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Discussione: Piccola principessa

  1. #1
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    Predefinito Piccola principessa

    Salve!!!! Eccomi qui con una nuova fan fiction che spero vi piaccia!!!

    Raccolgo un fiorellino giallo nel parco e lo porto al mio amichetto del cuore che gioca a calcio coi i suoi amici più grandi. Lui ha sette anni in più, ma è come se fosse mio fratello.
    <<Ehi nanetta, grazie!>> sorride dandomi un bacio sulla guancia.


    1°CAPITOLO

    In realtà non mi dispiace poi così tanto ritornare a Milano. Sono passati dieci anni da quando mi sono trasferita ad Ancona e non l'ho mai sentita mia, quindi quando i miei genitori mi annunciarono del nostro trasferimento a Milano saltai quasi per la gioia.
    Fa un caldo tremendo mentre aiuto mia madre a sistemare i pacchi in giardino. Una bella villetta a due piani con un bellissimo giardino. Indosso pantaloncini e canotta e ho i capelli raccolti in una coda, ma sono fradicia. I miei entrano in casa mentre io mi riposo un attimo e mi arriva una pallonata sulla testa. Infuriata raccolgo il pallone e scorgo quattro persone che mi fissano imbarazzate. Con mio grande stupore mi accorgo che non sono ragazzini, ma ragazzi abbastanza grandi.
    <<Ehi! La prossima pallonata che ricevo, squarcio il pallone!>> urlo.
    <<Scusami bimba>> mi dice il più alto con i capelli biondi.
    <<Come mi hai chiamato?>> chiedo arrabbiata.
    <<Dai bimba scusaci>> riprende.
    Prendo il pallone sotto il braccio e mi chiudo in casa. Salgo in camera mia per sistemare le mie cose e affacciandomi vedo i quattro ragazzi spintonarsi e ridere. Mettendo a posto mi scivola una foto fatta da mia madre che ritrae me e il mio fratellone. Guardo la foto e poi guardo i ragazzi. Se li noto meglio hanno un'aria familiare. Decisa a scoprire questo dubbio, dopo aver sistemato tutto, verso sera, faccio una doccia, indosso canottiera, pantaloncini puliti, sneakers, risistemo i capelli nella coda e prendo il pallone e la foto.
    Vado alla villetta a fianco e busso.
    <<Ehi ciao! Scusa ancora per prima!>> mi sorride un ragazzo con i capelli neri che non conosco.
    <<Ciao. Vi ho riportato il pallone e vorrei sapere se qualcuno di voi conosce questo ragazzo>> dico mostrandogli la foto.
    Mi fa entrare e saluto imbarazzata gli altri mentre fa girare la foto.
    <<Ehi Ka sei tu!>> grida il ragazzo più basso e magrolino.
    Ka prende la foto e guarda me, poi la foto.
    CARMINE, penso subito.
    <<Principessa>> sussurra sconvolto.
    <<Carmine>>
    <<Cavolo! Come ho fatto a non riconoscerti subito! Sei davvero incantevole, bimba!>>
    <<Non ho più sette anni>> sorrido.
    <<Caspita! Temevo di non vederti più! Non sai quanti mesi ho passato a rintracciarti, ma mia madre non voleva dirmi dov'eri>>
    <<Io ho sempre conservato questa foto nel caso venissi a Milano>>
    <<Benissimo! Ottimo! Perché non resti a cena?>> dice un po' troppo eccitato.
    <<Vorrei, ma mamma non sa che sono qui, quindi dovrei rientrare. Ci vediamo in giro>> sorrido.

    DUE SETTIMANE DOPO
    Il mio vicino è Ivan, il bassista, quello nuovo. Spesso ci vanno anche gli altri. Io riprendo la scuola regolarmente e ho un'amica di nome Maria.
    <<Ehi qui sono tutti così ombrosi?>> le sussurro durante la lezione di matematica.
    <<Non tutti>> sorride.
    Uscite da scuola ci avviamo a casa. Per un tratto buono di strada lo facciamo in compagnia, poi io svolto a destra e lei a sinistra. Appena rientro vedo Ivan avvicinarsi.
    <<Ehi ciao>> sorrido.
    <<Ciao! Senti ti piacerebbe venire con noi in un locale per sentirci suonare, stasera?>>
    <<Mi piacerebbe, ma mia madre non credo che sia d'accordo>>
    <<Perché no? Tua madre conosce Carmine. Alle 21.00 in punto>> dice confuso.
    Rientro in casa.
    <<Mamma tu lo sapevi che avrei rincontrato Carmine?>> chiesi sbalordita.
    <<Certo! Sua madre è la mia migliore amica. Comunque ho già detto al giovanotto qui accanto che non devi fare tardi stasera>> sorride.
    Mangio, faccio i compiti e mi preparo. Pantaloncini di jeans, canottiera verde acqua e sneakers, lascio i capelli morbidi sulle spalle e prendo la borsa.
    Il locale è davvero figo. Entriamo nel backstage e, con mio grande orrore, iniziano a togliere le magliette. Resto in silenzio a fissarmi le scarpe. Ka ride.
    <<Non sei cambiata per niente>> dice offrendomi un hot dog.
    Con sollievo noto che sono tutti vestiti. Io ho il posto privilegiato al lato del palco, quindi me li godo. Suonano davvero bene e i testi non sono banali.

  2. #2
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    2°CAPITOLO

    Con il passare delle settimane io e Ka diventiamo amici come un tempo. Sono ancora la sua bambina. Rientrata in casa mi chiama Ka.
    <<Ehi ciao. Dimmi?>> lo saluto.
    <<Vuoi venire a cena da me insieme agli altri?>> chiede un po' imbarazzato.
    <<Certo. Arrivo con Ivan>>
    <<Veramente vorrei che venissi a darmi una mano. Passo a prenderti alle 18.00, ok?>>
    <<Ma ho un sacco di compiti da fare>> protesto.
    <<Ti prego!>> piagnucola.
    <<Ok. Smettila, vengo!>> sbuffai e staccai.
    Avviso mamma del programma e mi precipitai a fare i compiti. Verso le cinque vado a farmi la doccia e pettinarmi. Indosso jeans stretti chiari, sneakers, canottiera bianca e felpa rossa, raccolgo i capelli in una coda e raggiungo Ka in macchina.
    <<Che mano posso darti?>> chiedo fingendo di avere il broncio.
    <<Nessuna, ma mi metti di buonumore>> risponde facendo spallucce.
    Lo fulmino con lo sguardo. Odio stravolgere i miei piani per nulla e lui lo sa bene. Arriviamo a casa sua e lo aiuto a cucinare.
    <<Non poteva aiutarti la tua bellissima fidanzata?>> chiedo piuttosto irritata.
    <<Non verrà>> risponde semplicemente.
    Dal suo tono capisco che c'è qualcosa che non va, quindi mi avvicino e gli tocco un braccio.
    <<Cosa è successo?>> chiedo comprensiva.
    <<Nulla, piccola. Solo che non avevamo poi granché in comune>> sorride.
    <<Sono qui se hai bisogno. Sempre e comunque>> lo rassicuro.
    Continuiamo a sistemare fino alle 20.30.
    <<Mezzora di pausa?>> propone.
    Annuisco e, letteralmente, mi butto sul divano.
    <<Sai nei mesi successivi la tua partenza ho cercato di contattarti in qualunque modo. Chiedevo alla gente, distribuivo la nostra foto, ma niente. Mia madre non voleva dirmelo perché tu eri piccola e non voleva che ci illudessimo>> mi spiega accarezzandomi i capelli.
    <<Be neanche io ti ho mai dimenticato>> sorrido.
    <<Poi avevo paura che poi tu ti fossi dimenticata, quindi non ho insistito>> continua accarezzandomi la schiena.
    Mi appoggio sul suo petto e guardiamo un po' di TV.
    <<Be' l'importante è che ci siamo ritrovati>> sorrido guardandolo negli occhi.
    Mi guarda fisso senza dire una parola. Infine il citofono trilla e arrivano gli altri tre.
    <<Ehi Shà! Che bello rivederti!>> mi saluta Pedro.
    Ceniamo tutti insieme e mentre gli altri si mettono a lavoro su una canzone io mi metto sul divano e inaspettatamente mi addormento.
    Mi risveglio e vedo che è notte fonda. Sono appoggiata sulle gambe di Ka che dorme accanto a me. Lo strattono in preda al panico.
    <<Ehi Ka! Mamma mi ucciderà. E' tardissimo!>>
    <<Sta tranquilla, tesoro. L'ho chiamata appena ti sei addormentata>> brontola.
    <<Oh>> esclamo.
    <<Ora visto che sei sveglia andiamo nel letto>> dice esausto
    Andiamo in camera sua e mi presta una sua maglietta come pigiama e ci addormentiamo di nuovo. E' bello che ci siamo ritrovati. L'ho sempre desiderato un fratello maggiore.

  3. #3
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    3°CAPITOLO

    Sono infuriata con Ka perché è partito per il tour invernale senza avvisarmi, quindi per ripicca non gli rispondo al cellulare. Sono in camera mia imbronciata a guardare il display del mio cellulare che si illumina a intervalli regolari con il nome di Ka. Ad un certo punto appare il nome di Ivan, così rispondo.
    <<Tesoro...>>
    E' la voce di Ka quindi stacco subito e spengo il cellulare.

    Dopo due settimane hanno come ultima tappa Milano e Maria mi ha confessato che già aveva da qualche settimana due biglietti. Non potevo rifiutare perché lei li adorava.
    <<Dai Sha ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego!!!!>> mi implora.
    <<E va bene, ma al meet ci vai da sola>> sbuffo.
    Mi da un bacio sulla guancia e ci prepariamo. Indosso jeans stretti neri, sneakers, camicia bianca e maglioncino blu, i capelli li lascio mossi e mi trucco un pochino. Andiamo al locale in anticipo e passo a salutare Luca, il butta fuori.
    <<Salve ragazze! Se volete potete entrare>> ci sorride.
    Maria subito accetta e mi tira con sé mentre Luca ci porta dai ragazzi.
    Saluto tutti tranne Ka e presento Maria al gruppo. Ka cerca di avvicinarsi, ma lo respingo con un secco "NO!". Ka non è il tipo che si arrende, quindi mi prende per un braccio e mi trascina fuori per parlare.
    <<Ma io non voglio sentirti!>> mi arrabbio.
    <<KA!!!! KAAAAA! KA!!!!>>
    Iniziano a chiamarlo le fan.
    <<Fai il tuo lavoro>> dico piano e ritorno dentro.
    Dopo il concerto io e Maria ce ne andiamo subito, così Ka non può avvicinarsi.

    I giorni seguenti restai a casa per le vacanze di Natale e continuavo a non rispondere alle chiamate e ai messaggi di Ka. I miei genitori erano a lavoro e io a casa il giorno 23 dicembre. accadde tutto in fretta e in maniera confusa... la corsa in ospedale e in fine le lacrime. Tante lacrime.

    I ragazzi, Maria e i genitori di Ka mi sono stati vicini fin dall'inizio. Come minore dovevo stare con una famiglia, quindi i genitori di Ka hanno lottato tanto per prendermi in custodia e gli ero grata davvero per quello che hanno fatto per me. Mi hanno addirittura ristrutturato e arredato la camera come ce l'avevo a casa mia, ma il dolore era sempre lì e io restavo in camera mia per ore perché non volevo vedere nessuno.

    Dopo due mesi dall'incidente esco dalla mia camera solo per andare a scuola e cenare, a volte. I genitori di Ka non fanno pressioni e io gli sono estremamente grata. Una sera vengono in camera mia per parlarmi.
    <<Tesoro io e lo zio dobbiamo andare ad una conferenza a Roma per tre giorni e visto che Ka è il tuo terzo tutore resterà con te>>
    Annuisco e li abbraccio forte.
    <<Oh piccola anche noi ti vogliamo bene>> sorridono entrambi.

  4. #4
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    4°CAPITOLO

    E' primavera finalmente, le giornate sono più calde e lunghe e l'aria profuma. Essendo fine maggio ho finito la scuola, quindi più o meno mi annoio di stare a casa da sola, dato che i genitori di Ka sono fuori per lavoro una settimana intera. Prendo la borsa e vado a fare due passi in centro. Noto Ka da lontano con i l suo gruppo, quindi mi avvicino piano alle loro spalle per fare uno scherzo, ma mi blocco sentendo le sue parole.
    <<E' una brava ragazza, ma mi annoia farle da baby sitter quando i miei non ci sono. Insomma potrei invitare Roby a casa, ma non si può oppure vorrei farmi un bel weekend. Cioè so che a quella povera creatura le sono morti i genitori 5 mesi fa però...>>
    Non riesco ad ascoltare oltre e scappo via. Credo che se ne siano accorti perché Ka mi chiama agitato, ma non mi fermo anche se sono certa che per un tratto di strada mi insegue. Le lacrime mi annebbiano la vista e d'un tratto mi ritrovo carponi sul duro e ruvido asfalto. Mi faccio forza anche se mi bruciano le ginocchia e i palmi delle mani, quindi mi rialzo e valuto le ferite riportate: ginocchia brutalmente sbucciate da cui escono dei rivoli di sangue e palmi graffiati, ma lo stesso continuo a camminare anche se sento il sangue colarmi verso le caviglie e mi fermo solo quando ritorno alla mia vecchia casa ancora sfitta. Faccio un tour e ripenso qualche aneddoto legato a questo o a quell'oggetto. In ultimo vado in camera da letto dei miei genitori e strappo due strisce di lenzuola formando due fasciature per le ginocchia e mi rannicchio sul morbido materasso.
    Credo di essermi addormentata perché apro gli occhi e vedo che fuori la finestra il cielo è buio con qualche stella. Il mio cellulare deve essersi scaricato perché non vibra più. Meglio, voglio stare qui tutta sola! Sento la voce di Ivan allarmata che dice: <<Ehi perché non diamo un'occhiata qui?>>
    All'istante sento rumori di passi che si avvicinano, quindi vado a rannicchiarmi a terra contro la parete di camera mia. Vedo una luce proveniente da un cellulare, ma non mi muovo.
    <<Tesoro andiamo a casa>> mi dice piano Ka.
    <<Vattene! Quella non è casa mia e tu non mi vuoi lì dentro! Lasciami in pace qui! Voglio andare dalla mia mamma!>> urlo con le lacrime agli occhi.
    Mi tende la mano, ma la butto via.
    <<Mi dispiace>> dice accarezzandomi la testa.
    Dopo vari tentativi mi convincono a tornare a casa. Mi metto sul letto e dopo un po' Ka entra e se ne accorge delle fasciature improvvisate macchiate di sangue e senza dire una parola me le disinfetta e cure con calma.

    Non parlo con Ka da due settimane per quello che ha detto e ci ritroviamo di nuovo a restare soli per una lunga settimana. Di giorno resto tutto il tempo con Maria, così non lo vedo per un bel po' della giornata. Torno a casa verso le cinque ma lui non c'è, quindi vado a fare doccia e shampoo, metto il pigiama, stiro i capelli e vado in cucina per cucinare un po'. Spaghetti con pomodoro e menta e per secondo wurstel in padella. Ka entra poco dopo, verso le 19:30, ma lo ignoro completamente.
    <<Mmmm che buon profumino>> sorride avvicinandosi.
    Lo ignoro ancora e mi sfila la forchetta di mano per assaggiare i miei spaghetti. Senza rivolgergli la parola preparo il piatto con gli spaghetti e quello con i wurstel e mi siedo per mangiare.
    <<Per me niente?>>
    Non gli rivolgo nemmeno lo sguardo.
    <<Per favore>> mi implora.
    <<Fai schifo e ti odio! Ora sei soddisfatto?>> dico arrabbiata.
    Non parla più. Finisco la cena mentre lui si prepara per uscire di nuovo.
    <<Vado da Pedro a cena. se succede qualcosa siamo tutti lì>> mi avvisa e se ne va.
    Questa situazione non piace neanche a me, ma mi ha fatto davvero tanto male sentire quelle parole. La delusione e l'amarezza di Ka però sono terribili. Vado a letto, ma il mio sonno è agitato, quindi verso le 4.00 scendo in salotto e trovo Ka sul divano che guarda la TV. Mi avvicino pano e mi siedo accanto a lui.
    <<Cosa guardi di bello?>> chiedo tranquilla.
    <<Non lo so. Non ho sonno>>
    Anche se le sue occhiaie scure mi dicono tutt'altro, ma non voglio insistere.
    <<D'accordo, allora ti va se scelgo un film?>> propongo.
    Annuisce.
    Scelgo Batman Begins, il suo preferito e mi accenna un sorriso.
    <<Ora però ci vuole uno spuntino>> sorride.
    <<Ti ho lasciato i wurstel nel forno, magari te li scaldo?>> chiedo.
    <<Ok>> sorride.
    Vado in cucina a scaldare i wurslel, metto la mayonese e il Ketchup e gli porto il piatto.
    <<Mangia con me>>
    <<No grazie. Sono piena>>
    Guardiamo il film tranquilli, ma io mi riaddormento sulla sua spalla.

    Mi risveglio più tranquilla nel mio letto. Scendo in cucina e Ka è ai fornelli intento a preparare la colazione. Noto che le occhiaie sono più marcate.
    <<Vai a farti una doccia che qui ci penso io>> sorrido gli do un bacio sulla guancia.
    Dopo venti minuti vedo che è crollato sul letto e lo lascio dormire un po'.

  5. #5
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    5°CAPITOLO

    Passano alcune settimane, Ka e i ragazzi sono in giro per il tour estivo e per non farmi sentire sola i suoi genitori annullano i loro impegni lavorativi fuori Milano. Io mi stufo di stare rinchiusa in casa, anche perché Maria è in vacanza con i suoi e poi è inutile aspettare una telefonata di Ka, ma so che il tour è quasi finito, quindi sarà questione di poco. Prendo la borsa e vado alla biblioteca Nazionale. L'ho scoperta da poco e ci vado sempre quando è possibile, anche perché c'è una piacevole aria condizionata e l'orario è continuo fino alle 20.00. E' il mio rifugio segreto e tranquillo. Do i miei documenti alla bibliotecaria e vado alla ricerca di un bel libro. Oggi ho scelto un bel classico di Jane Austin , Orgoglio e Pregiudizio.
    Torno a casa alle 17.00 con la testa piena di scenari del libro e per un certo verso felice.
    <<Ciao piccola. Ka ha chiamato e vorrebbe che tu andassi al loro concerto>> dice zia Lucia.
    <<Non voglio, zia>> dico fredda.
    <<Lo so che sei arrabbiata con lui e hai ragione ad esserlo, ma dimostragli che ha torto, dimostragli che tu ci tieni a lui>> sorride.
    Zia il giornLucia mi ricorda mia madre e questo mi spinge a fare come dice lei. Faccio una doccia, mi asciugo i capelli lasciandoli morbidi e ondulati sulla schiena e mi vesto. jeans nero stretto, canottiera rossa e ballerine nere e rosse, metto un velo di matita e rossetto e zio Massimo mi accompagna al concerto, direttamente dal buttafuori. Saluto Marco e mi accompagna al camerino. Resto ferma rigida con le braccia incrociate al petto mentre tutti, tranne Ka, mi salutano a turno.
    <<Tesoro sei v...>> cerca di dire Ka.
    <<Sta zitto!>> lo interrompo bruscamente.
    Pedro sorride e mi offre un bicchiere di coca cola ghiacciata.
    <<Siamo contenti che tu sia venuta>> sorride Ivan.
    <<Grazie Iv. Grazie per il consiglio, ieri l'ho letto tutto Moby Dick>> sorrido.
    <<Tu hai messaggiato con lui?>> chiede Ka sconvolto.
    <<Certo e tu no!>> lo accuso.
    <<Ma noi avevamo deciso niente distrazioni>> cerca di difendersi.
    <<Ah così io sarei una distrazione? Oltre ad essere un peso per te adesso sono anche una distrazione? Fortunatamente c'è chi non la pensa come te!>> mi arrabbio.
    <<Cosa? Io non ho mai detto che sei un peso o una distrazione è solo che...>>
    <<Lascia perdere>>
    Mi alzo e esco dal camerino e lui mi segue.
    <<Maledizione Shà ascoltami!>> urla.
    Gli poggio le mani sul petto.
    <<Non importa, lo capisco>> sorrido e chiedo a Marco di farmi uscire.
    <<No, Marco fai uscire anche me!>> dice disperato mentre mi allontano nella folla di ragazzine e ragazze che lo chiamano a gran voce.
    Chiamo zio Massimo e mi faccio riportare a casa.
    <<Cos'è successo, piccola>> chiedono ansiosi.
    <<Niente di straordinario>> sorrido tra le lacrime e mi chiudo in camera.
    Mi risveglio in tarda mattinata con un terribile mal di testa per aver pianto tutta la notte. Scendo in cucina e c'è Ka solo con un paio di jeans ai fornelli.
    <<Non è possibile>> sbuffo e cerco di ritornare in camera, ma mi afferra per i fianchi per impedirmi di fuggire.
    <<Mamma e papà ci hanno lasciato soli dopo che ho spiegato tutto. Hanno deciso di andare qualche giorno al mare dove sei stata anche tu con loro in modo da farci riappacificare>> spiega contento.
    <<Mi sembra un po' tardi rimediare, non trovi?>> chiedo arrabbiata.
    <<Se tu mi lasciassi spiegare forse non è tardi>> sorride.
    <<Ok ma non devi toccarmi per nessuna ragione>> mormoro.
    Non so perché, ma ho i brividi ad ogni suo tocco.
    Sorride leggermente e mi lascia i fianchi e ritorno in posizione difensiva con le braccia incrociate al petto.
    <<Perché sono una distrazione?>> chiedo subito.
    <<Aspetta, con calma, bambolina>> sorride.
    Resto rigida e con espressione ostile.
    <<Be' sai che per una buona parte del tour c'è stata Roberta con me, no? Dunque lei è gelosa e quindi non potevo fare altrimenti>>
    <<Sembra una spiegazione alquanto stupida visto che io non ho mai avuto sentimenti equivoci con te, no? E poi quando lei non c'era?>> chiedo sempre infuriata.
    <<Adesso ci arrivo, piccola. Be' non appena lei mi ha confessato il suo timore io ne ho preso atto e be'... mi sono reso conto che un po' ha ragione: ho un debole per te. Più per te che per lei e la spaventa. Quindi ho cercato di allontanarti dalla mia testa, ma non è possibile>> spiega.
    <<Cosa? Cioè Ka lo sai che non è possibile! Noi non possiamo!>>
    <<Lo so, ma l'ho fatto per la stessa ragione per la quale tu non vuoi essere toccata da me>> dice con un sospiro.
    Sciolgo le braccia facendole pendolare lungo i fianchi.
    <<Dobbiamo trovare una soluzione... per prima cosa non dobbiamo restare soli per tanto tempo>> dico decisa.
    Invitiamo Ivan, Dani e Pedro con le fidanzate e con mio grande dispiacere anche Roberta. Lei l'ho invitata io in modo da farmela piacere. Con Debora, Lisa e Rossella già vado d'accordo, quindi spiego tutto e cercano di aiutarmi.
    Roberta è un po' altezzosa e mi vede come una minaccia costante.
    Lisa propone un giro in centro solo per donne, Roberta propone un Pigiama Party a casa sua. Mentre lei è a casa sua a preparare tutto io sono in piena crisi, ma Rossella, Lisa e Debora hanno promesso di proteggermi a qualunque costo.
    <<Non sei costretta!>> mi ripete Ka.
    <<Sì invece! Non capisci? E' una prova a cui vuole sottopormi e io non la lascerò vincere!>> sbuffo.
    Mi da un bacio sulla fronte e andiamo a casa di Roberta. Devo dire che è davvero bella, quasi principesca. Come pigiama ho scelto il più brutto che ho in modo da non destare sospetti. Dopo vari giochi di trucchi, merende e balli arriva il momento che temevo: il gioco della verità. Per un po' me la cavo bene, poi lei dice una cosa che mi fa davvero male e vacillo un po'.
    <<Ad esempio quasi nove mesi fa la nostra vita è cambiata. Un brutto colpo davvero, ma io non perdo, Ora, cara c'è un ragazzo che ti ha rapito il cuore?>> sorride perfida.
    <<No>>
    <<Oh andiamo>> insiste.
    <<Ha detto di no. Non insistere>> interviene Lisa.
    La zittisce con un gesto della mano e mi punta lo sguardo negli occhi facendomi andare nel panico.
    <<Ok be' in realtà c'è... l'ho conosciuto in biblioteca e si chiama Marco ed è della mia classe>> rispondo spavalda.
    Resta di sasso per la mia spavalderia.

    Quando, dopo qualche giorno, è finita la tortura Ka lascia Roberta perché mi ha trattata davvero male.
    <<Ora però confermi la sua teoria>> mormoro appoggiata al muro della cucina in canottiera e pantaloncini.
    <<Non m'importa>> dice furioso.
    <<Sei triste e arrabbiato. Mi dispiace... io non volevo che vi lasciaste>>
    <<Non avrebbe dovuto farlo!>> scatta.
    <<Sei ferito>> dico piano.
    <<Mi ferisce solo un tuo rifiuto>> dice con durezza.
    Mi prende il viso tra le mani e mi bacia con prepotente dolcezza.
    <<No, Ka lo sai che non possiamo>> protesto.
    <<Perché no?>>
    <<Lo sai... io sono troppo piccola, la promessa di tua madre alla mia e poi lo sai che appena avrò 18 anni prenderò la mia strada>> mormoro.
    <<Cosa? Tu tra meno di un mese vuoi andare via e lasciarmi?>> chiede infuriato.
    <<Mi dispiace, ma lo conoscevi il mio piano>>
    <<Sì, ma pensavo... speravo che cambiassi idea ora che abbiamo rivelato i nostri sentimenti>> protesta arrabbiato.
    <<No, non è cambiato>> rispondo con le lacrime agli occhi.
    <<Non rivolgermi mai più la parola!>> dice duro.

    Passano alcuni giorni e Ka mi evita come la peste e non posso accusarlo di nulla, ma si avvicina il giorno della mia partenza e mi fa male il suo comportamento anche se è completamente colpa mia. Non riesco a dormire per il senso di colpa. Siamo soli in casa e questa consapevolezza mi da la forza di raggiungerlo in camera sua. Mi metto accanto a lui nel letto sotto il suo sguardo ostile e gli mostro dei fogli.
    <<Ho intenzione di partire da Verona, poi Firenze, Roma e infine Napoli, l'origine delle nostre famiglie. Tu cosa dici?>>
    <<Dico che avremmo potuto farlo insieme questo viaggio>>
    Mi mordo il labbro inferiore.
    <<Quindi non vuoi aiutarmi?>> chiedo con le lacrime agli occhi.
    <<No>> risponde secco.
    Sospiro delusa e mi avvio alla porta, ma mi afferra il polso e prende a baciarmi. Non mi ritraggo perché in fondo lo voglio anche io, ma cerco lo stesso di fare resistenza.
    <<Non farlo ti prego. Io ho bisogno di te qui con me>> sussurra accarezzandomi la guance.

    Mi risveglio sul suo petto intontita. Alzo lo sguardo e sorrido vedendo che mi osserva. Mi da un bacio mozzafiato.
    <<Perché?>> chiedo con un sospiro.
    <<Così sono sicuro che ritornerai da me>> sorride.
    Sorrido anche io perché so che ha ragione.

  6. #6
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    6°CAPITOLO

    Ka aveva ragione perché alla fine non sono partita più, anzi mi sono iscritta all'Università.
    Mi sveglio riposata e felice e noto che lui è già sveglio che mi fissa.
    <<Buongiorno>> sorrido.
    Mi da un bacio come risposta.
    <<Prima o poi dobbiamo dirlo>> dico accarezzandogli i capelli.
    <<Scelgo il poi... lo sai che non possiamo>>
    <<Lo so... allora cerchiamo di stare lontani, ti prego Ka>> sospiro.

    Per sei settimane cerco di evitarlo con suo evidente disappunto. Questa settimana siamo soli, ma io devo uscire con i miei amici suscitando in Ka un'ira incredibile.
    <<Finalmente siamo soli per una settimana e tu esci?>> si arrabbia.
    Anche a me fa male trattarlo con indifferenza, ma non so cosa fare.
    <<Ka io non so cosa fare, Ka. Non voglio mentire agli altri e non voglio ferire te>>
    <<Be' indovina? Mi ferisci da ben sei settimane!>>
    Mi accascio sul mio letto in intimo con la testa fra le mani.
    <<Mi dispiace>> mormoro alzandomi in piedi.
    Ka nota subito il mio tatuaggio sul mio fianco destro che si nasconde oltre il bordo della mutandina.
    <<Anche un tatuaggio?>>
    <<Scusa, hai ragione avrei dovuto dirtelo>> dico a voce bassa.
    Lo tocca piano con le dita e subito ho i brividi. Mi lascia vestire: jeans stretti neri, camicia bianca e cintura nera sotto il seno e tacchi neri. Dopo essermi truccata entro in camera sua, ma è vuota. Sulla scrivania ci sono 6 fogli e una penna. Leggo e scopro che sta abbozzando una canzone per me. Sono molto felice, quindi lo raggiungo in salotto.
    <<Vuoi venire anche tu?>> gli chiedo prendendogli la mano.
    Mi guarda sorpreso, ma contento.
    <<No tesoro, lo sai che c'è la riunione qui>> sorride.
    Gli do un bacio a stampo.
    <<Torno presto, te lo prometto>>
    Io, Maria, Andrea, Francesco e Marco, i miei migliori amici, ci divertiamo tantissimo. Torno a casa a mezzanotte e mezzo e ci sono ancora tutti in salotto immersi in una discussione costruttiva. Ka appena mi vede scatta in piedi e mi si avvicina.
    <<Ehi unisciti a noi!>> mi chiama Ivan.
    <<No Iv, sono stramorta>> sbadiglio.
    Poggio le mani sul petto di Ka e mi avvicino al suo orecchio.
    <<Vado a letto. Ti aspetto lì>> sussurro.
    Vado a mettere il pigiama e vado in camera sua per leggere la canzone, ma mi accorgo che non è per me. Si chiama 'Il tempo di un minuto' ed è dedicata alla sua ex. Sgrano gli occhi e mi rifugio in camera mia chiudendo la porta.
    Dopo due ore entra e si infila nel mio letto, ma gli do le spalle.
    <<Amore cosa c'è?>> mi chiede dandomi un bacio sulla spalla.
    Non rispondo.
    <<Dai dimmi cos'hai>> insiste.
    Mi metto a sedere con le lacrime agli occhi.
    <<Perché hai lasciato Roberta?>>
    <<Come ti viene in mente? Lo sai il perché?>>
    Scuoto la testa.
    <La ami ancora, o almeno la pensi ancora>>
    <<Amore, ma cosa dici?>> chiede non capendo.
    <<Ho letto la canzone>>
    Sorride e mi asciuga le lacrime.
    <<Be' l'ho amata e questo è vero, ma adesso nel mio cuore ci sei tu e nessun'altra>> dice tranquillo.
    Mi da un bacio tenero.
    <<Me lo prometti?>> chiedo allontanandomi un po'.
    <<Certo che te lo prometto, piccola>>
    Mi da un altro bacio.
    <<Anche se non possiamo essere una coppia normale?>> chiedo ancora.
    <<Soprattutto per questo>> ride.
    Cerco di replicare, ma mi bacia ancora.
    <<Adesso dormi, amore>>
    Mi addormento stesa sul suo petto tra le sue braccia rassicuranti.

    Mi sveglio da sola e scendo in cucina dove mi porge una tazza di latte.
    <<Dove vai?>> chiedo ancora intontita.
    <<Devo vedermi con i ragazzi per una cosa. Torno presto, te lo prometto>> dice in fretta dandomi un bacio sulla tempia.
    <<Mi avevi promesso che mi accompagnavi alla fiera del libro>> protesto.
    <<Oh cavolo, hai ragione! Ok allora visto che comunque sono in centro con i ragazzi ti raggiungo lì verso le undici, ok?>> propone.
    Annuisco e mi da un bacio facendomi sorridere.

  7. #7
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    7°CAPITOLO

    Si avvicina sempre di più l'anniversario della morte dei miei genitori e io mi sento davvero triste e intrattabile. Gli zii mi capiscono quindi non mi fanno pressioni, ma gli altri non mi capiscono.
    Ho dormito con Ka stanotte e mi sento un po' meglio quando sono avvolta nelle sue braccia, ma appena mi accorgo che lui non c'è più mi sale l'ansia. Fa decisamente freddo e fuori stanno cadendo i primi fiocchi di neve. Mi vesto, metto il cappotto, guanti, sciarpa e cappello e esco senza avere una meta precisa. Mi ritrovo davanti la mia vecchia casa ormai abbandonata perché nessuno l'aveva ancora comprata. Il giardino ormai era spoglio, ma l'esterno era perfetto. Avevo ancora le chiavi, quindi entrai e il silenzio che mi circondava era assordante. Andai in camera mia, il mio posto preferito, accucciandomi a terra in un angolo stretta nel cappotto. Non so per esattezza per quanto tempo restai lì, ma ero congelata e fuori stava calando la sera. Tutti sapevano dov'ero, quindi come sempre mi davano tempo e spazio.
    Quando ormai è buio sento dei passi e la luce proveniente da un cellulare. Ka non dice nulla, ma si siede semplicemente accanto a me e mi stringe forte a sé.
    <<Adesso vuoi tornare a casa?>> mi chiede morbido.
    Annuisco senza parlare e mi porta a casa dove gli zii ci annunciano che sarebbero andati in montagna con i genitori di Pedro per due settimane.

    Mi sono ripresa abbastanza e devo dire che l'aiuto di tutti questa volta mi è stato indispensabile. Sono in camera mia a studiare quando Ka bussa alla porta aperta.
    <<Entra>> gli sorrido.
    <<Amore devo uscire per un'ora massimo due, d'accordo?>> chiede avvicinandosi a me.
    <Va bene Ka, tranquillo. Sto bene adesso, davvero>> lo rassicuro.
    Mi guarda poco convinto.
    <<Te lo giuro!>> ripeto.
    <<Ok, ma se dovessi stare di nuovo male chiamami, ti prego>> mi dice stringendomi le mani.
    <<Va bene, te lo prometto>> sorrido.
    Cerca di baciarmi ma mi scanso.
    <<Allora a dopo>> dice dandomi un semplice bacio sulla fronte.

    KA


    Devo dirlo a qualcuno, non ce la faccio più! Quindi entro in macchina e vado subito da Pedro. Mi apre Elisa sorridente, ma appena mi guarda in faccia il suo sorriso si trasforma in una smorfia d'apprensione e chiama subito Pedro.
    <<Scusami tesoro devo parlare urgentemente con Pedro. Te lo rubo solo per un'ora>> le dico.
    Annuisce sorridendo e Pedro mi saluta, prende il cappotto e usciamo.
    <<Ehi bro che succede?>> mi chiede preoccupato.
    Non riesco a parlare, quindi metto la macchina in moto e andiamo in un bar. Gli racconto della nostra storia e di come ci sto male quando lei mi rifiuta.
    <<Be' devi capirla. Sta attraversando un periodo difficile e devi darle tempo>> dice con un sospiro.
    Lui sa cosa ho fatto la settimana scorsa.
    <<Mi sento un verme!>> ammetto alla fine.
    <<Lo so Ka. Non posso giustificarti, ma l'importante è che tu te ne sia pentito. Devi dirglielo!>>
    <<Non voglio causarle altro dolore>>
    <<Lo so, ma devi dirglielo tu prima che lo scopra. Di sicuro non ti perdonerà subito, ma ti apprezzerà per non averle mentito>> sorride.
    Mi ha convinto, quindi lo riporto a casa e torno a casa mia. E' in tuta, con i capelli raccolti in uno chignon disordinato che studia sul divano a gambe incrociate. Appena mi vede mi sorride per un attimo e poi ritorna a studiare.
    <<Tesoro ho bisogno di dirti una cosa>> inizio sedendomi accanto a lei.
    <<Dimmi>> mi incoraggia chiudendo il libro.
    <<Be' non so come dirtelo, ma è meglio saperlo da me. La settimana scorsa sono stato con... be' con Marta, la mia ex. Mi dispiace tantissimo e mi sento davvero un verme viscido>> sospiro.
    Le lascio il tempo di assimilare le mie parole. Il suo dolcissimo viso si trasforma in una smorfia di dolore e i suoi occhi si riempiono di lacrime e scappa in camera sua. La lascio sola per un po'.

    IO


    Passano un paio di giorni, ma ancora non gli rivolgo la parola. Quando raramente riesco a guardarlo negli occhi mi accorgo che è davvero triste e addolorato, ma non riesco a parlargli. Passiamo la settimana in silenzio: io non gli parlo e lui non mi fa pressioni. Mi chiama Andrea, un mio amico dell'università e mi chiede se voglio andare al cinema con lui stasera alle otto. Accetto e vado in cucina da Ka che prepara il pranzo a torso nudo.
    <<Devo dirti una cosa>> dico fredda con le braccia incrociate al petto.
    Mi guarda sorpreso e accenna un sorriso perché vede che cerco di non guardarlo.
    <<Stasera esco con Andrea, va bene?>> dico sempre distaccata.
    <<Mi stai avvertendo o me lo stai chiedendo?>> chiede avvicinandosi piano.
    <<Ti sto avvertendo. Io non devo chiederti nulla>> rispondo decisa.
    Sto per andarmene ma mi afferra per i fianchi.
    <<Assaggia. Vedi se ti piace>> sorride porgendomi il mestolo.
    Faccio un po' resistenza, ma lo assaggio.
    <<Buono. Allora, va bene?>>
    <<Ok ma per mezzanotte devi rientrare>> concede.
    Pranziamo e dopo aver studiato vado a farmi una doccia, mi stiro i capelli e mentre sono in intimo in camera mia Ka entra.
    <<Non si bussa?>> mi arrabbio.
    Si avvicina lo stesso e mi afferra per i fianchi.
    <<Ka non... io non ti ho perdonato>> mormoro.
    Mi bacia a stampo e si allontana leggermente, ma ricambio il bacio. Mi stacco prima che la cosa degeneri. Mi vesto semplicemente con jeans, maglioncino e tacchi, mi trucco leggermente e raggiungo Andrea in macchina.
    Ci divertiamo tantissimo e poi a mezzanotte mi riporta a casa. Rientro e vado subito in camera mia senza degnare di uno sguardo Ka seduto sul divano. Ma come prevedibile mi raggiunge subito dopo.
    <<Ka vattene. Ho sonno>>
    Come se non avessi parlato mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi. E' tormentato e molto molto triste, ma lo respingo lo stesso.

    Passano altri tre giorni e i suoi tocchi mi fanno letteralmente impazzire, ma non voglio cedere.
    E' sera, dopo cena. Lui è in bagno che si rade la barba in boxer, lo guardo dal mio letto poiché la mia stanza è di fronte al bagno.
    <<Adesso dove vai?>> chiedo facendo finta di non interessarmene.
    <<Lo sai che ho una riunione con i ragazzi a casa di Ivan>> risponde leggermente arrabbiato.
    <<Sì certo come no!>> sbuffo.
    <<Ti vorrei portare con me, ma è una cosa tra di noi e non sono ammessi estranei>> spiega paziente.
    <<Certo! Io dico che poi vai da Marta!>> borbotto.
    <<Sai che non è vero. L'ho fatto una volta e ne sto pagando le conseguenze in modo molto maturo, direi>> dice con calma.
    Ormai non riesco a tenermi altre cose dentro, così esplodo.
    <<E io dovrei crederti? Ogni volta che esci da qui ho sempre quel brutto presentimento anche se mi giuri che non è vero! Ti odio e farò di tutto per ricordartelo! Ma come hai potuto farlo? Sai che stavo soffrendo e tu aggiungi altro dolore! Ti odio ti odio ti odio tantissimo! Non voglio più avere a che fare con te!>>
    Aspetto la sua reazione violente, ma non arriva. Con calma finisce di radersi, posa il rasoio, passa il dopobarba, si asciuga il viso e viene verso di me. Io resto ferma sulla soglia della porta arrabbiata con le braccia conserte. Senza dire una parola e senza alcun preavviso mi bacia intensamente, provo ad allontanarlo, ma non me ne da la possibilità. Dopo qualche tentativo smetto di combattere e si stacca prendendomi il viso tra le mani giusto il tempo di riprendere fiato e poi ricominciare...

    ...Ho mal di testa, gli occhi gonfi e tanta tanta rabbia. Non è accanto a me e io sono perfettamente in ordine, quindi non è successo nulla, per fortuna. Mi alzo e capisco che è ancora buio. Scendo in salotto e lo trovo lì sul divano in boxer che guarda un programma sportivo.
    <<Io voglio solo sapere perché>> mormoro con le lacrime pronte ad uscire.
    Si alza e tenta di baciarmi, ma lo allontano infuriata.
    <<Non toccarmi!>> strillo.
    <<Amore calmati>> dice tranquillo.
    <<Non chiamarmi amore e non dirmi di stare calma!>> urlo isterica.
    Scappo di nuovo in camera mia sul letto. Mi sento debole, triste e delusa.
    Mi raggiunge subito e mi accarezza i capelli.
    <<Il perché non lo so nemmeno io. Sei così dolce e buona che preferirei morire in questo momento>> sospira.
    <<Se vuoi realizzo il tuo desiderio anche in questo istante>> rispondo stizzita alzandomi di colpo.
    Mi ferma i polsi e mi da un bacio dolcissimo. I suoi tocchi mi fanno cedere...
    <<Ti amo>> sussurra mentre mi addormento sul suo petto.
    Non sono sicura di quello che ho sentito perché già ero crollata.
    ...Mi risveglio e questa volta so cos'è successo. Mi risveglio e lo raggiungo in cucina in intimo. Non dico nulla mentre faccio colazione, ma lui mi sorride.
    <<Hai sentito bene. Ti amo!>> ripete.
    Lo guardo stupita.
    <<Ti amo>> dice ancora tra un bacio e l'altro.

  8. #8
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    Sei bravissima! Complimenti! Un'emozione dopo l'altra! Continua così

  9. #9
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    Come prima cosa vorrei ringraziare Frencykka e anche voi tutte che seguite la mia storia!

    8°CAPITOLO

    Sono in biblioteca, il mio posto preferito dopo la mia vecchia casa. Adoro ammirare i libri antichi e leggere tanti libri nuovi. Sto nel reparto letterario ad osservare una copia molto elegante di Madame Bovary, indecisa se prenderlo in prestito adesso o più in la.
    <<Tesoro guarda, l'ho trovato!>> mi chiama Andrea.
    <<Mh?>> chiedo assente.
    <<Ho trovato il libro di Rousseau che ci serve per l'esame>> spiega.
    <<Oh... ehm ok andiamo>> sorrido.
    La bibliotecaria ci inserisce nei dati del computer, le do il mio documento e ce ne andiamo.
    <<Perché non mi ascolti?>> sbuffa mentre entriamo in macchina sua.
    <<Scusa Andy>>
    <<Ti ha detto che ti ama, no? Quindi perché sei così assente? O lo perdoni oppure no! Prendi una ca*zo di decisione!>> mi sgrida.
    <<Hai ragione>> mormoro.
    Mi guarda un po' accigliato mentre mette la macchina in moto.
    <<Vuoi prendere un gelato?>> sospira.
    Andiamo in centro a mangiare un gelato facendo un giro per i negozi e poi torniamo a casa sua per studiare e chiamo Ka per dirgli che resto a cena da Andrea, ma ovviamente si arrabbia.
    <<Andy senti potresti portarmi a casa?>> chiedo entrando in camera sua.
    Non mi accorgo che non ha la maglietta e arrossisco appena lo vedo.
    <<Perché?>> chiede voltandosi tranquillamente verso di me.
    <<Ka si è arrabbiato e non voglio far degenerare la cosa>> dico visibilmente imbarazzata.
    Alto, moro, muscoloso e con la carnagione olivastra e occhi incredibilmente azzurri. Ecco chi è Andrea.
    Sorride e si mette una felpa.
    <<Non devi fare per forza tutto ciò che ti dice lui, altrimenti finirai per odiarlo. Mettiti comoda>> dice indicando il divano.
    Mi metto sul divano e iniziamo a studiare fino alle sette. Poi lui va in cucina e io gli faccio le domande su quello che abbiamo imparato e viceversa.
    <<Cosa mi cucini di buono?>> chiedo affamata.
    <<Io a te nulla. Tu cucini con me altrimenti non mangi>> ride.
    <<Cosa vuoi che faccia?>> sbuffo.
    Mi fa mescolare il sugo, assaggiare e scongelare la carne in microonde.
    Mangiamo un bel risotto al pomodoro carne arrosto e patatine fritte. Mentre metto tutto in lavastoviglie mi lascia un momento da sola e ritorna senza felpa. Alzo gli occhi al cielo e lui ride.
    <<Ora puoi riportarmi a casa?>> chiedo incrociando le braccia al petto.
    <<Volevo vedere un film>> dice fingendosi dispiaciuto.
    <<Giuro che ti odio quando fai così>> sbuffo.
    Ci mettiamo sul suo letto a vedere un film. Io mi appoggio al suo petto mentre lui mi accarezza i capelli.
    <<Mi odi davvero?>> mi chiede all'improvviso.
    Lo guardo senza capire.
    <<Certo che no, stupido!>>
    Sorride e con l'altra mano mi accarezza il fianco destro dove spunta un po' il tatuaggio.
    <<Posso vederlo?>> chiede guardandomi intensamente.
    So dove vuole andare a parare, ma non ci penso. Mi viene naturale abbassare il bordo dei jeans mostrandogli metà tatuaggio. Senza preoccuparsi troppo mentre mi guarda negli occhi scopre del tutto il tatuaggio. Gli da uno sguardo veloce prima di afferrarmi il fianco scoperto e baciarmi sulla bocca. Non mi ritraggo, ma gli afferro il braccio per non farlo continuare oltre. Bacio intenso e desiderato.
    <<Andy io... io non voglio ripagarlo con la stessa moneta>> sussurro.
    <<Lo so. Volevo solo provare>> mi rassicura.
    <<Amici come prima?>> propongo.
    <<Più di prima>> sorride e mi porta a casa.
    Appena rientro Ka è infuriato sul divano. Ha delle occhiaie spaventose e una rabbia indescrivibile. Mi avvicino piano cercando di toccarlo, ma mi blocca i polsi.
    <<Andiamo a letto. Voglio stare un po' con te>> dico morbida.
    Mi guarda suscettibile, ma mi segue in camera mia, ci mettiamo a letto e capisco che non è infuriato con me.
    <<Tesoro domani devo partire per il tour invernale. L'ho saputo tre ore fa>> dice tenendomi ferma per i polsi temendo una mia reazione.
    <<Cosa?>> chiedo allibita.
    <<Lo so tesoro che è dura, ma devo andarci!>>
    Iniziai a piangere e a spingerlo fuori dalla mia camera e mi addormentai scossa dai singhiozzi...
    ...<<Tesoro non vuoi salutarmi?>> mi chiede all'alba.
    <<No. Vattene!>>

    Passano 10 giorni e non ci sentiamo per niente. Andrea mi sta molto vicino e trovo in lui più che un rifugio.
    <<Cosa ti preparo?>> chiede una volta tornati a casa sua.
    Alzo le spalle abbassando lo sguardo. io lo voglio, lui mi vuole così succede e basta, senza un perché.
    Mi bacia dolcemente e questa volta non bado a dove vanno a finire le sue mani. Appena mi leva la felpa ho un secondo di lucidità e cerco le sue mani.
    <<N- non... Andy non...>>
    Mi interrompe con altri baci...
    ...<<Non ti abbandonerò mai. Te lo prometto>> dice abbracciandomi da dietro.
    Gli stringo forte la mano e mi addormento.

    Mi risveglio nel pomeriggio, da sola nel letto, stranamente felice.
    <<Ehi piccola peste>> mi saluta Andrea.
    Mi da un bacio bellissimo facendomi ricadere sul letto.
    <<Smettila, Andy!>> rido mentre mi fa il solletico.
    <<Vedi se non ti faccio cambiare idea>> mi promette alzandosi.

  10. #10
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    Predefinito Re: Piccola principessa

    8°CAPITOLO

    Dopo chissà quanti mesi sono davvero felice. Andrea mi rende davvero felice. Ka in un mese non ha mai tentato di mettersi in contatto con me. Solo Ivan sa quello che ho fatto quella volta con Andrea e l'ho pregato di tenerselo per sé perché Ka doveva saperlo da me.
    In realtà io e Andrea non stiamo insieme, ma ovviamente quell'episodio ci ha reso più uniti senza atteggiamenti equivoci. Nonostante non sentissi Ka, non ho intenzione di ferirlo di nuovo intenzionalmente.
    Andrea stamattina è a casa mia perché si annoia ad andare a lezione, quindi siamo sul divano a goderci un film.
    <<Secondo me sei più sexy così che in intimo>> mi prende in giro.
    Indosso una maxi felpa, leggins, calzini, pantofole e ho i capelli raccolti in modo disordinato.
    <<Smettila, stupido>> sbuffo dandogli un colpo sul petto.
    Lui è bellissimo in ogni caso: ha sempre i capelli neri corti in disordine, un leggero alone di barba... insomma sembra appena uscito da una rivista di moda.
    <<Andiamo a fare un giro? Mi annoio>> propone.
    <<Se ti annoi di stare in casa perché non sei andato a lezione, oggi?>> chiedo avvolgendomi nel plaid.
    <<Non volevo andarci senza di te. Dai usciamo!>> sorride.
    <<No, ho freddo. Per questo sono rimasta in casa, altrimenti andavo a lezione>> dico infreddolita.
    <<Ok allora vado da solo>> dice fingendosi offeso.
    So a che gioco sta giocando.
    <<Non mi freghi Andy. Vattene!>> rido.
    Non si muove dal divano mettendo il broncio.
    <<Ok resta lì. Io vado a rifare il letto>>
    Vado in camera mia e mi raggiunge subito toccandomi i fianchi con le sue mani calde.
    <<E dai Andy>> mi lamento afferrandogli le dita.
    Mi volto e senza preavviso mi bacia, ma mi stacco subito.
    <<Anche se non sto con Ka non voglio ferirlo>> dico decisa.
    Mi bacia di nuovo.
    <<Allora quando glielo dirai e correrai da me non sarò a tua disposizione in questo senso>>
    <<Coma amico?>> chiedo.
    <<Come amico ci sarò sempre>> sorride.
    <<Mi accontento>> sorrido sollevata.
    Mi da un bacio sulla fronte e va a fare una passeggiata.
    So che scherza e che non ci proverebbe mai, ma le sue mani e i suoi occhi dicevano altro.
    Pranziamo e ci riposiamo sul mio letto abbracciati.
    Mi risveglio con delle voci maschili per niente amichevoli e mi accorgo che Andrea non è più con me. Scendo in cucina spaventata e vedo Ka infuriato che ruggisce contro Andrea.
    <<Ehi, ma cosa succede?>> chiedo confusa.
    <<Dimmelo tu piccola vipera!>> urla Ka.
    <<Non ti permettere di rivolgerti a lei in questo modo!>> interviene Andrea.
    Gli poggio una mano sul petto e scuoto leggermente la testa.
    <<Andy ti prego lasciaci soli>> dico con calma.
    <<No! Non abbiamo fatto nulla di male e lui non ha diritto di urlarci contro e trattarti male!>> si arrabbia.
    <<Tranquillo, ci penso io. Vai a casa e calmati, ok?>> lo rassicuro.
    <No!>> risponde in tono di sfida guardando Ka.
    <<Ehi guardami! Vai a casa e calmati!>> ordino in tono fermo e deciso.
    Prende il giubbino e se ne va sbattendo la porta.
    <<Ka io non...>>
    <<Stai zitta!>> mi interrompe livido di rabbia.
    Sospiro e ritorno in camera mia per farlo sbollire un po'.
    <<Ka cosa vuoi per cena?>> chiedo più tardi.
    <<Niente. Vado a cena da Pedro>> risponde con rabbia.
    Mi lascia sola in salotto e va da Pedro. Andrea arriva poco dopo.
    <<Andy ti prego vai a casa>> gli chiedo in tono di supplica.
    <<No!>> sibila.
    <<Per favore. Fammi fare con calma. Ti prometto che si aggiusta tutto. So calmarlo, tranquillo. Ma se tu non vai via lui non si calmerò. Ha bisogno di un po' di tempo. Ti prego, vai>> sospiro.
    <<Sei sicura?>> mi chiede poco convinto.
    <<Assolutamente. So gestirlo>> sorrido.
    Sospira più tranquillo e se ne va.
    Ka rientra verso mezzanotte stanco morto.
    <<Ka posso parlarti?>> chiedo prendendogli il polso.
    Mi guarda intensamente. Forse è la prima volta che mi guarda negli occhi oggi.
    <<Sono stanco. Buonanotte>>
    Lo lascio andare. Vado a farmi una doccia, metto la canottiera e pantaloncini e sciolgo i capelli perché so che lui lo adora. Entro in camera sua e mi infilo nel suo letto. Inizio a sfiorargli il petto nudo con le dita e appena arrivo alla gola mi afferra il polso e sorrido.
    <<Ormai dovresti saperlo>> lo prendo in giro.
    <<Dimmi che lui non conta nulla>> mi sussurra.
    <<Ka lo sai che è solo un amico>> sbuffo.
    <<Davvero?>>
    <<Davvero>>
    Mi da un bacio intenso e ci addormentiamo abbracciati.

    ...Mi risveglio da sola nel letto. Infatti è in cucina che prepara la colazione.
    <<Ne vuoi parlare?>> chiedo versando del caffè nella tazza di latte.
    <<Non sono arrabbiato con te, ma tu dovresti esserlo con me invece>> dice piano sedendosi a tavola.
    Lo guardo negli occhi e capisco all'istante.
    <<Di nuovo?>> chiedo scattando in piedi.
    Cerca di toccarmi ma lo scanso.
    <<Rispondi!>>urlo isterica.
    <<Mi dispiace tanto...>>
    <<Ho detto rispondi!>> insisto.
    <<Sì, ma giuro che...>>
    <<Cosa mi giuri? Tu adesso non mi rivolgi la parola, chiaro?>> strillo.
    Mi chiudo in camera mia e mi vesto in fretta. Indosso jeans, felpa, sneakers, lascio i capelli sciolti e corro da Andrea.
    La cosa che mi conforta quando vado da Andrea è che abita da solo, quindi posso andarci quando voglio. Anche alle 7.00 di mattina come in questo caso. Mi apre in boxer ancora intontito.
    <<Ehi>> mormora vedendo la mia faccia rigata di lacrime.
    Mi rifugio nel suo abbraccio continuando a piangere mentre mi accarezza i capelli tentando di calmarmi. Quando mi calmo gli spiego tutto e si veste di tutta fretta.
    <<No,, ti prego! Ho bisogno di te>>
    E' una richiesta ben precisa. Capisce e mi accontenta. Mi bacia con tenerezza cercando di spostarmi i capelli dal viso bagnato di lacrime. Non lo rifiuto, anzi mi ci aggrappo come se fosse la mia ancora...
    ... Mi risveglio nel suo caldo abbraccio con il vibrare del mio cellulare.
    <<Chi è?>> mi chiede accarezzandomi la spalla.
    <<E' solo Ka. Vuole che torni a casa con lui, ma non voglio. Ci torno quando rientrano i suoi la settimana prossima>> spiego.
    <<Sono lieto di ospitarti>> sorride.
    Sorrido anche io e gli do un bacio.
    <<Grazie di tutto>>
    Ci alziamo per fare colazione a mezzogiorno.
    Mentre lui va a fare delle commissioni io vado a prendere le mie cose e dire a Ka la mia decisione.
    <<Non te lo permetto. Ti prego resta>>
    <<No Ka! Hai bruciato la tua seconda possibilità. O accetti che sto con Andrea oppure quando i tuoi non ci sono io resto da lui!>> dico decisa.
    <<Non posso accettarlo, ma ti prego resta!>>
    Scuoto la testa e me ne vado.

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