Non riesco a staccarmi subito, ma quando si allontana lo guardo senza fiato.
<<Che... Ka insomma, cosa... io sto con Luca!>> farfuglio confusa.
<<Lascialo!>>
<<Che cosa? No!>>
<<Ci conosciamo da una vita e non riusciamo a starci lontani. Io sono geloso di me e tu di me>>
Lo guardo sempre più confusa.
<<Non sei gelosa?>> mi chiede improvvisamente spaventato.
<<Sì, ma non possiamo stare insieme Ka, per favore>>
<<Perché no?>>
<<Perché non possiamo stare insieme solo perché siamo gelosi l'uno dell'altra! Deve esserci attrazione, complicità... insomma c'è tutto un processo di innamoramento prima>> spiego guardandolo ansiosa.
<<Quindi dovremmo farcela passare?>> chiede non capendo.
<<No, insomma... dovremmo lasciar stare le cose come stanno e vedere come procede la cosa. Se è solo gelosia o qualcos'altro di più forte>>
Annuisce piano e ritorna in sé.
<<Scusa per prima>> sospira.
<<Non importa. Vuoi restare qui per il weekend?>> sorrido.
<< Vieni tu da me. Ho una riunione con il gruppo tra poco>>
Prendo in fretta le mie cose e andiamo a casa sua.
Metto di nuovo il pigiama, raccolgo i capelli in uno chignon disordinato e aiuto Ka a preparare la cena.
<<Comunque se può farti stare meglio ho deciso di lasciare Luca>>
Abbozza un sorriso.
I ragazzi arrivano verso le 20.00 mentre io e Ka guardiamo la TV sul divano.
<<Abbiamo interrotto qualcosa?>> scherza Dani.
<<Sì. Sto guardando Grey's anatomy, quindi taci>> rispondo con le lacrime agli occhi.
<<Eeeehi io sono il dottor Stranamore!>> ride Ka.
<<E io il dottor... mi pare bollore>> risponde Ivan.
Alzo gli occhi al cielo e si rintanano in cucina.
Dopo le puntate li raggiungo in cucina per cenare. Ci divertiamo tantissimo e alla fine ci aiutano a sparecchiare.
<<Ka domani mi porti a fare shopping?>> gli chiedo facendo gli occhi dolci.
<<Uffa! Ok, va bene!>> borbotta.
Vengo a sapere da un amico di Marco che ha avuto un orribile incidente e ora è a casa in convalescenza. Non so cosa fare perché mi ha ferito tanto, ma è stato pur sempre il mio migliore amico per dieci anni, quindi dovrei andare almeno a fargli visita. Ka, ovviamente, non è d'accordo.
<<No, no e no!>> tuona.
<<Ma Marta da te è venuta>> protesto io.
<<Sì, ma è lei che ha tradito me non il contrario>> sbotta inviperito.
Smetto di combattere perché non voglio litigare.
Il giorno seguente salto la scuola per andare a casa di Marco. Sta con i suoi due amici coinquilini Cristian e Daniele.
<<Salve ragazzi... ehm Marco è sveglio?>> chiedo imbarazzata.
<<Sì, vieni>> mi sorridono.
Entro in camera sua e ho un tuffo al cuore: è proprio malridotto. Resto in piedi rigida con sguardo severo.
<<Oh tesoro. Speravo tanto venissi>> sorride allungando il braccio.
<<Sono qui solo per cortesia>> rispondo gelida.
<<Ma naturalmente. Vuoi venire? Ho da dirti delle cose importanti>> ansima dolorante.
Mi siedo accanto a lui e mi posa la mano in grambo stringendomi lievemente le dita.
<<Mi dispiace. Sono stato un vero mostro e questo me lo sono meritato tutto... se fai soffrire una persona buona devi essere per forza punito. Ho rovinato dieci anni di amicizia e non posso far altro che prendermela con me stesso. Mi prenderei a pugni>> biascica.
Mentre parla stringe i denti per il forte dolore.
<<Tranquillo, appena ti rimetti te lo do io un pugno>> sorrido.
Mi sorride anche lui. Cerco di alzarmi, ma mi blocca.
<<So che non ho il diritto di chiedertelo, ma prima o poi vorrei il tuo perdono. Il tuo sorriso non riesco a dimenticarlo e se penso che sono stato io a fartelo spegnere... non... io ti ho sempre amato! Credimi, ti prego!>> sospira.
Gli scendono delle lacrime dall'occhi gonfio.
<<Non ti affaticare, ok? Sono qui. Vado un attimo di la>>
Mi lascia andare e mi faccio spiegare dai ragazzi cosa è successo e qual erano i danni. Mi spiegano che una settimana prima, sulla strada che porta a casa mia, ha bevuto un po' troppo e si è schiantato contro un albero. Ha sette costole incrinate, varie fratture, ematomi e traumi sparsi.
<<Ok cosa... da che parte si comincia? Voglio dire... cioè... come devo curarlo?>> chiedo affranta.
<<Quello che possiamo fare è solo medicargli le ferite e cambiargli le bende con quelle pulite, poi viene l'infermiere per mettergli la flebo di antibiotici la mattina e il fisio terapista per la riabilitazione>> mi spiega Daniele.
<<Ok e gli anti dolorifici?>>
<<Due compresse al giorno. Le bende e le medicazioni le abbiamo cambiate due ore fa, quindi è pulito>>
<<Va bene. Vedo che siete abbastanza organizzati qui. Se avete bisogno chiamatemi, ok?>>
Per due giorni non ci vado perché Ka ha dormito a casa mia, quindi non volevo inutili discussioni.
<<Non dovresti andarci>> mi rimbecca Ka.
<<Con te l'ho fatto. Ha bisogno di me, capisci?>> sospiro.
<<Va bene. Voglio solo che tu stia attenta>> sospira sconfitto.
Infatti in quel fine settimana decido di stare da lui anche per aiutare i ragazzi.
<<Mi sorprende che Ka ti lasci venire>>
<<Non aveva scelta. Posso sapere perché eri ubriaco?>> chiedo arrabbiata.
<<Mi mancavi tantissimo... Stavo venendo da te per implorare il tuo perdono, ma giuro che non volevo... ero lucido, ma poi ho chiuso gli occhi>> spiega confuso.
<<Be' la prossima volta che decidi di scusarti chiamami o mandami un messaggio, per favore>> lo sgrido.
<<Non voglio che ci sia una prossima volta... voglio ricominciare>>
<<Per il momento accetta il fatto che ti sto parlando e che non ti riduca in polpette>>
Sorride e annuisce in silenzio. Finisco di medicarlo e gli passo le dita sul petto ferito.
<<Dove dormo?>>
<<Qui>> sorride.
Lo guardo di traverso.
<<Ok ok. Scherzavo! Il divano diventa letto. I ragazzi ti aiuteranno>> sorride.
Dopo pranzo gli controllo di nuovo la temperatura e mi appisolo accanto a lui. Mi risveglio con la sua mano libera che mi scorre lungo tutto il lato destro del mio corpo.
<<Scusa! Non ho visto a che punto era la tua temperatura!>> sbotto improvvisamente.
<<Tranquilla. Ho 38. 6 e Cris mi ha dato la tachipirina, tranquilla>> sorride.
Sono un po' stanca, ma per fortuna Marco si sta riprendendo.
<<Te ne vai di nuovo?>> tuona Ka.
<<Ti prometto che è quasi finita. Marco si è quasi ripreso e...>>
<<Lo sai cosa è finito? Io e te! Se esci da quella porta non mi rivedrai mai più!>> urla.
Lo guardo disperata senza dire nulla.
<<Mi dispiace>> mormoro alla fine prendendo le mie cose.
Corro a casa di Marco piangendo a dirotto.
<<Ehi Shà stai bene?>> mi chiede preoccupato zoppicando verso di me.
<<Sì, sto bene. Cosa vuoi per cena?>> chiedo evitando il suo sguardo.
Mi si avvicina alzandomi il mento con un dito.
<<Che ti ha fatto quello str***o?>> mi chiede infuriato.
<<Ti prego non ti ci mettere pure tu. Lasciatemi in pace, per favore>> lo imploro asciugandomi gli occhi.
Fa un lungo sospiro e si trascina in cucina per tenermi d'occhio mentre cucino.
<<Non cucinare se non ti va. Ordino la cena>> mormora più calmo.
<<Non essere idiota! Sei imbottito di medicinali, hai bisogno di una cucina salutare>> sbuffo.
Mi osserva come se temesse che potrei ridurmi in briciole.
<<Perché non hai scongelato la carne?>> lo attacco.
<<Non me l'avevi detto>> si giustifica lui.
<<Senti ok se... me ne vado! Fai quello che vuoi!>> sbuffo uscendo dalla cucina.
Mi raggiunge piano in salotto e mi afferra delicatamente per i fianchi.
<<Mi dispiace, ma sinceramente non ricordo che me l'avevi detto>> dice piano.
Mi giro lentamente e lo abbraccio facendolo barcollare un po'.
<<Ordino la cena>> conclude serio.
E' arrabbiato. Non con me ovviamente, ma con Ka. Ceniamo, pulisco tutto e lo porto in bagno e Cris e Daniele lo aiutano a lavarsi, poi mi lavo io e lo raggiungo a letto.
<<Vuoi dirmi cosa è successo?>> mi chiede con voce roca.
Gli spiego tutto.
<<Non doveva costringerti a scegliere>> commenta alla fine.
<<Davvero? E' solo preoccupato per me! E' preoccupato che tu possa ferirmi di nuovo! E sinceramente per quanto mi convinco che tu faccia schifo... io... non riesco a lasciarti da solo perché mi manchi e...>>
Mi soffoca le altre parole con un dolce bacio.
<<Mi faccio schifo anche io. Non so come dirti che mi dispiace, non ho scuse per quello che ho fatto. Sono felice che tu stia qui con me, ma se vuoi Ka dovresti stare con lui>> sorride.
<<E' questo il punto! Non accetta il fatto che io voglio te!>> mi sfogo.
Mi guarda piacevolmente sorpreso.
<<Cioè...voglio dire che... insomma che io... be'...>>
<<Ok lascia perdere. Voglio che tu vada da lui a far pace. Non mi darei pace se non parlassi più con lui per colpa mia>> sorride.
<<Ma tu lo odi>> sbuffo.
<<E tu lo adori, quindi devi andarci>> sorride accarezzandomi i capelli.
Il giorno dopo mi sveglio presto, faccio coazione, la preparo a Marco e dopo avergliela portata in camera, gli preparo la medicina da prendere e vado a farmi una doccia veloce e mi vesto.
<<Non mi dai un bacio?>> chiede facendomi l'occhiolino.
Mi avvicino per darglielo sulla guancia, ma mi prende in contropiede e mi tira su di sé.
<<Smettila! Se ti rompi di nuovo le costole non ti farò da infermiera>> lo sgrido.
<<Vorrei rompermele così>>
<<Ok quando torno ti do una bella ginocchiata, va bene?>>
Ride e mi lascia andare.
Arrivo da Ka verso le 10.00, ma ha ancora le persiane chiuse, quindi per non svegliarlo apro con le chiavi. Gli preparo la colazione senza far rumore, la metto in un vassoio e salgo in camera sua, ma quello che vedo mi lascia agghiacciata: lui e Marta mezzi nudi che dormono abbracciati. Senza dire nulla, mi scappa il vassoio dalle le mani tremanti rompendo e rovesciando tutto. Prima che se ne rendono conto dell'accaduto scappo via. Corro il più velocemente possibile e arrivo al parco. Mi fermo con il fiatone sotto una quercia enorme, la mia preferita perché un po' in disparte da tutto il resto. Mi lascio scivolare ai suoi piedi e resto lì a piangere con la testa tra le ginocchia. Dopo un po' il cellulare vibra, ma lo stacco senza nemmeno vedere chi è. Il sole ormai è diventato quasi dorato quando mi riprendo. I bambini giocano felici con la palla, a ricorrersi, i ragazzi corrono. Sono quasi ipnotizzata, ho la testa vuota, la mia mente si rifiuta di pensare. Anche quando sento gridare il mio nome da sette voci diverse non mi muovo di un millimetro.
<<Dividiamoci!>> urla qualcuno.
Per un po' non sento nessuno.
<<Oh qui almeno non ti picchia il sole in testa, no?>> chiede una voce straordinariamente vicina.
Non voglio vedere chi è, quindi non mi muovo.
<<Ho sviato gli altri, così magari puoi dirmi cosa è successo... Marco purtroppo è rimasto all'entrata, temo. Poverino non riesce a camminare ma è schiumante di rabbia>>
Mi volto e vedo i suoi occhi dolci nocciola.
<<Non volevo farvi preoccupare>> mormoro.
<<Sicuro! Volevi solo testare la forza del nostro cuore>> scherza Pedro.
Mi abbraccia e gli spiego tutto.
<<Tranquilla, parlo io con Ka. Vuoi andare da Marco?>>
Annuisco e ci avviamo verso l'entrata tenendoci la mano.
Riesco a vedere Marco che avanza verso di me più sollevato.
<<Fermati subito!>> urla Ka affannato dietro di me.
Lo ignoro avanzando verso Marco insieme a Pedro. Appena raggiungo Marco mi accoglie sul suo petto reggendosi sulla stampella con un braccio.
<<Lasciala in pace, Ka!>> sibila Marco.
<<Stanne fuori, rottame!>> lo avverte Ka.
<<Avvicinati ancora e sarà peggio per te!>> lo minaccia Marco.
Mi volto e vedo Ka avanzare con aria di sfida.
<<Ka smettila!>> ordina Pedro.
<<Fatti da parte Pè!>> ringhia in risposta.
Io lo guardo inespressiva.
<<Shà vieni qui, dai parliamone>> implora Ka.
Scuoto leggermente la testa.
<<Andiamo via>> mormoro a Marco.
Ci avviamo in macchia con Cris e Daniele. Una volta arrivati a casa Marco non è più dolce come sembrava. Era preoccupato.
<<Cosa è successo?>> chiede in collera.
<<Nulla. Voglio solo dormire>> mormoro.
<<Shà io... ok no... vai>> sospira.
Mi lavo, metto il pigiama e vado nel suo letto. Dopo poco mi raggiunge e lo abbraccio piano. Cerca di stringermi forte, ma non può.
<<Adesso desidererei che tu non avessi alcun osso rotto>> sospiro contro il suo petto.
<<Sssshhh amore, sta tranquilla. Ora dormi.>>
Ho davvero chiuso con Ka e lui lo sa benissimo. Si sta avvicinando l'estate, quindi ha meno probabilità di riavvicinarsi a me perché stanno preparando il tour estivo e io studio come una pazza per l'esame di stato. Marco mi sta vicino e mi aiuta, ma anche lui sa che non ha speranze, cioè che non saremmo mai di nuovo una coppia.
<<Ehi piccola, stasera io, Dan e Cris andiamo in centro. Vuoi venire con noi?>> mi chiede Marco.
<<Ok però lo sai che non posso fare tardi>> accetto.
<<Tranquilla, passiamo a prenderti alle 21.00>> sorride.
Continuo a studiare e se ne va. Raggiungo mamma in cucino e la avviso che esco con Marco.
<<Cos'è successo con Ka? E' da un po' che non lo vedo>> chiede curiosa.
<<Nulla. E' solo impegnato>> rispondo infretta.
Mi lavo e indosso una semplice tuta in jeans a giro maniche e sandali con la zeppa.
La serata trascorre tranquilla e i ragazzi fanno di tutto per farmi divertire.
<<Stasera vuoi dormire da me?>> mi chiede Marco in un sussurro.
<<Lo sai che non posso. Ti prego!>>
La settimana va avanti e, con mia brutta sorpresa, i miei genitori devono andare a Roma per lavoro per due settimane e mi hanno affidata a Ka.
<<Ma sta preparando il tour>> cerco di protestare.
<<Tranquilla. Ha detto che per lui non ci sono problemi>> sorride mia madre.
Vado nel panico più totale quando mi accompagnano a casa sua. Quando se ne vanno resto rigida al centro del salotto con le mie due borse a terra.
<<Possiamo fare una tregua?>> mi chiede cauto.
<<Neanche per sogno! Io non ti parlo e non dormi con me, chiaro?>> sbotto.
<<Dove dormo io, scusa?>> mi chiede confuso.
<<Non mi riguarda. Io dormo in camera tua e tu sul divano>> rispondo sprezzante.
Prendo le mie cose e mi chiudo in camera sua a sistemare le mie cose fino all'ora di cena quando bussa alla porta con cautela.
<<E' pronta la cena>> mi avvisa.
Senza rispondere lo seguo in cucina e dopo aver messo tutto in lavastoviglie ritorno in camera sua senza dirgli una parola.
Passiamo quattro interi giorni come degli estranei e questo a lui non andava bene per nulla.
Quella sera mi chiede se voglio andare con lui ad una festa, ma rifiuto.
<<Ok ho fatto un paio di telefonate e pare che debba andarci per forza, anche solo per dieci minuti>> mi spiega.
Io lo guardo sempre impassibile.
<<Oh Shà per favore!>> sbotta innervosito.
Lo guardo sempre impassibile.
<<Per favore vieni con me>>
<<Chiediglielo a quella stro***!>> mi arrabbio.
Sospira e mi prende la mano.
<<Ok, piccola ascolta: hai ragione ad essere arrabbiata con me, ma ti giuro che da quella vota non l'ho più vista>> mi assicura.
<<Fai schifo!>> dico in fine.
Non riusciamo proprio a stare tranquilli.
Quelle due settimane a casa di Ka mi sembrano interminabili. Dopo aver studiato per l'esame di Stato mi siedo sul divano a gambe incrociate a leggere un libro.
<<Ciao!>> mi salutano all'unisono Ka e Ivan insieme.
<<Ciao Iv>> sorrido guardando Ivan.
Ka sospira deluso e Ivan ci guarda a disagio.
<<Ivan mettiti sul divano mentre cerco il quaderno>> dice Ka agitato.
Ivan e io chiacchieriamo tranquilli mentre Ka è di sopra. Ritorna poco dopo con un quaderno.
<<Qui ci sono tutti gli accordi, poi...>> si interrompe per guardare dove vado. <<Scusa un attimo. Dove vai?>> chiede diretto a me. Non rispondo e riprende a parlare con Ivan più infretta <<Comunque, casomai hai problemi mi chiami>>
Io mi vesto tranquillamente in camera sua.
<<Non mi hai detto che dovevi uscire>> dice con una nota di disapprovazione nella voce.
<<Non credo siano affari tuoi>> rispondo indisponente.
<<Questa è casa mia!>> tuona.
<<Ok stai calmo! Mi vedo con Marco per un caffè, ok? Forse ceno da lui>> sbuffo.
La vena sulla sua tempia cercava di scoppiare attraverso la pelle. Ero soddisfatta, quindi gli rivolgo un sorriso innocente e raggiungo Marco in macchina.
Andiamo al cinema e a cena. Ci divertiamo e verso le 2.00 torno a casa. Come sospettavo Ka era in piedi con espressione furiosa, ma ero peggio di quel che potessi immaginare.
<<Adesso basta! Ho tollerato abbastanza i tuoi capricci! Ti ho dato spazio, ma adesso basta!>> urla fuori di sé.
<<Vaffanc*** ti odio! Mi ferisci e non ti interessa nemmeno riprovare a riconquistarmi!>> scoppio.
<<Ma tu mi tratti da estraneo!>> ribatte.
<<Stai zitto!>> strillo e mi chiudo in camera sua.
Dopo un paio d'ore entra piano e mi sfiora la schiena.
<<Non mi toccare>> mormoro in lacrime.
<<Ok ascoltami, per favore: io vorrei stare con te e sono sicuro che anche tu lo vuoi, ma hai paura. C'è qualcosa che ti preoccupa e questo mi dispiace, ma mi spiace anche di averti delusa, sono stato stupido e io voglio solo farti felice. Voglio solo che tu mi dia un'altra possibilità perché voglio ricominciare, per favore>> dice piano continuando ad accarezzarmi la schiena.
Mi volto sulla schiena e lo guardo con le lacrime agli occhi.
<<Io rivoglio il mio Ka per il momento, poi si vedrà. Per favore, ho bisogno di te come amico, poi vremo come si mettono le cose>> sospiro.
<<Bene, allora fammi spazio che ho sonno>> sorride.
Mi addormento stretta nel suo abbraccio caloroso e forte.
Passa l'estate e, inevitabilmente, cambiano moltissime cose. Io frequento l'università con Marco, ma io vado all'indirizzo di Scienze della Comunicazione. Ka ha cambiato idea rispetto a noi, perché non vuole farmi soffrire, ma io voglio stare con lui anche se adesso faccio coppia fissa con Marco. Oggi non ho lezione, quindi mentre Marco è tutto il giorno in facoltà io vado a fare un giro al parco. Lo adoro quel parco perché, oltre ad avere un lato isolato, ha anche un laghetto scintillante. Mi siedo sul muretto alle sponde del laghetto a riflettere.
<<Ehi!>>
Mi giro e vedo Ivan in canottiera e pantaloncini, in tenuta da corsa, che mi sorride.
<<Ehi>> rispondo.
Si siede accanto a me.
<<E' da un po' che non ti vedo. Come stai?>> chiede curioso.
Alzo le spalle.
<<So cosa stai passando. Ka ci ha spiegato e mi dispiace tanto, ma lui lo fa perché ti ama>> sorride.
<<Che consolazione>> sbuffo.
<<Vuoi venire a cena da me stasera?>> propone.
<<Non sono dell'umore adatto>>
<<Dai, ci manchi!>> insiste.
<<Ok vedrò cosa ne pensa Marco>>
Io e Marco conviviamo da un paio di mesi. Torno a casa e nel pomeriggio rientra Marco stanco.
<<Ehi piccola cos'hai?>> mi chiede proccupato.
<<Nulla. Ho studiato tutto il giorno e sono un po' stanca>> mento.
Ormai mento a tutti e anche a me stessa.
<<Ivan mi ha chiesto di andare da lui a cena. Ci andiamo?>> gli chiedo.
<<Se a te fa piacere perché no>> sorride.
Ci laviamo ci vestiamo e alle 21.15 arriviamo a casa di Ivan. Salutiamo tutti e, con mio dispiacere, Ka è in compagnia. E' assai graziosa e si chiama Alessia.
<<Da quanto state insieme?>> chiede Marco interessato.
<<Quattro mesi>> risponde allegra Alessia.
Fulmino Ka con lo sguardo e lui sospira.
<<Amore cos'hai?>> mi chiede Marco preoccupato.
<<Sto bene>> mento ancora, ma Ka sa cos'ho.
Mi alzo con una scusa e vado in bagno di sopra e Ivan dopo un po' mi raggiunge.
<<Ok senti...pensavo di farcela, ma non posso... me ne vado d'accordo?>> sbotto infuriata.
<<Hai ragione, tesoro, ma Ka anche è triste>>
<<Si vede proprio! Io me ne vado!>>
Raccolgo le mie cose e me ne vado con Marco.
Dopo una settimana, mentre Marco è al laboratori, bussano a casa. Ka mi guarda con occhi tormentati.
<<Cosa vuoi?>> mi arrabbio.
Entra senza permesso e richiude la porta d'ingresso.
<<Senti io pensavo avessi capito che lo faccio per il tuo bene... io ti amo fino alla follia e...>>
<<Due persone che si amano alla follia dovrebbero stare insieme, non evitarsi!>> urlo.
<<Ma io non posso darti un futuro stabile. Marco sì, un medico, può darti tutto ciò che vuoi>> ripete.
<<Cosa ne sai io cosa voglio? Voglio te anche se fossi un vagabondo, non mi importerebbe!>> insisto.
<<A me sì, invece! Io voglio che tu sia felice, voglio che realizzi i tuoi sogni e non che devi abbandonare tutto per me! Non te lo permetterò! Hai bisogno di una presenza costante e Marco fortunatamente lo è!>> urla anche lui.
Sospiro stanca.
<<Io devo trasferirmi tra due mesi. Sempre qui in Lombardia, ma non ti dirò dove! Non cercarmi, ti prego!>> mi dice con cautela.
<<Ti odio!>> mormoro a voce bassa.
Sono davvero delusa, quindi gli indico la porta perché voglio che se ne vada, ma appena si avvicina alla porta lo afferro delicatamente per il braccio.
<<Quando rientra Marco?>> mi chiede con una strana luce negli occhi.
<<Alle sei... Perché?>>
Richiude la porta con forza e mi bacia. Un bacio tormentato, ma molto passionale. Non riesco a ragionare, ma in fondo l'ho sempre voluto, quindi non protesto. Mi afferra i fianchi e senza staccarsi mi spinge finché non mi ritrovo stesa sul letto con lui sopra.
<<Vuoi che vada via?>> mi chiede a un tratto duro.
Scuoto la testa sfilandogli la maglietta.
<<Sicura?>>
<<Sì>> sussurro mordendomi il labbro.
Mi bacia ancora e ancora, le sue mani sono come acqua sul fuoco. Non l'avrei respinto per nulla al mondo.
<<Sei ancora in tempo per mandarmi via. Se non vuoi io me ne vado>> insiste.
<<Stai zitto!>> sbuffo.
Quell'amore clandestino, ma tanto desiderato da entrambi era il miglior addio.
Resto appoggiata sul suo petto mentre lui cerca il pacchetto di sigarette.
<<Non farlo. Sai che Marco non fuma in camera da letto>> lo rimprovero.
Si alza vagamente stizzito. Mi avvicino un po' presa dal panico.
<<Ka io... mi dispiace, ma be' ecco...>>
Mi blocca le altre parole conu un altro bacio mozzafiato.
<<Allora mi prometti che non mi cercherai?>> mi chiede tenero.
Annuisco mordendomi il labbro.
<<Voglio sentirlo dalla tua voce>> ordina.
<<Sì>> sospiro con le lacrime agli occhi.
Mi da tanti altri piccoli baci, poi mi mette il suo bracciale di cuoio, a cui è legatissimo.
<<Voglio che lo custodisci tu>> sorride.
Ci rivestiamo piano.
<<Vuoi pranzare con me?>> chiedo trattenendo le lacrime.
<<No, io... be' devo aiutare Alessia con il trasloco>> dice piano, valutando la mia reazione.
Appena scoppio a piangere mi bacia di nuovo e in pochi minuti rende inutile l'essersi rivestiti.
Poco dopo mi sveglio e mi accorgo che Ka è accanto a me che mi fissa malinconico.
<<Ora devi andare>> dico fredda.
<<Pare proprio di sì>> sospira.
Ci rivestiamo e lo accompagno alla porta.
<<Ti amo da morire>> mi sussurra piano.
<<Ti prego resta>> lo imploro.
Mi bacia la fronte e se ne va lasciandomi in lacrime ferita e vuota.
Un altro anno se ne va e, come promesso, Ka non si fa vedere di persona. Ci sto malissimo, ma è un mio sentimento che mi tango dentro. Marco mi ha chiesto di sposarlo l'anno dopo e io ho accettato il suo anello. Di quel giorno passato con Ka ne ho fatto parola solo con Maria che, ovviamente, è infuriata con me perché non l'ho fermato. Io e Marco cerchiamo una casa piùù grande e oggi ho appuntamento con un agente immobiliare per una casa a Giussano. Arrivo lì un'ora prima, quindi vado al bar a prendere un caffè per ingannare il tempo. Lo vedo al tavolino con la sua amata Alessia e ovviamente ho un tuffo al cuore, ma evito di guardarlo e, a passo spedito, entro in un altro bar a prendere un caffè. Dopo un po' arriva l'agente immobiliare e alla fine stipuliamo il contratto. Appena entro in macchina per tornare a casa scoppio in lacrime. Decido di gettare tutte le cose che mi ricordano lui e, inevitabilmente, devo chiudere anche con i ragazzi, anche se ci soffro molto.
<<Tesoro io vado a fare il mio bellissimo turno di 18 ore in ospedale>> mi saluta Marco.
<<Ok, ci vediamo stasera così ti porto la cena>> sorrido.
Mi da un bacio e mi lascia sola. Faccio una doccia e, nemmeno il tempo di mettere pantaloncini e canottiera, che mi bussano insistentemente alla porta. Un altro tuffo al cuore. E' lui.
<<Non ho tempo, Carmine. Vattene>> dico gelida.
Mi afferra il braccio sinistro e nota l'anello scintillante al dito.
<<E questo cos'è?>> chiede senza fiato.
Non rispondo.
<<Cos'è questo?>> urla infuriato chiudendo la porta alle sue spalle.
Mi libero della sua presa e prendo a pugni il suoo petto.
<<E' tutta colpa tua! Mi sposo il prossimo giugno! Sei contento ora, eh? Mi sposo con un chirurgo, proprio come volevi tu!>> urlo.
<<Tu cosa... io... che cosa?>> chiede confuso.
<<Spero che adesso tu sia contento!>> sbraito.
Mi guarda allibito.
<<Sì, è proprio quello che volevo! Voglio che tu sia felice>> dice con un tono strano.
<<E oggi sono andata a comprare una casa a Giussano>>
Annuisce come se fosse in trance.
<<Non sono felice senza di voi>> mormoro.
Mi guarda intenerito.
<<Non rompere i rapporti con gli altri a causa mia>> sorride e se ne va.
Mi mancano troppo, quindi mentre Marco è a Roma per un convegno, io convinco Maria a farmi compagnia al loro concerto a Milano.
<<Li vuoi avvisare prima?>> chiede Maria impaziente.
<<No. Faremo la fila come due fan normali, d'accordo?>> dico con decisione.
Il giorno seguente, subito dopo pranzo, ci mettiamo in fila come le altre ragazze sotto il sole cocente di fine giugno. Luca, il buttafuori, appena mi vede ci chiede se vogliamo andare dietro le quinte per salutare i ragazzi, ma rifiuto categoricamente.
<<Ok io vado a prendere altre due bottigline d'acqua. Tu tienimi il posto, ok?>> dico a Maria.
Vado al bar più vicino per prendere l'acqua e mi imbatto in Omar.
<<Ehi, piccola! Perché non ci hai detto che sei qui?>> chiede sorpreso.
<<Oh be'... ecco io... non era del tutto sicuro che sarei venuta>> mento.
<<Ok dai vieni! Prendo Maria e andiamo dagli altri>> sorride.
Non mi da il tempo di replicare e corre da Maria lasciandomi in preda al panico. Come promesso ci scorta dietro le quinte e mi getto, letteralmente, tra le braccia dei ragazzi. Tranne Ka, ovviamente, che mi guarda ombroso. Non riesco a trattenermi oltre e mi allontano un po' scossa.
<<Sei venuta per me?>> mi chiede una voce esitante alle mie spalle.
Resto di spalle asciugandomi le lacrime.
<<Mi manchi, sai?>> mi sussurra all'orecchio.
<<Ma davvero? Non mi hai nemmeno fatto una telefonata!>> mi arrabbio.
<<Veramente sì>> protesta.
<<Chiamate anonime nel cuore della notte senza dire una parola per te sono delle telefonate!?>> urlo.
<<Ok, senti perché domani non ci vediamo così parliamo un po'?>> propone.
<<No! Io ti amo e tu anche! Voglio stare con te, punto!>>
<<No!>> dice serio e me ne vado infuriata con tutti.
Il giorno dopo mi sento uno straccio, infatti Maria è stata con me tutta la notte, ma poi è dovuta andare a lavoro. Ho ancora i capelli arruffati e il trucco della sera prima sbavato, ma non mi importa quando vado ad aprire la porta.
<<Ka, no! Cosa vuoi? Ti prego vattene!>> sbuffo irritata.
Mi bacia con forza, sanza darmi il tempo di riflettere, ma dopo un po' mi stacco.
<<Perché non capisci che lo faccio per te?>> chiede accarezzandomi il viso.
<<E tu perché non capisci che mi ferisce il fatto che tu sparisci, poi vieni e mi porti a letto come se niente fosse? Se dobbiamo farlo voglio che stiamo insieme!>> mi arrabbio.
<<Ma è successo solo una volta>>
<<Non è vero! Se non ti fermavo questa sarebbe stata la sesta e non è giusto nei contronti di Marco>> sbotto irritata.
<<Quindi lascerai Marco?>> chiede impaziente.
<<Solo se tu lasci Alessia>>
<<Ok, ascolta... credo che tu abbia ragione. Ho provato a starti lontano, ma non ci riesco e... be' mi dispiace per averti fatto soffrire>> sospira.
Marco no è stupido, quindi quando gliel'ho detto non era sorpreso. Abbiamo concordato che la casa che avevamo comprato se la tiene lui e questa qui io. Lui mi restituisce a poco a poco la mia parte di soldi che ho speso per l'acquisto, ma in cambio dobbiamo restare in contatto e amici. Il compromesso mi va più che bene. Ka ha lasciato Alessia già da un mese, quasi in contemporane con me e Marco. Ka si trasferisce da me dopo due mesi dalle nostre rotture e sinceramente, per quanto sia finalmente felice mi sento anche un po' strana all'inizio. Purtroppo, dopo soli due mesi di convivenza, arrivano le date del tour.
<<Piccola posso parlarti un attimo?>> mi chiede Ka dal salotto.
Lo raggiungo subito curiosa.
<<Dimmi>> lo incito.
<<Sai che devo andare in tour per tutto il mese di agosto, vero?>> mi chiede a disagio.
Annuisco.
<<Be' mi chiedevo se... insomma, cosa vuoi fare in proposito>>
Mi coglie alla sprovvista, perché non ha mai voluto posrtarmi con lui, quindi ora non so cosa fare visto che ho fatto dei progetti.
<<Oh... be' io... io non lo so>>
Sorride con dolcezza.
<<Perché... cioè voglio dire... Ka tu non mi hai mai voluto con te e poi nell'ultimo anno non ci siamo quasi mai visti, quindi io... be' ho fatto dei progetti per agosto>> rispondo agitata.
<<Con Marco?>> mi chiede duro.
<<Sì, ma ovviamento quello l'ho abbandonato... in realtà dovevo farmi quindici giorni di vacanza in Sardegna con Maria, ma>> mi affretto ad aggiungere << se mi vuoi con te io vengo senza problemi>>
Sospira e si alza dal divano.
<<Ka non puoi pensare seriamente che quest'estate non avrei fatto dei progetti>>
<<Ma se mi hsi dato il tormento per anni! Pensavo che adesso non avrei nemmeno dovuto chiedertelo!>> sbuffa.
<<Lo so, ma be'... fino a qualche mese fa stavo con Marco e poi non sapevo se la nostra storia avrebbe continuato. Io...>>
<<Hai così tanta fiducia in noi, in me? Be' grazie tante!>> si arrabbia.
<<No Ka, ascoltami... non si tratta di fiducia.Tu non volevi stare con me per ovvie ragioni e... be' io non sapevo se... come avremmo affrontato la situazione. Mi dispiace di averti fatto credere di non aver fiducia in te. Io... be' io ho più fiducia in te che in me in questo momento>> mormoro a voce bassa.
Mi guarda incuriosito, ma non mi dice nulla. Mi abbraccia forte.
<<ok, allora cosa ne dici se vieni una settimana con me e poi torni qui per poi partire con Maria?>> propone.
<<Mi senbra un'ottima idea... a proposito, ti dispiace se vado in centro a prendere un caffè con Marco?>>
<<No, non mi dispiace. Io mi fido di te>> sorride.
Sorrido anche io e vado a prepararmi.
<<Vado con la mia macchina, ok?>>
Prendo le chiavi e raggiungo la macchina allegramente.
KA
Dopo mezz'ora mi arriva una telefonata. Il numero non ce l'ho salvato, ma lo conosco. Subito penso che vuole avvisarmi che cenano insieme, quindi rispondo irritato.
<<Ehm Ka ascolta... sono in ospedale, puoi...?
<<No, non posso! La avvisi tu che non puoi andare all'appuntamento>> lo interrompo.
<<No. Cos'hai capito? Sono in ospedale con lei... ha fatto un incidente! Corri!>> sbuffa.
Stacco e li aggiungo subito in ospedale. Marco è lì con il camice bianco e una cartella in mano.
<<Cos'è successo?>> gli chiedo allarmato.
<<Si è fratturata due costole, ma guariranno da sole, tranquillo. L'ho visitata e ha avuto un'emorragia interna, ma adesso la stanno fermando e si è rotto il ginocchio, ma sono ottimista. Ha varie contusioni, ma quelle non mi preoccupano>> mi spiega.
<<E cosa ti preoccupa?>> chiedo con la gola secca.
<<L'emorragia. Se... se non sta a riposo completo ho paura che si ripresenterà>> sospira.
<<Ok... be' io devo per forza andare in tour, ma so che con te è in buone mani. Le vuoi bene e sei sempre stato il suo migliore amico>> sorrido.
IO
Ka è dovuto partire per forza, ma mi promette che appena può fa un salto a controllare come sto. Per tutto il mese sono sotto la stretta sorveglianza di Marco a casa sua.
<<Io ancora devo capire come hai fatto!>> sbuffa Marco mentre mi poggia di nuovo sul letto.
<<Te l'ho detto... ho avuto un capogiro>> spiego con pazienza per l'ennesima volta la verità.
So che lo sa che ho avuto un capogiro perché di sicuro sarà uscito qualcosa dalle analisi.
<<Be' sei fortunata che il mese di agosto sono in ferie... Cosa fai? Non devi muoverti! Non voglio portarti in ospedale di nuovo!>> mi sgrida.
So che mi sgrida perché è preoccupato, ma non riesco a trattenere le lacrime.
<<Non ero ubriaca come te, non stavo correndo... era tutto in regola. Avevo solo un capogiro!>> singhiozzo.
Si passa una mano tra i capelli disperato.
<<Ok io ti spiego perché avevi il capogiro, ma tu promettimi che non lo dirai a nessuno, specialmente a Ka, d'accordo?>>
Annuisco spaventata.
<<Eri incinta. Di poco, dieci settimane e... ho fatto i conti. Il bambino era mio!>> sbotta agitato.
<<Cosa? E' impossibile! io... io...>>
<<Può capitare anche se ce l'hai. Lo so! E' scienza!>>
<<Marco io... mi dispiace che ti sei tenuto questo segreto dentro per tre settimane... se l'avessi saputo... di sicuro avrei fatto visite eccetera, lo sai vero?>> cerco di rassicurarlo.
Annuisce.
<<Avresti tenuto il bambino?>> chiede infine.
<<Che domande? E' ovvio!>>
<<E sarebbe cambiato qualcosa con me?>>
<<Io... non lo so, ma di certo non avrei detto una bugia al nostro bambino. Gli avrei detto che eri tu il padre con o senza l'approvazione di Ka>>
Mi sorride e mi bacia la fronte.
<<Ti ringrazio>> sorride sollevato. <<Ora riposati>> aggiunge dandomi un bacio sulla fronte.
Finalmente Ka ritorna e ritorno a casa con lui, ma devo ancora fare piccoli progressi.
<<Tesoro, ti prego, ha detto Marco che devi stare a riposo ancora una settimana>> insiste Ka rimettendomi a letto.
<<Ma che differenza fanno 7 giorni?>> sbuffo.
<<A quanto pare la differenza tra la vita e la morte>> dice fermo.
Sbuffo di nuovo e mi rimetto a letto.
<<Ecco. Io ora vado un attimo a fare dei servizi. Marco dovrebbe arrivare a momenti>> mi saluta dandomi un bacio sulla fronte.
E' finalmente sereno. Chissà se sarebbe davvero felice se sapesse che ero incinta di Marco. Dopo poco infatti Marco arriva per visitarmi.
<<Ciao Marco, senti domani c'è quel seminario importante. Posso alzarmi dal letto, vero?>> lo imploro.
<<Adesso controlliamo>> sorride.
Mi stendo sul letto e mi scopro la pancia e il ginocchio. lo guardo mentre mi tasta la pancia con cura concentratissimo. In alcuni punti cerco di trattenermi per il dolore, ma so che se ne accorge. Dopo un po' passa a tastarmi il ginocchio e poi guarda me storcendo la bocca.
<<Che c'è?>> gli chiedo preoccupata.
<<Hai l'addome non trattabile. Il ginocchio va bene, ma la pancia mi preoccupa... aspetta un secondo>> sospira.
Prende il cellulare e compone un numero.
<<Ciao Nicola, sono Marco... siete ancora attivi a quest'ora?... Ho un favore da chiederti... la mia amica che ha avuto l'incidente il mese scorso... Al tatto l'addome mi preoccupa. Posso portartela per un'ecografia?... Sì, certo grazie. A dopo>>
Stacca e lo guardo terrorizzata.
<<Voglio solo essere sicuro che va tutto bene>> sorride. <<Dai andiamo>>
Mi faccio una doccia veloce, mi vesto e mentre andiamo in ospedale avviso Ka. Faccio l'ecografia e mi fa un po' male dove mi tocca con le dita.
<<Avevi ragione>> sospira l'amico di Marco.
Marco mi guarda e si passa una mano tra i capelli. Lo stesso gesto che fece quando mi disse che ero incinta.
<<Posso sapere cosa succede?>> chiedo andando nel panico.
<<A volte ti senti un po' affaticata o ti fa male come quando ti tocco?>> mi chiede gentilmente Nicola.
Annuisco fissando Marco.
<<Ok allora vi lascio soli>> sorride e mi lascia con Marco.
Lo fisso senza capire.
<<La milza ha ripreso a sanguinare. Non so da quanto, ma devi essere operata urgentemente>> mi spiega.
<<Giuro che sono stata a letto>> mi giustifico.
<<Lo so tesoro, infatti...
Lo interrompe un colpo alla porta.
<<Prenoto una sala?>> chiede Nicola.
<<Sì, per favore>> sorride.
Nicola annuisce e se ne va.
<<Insomma sospettavo che potesse capitare , ma se ti fossi stressata avrebbe sanguinato più velocemente. Mi capisci?>> aggiunge guardandomi mentre piango.
Annuisco debolmente.
<<Adesso faccio venire Cristina per prepararti mentre il chiamo Ka>>
Lo afferro per il braccio.
<<Voglio che mi operi tu>>
<<Lo sai che non posso>> cerca di dire con calma.
<<Ti prego>> lo imploro.
Mi risveglio con la luce pallida del giorno. Scorgo i visi preoccupati e stanchi dei miei genitori, Ka e Marco.
<<Mamma>> mormoro debolmente.
<<Riposati>> sorride mia madre baciandomi la fronte.
Sorrido e chiudo di nuovo gli occhi.
Quando mi risveglio la seconda volta mi sento nettamente meglio. Ka, che mi tiene la mano, mi sorride.
<<Cos'è successo?>> chiedo debolmente.
Ci interrompe Marco che indossa abiti diversi dall'ultima volta, quindi deduco che è passato qualche giorno.
<<Come andiamo?>> mi chiede sorridendo.
<<Non lo so... cos'è successo?>>
<<Nulla tesoro. Dopo che ti ho operato mi sono reso conto che l'emorragia che era fin troppo seria, perciò ho dovuto operarti di nuovo perché avevi perso troppo sangue, ma adesso stai bene. Ka ha l'obbligo di comprarti il gelato stasera>> sorride sollevato.
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