Rieccomi! Scusate l'assenza, ma non ho mai tempo. Inizio questa nuova storia perché un ragazzo speciale(non è il mio ragazzo)mi ha dato una forte ispirazione. L'altra storia la continuo comunque =)
1° CAPITOLO
Stavo in camera mia seduta sul letto con le ginocchia al petto. Non avevo voglia di parlare né di vedere gente. Mio padre è morto da tre settimane e il mondo mi è crollato addosso.
<<Tesoro dai vieni a pranzo>>
Era mia nonna. Mia madre e io eravamo nella stessa situazione e mia nonna era venuta ad assisterci. Certo che avevamo molti amici, ma preferivamo stare in famiglia. Ka mi chiamava giorno e notte, ma non volevo sentirlo. Mia nonna si arrese e mi accucciolai sotto le coperte. Nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che la porta si aprì. Sapevo chi era, ma non mi mossi. Mi aspettavo una scenata, invece si stese accanto a me e mi abbracciò senza dire nulla e scoppiai a piangere.
<<Amore dai fai pena alzati!>>
Lo guardai con sguardo disperato, ma mi alzai lo stesso. Se si era ripresa mamma potevo farlo pure io.
<<Ho parlato con tua madre e ha detto che per lei va bene se stai da me per qualche giorno>> disse mettendo alcuni miei vestiti nel borsone.
Guardavo impassibile quello che faceva. Dopo che ebbe finito di prendere le mie cose salutai mamma e nonna con un forte abbraccio e andai in macchina con Ka. Era il mio migliore amico e a 17 anni avevo ancora bisogno di lui.
<<Ho fame>> sussurrai.
Mi sorrise. Era la prima frase dopo tre settimane di silenzio. Invertì la rotta e andammo al nostro bar preferito.
<<Ti va bene qui?>>
Scossi la testa.
<<Ho capito. Vuoi un posto più tranquillo>>
Annuii in silenzio. dopo mezz'ora arrivammo ad un ristorante molto intimo. Era pieno solo per metà. Erano le 13:30 quindi era abbastanza tranquillo. Ero orribile. Magrissima, sguardo spento e viso cereo. Avevo una felpa enorme di mio padre e capelli legati in uno chignon.
<<Per me una matriciana e per lei una carbonara>> disse al cameriere.
Per tutto il pranzo evitavo il suo sguardo e non spiccicai parola. Parlava, ma non lo sentivo.
<<Ehi Sha!>>
Lo guardai spaventata.
<<Dopo vuoi venire a sentire le nuove canzoni?>>
<<Sono stanca e poi devo studiare. Non possono giustificarmi all'infinito>>
<<Dai ti giuro che non li faccio parlare>> sorrise.
Appena andammo a casa sua per fortuna non c'era nessuno quindi feci una doccia in pace e andai in camera di Ka per vestirmi.
<<Da quando hai un tatuaggio sull'anca?>> chiese stupito.
<<Da quando papà ha capito che doveva morire e mi ha fatto un regalo>>
Non rispose. In situazioni normali mi sarei imbarazzata a stare nuda, ma al momento non mi interessava. Indossai jeans stretti, ballerine e maglietta a mezze maniche bianca con felpa rossa. Mi truccai un pochino e sciolsi i capelli. Appena andammo in sala prove gli altri si arrabbiarono con Ka perché avevamo fatto tardi.
<<Scusate è colpa mia>> mormorai.
Intenerirono lo sguardo e mi abbracciarono.
<<Pronta a scatenarti?>> chiese Ivan.
Era da tanto che non assistevo alle loro prove e ogni volta era bellissimo.
<<Ka noi stasera dobbiamo fare quella cosa. Vieni?>> chiese Dani sottovoce per non farmi sentire.
<<Non posso farla venire da me e poi la lascio sola>> sussurrò.
<<Ma tu sei il capobanda e non puoi mancare>> si lamentò Pedro.
<<Può dormire da me>> si intromise Ivan.
<<Te lo puoi scordare. Non la devi sfiorare nemmeno col pensiero. E' mia e deve dormire con me. Le ho promesso che le sto vicino. Pedro parla tu. Prima che inizia ti chiamo e spiego, ok?>> disse duro.
Mi avvolse il braccio intorno alla vita e mi strinse al suo fianco. Appena arrivammo a casa misi il pigiama. Mi aveva preso quello estivo. Canottiera e coulotte. Indossai la felpa di papà e lo raggiunsi in bagno a piedi nudi. Era in boxer che si radeva la barba.
<<Ka ti prego vai tanto sto con zia e zio>> mormorai.
<<Non ti lascio. Ho promesso a tuo padre di starti sempre accanto>> disse serio.
<<E ti ringrazio, ma ti prego fallo per me>>
Mi guardò duro e gli sorrisi.
<<E va bene. Torno presto>> sospirò.
Mi alzai sulle punte e gli diedi un bacio sulla guancia.
Mentre noi cenavamo Ka andò alla serata importante. Verso le 22:30 andai nel suo letto a suonare un po' la chitarra. Ka rientrò all'una e mi sgridò perché ero ancora sveglia. Andò in bagno e rientrò in boxer con i vestiti appallottolati in mano.
<<Racconta>> dissi mentre gli sistemavo i vestiti nell'armadio.
Mi raccontò tutto mentre si infilava sotto le coperte. Mi levai la felpa e mi strinsi a lui e per la prima volta dopo tre settimane mi addormentai sul serio.
Tornai a casa dopo una settimana nettamente ripresa e mamma anche stava meglio. Nonna si trasferì definitivamente a casa per sostenerci. Quando tornai da scuola, pranzai e mentre la nonna faceva il suo riposino, io mi stesi sul letto con le cuffie e in quel momento partì Just a dream di Nelly. Ovviamente le lacrime non riuscii a fermarle e chiusi gli occhi. Dopo averla ascoltata svariate volte riaprii gli occhi e mi ritrovai gli occhi di Ka a due centimetri dai miei.
<<Ehi scimmia!>>
<<Devo parlarti>> disse serio.
Mi alzai e mi sedetti sul letto e prese un lungo respiro.
<<La settimana prossima vado con i ragazzi e le nostre fidanzate in vacanza per due settimane e poi partiamo per il tour estivo>>
Ero furiosa. Cercai di farlo alzare spingendolo coi piedi, ma non si mosse.
<<Sai che vorrei portarti con me in tour, ma non posso>> cercò di giustificarsi.
<<Ah vorresti portarmi in tour dopo esserti divertito, Carmine? Fai promesse a mio padre e alla prima occasione non le mantieni? Bravo! Vattene subito!>> strillai.
Mi prese per i polsi e mi tenne saldamente inchiodata sotto di lui.
<<Sei piccola>> sussurrò.
<<Vattene da qui!>> sibilai.
Mi liberai e lo spinsi con forza fuori la mia camera.
<<Non voglio vederti mai più!>> strillai chiudendo la porta a chiave.
KA
Non sapevo cosa fare. Il suo silenzio mi uccideva. Lei era la cosa più importante della mia vita. Dovevo prendere una decisione.
Quel sabato sera la trovai al solito bar con i suoi amici. Era in piedi a chiacchierare col suo amico Mattia. Indossava jeans stretti, tacchi e camicetta bianca, moderatamente truccata e i capelli lisci piastrati sciolti. Lei rideva mentre lui le sistemava una ciocca dietro l'orecchio. Decisi di avvicinarmi.
<<Carmine che vuoi?>> chiese brusca.
<<Vieni. Devo spiegarti>>
Mi seguì controvoglia e incrociò le braccia al petto. Ostile la ragazzina.
<<Ne ho già parlato con tua madre e mi ha proposto questo: le due settimane di vacanza le fai con me mentre per il tour mi raggiungi le ultime due settimane d'agosto>>
<<Mmm a che ora vieni a prendermi lunedì?>>
<<Alle 6:00>>
<<Bene. Ora torno dentro>>
Mi voltò le spalle e si allontanò ancheggiando. Restai immbambolato. Mi aspettavo un suo sorriso e non questa freddezza.
Decisi di fargliela pagare per tutta la durata delle vacanze. Non eravamo tanto distanti da Milano. Eravamo a Rimini nella casa delle vacanze dei genitori di Pedro. Una casa fantastica. Ka salì le nostre valige e mentre noi ragazze sistemavamo le camere, i ragazzi preparavano la cena, una braciata. Visto l'ora tarda mi feci una e indossai canottiera e pantaloncino come pigiama. Di solito a quell'ora già dormivo. Erano le 23:30. Dovevamo partire il mattino presto, ma i ragazzi avevano da fare delle ultime commissioni e quindi partimmo la sera.
<<Shà!>>
Mi voltai indifferente.
<<La smetti? Ho fatto tutto questo per te!>>
<<Nessuno te l'ha chiesto>> risposi fredda e raggiunsi gli altri in giardino con una felpa di Ka addosso.
Non gli rivolsi la parola per tutta la serata. Alle 4:00 subito mettemmo a posto e andammo in camera. La cosa **** della casa era che ogni camera aveva un bagno. Mi lavai i denti e mentre mi levavo la felpa Ka mi prese per i fianchi.
<<Ti prego tesoro mi dici cos'ho fatto?>> implorò.
<<Prima mi dici che non vuoi lasciarmi sola, poi alla prima occasione mi lasci per venire qui con quella che ti mette solo le corna e poi visto che mi sono arrabbiata tu hai cambiato idea!>> sbuffai.
<<Hai ragione, ma...>>
<<Niente ma. Zitto e dormi!>> mi arrabbiai.
Mi misi a letto dandogli le spalle. La sua mano piano mi accarezzava il fianco scoperto e, per quanto volessi oppormi non lo facevo perché quel tocco mi tranquillizzava.
<<Hai ragione tesoro e mi dispiace che ti sia arrabbiata così tanto. Mi perdoni?>>
KA
La desideravo e tanto, ma era piccola e innocente e non volevo sporcarla. Ero un uomo e lei nemmeno maggiorenne quindi era meglio lasciar perdere. Mentre le accarezzavo il fianco scivolai sulla pancia e sospirò lievemente, ma dormiva ancora, quindi decisi di salire e sospirò di nuovo, appoggiò la mano piccola e morbida sulla mia e col dito me ne accarezzò il dorso e il polso e poi intrecciò le dita alle mie. Con un gesto la feci voltare verso di me. Aveva capito le mie intenzioni, infatti mi guardava impaurita.
<<Non farò niente se non vuoi>> sussurrai.
Volevo soltanto baciarla. Sorrise più tranquilla e mi avvicinai per baciarla prima piano senza approfondire, le guance, il mento, il collo e poi approfondii il bacio. Sistemai lei per non essere troppo pesante e le accarezzavo i capelli mentre lei stringeva la pelle della mia schiena con le unghie. Dopo un po' decisi di ritrarmi altrimenti non sapevo più come fermarmi. Il suo sguardo languido mi fece capire che era piaciuto pure a lei.
<<Sono ancora arrabbiata>> ansimò con voce tremante.
Risi e la baciai ancora.
<<Dormi piccola peste>>
Mi fece la linguaccia e si addormentò con la testa sul mio petto.
Decisi di non andare più in tour da lui e per questo era arrabbiato con me. ma non m'importava perché volevo passare le vacanze con mamma e le mie zie in Croazia. Non mi aveva nemmeno chiamato per il mio diciottesimo, quindi ero indispettita con lui. Era il primo giorno dell'ultimo anno di scuola. L'anno del diploma e del viaggio a Londra. Ero un po' triste perchè ogni sera prima del primo giorno di scuola io e mio padre andavamo a vedere le stelle tutta la notte. Era il nostro segreto, nemmeno mamma lo sapeva dove andavamo. Quell'anno volevo renderlo orgoglioso di me. Il primo giorno di scuola siamo tutte belle tirate a lucido. Il primo giorno era come l'ultimo, solo puro casino. Purtroppo Vero non c'era perché si era trasferita a Palermo, ma restava Mary.
<<Tesoro senti per pranzo andiamo al bar all'angolo. C'è Giulia che lavora lì, te la ricordi?>> chiese Mary.
In quel momento arrivò Mattia alle mia spalle e prese a farmi il solletico.
<<Mati smettila ti prego!>> urlai.
Mi lasciò andare solo quando trillò la campanella. Entrata in classe sul cellulare vidi tre chiamate perse di Ka e tre suoi messaggi su whatsapp. Li cancellai senza nemmeno leggere. All'uscita della scuola Mattia continuava a uccidermi di solletico per tutto il tragitto verso il bar. Lo adoravo, era il mio fratello mancato. Tornando a casa verso le 16:00 mi imbattei in Ka appoggiato al cancello che fumava una sigaretta.
<<Ciao Ka levati!>> sbottai cercando le chiavi nello zaino.
Non le trovavo. Forse le avevo lasciate a casa? Che stupida!
<<Cercavi queste?>> chiese mostrandomi il mio mazzo di chiavi.
Lo guardai furiosa.
<<Mi ha chiamato tua nonna chiedendomi di portartele perché la sua adorata nipotina l'aveva dimenticate>> disse anticipando la mia domanda.
<<Perfetto grazie. Ora dammele>>
Sorrise e se le mise nella tasca dei jeans. Sapevo di non riuscirci, ma volevo prenderle, quindi cercai di arrivare alla sua tasca in modo veloce, ma la sua mano fu subito pronta a stringermi il polso.
<<Lo sai che non puoi prendermi in contropiede, piccola>>
<<Cosa vuoi in cambio?>> chiesi spazientita.
<<Niente. Voglio solo fartela pagare>> sorrise furbo.
Sbuffai e incrociai le braccia al petto. Gli squillò il cellulare.
<<Ehi ciao... Sì è qui con me... Ma no non è un disturbo... certo te lo prometto... Ok>> sorrise e mi porse il cellulare.
<<Ciao mamma dimmi>>
<<Tesoro scusami davvero, ma devo andare a Roma per una settimana>>
<<Posso stare con nonna?>> chiesi speranzosa.
<<No tesoro è meglio che stai con Carmine. La nonna non può starti così dietro e poi sta a casa di zia Livia che ha i bimbi malati.>>
<<E va bene mamma. Fammi fare bella figura con i tuoi progetti>> sorrisi e staccai.
Lanciai un'occhiataccia a Ka e gli tirai il cellulare addosso.
<<Le chiavi le tengo io>> disse battendosi la tasca.
Soffocai una parolaccia e mi accompagnò a prendere le mie cose e poi andammo a casa sua. Da poco i suoi genitori si erano trasferiti a Bologna, quindi eravamo soli e questo mi irritava di più.
<<Stasera devo uscire con Mati e Mary>>
<<Va bene, ma vengo a prenderti alle 23:30 in punto, chiaro? Io adesso devo uscire per pochi minuti. Fai la brava tesoro>>
Andò in camera sua a cambiarsi e dopo un po' se ne andò. Sperai con tutta me stessa che non si era portato dietro le chiavi e quindi rovistai la sua camera da cima a fondo. ma dedussi che se l'era portate dietro.Delusa andai a farmi una doccia e ovviamente suonarono alla porta. andai ad aprire avvolta nell'asciugamano. Era una ragazza bionda e bellissima. La sua ex. Me la ricordavo dalle foto. ma da vicino non l'ho mai vista.
<<Cercavi Ka?>> chiesi indifferente.
<<Sì. Volevo parlargli, per caso sai dov'è?>> chiese irritata.
<<Certo. E' sotto la doccia>> sorrisi.
Mi squadrò per bene e avvampò di rabbia.
<<Oh be... Scusa allora>>
Se avesse potuto mi avrebbe uccisa.
<<Scusami posso sapere chi sei?>>
<<Sono una... una sua amica>> disse a denti stretti.
<<Oh be posso riferirgli io il tuo messaggio>> sorrisi perfida.
<<Sì digli che lo odio e per me può andarsene a fan*ulo! Ha chiuso con me!>> urlò.
<<Riferirò. Ciao>> sorrisi di nuovo e chiusi la porta.
Mi vestii e asciugai i capelli lasciandoli mossi. Mi sedetti sul divano a farmi il manicure aspettando che rientrasse.
Entrò con Ivan.
<<Ehi ti va bene il cinese per cena?>> chiese allegro.
<<Sì. Oh a proposito è venuta una persona che ti cercava>> dissi indifferente.
Si voltò di scatto. <<Chi?>>
<<Una bella bionda>>
Corse verso di me.
<<Shà chi era?>>
<<Non lo so. Ha detto di essere tua amica e mi ha lasciato un messaggio per te: allora ha detto che ti odia e che per lei puoi andare a fan*ulo e con lei hai chiuso>> dissi troppo innocente.
Ivan sorrise.
<<Shà ca*zo era Marta! Che le hai detto?>> urlò Ka.
<<Io niente. E' lei che si è fatta un film in testa>>
Mi guardò male.
<<Ero sotto la doccia e ho aperto la porta in asciugamano>> spiegai.
Ka era furioso e Ivan tratteneva a stento le risate. Era la mia vendetta.
<<Ivan vai a casa. Devo rimediare con Marta e con te facciamo i conti dopo piccola pulce e non esci stasera!>> urlò.
Lo adoravo quando si arrabbiava. Appena uscì mi vestii per bene e andai da Mattia senza portarmi il cellulare, ma gli lasciai un messaggio sul frigo: "Tranquillo ci vediamo sul tardi ". Ero sicura che così era furioso e pazzo da manicomio. Uscimmo con Mary e poi verso mezzanotte e mezza rientrai. Appena scattò la serratura della porta mi arrivò uno schiaffo sonoro sulla guancia. Me lo meritavo tutto, ma non potevo dargli ragione.
<<Brutta strega! Entra e non fiatare!>> sibilò.
Obbedii massaggiandomi la guancia mentre chiudeva la porta a chiave.
<<Ka mi dispiace per Marta. Non pensavo che l'avesse presa sul serio. Volevo scherzare>> mormorai.
<<Ho detto che non devi fiatare! Non sopporto la tua vista. Vai a letto subito!>> ordinò.
Me ne andai subito a letto e mi addormentai.
Mi risvegliai alle 7:00 perché dormii male, ma non c'era scuola visto che intelligentemente il primo giorno era di sabato. Ka era in piedi in boxer appoggiato al bancone della cucina. Io avevo semplicemente la sua t-shirt dei Green Day che mi copriva a stento la mutandina.
<<Buongiorno Ka>> mormorai cauta.
Mi guardò impassibile mentre prendevo l'occorrente per fare colazione.
<<Ka ti prego ho solo scherzato. Volevo solo fartela pagare!>>
<<Non mi interessa niente di quella! Ti avevo detto di non uscire e tu mi hai disobbedito rientrando un'ora dopo il coprifuoco che ti avevo fissato!>> urlò.
Restai paralizzata dalla sua rabbia.
<<Ka mi dispiace!>>
<<Sta zitta!>>
Mi passò la voglia di mangiare e mi chiusi in camera sua. Dopo un po' entrò e mi prese il viso tra le mani.
<<Voglio che tu sia mia>> sussurrò.
Mi allontanai allibita. <<Cosa?>>
<<Voglio essere il primo>>
<<Il primo?>>
<<Sì. Il TUO primo per favore. Impazzisco se penso te nelle braccia di un altro e alla tua prima volta con un altro>>
<<Ka ma stai bene? Io non voglio farlo! Non son ancora pronta>> squittii impaurita.
<<Allora facciamo un patto>>
Lo guardai confusa, ma annuii.
<<Quando sarai pronta me lo dirai. Voglio essere il primo>>
<<Ka ma tu sei pazzo! E' assurdo dai>>
<<Promettilo!>>
<<Ok, ma tu promettimi che non starai con nessuna da adesso in poi>>
Annuì e sorrise.
Ero a casa di Matti a studiare chimica. Era un genio in chimica e avevo voti alti grazie a lui.
<<Dai Shà smettila di stare con la testa tra le nuvole e ascoltami>> sbuffò Mattia.
<<Scusa Mati, ma non riesco a penare ad altro>>
<<Sono passati due mesi scema. Secondo me si è dimenticato e adesso starà a letto con un'altra quindi non ci pensare>>
<<Ma sembrava così serio... va bene non ci penso più>> sospirai.
Continuammo a studiare fino alla nausea.
<<Dormi da me?>> chiese Mattia posando i libri.
Mi piaceva stare a casa di Mattia. Adoravo la sua camera e i genitori erano molto gentili e simpatici, quindi accettai. Indossai il cappotto e il cappello e andammo a prendere una cioccolata calda al bar.
KA
Ero in giro con i ragazzi e chiacchieravamo delle partite giocate il giorno prima. Ci fermammo al nostro solito bar e vidi una scena molto irritante. C'era lei nel suo bel cappotto nero con il cappello di lana su quella cascata di riccioli castani che rideva con quel suo amico Mattia. Lui le sistemava ripetutamente i capelli dalla tazza di cioccolata e questo gesto premuroso mi innervosiva.
<<Oh ciao ragazzi>> ci salutò lei allegra.
<<Buonasera ragazzi>> dissero tutti tranne me.
<<Che ci fate qui?>> chiese Dani.
<<Oh niente. Abbiamo passato tutto il pomeriggio a studiare chimica e adesso ci riposiamo>> rispose Mattia.
Lei mi guardava preoccupata e mi si avvicinò.
<<Ragazzi faccio due chiacchiere con Ka. Arriviamo subito>> sorrise.
Mi prese per mano e mi trascinò fuori.
<<Tesoro che hai?>> chiese preoccupata.
La sua voce era tenera. Mi addolcii un po'.
<<Ti ho mandato 5 messaggi. Perché non hai risposto?>> chiesi accendendo una sigaretta.
Prese il cellulare dalla tasca e controllò.
<<Oh scusami. Lo sai che quando studio non lo controllo>> sorrise.
Sorrisi anch'io. <<Stanotte vuoi dormire da me?>>
<<Veramente già l'ho promesso a Mattia. Questo weekend verrò te lo prometto>>
Gettai la sigaretta a terra stizzito e mi allontanai da lei.
<Ka! Ka fermati ti prego!>>
IO
Non riuscivo a capire la sua reazione. Lo seguii per qualche metro e finalmente si fermò. Avevo le guance gelate perché erano bagnate dalle lacrime.
<<Ricordi ancora la promessa che ti ho fatto?>> chiesi mentre lui era ancora di spalle.
Si voltò lentamente.
<<Credo di essere pronta>>
Mi guardò sospettoso e si avvicinò prendendomi il viso tra le mani.
<<Davvero?>>
<<Sì, ma devi promettere che non deve essere programmato. Niente cena, niente di niente. Se sono pronta tra un mese o adesso lo decido io>>
<<Certo tesoro tranquilla>> sorrise.
In quel momento ci raggiunsero gli altri visibilmente allarmati. Mattia mi abbracciò alle spalle e mi diede un bacio sulla testa.
<<Mi hai fatto prendere un colpo>> ansimò.
<<Scusami. Andiamo adesso. Ho freddo>>
Diedi un bacio sulla guancia a tutti e Mattia mi sistemò per bene la sua sciarpa calda e enorme. Corsi a dare un bacio a Ka sulla guancia e Mattia mi appoggiò il braccio intorno al collo e io alla sua vita e tornammo a casa.
<<Ma sei pazza?>> mi sgridò Mattia appena gli spiegai tutto.
<<Lui lo vuole e poi ci provo e se non ci riesco non lo faccio>> risposi togliendomi la maglietta.
Questo era il bello quando stavo con Mattia. Potevamo gironzolare in intimo senza farci venire strane idee. Mattia era di qualche mese più grande di me, ma già sembrava un uomo. Alto e con fisico asciutto e muscoloso.
<<Stasera siamo soli>> mi annunciò leggendo il messaggio attaccato sul frigo.
<<Cucina tu>> dissi mettendomi la sua maglietta.
<<Facciamolo insieme>> sorrise.
Lui era a torso nudo solo con i jeans e io avevo solo la sua maglietta sull'intimo. Cucinammo le crepes salate e inevitabilmente sporcammo tutto. Lui aveva il petto sporco di pastella per un mio lancio perfetto.
<<Io dopo cena voglio anche una con la nutella>> lo implorai.
<<Va bene nanetta ora però porta la coca>> sorrise.
Sistemammo tutto in camera sua e mentre cenavamo guardavamo Harry Potter. Dovevamo vederne quanti più possibile. Eravamo stesi sul letto e io stavo con la testa appoggiata al suo petto.
<<Tesoro stai dormendo?>> sussurrò accarezzandomi i capelli.
Alzai la testa per guardarlo e sorrise.
<<Devi venire più spesso a dormire qui>>
<<Già. Mi piace quando cucini>>
<<Solo quando cucino?>> chiese offeso.
Annuii e gli diedi un bacio sulla guancia.
<<Se te l'avessi chiesto io tu che avresti risposto?>> chiese accarezzandomi la guancia con il pollice.
Sorrisi e lo baciai di nuovo sulla guancia. Grosso errore. Mi diede un bacio a stampo e mi morse il labbro. Mi lasciai andare. In quel momento non m'importava della promessa fatta a Ka. Mattia era dolce e tenero. Approfondì il bacio e mi ritrovai sotto di lui.
<<Se non vuoi fermami>> sussurrò appoggiando la fronte alla mia.
Scossi la testa.
<<Sei sicura?>> chiese di nuovo.
Voleva sentirlo dalla mia voce.
<<Sono sicura>>risposi lievemente.
Continuò a baciarmi e ad accarezzarmi i capelli mentre io gli accarezzavo la schiena, le spalle larghe scendendo fino al petto. In un attimo mi ritrovai senza maglietta e lui senza jeans. Ero un po' tesa e tremavo ad ogni suo tocco. Lui era esperto io no.
<<Non ti farò male te lo prometto>>
Io ero tesa come una corda di violino e lui era super concentrato per non farmi male.
Alla fine si mise accanto a me e presi a baciarlo.
<<Dormi tesoro. Domani abbiamo un'interrogazione, ricordi?>>
Mi diede un bacio sulla fronte e si rivestì.
<<Dove vai?>> chiesi debolmente.
<<Vado a bere. Torno subito>> sorrise.
Mentre lui era in cucina io presi il cellulare e lessi il messaggio di Ka.
KA Tesoro mio buonanotte
Non risposi. Mi sentivo terribilmente in colpa, ma non volevo dirlo a Mattia.
Il mattino dopo Mattia mi svegliò con un bacio dolcissimo.
<<Non voglio>> protestai.
Rise e mi diede un morso sul fianco.
<<Dai voglio gongolare mentre prendi otto all'interrogazione>> sorrise.
<<Ok ma ti devo uccidere. Ho dolori ovunque>> mi lamentai non più tanto arrabbiata.
Facemmo colazione e andammo a scuola. All'uscita ero felice perché grazie a lui avevo preso otto all'interrogazione. Ero così felice che nel cortile lo presi per il giubbotto e lo baciai. Solo dopo mi accorsi che Ka ci stava osservando. Era furioso. Guardai Mattia che guardava Ka con aria di sfida. Ka si stava avvicinando a noi velocemente. Conoscendoli avrebbero fatto a botte. Mi avvicinai a Ka disperata.
<<Tesoro ti prego lui non c'entra niente>> tentai di fermarlo.
Non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Mattia era già pronto. Ka si fermò a pochi centimetri da lui con sguardo duro.
<<Sei un bastardo! Falle del male e ti ridurrò in poltiglia>>
<<La proteggerò dai pazzi come te>> sibilò Mattia.
Mi prese per mano e tornammo a casa.
Ero seduta sul divano a guardare la TV, quando all'improvviso apparve Mattia tutto contento con un foglio in mano. Era quasi il periodo di Pasqua e stavamo insieme da cinque mesi insieme.
<<Amore ho ottenuto la borsa di studio!>> disse tutto allegro.
Lo guardai confusa, ma felice per lui.
<<Devo andare per due mesi a Londra!>>
Mi irrigidii all'istante e me ne andai in camera mia.
<<Dai amore non fare così>> disse venendomi dietro.
<<Non me l'hai mai detta sta cosa Mati! Come avrei dovuto reagire?>> mi arrabbiai.
Posò il foglio sulla scrivania e mi diede un bacio sulla fronte. Cercai di scansarmi, ma mi ritrovai stesa sul letto con lui sopra.
<<Non ti fidi di me tesoro?>> chiese.
<<Non è questo.>> sussurrai.
Capì e sorrise.
<<Ti amo>>
<<Anch'io>>
Mi sentii rassicurata dalle sue parole e mi lasciai andare...
UNA SETTIMANA DOPO...
Ero distrutta per la sua assenza. Ka mi aveva invitato ad andare con lui in montagna con gli altri e Mattia quasi mi obbligò ad accettare. Ero n camera a riordinare le cose mie e di Ka.
<<Amore è pronto il pranzo>> mi avvisò.
<<Non mi va Ka ti prego>> mormorai senza neanche voltarmi.
Sospirò, ma mi lasciò sola. Andai a farmi la doccia e ritornai in camera con culottes e canottiera. Sul tardi mentre le coppiette andarono a fare una passeggiata Ka entrò in camera in boxer ancora umido per la doccia appena fatta.
<<Amore come ti senti?>> mi chiese premuroso.
<<Meglio. Mi ha chiamata prima>>
Andai in cucina per mangiare qualcosa e fuggire da lui, ma mi raggiunse e mi baciò il collo. Il mio punto debole.
<<Ka ti prego sono fidanzata e non voglio litigare con Mati>> mi lamentai cercando di allontanarlo.
Rabbrividii dopo un suo morso e sorrise. Mi afferrò deciso per i fianchi e mi baciò sulla bocca, ma le tenni serrate.
<<Ti darò il tormento>> sussurrò e mi lasciò libera.
Subito andai a chiudermi in camera da letto decisa a non dargliela vinta. Era solo vendetta la sua. Per cena aiutai le ragazze a cucinare. Ka mi si avvicinò per prendere un barattolo nel mobile in alto e mi baciò a stampo. Sbuffai e lui rise.
KA
Era davvero molto bella quando cercava di resistermi. Quando i ragazzi uscirono con le ragazze lei andò nel panico più assoluto e tentò di cacciarmi fuori la stanza da letto. Restò con le mani sui fianchi imbronciata.
<<Dai amore>> sorrisi.
Le afferrai i fianchi e la trascinai verso di me. A quel tocco rabbrividì e trattenne il respiro. Cercò di trattenermi appoggiando le mani sul mio petto nudo, ma con quel gesto ottenne solo l'effetto opposto. Le sue labbra sigillate a poco a poco si aprirono e partecipò al bacio, ma io volevo di più. La volevo tutta per me. La stesi sul letto e non si oppose quando le levai la canottiera. La baciai e mi soffermai sui fianchi e la pancia. Era davvero molto tenera. Dopo le diedi un bacio sulla fronte e si addormentò fra le mie braccia.
IO
Mi risvegliai intontita. Volevo che fosse un brutto sogno e invece avevo ceduto senza resistenza. Lo odiavo, ma odiavo più me stessa. Mi vestii e andai a fare un giro. Ovviamente mi persi, ma non m'importava. Sentivo lo sguardo severo di mio padre addosso e stavo malissimo. Mi sedetti su una panchina di un parco con le ginocchia al petto a piangere. Verso sera Ka mi trovò e mi diede un bacio.
<<Amore scusami. Non è successo niente, ok? Tu ami Mattia. Lui è migliore di me. Non mi devi niente. Non devi dirgli nulla, chiaro?>> chiese sciugandomi le lacrime.
Anche se sia io che Ka mantenemmo il segreto ovviamente tra me e Mattia nacquero comunque dei litigi soprattutto perché spesso mia madre doveva andare a Roma per lavoro.
<<E non puoi venire a stare da me?>> chiese irritato Mattia.
<<Amore io verrei volentieri, ma Ka è... lo sai lo conosce da quando è nato e...>>
<<Sì certo ho capito!>> urlò e se ne andò.
Restai imbambolata con i vestiti in mano quando bussò mia madre.
<<Tesoro devo parlarti>> disse mia madre.
Annuii e si sedette sul letto. Era a disagio.
<<Amore ascoltami... Allora io lo so che mi odierai e probabilmente lo farei anch'io ma... be ti ricordi Alessandro Belli? Quello che ho invitato a cena l'altra settimana?>>
Annuii.
<<Be abbiamo una relazione da un mese e mi sento uno schifo, ma mi piace>> scoppiò a piangere.
Mi fece tenerezza. Le andai vicino e mi inginocchiai.
<<Mamma guardami>>
Alzò la testa e si asciugò le lacrime.
<<Se sei felice non devi sentirti uno schifo. Voglio dire... papà non ce l'ha con te per questo. Tu ce l'hai nel cuore e sarebbe felice per te, credimi. Devi andare avanti. Dobbiamo farlo>>
<<Non ti turba?>> chiese con la voce tremante.
<<Un pochino, ma se sei felice a me sta bene mamma>>
Sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. Dopo aver preparato la borsa mi accompagnò da Ka.
<<Ci sono problemi se mi trattengo a Roma con Alessandro?>>
<<No mamma. Ti voglio bene e poi mi piace>> sorrisi.
Ci salutammo e entrai in casa di Ka. Mi accolse un profumo bellissimo, di dolce.
<<Ehi amore ho preparato le crepes, vieni>> disse Ka prendendo le borse.
Le portò in camera sua e ci mettemmo sul divano a mangiarle. Dopo un po' andai a fare i compiti in camera sua.
<<Ehi piccola io dovrei uscire per un'ora. Vuoi venire?>> chiese accarezzandomi i capelli.
<<No ho molto da studiare>>
Sospirò e mi baciò la fronte.
<<Quando vengo parliamo>>
Annuii e se ne andò. Dopo un po' trillò il citofono. Era Mattia. Aprii e mi diede un bacio a stampo.
<<Amore scusami mi dispiace>> disse prendendomi le mani.
<<Ti amo Mati>> sorrisi.
Sorrise pure lui e ci ritrovammo in intimo sul letto di Ka...
Mi baciò intensamente e si rivestì.
<<Devo scappare piccola. Ti chiamo tra un po'>>
Annuii ancora intontita e mi rivestii e spalancai le finestre. Continuai a fare i compiti e rientrò Ka.
<<Ehi picc...>>
Si fermò sulla soglia. Guardò me con i capelli e il trucco fuori posto e il letto sfatto e fece due più due. La sua faccia era rosso fuoco.
<<Che è successo qui dentro?>> chiese a bassa voce.
Non risposi.
<<Shà ca*zo rispondi!>> urlò.
Non riuscivo ad aprire bocca.
<<Sei stata nel mio letto con quel parassita? Hai usato il mio letto? Ti ho fatto una domanda. Rispondi!>> urlò ormai fuori controllo.
Annuii temendo il peggio.
<<Non ti caccio via solo perché rispetto i tuoi genitori e ho promesso di prendermi cura di te, ma tu ed io abbiamo chiuso bambolina>> sussurrò e se ne andò sbattendo la porta d'ingresso.
Scoppiai a piangere. Mi sentivo un mostro. Legai i capelli, levai il trucco, presi le chiavi e corsi al parco. Caddi ripetutamente sbucciandomi le ginocchia e le mani. Decisi di rientrare prima di rompermi pure la testa e medicai le ferite. Feci una doccia e mi dedicai a preparare la cena. Ka rientrò in quel momento.
<<Non resto per cena. Non sopporto la tua vista>> disse tagliente.
Annuii soltanto voltandomi verso di lui.
<<Che hai combinato?> chiese preoccupato.
<<Niente. Sto bene>> mormorai ignorando il dolore.
Mi prese per il braccio e mi fece sedere sul divano.
<<Cucino io. Tu stai zitta e ferma>>
Andai in camera sua e mi sedetti sul letto con le ginocchia raccolte al petto.
<<E' pronto!>> disse bussando alla porta della camera.
<<Non ho fame. Vattene ti prego>>
Non so per quanto tempo restai lì. Ka entrò per vestirsi e mi disse che sarebbe rientrato per mezzanotte. Andava a farsi un giro. Io restai chiusa lì dentro fino alle due, poi raccolsi tutto il coraggio che avevo e lo raggiunsi in salotto in boxer. Non disse niente quando mi sedetti acanto a lui e sistemai la testa sul suo petto.
<<Mi dispiace Ka mi sento sola. Mamma sta frequentando un uomo e sono felice per lei. Mi manca papà e le cose tra me e Mati non vanno bene>> singhiozzai.
Mi abbracciò e mi accarezzò i capelli. Era tranquillo.
<<Vuoi parlarmi di Mattia?>>
Lo guardai stupita.
<<Credo che sospetti che sia successo qualcosa tra me e te e ogni volta che litighiamo mi porta a letto. Non lo riconosco più>> dissi tra le lacrime.
<<E' normale amore. E' insicuro. Anche io ti porterei a letto tutti i giorni perché ho paura che qualcuno ti portasse via da me>> spiegò.
<<Io voglio altro. Non voglio essere solo una bambolina>>
<<Domani parlagli>> sorrise.
Mi accarezzò i capelli e mi addormentai stretta a lui.
Quando mi svegliai ero orribile. Avevo gli occhi gonfi. Piano mi alzai dal divano andai a prepararmi per la scuola. Mattia mi aspettava come sempre all'entrata.
<<Amore scusami per ieri>>
Sorrisi e gli baciai la guancia.
<<Mati io non voglio venire a letto con te ogni volta che sei arrabbiato>> dissi in fretta.
<<Ok hai ragione scusami>> disse dispiaciuto.
<<Ti amo e non hai ragione per essere insicuro>>
Annuì e sorrise.
Mamma era a Roma per la solita riunione e insistetti per stare da sola a casa per far star tranquillo Mattia. Era da poco finita la scuola e stavo studiando per la maturità. Faceva un caldo terribile e visto che stavo sola in casa avevo solo mutandine e canottiera con i capelli raccolti con la matita. Bussarono alla porta e velocemente infilai un paio di short e andai ad aprire. Era Ka con due pacchetti in mano.
<<Ehi dolcezza hai fame?>> sorrise.
<<Ka ti prego apprezzo molto la tua visita, ma dovrebbe venire Mattia tra poco ed è già abbastanza nervoso>>
Come se non avessi parlato richiuse la porta e portò i pacchetti in cucina.
<<Ka ma mi ascolti?>> chiesi irritata.
<<Cosa? Scusa lo senti anche tu questo ronzio fastidioso? Amore mio devi far sostituire le zanzariere>> sorrise.
<<Ok tu resta qui e usa il divano e io tornerò in camera mia facendo finta che non esisti>> sbuffai.
Ritornai in camera mia a studiare, ma Ka entrò con il mio pasticcino preferito in mano.
<<Ka per favore lasciami sola>>
<<Sono venuto per salutarti>> disse serio.
Lo guardai spaventata.
<<Sai che vado in tour e torno ad ottobre, vero?>>
Ero allibita. <<Tu cosa?>>
<<Amore lo sai che funziona così>> si giustificò.
Ero furiosa.
<<Ok allora di solito mi avvisi settimane prima, poi io mi dispero e tu dici: "Ok allora quando finisci mi raggiungi". Perché non me lo stai dicendo?>>
<<Tesoro Mattia è geloso e poi c'è Giusy con me lo sai>>
Inevitabilmente scoppiai a piangere e cercò di abbracciarmi.
<<Non toccarmi. Ka non toccarmi!>> strillai.
<<Amore...>>
<<Non chiamarmi più amore o tesoro perché non voglio sentirti mai più!>>
Aprii la porta spingendolo fuori e gli tirai addosso i pacchetti che aveva portato. Mi sedetti sul divano a piangere finché non arrivò Mattia.
<<Ehi piccola cos'è successo?>> chiese preoccupato.
Gli raccontai tutto. Era livido di rabbia.
<<E' evidente che lo ami e io sono solo un rimpiazzo!>> urlò.
<<Cosa? Mati io ti amo davvero lo sai>> mormorai.
<<Oh no dolcezza. Mi sento uno stupido in questo momento. Sai una cosa? Ti lascio! Auguri e figli maschi!>> urlò e se ne andò.
Crollai a terra. Mi sentivo assolutamente a pezzi. Con Mattia per il momento non potevo recuperare, quindi andai a fare una bella doccia, indossai short di jeans, canottiera e sandali e andai prima a comprare dei panini e tutto ciò che serviva per una cena e andai da Ka.
<<Vuoi buttarmi anche questo addosso?>> chiese arrabbiato.
Lo guardai con le lacrime agli occhi.
<<Ok entra>> sospirò.
Posai la busta sul tavolo in cucina e lo seguii in bagno.
<<Cosa vuoi adesso?>>
Ignorai il suo tono freddo e gli accarezzai i bicipiti.
<<Ho bisogno di sapere una cosa>> mormorai.
<<Ok vai>> disse sempre freddo.
<<Tu mi ami? Perché Mattia mi ha appena lasciato per questo e adesso mi sento un po' stupida per averti urlato quelle cose se tu non corrispondi>> chiesi subito.
<<Tesoro lo sai che ti amo e che vorrei stare con te, solo che tu sei tremendamente testarda e ho voluto che te ne rendessi conto da sola>> sorrise.
<<Ok allora mi perdoni?>> chiesi asciugandomi le lacrime.
Non rispose.
<<Ok be pensaci. Ti ho portato la cena e... be io adesso vado prima che si faccia buio>>
Corsi già per le scale e prima di raggiungere la porta Ka mi afferrò il polso.
<<Dove credi di andare? Ti devo punire per la tua mancanza di educazione>> sussurrò al mio orecchio.
Sorrisi e annuii.
<<Allora per prima cosa apparecchi la tavola mentre io faccio la doccia e poi pulisci tutto. Oh a proposito Giusy ha dimenticato questo perizoma stamattina, ti piacerebbe indossarlo per me dopo?>> chiese divertito.
<<Sai una cosa? Ho cambiato idea e vado a far pace con Mattia>>
Rise e me lo mostrò meglio. Aveva ancora il cartellino.
<<Amore è nuovo. L'ho comprato perché sapevo che saresti venuta e sei bellissima quando sei gelosa>>
<<Vai al diavolo>> borbottai.
Mi stampò un bacio sulla guancia e mi lasciò apparecchiare.
<<Allora quando parti?>>
<<Domani. Dovevamo partire tra due settimane, ma credo che sia meglio una vacanza>>
<<Cosa? Brutto idiota! Lo sai che tra tre giorni ho l'esame e adesso che Mattia mi ha lasciata voglio te con me!>> mi arrabbiai.
<<Oh piccola scusami l'ho dimenticato. Allora facciamo che appena finisci gli orali ti prenoto un aereo per raggiungermi>>
<<No! Io voglio che tu stai qui con me mentre faccio gli esami!>>
<<Giochiamocela>>
Lo guardai incuriosita.
<<Farai tutto quello che voglio a partire da adesso e se ti propongo qualcosa non ti tiri indietro>> sorrise malizioso.
<<E' un ricatto>> borbottai.
<<Certo che lo è pasticcino mio>> rise.
<<Sei orribile>>
Ridemmo a crepapelle e come pattuito pulii tutto. Verso l'una andai in bagno per fare una doccia, ma Ka entrò abbracciandomi da dietro.
<<Amore ti voglio nel mio letto adesso>> disse baciandomi il collo.
<<Sì Ka ora però devo fare una doccia>>
<<Ricorda il ricatto>> sussurrò.
<<Ti odio di più ogni minuto che passa>>
<<Ecco questa è la grinta che voglio tesoro>>
Sbuffai e mi voltai verso di lui.
<<Hai perso>>
<<Non m'importa. Preferisco farmi una doccia che assecondare un cafone>> risposi cacciandolo dal bagno.
Mi feci la doccia e lo raggiunsi a letto. Iniziai ad accarezzargli il petto giusto per farlo ammorbidire e mi sedetti sulla sua pancia.
<<Ora propongo io un ricatto: se davvero vuoi andare in vacanza e non essere con me mentre sono in crisi allora non devi cedere>>
<<Affare fatto>>
Sorrisi e gli baciai il petto nudo e accarezzai i bicipiti. Si irrigidì appena gli toccai la pancia. Era cotto a puntino. Dopo nemmeno 20 minuti mi afferrò per i fianchi e si mise su di me.
<<Ok hai vinto piccola peste>>
Quando mi risvegliai ero contenta per quello che avevo ottenuto.
<<Allora oggi un po' di shopping antidepressivo!>> dissi battendogli una mano sul petto.
Ero felice e euforica e non capivo il perché. Secondo Ka era la prima fase dell'abbandono, poi appena lo avrei realizzato allora sarebbero scoppiate le lacrime.
<<Sto benissimo>> continuavo a ripetere.
Mentre eravamo al bar e parlava di calcio con alcuni suoi amici mi venne in mente Mattia.
<<Ehm Ka non mi sento molto bene. Vado a casa tua e ci vediamo lì. Fai con calma>> mormorai con voce tremante.
Corsi a casa sua e scoppiai in lacrime sul divano. Ka mi raggiunse dopo un'ora.
<<Voglio un barattolo di gelato al cioccolato e un cuscino soffice>>
Mi portò quello che avevo chiesto e mi abbracciò.
<<Non ti abbandonerò mai>>
L'esame di maturità andò benissimo e andai in tour con Ka. Ero felice perché ormai mamma era in coppia fissa con Alessandro Belli, ma ero a pezzi vedendo Mattia, quindi decisi di andare a casa sua. Sapevo che aveva affittato un monolocale a Bologna perché frequentava lì l'Università. Lontano da Milano, quella che avevo scelto io. Decisi di parlarne prima con Ka. Ero a casa sua. Avevamo appena finito di pranzare.
<<Non è una buona idea>> disse accendendosi una sigaretta.
<<E dai. Prima di tutto era il mio migliore amico da quando avevamo 3 anni e poi gli ho spezzato il cuore>> spiegai.
<<Ho detto di no>> disse duro.
<<<Bene Carmine vaffanc***!>> sbottai arrabbiata e me ne andai.
Mi feci inviare l'indirizzo da Mary e prenotai il treno per Bologna per il mattino seguente. Appena tornai a casa ne parlai con mamma e Alessandro e mi diedero il loro appoggio. Andai in camera mia e preparai la borsa con le cose essenziali, cenammo e andai subito a letto. Ero un po' nervosa, ma dovevo farlo, quindi mi vestii, salutai mamma e Alessandro mi diede un passaggio in stazione. Il treno partì alle sette e arrivai a Bologna alle 10. Trovai diverse chiamate di Ka e decisi di avvisarlo.
<<Ehi piccola senti mi dispiace. Sei ancora arrabbiata con me?>> chiese in modo dolce.
<<No, ma lo sarai tu adesso, perché sono appena arrivata a Bologna>> dissi tutto d'un fiato.
<<Cosa? Ma che hai in testa? Ti ho detto che non dovevi andarci, torna subito a Milano!>> urlò.
<<No! Ritorno stasera>> dissi velocemente e staccai.
Per fortuna non fu difficile raggiungere l'appartamento. Venne ad aprirmi un suo coinquilino molto bello in boxer.
<<Ciao dolcezza ti sei persa?>> chiese in modo molto malizioso.
<<No in realtà sono qui per vedere Mattia>> sorrisi.
<<Mati c'è una dolce ragazza che chiede di te!>> urlò il ragazzo.
Mattia venne subito e si indurì nel vedermi.
<<Cosa vuoi?>> chiese arrabbiato.
<<Ehm vorrei parlarti>> dissi piano.
Mi guardò negli occhi e vide che ero sincera.
<<Ok entra. Vado a farmi una doccia e facciamo un giro>> sospirò.
L'appartamento era carino, ma ovviamente in mano a due ragazzi era ridotto ad una discarica.
Mi sedetti sul divano e venne l'altro ragazzo.
<<Dan non si tocca>> lo avvertì Mattia e gliene ero davvero grata.
Il ragazzo sbuffò e si sedette accanto a me.
<<Piacere sono Daniele, ma chiamami Dan>> sorrise.
<<Piacere io sono Sharon>>
Mi sentivo davvero in imbarazzo con i miei short e la mia camicetta, ma Dan era simpatico. Finalmente Mattia subito si vestì.
<<Andiamo>> disse sempre duro.
<<Rimani per pranzo?>> chiese Dan.
<<Sì>> sorrisi.
<<Vedremo. Tu intanto metti in ordine sto casino se vuoi averla a pranzo qui>> rispose subito Mattia e andammo a fare una passeggiata.
Ignorai le continue chiamate di Ka e Mattia sorrise amaro.
<<Non rispondi al tuo ragazzo?>> chiese sprezzante.
<<No>>
<<Scommetto che appena ti ho urlato contro tu sei corsa da lui>> disse serio.
<<Sì>>
<<E avete fatto l'amore la sera stessa>>
Era inutile mentire quindi annuii.
<<Lo sapevo e sono convinto che almeno una volta mi hai tradito>> disse duro.
Mi fermai con le lacrime agli occhi e mi misi davanti a lui.
<<Non sono qui per parlare di Ka. Sono qui per far pace con te e ci ho litigato, ma non m'importa perché tu sei per prima cosa il mio migliore amico e non sai quanto mi manchi Mati. Ho sbagliato, sono orribile e ti ho distrutto lo so, ma non dirmi che non ti manco. Inoltre l'ho tradito prima con te se non ricordo male>>
Si accese una sigaretta e mi asciugò le lacrime. Restammo in silenzio per un bel po' continuando a camminare.
<<Io ti ho amata davvero>> disse all'improvviso.
<<Lo so Mati. Quante volte ancora devo dirti che mi dispiace?>> singhiozzai.
Si fermò e mi abbracciò forte. Quanto mi è mancata la mia roccia.
<<Lo so tesoro. Ok calmati. Anche tu mi manchi da morire e mi ha fatto davvero felice vederti e saper che sei qui con me facendo arrabbiare quello, quindi ti perdono>> disse piano.
Mi spostai per sorridergli.
<<Davvero?>> chiesi contenta.
<<Certo. Sei la mia migliore amica e ho avuto l'onore di essere il primo quindi perché non dovrei? Devi promettermi che ogni volta che vorrai vieni qui da me, ok?>>
Annuii più sollevata e ritornammo al suo appartamento verso mezzogiorno.
<<Sai cosa mi farebbe davvero felice?>> chiesi nel palazzo.
<<Cosa?>>
<<Sa venissi a Milano da me>>
Sorrise e mi baciò la fronte.
<<E' meglio di no. Vieni tu qui quando hai bisogno di me e viceversa>>
Mentre io preparavo il pranzo Mattia prese il mio cellulare. Sbiancai quando capii che chiamò Ka.
<<Ehi calma amico... Non toccherei mai la mia migliore amica... Senti ti volevo solo avvisare che la riaccompagno con la macchina stasera... Nessun disturbo... No tranquillo... Ok ciao>> sorrise e mi porse il telefono.
Sospirai.
<<Ti ammazzo!>> urlò Ka.
<<Ka lo so, ma dovevo farlo e...>>
<<Ciao>> mi interruppe e staccò.
Pranzammo con Dan e mi divertii molto. Visto che ci aspettavano più o meno tre ore di macchina Mattia andò a riposarsi, Dan andò a farsi una corsa e io restai sul divano a vedere la TV, ma mi addormentai anch'io.
Mi risvegliai alle 20:00 con una coperta addosso.
<<Ehi buonasera>> mi sorrise Mattia.
<<E' tardissimo! Perché non mi hai svegliata?>> mi arrabbiai.
<<Dai miss tragedia ho preparato dei panini. Tu vai a fare pipì e datti una rinfrescata mentre io ti aspetto in macchina>> rise.
Obbedii, salutai Dan e lo raggiunsi in macchina. Mandai un messaggio veloce a Ka, ma non mi rispose. Parlammo di cose in generale e verso l'una arrivammo a Milano. C'era un po' di traffico.
<<Bene eccoci qua>> sospirò.
<<Portami da Ka. So per certo che è in casa>>
Mi portò da Ka, ma non riuscivo a lasciarlo.
<<Dai ci rivediamo presto te lo prometto>>
<<Adesso te ne vai?>> chiesi con voce tremante.
<<Ti prometto che verrò appena posso>> sorrise.
Mi avvicinai per baciarlo sulla guancia, ma lui mi baciò sulla bocca. Ci staccammo dopo un po'.
<<Vuoi che me ne vada adesso? Scusami ti giuro che è l'ultimo bacio e se non vuoi vedermi più ti capisco, ma ti giuro che non capiterà più>> sussurrò accarezzandomi le guance.
Restai un po' in silenzio e gli diedi le mie chiavi di casa.
<<Vai a casa mia. Non mi va che guidi da solo. Mamma e Alex non ci sono quindi io vengo domani mattina>> sospirai.
Sorrise prendendo le chiavi e io entrai in casa di Ka. Era sveglio e livido di rabbia.
<<Cosa vuoi adesso?>> chiese in un sussurro.
<<Mi dispiace Ka, ma dovevo farlo. L'avrei fatto pure con te lo sai>> scoppiai in lacrime.
<<Dormi da me?>> chiese baciandomi sulle labbra.
<<Speravo che me lo chiedessi>> sorrisi.
Mi feci una doccia e andammo a dormire abbracciati.
Quella settimana dormivo da Ka e quindi non era di cattivo umore. La sveglia suonò alle 5:00 e subito mi svegliai, spostai piano la mano di Ka dal mio fianco, ma le sue dita strinsero ancor più forte la mia pelle.
<<Amore ma dove vai a quest'ora?>> mormorò ancora ad occhi chiusi.
<<Devo andare a lezione, scemo>> sorrisi stampandogli un bacio a stampo.
Mi lasciò andare e andai in bagno per lavarmi e vestirmi. Faceva davvero freddo ed era ancora buio. Lo ritrovai in cucina mezzo intontito con solo i jeans addosso intento a preparare il caffè.
<<Ti accompagno. C'è la neve e non voglio che vada da sola>>
<<Ma no amore sta tranquillo. Tu metti una maglietta o ti verrà la bronchite>> sorrisi.
Scosse la testa e mi tenne ferma per il polso.
<<Non azzardarti ad uscire. Aspettami>> disse serio.
Lo aspettai per circa 20 minuti e mi accompagnò all'Università. Aveva ragione, la neve era moltissima.
<<A che ora finisci?>> chiese prendendomi la mano.
<<Alle cinque, ma tranquillo faccio due passi>>
<<No no. Vengo a prenderti alle cinque>> sorrise.
Mi sembrava davvero strano. Era troppo, ma fin troppo gentile. Visto che mancava un'ora all'inizio della lezione chiamai Mattia per raccontargli la mia paranoia.
<<E dai anima mia non essere così paranoica>> sbuffò.
<<Ma è strano che sia così accomodante. Secondo me c'è qualcosa sotto>> insistetti.
<<Mmm allora ti sta nascondendo qualcosa. Va bene così? Ora va al diavolo e lasciami dormire in santa pace, rompiscatole>> brontolò.
<<Eh grazie per avermi messo un'altra cosa in testa. Vai a dormire>> mi arrabbiai e staccai.
Alle quattro e mezzo uscii dall'Università e vidi Marta. Cercai di non farmi vedere, ma si avvicinò a me.
<<Ciao ragazza di Ka>>
<<Ciao ex di Ka>> risposi.
Scoppiò in una risatina finta e la guardai sospettosa.
<<Come sei dolce. Non doveva proprio lasciarsi sfuggire la bambolina pulita. Peccato>>
La guardai furiosa.
<<Ah tu non puoi saperlo, ma abbiamo passato una notte fantastica l'altro giorno. Mi ha detto di non dirtelo, ma tra donne ci si aiuta>> rise dandomi la maglia di Ka dei Ramones.
Non risposi e appena se ne andò la annusai. Sapeva di Ka. Furiosa come non mai mi incamminai a piedi e lo incrociai per strada.
<<Sali>> sorrise.
<<Vaffan****!>> urlai e corsi a casa sua.
Presi la mia borsa e iniziai a mettere dentro le mie cose alla rinfusa. Ka entrò in quel momento.
<<Ehi tesoro mi spieghi cos'è successo?>> chiese non capendo.
<<Ho incontrato Marta e mi ha dato questa>> urlai lanciandogli la maglietta.
Raggelò.
<<Già!>> mormorai con la testa tra le mani.
Restò in silenzio per un po', ma poi si avvicinò al mio viso.
<<Può sembrare una cosa assurda, ma io non ho fatto nulla>> disse piano.
Mi alzai dal letto e mi allontanai da lui.
<<Non mentirmi! Guardami negli occhi e dimmi la verità!>> strillai.
Abbassò lo sguardo.
<<Ho detto guardami!>> insistetti.
<<Avrei tanto voluto che non fosse successo, ma tu mi stavi facendo impazzire con la storia di Mattia e io ero ubriaco...>>
Lo guardai e basta.
<<Ti prego parlami. Dì qualcosa, per favore!>>
Scossi la testa.
<<Per me non significava nulla, lo giuro. Io ti amo e mi dispiace davvero tanto>> disse serio.
Presi la mia borsa e me ne andai senza dire una parola. In stazione presi il treno per Bologna e arrivai a casa di Mattia a mezzanotte. Mi aprì la porta Dan.
<<Ehi dolcezza cosa succede?>> chiese preoccupato.
Lo guardai meglio e vidi che era spettinato e in boxer. Era in compagnia di una ragazza.
<<Oh mio Dio Dan scusami avrei dovuto avvisare e... tranquillo aspetto Mattia qui fuori>> mi scusai piangendo.
<<Non dire sciocchezze entra. Sei sconvolta>> sorrise.
Mi fece accomodare sul divano e mi levai il cappotto mentre lui chiamò Mattia.
<<Ehi Mati... Sì lo so che non dovevo disturbarti, ma c'è un'emergenza... Sì molto urgente direi... vieni subito!>>
Andò nella sua camera e uscì vestito con una ragazza dietro di lui con l'aria sconvolta, ma soddisfatta.
<<Ehi scusatemi ancora vi prego>> singhiozzai.
<<Ehi ehi piccola tranquilla. Se la migliore amica di Mattia ha bisogno di aiuto la nostra casa è aperta 24 ore su 24>> sorrise.
Diede un bacio alla ragazza e andò a preparare il caffè.
<<Ciao io sono Giulia>> si presentò la ragazza.
<<Io sono Sharon>> sorrisi.
<<Sì lo so Mattia mi parla tanto di te e devo dire che nella descrizione ci ha azzeccato... Solo che ti ha descritta sorridente>>
Abbozzai un sorriso.
<<Sei proprio tu allora>> sorrise.
Mattia entrò in quel momento allarmato con la maglia messa al rovescio e i capelli spettinati. Appena mi vide il suo panico si trasformò in furia.
<<Dan per favore puoi lasciarci soli?>> chiese duro.
Dan e Giulia se ne andarono e Mattia mi abbracciò forte.
<<Avevi ragione! E' andato a letto con la ex>> singhiozzai.
Mi asciugò le guance e mi baciò la fronte.
<<Guarda che hai la maglia al rovescio>>
Si guardò la maglietta e sorrise imbarazzato.
<<Oh bene ho rovinato due notti di passione>> sbuffai.
<<Ma no scema. Giulia è la fidanzata di Dan, ma io stavo con una conosciuta al corso di economia. Non ho la ragazza>> rise.
<<Posso stare qui per un po'? Ti prego dormo sul divano e poi sai che pulisco benissimo>> lo implorai.
<<Per Dan non credo sia un problema e poi dormi nel letto con me. Andiamo a letto adesso che sono stanco>>
Mi lavai e lo raggiunsi a letto. Ka mi aveva chiamato svariate volte, ma non volevo sentirlo. Chiamai mamma e le dissi che avevo voglia di stare da Mattia e che Ka era d'accordo.
Dopo un paio di giorni stavo un pochino meglio e Giulia mi piaceva davvero. Ero in cucina con culottes e canottiera a bere una tazza di latte.
<<Amore senti io adesso non vado a lezione e facciamo un giro, ok?>> sorrise Mattia.
<<Mati tranquillo vai io sto bene. Ci vediamo stasera>>
<<No no. Forza muovi quel bel culetto e preparati>>
Indossai jeans stretti, stivaletti grigi e mentre sceglievo la maglietta entrò Mattia in boxer. Mi afferrò per i fianchi e mi diede un bacio sul collo.
<<E' stato davvero un idiota>> sussurrò.
Il contatto della mia pelle contro la sua mi provocò un brivido, ma lo ignorai.
<<Già. Dove mi porti?>> chiesi infilando una felpa a caso.
Rise e si vestì. Andammo in giro per Bologna e mi costrinse a fare shopping.
<<Davvero do l'impressione di una ragazza pulita e candida?>> chiesi bevendo la cioccolata calda.
<<Sì e farebbero tutti a pugni per venire a letto con te, tesoro>> sorrise.
Sorrisi.
<<Non per vantarmi ma ho avuto l'onore di essere il primo>> disse soddisfatto.
Tornammo a casa e c'era Ka furioso in salotto e Dan spaventato.
<<Fuori da casa mia!>> disse Mattia duro.
Gli posai le mani sul petto per calmarlo.
<<Ci parlo io. Tu sta tranquillo>> sorrisi.
Annuì e andò in cucina con Dan.
<<Che vuoi?>> chiesi arrabbiata.
<<Sparisci per tre giorni e non rispondi. Mi hai fatto venire un infarto! Fortuna che sapevo esattamente dove fossi>> urlò.
<<Oh lo sapevi esattamente? Perciò ci sono voluti tre giorni? Sei venuto a piedi per caso?>>
<<Ho avuto degli impegni di lavoro>> disse a denti stretti.
<<Be non mi interessa. Sono in buone mani quindi vattene!>>
<<Ti prego torna con me! Lo sai che ti amo>> disse più calmo.
Mattia entrò con aria di sfida, ma feci segno di no con la testa.
<<Voglio stare un po' qui. Quando decido di tornare te lo farò sapere>> dissi ferma.
Sorrise sconfitto e mi accarezzò le guance e con i pollici sfiorò i contorni della mie labbra.
<<Ka ti prego>>
Mi diede un bacio a stampo e se ne andò. Mattia subito mi abbracciò e scoppiai a piangere.
La sera stessa Dan uscì e Mattia restò con me sul letto per guardare un film e mangiare dolci. Avevo la testa sulla sua spalla e lui aveva una mano stretta al mio fianco.
<<Aspetta hai un po' di cioccolata qui>> sussurrò.
Non ero stupida. Sapevo che voleva baciarmi e forse lo volevo anch'io. Mi baciò appena sotto il labbro inferiore e dischiusi la bocca in un riflesso involontario.
<<Io non ti ho mai fatto soffrire. Io non ti ferirò mai>> sussurrò.
Mi prese con forza per i fianchi e si mise su di me. Avevo bisogno di lui. Gli afferrai le spalle e lo baciai. Il suo petto caldo contro la mia maglietta era una medicina potente.
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