Buongiorno!!! Ho avuto l'ispirazione che mi serviva... tranquilli, l'altra FF non è ancora finita, ma come ormai sapete io vado per "Ispirazione"
1°CAPITOLO
Sono a Milano da tutta una vita, ho quattro amici fantastici e sto davvero bene. Loro formano una band insieme: i Finley e hanno sette anni in più di me e tutti insieme sono iperprotettivi verso me.
FINELY
<<Devi dirglielo tu!>> ordina con voce dura.
<<No, lo sai che non posso ferirla.>> sospira.
<<Allora dovevi metterla al corrente già da subito!>> sbraita.
<<Ma...>>
<<Niente ma. Muoviti!>>
IO
Appena torno da scuola pranzo e vado a fare i compiti, ma bussano al citofono. E' Ste.
<<Ste sto facendo i compiti. Cosa c'è?>> chiedo aprendo la porta.
<<Andiamo a prendere un gelato?>> chiede un po' nervosa con le mani in tasca.
<<Puoi portarlo qui?>> chiedo un po' stanca.
<<Dai vieni a fare un giro con il Finley più figo! Le ragazze moriranno di invidia!>> insiste strizzandomi l'occhio.
Vado a rinfrescarmi e dopo 15 minuti arriviamo in centro con la sua macchina. Aveva ragione: mentre passeggiavamo le ragazze mi lanciavano occhiatacce.
<<Tesoro devo parlarti di una cosa importante>> dice mentre ci sediamo sulla panchina del parco.
E' davvero teso e preoccupato.
<<Dimmi. Ho diciott'anni e sono grande abbastanza>> lo incoraggio.
<<Bene. Lo sapevo che mi avresti dato ascolto. Tu sai che mio padre ha una catena di aziende e che è molto importante, no? Be' io... mio padre ne ha aperta anche una importante a Vienna, in Austria e... be' insomma vuole che la diriga io>> dice agitato.
Lo guardo scioccata.
<<Vuoi... cioè tu mi stai dicendo che vuoi abbandonarci?>> chiedo allarmata.
<<No. No tesoro. Non voglio abbandonarvi. Voglio solo intraprendere un'altra strada professionale, ma ci sarò sempre. E' più complicato di così>> cerca di riprendere il controllo della situazione.
<<Invece è semplicissimo! Vuoi intraprendere un'altra strada professionale e per questo te ne vai in Austria? Così vuoi starmi vicino? Vaffan**** Ste!>> urlo e me ne vado.
Inizio a correre quando mi accorgo che cerca di raggiungermi.
Torno a casa mia, preparo alcune mie cose, lascio un biglietto ai miei genitori precisando che appena arrivavo da zia li avrei chiamati e prendo le chiavi della mia macchina. Sono infuriata nera con tutti, perché sapevano e non me l'avevano detto. Premo il piede sull'acceleratore e fuggo via.
Il giorno dopo...
FINLEY
Squilla il cellulare di Ka insistentemente.
<<Pronto?... Ciao Anna, veramente non l'ho vista... l'ultima volta l'ha vista ieri pomeriggio Ste... Oh cacchio!... Non ne sapevo nulla... Ok ci proviamo. Grazie per averci avvertiti!>>
Ka stacca, si veste in fretta e va a casa di Ste.
<<Ciao Ka! Hai ricevuto anche tu la chiamata?>> chiede Ste preoccupato.
<<Sì! Cos'è successo ieri?>> chiede infuriato.
Pedro e Dani cercano di calmarlo mentre Ste riordina le idee.
<<Le ho detto la verità e lei mi ha accusato di averla abbandonata. Mi dispiace.>>
IO
Sono in camera con mia cugina Melania, a cui ho raccontato tutto ovviamente, ma non riesce a calmarmi. Sono arrivata a Bologna ieri sera, ho avvertito i miei genitori calmandoli e ho dormito avvinghiata a mia cugina scossa dai singhiozzi. Lei mi tiene compagnia in casa mentre io non riesco ad alzarmi dal letto. Cerco di addormentarmi, ma sento delle voci dal piano di sotto piuttosto animate. Non mi curo di essere in pantaloncini e canottiera e non riesco a scendere perché osservo Ka che cerca di salire, ma Melania lo blocca.
<<Vattene!>> dico seria.
<<Oh tesoro ci hai fatto preoccupare tantissimo!>> sospira Ka venendomi incontro.
<<Ho detto vattene!>> ripeto con calma.
<<Hai capito? Ha chiesto di andartene!>> interviene Melania.
<<Stai zitta, bambolina>> insiste Ka.
Mi si avvicina, ma lo fermo con una mano sul petto.
<<Ka non voglio ripeterlo! Melly grazie mille, adesso ci penso io>>
<<Sicura? Vado a farmi un giro. Torno tra un paio d'ore>>
Annuisco e se ne va. Ka si rilassa.
<<Piccola cosa ti ho fatto?>> chiede non capendo.
<<Tu non fare il santarellino! Tu e tutti gli altri mi fate schifo perché lo sapevate e non me l'avete detto prima!>> mi arrabbio.
<<Hai ragione, ma doveva dirtelo Ste, tesoro>> risponde tranquillo.
<<No! Tu e gli altri dovevate obbligarlo a dirmelo subito! E poi che cavolata è che vuole andarsene in Austria e non avete fatto nulla per farlo restare! Poteva anche dirigerne una a Milano, ti pare?>> strillo ormai singhiozzando.
Ka sospira e cerca di toccarmi per calmarmi.
<<E' una sua scelta e noi l'abbiamo appoggiato>>
<<No! Io avrei insistito per restare qui! L'avrei fatto con chiunque di voi quattro!>> insisto.
<<Ma lui vuole andarsene! Abbiamo scelto di appoggiarlo perché è questo che fanno gli amici! Tu non sei un'amica così! Gli amici si appoggiano!>> urla.
<<E tu? Gli amici si dicono anche la verità e non me l'avete detta nessuna di voi! Per quanto ne so mi avete mentito per mesi! Vaffan**** Ka! Tu e tutti gli altri! A te in particolare. Ti odio!>> dico chiudendomi in camera.
Dopo una settimana torno a casa un pochino più tranquilla. Cercano di chiamarmi tutti, ma stacco le chiamate.
Pedro, il più pacato, viene con Dani e cercano di spiegarmi la loro versione dei fatti. Sono i più sinceri così cerco di essere più comprensiva con loro. Ste, un pomeriggio viene a prendermi per portarmi ad un loro concerto.
<<Amore ti prego parlami!>> mi implora.
<<Dovevi dirmelo!>> scoppio in lacrime.
<<Lo so. Dovresti far pace con Ka. Sta male per ciò che gli hai detto. E' venuto fino a Bologna dopo una notte insonne>> dice piano accarezzandomi i capelli.
Io e Ka siamo due teste dure, orgogliosi e irascibili. Restiamo litigati per settimane, ma ci vogliamo bene e siamo uno importante per l'altra. Appena arriviamo al backstage gli altri due mi abbracciano a turno, mentre Ka se ne va infastidito.
<<Dovresti chiedergli scusa>> mi dicono.
<<Ma ha iniziato lui!>> protesto.
<<Ma lui è venuto a cercarti dopo un concerto e quando è rientrato, dopo nemmeno un minuto di sonno ne abbiamo fatto un altro>> dice Pedro pazientemente.
Prendo un bel respiro e esco dal camerino per cercarlo. E' seduto su un muretto a fumare una sigaretta e lo raggiungo.
<<Hai mai paura di perdere una persona importante? Io ne ho quattro e l'ansia mi uccide>> inizio.
<<Continuamente>> dice senza degnarmi di uno sguardo.
<<Non come me! Insomma voi siete una band e siete sempre insieme anche se avete una vita privata comunque siete sempre voi, no? Non puoi capirmi>>
Non risponde e scendo dal muretto.
<<Hai ragione, non posso capirti. E questo mi distrugge perché non hai la mia età, stai crescendo e potresti sviluppare altri interessi, puoi avere altri stimoli, potresti andartene. Quindi hai ragione... IO NON posso capirti! Tu sì?>> risponde rientrando in camerino.
Assorbo le sue parole e lo raggiungo in bagno mentre si leva la maglietta.
<<Mi dispiace>> sussurro piano.
Si volta lentamente.
<<Spostati. Gli altri mi aspettano sul palco>>
Non è da lui esporsi così tanto, ammettere le sue insicurezze.
Suonano un ottimo concerto e io li ammiro da dietro. Dani è un piccolo insetto impazzito che si scatena sulla batteria, Pedro è il solito morbidone, Ste suona il basso divinamente con nostalgia e Ka si scatena tutto concentrato. Li adoro e non vorrei mai lasciarli.
Fa un caldo micidiale e i ragazzi sono tutti sudati, ma suonano lo stesso con passione.
Appena finito mi sfilano davanti e mi rivolgono un gran sorriso. Appena entriamo in camerino si cambiano e ci organizziamo per tornare a casa e io vado con Ka perché abitiamo vicino.
<<Ka io...
<<Vai a letto. E' tardi>> dice piano spegnando il motore.
<<Ti voglio bene>> sussurro.
<<Vattene piccola pulce>> sorride.
Dopo un mese Ste lascia definitivamente la band e l'Italia e me. I ragazzi già hanno le idee chiare con chi sostituirlo e alle loro riunioni invitano anche me tanto per non escludermi. Li apprezzo, ma non riesco ancora pronta per vedere un altro al posto di Ste, ma so che ne hanno bisogno, quindi non insisto. Sabato e domenica di solito li passo con Ka da quando era maggiorenne, in quanto i nostri genitori vanno spesso insieme a passare dei weekend fuori Milano. Dopo scuola saluto Sara e vado a piedi a casa di Ka.
<<Piccola stasera vuoi conoscere il nuovo bassista?>> mi chiede contento.
Lo so che per loro è importante, ma non me la sento ancora.
<<Non sono pronta>> dico semplicemente.
Tutti sanno che sono ancora triste e spesso Ste mi telefona nel pomeriggio o la sera, ma comunque tutti i giorni.
<<Ok è pronto il pranzo>>
<<Non ne ho voglia, sono stanca>> dico andando in camera sua.
<<Ok te lo lascio in caldo nel forno>>
Vado in camera sua, faccio in fretta i compiti e mi stendo sul letto appena in tempo per rispondere alla telefonata di Ste.
<<Manchi>>
<<Anche tu piccola mia. Qui ho sempre tanto lavoro purtroppo. Ti prometto che a Natale verrò da voi>> disse felice.
<<Sì... lo sai che i ragazzi hanno scelto il nuovo bassista?>>
<Sì. Gliel'ho indicato io. E' bravissimo, quasi quanto me e lo conosciamo dal liceo. Tranquilla è un tipo a posto>> mi rassicura.
<<Mmmm... appena posso verrò io da te>>
<<Ahahahah penso che perfino il mondo si fermerebbe!>> ride.
<<In che senso?>> chiedo non capendo.
<<Si opporrebbero tutti. Ka per primo>> spiega.
<<Perché?>> chiedo non capendo.
<<Adesso devo andare. Ne parliamo domani. Tranquilla per Ivan, ok? Un bacio>> mi saluta.
Stacco e indosso canottiera e pantaloncini e mi addormento.
Mi risveglio alle 17.30 e vado in bagno per farmi una doccia, ma c'è Ka in boxer che si rade la barba.
<<Tesoro alle 21.00 arriva Ivan. Ti va di conoscerlo?>> mi chiede di nuovo.
<<Ti va se prima rispondi ad una domanda?>> chiedo astuta sedendomi sul mobile del lavandino accanto a lui.
Annuisce piano.
<<Mica hai qualcosa in contrario se vado a trovare Ste a Vienna per un paio di giorni?>>
<<E tu sarai presente stasera e lo farai sentire il benvenuto?>> chiede di rimando.
<<Assolutamente>> sorrido.
Non risponde immediatamente. Sciacqua il rasoio e si mette il dopobarba sulla faccia.
<<Non ho alcun problema a farti andare a Vienna, ma non deludermi>> dice fermo.
<<Nessun problema>> sorrido anche se non so a cosa si riferisce.
Faccio una doccia, mi cambio e andiamo tutti al pub per conoscere Ivan che, tutto sommato, è davvero molto simpatico.
Dopo una settimana parto per Vienna per un paio di giorni. Sono contenta di vedere Ste e anche lui lo è. Passiamo due giorni divertenti e al momento di salutarci mi rattristo un po'.
<<Mi ripeti perché non sei rimasto a gestire un'azienda a Milano?>> chiedo ancora.
<<Tu non sei pronta per capire il reale motivo per cui sono venuto qui>> sorride.
<<Be' dimmelo!>> sbuffo.
Mi si avvicina e mi da un bacio dolcissimo e me ne vado consapevole di non vederlo mai più.
Dopo una settimana Ka viene a casa mia più che infuriato. Lo guardo senza capire.
<<Zia, lei può stare da me questo weekend, tranquilla>>
<<Con te in queste condizioni?>> protesto.
Mi lancia un'occhiataccia di fuoco e mi tocca accettare.
<<Ka cos'hai?>> gli chiedo arrivati a casa.
<<Ti ho chiesto di non deludermi e tu lo fai!>> si arrabbia.
Non capisco a cosa si riferisce.
<<Lo baci!>> continua a sbraitare.
<<Be' tu non sei stato chiaro!>>
<<Ho detto che non dovevi deludermi. Sono stato più che chiaro!>> continua ad arrabbiarsi.
<<Ka ma è inutile perché è senza significato perché non tornerà, quindi sta tranquillo>> lo rassicuro.
<<Lui... io.. che.. GRRRR>>
<<Cosa?>>
<<Io lo so perché non torna!>> dice infuriato.
Gli poggio le mani sul petto e cerca di sbollire.
<<Allora ditemela!>> sbuffo.
<<Aveva paura di commettere un errore. Devi sapere solo questo>> dice fermo.
<<Ok e ora tu perché sei arrabbiato?>> chiedo ancora non capendo.
<<Non sono arrabbiato>> dice più calmo.
Sospiro. Non lo capirò mai.
Dopo un paio di settimane mi arrendo perché capisco che Ste non mi chiamerà più e non verrà nemmeno a Natale. Intanto arriva mia cugina Melania da Bologna per farmi una sorpresa per passare insieme questo weekend. Appena arriva la abbraccio e saltelliamo come due sceme e saliamo in camera mia.
<<Allora dimmi tutto!>> dico contenta.
<<Be' nulla di importante. Tu hai superato la cosa?>> chiede preoccupata.
<<Sì, i ragazzi mi stanno aiutando molto, ma ho litigato con Ka>>
<<Ancora? Che ha combinato sta volta?>> dice alzando gli occhi a scuola.
<<Non vuole portarmi in tour perché dice che sono piccola e in più devo chiamarlo tutti i giorni altrimenti si dimentica di farlo>>
Ride per la mia faccia arrabbiata. Intanto bussano alla porta e vado ad aprire. E' Ka. Sbuffo e gli sbatto la porta in faccia. Passa più di mezzora a suonare il campanello finché non apro.
<<Cosa vuoi? Non vedi che ho compagnia?>> sbuffo.
<<Oggi è venerdì>>
<<Bravo! Sai i giorni della settimana!>> dico sarcastica.
<<Devi venire da me oggi>> dice tranquillo.
<<Non ho firmato alcun contratto! Passo il weekend con mia cugina, quindi sparisci!>> sbuffo.
<<Non me l'hai detto>> osserva.
<<L'ho DIMENTICATO. Dovevi chiamarmi tu così io non lo dimenticavo>> puntualizzo.
Rivolge il suo sguardo a Melania e sospira.
<<Puoi lasciarci un attimo?>> le chiede gentilmente.
<<No, vattene tu!>> mi arrabbio.
<<Shà ti prego lasciami spiegare! Non voglio che state qui tutte sole>> dice passandosi una mano tra i capelli.
<<Non abbiamo bisogno di un babysitter, quindi vattene!>>
Lo caccio fuori e sbatto la porta. Quella sera arriva anche Sara e organizziamo un pigiama party. Mi sveglio durante la notte per andare in bagno, ma vedo Ka che esce dalla doccia.
<<Cosa ci fai qui?>> sussurro.
<<Non riuscivo a s
lasciarvi sole, quindi appena sono uscito dal locale sono venuto qui>> sorride.
So che è stato un gesto molto carino, ma non riesco a dirglielo.
<<Buonanotte>> dico semplicemente.
Mi afferra il polso e mi costringe ad avvicinarmi a lui.
<<Voglio dirti che mi dispiace>>
<<Be' è il minimo>> dico altezzosa.
Mi fa una linguaccia e l'abbraccio.
<<Vieni a letto con me?>>
Annuisco e ci mettiamo nel letto dei miei genitori.
<<Ti ricordi quando dormivamo insieme quando eri piccola perché avevi paura dei mostri?>> sorride accarezzandomi i capelli.
<<Giuro che mi piace Ivan, ma mi manca Ste>> ammetto.
<<Lo so piccola, ma dobbiamo appoggiarlo>> dice piano.
Piano piano con le sue carezze mi addormento abbracciata a lui.
Mi sveglio e raggiungo Ka in cucina e lo aiuto a preparare la colazione.
<<Amore io devo andare, ma ci vediamo stasera. Vi porto a ballare, ok?>>
Mi da un bacio sulla fronte e va via. Io e le altre facciamo i compiti circondate da varie patatine e cioccolate.
Nel pomeriggio, a turno, ci prepariamo per bene. Melania indossa jeans blu stretti, tacchi neri e top nero, Sara invece indossa jeans neri, tacchi bianchi e top rosa, io indosso jeans bianchi, tacchi marroni e top oro e cintura oro e marrone. Ka viene a prenderci.
<Woooow signore siete stupende!>>
Andiamo in disco anche con Dani, Pedro e Ivan. Ci divertiamo molto. Ad un certo punto Ka esce a fumare e lo raggiungo.
<<Allora quando partite?>> chiedo indifferente.
<<Venerdì pomeriggio. Vengo a prenderti appena esci da scuola, quindi per favore la valigia preparatela giovedì sera>> dice buttando il fumo della sigaretta.
Cerco di fare l'indifferente.
<<Ah vengo anche io?>>
<<Non fare la scema>> sospira.
Dopo i due giorni in giro con i ragazzi ritorniamo a casa e loro si rintanano in studio per la realizzazione del nuovo album. Inizia a far freddo, le foglie cadono e mi intriscisco un pochino. Afferro il cellulare e dopo aver pranzato vado a fare una passeggiata e senza rendermene conto mi ritrovo avanti la casa dei genitori di Ste. Decido di bussare perché è da molto tempo che non li vedo.
<<Ehi piccola. Come stai?>> mi saluta zia Luisa.
<<Sto bene, grazie. E tu?>>
<<Bene cara, entra per favore>>
Mi siedo sul divano e arriva Ste dal piano di sopra. Resta sorpreso nel vedermi.
<<Ehm ti avrei chiamata in serata perché ora sto preparando i pacchi>> si scusa a disagio.
<<Non importa. Sono qui per salutare tua madre>> sorrido fingendomi indifferente.
Ritorna di sopra e dopo una bella chiacchierata con zia Luisa vado in camera sua.
<<Ehi>> mi sorride.
Ricambio il sorriso e mi avvicino ad uno scatolone.
<<Posso aiutarti?>> chiedo piano.
Annuisce e inizio a sistemare i libri, poi ci interrompe la madre per dirci che va via.
Prendo una foto incorniciata di noi due stesi nel prato e la accarezzo con un dito.
<<Se la vuoi prendila, io ne ho tantissime>> sorride.
<<Grazie ma preferisco di no. Se non possiamo vederci è inutile pescare ricordi dolorosi>>
<<Allora la butto?>>
<<Sono cose tue>> mormoro un po' delusa dalla risposta.
Mi si avvicina con calma e mi accarezza la mano.
<<Non butterei mai via te. E' solo che anche a me il ricordo mi uccide>> dice piano.
<<Perché allora mi hai lasciata sola?>> insisto.
<<E' complicato. E' stata quasi una scelta obbligata>> sospira.
Lo guardo senza capire.
<<Senti se faccio una cosa mi prometti che mi dimenticherai? Ti prego!>> dice avvicinandosi ancora di più.
<<Te lo prometto>>
Mi da un bacio leggero e poi più profondo, mi accarezza i fianchi e la schiena.
<<Se non vuoi fermami>>
Non rispondo.
<<Hai capito?>> ripete
<<Sì>>
Continua a baciarmi e poco a poco partecipo anche io. Ci ritroviamo stesi sul letto uno sull'altra...
...Mi risveglio intontita quando il sole sta per tramontare con delle voci che provengono dal piano di sotto. Indosso l'intino e una maglia di Ste che mi arriva a metà coscia. E' Ka che appena mi vede diventa rosso e viola.
<<Cosa avete combinato?>> chiede in tono minaccioso.
Non rispondiamo.
<<Avete chiuso con me entrambi!>> urla infuriato e se ne va.
Ste subito viene da me per consolarmi.
<<Mi dispiace, non volevo rovinare tutto>> cerca di scusarsi.
<<Non hai rovinato nulla, tranquillo>> sorrido.
<<Ma Ka era indemoniato>> protesta.
<<Ha bisogno di un po' di silenzio per riflettere>> dico con calma.
Sorride.
<<Ti sei pentita?>> mi chiede poi.
<<No. Tu?>>
<<Neanche un po'. Sai Ka ha sempre voluto essere il primo per te>> sorride.
Lo guardo scioccata, ma mi conferma tutto.
Mi rivesto e vado a casa di Ka, ma come ogni weekend i suoi sono via con i miei, quindi entro in casa con la mia copia delle chiavi e lo trovo seduto sul muretto del giardino che molesta dei ciuffetti d'erba.
<<Perché non te la prendi con me e lasci stare quei poveri fili d'erba?>> propongo.
<<Vattene!>> sibila duro.
<<Ka per favore ascoltami>> dico paziente.
<<Ascoltami tu, invece! Ora immagino che hai capito il motivo per cui ha voluto trasferirsi in Austria!>> si altera.
<<Certo che l'ho capito, ma non capisco il motivo per cui tu ti stia scaldando tanto!>> ribatto.
<<Ah non capisci?>> urla.
<<No, quindi spiegati!>>
<<Lascia perdere>> sbuffa.
<<Non lascio perdere. Spiegati!>> mi arrabbio.
<<Non posso permettere che uno come Ste ti rubi l'innocenza e poi ti lascia sola!>> si infuria.
<<Apprezzo la tua cavalleria, ma se non ti dispiace sono fatti miei!>> sbuffo.
<<Anche miei. Ho fatto una promessa e intendo mantenerla>>
<<Be' comunque anche se mi portavi te a letto comunque tu mi lasciavi>> dico dura.
<<Non è questo. E' più complicato. Volevo che fossi più grande, pronta e soprattutto più ragionevole>> dice più calmo.
<<Grazie, ma ho fatto questa scelta altrimenti mi sarei tormentata per anni>>
Annuisce deluso.
<<Insomma Ka cosa volevi che facessi? Dovevo farti approvare il ragazzo? Dovevo far decidere te quando ero pronta? Dovevo parlartene?>> mi arrabbio.
<<Tanto per iniziare avrei voluto che me lo dicessi>>
Sospiro rassegnata.
Dopo scuola vado a fare un giro in centro con Sara.
<<Ma alla fine hai risolto con Ka>> mi chiede mentre scegliamo il gelato.
<<Lo sai che con lui non posso ragionare>> sbuffo.
<<Tesoro ascoltami. Probabilmente ha sbagliato a reagire così, ma tu dovresti apprezzarlo, insomma si comporta da fratello maggiore!>> mi spiega.
<<Ok dopo i compiti ci passo un secondo>> sospiro.
Mangiamo il gelato e poi dopo torniamo a casa per fare i compiti, poi mi faccio una doccia veloce.
<<Mamma ci sono problemi se dormo da Ka?>> chiedo a mia madre mentre mi vesto.
<<Va bene, piccola, ma non credo che Lucia sia d'accordo>>
<<Chi è Lucia?>> chiedo di scatto.
<<La sua ragazza a quanto pare. Non te l'ha detto?>> chiede non capendo.
<<A quanto pare no>> sbuffo.
Preparo lo zaino, metto le scarpe e vado a piedi a casa di Ka. Apro il cancello con le chiavi, ma busso alla porta con insistenza finché non mi apre una ragazza carina piuttosto infastidita.
<<Scusami cara, ma siamo occupati qui>> dice acida.
<<Scusami carina, ma conosco il proprietario da quando sono nata, quindi levati!>> rispondo a tono.
Entro senza invito e resto in piedi nel salotto mentre lei raggiunge Ka in bagno dicendogli che sono arrivata, con voce molto irritata. Ka scende velocemente con solo i boxer con ancora la pelle umida. Mi guarda e capisce che sono nera, quindi si rivolge a Lucia.
<<Ehi tesoro puoi lasciarci soli?>> chiede con calma.
<<Preferisci stare con lei?>> chiede infuriata.
<<Abbiamo delle cose da dirci>>
<<Me ne vado io>> sbotto.
<<Ti prego resta>> dice piano.
<<No!>>
Mi tiene il polso saldamente.
<<Oh perfetto! Vaffan****!>> dice arrabbiata Lucia e se ne va.
Restiamo in silenzio a guardarci negli occhi.
<<A quando le nozze?>> chiedo sarcastica.
<<Non fare la stupida. Sai che non è importante>>
<<No certo! Altrimenti me l'avresti detto, giusto?>> mi altero.
Sospira e si guarda intorno passandosi una mano tra i capelli e guarda il mio zaino che giace per terra.
<<Oh sei venuta per la notte?>> chiede un po' rallegrato.
<<Non più!>> dico prendendo il mio zaino e avviandomi verso la porta.
Mi afferra per il braccio e mi tiene ferma.
<<Ho mandato via lei. Voglio che resti tu qui con me>>
<<Risparmiati queste sviolinate per le canzoni, perché con me non funzionano>> rispondo acida.
Mi sorride.
<<A proposito di canzoni. Ne vuoi leggere una che abbiamo scritto con Ste?>> mi chiede trascinandomi in camera sua.
mi da il suo prezioso quaderno delle canzoni e leggo il titolo: "Tra gli angeli". E' una stupenda poesia.
<<E' per te! Ste mi ha chiesto espressamente di farla uscire dopo la sua partenza>> spiega.
<<Chi l'ha scritta?>> chiedo emozionata.
<<Noi tutti. Però avevo promesso che non te l'avrei fatta leggere, ma le circostanze sono cambiate. Come sai Pedro ci tiene, quindi trattieniti le lacrime per il live, ok?>> dice strizzandomi l'occhio.
Sorrido e resto sul suo letto mentre lui si veste.
<<Stasera ordino greco?>> chiede di buonumore.
<<Non lo so...>> dico girandomi sulla schiena.
<<Tesoro ti conviene decidere in fretta perché tra poco è ora di cena e ho promesso a tua madre di farti rispettare gli orari nei giorni settimanali>>
<<No, non è la cena il problema. Non so se resto... insomma credo sia meglio per entrambi staccarci un po'... sto crescendo e questa gelosia viscerale tra di noi non va bene... credo che dobbiamo fissare dei paletti>> mormoro.
Si mette su di me reggendosi sulle ginocchia e poggia le mani ai lati della mia testa. I suoi occhi esprimono dolore.
<<Tu sei convinta di questa scelta?>> mi chiede sotto voce.
<<Ovviamente no, ma voglio parlarne con te>> sbuffo.
Cerco di alzarmi, ma mi blocca con una mano sullo stomaco.
<<Ne parliamo mentre ceniamo e poi abbiamo a disposizione tutta la notte. Su vai a mettere il pigiama mentre ordino la cena>> ordina.
Vado in bagno per mettermi il pigiama e sbircio nelle sue cose nella sua camera mentre aspettiamo la cena.
Mentre ceniamo affrontiamo il discorso.
<<Ka però non litighiamo, ti prego>> imploro.
<<Te lo prometto. Allora cos'è sta storia?>>
<<Be' Te l'ho detto. Non so quanto sia sano per noi il nostro rapporto. Insomma siamo amici, ma dormiamo insieme, siamo gelosi... non so come potrebbe finire>> sospiro.
<<Quindi credi che la cosa migliore sia separarci?>> chiede mantenendo la calma.
<<Ka ammetti che il nostro non è un rapporto puramente fraterno>>
<<E' vero, ma a me piace. Voglio dire mi piace che tu resti da me anche se uno di noi è fidanzato>>
<<Ok ma tu i ragazzi che ho frequentato li hai fatti scappare>> sbuffo.
<<Non ti meritavano>> dice semplicemente.
<<Perché puoi giudicare i miei e non tenermi informata delle tue, invece io sì altrimenti ti arrabbi?>>
<<Perché sono più grande>> risponde con la bocca piena.
<<Ok ne ho abbastanza. Me ne vado a letto prima che litighiamo>> dico esasperata.
Vado in camera sua e mi infilo sotto le coperte. Dopo un paio d'ore mi raggiunge e mi abbraccia.
<<Vedi? Con te è impossibile intavolare un discorso serio>>
<<Cosa vuoi che ti dica?>> dice piano.
<<Non lo so... voglio solo il tuo supporto>>
<<Ok allora vuoi venire da me la notte? Iniziamo da questo>>
<<Solo se devo... Qualche weekend voglio andare da Melania o stare da Sara>> ammetto.
<<Con me non stai bene?>>
<<Oh santo cielo! Voglio farlo perché voglio rendere sano il nostro rapporto!>> sbotto.
<<Ok va bene... che altro?>> chiede ad occhi chiusi.
<<Voglio che non mi abbracci mentre dormiamo e voglio decidere da sola>> dico infine.
Annuisce semplicemente e si alza.
<<Allora cosa dici?>>
<<Dico che stai pensando solo a te stessa e dico che si sta concretizzando il mio incubo peggiore! Ti ricordi? Ma se vuoi questo ti rispetto!>> dice piuttosto addolorato e se ne va in salotto.
So che l'ho ferito, ma secondo me è la cosa più giusta da fare anche perché così possiamo capire cosa ci lega.
<<Cosa fai?>> mi chiede mamma entrando in camera mia.
<<Nulla di particolare. Sto vedendo un film>> rispondo alzando le spalle.
<<Hai chiamato Ka?>> chiede sedendomi accanto a me.
<<No>>
<<Avete litigato?>>
<<Non lo so... lui forse sì>> sbuffo.
Mi guarda confusa e le spiego tutto.
<<Be' tesoro tranquilla. Ka è grande e se ne farà una ragione>> mi rassicura.
<<Ho bisogno che tu mi dica la verità. Ho fatto la cosa giusta?>> chiedo in lacrime.
<<Sì>> sorride e mi da un bacio sulla fronte.
Mi squilla il cellulare: è Pedro.
<<Oi Pedretti, dimmi>> sorrido.
<<Come stai piccola? Ka è di cattivo umore da giorni e stona di brutto. Avete litigato?>>
Gli spiego tutto.
<<Mmm capisco! Cerco di farlo ragionare, ok?>> dice paziente.
FINLEY
Pedro esce di casa e va a casa di Ka. E' infuriato, ha delle occhiaie scurissime ed è nero.
<<Pedro scusa ma non sono dell'umore>>
<<Lo so. Sono qui per questo>>
Entra e poggia le mani sulle spalle dell'amico.
<<Ho parlato con lei e mi ha spiegato tutto. Non ha fatto nulla di male>> dice obiettivamente.
<<Lo so>> ammette l'altro.
<<Allora mi dici perché ce l'hai con lei?>>
Si sfoga dopo dieci giorni di silenzio
IO
Pedro mi obbliga ad andare all'Idroscalo dove presenteranno "Tra gli angeli". Saluto Ivan, Dani e Pedro e Ka invece non si avvicina nemmeno. Gli vado vicino, ma mi scansa.
<<Posso parlarti?>> gli chiedo con calma.
<<Sto accordando la chitarra>> dice senza alzare lo sguardo.
<<Lo vedo. Dopo possiamo parlare?>> ritento.
<<Dopo dobbiamo tornare a casa e tu domani hai scuola>>
<<Oh santo cielo Ka per favore!>> mi arrabbio.
Mi incenerisce con lo sguardo e resto zitta.
<<Ok siamo pronti! Vieni tesoro>> sorride Dani.
<<No! Non voglio ascoltare nessuna canzone!>> strillo e me ne esco dal camerino.
Ivan mi raggiunge, ma lo scanso e me ne vado in stazione per tornare a casa, ma dopo neanche cinque minuti la macchina di Ka mi sbarra la strada.
<<Cosa ci fai qui? Vattene!>> mi arrabbio.
<<Non ho tempo. Sali. Muoviti>> ordina.
Non mi muovo e scende dalla macchina.
<<Vattene. Non te lo ripeto più!>> sbraito.
Mi prende di peso e mi mette in macchina.
<<Lasciami in pace!>>
<<Ok parliamo, ma dopo il live però!>> concede.
<<Vaffan****>>
Ritorniamo in fretta all'Idroscalo e suonano divinamente. Quando finiscono ho ancora gli occhi lucidi.
<<Vieni. Andiamo a casa>> mi dice Ka ancora duro.
Non mi muovo di un centimetro.
<<Senti ok te lo prometto. Prometto che quando arriviamo a casa ne parliamo, ma ora andiamo>> cerca di convincermi.
Prendo il mio zainetto e andiamo a casa sua. I suoi per fortuna non ci sono, così possiamo discutere. Appena arriviamo in casa ci facciamo la doccia a turno e ci ritroviamo in camera sua.
<<Allora?>> chiedo incrociando le braccia al petto.
<<Allora niente. Sei tu che vuoi parlare. Io non ho nulla da dirti>> dice ancora duro.
<<Ti odio!>>
Lo guardo infuriata e vado a dormire dandogli le spalle. Talmente che siamo distanti ci starebbe comodamente un'altra persona. Mi manca tantissimo. Mi giro e vedo che sta in posizione supina scoperto fino in vita. Piano mi avvicino e poggio la lesta sul suo petto nudo e dopo un poco il suo braccio mi avvolge, ma appena me ne accorgo ritorno al mio posto.
<<Mi dispiace>> dice piano.
Non rispondo.
<<Hai ragione... insomma come ho appoggiato Ste devo appoggiare anche te se è quello che vuoi>> sussurra.
Resto ancora in silenzio.
<<Cioè voglio dire che secondo me sbagli, ma non avrei dovuto arrabbiarmi così tanto>>
Mi giro di scatto arrabbiata.
<<Non è un capriccio!>>
<<Lo so e mi dispiace per averlo interpretato male>> sorride.
Sorrido anche io.
<<Vuoi tornare un po' qui?>> chiede indicando il suo petto.
<<Ka e dai, smettila!>> mi lamento.
Ride e mi tira sul suo petto. Ci addormentiamo quasi subito.
Per tutto il mese resisto alla tentazione di andare a dormire da lui nonostante me lo chieda spesso.
Sono in camera mia a fare i compiti quando mi chiama.
<<Ehi piccola!>>
<<Ciao Ka!>> lo saluto.
<<Sabato c'è una cena da me con tutti. Vuoi venire? Giuro che dormo sul divano>> dice subito.
<<Ok. Se vuoi vengo a darti una mano per cucinare>> sorrido.
<<Perfetto!>>
Arriva sabato e indosso jeans stretti, camicia bianca, tacchi e maglioncino. Mi trucco un po' e mi sistemo i capelli. Ka viene a prendermi alle 18.30 per aiutarlo.
<<Abbottonati quella camicia>> sbuffa.
<<Ka smettila. Non hai motivo di essere geloso>> ribatto.
Alle otto arriva tutti e tre puntuali. Mangiamo, scherziamo e fanno battutine tra di loro.
<<Ehi allora dobbiamo organizzarci per il tour invernale. Mancano tre giorni>> dice Pedro.
A K gli si gela il sangua.
<<Oh partite tra tre giorni?>> chiedo incenerendo Ka con lo sguardo.
<<Sì. Ka non te l'ha detto? Omy ha fatto di tutto, ma in alcune tappe non avrai una camera solo per te>> dice Pedro.
Dani guarda me e Ka.
<<Oh mamma! Qui ci scappa il morto>>
Non rispondo e resto inviperita con Ka fino alla fine.
<<Quando avevi intenzione di dirmelo?>> chiedo una volta rimasti soli.
<<Saresti venuta con me?>>
Abbasso lo sguardo.
<<Allora non è importante, no?>>
Mi avvicino piano e gli accarezzo il braccio.
<<Devi dirmelo perché se poi ho un incubo o una brutta giornata non posso correre da te>>
<<E se invece venissi con me?>> tenta.
<<Ka ti prego ne abbiamo discusso. Non posso>> sbuffo.
Annuisce e gli do un bacio sulla guancia prima di andare a letto
Tutta la durata del tour per me è stata una tortura. Anche se devo dire che sentivo tutti più o meno regolarmente mi mancavano tantissimo. Sto in camera mia tranquilla a leggere un libro quando sento dei rumori. Spaventata mi giro verso la porta e vedo Ka con la tracolla della chitarra sulle spalle e occhiaie nerissime. Gli corro incontro e lo abbraccio forte.
<<Ahahah amore così mi uccidi>> ride reggendomi sotto il sedere.
<<Non dovevi rientrare domani?>> chiedo felice.
<<Sorpresaaaa!!>>
Gli do tanti baci sulla guancia e mi adagia sul letto.
<<Oh spostati! Voglio dormire un po'>> sospira.
Mi paro davanti a lui e mi alzo la maglietta per scoprire la pancia.
<<Tattoo?>> chiede passando le dita sull'inchiostro.
Una stella e una chiave di violino e una minuscola F sull'anca sinistra.
<<Come te e Dani>> sorrido.
<<Ti preparo la cena mentre dormi un po'?>>
<<No, tesoro. Voglio stringerti un po' a me>> dice sincero.
Lo guardo disperata.
<<Ti prego ti sono stato lontano un mese. Non mi merito il tuo perdono?>> mormora.
Sa che sono arrabbiata per le sue scappatelle.
<<Ka per favore>> lo imploro.
<<Non ti sono mancato?>> replica.
<<Da morire, ma lo sai cosa voglio>>
<<E ti sei mai chiesta cosa voglio io?>> ribatte.
Resto in silenzio e vado in cucina a preparare la cena. Mi da un po' di tregua mentre probabilmente va a farsi una doccia. Sospiro perché in realtà provo qualcosa per lui, ma ancora non so definire cosa sia.
<<Grazie per la doccia. Vado a dormire>> mi dice con voce roca.
<<Non vuoi cenare con me?>> chiedo trattenendo le lacrime.
<<Veramente volevo tornare a casa, ma mi son ricordato che stasera sei da sola>> spiega e si sistema cuscini e coperte sul divano per poi coricarsi per vedere la tv. In silenzio ceno, lavo tutto e vado a mettere il pigiama e coricarmi nel mio letto a vedere un film in dvd.
Passano due settimane e le cose tra noi vanno sempre peggio e in più non riesco neanche ad avere un momento libero per via del laboratorio di giornalismo a cui mi sono iscritta nel secondo quadrimestre.
<<Hai una cera pessima>> mi saluta Sara.
<<Grazie>>
<<No tesoro dico che dovresti organizzare una serata speciale>> propone.
<<Cioè?>>
<<Cena preparata da entrambi e poi parlate un po'>> spiega.
Prendo coraggio e lo chiamo.
<<E' successo qualcosa?>> mi chiede ruvido.
<<No... certo che no. Io... insomma stasera sei solo in casa?>> chiedo un po' a disagio.
<<Vivo da solo, quindi direi proprio di sì>>
<<Ok ehm che dici se dopo scuola passo da te?>> chiedo piano.
<<Per poi litigare?>>
<<No te lo prometto. Arrivo alle 16.00>>
<<Ok>> dice semplicemente e stacca.
Tiro un sospiro di sollievo.
Andiamo al laboratorio e poi vado a casa sua. Caos totale come al solito quando è nervoso.
<<Ka io...>>
Mi fulmina con lo sguardo mentre appallottola altri fogli scarabocchiati.
<<Ok ascoltami... io ti voglio bene e provo qualcosa di profondo per te, qualcosa che va al di là del legame fraterno, ma non so ancora definire cos'è... insomma non voglio rovinare un'amicizia che praticamente dura da tutta la mia vita, quindi hai ragione... continuiamo a fare le nostre cose normali>> dico agitata.
Sorride sollevato.
<<Poi vediamo come va a finire>>
<<Esatto>> sorrido pure io.
Mi bacia sulla guancia e sistema il caos che ci circonda.
<<Be'? Ho fame. Cuciniamo qualcosa?>>
Andiamo al supermercato a fare la spesa e mentre io cerco qualcosa di buono lui parla con la sua ex Elisabetta.
<<Ka gradirei una mano se non ti dispiace>> sbotto irritata.
<<Ok piccola... ehm Eli ci vediamo in giro. Qualche sera ceniamo insieme, ok?>> sorride.
Lo guardo inviperita mentre cerca di darmi un bacio sorridente.
<<Muoviti>> sbuffo scansandomi.
Ride ancora e torniamo a casa.
<<Con chi ceni tu?>>
<<Con te, no?>> sorride.
<<Elisabetta pensa il contrario!>> sbotto.
Ride a gran voce e prepariamo la cena.
Dopo vari impegni non riusciamo a vederci e a sentirci per tutta la settimana, così il sabato dopo scuola vado un po' a casa sua. Mi accorgo subito che c'è qualcosa che non va perché sul suo letto ci sono fogli accartocciati sparsi ovunque.
<<Ehi Ka, come stai? E' da un po' che non ci sentiamo>> dico con calma.
<<Sono stato occupato>> dice senza guardarmi.
<<Lo vedo. Sei sicuro che è tutto a posto?>> insisto preoccupata.
<<Sono sicuro. Non rompere. Vattene>> sbotta fuori di sé.
<<D'accordo>> sospiro e scendo al piano di sotto.
Appena apro la porta la richiude con violenza.
<<Scusami. Sono nervoso e non è colpa tua>> dice piano.
<<Ok non fa niente. Cos'è successo?>> chiedo ancora.
<<Non posso... caxxo... mi trovo nella me*da!>> scatta.
<<Si può risolvere? Posso aiutarti?>>
<<Si può risolvere solo se hai una macchina del tempo e puoi restare qui stanotte?>> mi chiede quasi disperato.
<<Certo. Se posso aiutarti lo farò>> gli sorrido.
Ricambia il sorriso più rilassato e si accende una sigaretta.
<<Io vado un attimo in centro, d'accordo?>>
<<Vuoi che ti accompagni?>> mi chiede senza alcuna voglia.
<<No tranquillo. Ci metto massimo un'ora>> sorrido.
Prendo la borsa e vado in nel nostro negozio di musica preferito. Prendo un plettro blu e faccio incidere le nostre iniziali e il segno dell'infinito e lo faccio impacchettare e verso le 18.00 torno a casa.
<<Cosa hai comprato?>> mi chiede più tranquillo.
<<Non ti impicciare>>rispondo con una linguaccia.
Vediamo un film, ceniamo e poi ci prepariamo per andare in disco con i ragazzi.
In sostanza passiamo una bella serata insieme, ma lo vedo comunque agitato e a volte assente. Va fuori a fumare con Ivan e dopo un po' lo raggiungo perché sono stanca.
<<Ka andiamo a casa?>>
Annuisce distratto e ce ne andiamo.
<<Ma ti ho visto ancora... cioè non del tutto sereno. Sono preoccupata>> dico mentre mi spoglio.
Mi raggiunge in fretta e mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Mi stacco scioccata.
<<Ti prego ho bisogno di te. Fammelo fare. Ne ho bisogno>> dice disperato.
Lo guardo un po' spaventata.
<<No!>>
Ritorna in sé e si morde le nocche chiuse a pugno.
<<Scusa>> mormora infine.
Con calma metto il pigiama e lo abbraccio mentre ancora trema di rabbia e pian piano si addormenta.
Mi risveglio alle 11.00, metto la sua maglia dei Ramones sul pigiama e lo raggiungo in cucina.
<<Buongiorno>> lo saluto.
Mette la colazione a tavola e si siede davanti a me.
<<Mi dispiace per come mi sono comportato ieri>> mormora.
<<Davvero Ka non importa>>
<<Sì invece!>> sbotta battendo il pugno sul tavolo.
<<D'accordo. E' evidente che c'è qualcosa di grosso che mi stai nascondendo, quindi se vuoi il mio aiuto devi parlarmi>> dico ferma.
Fa un gran respiro e mi prende la mano.
<<Ti ricordi di Annalisa?>>
Annuisco.
<<Be' poco più di un mese fa ci siamo visti qualche volta e... be' insomma ieri mi ha detto di essere incinta>> dice piano.
Lo guardo con gli occhi sbarrati. Non è possibile.
<<Sei sicuro che è tuo?>> dico quasi di getto, senza pensarci.
<<Dice di sì>>
<<Vuoi stare con lei, cioè vuoi costruirti una famiglia con lei?>>
<<Non lo so... comunque devo essere presente nella sua vita e in quella del bambino>> sospira.
"Sempre se è tuo" penso.
<<Ok d'accordo... io devo andare>> dico semplicemente.
Corro in camera sua, metto il pacchetto sul suo comodino e mi rivesto in fretta.
<<Non resti?>> mi chiede afferrandomi il braccio.
I nostri sguardi esprimono dolore. Esco di casa a passo sempre più svelto finché non mi ritrovo a correre letteralmente a casa. Ho ancora qualche ora fino a che non arrivano i miei, quindi mi stendo sul letto e do sfogo alla mia rabbia strappando e rompendo tutti i suoi regali, le nostre foto e faccio a pezzi la sua maglia preferita che mi ha regalato. In questo momento lo odio.
KA
Mi rigiro tra le dita il plettro che mi ha regalato. Vorrei chiamarla, ma so già che non risponderà. E' una settimana che l'ho persa, forse per sempre. Annalisa mi tiene aggiornato sulle ecografie, i prelievi eccetera, ma spesso non l'ascolto.
Prendo le chiavi della macchina e vado a casa sua. Devo vederla assolutamente. Mi apre lei un po' giù, con gli occhi gonfi. Probabilmente ce li ha gonfi de una settimana.
<<Che ci fai qui?> chiede sorpresa.
<<Ho bisogno di parlarti.>>
<<Ka adesso non è il momento giusto>> mormora.
La guardo negli occhi e vedo dolore.
<<Tesoro chi è?>> chiede una voce maschile.
La guardo infuriato, ma non risponde finché Alex, il ragazzo con cui usciva qualche mese fa, non apparve accanto a lei.
<<Ciao Ka>> mi saluta amichevole.
Sorrido per cortesia.
<<Vuoi unirti con noi a vedere un film?>> propone.
<<No. Ka stava andando via>> risponde lei piano.
<<Ma io...>>
<<Ka per favore>> mi implora.
Me ne vado sbattendo la porta, ma non ho intenzione di arrendermi. Non con lei.
Passa un'altra settimana e mi sfugge sempre di più. La sento sempre più distante. Mi sta scivolando tra le dita e non riesco a trattenerla.
Il sabato mattina i suoi partono con i miei e piombo a casa sua, sicuro di trovarla sola. Busso insistentemente e viene ad aprirmi assonnata e in pigiama.
<<Ka ti prego non mi va>> sbuffa.
Con forza entro in casa e l'afferro per le spalle.
<<Ti prego ascoltami>>
Sospira e incrocia le braccia al petto.
<<Mi dispiace>>
<<Non hai messo me incinta. Non devi scusarti con me>> dice arrabbiata.
<<Lo sai a cosa mi riferisco>>
Mi guarda con ostilità.
<<D'accordo hai ragione. Probabilmente non ho diritto di venire qui a scusarmi e...>>
<<Probabilmente? Oh santo cielo, Carmine! Tu in quel periodo mi hai detto che da me volevi di più... forse ho capito male, forse intendevi che volevi di più nel senso che volevi un bambino?>>
Si sfoga prendendo a pugni il mio petto.
<<Quindi non vuoi perdonarmi? Neanche se il bambino non è mio?>>
<<Cosa?>> chiede scioccata.
<<Non è che ci tenessi molto, ma abbiamo fatto bene i calcoli e il bimbo non è mio>> spiego sollevato.
Forse ho un barlume di speranza.
<<Assolutamente no! Ora lasciami in pace>>
<<Come no? Non è il bambino il problema?>> chiedo spiazzato.
<<No, insomma quella creatura non ha colpe. Il problema sei tu che in quel periodo specifico mi hai detto che volevi di più da me>>
Ormai urla. E' fuori di sé e la colpa è solo mia.
<<Mi dispiace>>
<<Smettila!>>
Non l'ho mai vista così arrabbiata con me, neanche quella volta che per il suo sedicesimo compleanno non ero alla sua festa.
<<Ti piace Alex?>> chiedo per cambiare discorso.
<<Sì>>
<<E... cioè l'avete mai fatto?>>
<<Per chi mi hai presa? Certo che no!>>
<<Quindi Ste ha ancora l'esclusiva?>> chiedo un po' con rabbia.
Non mi risponde. Sa che sono geloso.
<<Se avessi giocato bene le tue carte l'esclusiva l'avresti avuta tu>> dice piano senza guardarmi.
<<Questo è davvero un colpo basso. Io non ho mai voluto forzarti>>
<<Neanche Ste... ma non è questo il punto. Il problema non è Ste, ma tu>>
Se ne va in camera sua lasciandomi in salotto. La raggiungo e si lascia abbracciare. Crolla scossa tra i singhiozzi e le bacio le guance per calmarla, ma inutilmente.
Ricomincia a prendermi a pugni, ma debolmente. La fermo e la bacio e questa volta non scappa, ma resta lì per sentirsi protetta e in qualche modo rassicurata. Spesso la persona che ti ferisce di più e quella che più desideri. Inizia lei a sfilarmi la felpa e mentre contnuo a baciarla mi graffia ripetutamente la pelle nuda, ma non m'importa. Non si stanca di graffiarmi e io non mi stanco di baciarla. Ha una sua logica, dopotutto.
Si risveglia sul mio petto un po' intontita.
<<Per favore vattene>> dice piano mentre si riveste.
<<No. Non ti lascerò ancora>>
Mi guarda con un sorriso triste.
<<Se non te ne vai giuro che vado a Bologna da Melania>> dice seria.
<<Puoi andare anche sulla luna, ma non senza di me. Non puoi più allontanarmi>>
Sospira e si rimette a letto dandomi le spalle e le accarezzo il fianco. Tra un singhiozzo e l'altro si addormente tra le mie braccia.
Mi sembra tutto strano, tutto senza senso. Mi gira tutto intorno velocemente, senza che possa acciuffare qualcosa. Non voglio avere a che fare con Ka e sono sempre più arrabbiata con lui ogni minuto che passa. Decido che a luglio, dopo gli esami di fine liceo, vado da mia cugina Melania. Mia madre non fa domande, ma so per certo che ha intuito ciò che è successo, soprattutto perché il weekend voglio passarlo da sola. Per questo weekend mi sono scritta una lista delle cose da fare, infatti il venerdì dopo scuola butto tutte le cose che mi ricordano Ka, tranne il suo plettro di Kurt Cobain. Metto tutto in giardino in delle buste di plastica e ritorno in casa. Nel tardo pomeriggio viene Pedro con un sacchetto di carta in mano e un pacchetto sottile.
<<Ehi Pedretti! Qual buon vento?>> lo saluto.
<<Non ci vediamo da una vita, quindi sono venuto a salutarti>> sorride.
Gli offro il caffè mentre lui apre il sacchetto contenente i miei dolcetti preferiti.
<<Allora come stai?>> mi chiede piano.
<<Be'... cerco di andare avanti>> sospiro.
<<Ka ti aspettava al suo compleanno... so che per te è dura perdonarlo, ma ti assicuro che neanche lui se la sta passando meglio. Insomma, dico che secondo me è un po' esagerato buttare tutto ciò che ti ricordi lui>> dice con calma.
<<Lo so Pedro, ma doveva pensarci prima>> dico con durezza.
<<Non sto dicendo che non abbia sbagliato, ma credo che un'amicizia così profonda non può essere buttata così. Non ora che avete avuto il coraggio di rivelare i vostri veri sentimenti>>
So che lo sta dicendo per farmi ragionare, ma non posso, quindi non rispondo.
<<Ascolta... non posso obbligarti a perdonarlo, ma posso dirti di ripensarci e di renderlo felice almeno solo domani sera al Circolone. E poi ci manchi tanto il sala, tesoro... Domani se vuoi venire chiamami e ti faccio venire a prendere da Omar>> sorride.
Lo abbraccio e gli prometto che ci penserò. Mi da un bacio, mi da il pacchetto e se ne va.
Sospirando apro il pacchetto e c'è un foglio in uno scatolo con la scrittura inconfondibile di Ka. E' il titolo e un pezzo di canzone.
NEVE
Pronto a fare il mio dovere ti regalerò la perfezione, o almeno ci proverò.
Ma la distrazione sai, non era prevista e si dà in scena l'opera più grande mai vista.
Prova a stringere più forte che puoi, quello che di buono resta di noi.
Questi segni sulla pelle non vanno più via.
L'universo di colori e di pura follia, questa neve bianca li porta via. Chiudi gli occhi che ti porto a vedere dov'è, l'universo di colori è dentro di te.
Chiudo gli occhi e provo ad immaginare i momenti più belli che abbiamo passato insieme e mi rendo conto che sono troppi da ricordare, così decido di andarci il giorno dopo.
IL GIORNO DOPO...
Indosso un paio di jeans, ballerine rosse, canottiera bianca e giacchetta con maniche a 3/4 rossa, prendo la borsa e raggiungo Omar. Appena entro nel camerino gli altri si allontanano mentre Ka è in bagno. Appena esce mi sorride ma non si muove.
<<Sai stavo pensando ai momenti belli passati insieme e mi è venuto in mente quella volta in cui al mare abbiamo passato tutto il pomeriggio a raccogliere le conchiglie e le stelle marine>> dico torturandomi le dita.
<<Sì lo ricordo. Poi volevi andare dal Re Tritone>> ride.
Sorrido e mi si avvicina toccandomi le guance.
<<Non sto dicendo che ti ho perdonato, ma credo che non dobbiamo buttare all'aria tutti questi anni di amicizia e...>>
<<E ora è un peccato visto che abbiamo rivelato i nostri veri sentimenti... Pedro ha parlato anche con me>> sorride.
<<Ka io voglio un po' di spazio... insomma io ti voglio un bene immenso, ma devo riprendermi. Dopo la maturità andrò da mia cugina Melania>> dico piano.
Mi guarda spiazzato.
<<Non ti lascerò andare via. Farò di tutto per... insomma non possiamo cancellare? Ti prego vorrei ripartire da zero. Ci tengo davvero a te... so che ho sbagliato, ma ti prego di darmi un'altra possibilità>>
<<Ok ma devi lasciarmi spazio. E' la prima cosa che voglio. Devo chiarirmi le idee>>
Qualche giorno prima della partenza passo a casa sua per salutarlo e come al solito è tutto in disordine perché è arrabbiato con me.
<<Ciao!>> lo saluto.
Mi risponde con un grugnito.
<<Ok Ka ti prego possiamo non litigare?>> lo imploro.
<<Ok va bene, ok. Vuoi restare qui per cena?>> sbuffa.
<<D'accordo>> sospiro sollevata.
Sorride e va in cucina a preparare la cena a torso nudo. Io vado in camera sua a curiosare tra le sue cose e leggo frasi molto belle e dolci che sicuramente andranno a comporre una o più canzoni. Prendo alcuni fogli e me li infilo nella borsa insieme a una sua maglietta dell'hard rock e almeno quattro plettri.
<<E' pronto!>> mi chiama.
Lo raggiungo in cucina con indosso solo la sua maglia di Slash sopra l'intimo.
<<Ti piace il mio nuovo pigiamino?>> chiedo facendogli la linguaccia.
<<Toglitela!>> mi sgrida.
<<Ok>> dico sfilandomela e restando in intimo.
Alza gli occhi al cielo.
<<Rimettila>> sbuffa.
Rido e ceniamo. Mentre sparecchiamo gli arriva una telefonata di Omar.
<<Ehi Omy... veramente sono già impegnato... in realtà no... e dai posso evitarlo?... Uffa e va bene, ma non più di mezzora!>> sbuffa e stacca.
Io intanto vado a lavare i piatti e mi raggiunge dopo un po' dandomi un bacio leggero sul collo.
<<Tesoro io devo andare a casa di Pedro. Ti prometto che tra mezzora sono di ritorno>>
<<Vuoi che me ne vada a casa?>> chiedo con i brividi.
<<Non pensarci nemmeno. Arrivo prestissimo>>sussurra.
Mi da un bacio sulla spalla e se ne va. Io intanto faccio una doccia, mi cambio e indosso di nuovo la maglia di Slash e lo aspetto su divano. Dopo un'ora è di ritorno.
<<Temevo ti fossi addormentata>>
<<No. Non volevo senza di te>>
Andiamo in camera sua e ci mettiamo a letto.
<<Allora resta qui con me>> dice stringendomi la mano.
<<Ka ti prego. Ne abbiamo già discusso e non posso cambiare idea>>
<<Allora è un addio?>>
<<Se tu non vuoi è solo un arrivederci. Dipende da te>>
<<Ti amo. Non voglio perderti ancora>> dice dandomi un bacio.
Ricambio il bacio e...
...Son in camera mia che preparo i bagagli.
<<Tesoro è arrivato Ka>> mi avvisa mia madre.
<<Ok arrivo subito>>
Prendo le ultime cose e Ka mi aiuta a caricare le due valige in macchina.
<<Allora si fa sul serio!>> sospira mettendo in moto.
<<Sì... non sei costretto ad accompagnarmi. So quanto odi i saluti>>
<<Scherzi? Non voglio sprecare neanche un minuto senza di te>> sorride.
Arriviamo in stazione e sinceramente non mi aspettavo di commuovermi, invece è successo. Per un momento ho pensato di non partire, ma non era giusto nei miei confronti
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