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Discussione: In loving memory

  1. #11
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    Predefinito Re: In loving memory

    11° CAPITOLO

    Ero confusa. Decisamente confusa, ma non volevo tornare ancora a Milano e raccontai la verità a Mamma, così Mattia mi accompagnò a casa a prendere le mie cose. Dan era contento che io e Giulia fossimo diventate amiche e anche io, perché mi mancava avere un'amica femmina.
    <<E così adesso state insieme tu e Mati>> rise Dan.
    <<No no no. Non sto con nessuno. Voglio essere single>> dissi ferma.
    <<Sì amore, ma l'altra notte è stata fenomenale>> ricordò Mattia.
    Lo guardai male. Ero sicura di non essere andata oltre il bacio.
    <<Non abbiamo fatto niente. Ricordo perfettamente che non siamo andati oltre il bacio>>
    <<Be se sorvoliamo un paio di cosette allora hai ragione tu>> mi prese in giro.
    Lo guardai non capendo. Ero perfettamente sicura di quello che avevo detto.
    <<Be' non era un bacio casto, tesoro>> sorrise.
    Lo guardai torva per un po' cercando di ricordare.
    <<Ok, ma non abbiamo fatto niente, questo lo ricordo bene>> insistetti.
    Mattia e Dan si scambiarono uno sguardo d'intesa.
    <<Quando sono rientrato ho sentito che gridavi>> rise Dan.
    Capii che mi stavano prendendo in giro.
    <<Voglio essere single e non voglio baciare un ragazzo per almeno due mesi. Preferibilmente nessuno tra te e Ka>> sbuffai.
    <<Se sei single potremmo divertirci senza impegno come faccio già da un po'>> propose Mattia.
    <<Ma certo. Stanotte mi raccogli in autostrada>> sbottai.
    Ero di cattivo umore quindi lasciarono perdere. Ka continuava a mandarmi messaggi di scuse e promesse. Finì Ka e parti Pedro con le chiamate.
    <<Pedro ti prego lasciami in pace>> sbuffai.
    <<No. Apri il cancello che sto a Bologna>> disse e staccò.
    Infatti dopo cinque minuti bussò alla porta.
    <<Salve ragazzi. Potreste lasciarci soli qualche minuto?>> chiese Pedro gentilmente.
    I ragazzi uscirono e Pedro mi abbracciò.
    <<Ti prego Shà, Ka sta davvero molto male>>
    <<Ah davvero? Poteva pensarci prima! Io sto peggio!>> mi arrabbiai.
    <<Ok non dico che devi perdonarlo, ma almeno lascialo parlare>> propose.
    <<Non voglio tornare a Milano>>
    Sorrise e si mise il cellulare all'orecchio. Dopo un paio di minuti apparve Ka con un pacchetto in mano.
    <<Mi prendi in giro?>> mi arrabbiai.
    <<Parlate>> sorrise Pedro e ci lasciò soli.
    Sbuffai e Ka mi prese una mano.
    <<Ti prego piccola ascoltami. Mi dispiace davvero tanto e non merito il tuo perdono, ma io ti amo davvero e farò qualunque cosa pur di renderti felice>>
    <<Qualunque?>> chiesi sospettosa.
    <<Tutto ciò che vuoi>> mi assicurò.
    <<Allora non venire più qui. Voglio un po' di tempo per pensarci, ti prego. Non voglio ritornare con te e questo e definitivo, ma giuro che cercherò di perdonarti>> dissi dura.
    <<Mi basta per il momento>> sorrise.
    Sorrisi anch'io.
    <<Be mi ha fatto piacere vederti. Torna presto>> disse triste.
    Lo accompagnai alla porta e mi diede un bacio bellissimo, da mozzare il fiato. Si staccò con un morso leggero.
    <<Non dirmi che non hai provato niente>> sussurrò.
    <<Ka ti prego ho bisogno di tempo.>> dissi in lacrime.
    Mi diede un altro bacio e questa volta partecipai anch'io. Era davvero travolgente, ma non potevo cedere. Salutai Pedro e se ne andarono.

    UNA SETTIMANA DOPO...
    Mattia e Dan erano all'Università mentre io cercavo su internet i libri che mi servivano per gli esami da sostenere. Anche se non seguivo i corsi volevo comunque provare a dare qualche esame da non corsista. Mattia appena rientrò mi abbracciò da dietro e mi baciò dalla mascella alla spalla.
    <<Oggi e domani Dan sta da i genitori di Giulia e noi siamo soli>> sussurrò.
    <<Mmm non verrò a letto con te>>
    Mi morse il collo sbuffando e si allontanò frustrato. Lo desideravo anch'io, ma non era il modo migliore.
    <<Vado in giro a comprare delle cose, ti serve qualcosa?>> chiese prendendo il cappotto.
    Gli porsi la lista dei libri e appena se ne andò io mi feci la doccia e lo shampoo. Visto che i riscaldamenti erano alti e che stavamo soli indossai solo una sua felpa sopra le mutandine e stirai i capelli. Lui tornò alle otto e appena mi vide sbuffò.
    <<Che c'è?>> chiesi ridendo.
    <<Mettiti un paio di pantaloni se non vuoi che ti stacchi quelle bellissime gambe a morsi>> disse serio.
    Non lo calcolai e preparai la cena mentre lui faceva la doccia. Per compensare lui aveva solo i pantaloni della tuta. Per quanto mi attraeva l'idea di toccargli il torace feci finta di niente e cenammo. Dopo cena lavai i piatti e andai nel suo letto stanca. Mi raggiunse dopo un po'. Era affamato.
    <<Mati ti prego>> lo fermai.
    Avanzò lentamente come un predatore e mi alzai di scatto.
    <<Amore hai del dentifricio sulle labbra>> sussurrò.
    Mi pulì le labbra delicatamente con un pollice e l'altra mano vagava sotto la felpa, sulla schiena nuda. Non potevo fermarlo, lo volevo anch'io. Lo desideravo. La sua bocca, le sue mani e il suo petto caldo mi facevano stare bene. Era dolce e e i suoi baci mi scuotevano.
    <<Vuoi essere la mia ragazza?>> chiese abbracciandomi da dietro.
    <<No. Non voglio stare con nessuno. Nessun legame per adesso. Voglio essere tua amica come sempre>>
    <<Solo se mi prometti che ogni volta che hai bisogno correrai da me>>
    Annuii e lo baciai intensamente. Le sue mani mi strinsero forte i fianchi e bacio dopo bacio ci addormentammo.
    Mi sentivo crudele verso Ka, ma volevo anche Mattia. Forse dovevo allontanarmi da entrambi, Era la cosa giusta da fare.
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  2. #12
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    Predefinito Re: In loving memory

    12° CAPITOLO

    KA

    Passavano i mesi ed era come un'agonia per me. Ero davvero distrutto, ma potevo prendermela solo con me stesso. Suonò la sveglia e mi trascinai fuori dal letto. Ero particolarmente intrattabile, quindi pregai gli altri di lasciarmi solo in studio. Feci una doccia, mi vestii e con la chitarra andai al nostro Randa Studio. Avevo abbozzato un testo e tra accordi e sigarette lo finii. Soddisfatto e un po' più di buonumore decisi di farmi una passeggiata. La vidi al bar, bella come sempre. Stava chiacchierando col barista e decisi di entrare.
    <<Ciao>> la salutai.
    Si girò di scatto e saltò giù dallo sgabello per scappare, ma la trattenni leggermente per il polso.
    <<Posso parlarti?>> chiesi gentilmente.
    Sospirò e annuì rassegnata. Uscimmo in strada e ci incamminammo verso la mia macchina.
    <<Come stai?>>
    <<Sto bene Ka, grazie>> mormorò.
    Le aprii la portiera e salì senza protestare.
    <<Dove andiamo?>> chiese quasi scocciata.
    <<A casa mia>>
    Entrammo a casa e non era ancora esplosa, il che mi inquietava parecchio, ma ero contento di averla con me.
    <<Non voglio ritornare con te, Ka. Voglio essere tua amica. Sto con Mattia adesso e non voglio ferirlo ancora>> Disse neutra.
    Non mostrava nessun sentimento nemmeno dagli occhi. Emanava gelo.

    IO

    Mi sentivo male per quella bugia, ma dovevo proteggermi in qualche modo anche se lo desideravo davvero. I suoi occhi erano tristi, ma il mio cuore era ridotto in polvere ormai. Annuì e mi rivolse un sorriso finto.
    <<Be alla fine ha vinto lui>> sospirò.
    Mi vibrò il cellulare. Era Mattia che mi avvisava di essere venuto a Milano a trovarmi.
    <<Devo andare Ka. Mi ha fatto piacere vederti>> sorrisi.
    Scappai in stazione con le lacrime che mi annebbiavano la vista...

    KA
    Decisi di andarmi a fare la doccia sperando di soffocare il dolore sotto l'acqua calda. Mentre mi stavo vestendo il campanello suonava insistentemente. Riuscii ad indossare solo i boxer e i jeans e andai ad aprire. Era Mattia spaventato e bianco come un lenzuolo.
    <<Ka ti prego devi venire subito con me! L'hanno investita e non si sa se riuscirà a risvegliarsi!>>
    Parole taglienti come lame. Senza pensarci un attimo indossai scarpe e felpa e ci precipitammo in macchina lasciando la sua valigia in casa mia. Mi spiegò la dinamica perché lui era appena uscito dalla stazione e il fatto era successo appena lì fuori.
    <<Allora state insieme eh?>> dissi alla fine.
    Mi guardò confuso.
    <<No. Ha detto che non voleva stare con nessuno dei due>> spiegò.
    Ero inspiegabilmente sollevato.
    <<Be' se ti va puoi venire a stare da me mentre si riprende>> proposi.
    <<Grazie>> sorrise.
    Appena arrivammo al piano della terapia intensiva c'era la madre che piangeva disperata abbracciata al suo compagno Alessandro.
    Aveva una buona parte di costole fratturate, trauma cranico forte, gamba rotta e ferite un po' ovunque. Non era fuori pericolo perché aveva un polmone e il fegato messi male e le avevano operato d'urgenza il pancreas.
    Passò una settimana e non si era ancora svegliata. Dani, Ivan e Pedro erano con noi tutti i giorni e le riempivamo la camera di peluche.
    <<Dai Ka lo so che è terribile, ma devi farti forza ed entrare. So per certo che chi è in coma sente le voci e forse sentendo la tua avrà qualche reazione>> cercò di convincermi Pedro.
    <<I medici l'hanno data per morta! Non reagisce a nulla!>> mi disperai.
    Dopo un po' però entrai lo stesso e le presi la mano gelida tra le mie e l'accarezzai. Niente. Nessuna reazione. Il monitor collegato al cuore segnava piccoli picchi.
    <<Non lasciarmi ti prego. Lo sai che ti amo. Sai ho parlato con Mattia e siamo quasi amici. Vorrei che appena ti riprendessi venissi a stare da me. Ti amo amore>> sorrisi e le baciai la guancia.
    Il monitor segnava picchi più frequenti. Reagiva! Il bip era sempre più forte. Mi nascosi il viso tra le mani.
    <<Ca... Cammene>>
    Era un sussurro leggerissimo, infatti non ero sicuro che fosse stato vero, ma alzai lo stesso la testa. Aveva gli occhi semiaperti e la bocca curvata quasi in un sorriso. Era un miracolo. Mi sentivo il principe Filippo che destò la principessa Aurora.
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  3. #13
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    Predefinito Re: In loving memory

    [CENTER]13° CAPITOLO

    Passarono tre settimane dal terribile incidente e facevo progressi. La gamba e le costole erano guarite quasi del tutto. Era l'inizio di dicembre e sapevo che i ragazzi si stavano organizzando per le vacanze di Natale. Dato che non potevo ancora andare ai corsi studiavo a casa mentre mamma era al lavoro. In quei giorni era a Roma. Dopo aver sistemato casa, verso le tre, bussò Ka.
    <<Ehi ciao piccola. Come ti senti?>>
    <<Meglio. Dai entra>> sorrisi.
    Si sedette sul divano e mi porse un sacchetto pieno di dolcetti.
    <<Grazie Ka, ma tra te e gli altri sto diventando una balena>> mi lamentai.
    <<Ma se per 10 giorni in ospedale non hai toccato cibo! Sei pelle e ossa!>> mi sgridò.
    Sbuffai e mi sedetti sul divano accanto a lui.
    <<Senti ho pensato che potresti venire con noi in vacanza il 22>> iniziò.
    <<No. Ka lo sai come la penso>> sbuffai.
    <<Ma sarai da sola qui. Poi ho parlato con tua madre e pure lei è d'accordo>>
    <<Ho detto di no! Non voglio stare a stretto contatto con te e nemmeno con Mattia. Ci incontriamo, mi venite a trovare ok, ma niente di più!>> dissi decisa.
    <<Perché?>>
    <<Se sto con Mattia di sicuro farò qualcosa che potrebbe ferirti e io non sono come te, Ka. Se invece sto con te farò qualcosa che di sicuro me ne pentirò>> spiegai.
    <<Quindi hai detto di no?>> chiese sconsolato.
    <<Esatto. Come le altre 10.000 volte precedenti>>
    Annuì e accese il televisore.
    <<Va bene pulce. Stasera devo tenerti d'occhio perché tua madre ha perso l'aereo per troppa neve>> sorrise.
    Imprecai a mezza voce e chiamai mamma per avere conferme. Purtroppo era vero e le dissi che avrei passato le vacanze di Natale con lei a casa dei parenti di Alessandro.
    <<Ho risolto il problema della vacanze>> dissi sedendomi accanto a Ka.
    Mi guardò curioso.
    <<Vado con mamma dai parenti di Alex>>
    <<Sei proprio impossibile. Sappiamo entrambi che provi un imbarazzo terribile, ma pur di non darmela vinta ci vai>> si arrabbiò.
    <<Esattamente>> sbottai.
    <<Bene allora non hai bisogno di me stanotte. Puoi stare da sola in questa casa enorme senza aver paura>> disse per vedere la mia reazione.
    <<Certo! Non ho bisogno di te e grazie per la visita>> risposi altezzosa.
    Eravamo entrambi molto orgogliosi. Prese il cappotto e se ne andò. Appena iniziò a fare buio iniziai ad aver paura, ma non ci pensai e mi feci la doccia. Mentre ero ancora avvolta nell'asciugamano saltò la corrente e mi spaventai a morte. Cercai inutilmente di aggiustare il guasto, ma ero bagnata e così chiamai Ka.
    <<Uuuuh che c'è hai paura?>> chiese ridendo.
    <<No idiota mi serve che mi aiuti a riallacciare la corrente>> sbottai irritata.
    <<Ok arrivo subito>>
    Dopo venti minuti Ka arrivò e riallacciò la corrente.
    <<Grazie>> mormorai.
    <<Figurati. Ora vado visto che non hai paura>>
    Andai nel panico.
    <<Già te ne vai?>>
    <<Sì sto andando al pub con i ragazzi, ma se hai paura resto>>
    <<No vai. Grazie>> risposi secca.
    Scosse la testa e si avviò lentamente alla porta. Appena toccò la maniglia mi assalì di nuovo il panico.
    <<Ka resta ti prego! Ho avuto paura!>>
    Rise e richiuse la porta.
    <<Dove stanno le mie cose?>> chiese vittorioso.
    <<Al solito posto>> sbuffai.
    <<Ok fai presto che devo farmi una doccia>> sorrise.
    Mi asciugai, misi il pigiama e andai a letto. Erano l'una e mezza. Ka entrò in camera mia per prendersi coperta e cuscino.
    <<Dove vai?>> chiesi non capendo.
    <<Sul divano. Hai detto che non vuoi starmi vicino>>
    Si sentì un tuono pazzesco.
    <<Ho paura da sola>> mormorai.
    <<Dai scema sto a pochi metri da te>>
    Lo guardai ancora più spaventata.
    Rise vittorioso e si sistemò accanto a me.
    Non è giusto che vinci sempre tu>> borbottai stretta a lui.
    <<Buonanotte piccola>> sussurrò baciandomi la fronte.
    Mi sentivo protetta tra le sue braccia.
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  4. #14
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    Predefinito Re: In loving memory

    14°CAPITOLO


    Mi tormentava il fatto che Ka frequentava di nuovo le sue vecchie amiche e ne ero gelosa. Io decisi di trasferirmi in un piccolo appartamento e Mattia veniva spesso a trovarmi. Qualche volta cedevo alle sue tentazioni e non sapevo come sentirmi.
    <<Piccola io devo tornare a Bologna. Lo sai che domani ho l'esame>> disse Mattia con cautela.
    Annuii mordendomi il labbro.
    <<Dai tesoro ci vediamo tra due weekend>> disse accarezzandomi le guance.
    <<Lo so Mati... Mi mancherai>> mormorai.
    Sorrise e mi baciò a stampo.
    <<Promettimi che risolverai con Ka perché non ce la faccio a vederti in questo stato>>
    Annuii abbracciandolo.
    <<Allora ci vediamo presto>> mi salutò.
    Quella sera avevo promesso a Vane, la ragazza di Dani, che sarei andata al loro party a casa di Ka. Per scaricarmi andai a fare shopping e quando tornai a casa misi un po' in ordine e mi preparai. Volevo essere perfetta. Mi lavai e mi stirai perfettamente i capelli, indossai jeans stretti neri, camicia bianca, tacchi alti e mi truccai per bene. Indossai il mio cappottino e andai in macchina. Ovviamente dovevo arrivare in ritardo. Appena arrivai venne ad aprirmi Dani.
    <<Oh eccoti. Ehm non credo sia un buon momento però>> sorrise imbarazzato.
    Allungai il collo e vidi Ka che sbaciucchiava una ragazza alta e bionda.
    <<Tranquillo me la so cavare>> lo rassicurai.
    Per stare più tranquilla non mi avvicinai a Ka, ma stavo con Vane, Elisa e Giusy. La serata trascorse tranquillamente, ma non sopportavo più vederlo mentre baciava quella ragazza, così mi rifugiai in camera sua, chiusi con cura la porta e mi levai le scarpe dolorose. Solo in quel momento mi abbandonai ad un pianto disperato. Rovistai tra la sua roba e trovai tante cose che mi riguardavano, dei pezzi di canzoni dedicate a me e molto altro. Nel suo portafoglio, ad esempio aveva una mia foto e il ciondolo della mia collana preferita. Mi sdraiai sul suo cuscino piangendo e sinceramente non mi importava di sporcargli le lenzuola con il trucco. Dopo un po' entrò proprio lui avvinghiato a quella ragazza e quella scena mi fece un male terribile e restai ferma finché non se ne accorse di me e si staccò dalla ragazza.
    <<Ehi perché piangi?>> mi chiese la ragazza.
    Non risposi. Fissavo Ka e piangevo silenziosamente.
    <<Ehi Ka sta male questa ragazza? Dai falla uscire!>> si lamentava strattonandogli il braccio.
    Ka se la scrollò di dosso e la fece uscire. La ragazza gli mollò uno schiaffo e se ne andò. Ka cercò di avvicinarsi, ma raggiunsi la porta in fretta.
    <<Non mi toccare!>> strillai.
    <<No amore aspetta io..
    Non gli feci finire la frase perché scappai via. Salutai velocemente i ragazzi e mi ritrovai sulla tratta Milano-Bologna. Arrivai all'appartamento di Mattia alle 4:00 del mattino e bussai insistentemente. Mattia venne ad aprirmi in boxer ancora addormentato. Io ero orribile: ero spettinata e avevo il trucco colato e una faccia cadaverica.
    <<Non fermarmi>> sussurrai rabbiosa.
    Lo baciai e lui ricambiò. Doveva assecondarmi, non aveva scelta.

    Mi risvegliai sul suo petto ancora sconvolta.
    <<Buongiorno>> sorrise con voce rauca.
    All'improvviso tornai in me.
    <<Che stupida! Tu hai l'esame... Mati mi dispiace tanto!>>
    Mi zittì con un bacio.
    <<Tranquilla l'appello ce l'ho alle 15:00. Adesso mi vesto e vado>>
    <<Sarai stanco. E' tutta colpa mia>>
    <<No tesoro. Anzi grazie mi hai dato una carica pazzesca>> sorrise.
    Andò a lavarsi e dopo venti minuti entrò bello pronto.
    <<Nel forno c'è della pizza avanzata, ma sinceramente non so con cosa sia condita>>
    <<Ehm vedo cos'hai nel frigo>> risposi abbastanza disgustata.
    Mi baciò a stampo e se ne andò. Indossai la sua enorme felpa e mi dedicai alle pulizie, mentre sistemavo camera sua bussarono alla porta ed aprii. Ka abbastanza furioso, con due occhiaie spaventose e il viso deperito. Eravamo identici, solo che i miei capelli lunghi li avevo raccolti in una coda.
    <<Ca*zo vuoi?>> chiesi spavalda.
    Mi baciò con forza e chiuse la porta.
    <<Non hai diritto di stare qui>> mormorai.
    <<Lo sapevo che saresti corsa qui e sapevo pure come sarebbe andata a finire>> sorrise.
    <<Tu diverti e io no? Be lascia che te lo dica: sono andata a letto con Mattia molte volte prima di stanotte>> urlai.
    Mi diede uno schiaffo sulla guancia.
    <<Ti odio Ka vattene via! Non voglio più vederti!>> singhiozzai.
    <<Tesoro mi dispiace e...
    <<Di cosa? Di avermi tradita o di non aver fatto un ca*zo per riconquistarmi?>> lo interruppi.
    Restò in silenzio.
    <<Dici di amarmi e poi vai a letto con chiunque!>> continuai ad urlare.
    <<Lo so che mi sono comportato da schifo e mi dispiace. Ti amo da morire e vorrei rimediare>> mormorò.
    <<No! Non voglio vederti mai più!>> dissi decisa.
    <<Ti prego>> implorò.
    <<Vattene!>> sibilai.
    Sospirò e se ne andò. Stavo malissimo, ma dovevo preservare il mio orgoglio.
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  5. #15
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    Predefinito Re: In loving memory

    15°CAPITOLO


    Proseguivo la mia vita senza entusiasmo, quasi per inerzia. Mattia ogni tanto veniva a scuotermi, ma dopo ritornavo sola e vuota. Ero irriconoscibile e cadaverica. Ka pure era nel mio stesso stato; me lo dicevano i ragazzi, ma sinceramente non erano problemi miei. Quel pomeriggio stavo a casa con Mattia. Mi aveva scosso un pochino, ma poi sono ritornata assente.
    <<Amore ti prego mi sembra che ho una bambola di pezza qui accanto>> sbuffò Mattia.
    <<Be' mi manca da morire, ok? Mi manca!>> singhiozzai.
    Sorrise e mi prese il viso tra le mani.
    <<Allora vai da lui>>
    Scossi la testa testarda.
    <<E' un ordine>> disse serio.
    Lo guardai disperata.
    <<Non può andare peggio>>
    Sospirai e andai a prepararmi. Leggings di jeans, stivaletti e maglia lunga, mi truccai e andai da lui. Era sorpreso e contento.
    <<Cosa ci fai qui?>> chiese curioso.
    Non risposi e lo seguii in cucina. Si fermò di colpo e gli andai a sbattere contro.
    <<Ho capito. Non vuoi parlarmi perché ce l'hai ancora a morte con me, ma ti manco. Anche tu mi manchi piccola mia davvero tanto>> disse accendendosi una sigaretta.
    Sbuffai scuotendo la testa.
    <<Pensi che non sappia cosa fai con Mattia? Per me è difficile venire da te e trattenermi dal non dargli un pugno in faccia! Ti voglio, ma so che se sbaglio tu subito corri da quello e non sai quanto faccia male una cosa del genere!>> urlò.
    Non ci avevo mai pensato al suo dolore, ma aveva ragione.
    <<Quindi vorrei sapere perché sei venuta!>> disse ancora arrabbiato.
    Feci uno sforzo enorme.
    <<Perché mi manchi e scusami per non aver considerato il tuo punto di vista. Ti ho attaccato mille volte senza pensare che quello che facevo ti avrebbe ferito. Scusami>> mormori in lacrime.
    Si calmò e mi abbracciò stringendomi forte. Mi aggrappai a lui catturando il suo bel profumo.
    <<Resti con me stanotte?>> chiese accarezzandomi i capelli.
    <<C'è Mattia a casa>> sussurrai.
    <<Lo sapevo! Ca*zo sei venuta a fare?>> urlò ancora.
    <<Ka scusami. Non era previsto>>
    <<Voglio che ti liberi di lui adesso o di me puoi scordarti per sempre! Voglio che ti lasci in pace ora!>> disse duro.
    <<Cosa? Non dovrei più avere più contatti con Mati?>> chiesi sconvolta.
    Scoppiai in lacrime. Sapevo che era geloso, ma quello era troppo.
    <<Almeno per adesso, per favore. Ovviamente vi sentirete quando vorrete, ma per un po' ti prego di non vederlo. Fallo per il nostro rapporto. Ho bisogno di questo per adesso>> disse più calmo accarezzandomi le guance.
    Annuii più tranquilla.
    <<Se ti serve questo lo farò>>
    Sorrise e mi accompagnò a casa.
    <<Passo a prenderti alle nove>>
    Annuii e entrai in casa. Mattia subit mi abbracciò.
    <<Mati ti prego devi farmi un grossso favore>>
    <<Certo. Tutto ciò che vuoi>> sorrise.
    <<Ka mi ha chiesto di mandarti via. Si sente minacciato e credo che sia la cosa giusta per adesso. Ci possiamo sentire sempre, ma per un po' è meglio non vederci. Ka è stato male quanto me e dobbiamo venirci incontro>> spiegai.
    <<Mi sembra giusto. Tranquilla capisco>> sorrise.
    Preparò la borsa e aprì la porta.
    <<Appena arrivi a casa avvisami>>
    <<Certo certo. Ci sentiamo>>
    Cercai di dargli un bacio sulla guancia, ma mi diede un bacio sulla fronte.
    <<Stammi bene>> disse infine e se ne andò sbattendo la porta.
    Studiai un po' e poi andai a prepararmi. Jeans, camicia e sneakers. Ka arrivò puntuale e andammo a casa sua, ma mi sentivo un po' a disagio.
    <<E' strano?>> chiese versandomi l'acqua nel bicchiere.
    <<No>> mentii.
    Mi guardò con un sopracciglio alzato e sbuffai. Sapeva sempre quando mentivo. Per quella serata vedemmo solo un film e mi addormentai nel suo letto. Mi risvegliai verso l'una, ma mi sentivo un po' sola e andai a cercarlo. Era raggomitolato sul divano e lo svegliai.
    <<Che c'è? Stai male?>> chiese preoccupato.
    <<No. Volevo sapere perché sei sul divano>> sorrisi.
    <<Non volevo turbarti, quindi ho pensato che non avresti gradito>> spiegò.
    <<Dai vieni nel letto>> sussurrai.
    Avevo bisogno del suo contatto. Mi seguì e mi abbracciò subito. Cercò di darmi un bacio sulle labbra, ma non ero ancora pronta e gli baciai il mento. Per alcuni mesi le mie labbra le aveva toccate solo Mattia e non sapevo cosa significasse quel mio rifiuto. Mi mancava tantissimo Ka, ma non mi ero mai sentita così triste e sola senza Mattia. Volevo riallacciare i rapporti con Ka, ma non ero sicura di amarlo al 100%. Ka non era Mattia e viceversa. Mattia mi era stato vicino e si era fatto pure usare a scopo antidepressivo e non riuscivo a sentire quel calore. Ero innamorata di Mattia?
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  6. #16
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    Predefinito Re: In loving memory

    16°CAPITOLO


    Passarono un paio di settimane, ma con Mattia non riuscivo a mettermi in contatto, quindi decisi di chiamarlo. Ero sul letto a studiare. Mi rispose Dan.
    <<Ehi ciao Dan potresti passarmi Mati? E' da un po' che non lo sento>>
    <<Ehm veramente non può rispondere>>
    <<Ma che cavolo! Digli che mi manca e che la deve smettere di fare il bambino!>> mi arrabbiai.
    <<Non è per questo che non risponde, dolcezza. Dieci giorno fa ha avuto un incidente e adesso è ancora in terapia intensiva>> spiegò serio.
    Restai paralizzata.
    <<Cosa? Com'è successo? Stava correndo troppo con la moto vero? Santo cielo glielo dico sempre che deve essere più prudente!>> scoppiai a piangere.
    <<Be è esattamente questo che è successo>> sospirò.
    <<Ok il tempo che mi organizzo e vengo. Tu mandami un messaggio con l'indirizzo dell'ospedale>>
    Staccai il cellulare e preparai una valigia con le mie cose. Dovevo prendermi cura di lui anche durante la riabilitazione. Forse avrei potuto trascinarmelo a suon di minacce a Milano. Corsi da Ka con la valigia in mano.
    <<Amore che fai?>> chiese non capendo.
    Gli spiegai tutto. Non rispose, ma mi guardava duro.
    <<Ti prego io non posso abbandonarlo adesso. Non ha nessuno e conoscendolo non ha detto niente ai suoi>> scoppiai a piangere.
    <<Be' se te lo vieto tu ci andrai lo stesso e poi non me la sento di dire di no>>
    <<Grazie. Vieni anche tu con me>> sorrisi.
    <<No tesoro. Vai io mi fido di te>> sorrise triste.

    DUE SETTIMANE DOPO...
    Mattia uscì dall'ospedale abbastanza malandato. Aveva una frattura scomposta al femore e i legamenti rotti alla gamba sinistra, 8 costole fratturate e lividi e ferite per buona parte del corpo e in ultimo una bruciatura abbastanza raccapricciante sull'avambraccio destro. Ero a casa sua a mettere un po' in ordine mentre lui dormiva e Dan a lavoro. Mi chiamò Ka.
    <<Ehi crocerossina come va?>>
    <<Non ne ho idea. Io faccio quel che posso, ma è molto avvilente>> sospirai.
    <<Quando torni?>>
    <<Eh giusto prima è passato il dottore e Mati non è ancora in grado di alzarsi dal letto, ma appena riesco a metterlo in piedi torniamo a Milano>>
    <<Va bene. Fai la brava>>
    <<Ti amo>> sorrisi e staccai.
    Non ero molto sicura che potesse guarire presto, ma non potevo lasciarlo solo. Andai a lavarmi e vestirmi. Un leggings nero, canotta lunga beige e stivali neri. Raccolsi i capelli in una coda disordinata e entrai in camera di Mattia per aprire le finestre per il cambio dell'aria. Stava ancora dormendo, quindi mi sedetti accanto a lui e con molta cura gli disinfettai la scottatura che era davvero orribile.
    <<Ehi piccola>> sussurrò.
    Alzai lo sguardo verso di lui e sorrisi.
    <<Mi dispiace, lo so che è orribile>>
    <<Sto bene sta tranquillo>>
    <<Lo so. Scusa mi dispiace>>
    <<Per cosa? Per avermi fatto venire un infarto o per aver fatto l'incidente?>> mormorai con le lacrime agli occhi.
    Con l'altra mano mi accarezzò la coscia destra, ma l'allontanai subito.
    <<Non mi toccare. Stai zitto e fatti medicare. Stasera quando viene Dan dobbiamo farti la doccia. Ha detto il dottore che adesso puoi>> dissi seria.
    Con molta cautela gli sbottonai la maglietta del pigiama e li dedicai alle ferite che aveva sul torace. Mi tremavano le mani e piangevo in silenzio, ma sapevo che lui mi stesse guardando anche se avevo la testa bassa.
    <<Scusa arrivo tra un attimo>> mormorai e andai in bagno.
    Mi calmai e tornai da lui a medicarlo.
    <<Amore per favore parliamone>>
    <<Non voglio parlare con te. Stai zitto>>
    Gli riabbottonai la maglietta senza guardarlo.
    <<Mi aiuti a mettermi seduto?>>
    Gli sistemai i cuscini dietro la schiena e lo misi seduto. Mi trattenne con forza vicino al suo viso e mi baciò la fronte. Me ne andai in cucina a studiare e preparai il pranzo. Brodo di pollo e andai a portarglielo.
    <<Mangia con me>> propose.
    Mangiai velocemente e mi alzai.
    <<Riesci a stare da solo per un'ora? Hai bisogno assolutamente di alcune cose. Faccio prima che posso>>
    <<Certo>> sorrise.
    Misi il cappottino e andai a prendere dei medicinali che mi aveva prescritto il dottore e andai a fare un po' di spesa e il mio occhio cadde su uno scatolo di test di gravidanza. Quando tornai Dan già era rientrato e stava pensando lui alla cena.
    <<Oh grazie al cielo! Devi aiutarmi a fargli la doccia dopo>> sospirai.
    Annuì e mi prese la mano.
    <<Ehi tesoro stai bene?>> chiese preoccupato.
    <<Sì sta tranquillo>> sorrisi.
    <<Per qualsiasi cosa io ci sono>> sorrise.
    Mi aiutò a fare la doccia a Mattia e gli cambiai il pigiama con uno pulito e le lenzuola. Cenammo tutti e tre insieme e appena Mattia si addormentò io e Dan andammo in salotto a vedere un film e decisi di affrontare la questione.
    <<Dan ho paura di essere incinta>>
    Mi guardò comprensivo.
    <<Ho comprato questo test, ma ho paura di farlo perché poi non sono sicura di chi potrebbe essere. Spezzerei il cuore ad entrambi se lo fossi>> singhiozzai.
    <<Be' per prima cosa con Mati non ci vai da un mese e mezzo più o meno, ma se lo sei giuro che non ne farò parola con nessuno. Per scoprirlo dovrai farlo>> sorrise.
    <<Non da sola>> sussurrai.
    <<Ok andiamo. Ti aspetto fuori>>
    Andai in bagno e feci tutto quello che c'era scritto sul foglio, poi Dan entrò e aspettammo insieme un paio di minuti. Negativo. Abbracciai Dan per la contentezza. Buttai tutto e passai davanti la camera di Mattia e mi accorsi che era sveglio.
    <<Pulce vieni qui>> sussurrò.
    Mi sedetti sul suo letto e lo guardavo arrabbiata.
    <<Non ti ho ancora ringraziato>>
    <<Non devi>>
    Mi accarezzò le guance spostandomi i capelli dietro le orecchie e mi baciò. Le sue labbra erano calde e morbide. Cercai di spostarmi, ma era molto forte e mi baciò il collo. Le sue mani andarono dritte ai gancetti del reggiseno, ma lo bloccai subito.
    <<Non posso e poi tu non puoi muoverti>>
    <<Ma lo vorresti>> ansimò.
    <<Ca*zo Mati! Non tutto quello che voglio posso farlo. Ferisco Ka e non voglio, ok? Io lo amo>>
    <<Ma ami anche me altrimenti non staresti qui>> insinuò.
    <<Non è la stessa cosa>> mormorai.
    <<Ah no? Allora dimmi che se non stessi in questo stato non avresti ceduto, oppure che non hai sentito nulla mentre ti baciavo o che non sei attratta da me>> urlò.
    Uno sforzo simile gli provocò forte fitte alle costole.
    <<E' complicato Mati! Non siamo più bambini e non possiamo fare tutto ciò che ci passa per la testa. Devi essere più maturo. Io ho delle responsabilità verso chi amo! Ho scelto di venire qui perché ti amo ok, ma non posso perdere il controllo con te perché sto con Ka!>>
    <<Ma lo vorresti>> insistette.
    <<Se non la smetti me ne vado a Milano>> sbuffai.
    <<Ti prego dimmi la verità>> continuò.
    <<Certo che lo vorrei, ma ti ho detto che non posso. Devo rispettare le mie scelte>>
    <<E sarai felice?>> chiese malizioso.
    <<Non sono affari tuoi. Ho scelto Ka perché sono felice con lui>>
    Mi alzai stizzita.
    <<Sei felice che lui continua a lasciarti per andare in tour senza di te e che non ti starà mai accanto?>>
    Le sue parole mi raggiunsero come un pugno nello stomaco. Dirette e dolorose. Non risposi e andai a dormire sul divano.

  7. #17
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    Predefinito Re: In loving memory

    17°CAPITOLO


    Dopo una settimana riuscii a portarmelo a Milano a casa mia. Ka mi aiutò a procurarmi un letto singolo da sistemare in salotto così da non fargli salire le scale in continuazione. Stava nettamente meglio, ma doveva fare le terapie alla gamba due ore al giorno, così lo accompagnavo tutte le mattine al centro di fisioterapia. Visto che ero occupata 24 ore su 24 con Mattia non avevo mai tempo per Ka e ci stavo male. Era un sabato mattina e Ka non era impegnato così venne da me. Subito lo riempii di baci e Mattia storse la bocca.
    <<Amore per cortesia accompagni Mati in bagno?>> chiesi preparando il pranzo.
    Lo accompagnò in bagno e tornò da me.
    <<Se ne sta approfittando>> sbuffò
    <<Non dire sciocchezze. Sei geloso Ka e ti capisco, ma ha bisogno di me>>
    <<Invece è come dico io. Non ti fa respirare due secondi>> si arrabbiò.
    <<Non posso mandarlo a casa sua in questo stato. Anzi per cortesia potresti andare in farmacia? Ha bisogno di altri antibiotici e di altre bende>>
    Andò a recuperare Mattia n bagno e andò in farmacia.
    <<Tesoro io...>>
    <<Stai zitto Mati. Ce l'ho ancora a morte con te quindi non rivolgermi la parola>> mi arrabbiai.
    <<Ma sono tre settimane che non mi parli!>>
    <<Se non ti chiamavo io adesso erano 6 settimane che non ci mettevamo in contatto, quindi non farmi la predica>> strillai.
    Ka tornò poco dopo e misi tutto in tavola, ma non avevo fame.
    <<Io non mi sento molto bene. Vado in camera mia a riposarmi>> dissi un po' triste e un po' arrabbiata.
    Mi lasciarono in pace per due ore abbondanti, poi Ka venne.
    <<Posso?>> chiese prudente.
    Annuii e si sedette sul mio letto.
    <Cos'è successo?>> chiese baciandomi i capelli.
    <<Niente è solo che sono tre settimane che non ho il coraggio di affrontare la questione dell'incidente e non lo guardo neppure. So che questo per te è un buon segno, ma io ci sto male>> singhiozzai.
    <<Be in effetti per me è davvero un buon segno, ma non sono egoista quindi ora vi lascio soli ok? Pedro mi ha chiamato e devo andare ad una serata, quindi non preoccuparti per me>> sorrise.
    Mi diede un bacio bellissimo da togliere il fiato. Il mio cuore era leggero e ci lasciammo andare.
    <<Ok ti amo>> sorrise.
    Sorrisi anch'io.
    Si rivestì e se ne andò. All'improvviso mi ricordai di Mattia che dormiva in salotto e mi rivestii in fretta, ma avevo comunque l'espressione sconvolta e i capelli arruffati.
    <<Prendi in giro solo te stessa>> disse piano.
    <<Non voglio affrontare questo argomento per favore. Devo studiare>> dissi mettendomi sul divano con i libri sulle gambe.
    <<Ka lo sa che non sai se lo ami?>>
    <<Non sono cose che ti riguardano>>
    <<E' scorretto da parte tua>>
    <<Ah sì? Tu sei quello scorretto! Te ne approfitti della mia bontà solo per mettermi i bastoni tra le ruote. Non dico che stai fingendo a stare male, ma esageri!>> strillai.
    <<Se non vuoi che stia a casa tua basta dirmelo e io vado a casa di Lory!>>
    <<No! Resti qui invece!>>
    Rise soddisfatto.
    <<Sei gelosa di Lory perché mi fa il filo da due anni!>>
    <<Non essere ridicolo. L'ho detto solo perché quando prendo un impegno lo mantengo>> sbuffai.
    Rise ancora e si mise a studiare insieme a me.
    <<Anzi sai cosa ti dico? Vado alla serata insieme a Ka>> sbuffai all'improvviso.
    <<Ok per me non ci sono problemi>>
    Gli preparai la cena e lo aiutai a salire in camera mia visto che se doveva andare in bagno era un problema. Gli sistemai tutto a portata di mano e andai a farmi doccia e shampoo, stirai i capelli e andai in camera mia per vestirmi.
    <<Questo intimo mi piace. L'hai indossato l'ultima volta>> sussurrò.
    Lo ignorai e cercai dei vestiti decenti nell'armadio. Dovevo fare shopping. Alla fine scelsi un tubino blu semplice con delle applicazioni di paillette blu e nere sul fianco, tacchi neri e mi truccai.
    <<Allora stai bene?>> chiesi prendendo la borsetta.
    <<Certo>>
    <<Se hai bisogno di qualcosa chiamami subito e se bussano al citofono ignorali perché ho le chiavi>>
    <<Sì mamma>>
    Ka fu felice della mia sorpresa e finalmente potei svagarmi un po'. Tornai a casa alle due e Mattia stava dormendo. Mi spogliai, mi struccai e indossai culottes e canottiera e mi misi a letto accanto a lui.
    <<Ehi piccola>>
    <<Ssshh dormi>> sussurrai.
    Mi diede un bacio sulla tempia.
    <<Affrontiamo la discussione che stai evitando?>>chiese serio.
    Sospirai e mi raccontò tutta la vicenda e di quanto era arrabbiato con me.
    <<Sei uno stupido. Potevi morire. Cosa avrei fatto senza di te?>> singhiozzai.
    Mi accarezzò i capelli.
    <<Mi ami?>> chiese all'improvviso.
    <<Non... è complicato!>>
    <<Mi ami sì o mi ami no?>> insistette.
    <<Sì ti amo>>
    <<Se non ci fosse Ka tu staresti con me?>> chiese serio.
    <<Sì>>
    <<E perché stai con Ka?>> chiese non capendo.
    <<Amo anche lui Mati, ma con te so che è diverso. Voglio che sia lui l'uomo della mia vita. Io per te provo un amore forte e irrazionale, più fisico. Con lui sento che il mio amore è più razionale e adulto, che può durare nel tempo>> spiegai.
    <<E' una giusta osservazione, ma io adesso ti chiedo di pensarci bene, perché hai solo 19 anni e penso che a questa età sia più giusto l'amore che provi per me. Per l'amore razionale ci sarà tempo>>
    Valutai attentamente la sua risposta e decisi che aveva ragione perché lo pensavo anch'io, ma non avevo il coraggio di ammetterlo.

  8. #18
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    Predefinito Re: In loving memory

    18°CAPITOLO


    DUE ANNI DOPO...

    Io e Mattia ormai vivevamo insieme e con Ka ci vedevamo di rado, ma c'era sempre quel risentimento. Purtroppo con Mattia non erano rose e fiori perché la sua azienda si trasferì a Roma e ci vedevamo molto poco e litigavamo in continuazione da tre mesi e sentivo che qualcosa tra di noi stava cambiando. Era un martedì pomeriggio ero appena uscita dalla redazione -ebbene sì avevo ottenuto il posto come cronista- e stavo litigando con Mattia al cellulare perché doveva prolungare la sua permanenza a Roma per altre due settimane. Staccai stizzita e scoppiai in lacrime mentre entravo nel mio bar preferito. Ordinai una cioccolata calda e andai al tavolo ad aspettare. Forse fu il destino, ma accaddero due cose contemporaneamente apparentemente sconnesse tra loro, cioè entrarono due giovani coniugi e un neonato e poi entrò Ka.
    <<Ehi>> mi salutò.
    Abbozzai un sorriso e riabbassai lo sguardo, gesto che lo fece avvicinare.
    <<Come stai? Non ci vediamo da due mesi>> iniziò.
    <<Sto bene. Tu?>> sorrisi.
    <<Sto bene. Dov'è Mattia?>> chiese guardandosi intorno.
    In quel momento mi salvò l'arrivo della cameriera, così cambiai discorso.
    <<Ho sentito alla radio che state lavorando al vostro prossimo album>>
    <<Sì stiamo registrando le canzoni. Ci vogliono alcuni mesi. Sai come funziona>>
    <<Sì lo so... Mi manca ascoltarvi in sala prove e mi mancate tutti>> sospirai triste.
    <<Anche tu ci manchi>> sorrise.
    Sorrisi anch'io e fece una telefonata.
    <<Ehi Pè... senti ho incontrato la nostra vecchia mascotte... sì proprio lei... la volevo portare in studio oggi... Fantastico!>>
    Ripose il cellulare e mi pagò la cioccolata.
    <<Ci stanno aspettando>> sorrise.
    La sua macchina aveva un profumo così familiare che mi sentii subito meglio.
    <<Allora Mattia?>> chiese di nuovo.
    <<Non ne voglio parlare per favore>>
    Annuì serrando la mascella.
    Appena arrivammo in studio abbracciai tutti e dopo varie battute iniziarono a suonare. Sembrava di essere ritornata indietro nel tempo e ero felice davvero. Verso le 19: 30 uscimmo.
    <<Stasera vuoi cenare da me come ai vecchi tempi? Una pizza e un film.>> propose Ka.
    <<Certo mi piacerebbe>> sorrisi.
    <<Ok allora vieni tu da me appena finisci di prepararti, ok?>>
    Annuii e entrai nel mio appartamento. Ero agitata come mi accadeva due anni prima, ma dovevo ignorare quello stato d'animo perché avevamo entrambi dei partner quindi non era il caso. Feci doccia e shampoo e mi accorsi che stavo avendo troppa cura nei particolari, quindi cambiai look. Meglio un abbigliamento informale. Jeans stretti, stivali neri, camicia rosa e cardigan blu. Capelli lisci, un paio di orecchini, un filo di matite e un velo di rossetto. Presi la borsa, le chiavi della macchina e alle nove arrivai da Ka che venne ad aprirmi con solo un'asciugamano in vita.
    <<Scusa piccola>> sorrise.
    <<Tranquillo>>
    Chiusi la porta e vedendolo mezzo nudo mi vennero quei brividi che cercavo di evitare.
    <<Oh santo cielo... ehm Ka senti forse è meglio che vada a prendere le pizze visto che non sei ancora pronto>> dissi visibilmente imbarazzata.
    <<No tranquilla. Viene Samuel a portarcele>>
    Mi sedetti sul divano e arrivarono prima le pizze e poi Ka. Avevo dimenticato che Ka batteva il mio record di lentezza nel prepararsi. Scelsi Wolverine e mangiammo la pizza in silenzio.
    <<Grazie per l'invito Ka. Mi ha fatto piacere stare con te. Adesso scusami, ma si è fatto tardi>>
    <<Ehi ma cos'è tutta questa formalità?>> mi sgridò.
    <<Scusa è la situazione che è strana>> mormorai.
    <<Siediti e parliamo un po'. Lo so che vuoi evitare l'argomento, ma sei ulteriormente dimagrita e sei triste, quindi c'è qualcosa che non va>>
    Sospirai e gli raccontai tutto.
    <<Str*nzo! Tu adesso dormi qui almeno stanotte. Tranquilla io starò sul divano. Ho ancora un tuo pigiama nel terzo cassetto dell'armadio sulla destra>> disse duro.
    Non avevo parole per ringraziarlo, ma forse non servivano. Misi il pigiama(canotta e pantaloncino)e andai a dargli la buonanotte come ai vecchi tempi.

  9. #19
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    Predefinito Re: In loving memory

    19°CAPITOLO


    Dopo l'ennesima litigata con Mattia mi svegliai intontita e con gli occhi gonfi di lacrime. Mattia entrò per mettersi la giacca.
    <<Ehi tesoro scusami. Davvero mi dispiace tanto>> sussurrò accarezzandomi i capelli.
    <<Non ti riconosco più. E' da qualche mese che non facciamo altro che litigare>> singhiozzai.
    <<Vorrei giustificarmi, ma non so come. Stasera cena romantica, ok?>> sorrise.
    Annuii e mi baciò e se ne andò.
    Quel giorno non avevo lezione, quindi restai a casa. Ero in vena di cucinare, quindi preparai involtini di pollo e un dolcetto per portarlo a Mattia in ufficio all'orario di pranzo visto che si lamentava sempre della pessima cucina della mensa. Avevo pensato che magari potevamo mangiare insieme nel suo ufficio. Sistemai casa e poi nel negozio di arredamento classico andai a comprare un cestino da picnic, come quelli che si vedono nei film. Sistemai tutto nel cestino e mi preparai per bene; un paio di pantaloni neri , tacchi alti, blusa bianca e giacca nera con collana lunga e orecchini. Dopo un'ora di mezzi pubblici arrivai alla sua azienda perfettamente in orario e chiesi a Gianni, il suo socio dove potevo trovare il suo ufficio. Scorrendo il lungo corridoio notai tutte le segretarie alle loro scrivanie a fare il loro lavoro, ma sinceramente non mi stupii di non vedere la segretaria di Mattia perché pensavo l'avesse mandata giù in mensa a prendere il pranzo, quindi per fargli una sorpresa entrai nel suo ufficio senza bussare e mi mancò il respiro. Era in atteggiamento intimo con la sua segretaria. Restai immobile con gli occhi sbarrati giusto per qualche secondo, poi appena capii che avrei pianto lasciai il cestino a terra e me ne andai a passo svelto.
    <<Amore aspetta!>> gridò Mattia.
    <<Ahahah ti ha scoperto amico>> ridacchiò qualcuno.
    <<Sta zitto idiota!>>
    Arrivai all'uscita e mi raggiunse.
    <<Amore ascoltami>> mi implorò.
    Mi voltai e gli diedi uno schiaffo furiosa.
    <<Ah bene lo sapevano tutti. Ero l'unica stupida a non saperlo!>>
    <<Non è come sembra. Posso spiegare>>
    <<Stai zitto e torna da quella sciacquetta. Tu con me hai chiuso!>> strillai e me ne andai.
    Mi faceva schifo pure restare in casa nostra, quindi preparai alla rinfusa le mie valige e uscii di casa. Non sapevo dove andare, ma l'importante era andare fuori di lì. Decisi di andare da Ka, ma come sospettavo non c'era e quindi per fortuna il portone era aperto e salì le scale e mi sedetti fuori la sua porta. Iniziai a piangere e non so per quanto tempo continuai perché arrivò Ka.
    <<Ehi piccola cos'è successo?>> chiese alzandomi da terra.
    Lo abbracciai e scoppiai a piangere più forte. Entrammo in casa e gli spiegai tutto.
    <<Io lo ammazzo!>> si arrabbiò.
    <<Non ne vale la pena>> mormorai.
    <<Ti spiace se resto qui per un po'?>>
    <<Certo che no. Tutto il tempo che vuoi, piccola>> sorrise.
    <<Senti dovresti farmi un favore. Vorrei tornare a casa per finire di prendere le mie cose. Mi accompagni?>>
    Appena arrivammo a casa Mattia ci aprì la porta e Ka subito lo sbatté con la schiena al muro.
    <<Ka fermo. Non ne vale la pena>>
    Lo presi per il braccio debolmente. Andai in camera da letto con uno scatolone e Mattia mi raggiunse.
    <<Adesso vai da lui?>> mi chiese tranquillo.
    <<Non voglio stare qui un minuto di più>>
    <<Dai ti ho fatto un favore>> sorrise.
    Mi infuriai e gli mollai un altro schiaffo.
    <<Pezzo di idiota! Fai schifo e non avrai mai il mio perdono. Da quanto tempo va avanti?>>
    <<Da tre mesi ininterrottamente>>
    In quel momento veramente mi mancò il respiro e svenni...
    Mi risvegliai sul divano.
    <<Ka ti prego portami via da qui>> mormorai.
    Prese due scatoloni e mi sostenne fino alla macchina.Stavo davvero molto male.
    <<Vuoi cenare?>> chiese accarezzandomi i capelli.
    <<Non ti offendere, ma vorrei dormire>> mormorai.
    Sorrise e mi baciò la fronte. Mi feci una doccia, misi il pigiama e andai nel suo letto. Verso l'una mi risvegliai e vidi che stava con un cuscino e una coperta in mano.
    <<Dove vai?>>
    <<A dormire. Buonanotte>> sorrise.
    <<Resta qui>> sussurrai.
    Si infilò sotto le coperte e lo abbracciai.
    <<Sono stata una stupida a lasciarti per quell'idiota>> singhiozzai.
    <<Ssshhh io sono sempre qui con te. Non dimenticarlo mai>>
    Mi baciò i capelli e mi addormentai.

  10. #20
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    Predefinito Re: In loving memory

    20°CAPITOLO


    Stavo nettamente meglio dopo un paio di settimane. Era di sabato mattina e Ka era in sala prove, quindi decisi di andare ad una mostra di fotografie in centro a Milano. Persi la cognizione del tempo talmente ero presada quella mostra. Uscii verso le 15:00 e passeggiai un po' prima di fermarmi in un cafè molto caratteristico a mangiare qualcosa. Sembrava di stare in un'altra epoca in quel posto. Mentre tornavo alla stazione incrociai Ka, Dani, Pedro e Ivan.
    <<Salve ragazzi!>> li salutai.
    <<Tesoro che ci fai qui a quest'ora?>>> chiese Ivan curioso.
    <<Oh niente sono stata ad una mostra di fotografie davvero affascinante su Parigi e adesso torno a casa. Voi avete finito?>>
    <<Sì. Vuoi venire a cena con noi a casa mia?>> chiese Pedro.
    Sapevo che erano tutti in coppia compreso Ka con Matilde.
    <<Oh no Pè grazie. Io resto a casa a studiare>> sorrisi.
    Ka ancora non spiccicava parola. Salutai i ragazzi e tornai a casa con Ka.
    <<Tesoro perché non vieni?>> chiese all'improvviso.
    <<Non voglio stare insieme alle coppiette>> dissi sincera.
    <<Io sarò da solo>> disse così all'improvviso.
    Lasciai il libro su Parigi sul tavolo e lo abbracciai.
    <<Perché non ne sapevo nulla?>> lo rimproverai.
    <<Soffrivi per Mattia e non volevo essere di peso>>
    <<Sono io un peso che sono piombata a casa tua. Non me lo meritavo minimamente il tuo aiuto, quindi sputa il rospo>>
    <<Be' niente è solo che non la amo più>> rispose alzando le spalle.
    Si liberò velocemente dal mio abbracciò e andò a farsi una doccia. Leggendo il libro di Parigi capii che volevo assolutamente andarci. Appena Ka finì di farsi la doccia me la feci io e mi asciugai i capelli. Entrai in camera da letto in intimo per scegliere i vestiti. Ka mi afferrò per i fianchi e mi fece girare verso di lui. Quanto mi mancava il tocco delle sue dita callose sulla pelle dei miei fianchi morbida e sospirai.
    <<Ka lasciami prendere i vestiti ti prego>>
    <<No>> disse duro.
    Fortunatamente la suoneria del suo cellulare ci interruppe e mentre lui parlava a telefono io scappai in bagno a vestirmi in fretta. Vestitino nero a fantasia stile anni 50, scarpe alte e capelli stirati.
    <<Ehi sembri una diva degli anni 50>> sorrise.
    <<E' esattamente quello che volevo>>
    Andammo a casa di Pedro e mi divertii davvero molto. Ka voleva toccarmi, ma non ero ancora pronta. La delusione di Mattia era ancora proppo forte per me. Andai in bagno e appena uscii mi ritrovai Ka davanti e mi trascinò in camera di Pedro.
    <<Ka non è il momento giusto ti prego>> mormorai.
    <<Ah no e quale sarebbe? Quando sei corsa da Mattia subito lo avete fatto!>> urlò e se ne andò.
    Cercai di raggiungerlo, ma uscì dal palazzo come un fulmine.
    <<Ehi Shà cos'è successo?>> chiesero tutti preoccupati.
    <<Non lo so. Se n'è andato e adesso non so dove sia>> singhiozzai.
    <<Tesoro sta tranquilla. Lo sai che torna appena si calma, quindi adesso ti riporto a casa così quando torna stai lì>> sorrise Ivan.
    Salutammo tutti e mi portò a casa. Indossai canottiera e pantaloncino e raccolsi i capelli in una coda disordinata. Cercavo di chiamarlo al cellulare, ma era spento così mi sedetti sul letto con le ginocchia raccolte al petto ad aspettarlo. Tornò verso le 4 e corsi in salotto ad accoglierlo con mille insulti, ma mi blccai perché aveva un taglio superficiale sul labbro e sul sopracciglio.
    <<Ka cos'è successo?>> chiesi spaventata.
    <<Niente. Torna a dormire>>
    Lo afferrai per il polso con tutta la forza che avevo.
    <<Dimmi cos'hai fatto!>>
    Afferrò i miei polsi con una sola mano e mi sbattè con la schiena al muro.
    <<Una cosa che avrei dovuto fare tempo fa>> sussurrò.
    Realizzai all'istante.
    <<Lui?>> chiesi con voce strozzata.
    <<E' vivo purtroppo. Tranquilla non gli ho dato quello che si meritava>>
    Sospirai di sollievo e preparai ovaatta, acqua ossigenata e cerotti per medicarlo in bagno. Lo feci sedere sullo sgabello e lo medicai senza dire una parola ancora terrorizzata.
    <<Dovrei prenderti del ghiaccio e farti un impacco. Potrebbe gonfiarsi il labbro>> mormorai.
    Mi lasciò andare a prendere qualche cubetto di ghiaccio avvolto in un tovagliolo e tornai in bagno per disinfattare la ferita al labbro e poi gli applicai con delicatezza il cubetto di ghiaccio.
    <<L'ho invidiato quando ti sei presa cura di lui quando ebbe l'incidente. Non mi hai mai trattato con tanta cura>> disse accarezzandomi la coscia.
    <<Be' prendi una moto e schiantati contro un muro pure tu>> sbottai.
    Sorrise pianotenendo gli occhi fissi sul mio viso.
    <<Vado a mettere quest'asciugamani in lavatrice. Tu reggiti il ghiaccio ancora per un po'>>
    Appena mi voltai mi afferrò il polso e mi baciò con forza. Il labbro inferiore era gelido, ma era piacevole comunque. Cercai di allontanarmi, ma mi stringeva di più i polsi e mi costrinse a camminare all'indietro verso la sua stanza.
    <<Non posso. Non ci riesco>> cercai di protestare.
    Mi spinse sul letto come se non mi avesse sentito. Lo volevo tanto e tremante gli levai la maglietta e aveva altri tagli.
    <<Ka!>> protestai.
    <<Se è l'unico modo per avere la tua attenzione>> sorrise.
    Mi divincolai dalla sua presa e disinfettai anche quei tagli. Aveva i brividi sotto il mio tocco. Mi spostò i capelli dietro le orecchie e mi baciò ancora, ma quella volta partecipai anch'io.
    <<Sei un deficiente! Ka ti prego non farmelo fare>>
    <<Perché?>>
    <<E' difficile. Ricordati che mi hai fatto soffrire anche tu>> cercai di dire.
    <<Non quanto tu hai ferito me>>
    Ok, 2-0 per lui.
    Sbuffai e gli tamponai il labbro con un dito per vedere se sanguinava ancora. Le sue mani esperte mi sfilarono la canottiera e a quel punto non riuscii a resistere...

    ...Mi risvegliai tra le sue braccia e il suo labbro era molto gonfio.
    <<Mmmm Ka te l'ho detto che dovevi metterci il ghiaccio. Il calore ha peggiorato la situazione>>
    <<Non m'importa. Il tuo calore cura tutto>> sorrise.
    <<Devi metterci una pomata>> sbadigliai.
    Mi abbracciò ridendo.
    <<Smettila di fare la disinteressata e affrontiamo la questione>>
    <<La questione è che... be' in realtà è.... quello che voglio dire è che... be' insomma non voglio parlarne>> sbuffai.
    <<Quindi adesso sei arrabbiata?>> chiese divertito.
    <<Non lo sono. Voglio capire. Non voglio ancora nessuno. Non voglio legarmi ancora>>
    <<Come vuoi>> sorrise in modo furbo.
    <<Non sono innamorata di te!>> sbottai.
    <<Ok. Io vado a fare una passeggiata. Se non sei pronta entro mezz'ora resterai qui>> sorrise ancora.

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