riesco a perdonare Ka e lui non riesce a perdonare me. Quella mattina Dani bussa alla mia camera e lo faccio entrare.
<<Tesoro come stai?>> mi chiede sorridente.
Non sembra, ma Dani è un tenerone e va in panico quando io e Ka litighiamo pesantemente.
<<Sto meglio>>
<<Io non so perché Ka è infuriato con te, ma so che vi state rovinando la vacanza e non e giusto. Tu dovresti chiedere scusa a lui e lui dovrebbe farle a te>>
<<Vuoi saperlo? Si è arrabbiato perché l'ho fatto la prima volta quattro mesi fa con Marco e non ho detto nulla a lui>> spiego con le lacrime agli occhi.
Si passa la mano tra i capelli a disagio con gli occhi sbarrati.
<<Ok tesoro tranquilla, non hai fatto nulla di male, ma credo che saperlo così all'improvviso è stato un po' uno shock per lui. Sai che sei la sua preferita e che se potesse ti metterebbe sotto una campana di vetro. Vedi, per lui è difficile vederti crescere perché vorrebbe che tu restassi la sua piccolina. Sai che è possessivo e non so come riesce ad accettare Marco, quindi quando devi dirgli queste cose devi dirgliele con calma, ok?>> mi spiega con calma.
<<Va bene, ma lui ha cacciato il mio ragazzo da qui>> protesto.
<<A quello ci pensiamo noi, d'accordo? Oggi pomeriggio noi andiamo a fare una passeggiata, mi raccomando fate pace, ok?>> sorride.
Lo abbraccio e mi da i bacetti sulla guancia.
Poco dopo, infatti Pedro viene a salutarmi.
<<Piccola mi raccomando, ok? Mi fido di te!>> sorride.
Gli do un bacio sulla guancia e se ne va.
Dopo un po' sento che Ka scende in cucina per preparare il pranzo e lo raggiungo con calma. Ha le rughette tra le sopracciglia perché è ancora arrabbiato. Mi avvicino e mi siedo sul ripiano della cucina accanto al lavello.
<<Carmine posso parlarti?>> chiedo piano.
Mi ignora.
<<Carmine, per favore>> mormoro con un nodo alla gola.
Finisce di tagliare i pomodori e alza lo sguardo verso di me.
<<Mi dispiace per non avertelo detto. Insomma pensavo che per te non era importante saperlo, ma mi sbagliavo>> dissi piano con le lacrime agli occhi.
Si addolcisce un po' e mi abbraccia forte.
<<Mi dispiace per come mi sono comportato. Ti ho ferito e non me ne sono reso conto. Chiama Marco così gli faccio le mie scuse>> sorride.
Prendo il cellulare e chiamo Marco.
<<Ehi amore come stai? Hai fatto pace con Ka?>> mi chiede preoccupato.
<<Sì tutto a posto! A proposito te lo passo un attimo>> rispondo.
Ka si prende il cellulare.
<<Ciao Marco... sì va tutto bene, grazie... senti volevo farti le mie scuse... Tu sei il benvenuto, non volevo farti sentire estraneo... mi farebbe piacere se ritornassi... certo ti aspettiamo stasera!>>
Lo guardo stupita.
<<Davvero viene? Insomma lo so che non ti piace. Grazie grazie grazie!!!>> dico contenta e lo abbraccio.
Prepara il pranzo e mangiamo.
<<Carmine lo sai che ti adoro?>> dico appoggiando la testa sul suo petto.
<<Anche io, piccola pulce!>> ride.
Vado a farmi doccia e shampoo e mi preparo.
CARMINE
La vedo mentre si prepara e capisco che ormai è una donna e non è più la mia bambina.
<<Ka secondo te sto bene così?>> mi chiede facendo un giro su se stessa.
Ha un jeans stretto e una canottiera un po' troppo attillata.
<<La canottiera è un po' troppo attillata, ma per il resto va bene>>
<<Ok allora vado a mettermi una felpina sopra?>>
<<Ottima idea>> sorrido.
Va di nuovo di sopra e nel frattempo arrivano i ragazzi.
<<Ka allora?>> mi chiede Pedro.
<<Ho fatto pace anche con Marco e stasera viene qui>> rispondo assente.
<<Uhm so cosa vuoi fare. C'è qualcosa che ti tormenta, vero?>> mi chiede sospettoso.
<<Sì, cioè lo sai che non mi piace, no? Secondo me ha qualcosa in mente... non so ma mi nasconde qualcosa>>
<<Sai? L'ho pensato anche io. Ka&Pedro in action?>> chiede divertito.
<<Assolutamente sì!>>
<<Non è che poi Shà si arrabbia?>> chiede timoroso.
<<Non facciamoci scoprire>>
Battiamo il cinque e dopo poco arriva Marco. Vado a salutarlo sorridendo e gli stringo la mano. Arriva lei e letteralmente gli salta addosso. Sono contento che sia felice, ma sono convinto che Marco voglia portarla via da me e questo non posso permetterlo.
Sono in giro con Ka e Pedro perché Pedro ha bisogno di un parere su quale regalo fare alla sua fidanzata e un parere su quali vestiti comprare.
<<Dai vorrei comprarle un ciondolo della Pandora, ma non so quale o un completo Swaroski>> dice Pedro completamente spaesato.
<<A me piacerebbe il completo Swaroski>> dico io sicura.
<<Ma no dai!>> sbuffa Ka.
<<Senti hai il muso da un'ora. Il tuo giudizio qui non ci serve, quindi puoi anche andare!>> lo sgrido.
<<Ha ragione, Ka. Oggi sei insopportabilmente noioso>> conferma Pedro.
Dopo aver comprato il regalo facciamo un giro nei negozi per Pedro. Mentre prova quello che abbiamo scelto io e Ka io vado in giro a dare un'occhiata e vedo un paio di jeans semplici neri e me ne innamoro. Chiamo la commessa e ci abbina una giacca.
<<Provati questi>> dico a Ka porgendogli i vestiti.
<<Ma è Pedro quello che deve provare i vestiti, non io>> borbotta.
<<E dai, fallo per me!>> lo supplico.
Mentre Ka va a provare i vestiti esce Pedro per l'approvazione.
In fine esce anche Ka e lo obbligo a comprarsi il completo.
<<Ora tocca a me!>> dico euforica.
<<Ehm sì, io devo prepararmi per stasera>> dice Pedro.
<<Non abbandonarmi>> lo supplice Ka.
<<Dai non ci metterà molto>> lo conforta Pedro sogghignando.
Entriamo in un negozio e Ka giudica tutti i vestiti in modo negativo.
<<Sei impossibile! Allora cercamene tu uno!>> sbuffo.
Mi lascia sola in camerino per almeno 15 minuti e mi porta un vestitino che arriva al ginocchio quasi a tubino blu sfumato con il bianco senza spalline e una giacchetta corta blu a mezza manica.
Mi aiuta a provarlo e sorride soddisfatto. E' davvero molto bello e decido di indossarlo per il mio anniversario con Marco. Torniamo a casa sua per pranzare e mi chiama Marco per chiedermi se volevo pranzare con lui, ma ovviamente gli dico che sto pranzando già e ci resta male.
<<Dove andate per il vostro primo anniversario?>> mi chiede Ka.
<<Non ne ho idea. Mi fa una sorpresa, ma so che passeremo la notte fuori>> sorrido.
UNA SETTIMANA DOPO...
Sono emozionata per il nostro anniversario. La mattina prima di andare a scuola vado al bar per fargli preparare la colazione e consegnare a casa. Poi il pomeriggio mi dedico al trattamento di bellezza e viene a prendermi alle 20.00 in punto. Andiamo ad un ristorante super chic.
<<Allora, signorina?>> mi chiede contento.
<<E' stupendo, ma sai che non ci tengo a queste cose>> sorrido.
A me non piacciono i ristoranti super lussuosi, ma so che lui ci tiene, quindi non insisto. Mangiamo e poi mi lascia intendere che in questo Hotel dove c'è il ristorante ha prenotato una suite. Non è la prima volta che passiamo la notte insieme, ma mi sento un po' a disagio e cerca di tranquillizzarmi.
<<Tranquilla, se non vuoi stare qui ce ne andiamo>> dice piano.
Mi faccio forza e mi tranquillizzo da sola. Appena entriamo in camera il suo profumo mi stordisce e la paura svanisce...
DRIIIIN... DRIIIIN.... DRIIIIN...
Ci metto un po' a capire che è il mio cellulare, ma appena vedo il numero di Ivan rispondo subito.
<<Ehi Iv! Cos'è successo? Sono le 3.00 di notte>> chiedo temendo il peggio.
<<Gli altri non volevano, ma pensavo che volessi saperlo... insomma Ka ha avuto un incidente con...
<<Cosa?!? Oh mio Dio! Come sta?>> chiedo allarmata.
<<Un po' ammaccato. Vieni al San Raffaele, sesto piano>> dice in fretta.
<<Ok, grazie Iv>>
Nel frattempo Marco mi guarda allarmato e rivestendomi gli spiego tutto. Appena arriviamo in ospedale mi levo i tacchi e corro su per le scale al sesto piano finché non trovo i ragazzi nel corridoio.
<<Shà! Stai tranquilla non è successo nulla. Si è solo fratturato la gamba e domani gli operano il ginocchio>> mi spiega Dani.
<<Ok, ma cos'è successo esattamente?>> chiedo con il fiatone.
<<Non ha tirato in tempo i freni. La strada era ghiacciata e è andato a sbattere>> dice Pedro.
Do il cappotto e le scarpe a Marco e entro nella stanza. Ka dorme e ha un occhio con un livido e spostando la coperta vedo che ha solo i boxer e ha vari lividi e tagli.
Marco verso le 7.00 mi riporta a casa per cambiarmi.
<<Ehi grazie. Vai pure a dormire, tranquillo. Vado in ospedale con Ivan>> dico piano.
<<Ok>> dice solamente.
Ho notato che per tutto il tempo non mi ha rivolto la parola, ma non potevo non andare in ospedale.
<<Mi dispiace per la nostra serata>>
<<Non importa. Porta i miei auguri a Ka e chiamami quando finiscono di operarlo>> dice freddo e se ne va.
Dico tutto a mamma e a papà, poi mi lavo, metto qualcosa di comodo e prima di andare in ufficio mi portano in ospedale. La prima reazione che ho quando vedo Ka sveglio è quella di aggredirlo.
<<Sei un idiota, maledizione!>>
<<Shà smettila!>> dice PEdro trascinandomi fuori
Andiamo fuori in balcone e scoppio a piangere.
Per un po' di giorni decido di stare a casa di Ka mentre si riprende dall'incidente, ma non riesco ancora a rivolgergli la parola. Lo accompagno in bagno, a turno i ragazzi vengono la sera per aiutarlo a lavarsi, gli preparo da mangiare e gli medico le ferite. Mi prendo cura di lui, ma sono infuriata. Lo faccio sedere sul divano e guardiamo un film insieme.
<<Perché non mi parli?>> mi chiede all'improvviso.
<<Non ho nulla da dirti>> rispondo fredda.
<<Oh andiamo! Dimmi quello che pensi!>> si lamenta.
<<Va bene! Penso che sei un idiota completo e che avresti potuto ammazzarti! Ti odio e questo lo sai!>> mi sfogo in lacrime.
Mi alzo, ma mi afferra per i fianchi tirandomi di nuovo sul divano.
<<Lasciami! Devo preparare il pranzo!>> borbotto.
<<Lascia stare il pranzo. Adesso chiamo Ciro per i panini, ok?>> sorride.
<<Ka io...>>
<<Ssshh lo so, scusami!>> mi sorride.
Mi circonda con il suo braccio mentre ordina i panini.
Nel pomeriggio Marco mi chiede di nuovo quando finisce questa cosa perché per lui è insopportabile e litighiamo perché non posso abbandonare Ka in quelle condizioni.
<<Ka levati la maglietta che devo medicarti!>> lo avviso mentre preparo l'occorrente.
Lo raggiungo sul letto e inizio a medicargli la brutta cicatrice sul fianco e sul petto.
<<Perché lo fai?>> mi chiede piano.
<<Per evitarti infezioni>>
<<No, dico perché sei qui a prenderti cura di me?>>
Finisco di disinfettare anche il ginocchio con calma.
<<Per anni sei stato tu ad occuparti di me e adesso sei tu ad aver bisogno di me>> rispondo piano.
<<Ok, ma Marco è arrabbiato>>
<<Sì e mi dispiace che sia geloso, ma non posso farci niente>> mormoro.
<<Stasera esci con lui. Resterà Pedro con me>> sorride.
<<No, tranquillo>>
<<Dai, vai tranquilla>> insiste.
Chiamo Marco e ci accordiamo per la serata, così mi preparo.
<<Hai un succhiotto dietro la schiena>> mi informa Ka.
<<Grazie per l'informazione, ma smettila di guardarmi il culo!>> sbuffo divertita.
<<E' il tuo culo che attira gli sguardi, quindi non mettere jeans attillati>> sorride ammiccando.
Metto un paio di jeans, canottiera felpa e mi trucco aspettando Pedro e Marco.
Arrivano quasi in contemporanea.
<<Ok io vado. Pè mi raccomando fai attenzione che Ka guarda il tuo culo!>> rido.
<<No tesoro, io guardo solo il tuo culo>> ride anche Ka.
Do un bacio sulla guancia a tutti e due e raggiungo Marco in macchina.
<<Scusami per essermi arrabbiato con te>> sorride Marco.
<<Tranquillo>> rispondo semplicemente.
Andiamo a cena fuori e poi passeggiamo in centro. Marco vorrebbe portarmi a letto, ma ho come una strana sensazione di disagio.
<<Sono stanca. Mi porti a casa?>>
<<Ma non stiamo insieme da secoli ormai>> sbuffa.
<<Lo so, ma... insomma puoi portarmi a casa?>>
Senza dire altro mi riporta a casa verso le undici e mezza. Stanca morta mi dirigo in camera da letto e vedo Marta, l'ex di Ka stesa sul letto mentre guardano un film.
<<Be' Pedro non era un uomo fino a tre ore fa?>> chiedo un po' infastidita.
<<Ehi carina sono solo passata a trovarlo, ok? Ho saputo che si era fatto male solo oggi pomeriggio>> si difende Marta.
<<Come vedi sta bene, ora potresti andartene? Ho sonno!>>
Raccoglie le scarpe e se ne va.
<<Fai schifo! Prima piangi perché ti tradiva e adesso le fai gli occhi dolci?>> mi arrabbio.
<<E' passata davvero solo per vedere come stavo>> si difende Ka.
<<Sono ca**i tuoi quello che fai con quella, ma non venire a piangere da me poi>> sbraito.
Sono nervosa. Mi lavo i denti e mi spoglio per mettere il pigiama.
<<E non guardarmi mai più il culo!>> mi arrabbio.
<<Ok, ma perché sei così nervosa?>> chiede non capendo.
<<Non lo so, ma c'entri tu di sicuro, quindi taci e dormiamo>>
Mentre dormiamo Ka mi accarezza il fianco e pian piano mi tira verso il suo petto.
Mi risveglio abbracciata a lui e cerco di allontanarmi, ma mi da un bacio sulla gola mentre mi stiracchio.
<<Ti è passato?>>
<<No>>
<<E' colpa mia?>>
<<No>>
<<Ne vuoi parlare?>>
<<No>>
Mi lascia alzare, mi preparo, gli porto la colazione e vado a scuola lasciando le chiavi per Ivan nella cassetta della posta.
<<Ciao!>> mi saluta Maria, la mia migliore amica.
Accenno un saluto con la mano.
<<Allora questa strana sensazione?>>
<<Non lo so, ma ho una rabbia dentro che mi pesa come un mattone e non riesco a liberarmene. Insomma devo continuare la mia storia con Marco o è meglio un periodo di separazione? Lo amo davvero? Sono gelosa di Ka perché è mio o è un fratello?>> sbuffo.
<<E' dura, ma devi chiarirti da sola le idee>> mi sorride.
Appena torno a casa sono ancora di pessimo umore.
<<Restiamo tutti pomeriggio, ok? Dobbiamo fare una riunione. Tu vai pure a riposarti>> sorride Pedro.
Annuisco soltanto.
<<Ehi dopo vogliamo fare due chiacchiere?>> mi chiede Ka.
<<No>>
<<Vuoi un po' di gelato?>>
<<No>> sbuffo e vado a buttarmi sul letto.
Dopo una ventina di giorni, con le mie costanti cure, Ka si sente meglio, ma io ho problemi a comunicare sia con lui che con Marco, il mio ragazzo, e l'evidente gioia di Ka per questa situazione creatasi tra me e Marco mi irrita ancora di più. Sono a casa a studiare quando Ka mi chiama per la sesta volta, ma stacco la chiamata, così mi manda un SMS: "Dai stasera vogliamo andare al Mc? Voglio parlarti!"
Stizzita spengo direttamente il cellulare e continuo a fare i compiti. Dopo neanche mezz'ora me lo ritrovo in salotto che parla con mia madre.
<<Uffa, Carmine! Cosa non hai capito della frase: "Non voglio parlare con te!"?>> sbuffo raggiungendoli.
<<Il "NON">> mi sorride.
<<Carmine per favore non farmi perdere la pazienza! Non ho voglia di parlare, per favore>> insisto.
Mia madre ci guarda senza capire, ma ovviamente se ne è accorta che ho qualcosa che non va, così si inventa che deve passare dalla nonna tanto per lasciarci soli.
Una volta rimasti soli lo fisso restando in piedi con le braccia incrociate al petto con espressione inequivocabilmente ostile.
<<Ti giuro che non sono qui per litigare. Sono qui solo perché mi manca la mia migliore amica. Voglio scusarmi se ho fatto qualcosa di sbagliato, ma mi manchi tanto>> dice sincero.
Mi ammorbidisco un po', ma non abbandono la mia posizione.
<<Se non vuoi dirmi nulla a proposito ti capisco, ma dimmi almeno in cosa ho sbagliato!>>
<<Tu proprio non ci arrivi, eh?>> ringhio.
Scuote la stessa.
<<Ora te lo spiego per l'ultima volta: Marco era arrabbiato perché ero da te in questo periodo perché sei stato male. Ho sacrificato il mio rapporto con lui per te e tu cosa fai? Ritorni con quella str**** che ti ha ferito e sparisci dalla circolazione e ricompari dopo solo due settimane! Ora se vuoi scusarmi lunedì ho il compito di chimica e sto studiando!>> dico più che infuriata.
Resta a bocca aperta, ma appena gli volto le spalle mi afferra per i fianchi tenendomi ferma.
<<Non volevo ferirti>> mormora.
<<Mi fa rabbia il fatto che non ho avuto nulla in cambio! Sono stata con te e quella ti fa gli occhi dolci e tu ci ricaschi. Non te ne accorgi che sto male perché Marco non mi parla a causa tua e tu te ne freghi! Non so chi tra i due fa più schifo!>> strillo in preda ad una crisi di pianto.
Mi abbraccia forte tentando di calmarmi.
<<Hai ragione. Scusami. Ci parlo io con Marco, ok?>> mi sorride.
Annuisco asciugandomi le lacrime.
<<Vorrei che i due ragazzi più importanti della mia vita andassero d'accordo>> mormoro tra i singhiozzi.
<<Ok te lo porto qui tra mezz'ora. Tu datti una sistemata che sembri un membro della famiglia Addams>> dice baciandomi la fronte.
Mentre lui va a parlare con Marco mi do una sistemata. Dopo nemmeno 15 minuti arriva Marco che mi guarda con un sopracciglio alzato. Questo significa che non è più arrabbiato con me e infatti ci abbracciamo.
<<Mi dispiace di averti lasciata sola ad affrontare tutto questo>>
<<Io voglio solo che tu andassi d'accordo con Ka, ti prego!>> lo imploro.
<<Ok che ne dici di invitarlo qui stasera a cena? Tanto i tuoi partono tra due ore per il weekend, quindi teoricamente dovresti anche dormire con lui, no?>> propone.
Mentre lui inizia a cucinare io chiamo Ka implorandolo di fare uno sforzo per me.
KA
Quel Marco non l'ho mai sopportato, ma abbiamo concordato di far finta di andare d'accordo solo per la nostra ragazza. Dopo aver accompagnato Marco da lei sono andato da Marta dicendole che tra noi era capitata solo un'avventura e niente di più.
Questa sera non mi va proprio di mangiare insieme a quel verme, ma farei di tutto pur di renderla felice. Appena entro in casa lei è raggiante e questo mi scalda il cuore, ma mi riprendo subito quando vedo lo sguardo velenoso di lui, del tipo: "Lei è mia! Se provi solo a toccarla ti ammazzo!".
<<Posso fare qualcosa per aiutare?>> le chiedo posando il sacchetto con i dolcetti sul tavolo.
<<Sì. Avvisi tu mamma che resti qui con me stanotte?>> mi chiede dandomi un bacio sulla guancia.
Dico una cosa di cui mi pento all'istante, infatti mi mordo anche la lingua.
<<Può restare Marco se vuole>> sorrido.
Le si illumina il viso.
<<Grazie>> mi sussurra dandomi un bacio sulla punta del naso.
La cena prosegue bene e dopo aver rassettato tutto mi defilo più in fretta che posso prima di prendere a pugni quel verme.
Ka mi è sembrato un po' strano, ma lo adoro per quello che ha fatto. Infatti non ho mai passato un weekend da sola con Marco.
<<E' stato gentile a cedermi il posto stanotte>> sorride Marco stringendomi forte.
<<Vedi? State iniziando a collaborare tra di voi>> rispondo soddisfatta.
E' giugno e i ragazzi stanno organizzando il tour estivo e sono triste come ogni anno. Sono in camera mia che mi preparo per andare a cena a casa di Ivan con tutti gli altri.
<<Tesoro lo so che vuoi andarci, ma per loro è una responsabilità enorme, capisci?>> mi spiega mia madre.
<<Sì che capisco, ma so badare a me stessa. Sono grande ormai e so come comportarmi>> protesto.
<<Oh amore non è questo il problema. Se ti senti male? Se hai un'intossicazione, cadi o ti fai male? Lo sai che Ka è protettivo>>
<<Ok, ma un paio di giorni quando vengono un po' nelle vicinanze posso andarci?>> chiedo asciugandomi le lacrime.
<<Certo. Ora però non far vedere che piangi>> mi sorride.
Finisco di sistemarmi e raggiungo Ka in macchina.
<<Come mai Marco ti ha lasciata libera stasera?>> mi chiede curioso.
<<E' fuori città per dieci giorni per uno stage>>
Annuisce e percorriamo la strada in silenzio, poi spegne il motore e mi guarda.
<<Tu sei sicura di quello che ti ha detto?>> mi chiede preoccupato.
<<Ka non iniziare! Mi fido di lui e se poi scopro che mente lo sai che non perdono>> sbuffo.
Mi guarda soddisfatto e mi da un bacio sulla fronte.
[U]QUATTRO GIORNI DOPO...[U]
Siamo in stazione alle 6.00 del mattino e stiamo aspettando Omar che arriva con la colazione.
<<Per l'ultima volta: posso venire con voi?>> chiedo a Ka con le lacrime agli occhi.
<<No, amore. Mi dispiace, ma sei ancora troppo piccola>> dice abbracciandomi forte.
Mi sento vuota, sola e con un brutto presentimento.
<<Comunque ti ricordi come funziona Skype, vero? Ti chiamo tre volte al giorno e tu puoi chiamarmi anche ogni due minuti, ok?>>
<<Ok. Il mese prossimo posso venire per un weekend?>> chiedo aggrappandomi alla sua maglietta.
<<Certo>> sorride.
UNA SETTIMANA DOPO...
Marco è ancora a Roma, così io e Maria decidiamo di andare un po' al lago a Como.
<<Ehi guarda! Non sembra la macchina di Marco?>> le chiedo mentre ci incamminiamo.
<<Sono sicura che non sono rare le Yaris nere>> mi tranquillizza.
Purtroppo ho un sesto senso piuttosto sviluppato per queste situazioni, quindi con il cuore che mi martellava nel petto inizio a scrutare la gente e, con un groppo alla gola, lo noto. Inizio ad avvicinarmi in fretta con Maria che mi corre dietro. Mi fermo alle sue spalle mentre bacia un'altra ragazza.
<<Com'è il Colosseo?>> chiedo con voce freddissima.
Si volta spaventato verso di me.
<<Amore ehi! Non è come sembra... io... cioè volevo farti una sorpresa rientrando prima!>> cerca di giustificarsi.
<<Mi fai schifo! Sei uno str***! Non farti vedere mai più... oh e perché non anneghi?>> urlo spintonandolo.
<<Fammi spiegare! Pensavo che il tuo amico te l'avesse detto!>> mi urla dietro.
Mi fermo all'istante, ma poi riprendo a correre sempre con Maria dietro.
<<Cosa significa? Ka quindi lo sapeva!>> mi sfogo una volta entrata in casa mia.
<<Ma no! Sono sicura che ha detto una cosa così a caso! Vuoi che resti qui con te?>> mi chiede preoccupata.
<<No, tranquilla. Ti chiamo più tardi>> la rassicuro.
Chiamo Ka insistentemente e finalmente mi risponde.
<<Fai schifo! Ti odio! Tu lo sapevi e non mi hai detto nulla! Non rivolgermi mai più la parola, mostro!>> urlo senza dargli il tempo di parlare e gli stacco il telefono in faccia. Blocco il suo numero sia su whatsapp che per le telefonate e i messaggi. Per fortuna i miei hanno avuto dei problemi a lavoro e son dovuti andare per una settimana a Firenze. Volevano mandarmi da mia nonna, ma li ho pregati di lasciarmi da sola, tanto mia nonna abita a 300 metri da casa mia. Mi butto sul letto a piangere stringendo il mio cuscino preferito. Non riuscivo a crederci. Ero stata tradita dai due uomini che più amavo.
Ivan, Dani e Pedro, per tutta la durata del tour mi chiedevano di raggiungerli perché Ka stava malissimo, ma loro non sanno io come sto. Non sanno che per due mesi ho mangiato poco o nulla, che sono svenuta e ricoverata parecchie volte perché mi rifiutavo di mangiare. Verso la metà di agosto, un po' prima del mio compleanno, mio padre mi ha proposto un patto: io iniziavo a mangiare e lui per il mio compleanno mi regalava un weekend a Parigi con Maria. Il patto lo mantenemmo e tornai a casa un po' meglio.
DOPO DUE SETTIMANE...
Riprendo la scuola regolarmente.
<<Ka è tornato?>> mi chiede Maria.
<<Sì. Un paio di volte l'ho visto dalla finestra che voleva bussare al citofono, ma ogni volta ritornava indietro>>
Torniamo a piedi a casa e, una volta arrivata al mio portone, vedo Ka in piedi che mi aspetta. Anche lui è dimagrito e ha due occhiaie violacee che gli contornano gli occhi verdi. Faccio finta di non vederlo e prendo le chiavi dallo zaino.
<<Ciao>> dice cauto.
Non gli rivolgo nemmeno lo sguardo, così mi afferra delicatamente il braccio, senza pressione.
<<Vorrei farmi perdonare>>
<<Lo sai che non perdono le bugie>> rispondo fredda.
<<Hai ragione, ma devo parlarti>>
Mi libero dalla sua presa e lo fulmino con lo sguardo.
<<Se solo ti azzardi a rivolgermi di nuovo la parola, ti giuro che ti ammazzo>> sussurro con odio.
<<Ti prego. Lo so che ho sbagliato, ma non volevo dartela io la brutta notizia>> mi implora.
<<Non voglio vederti mai più! Hai chiuso per sempre con me. Basta!>> dico ferma e me ne vado lasciandolo lì disperato.
DOPO DUE SETTIMANE...
E' il compleanno di Pedro e, da quando sono rientrati dal tour, mi implora di andare alla sua mega festa. Accetto solo perché non devo sacrificare il mio rapporto con gli altri per colpa di Ka. Indosso un paio di jeans stretti neri, tacchi neri e top senza spalline bianco, mi trucco, mi liscio i capelli e vado alla festa con Ivan e la sua ragazza. Ka è già lì, ma ovviamente lo ignoro completamente. Mi sento un po' a disagio, quindi mi rifugio in camera di Pedro e mi rannicchio sul suo letto a piangere. Dopo un po' Ka entra e chiude velocemente la porta a chiave per non farmi scappare.
<<Ora stammi a sentire, ti prego>> mi dice piano.
Resto immobile.
<<Sono stato male quando tua madre mi ha detto in che condizione eri. Non volevo mentirti, ma io non ero sicuro che era lui, cioè ho riconosciuto la macchina e ho visto una ragazza entrare. il profilo sembrava quello di Marco, ma non volevo farmi invadere dai pregiudizi>> mi spiega con calma e sincero.
Annuisco coprendomi la faccia con le mani scoppiando a piangere. Mi abbraccia e mi accarezza i capelli per calmarmi i singhiozzi.
<<Posso stare un po' da te? Sto davvero tanto male>> mormoro.
<<Certo!>> sorride.
Dopo un paio di giorni mi sento decisamente meglio e Ka mi scorta a casa di Marco per raccogliere le mie cose che lasciai da lui.
<<Sharon!>> mi saluta Marco sorpreso.
<<Non ti lusingare. Voglio solo indietro le mie cose>> rispondo indifferente.
<<Senti io...>>
<<Senti muoviti che ho da fare, altrimenti me li invii per posta>> sbotto spazientita.
Mi da le mie cose e me ne vado senza dire altro.
Dopo due mesi dalla rottura con Marco mi sento un pochino meglio, ma è comunque difficile cancellare definitivamente 10 anni. Come quasi tutti i weekend i miei genitori vanno da mia nonna a Verona, oppure li passano con i genitori dei ragazzi. In quel weekend non volevo andare da Ka, ma volevo stare con la mia amica Maria a casa mia, così venerdì dopo la scuola viene a casa mia e dopo aver fatto i compiti ci prepariamo per la serata. Io indosso un tubino blu con tacchi e ci trucchiamo a vicenda.
<<Perché non avvisi Ka?>> mi chiede Maria.
<Non deve saperlo, altrimenti darà di matto. Voglio passare un weekend da sola, sai un weekend tra donne>> spiego.
Proprio in quel momento mi chiama Ka.
<<Ehi piccola! Sono passato sotto casa tua e la macchina dei tuoi non c'è. Devi venire da me?>>
<<No, Ka. I miei sono a lavoro e tornano stasera. Non preoccuparti. Ora scusami ma devo studiare>> dico in fretta e stacco.
Pericolo scampato!
Verso le 22.00 io e Maria usciamo con la sua macchina e andiamo a Milano centro per divertirci. Andiamo al nostro solito pub e incontriamo due nostri amici di scuola e ci propongono di andare a ballare insieme a loro, così accettiamo. Andiamo allo Shine, locale super fico. Ci divertiamo davvero tanto e bevo un po' troppo. Mentre ballo riconosco quegli occhi verdi che riconoscerei ovunque. Mi tira per il braccio e mi porta fuori.
<<Ca**o ci fai qua?!>> urla.
<<Ballo! Tu?>>
Sono un po' troppo brilla. Mi afferra per il polso trascinandomi dentro per recuperare Maria e ci ordina di salire in macchina. Una volta portate a casa mia si infuria.
<<Siete due irresponsabili! Come vi è venuto in mente? Lo sapete che siete troppo piccole? Andate a letto!>> ci sgrida.
Maria si avvia senza problemi perché sobria, ma io inciampo e cado.
Mi risveglio con il sole già alto in intimo sul mio letto. Maria non c'è e non c'è nemmeno il suo zaino. Ho come il sospetto che Ka l'abbia portata a casa. Indosso il pigiama e scendo in cucina a tentoni con un mal di testa fortissimo. Lì trovo Ka livido di rabbia che mi passa una tazza piena di caffè.
Dopo aver bevuto qualche sorso sparisce il mal di testa e inizio a ragionare.
<<Mi dispiace>> mormoro.
<<Di avermi mentito o di essere andata a ballare da sola?!?!>> mi sgrida.
<<Entrambe le cose>> dico piano.
Si ammorbidisce perché intuisce che c'è qualcosa che non va.
<<Ok mi dici che cosa è successo? Pensavo ti facesse piacere passare il weekend con me>>
<<Sì che mi piace, ma avevo bisogno di un'amica e di svagarmi un po'>>
<<Ok ti capisco, ma devi avvisarmi e poi è stato irresponsabile quello che avete fatto ieri sera>> dice più paziente.
DUE SETTIMANE DOPO...
Resto per una settimana da Ka perché mia nonna non sta bene e i miei genitori sono da lei.
<<Ka stasera posso uscire con Luca?>> chiedo facendo gli occhioni.
<<No>>
<<E dai!>> lo imploro.
<<Lo sai che sei in punizione. Se esci racconto tutto ai tuoi e le settimane di punizione da 4 diventeranno 24>> mi minaccia.
<<Questo è un ricatto!>> borbotto.
<<Certo che lo è! E' stato un vero colpo di genio quello di metterti in punizione io stesso>> sogghigna.
<<Sei un mostro!>> sbuffo.
Ho accettato la sua punizione e in cambio lui non diceva nulla ai miei genitori.
Torno in camera sua a fare i compiti. Mi raggiunge dopo un'ora.
<<Vuoi venire con me in sala prove?>> mi chiede prendendo il cappotto.
<<Non sono agli arresti domiciliari?>>
<<Con me no>> sorride.
<<E' proprio questo il punto. Non uscirò con te ai tuoi comodi!>> sbuffo.
Ride e se ne va.
Torna dopo tre ore con una vaschetta di gelato e due cucchiaini.
<<Pace?>> propone.
<<Non lo so>>
Prendo il cucchiaino e mangiamo il gelato guardando la maratona di Harry Potter.
Le quattro settimane di punizione finalmente finirono e quindi qualche sera esco con Luca. Cerco comunque di divertirmi e dimenticare Marco. Ka ha la brillante idea di invitarci a cena, ma non voglio.
<<Dai cosa c'è di male?>> chiede Luca senza capire.
<<Tu non lo conosci. Se vuole riesce anche a far perdere la pazienza ai santi>> spiego agitata.
<<Ehi tesoro, aspetta. Tranquilla non mi farò mettere i piedi in testa>> mi rassicura.
<<Ok allora mi vieni a prendere alle otto, ok?>> sorrido più tranquilla.
Se ne va e inizio a prepararmi. Ka sta frequentando di nuovo Marta e questo mi urta un pochino, ma solo perché lei lo ferisce continuamente e non mi va di vederlo triste. Alle 20.15 arriviamo a casa di Ka che scherza con Marta e quasi non se ne accorge di noi perché continuano a baciarsi.
<<Se volevate stare soli perché ci avete invitati per cena?>> sbotto acida.
Luca mi da un piccolo colpo nelle costole, invece Ka e Marta si staccarono ridacchiando.
<<Avete ragione! Non mi sono comportata da brava padrona di casa>> si scusa Marta con una frecciatina.
Ho capito il suo gioco, quindi cerco di ricambiarla. Ci sediamo a tavola e l'atmosfera si rilassa.
<<Quindi ho deciso che questo weekend lo passerò a casa>> iniziò.
Ka mi guarda interessato.
<<E quindi non preoccuparti. Resta Luca con me>> continuo.
<<Oh così potremmo fare quel bel weekend in SPA>> sorride Marta.
Ka annuisce fulminandomi con lo sguardo. Io e Luca ce ne andiamo.
Arriva il venerdì e appena torno a casa da scuola trovo Ka fuori al cancello a braccia conserte.
<<Ciao Ka>> sorrido innocentemente.
Io so nascondere la gelosia, incece Ka no. Riesce a nascondere tutte le emozioni, ma non la rabbia e la gelosia.
<<Oggi è venerdì>> dice subito.
<<Sì lo so. Vuoi un caffè?>> sorrido aprendo il cancello.
Entriamo in casa e Ka esplode.
<<Sai che non ti è permesso stare da sola nei weekend>> si arrabbia.
<<Non è vero! Sono grande e so badare a me stessa! Non ho bisogno di te che ti bai con Marta e le sue occhiate velenose!>> scoppio anche io.
Ha capito anche lui che c'è qualcosa che non quadra, ma approfitto del suo momento di smarrimento per spingerlo fuori casa.
Dopo una settimana che non ci parliamo lo incontro in centro a Milano mentre passeggio con Maria. Lui accenna un sorriso, ma io lo ignoro. Dopo un pomeriggio di shopping torno a casa per prepararmi al secondo weekend da sola. Faccio una doccia e bussano insistentemente alla porta, così indosso in fretta il pigiama e vado ad aprire. Non ho il tempo di capire cosa succede perché mi ritrovo contro il muro con le labbra di Ka premute sulle mie.
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