Il lunedì mattina mi svegliai alle sei e Ka non era nel letto. Dubitai che stava dormendo sul divano e infatti non era nemmeno lì, quindi non era ancora rientrato. Preparai il latte col caffè e rientrò tutto assonnato. Si avvicinò e cercò di baciarmi, ma lo allontanai in malo modo.
<<Puzzi troppo. Non toccarmi>> sbuffai.
Non era ubriaco quindi capì subito.
<<Tesoro scusami. Lo sai come funzionano i party e Kiss Kiss è un fenomeno nell'organizzarli>> si scusò.
<<Non ti devi scusare. Non sono la tua ragazza>> risposi fredda e cercai di allontanarmi.
<<E dai amore ancora con questa storia?>> sbuffò.
<<Non è nessuna storia. Non stiamo insieme e basta. Vai a farti una doccia che puzzi come un bagno pubblico>>
Andai a prepararmi per andare all'Università.
<<Io esco. Torno nel pomeriggio tardi. Se devi uscire fallo tanto ho le chiavi>> dissi in fretta e me ne andai sbattendo la porta.
Non riuscivo a spiegarmi il reale motivo per cui ero arrabbiata, ma lo ero. Mary era convinta che ero ancora innamorata di Ka, ma non le credevo. Dopo la lezione andammo in aula studio per studiare in santa pace e mi chiamò Ka.
<<Che c'è?>> risposi contro voglia.
<<Stasera ceniamo insieme?>>
<<No. Devo uscire con Mary stasera>> mentii.
<<Non me lo hai detto>>
<<Sì l'ho deciso adesso. Adesso scusami, ma sto studiando. Ci vediamo tra un paio d'ore>> dissi in fretta e staccai.
Mary mi guardava con rimprovero.
<<Non dire niente, d'accordo? Non sono pronta>> sbuffai.
Finimmo di studiare alle cinque e tornai a casa verso le sette.
<<Shà devo parlarti>> disse Ka serio.
<<Non ora ti prego. Sono stanchissima, scusa>> mi lamentai.
Mi afferrò i polsi e mi guardò dritto negli occhi.
<<Perché mi stai evitando?>> chiese duro.
Abbassai gli occhi.
<<Non lo so. Ho paura Ka. Ho paura di farmi ancora male>> singhiozzai.
Mi lasciò i polsi e si rilassò.
<<Ti posso capire, ma mi uccidi quando mi tratti così>>
<<Ok cercherò di non farlo>> sorrisi.
<<Bene. Ora che dici di venire con me a cena?>> chiese
<<Va bene, ma niente cose romantiche. Vorrei una pizza o un panino>>
<<Ok>> sorrise.
Andai a farmi una soccia e indossai jeans neri, stivali col tacco e camicia bianca con una cintura in vita e mi arricciai i capelli. Andammo in un pub molto carino, ma c'era Mattia.
<<Vuoi andare via?>> mi chiese subito Ka.
<<No, tranquillo>> sorrisi.
Stava mano nella mano con la segretaria, ma snceramente non mi importava. Si chiamava Melissa. Dopo aver ordinato andai un momento in bagno e dopo entrò proprio le.
<<Ehi tu sei la ex di Mati. Come stai?>> chiese sorridendo.
<<Sto bene grazie>>
<<Mi dispiace davvero molto che vi siate lasciati>> disse fingendosi veramente dispiaciuta.
<<A me no>>
Evidentemente voleva irritarmi.
<<Oh molto carino da parte tua lasciarci l'appartamento. Molto carino, ma senza offesa ho voluto renderlo mio cambiando ogni cosa>>
Ok ero al limite. Corsi fuori stizzita e presi Mattia per il colletto della camicia sbattendolo al muro.
<<Come ti sei permesso? L'appartamento l'ho comprato io!>> mi arrabbiai.
<<Te ne sei andata. Che dovevo fare?>> chiese guardandosi in giro terrorizzato.
<<Sei un bastardo! Che fine hanno fatto le mie cose?>> continuai ad urlare.
Stavo dando spettacolo, ma non mi interessava.
<<Ehi pulce giù le mani dal mio ragazzo>> intervenne Melissa.
<<Altrimenti?>> la sfidai.
Non si mosse e io diedi un pugno sulla guancia a Mattia. La bionda subitò mi attaccò e ci prendemmo a botte. Ka mi afferrò subito i fianchi un po' per proteggermi, un po' per farmi smettere.
<<Lasciami!>> urlai.
Non mi lasciò finchè non mi fece uscire.
<<Devo ammazzarlo! Ha dato via le mie cose!>> singhiozzai.
Mi abbracciò e mi calmai.
Dopo qualche minuto uscì Mattia.
<<Ehi Ka mi fai parlare un secondo con lei?>> chiese gentilmente.
Mi sedetti in macchina Mattia si inginocchiò davanti a me.
<<Non li ho buttati. Sapevo che ci tenevi e li ho sistemati nella cantina di tua nonna. Se vuoi la casa dimmelo e me ne cerco un'altra. Davvero Shà lo so che quelli sono regali di tuo padre>> disse sincero.
<<Sì rivoglio tutte le mie cose>> mormorai.
<<Bene. Allora domani ti porto in cantina da tua nonna e...>>
<<Domani niente. So dove abita mia nonna e non voglio sentirti mai più. Avvisami solo quando hai liberato casa>> dissi dura.
<<Va bene. Ehi comunque davvero mi dispiace per averti fatto soffrire. Vorrei avere una scusa valida, ma non ce l'ho>>
<<Sei un verme viscido e puzzolente. Non chiedermi perdono perché non te lo do. Non provare mai più a farmi avvicinare da quella iena, chiaro?>> mi arrabbiai.
Annuì e se ne andò.
<<Ka per favore andiamo a casa>> mormorai.
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