Spesso non ci accorgiamo quanto bene ci fanno determinate persone, e diamo il massimo a chi non se lo merita. Ci impegniamo al 100% in relazioni senza fondamenta, ci incasiniamo in rapporti che non stanno né cielo, né in terra, prendiamo botte dalla vita, ma nonostante tutto ci rialziamo e combattiamo; questo grazie anche a quelle persone che vivono al tuo fianco, quelle che ti danno la forza di andare avanti, quelle che semplicemente sono nate per vivere con te. Quelle persone che io sto cercando e, nell’attesa, me le immagino così...
Monotono pomeriggio di metà primavera.
La voglia di iniziare i compiti è totalmente sotterrata, tantoché i libri sono ancora rinchiusi nella cartella dall’inizio delle vacanze pasquali. In teoria uno quando si annoia esce, bhè io no, mi riduco a uno stato vegetale e trascorro così le lente ore.
Sono una ragazza chiusa, forse troppo chiusa, infatti quelle poche amiche che mi ritrovo mi stanno quasi escludendo dal “gruppo” e più noto questo comportamento più mi richiudo in me stessa, non reagisco; anche se dentro sto scoppiando. Inizialmente provavo solo fastidio poi, a forza di accumulare, il tutto si è trasformato in rabbia, credo che non riuscirò a nascondere il tutto dietro ad una maschera per molto.
L’unica persona che mi sta accanto e al quale voglio un bene dell’anima è mio fratello. Se non ci fosse lui credo che sarei completamente persa.
Lui ha due anni in più di me, suona la batteria e la sua più grande passione è la musica. Ah già, il suo nome è Danilo.
Vivo in una casetta nella periferia di Milano, più precisamente a Legnano, con i miei genitori e mio fratello, almeno in teoria dovrebbe essere così, in pratica mi ritrovo sempre e solo mio fratello in giro per casa perché i miei sono sempre via per lavoro.
<<Racchia, prepara qualcosa da cena. Abbiamo ospiti.>> afferma una simpatica voce alle mie spalle
<<Fratello: armati di grembiule e buona volontà; gli amici sono tuoi. Io vado a farmi la doccia.>> dico sorridendo catapultandomi in bagno; consapevole anche del fatto di averlo messo in grande difficoltà.
<<Me la pagherai. Me la pagherai.>> urla Danilo dalla cucina.
Io sorrido e apro l’acqua. Lascio che l’acqua si porti via con sé tutti i miei problemi, le mie paure e do' anche libero sfogo ai miei pensieri. Devo ripartire da zero. Ciò che mi turba oggi, domani non ci sarà più. Fancu*o a chi mi diceva che ci sarebbe sempre stato, che potevo sempre contare su di lui. Fancu*o.
Un rumore fastidioso continua imperterrito a disturbare il mio sonno. Emergo dalle coperte, spengo la sveglia e rimetto la testa sotto il cuscino.
<<Sveglia sorella! Oggi è un altro giorno, il sole è altro in cielo, gli uccellini cinguettano e siamo ancora vivi!>> esclama mio fratello entusiasmato entrando nella mia stanza.
<< E quindi?>> gli domando ancora con gli occhi chiusi.
<<Quindi niente. SVEGLIAAA!>>
<<Ma perché devi urlare? Ritorna a dormire e lasciami proseguire ciò che stavo facendo.>>
<<Io sono attivo.>> e detto ciò mi toglie le coperte
<<Sappi che ti odio fratello.>>
<<Tranquilla anche tu sei la mia ragione di vita.>> risponde canzonandomi Dani
Doccia, colazione, mi vesto e corro fuori di casa a prendere il pullman per andare a scuola. Che strazio questa routine.
Le ore scolastiche trascorrono molto lentamente, tra ore di materie tecniche e altre ore un po’ più leggere, finalmente è l’una e venti e la fatidica campanella suona.
<<Ciao fratellone. Che mi hai preparato di buono?>> domando entrando in casa.
<<Mah nulla di che… veleno per topi misto a pasta. Ma è buono eh!>> risponde una voce che non era affatto quella di Dani.
Mi avvio verso la cucina, dove sentivo, appunto, parlare.
<<Ah ecco. Ciao Carmine.>> Mioddio se lo odio. Lui e la sua aria da “so tutto io.”
<<Chiaretta ciao! Sempre la solita acidella?>> domanda (o forse afferma?)
<<Quando c’è certa gente è meglio mangiare lo yogurt scaduto>> rispondo dura io.
Lui non replica e continua a mangiare ciò che ha nel piatto.
<< Allora che vuoi da mangiare? C’è tutto quel che desideri, basta chiedere!>> mi chiede Dani
<<Va bene qualsiasi cosa… Ma oltre a voi chi c’è?>> domando curiosa notando l’altro piatto privo di proprietario.
Come non detto. Sento imprecare e poi dei passi dietro di me: Pedro.
<<Ciau Pedrito!>> lo saluto andandogli incontro abbracciandolo.
<<Ehi bellezza! Com’è andata scuola?>> chiede gentile, come al solito.
<<Mah, bene. Nulla di che. Sempre le stesse pallosissime cose… Voi che avete fatto?>>
<<Simulazione terza prova.>> risponde Dani con la faccia terrorizzata.
<<Hai strizza eh?>> lo stuzzico un po’
<<Altroché… mi cago in mano già ora…>> afferma Pedro con una faccia buffissima.
<<Ma stai zitto secchia! Io dovrei cagarmi in mano, mica tu!>> interviene Carmine abbastanza risentito.
<<E perché non lo fai allora?>> chiedo sempre con la stessa aria strafottente a Ka.
<<Perché non mi… Ma perché IO Carmine Ruggiero devo rendere conto a te?>>
<<Non ti scaldare. Era una semplice domanda, potevi anche non rispondermi eh>> replico alzando un tantino la voce.
<<No ca*zo mi hai rotto! Sei sempre scazzata con me, che ca*zo ti ho fatto eh? Non mi pare di mangiare la gente.>>
<<Ah io qui sarei la scazzata? Io? Ma ti sei visto tu? Chi è che mette su l’aria da “so tutto io” e inizia a lanciare batt…>>.
<<Ehi ehi ragazzi... calma, calma>> interviene Dani, cercando di calmare le acque.
<<Dani, calma un ca*zo!>> credo di non essermi mai rivolta in questo modo a mio fratello; mi dispiace ma quando sono arrabbiata non deve dirmi di calmarmi o cose del genere.
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