Prologo.
Ho sempre amato le ‘gite’ fuori porta con i miei.
Quel giorno stavamo tornando da Torino.
A pochi kilometri dalla mia città, Legnano, un malato di mente, ubriaco, ci venne addosso.
-Attento Ricky, attento!- urlo, vedendo delle luci venire dalla nostra parte.
Un rumore allucinante e poi, buio.
Sono Emma, e questa è la mia storia.
<br><br>Capitolo 1.</br></br>
Dove mi trovo? Chi sono? Come ci sono finita qui?
Queste sono le domande che mi ronzano in testa.
Apro gli occhi, cercando di guardarmi intorno; ho tubicini ovunque, sono completamente immobilizzata e non mi sento niente.
-Emma! Sei sveglia!- sento una voce di fianco a me.
-Mamma?- la chiamo con voce rauca, cercando di girare la testa.
-Tesoro stai ferma. Non fare movimenti bruschi.- dice avvicinandosi a me.
-Mamma che è successo? Perché sono qui? Dov'è Ricky?- chiedo.
-Sei in ospedale, abbiamo avuto un incidente tornando da Torino.- dice.
Poi di nuovo silenzio. Non ha risposto all'altra mia domanda.
-Mamma dov’è Ricky?- ripeto.
-È… È… Non c’è più. Tesoro sii forte, ti prego.- mi stringe la mano ed esce dalla stanza.
Riccardo. Mio fratello. È morto. Non posso e non voglio crederci.
Non è possibile.
Perché lui e non me, Dio?
Perché io sono viva e lui non c’è più?
Perché la vita è così crudele?
Era la mia vita quel ragazzo.
Ci passavamo 3 anni, ma andavamo d’accordo.
Era il mio confidente, sapeva tutto di me.
Aveva 23 anni.
Aveva una vita davanti, era pieno di sogni, di speranze.
Dio, perché con tutte le persone brutte che ci sono al mondo, hai deciso di prenderti mio fratello? Perché non ti sei preso quello che ci è venuto addosso? Perché?
Piangevo mentre pensavo a questo. Non credo di riuscire a sopravvivere.
Con questi pensieri, mi addormento; mi sveglio dopo non so quanto, l’infermiera mi stava controllando la flebo.
-Come ti senti?- mi chiede.
-Morta.- rispondo. –Che mi è successo? Quanto tempo è che sono qui?- domando.
-Sei stata in coma per quasi un mese dopo l’incidente. Ricordi qualcosa?- mi chiede di nuovo.
Odio le persone che mi fanno troppe domande.
-Solo una luce forte e poi buio.- rispondo, fissando il soffitto.
-Ti lasceremo uscire tra due settimane, più o meno. Il tempo che tu ti riprenda un pò.- dice, uscendo dalla stanza.
Continuo a fissare il soffitto, pensando alle ultime parole di mio fratello: ‘Qualunque cosa accada io ti sarò vicina, Em. Magari sarò lontano da te, ma mi troverai sempre qui.’ e mi indica il cuore.
Devo andare avanti.
Lui c’è, e ci sarà sempre.
Segnalibri