Salve! Scusate la lunghissima assenza, ma ho gli ultimi esami da finire quindi non ho mai tempo. Ho deciso di ricominciare a scrivere qualcosina perché ho litigato per la seconda volta con una persona speciale e h bisogno di sfogarmi. Spero vi piacerà
1°CAPITOLO
Ero all'università con le mie amiche Ersilia e Maria. Stavamo pranzando quando improvvisamente apparve Carmine, il migliore amico di mio fratello.
<<Ciao!>> lo salutai sorpresa.
<<Ciao! Senti posso parlarti?>>
Annuii e ci allontanammo.
<<Posso chiederti un favore? Però se non vuoi o non puoi...>>
<<Ka, sputa il rospo!>> lo interruppi.
<<Ok. Mia sorella rientra da Londra per questo weekend e vorrei prepararle una festa a sorpresa. Potresti aiutarmi, per favore?>> chiese imbarazzato.
<<Ma certo! Verrò da te stasera e discutiamo dei particolari. Ordina cinese per me!>>
Sorrise e mi baciò la guancia.
Una volta andato continuai a pranzare con le ragazze e seguimmo la lezione di Sociologia. Alle 18:00 Pedro venne a prendermi e andammo a casa.
<Ka mi ha detto che cenate insieme stasera>> disse serio.
<<Sì se non ti da fastidio>>
Non rispose subito. Rallentò e parcheggiò nel garage, ma non accennò a scendere.
<<Non mi da fastidio, ma è pur sempre un ragazzo e io sono pur sempre tuo fratello. Mi fido ciecamente di lui, ma sai che casino succederebbe se andasse qualcosa storto? Stai molto attenta, tesoro per favore!>>
<<Ma certo, tranquillo>> sorrisi.
Non sapevo a cosa alludesse Pedro anche perché conosco Ka da piccola quindi era come un terzo fratello per me. Feci la doccia, indossai un paio di jeans puliti, converse, maglietta senza maniche bianca e felpa. Misi un po' di matita nera sugli occhi e un velo di rossetto per mascherare i segni della stanchezza. Presi le chiavi della macchina e andai a casa di Ka alle 21:30.
<<Oh eccoti! Pensavo non venissi più!>> mi salutò Ka.
<<Scusami ho finito tardi e poi ho trovato traffico>> mi scusai.
Sorrise e entrammo in salotto. Sul tavolino basso e largo di legno scuro c'erano appoggiati vari sacchetti del ristorante cinese.
<<Ho pensato che volessi vedere un film. Che dici di Pirati dei Caraibi? Scegli tu quale>>
<Ok il secondo>>
Guardammo il film mentre mangiavamo. Mi sentivo un po' a disagio quindi mi levai la felpa scoprendo il tatuaggio che avevo sulla spalla destra.
<<Da quando hai il tatuaggio?>> mi chiese sorpreso.
<<Da ottobre. Due mesi>>
<<Ok. Che dici di organizzare la festa?>>
Sorrisi e mi misi a gambe incrociate prendendo un foglio e una penna. Ci divertimmo moltissimo e passò l'imbarazzo.
<<Ehi hai dello zucchero qui>> sorrise.
Mi pulì il labbro inferiore con il pollice e arrossii violentemente.
<<Sei sempre tenerissima>> sorrise avvicinandosi di più a me.
<<Senti io devo andare. E' tardi e Pedro sarà preoccupato>>
<<Resta ancora un po'. Ti riaccompagno io>>
<<E la mia macchina?>> chiesi non capendo.
<<Te la riporto domani, tranquilla>> sorrise.
Annuii più tranquilla e mi rilassai sul divano mentre Ka chiamava Pedro per avvisarlo che mi riaccompagnava a casa più tardi.
<<Vado in bagno>> dissi stiracchiandomi.
Andai in bagno e incuriosita entrai in camera sua. Avevo un debole per la sua chitarra acustica, quindi mi sedetti sul suo letto e me l'appoggiai sulle ginocchia per provarla un po'.
<<Ti piace eh?>> chiese Ka entrando.
<<Da morire>> sospirai.
Si sedette accanto a me e suonò qualcosa mentre io lo ascoltavo incantata stesa sul suo letto. Dopo un po' la posò e si stese accanto a me.
<<E' incredibile quanto sia cresciuta. Sei una donna ormai, ma io ti vedo ancora come una bimba>> sorrise.
Cercai di rispondere, ma mi baciò leggermente sulle labbra. Restai un po' imbambolata, infatti mi lasciò il tempo per capire e sorrisi. Mi era piaciuto e ne volevo ancora, così mi accontentò con un bacio più profondo a cui partecipai anche io. Sentii le sue mani sotto la maglietta che scorrevano sui miei fianchi.
<<Aspetta. Pedro dice che non è una buona idea>> mormorai.
<<Devi rendere felice te stessa, non tuo fratello>>
Continuò ad accarezzarmi e gli sfilai la maglietta accarezzandolo a mia volta. Poi accadde tutto in fretta senza che me ne rendessi conto, prima che riuscissi a connettere...
...Mi risvegliai intontita con i primi raggi e vidi che ero nuda.
<<Ca*zo! Pedro adesso mi ammazza!>> esclamai mentre mi rivestivo in fretta.
Scesi in cucina in fretta.
<<Ehi tesoro dove vai?>> chiese Ka sorridendo.
<<Devo andare a casa prima che Pedro si svegli!>> dissi agitata.
Entrai in macchina e tornai a casa. Aprii la porta piano per non far rumore, ma appena aprii la porta Pedro mi diede uno schiaffo.
<<Pè scusa io mi sono addormentata!>> mormorai.
<<Fila in camera tua! Lo sai che finché non vengono mamma e papà tu sei affidata a me! Sei in punizione! Non devi uscire per un mese, dammi il cellulare e all'università ti accompagno e ti vengo a prendere io!>> urlò arrabbiato.
Sospirai e feci quello che mi ordinò senza fiatare perché sapevo che aveva ragione.
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
2°CAPITOLO
Passarono due mesi da quella serata strana e ritornò tutto come prima. Pedro si è comprato un appartamento e io ho insistito per trasferirmi con lui, perché adoravo mio fratello. Era sabato pomeriggio e i ragazzi stavano per arrivare a casa nostra per vedere le partite di serie A e giocando al Fantascudetto. Ero buttata sul divano a leggere un libro quando arrivarono.
<<Salve ragazzi!>> li salutai senza nemmeno guardarli in faccia.
Ivan mi strappò il libro dalle mani.
<<Ehi no si rompe! Dai mi perdi il segno!>> mi lamentai.
<<Ka attento a non perderle il segno!>> rise Ivan mentre glielo lanciava.
<<“Mi sono innamorato di te fin dal primo momento. Eri la più bella ragazza che avessi mai visto, e ancora mi domando perché mai tu abbia scelto me, ma il mio amore di allora non è nien..>> iniziò a leggere Ka sghignazzando.
<<Togli subito quelle zampe dal mio libro!>> mi arrabbiai prendendolo al volo.
<<Dai piccola mia stiamo scherzando!>>
<<Non sono la tua piccola, brutto caprone!!!>> strillai e me ne andai in camera mia.
<<Lo sai che si innervosisce se toccate i suoi libri. Poi ho la sensazione che ce l'ha con te, Ka>> stava dicendo Pedro.
KA
Non l'avevo dimenticata, ma era meglio per lei. Non volevo si mettesse contro i suoi fratelli. Erano due mesi che mi trattava male e ci stavo male. Era maledettamente bella con gli occhiali e i capelli raccolti in una coda disordinata assorta nel libro che leggeva.
Ero furiosa con lui. Non aveva combattuto. Se ci teneva davvero l'avrebbe fatto e invece mi diceva solo bugie. Dovevo uscire da quella casa, in fretta. Indossai un paio di jeans e una canotta bianca, un paio di sneakers e sciolsi i capelli lasciandoli morbidi sulle spalle e m truccai un po'. Volevo andare al cinema da sola.
<<Pè io vado al cinema! Prendo la tua macchina!>>
<<Non se ne parla! Sei da sola e al cinema non ci vai sola. Lo sai che gente c'è!>>
Sbattei le chiavi sul tavolo e feci per andarmene di nuovo in camera mia, ma la voce di Pedro mi fermò.
<<Dove credi di andare, signorina? Lo sai che sei stata davvero maleducata?>> si arrabbiò.
Abbassai la testa e scoppiai a piangere. Con Pedro le lacrime funzionavano sempre, infatti si addolcì.
<<Ok tesoro lo sai che è pericoloso. Io mi preoccupo per te>> disse asciugandomi le lacrime.
<<Lo so e ti chiedo scusa, ma volevo vedere un film tranquilla. Mary è a Bologna per quello stupido stage e io sono da sola>>
<<Ehi Pedro senti visto che oggi giocano solo Juve e Milan, magari posso portarla io>> si offrì Ivan.
Mi piacque l'idea. Ivan era il tipo che ti ascoltava senza fare domande e se non volevi parlare non ti forzava. Pedro era d'accordo, mentre Ka era livido di gelosia.
<<Cosa vuoi vedere? Non un film d'amore, ti prego!>>
<<Ehm che dici se andiamo a mangiare qualcosa, invece? Ho cambiato idea. Scegli tu dove>>
<<Ok mi sembra un ottimo compromesso>> sorrise.
Andammo in un pub irlandese molto carino.
<<Di cosa vuoi parlarmi?>> chiese appena ci sedemmo.
<<Ka sta con una ragazza?>> chiesi con voce tremante.
Annuì.
<<Ok>>
<<Però lui ti vuole davvero>>
<<Se mi volesse davvero adesso starebbe con me e non a casa a vedere una partita! Avrebbe dimostrato a Pedro che a me ci tiene davvero e invece sceglie la via che gli fa più comodo, quindi non dire stupidaggini!>>
Si avvicinò la cameriera.
<<Un panino con hamburger, ketchup e maionese, una porzione di patatine fritte con altra maionese e una birra per me e un panino con wurstel e maionese e coca per lei>> disse Ivan.
Dopo Maria, Ivan era il mio migliore amico.
Ci divertimmo molto e Ivan mi era di grande conforto. Andammo a fare una passeggiata con il suo braccio sulle mie spalle e io gli tenevo il braccio in vita.
<<Ne abbiamo parlato giusto stamattina. Ka mi ha detto che non riesce più a starti lontano e ci soffre e io gli ho detto quello che tu hai detto a me prima. La partita era da lui stasera, ma sapeva che non saresti venuta, quindi ha convinto Pedro per vederla da voi>>
Sospirai e mi strinsi più forte a lui.
<<Sei il mio migliore amico Iv, sei sicuro che la tua fidanzata Sara non è gelosa?>>
<<Assolutamente no! Ti conosco da prima di lei e sei la mia sorellina. Ne ha sempre voluta una>> sorrise.
Mi vibrò il cellulare e lessi il messaggio di Ka. KA
Dove siete? Sono al cinema e non ci siete!
Sbuffai e non risposi. Ivan era al bar per prendere due cornetti caldi. Ka mi chiamò, ma risposi solo alla 7ima chiamata.
<<Che vuoi? Lasciami in pace!>> mi arrabbiai.
<<Voglio sapere dove siete>> rispose arrabbiato.
<<No!>> dissi in fretta e staccai.
Ivan uscì poco dopo e stava parlando al cellulare.
<<Sì amico, tranquillo... Siamo alla sua cornetteria preferita... ok ciao>>
<<Sta venendo qui?>> sbuffai.
<<Così pare>>
<<Non voglio parlare da sola con lui ti prego>> mi lamentai.
Arrivò in quel momento.
<<Ehi amico ti dispiace lasciarci soli? La riporto io a casa>> disse Ka accendendosi la sigaretta.
Ivan annuii e mi diede un bacio sulla fronte.
<<Dagli possibilità di spiegarsi>> sussurrò.
Se ne andò e Ka si sedette sul muretto accanto a me.
<<Allora...>>
<<Non iniziare! Non ti voglio sentire, per favore!>> sbuffai.
Annuì e prendemmo a camminare in silenzio mentre io mangiavo il cornetto con lentezza estenuante. Dopo quasi mezzora mi prese la mano e, inizialmente cercavo di sfilarla, ma strinse ancora più forte intrecciando le dita alle mie. Avevo freddo e tremavo un po' per quello e un po' per rabbia.
<<Vuoi la mia giacca?>> chiese sfilandola.
La indossai e subito mi sentii meglio. Il suo profumo era delizioso. Mi si parò davanti e si avvicinò alle mie labbra lentamente. Sembrava quasi che mi stesse dando la possibilità di scegliere, ma con Ka non si poteva scegliere anche se opponevi resistenza. Cercai di scostarmi appena mi sfiorò le labbra, mi prese con forza i fianchi e le nostre labbra si presero, finalmente. Mi fece sedere sul muretto per farmi arrivare alla sua altezza e baciarmi meglio. Non potevo far altro che accarezzargli i capelli. Si staccò appena per riprendere fiato e approfittai per allontanare il viso dal suo.
<<Non è giusto. Non puoi venire qui e baciarmi>> mormorai.
<<Io ti voglio e lo so che sono uno stupido perché ti sto facendo soffrire, ma credimi>>
<<Non posso crederti! Vai a letto con un'altra e adesso sei qui che baci me. Non lo trovo giusto! Non fai niente perché io possa fidarmi di te, niente per farmi capire che tu ci tieni! Su cosa dovrei crederti?>> scoppiai a piangere.
Annuì e abbassò la testa senza dire nulla.
<<Ecco, vedi? Sei un vigliacco!>> mi arrabbiai e me ne andai via da lui.
Iniziai a correre e sapevo che mi stava dietro. Mi diressi verso il parco e entrai. Non lo vedevo, quindi mi fermai per prendere fiato.
<<Per favore!>> ansimò appena mi raggiunse.
<<Cosa?>> chiesi infuriata.
<<Vieni con me, adesso!>>
<<No, Ka. Devo tornare a casa, ora!>>
<<Ok ,ma ti ci porto io perché è tardi>>
Annuii e arrivammo in macchina sua. Mi addormentai, ma appena aprii gli occhi capii che non ero a casa: i mobili erano diversi. Ero in camera sua e lui era in bagno. Mi alzai e con tutta la rabbia che mi ribolliva in corpo entrai in bagno e non me ne importava che era nudo.
<<Adesso tu mi riporti a casa!>> sibilai.
<<Ho parlato con Pedro e ha detto che per lui va bene se resti qui, anzi mi è sembrato sollevato visto che doveva andare da Eli>>
<<Ok>>
Andai in camera sua e lanciai il cuscino con una coperta nel corridoio e chiusi la porta.
<<Tu dormi sul divano!>>
Me ne accorsi solo in quel momento che non avevo i jeans, perché erano sulla sedia accanto al letto. Raccolsi le gambe al petto e mi addormentai.
Mi risvegliai alle otto, indossai un paio dei suoi pantaloncini, andai in bagno e scesi in cucina. Era in boxer che preparava la colazione. I pancake. Appena mi vide imbronciata seduta a tavola mi sorrise e spinse il piatto pieno di pancake verso di me. Addentai uno e scoprii che stavo sorridendo per quanto erano buoni. Bevvi un po' di latte e ritornai su per vestirmi. Lo sentivo che era dietro di me. C'era troppo silenzio, quindi mi girai.
<<Io non lo farei. Perderemo un sacco di tempo se ti metti quei jeans>>
<<Fan*ulo!>> sbottai infilandomi i jeans.
Si avvicinò con velocità impressionante e prese a baciarmi.
<<Sei mia, punto. Vorrei che questo ti fosse chiaro!>>
<<Allora lascia la tua ragazza e affronta i miei fratelli se mi vuoi!>> mi arrabbiai.
Lo spinsi via e continuai a vestirmi.
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
3°CAPITOLO
Non era risolto ancora nulla e ci stavo davvero male, ma almeno aveva mollato quella ragazza. Era il periodo di Natale e le coppie avevano prenotato una vacanza. Pedro, per non farmi rimanere sola, aveva chiesto a Ka se potevo stare da lui e accettò. Ovviamente era contento, ma io no perché non volevo fare qualcosa alle spalle di Pedro. Andai a casa sua la sera e mi annunciò che avrei dormito in camera con lui.
<<Posso anche dormire sul divano>>
<<Non fare la stupida. Mica ti mangio?>> sorrise.
Mentre lui preparava la cena io sistemavo le mie cose, mi feci una doccia e indossai il pigiama.
<<Mmmm che profumino!>> esclamai entrando in cucina.
Mi avvicinai alla padella e rubai il mestolo dalle mani di Ka per assaggiare.
<<Ehi donna! Se vuoi mangiare devi guadagnartelo>> disse minaccioso riprendendosi il mestolo.
<<E come?>> sbuffai.
<<Aiutami! Tu prepara il sugo>>
Mi legai i capelli in una coda ordinata e iniziai a preparare il sugo. Mi si avvicinò alle spalle e solo allora mi accorsi che si era tolto la maglietta. Una mano la mise sulla mia che stava maneggiando il mestolo e l'altra la infilò sotto la maglietta sulla mia pancia.
<<Mescola lentamente>> mi sussurrò all'orecchio.
Annuii ignorandolo. Dopo un po', finalmente si spostò e si dedicò alla pasta.
<<Assaggia>> disse avvicinandomi il mestolo alla bocca.
Lo assaggiai e rimasi stupita per quanto era buono. Sorrise della mia espressione e mi fece sedere a tavola mentre lui metteva tutto nei piatti. Mangiammo, mettemmo tutto in lavastoviglie, andai a lavarmi i denti e mentre Ka faceva la doccia io andai sul suo letto a leggere.
<<Tesoro parliamo un attimo?>>
<<No>> risposi indispettita.
Sospirò e si stese accanto a me sotto le coperte. Non si arrese e prese a baciarmi. Dovevo ammettere che lo volevo tanto anche io, così mi lasciai andare.
Mi risvegliai intontita. Non mi era ben chiaro cosa fosse successo, ma poi mi resi subito conto vedendo il mio pigiama appoggiato con cura sul termosifone acceso. Lo indossai e scesi in cucina. Ka non c'era, ma aveva lasciato un biglietto sul frigo.
Sono andato ad accompagnare Ivan e Sara in aeroporto. Vengo subito.
Mi sedetti sul divano con le gambe raccolte al petto ad aspettarlo. Arrivò subito dopo con un gran sorriso.
<<Ehi amore cos'hai?>> chiese avvicinandosi a me.
<<Perché l'hai fatto? Lo sai che non sono d'accordo>> mormorai.
<<Non ce la faccio ad affrontarli, ma io ti amo>> sospirò.
<<Non è vero!>>
<<Invece sì. Voglio stare con te in qualunque momento. Impazzisco quando non ci se>>
<<Non mi ami abbastanza da chiarire la situazione. Non ci tieni abbastanza, perché se ci tenessi adesso staremmo anche noi in vacanza con gli altri!>>
<<Se Pedro lo sapesse col cavolo che ti avrebbe fatto restare qui. Non è meglio stare qui da soli e venire quando ti pare senza che nessuno ci divida?>>
Sembrava una buona idea.
<<Sì che è bello così, ma prima o poi lo scopriranno e si arrabbieranno>>
<<Allora facciamo che adesso ci frequentiamo come una coppia normale e se va bene ti giuro che parlerò ai tuoi fratelli>> sorrise.
Annuii leggermente soddisfatta.
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
4°CAPITOLO
Ero in centro a Milano con Mary, che era venuta a trovarmi prendendosi una pausa dallo stage. Entrammo in libreria e presi a leggere la quarta di copertina di quasi tutti i libri.
<<Shà secondo me sbagli>> sussurrò lei prendendomi il braccio.
<<Lo so. Anche secondo me è un errore, ma lo sai Ka com'è>>
<<Ah e così lo accontenti sempre altrimenti se non si fa come dice lui non si fa per niente?>> si arrabbiò.
<<No è solo che ho provato a fare a modo mio e ho sofferto>>
Ormai infuriata mi spinse fuori dal negozio.
<<Vedi? Ho ragione io. Quel bastardo ti ha in pugno! Secondo me dovresti rischiare!>>
<<Non credo che reggerei>> mormorai.
<<Lo so tesoro, ma lo sa anche lui ed è per questo che ti tiene in pugno! Prendi la decisione migliore per te. Tu sei felice se usciste alla luce del sole, quindi si fa così, altrimenti non ti vuole!>> disse comprensiva.
Annuii perché sapevo che aveva ragione, così andai a casa sua e mi salutò con un bacio.
<<Ciao, piccola>>
<<Ciao Ka senti devo parlarti, ma ho bisogno che tu non ti arrabbi>>
Annuì un po' rigido e incrociò le braccia restando in piedi.
<<Be io ho riflettuto molto alla nostra storia e confermo la mia volontà di essere onesti con i miei fratelli>> dissi sicura di me.
<<Ma dai tesoro avevamo deciso che si faceva a modo mio>> disse persuasivo.
<<E' proprio questo il punto! Si fa sempre e solo quello che dici tu, mai una volta che decidessimo insieme o che rispettassi le mie decisioni!>> mi arrabbiai.
<<Allora mi stai mollando>>
<<Io non ti voglio mollare! Voglio solo che tu mi faccia felice su questo aspetto>>
<<Non posso. Lo sai come la penso>>
<<No, non lo so!>>
<<Secondo me è una follia dirlo ai tuoi fratelli visto che sono il migliore amico di Pedro e che, guarda caso, lavoriamo sempre insieme!>> spiegò ormai senza più un briciolo di calma.
<<Invece io credo che apprezzeranno se glielo dicessimo! Pensa se lo venissero a sapere per caso! Tu come ti sentiresti?>>
Mi sentivo le guance infuocate.
<<Io non credo sia una buona idea, ma comunque se non vuoi fare a modo mio allora basta>>
Abbassai la testa triste, ma orgogliosa di aver opposto resistenza.
<<Vedi? Sei tu che vuoi lasciarmi>> mormorai.
Non gli diedi il tempo di replicare perché me ne andai. Presi la metro e andai da Ivan e gli raccontai tutto.
<<Ok resta a dormire da me>> disse dopo aver avvisato Pedro.
Per ogni evenienza i ragazzi tenevano sempre un ricambio per la notte per me.
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
5°CAPITOLO
Pedro era con i ragazzi in studio e io volevo preparargli una bella cenetta visto che era stato via tutto il giorno. Anzi in realtà avevo insistito che venissero tutti, perché volevo verificare l'aspetto di Ka. Volevo vedere de era sciupato come il mio. Dopo aver preparato le cose più difficili andai a farmi una doccia, indossai pantaloncini di jeans, canottiera bianca e capelli raccolti in una coda. Preparai la tavola un'ora prima e intanto andai al super mercato per comprare delle confezioni di preparato per torte della cameo. Cheesecake cioccolato e pistacchio. Andai a sbattere contro qualcuno.
<<Ehi scusa. Ti sei fatta male?>>
Alzai lo sguardo e scossi la testa.
Un bel ragazzo alto e moro.
<<No no. Anzi scusa è colpa mia>> mormorai.
Sorrise e mi tese la mano.
<<Piacere sono Matteo>>
<<Io sono Sharon>> sorrisi.
<<Per caso vai all'Università la Cattolica?>>
<<Sì. Anche tu?>>
Annuì e ci avviammo alla cassa.
<<Allora ci vediamo in giro>> lo salutai imbarazzata.
<<Contaci!>> disse facendomi l'occhiolino.
Passata l'euforia mi vergognai dello stato in cui ero scesa. Salii di nuovo in casa e preparai la torta. Arrivarono i ragazzi e mi diedero tutti un bacio sulla guancia.
<<Oh menomale che Pedro ha una sorellina dolce come te>> sorrise Dani.
<<Grazie Calvio! Iv domani pomeriggio passo da te>>
<<Ok splendore, grazie>> sorriseIvan.
<<Tesoro tutto bene oggi in casa?>> chiese Pedro preoccupato.
Sorrisi e gli baciai la guancia.
KA
Mentre mangiavamo la fissavo e mi stavo letteralmente mangiando le unghie per quanto ero stato deficiente. Quasi non mi rivolgeva la parola da tre settimane.
<<Però mettete a posto voi. Io sono distrutta e domani devo alzarmi alle 5,00, quindi buonanotte a tutti>> disse sbadigliando.
Se ne andò di sopra senza degnarmi di uno sguardo e poco dopo la seguii dicendo di andare in bagno. Piano aprii la porta di camera sua e si girò di scatto furiosa. Era in intimo.
<<Se non te ne vai urlo>> minacciò.
Corsi subito verso di lei bloccandola con le spalle al muro e le tappai la bocca con la mano.
<<Voglio solo parlarti>> sussurrai.
Si dimenò in un disperato tentativo di liberarsi, ma io ero più forte.
<<Voglio fare a modo tuo. Non riesco più a starti lontano, ti prego>>
<<No!>> ringhiò contro la mia mano.
Mi diede un morso alla mano e la lasciai libera.
<<E ora lasciami in pace>> sibilò.
La afferrai per i fianchi e l'avvicinai a me. Aveva lo sguardo basso, così quando cercai di baciarla non mi rifiutò.
<<Ora basta>> ansimò.
Annuii e tornai dagli altri.
Lo odiavo! Come poteva pretendere una cosa del genenere? Un po' per ripicca e un po' per ostinazione ero decisa a non dargliela vinta.
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
6°CAPITOLO
Di tutta fretta preparai la borsa e corsi a prendere la metro per andare all'università. Mi imbattei in Ka per strada e subito mi fermò.
<<Ehi dove vai?>> chiese afferrandomi il braccio.
<<Levati dai piedi!>> ringhiai liberandomi dalla sua presa.
Arrivai in tempo per l'appello e mi rilassai subito. Dopo la lezione andai in aula studio per studiare in santa pace e poi verso le 18:00 tornai a casa.
<<Ehi piccola, Eli ti ha lasciato un po' di pasta nel forno>> sorrise Pedro.
<<Va bene>> dissi soltanto.
Volevo stare un po' da sola, in tranquillità. Pedro, vedendo che c'era qualcosa di strano in me, entrò in camera mia e mi accarezzò i capelli.
<<Perché non ti apri più con me? Ero il tuo migliore amico>> sussurrò.
<<Perché non penso che ti farebbe piacere>> mormorai.
Desideravo aprirmi con lui, ma non sapevo come avrebbe retto.
<<Non importa. Rivoglio la mia sorellina>> mi rassicurò.
<<Ok allora non arrabbiarti>>
Annuì deciso e iniziai a raccontargli di me e Ka.
<<Apprezzo che tu non volevi nascondermelo>> sorrise.
Sospirai sollevata.
<<Be tesoro suppongo tu sappia che Ka ora ha una ragazza, quindi non pensarci più e puoi contare su di me per qualsiasi cosa>> sorrise.
Lo abbracciai felice.
<<Ok voglio che non cambi assolutamente nulla tra di voi>>
<<Tranquilla. Ora ti scaldo la pasta>>
Scese in cucina e io misi il pigiama. Dopo pochi minuti salì in camera mia annunciandomi che Ka voleva parlarmi, ma scossi la testa. Non volevo vederlo.
<<Io credo che dovresti parlargli, anche solo per mandarlo a quel paese>>
Sbuffai e fece salire Ka. Lo accolsi con le braccia incrociate al petto e espressione imbronciata.
<<Cosa vuoi?>> chiesi una volta rimasti soli.
<<Volevo sapere come stai>> disse piano.
<<Sto bene. Ora vattene!>> sbuffai.
<<No piccola aspetta! Ho qui una cosa che potrebbe interessarti. Te lo ricordi il mio amico Andrea? Ha bisogno di stagisti per la sua azienda di Marketing e Comunicazione. E' uno stage importante e retribuito, a Roma per sei mesi. Vuoi accettare?>>
Lo guardai a bocca aperta.
<<So che adesso non ti fidi di me, ma voglio fare qualcosa di buono per te. Ho parlato con Pedro e lui è d'accordo>> sorride.
Non riuscivo ancora a destarmi.
<<Ecco qui ci sono tutti i suoi contatti, le informazioni e aspetta una tua telefonata in giornata. Potete incontrarvi qui a Milano per un colloquio informale>>
Mi diede un foglio e sorrise.
<<Ok lo chiamerò>>
Ka se ne andò e entrò Pedro.
<<Secondo me è un'ottima idea>> sorrise.
Presi il telefono e composi il suo numero di cellulare.
Ero felicissima perché il giorno dopo dovevamo vederci a casa mia per discutere dei particolari del contratto.
<<Dovresti ringraziarlo>> disse Pedro.
<<E come?>>
<<Chiamalo e andate a fare una passeggiata>>
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
7°CAPITOLO
A Roma, Pedro e Omar mi affittarono una camera in una casa da condividere con altre tre ragazze: Rosa, Claudia e Silvia. Ero lì da oltre tre settimane e dopo lo stage massacrante andavo a lavorare al bar vicino casa la sera. Andrea era un uomo molto buono con cui era facile andare d'accordo e spesso gli facevo da segretaria. Aveva la stessa età di mio fratello ed era molto affascinante.
<<Ehi piccola Pedretti>> mi chiamò dal suo ufficio. <<Ti dispiace venire qui un momento?>>
<<Ehm veramente ho delle commissioni da fare, capo. Le dispiace se vengo nella pausa pranzo?>>
Annuì con un mezzo sorriso e andai ad occuparmi del mio lavoro. I colleghi dicevano che ci provava con me, ma io non lo ritenevo affatto vero. Nella pausa pranzo dimenticai del tutto la richiesta del capo e andai a comprarmi un panino al bar di fronte e chiamai Pedro.
<<Ehi tesoro, come va?>>
<<Sto bene ed è molto interessante qui>>
<<Splendido! Appena sarai libera vieeni a trovare il tuo fratellone, d'accordo?>>
<<Sicuro! Come stanno gli... altri?>>
<<Ka sta meglio. Insomma si è un po' ripreso dalla tua partenza, Dani e Ivan lo sai, li senti sempre. Manda un messaggio a Ka, forse lo farai sentire meglio>>
<<Ok ora scappo!>> dissi in fretta e staccai.
Ritornai a lavoro e poi alle quattro ce ne andammo. Tornai a casa distrutta.
<<Ehi piccola come va?>> chiese Rosa.
<<I colleghi dicono che il capo ci prova con me>> sbuffai.
<<Wow! Devi starci Shà!>> rise
<<Ma che! Il capo con una stagista? Dai è impossibile e scorretto>>
<<Sarà anche scorretto, ma è un figo assurdo!>>
Feci una doccia, mi riposai un'ora e poi andai al bar per lavorare. Verso le 22 arrivò Andrea con un sorriso smagliante, camicia bianca e jeans e si sedette al bancone.
<<Resto io al bancone>> sussurrai a Tanya.
Andai al bancone e sistemai i capelli.
<<Salve capo! Cosa le posso offrire?>>
<<Lo sa signorina che è scorretto disobbedire al capo?>> chiese fingendosi serio.
<<Mi dispiace capo, ma dovevo lavorare. Allora cosa vuole? Vuole mangiare o bere?>>
<<Un Black Velvet, per favore>>
<<E' una richiesta insolita>> sorrisi mentre lo preparai.
Sorrise anche lui e mi fissava mentre lo preparai.
<<Ecco a lei, capo>>
<<Ehi Shà vieni un secondo!>> mi chiamò Mark.
Andai ad aiutarlo e ritornai al bancone.
<<E' come te questo cocktail. Velluto nero. Quando stacchi?>> chiese morbido.
<<Tra un'ora>> balbettai imbarazzata.
<<Perfetto. Aspetto qui. Tieni il resto>> sorrise porgendomi un banconota da dieci euro.
Alle 23:30 finii e lui era ancora lì ad aspettarmi.
<<Eccomi capo>>
Sorrise e uscimmo dal bar.
<<Sei davvero molto in gamba, sai? E sei anche molto graziosa>>
<<Grazie dei complimenti, ma non... be' non è consono, cioè lei è il mio capo e io sono una semplice stagista e in più è un caro amico dei miei fratelli>> dissi a disagio.
<<Lo so che non è consono, ma vorrei chiederti lo stesso di uscire>> sorrise.
Lo guardai a bocca aperta.
<<Domani sera>>
<<Ma lavoro>> protestai.
<<Conosco il proprietario. Ti vengo a prendere alle sette>> sorrise facendo l'occhiolino.
Mi fece entrare in macchina e gli indicai la strada di casa.
Decisi di non dirlo a Pedro per non scatenare la terza guerra mondiale, ma le mie coinquiline erano letteralmente impazzite di gioia.
Il giorno dopo, a lavoro ero timida e ad ogni suo sguardo arrossivo.
<<Signorina stagista la prego di venire nel mio ufficio con una certa urgenza>> mi ordinò.
Finii di sistemare i miei documenti e andai nel suo ufficio.
<<Ti piacerebbe un ristorante in centro?>> chiese chiudendo la porta.
<<Niente di sofisticato, capo>> mormorai imbarazzata.
<<Ti prego cara, chiamami Andrea. So che sei spaventata e francamente non capisco il motivo visto che non mangio le persone. Comunque cosa ne dici di un ristorante di cucina tipica?>> sorrise.
<<Va benissimo, Andrea. Ora scusa, ma devo tornare a lavoro>> sorrisi più rassicurata.
<<Ok quando finisci puoi, per favore, stamparmi dei documenti?>>
<<Certo!>>
Appena finito di lavorare corsi a casa e mi feci una doccia, sistemai i capelli e le ragazze mi aiutarono a prepararmi. Era da tanto che non avevo un appuntamento, quindi talmente dal nervoso non mangiai nemmeno a pranzo.
Indossai un tubino nero semplice, giacca colorata e scarpe. Capelli perfettamente lisci e trucco leggerissimo. Andrea bussò al citofono puntuale e lo raggiunsi con cinque minuti di ritardo, come mi avevano raccomandato le ragazze, anche se ero pronta già da mezz'ora.
<<Sei bellissima>>
<<Grazie>> sorrisi.
Alche lui era bellissimo: jeans nero, scarpe nere, camicia azzurro chiaro e giacca blu. Ero tesissima, ma poco dopo la tensione svanì perché Andrea era adorabile e risaltavano i suoi occhi blu con i capelli neri con barba molto curata.
<<Non devi impressionarmi con la solita "insalata", perché ti lascio qui e scappo>>
Scoppiai a ridere.
<<A pranzo non ho mangiato quindi un bel piatto di Fettuccine alla Papalina>>
Andrea prese i classici Bucatini all'Amatriciana e per secondo ci dividemmo un piatto di Abbacchio alla Romana. Dopo cena facemmo una passeggiata e continuammo a scherzare e divertirci.
<<E' meraviglioso>> mormorai incantata.
<<Più di me?>> mi chiese malizioso.
<<Decisamente non puoi competere>> risi.
Mi diede una monetina e me la fece gettare nella Fontana di Trevi. Mentre stavamo passeggiando mi prende per mano e mi ferma.
<<Sei davvero bellissima e dolcissima>> sorrise.
Si avvicinò e il suo profumo deciso mi travolse. Mentre mi baciava mi accarezzava i fianchi e io gli passavo le dita fra i capelli.
<<E' meglio che ti riporti a casa>> disse con un sospiro.
<<Certo, capo>> sorrisi.
Mi diede un altro bacio e mi portò a casa.
<<Vuoi un caffè?>> proposi.
<<E' meglio di no, credimi>>
<<Ok, ma io volevo davvero offrirti solo il caffè>> precisai.
<<Non metto in dubbio le tue buone intenzioni tesoro, ma non posso assicurarti che le mie lo siano>> disse accarezzandomi la coscia.
<<Allora a domani, capo>> sorrisi.
Mi baciò di nuovo e rientrai in casa.
Ero felice, ma appena chiusi gli occhi scoppiai a piangere.
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
8°CAPITOLO
Dopo due mesi che ci frequentavamo, io e Andrea decidemmo di mettere al corrente i miei fratelli che, anche se non erano d'accordo al 100%, mi appoggiarono lo stesso. Decidemmo anche di andare a Milano per una settimana, ero felice, ma ero un po' preoccupata per Ka visto che Andrea non sapeva di me e Ka.
<<Amore, ci sei?>> sorrise Andrea.
<<Oh sì scusami, stavo pensando>>
Appena arrivammo da Pedro lo abbracciai forte e sistemai le valige in camera mia.
<<Tesoro dovresti avvisare Ka>> sussurrò Pedro entrando in camera mia.
<<E' irascibile. Non penso sia una buona idea>> sospirai.
<<Ok allora cosa inventerai quando verrà qui tra un'ora?>> chiese spazientito.
<<Cosa!?>> chiesi allarmata.
<<Io ti avevo avvisata! Ha il diritto di saperlo e anche Andrea>> sbuffò.
<<Ok, ma come faccio?>>
<<Hai avuto tre mesi di tempo, ora cavatela da sola. Devi crescere e affrontare la realtà. Non posso risolverti tutto io>>
<<Ok hai ragione>> sospirai.
Appena Ka arrivò si illuminò quando mi vide, ma si insospettì quando vide Andrea.
<<No! Non è possibile!>> si arrabbiò.
Io andai nel panico, ma Andrea non capì.
<<Tu ora stai con questo?>> mi chiese infuriato.
<<Ehi Ka cosa ti prende?>> chiese Andrea confuso.
<<In tutto questo tempo non ti ho chiamato per rispettare i tuoi spazi e tu stai con questo qui!?>> urlò.
<<Cosa!? Voi due avevate una storia?>> chiese Andrea sconvolto.
<<Sì e questa signorina mi ha pregato di lasciarla in pace e ora scopro che state insieme, nonostante lei sapeva che sono innamorato di lei>> rispose Ka.
<<Ma tu non volevi dirlo ai miei fratelli e poi mi hai tradita due volte!>>strillai.
<<Ok calmatevi tutti e due. Ka ascoltami bene: io non lo sapevo, altrimenti avrei insistito per farla ragionare e renderti partecipe>> disse Andrea calmo.
Mi asciugai le lacrime e mi avvicinai a Ka ancora viola per la gelosia.
<<Vattene!>> sibilò e se ne andò senza rivolgere nemmeno lo sguardo a Pedro.
<<Mi dispiace>> mormorai.
Andrea sorrise, ma sapevo di averlo deluso.
<<Ok io torno a Roma. Tu resta qui per sistemare questo pasticcio. Ci vediamo tra sei giorni>> sorrise baciandomi a stampo.
Il giorno dopo andai a casa di Ka.
<<Cosa vuoi?>> chiese brusco.
<<Voglio parlarti>>
<<Io no. Vattene!>>
Lo spinsi in casa e entrai chiudendo la porta.
<<Allora ascoltami>> mormorai.
<<No! Vado a farmi una doccia e quando esco tu non devi essere qui!>> disse pieno di collera.
Mentre andò a farsi la doccia io entrai in camera sua. Aveva ancora il mio pigiama nel cassetto del comodino, i miei plettri colorati e tutte le nostre foto. C'era un foglio sulla scrivania, lo lessi e capii che era una parte di una canzone e in cima al foglio c'era scritto: Per lei...
<<Ho detto vattene!>> tuonò alle mie spalle.
Era a torso nudo, indossava solo i jeans e aveva ancora la pelle umida. Mi avvicinai e gli posai una mano sul petto delicatamente e sospirò.
<<Ti prego>>
Mi afferrò il polso con forza, ma poi allentò la presa.
<<Non hai scuse>> disse con gli occhi chiusi.
<<Lo so, Ka>>
<<Perché? E' migliore di me?>> chiese addolorato.
<<E' presente, è affidabile, mi fa sentire sicura, mi fido e poi è molto più maturo di te. Sei stato tu a perdermi. Io volevo solo una cosa da te e tu non hai voluto darmela>> spiegai.
<<Quindi non mi ami?>>
<<E' complicato. Io ti amo, ma tu non mi dai nulla in cambio. Non mi dai sicurezza, non mi dai fiducia. Non posso portare un rapporto avanti da sola>> sospirai.
<<E se cambiassi?>>
<<Dimostramelo! Devi crederci davvero però>>
<<Ok posso darti solo un bacio?>> chiese dolcemente.
Annuii e mi baciò intensamente e non riuscii a fermarlo. Mi mancava terribilmente.
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
9°CAPITOLO
Ritornata a Roma, Andrea era ancora più dolce, presente e comprensivo con me. Era d'accordo con i miei fratelli di farmi smettere di lavorare al bar, con mio grande disappunto. Così la sera, mentre le mie coinquiline andavano al lavoro, io ero a casa stufa. Andrea appena staccò da lavoro venne a casa. Non ero arrabbiata, ma volevo tenergli il broncio.
<<Che ci fai qui?>> sbuffai.
<<Mi assicuro che non muori affamata>> sorrise paziente.
<<Ho mangiato 6 biscotti, sono a posto>> borbottai.
Fece una smorfia togliendosi la giacca e si tirò su le maniche della camicia per mettersi a cucinare. Andai a mettere il pigiama e poi lo raggiunsi in cucina.
<<Non è giusto! Io voglio lavorare>> iniziai.
<<Amore ne abbiamo già parlato. La discussione è chiusa.>> replicò calmo.
<<Ma non tieni conto di ciò che voglio io?>>
<<Certo, amore mio! Non voglio che quei balordi ti tocchino o facciano battutine sgradevoli>>
<<Ma so tenerli a bada e lo sai!>> mi arrabbiai.
<<Comunque abbiamo deciso che non si può fare e tu eri d'accordo con me>> sorrise.
<<Non è vero! I miei fratelli lo erano>>
<<Appunto. Tre contro uno. Ora, per favore prepari la tavola?>>
<<No! Hai voluto cucinare tu, quindi apparecchia tu!>> sbuffai sedendomi sul divano a braccia incrociate.
Dopo una lunga giornata di lavoro e dopo aver preparato la cena per me, gli toccò anche apparecchiare. Cenammo e iniziai a sbollirmi un po' e lo aiutai a sparecchiare e a mettere tutto in lavastoviglie. Mentre indossava la giacca gli afferrai il braccio.
<<Non resti a dormire da me?>> chiesi con gli occhi dolci.
<<Oh amore lo vorrei tanto, ma sai che sono incasinato>> sospirò baciandomi dolcemente.
<<Scusa per come mi sono comportata e grazie mille>> sorrisi.
<<Ti amo, piccola>>
Restai impietrita perché non me lo aspettavo.
<<Non devi rispondere per forza adesso>> sorrise.
<<Resta, ti prego>> riuscii a dire.
Passò la notte da me anche nei sei giorni successivi. Alle sette suonò la sua sveglia.
<<Ma è sabato>> mi lamentai.
<<Lo so piccola, ma devo andare a Firenze, lo sai>>
<<Uffa! Sono senza lavoro, senza fidanzato e senza amiche per due giorni!>>
Rise e mi baciò.
<<Buongiorno anche a te>>
<<Vattene!>> risi mentre mi faceva il solletico.
Lo accompagnai alla porta dandogli un bacio.
<<Quando torni avrai una sorpresa>> sussurrai.
Sapevo che non mi metteva fretta, ma voleva che anche io gli aprissi il mio cuore.
Dopo essermi lavata indossai pantaloncini, canottiera e raccolsi i capelli in uno chignon. Bussarono alla porta e appena la aprii c'erano i suoi occhi verdi che mi fissavano. Ero incredula mentre entrò in casa e richiuse la porta.
<<Ka!>>
<<Shà!>> mi prese in giro.
Scossi la testa per riprendermi.
<<Cosa ci fai qui?>>
<<Be' apprezzo l'entusiasmo, tesoro. Sono felice che mi accogli in questo modo dopo aver fatto 800 km>>
<<No, cioè scusami. Sono davvero felice che tu sia qui, ma come mai sei venuto?>>
<<Non avevamo nulla da fare, gli altri adesso stanno con le loro dolci metà e io.. be' eccomi qua!>> spiegò.
<<Non puoi stare qui>>
<<Perché no? Andrea rientra domani e sarà felice che gli ho tenuto caldo il posto del letto>> disse per provocarmi.
<<Non ti permettere!>> mi arrabbiai.
<<Sto scherzando! Tu sei sola, io pure. Ho pensato di farti compagnia. Tranquilla, dormo sul divano>> sorrise.
Mi rilassai.
<<Ok però preferirei che Andrea non lo venisse a sapere. Già è abbastanza nervoso per il lavoro>> sospirai.
Mentre Ka preparava il pranzo Andrea mi chiamò per dirmi che era arrivato a Firenze e che già gli mancavo.
<<Cosa fai di bello?>> chiese divertito.
<<Studio per gli esami di giugno>> mentii.
Dopo che avevo staccato raggiunsi Ka in cucina ed era senza maglietta.
<<Metti la maglietta!>> borbottai.
<<Fa caldo>>
Cercai di ignorarlo, ma non potevo non notare un altro tatuaggio dietro la schiena.
<<Quando te lo sei fatto quel tatuaggio?>> chiesi incuriosita.
<<Ah adesso guardi?>> chiese divertito.
<<E dai>> sbuffai.
<<Nulla>> rispose alzando le spalle.
Dopo mangiato la sua famosa carbonara ci sedemmo sul divano e mi costrinse ad appoggiarmi al suo petto.
<<Non volevo che tu andassi via da me>> disse in un sussurro.
<<E io non volevo che tu mi mandavi via>> sospirai.
Restò in silenzio ad accarezzarmi i capelli.
<<Ti amo>>
<<Anche io>> mormorai.
Mi prese per le spalle e mi fece alzare.
<<Allora mi spieghi perché tu stai con Andrea?>> chiese duro.
<<Lo sai come la penso. Io voglio sicurezza e stabilità, Ka. Lui ce l'ha e tu no, mi dispiace. Vorrei tanto che tu ce l'avessi>> dissi in lacrime.
<<Io amo tutto di te. I tuoi capricci, i tuoi capelli spettinati, le tue mani assurde, la tua dolcezza, tutto! Hai tutto ciò di cui ho bisogno e ti prometto che cambierò. Per te io cambierò>>
<<Non posso, Ka! Non sono sicura e lo sai che amo la sicurezza. Amo anche Andrea>> scoppiai in lacrime.
mi baciò ancora e ancora...
Mi alzai di scatto, intontita.
<<Stai bene?>> mi chiese Ka accarezzandomi i capelli.
<<Cos'è successo?>>
<<Ti sei addormentata sulle mie gambe e ti ho portata nel letto e adesso ti sei svegliata>> sorrise. Posò la tazza di the sul comodino e mi lasciò sola. Di istinto chiamai Andrea e gli implorai di tornare quella notte stessa. Avevo bisogno di lui. Ka se ne andò alle dieci, dopo essersi assicurato che avessi cenato. Restai sul divano ad attendere Andrea. Rientrò alle cinque, in disordine e con il fiatone.
<<Scusa. Il treno ha fatto ritardo>> ansimò.
Corsi da lui e lo baciò.
<<Ti amo. Scusa per averti fatto correre>> sussurrai.
<<Ne è valsa la pena>>
Re: Ti regalerò ogni singola carezza quando è sera...
10°CAPITOLO
Dopo l'estate ritornai a Milano da mio fratello e ripresi gli studi. Andrea di tanto in tanto veniva da me, ma sapevo che il nostro rapporto si stava lentamente freddando. Restai a casa da sola e mi sedetti al piano a suonare un po'. La melodia del piano mi calmava sempre.
<<Ehi piccola è da tanto che non suoni il piano>> sorrise Pedro.
<<Sì be' mi sento un po' giù>> ammisi.
<<Allora vai a prepararti. So di cosa hai bisogno>> sorrise.
Mi lavai e indossai leggins neri, canottiera bianca e camicia azzurra lunga, raccolsi i capelli in uno chignon e andammo in sala prove. Eravamo soli per fortuna. In un angolo c'era la chitarra di Ka, in un altro il basso di Ivan, sul fondo la batteria di Dani e al centro il microfono. Pedro mi sistemò l'asta e fece partire la base di "Senza riserva" di Annalisa, la mia canzone preferita. Continuai a cantare varie canzoni e lentamente mi stavo riprendendo. Non mi accorsi che in sala entrarono anche gli altri tre ragazzi. Appena finii l'ultima canzone bevvi un po' d'acqua e feci un gran sorriso a mio fratello.
<<Ehi mini Pedretti, guarda che potremmo anche sostituire Pedro qualche volta. Bentornata!>> mi salutò Dani.
<<Io mini? Guarda che tu sei alto quanto me, caro>> lo presi in giro.
Ivan mi abbracciò subito.
<<Oh amore mi sei mancata tantissimo>>
<<Anche tu>> sorrisi.
<<Stasera in giro al centro. Vengo alle 21.00 e non è un invito, ma un ordine, quindi non puoi rifiutare>> ordinò.
<<Agli ordini, capo!>>
Ka mi teneva ancora il broncio perché non avevo lasciato Andrea 5 mesi fa, quindi mi ignorò.
Mi sedetti sul divanetto per assistere alle loro prove. Ka stonava di brutto e non era concentrato. Capii al volo che la mia presenza lo turbava, così me ne andai a casa in treno. Un po' mi dispiaceva, ma lui non faceva nulla per farmi cambiare idea. Andai a cambiarmi per la serata con Ivan e indossai jeans stretti, camicia bianca e cardigan con stivaletti col tacco.
<<Allora?>> mi chiese Pedro.
<<Sto molto meglio, grazie>> risposi dandogli un bacio sulla guancia.
Il citofono trillò puntuale e scesi subito, ma non c'era la macchina di Ivan. C'era Ka con la sua macchina.
<<Guarda che Pedro sta su con Eli>> gli dissi.
<<Quindi ho fatto bene a venirti a prendere>> sorrise.
Lo guardai confusa.
<<Non avresti accettato se te l'avessi chiesto io>> spiegò.
<<Be' la risposta è ancora no. Ciao!>> sbottai irritata.
Faccio per rientrare nel palazzo, ma esce dalla macchina e mi ferma.
<<Dai dammi una possibilità>>
<<No. Sono qui da due mesi, sai che le cose con Andrea stanno peggiorando e non ti ho mai visto prima di oggi!>> mi arrabbiai.
<<Hai ragione, ma adesso lasciamo un po' di privacy a tuo fratello>> sorrise malizioso.
<<Mi fai pena>> sibilai entrando in macchina.
Non gli rivolsi la parola per tutto il viaggio fino a casa sua.
<<Io in casa tua non ci entro. Chissà quante sgualdrine hai fatto entrare!>> sbraito.
Scende dall'auto e mi apre la portiera.
<<Ci sei entrata solo tu>> sussurrò e mi prese di peso portandomi al portone in braccio.
Dopo entrati nel portone mi prese su una spalla, come un sacco di patate e entrammo in casa.
<<Non voglio assolutamente che mi tocchi, brutto maniaco!>>
Mi lasciò in salotto e lui andò a farsi una doccia. Aveva un'espressione molto triste. Sospirai e entrai in bagno fregandomene che aveva solo le mutande.
<<Ok possiamo parlare>> sbuffai.
Non uscii nemmeno dal bagno che mi afferrò i fianchi e mi baciò. Dovevo ammettere che lo desideravo tantissimo il suo tocco, quindi non lo allontanai...
...Mi risvegliai intontita e affamata. Dalla finestra entrava la luce pallida del sole di novembre. Indossai il pigiama di Ka piegato sul comodino, con i miei stivali e andai in cucina attratta dal profumo dei cornetti caldi.
<<Buongiorno!>> sorrise sistemando tutto sulla tavola.
Risposi con un grugnito e bevvi un po' del mio cappuccino.
<<La discussione non era ancora finita>> borbottai.
<<Be' in realtà è finita poche ore fa nella mia camera da letto>> rise dandomi un bacio.
Mi staccai con forza.
<<Ecco vedi? Le cose si risolvono parlando e non così>> mi lamentai.
<<Mi sei mancata>> disse sedendosi di fronte a me.
<<Ecco il punto. Sono due mesi e non ti sei fatto vivo. Non vedo tutta questa voglia di vedermi>>
<<Avevo paura all'inizio, poi sapendo della tua situazione con Andrea temevo che fossi arrabbiata con me>> spiegò.
La rabbia mi ribolliva in corpo.
<<Ma che stupidaggini dici? Sempre a trovare scuse e mai una volta mi dai ragione! Hai torto e non puoi arrampicarti sempre sugli specchi! Te l'ho chiesto io di provarci, quindi cosa temevi!?!>>urlai.
<<Scusa>> mormorò.
<<No! Non farti vedere per altri due milioni di anni! Hai chiuso seriamente con me!>> strillai piangendo.
<<Tu non fare la santarellina! Ho pregato io Andrea di farti fare quello stupido stage perché sei brava e speravo capissi il mio gesto! E tu come mi ripaghi? Andando a letto col mio amico!?!>> urlò anche lui.
<<Come potevo capirlo?>> strillai ancora.
<<Ciò non giustifica quello che hai fatto!>> si arrabbiò.
<<Mi ero innamorata di lui! Tu eri sparito, quindi cosa vuoi ora da me?>> singhiozzai.
<<Ti amo!>> ansimò.
<<Vaffanc***! Ti odio!>> singhiozzai ancora.
Prese a baciarmi di nuovo con rabbia. Lo staccai con forza da me e andai a vestirmi ancora affamata. Quando fui pronta chiamai Ivan per farmi venire a prendere.
Due settimane dopo
Era finita definitivamente con Andrea, ma restammo in ottimi rapporti. Mi sentivo decisamente a pezzi. Trillò il campanello e andai ad aprire. Era Ka più malconcio di me.
<<Ka ti prego non è il momento>> mormorai.
<<Voglio stare con te e voglio l'approvazione dei tuoi fratelli>> disse tutto d'un fiato.
<<Cosa?>>
Ero confusa.
<<Oggi pomeriggio parlerò con loro>> disse deciso e se ne andò.
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