Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
capitolo nuovo
CAPITOLO 11
MARZIA
Era li e mi vedeva piangere.
Che vergogna.
Ma non riesco a fermare le lacrime e senza pensarci mi butto tra le sue braccia aperte pronte ad accogliermi.
Era praticamente uno sconosciuto per me, ma in quel momento era di conforto che avevo bisogno.
Piansi ininterrottamente. Lui non parlò se non per chiedermi se volevo andare a casa. Mi accompagnò. Fu gentile, non chiese nulla. lo guardo prima di salutarci e vedo occhi spenti e tristi.
Mi dispiace vederlo così per colpa mia. Ma non riuscivo a dire altro a fare nulla.
Chiusi la porta e andai a letto.
mi sveglio che erano le 7.00, mi alzo, mi lavo. Tutto come ogni giorno. Solo che ero terribilmente stanca.
Ripenso a ieri sera, a lui.
È colpa tua se non potrò mai più vedere la luce. Mi hai fatto cadere nell’ombra. Ti odio, tu e lei. grazie a voi non riesco più a fidarmi di nessuno.
Al lavoro tutto passa in fretta e senza intoppi, riesco persino a non far notare nulla alla collega, anche se la mia cera non era delle migliori.
Mentre sto tornado a casa guardo il cellulare.
Pedro.
Devo scusarmi con lui, non merita di essere trattato così dopo le sue gentilezze.
< ciao. Scusami per ieri sera, ma sono venute alla mente cose che non dovevano. Non è colpa tua. È colpa mia che sono sbagliata. Scusami ancora. davvero non volevo rovinare tutto.> invio.
Guardo fuori dal finestrino della metro e mi stupisco del fatto che avrei voluto averlo lì, al mio fianco.
Pedro mi avrebbe fatto sorridere.
Chiusi gli occhi per un attimo cercando di capire il perché di quei pensieri. Lo immaginai in macchina per il viaggio di ritorno, oppure già a casa.
Casomai era già a casa con la sua ragazza. Migliore di te.
Scosso il capo per scacciare quel pensiero e il cellulare vibra.
< non devi scusarti sono io quello che deve chiedere scusa, sicuramente sono stato io a farti venire in mente quelle cose. Sono stato uno stupido.>
Che dolce, la colpa non è tua è mia dannazione.
<davvero tu non hai colpe. Prima o poi ti spiegherò il perché di quello che è successo, ma ora è presto e sono cosa che è meglio non riportare alla luce. Il dolore è ancora troppo forte dopo anni. Sei arrivato a casa?>
In fondo ero preoccupata per lui.
< quando vorrai io ti ascolterò. Ci sarò sempre, prenderò la macchina e verrò da te. Si sono a casa, e sono stanchissimo.>
Non sapevo che rispondere. Una parte di me diceva che potevo fidarmi l’altra no. Non dovevo fidarmi di nessuno.
Perché chi si dichiara tanto amico poi è sempre quello che ti volta le spalle, tradendoti.
Scendo dalla metro e percorro al solita strada che mi conduce a casa. La giornata passò in fretta senza altri messaggi di Pedro. Un po’ ne rimasi delusa, ma forse aveva da fare.
Forse era impegnato con la sua ragazza.
Passarono altri due giorni senza sentirlo. La cosa mi iniziava a preoccupare, però non avevo il coraggio di sentirlo io per prima. non volevo disturbare.
Arrivai a casa dal lavoro.
oggi Roberta avrebbe fatto la giornata intera e non era a casa. Sarei stata sola.
Poggio la borsa in casa appena entrata e guardo il biglietto sulla tavola. Roberta sarebbe tornata tardi stasera. Dopo il lavoro andava dal suo ragazzo. Sicuro avrebbe dormito da lui.
Guardo il frigorifero e lo richiusi, oggi non avrei mangiato. Non ho fame, sento solo un gran vuoto dentro. Non riesco a placarlo, a darli fine.
Guardo il cellulare sul tavolo.
Ho bisogno di sentirlo.
Ma la mia mano si ferma su di esso. No non posso.
Mi siedo sul divano con il cellulare affianco. Porto le gambe al petto e mi chiudo in me stessa. Non ce la facevo più, era da quando era andato via che mi mancava. L’angoscia mi opprimeva.
Che fare? che scrivergli, un sms non sarebbe bastato a stare meglio.
In preda a una sorta di crisi di tristezza prendo il cellulare e lo faccio, gli scrivo.
<ho bisogno di te.>scrivo e invio senza esitazione.
Ma il pentimento di quel messaggio arriva subito dopo.
Niente nessuna risposta. questo silenzio mi distruggeva, perché non rispondeva.
Vedi non ci si può fidare di nessuno. Lui ti ha detto che ci sarebbe stato e ora guarda. Sei sola.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
nuovo capitolo ^^
CAPITOLO 12
PEDRO
Partimmo presto e io non avevo dormito per nulla, pensavo a lei in lacrime. Il cuore mi si spezzava ogni volta che la immaginavo.
Nulla per tutta la mattina, nessun messaggio.
Solo dopo pranzo le sue scuse arrivarono.
Ma quali scuse? non aveva bisogno di farlo. ero io il caprone che doveva farlo.
Quello fu l’unico momento che riesco a sentirla. Le dico che sono tornato e da lì più nulla.
Solo due giorni dopo sono li in casa che leggo un libro. Dopo pranzo. Suona il cellulare.
Mi alzo, lo prendo e leggo.
< ho bisogno di te.>
Sono quello c’era scritto. Non ragiono, non la chiamo, prendo solo alcune cose in uno zaino e mi trovo già in macchina.
Quel silenzio mi aveva stremato. Dovevo vederla. Si trattava solo di due ore di viaggio alle 17 sarei arrivato da lei.
Ho bisogno di te anche io, piccola.
Come programmato arrivo in poco tempo parcheggio e suono al campanello.
Dai apri.
Sono nervoso e impaziente. Poi la sua voce al citofono.
“chi è?”chiede
“sono Pedro mi apri?” rispondo
“pedro? Tu cosa fai..? ti apro” il tono era confuso.
Corro su per le scale, non sapevo a che piano era, ma io salivo. Prima o poi l’avrei vista.
Arrivo alla porta, lei era li ferma in piedi che mi guardava con aria molto confusa. Sorrido nel vederla.
Ora è qui, davanti a me.
Mi butto su di lei abbracciandola e stringendola a me. Forte, forse troppo.
“ora sono qui.” Dico al suo orecchio. Sentendo le sue mani sulla mia schiena ricambiando l’abbraccio.
Solo dio sa quanto mi mancava. Ora sono qui.
“sono contenta” sussurra piano.
Posso già immaginare le sue guance rosse senza vederla in viso.
Mi fa entrare ed accomodare sul divano.
“come mai sei qui?” mi chiede.
Qualcosa di diverso c’è in lei. il suo sorriso è spento.
“mi avevi scritto che avevi bisogno di me. ora sono qui. Cosa ti avevo detto? se avevi bisogno io sarei venuto” dico guardandola intensamente.
Lei mi guarda stupita “pensavo scherzassi. Tu sei pazzo a venire fino qua.. per me..” dice abbassando lo sguardo.
La prendo e la abbraccio tirandola di nuovo a me. Ormai mi veniva naturale e automatico. Lei era tutto. Ora.
“in realtà, avevo anche io bisogno d vederti.” Dico piano mentre le accarezzo i capelli.
Con la coda dell’occhio la vedo sorridere appena. Ce l’avevo fatta le avevo donato di nuovo il sorriso.
La mia mano passa sui suoi capelli rossi. Quanto adoravo quei capelli.
“sono contenta.. che tu sia qui.” Dice piano.
Sorrido. Mi allontano e la guardo in viso. sorridendo mi avvicino e la bacio la guancia entusiasta di quelle parole.
Lei arrossisce ridendo “sei pazzo. Ecco la verità”
“sarò pazzo, ma ora che sono qui sei felice no?” dico ridendo ancora con le mani sulle sue spalle.
Lei sgrana appena gli occhi poi arrossisce e abbassa lo sguardo. Lo distoglie dal mio.
“ si, lo sono.” Ammette.
La riabbraccio felice.
Anche il mio buon umore era tornato. Vederla così, non arrabbiata con me, mi rendeva calmo e rilassato.
Il mio angelo.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
buona sera,
ho il pc che a giorni alterni funziona e non @__@
quindi se non mi vedete non preoccupatevi è il pc che ha fuso del tutto. ma avrò con me il pc del mio ragazzo (rubato a lui)XD quindi portò scrivere e postare come meglio potrò!!!
non posso abbandonare i miei lettori.
capitolo in tutto si chiarirà.
CAPITOLO 13
MARZIA
Ero sul divano che leggevo una rivista, ascoltavo della musica per radio. Quando suona il campanello.
Guardo l’orario. Strano che suonino a quest’ora. mi alzò e chiedo chi è.
Era Pedro. Un misto di gioie e confusione mi sconvolge. Perché era li? Poi ripenso al messaggio. Gli apro.
Quando lo vedo arrivare alla mia porta non ho parole, non ci credo. Era davvero lì. Mi abbraccia e in quel momento sento le lacrime agli occhi per la felicità.
Mi sentivo una stupida, mai mi era capitato di essere così contenta di vedere una persona. Ci conoscevamo da così poco eppure lui sapeva farmi stare bene anche solo con un sorriso.
Perché tutto questo??
Le sue parole al mio orecchio mi scaldano il cuore. era lì per me. perché io avevo detto che avevo bisogno di lui.
Sul divano mi abbracciò di nuovo, adoravo quando lo faceva. sentivo dentro me una improvvisa calma e tranquillità. tra quelle braccia mi sentivo sicura.
Lui è così dolce e gentile. Che bella sensazione mentre mi accarezza ci capelli.
Sarei restata ore così.
Mi bacia sulla guancia e i suoi occhi si incrociano ai miei. Gli do del pazzo.
“sarò pazzo, ma ora che sono qui sei felice no?”mi dice.
“si lo sono” rispondo
Lo ero davvero, ora che lui era qui con me stavo bene, ero felice.
Poi pensai che sarebbe ripartito subito “torni a casa subito?” chiedo con un tono preoccupato per la risposta.
“no, resto se ti va. Anzi ora chiamo subito l’albergo. Tu questo weekend lavori?” mi chiede tirando fuori il cellulare.
“no non lavoro. Sono libera.” dico con un sorriso.
“allora resto fino a domenica sera ok?”
“certo che puoi restare, almeno non sarò sola.” Sorrido ancora all’idea di stare 3 giorni con lui.
Suona il mio celluare. “scusami è roberta. “
“pronto?”
“ciao senti io torno domenica sera, il mio amore ha deciso di fare un week all’insegna del love. È un problema se ti lascio sola?”mi chiede preoccupata.
“no sono grande e bado a me stessa da sola, il cibo c’è, sopravviverò” le dico.
Pedro parla al telefono e lei lo sente.
“chi c’è con te?” chiede
“ehm.. pedro…” dico con cautela.
“interessante. Che monellaccia che sei. Vado via un week e subito chiami pedro eh!”
“non è come pensi” protesto.
“fallo dormire da noi c’è il divano letto. Almeno non sei sola la notte. e poi così chissà potresti provarci con lui” dice maliziosa.
“io non ci provo con lui” dico ad alta voce e noto che Pedro mi guarda e ride.
Cavolo mi aveva sentito. Che vergogna. Datemi una pala così posso scavarmi la fossa.
“sei una stupida se non lo fai. È li e suppongo sia per te che è lì. Quindi profittane.”
“smettila. Ora vado. Divertiti e salutami Giorgio.”dico cercando di concludere quella conversazione.
“ok buon divertimentooo” ride maliziosa.
“smettila, ciao” butto giù e mi giro verso pedro.
Sorrido nervosa “era roberta mi ha detto che sta via fino a domenica sera.. va via con il su ragazzo” spiego.
“capito. Bhe meglio abbiamo la casa tutta per noi” dice ridendo.
Non sapevo se ridere o vergognarmi per quello che aveva sentito.
“ guarda che lei scherzava..” cercai di rimediare.
“ah quindi non ci proveresti con lui” ride scherzando.
Divento rossa e incrocio le braccia sul petto.
“guarda che se fai così lo spiritoso non ti faccio la proposta che volevo farti” faccio il broncio offeso.
“oh no ti prego scusa voglio sapere la proposta.” Si scusa avvicinandosi implorandomi con quegli occhioni da cucciolo.
Come si fa a resistergli? Impossibile.
“puoi dormire qui da me, abbiamo un divano letto.” Spiego indicando il divano.
“davvero? Meno male.” dice sollevato
“perché meno male?” chiedo con aria interrogativa.
“ bhe se non mi ospitavi te avrei dormito in macchina, l’albergo è pieno.” Dice con un pausa “grazie mille per l’ospitalità” sorride.
Dannazione a quel sorriso stupendo e perfetto. Scioglierebbe il cuore più duro e di ghiaccio che esista.
Ci sedemmo sul divano, proprio mentre stavamo parlando alla radio quella canzone.
Le mie orecchie si drizzarono.
Mi blocco ed irrigidisco. Lui mi guarda preoccupato.
“che succede?” chiede posando una mano sulla mia.
“scusa ma questa canzone rivanga brutte cose.. scusami spengo la radio.”
Prendo il telecomando e spengo. Un silenzio imbarazzante cala su di noi.
“vuoi parlarne?” mi chiede cauto.
Mi posso fidare di lui? che ho da perdere se glielo dico? Nulla.
Annuisco. “se tu vuoi ascoltarmi..” dico guardando la sua mano sulla mia.
“certo che voglio ascoltarti. Chissà forse capisco qualcosa di più di te.”
Prendo fiato. Mi costava molto parlare di quello che mi era accaduto.
“io, 4 anni fa.. avrei dovuto sposarmi.” Dico con lo sguardo basso. “ero fidanzata da 10 anni. Mi aveva chiesto di sposarmi, avevamo deciso tutto. Era tutto pronto. Io avevo il vestito, era stupendo.” Feci una pausa cercando di trattenere le lacrime.
Lui mi strinse la mano e trovai il coraggio di continuare.
“ una settimana prima di natale mi chiamò e mi disse di raggiungerlo. Non ci dovevamo vedere quella sera, lui doveva uscire con gli amici, ma pensai che forse voleva vedermi lo stesso. Arrivata lo trovai solo e mi disse che mi doveva parlare. Quando mi disse così tutto cominciò a tremare. Mi disse che non se la sentiva di sposarmi, che aveva dei dubbi. Mi disse che forse era meglio annullare tutto. Non capivo, fino al giorno prima mi aveva detto che mi amava…” sospiro mentre una lacrima scende cadendo sui pantaloni. “mi disse che non mi amava più. e non era tutto.. chiamo la Federica che saltò fuori da dietro l’angolo della casa. Non capii subito, ma poi lui fece crollare tutto in un solo istante. Mi disse che amava lei e che la loro storia durava già da un anno. Significava che lui mi tradiva prima ancora di chiedermi di sposarmi. Lui mi tradiva con la mia migliore amica, quella che è venuta con me a scegliere l’abito da sposa. Quella che faceva tanto l’amica mentre si portava a letto il mio ragazzo.” Inizio a piangere portandomi una mano agli occhi. “tutto è andato in fumo tutto è crollato, la mia vita i miei sentimenti. Tutto. I genitori di lui mi hanno risarcito tutto dispiaciuti e sconvolti dal figlio. Grazie a loro non credo più nell’amore e nell’amicizia. Dopo qualche mese che non lo vidi più mi arrivò un invito. Era quello del loro matrimonio. Decisi così di venire qua, di lasciare tutto e tutti. Restare là avrebbe significato impazzire più di quanto lo ero già. Vederli assieme. Il rischio di incontrarli. No non ce l’avrei mai fatta.> riesco a dire tra un singhiozzo e l’altro.
Sento le sue braccia avvolgermi e stringermi al suo petto. Non disse nulla, che avrebbe mai potuto dire? era meglio il silenzio di mille parole.
Stringo la sua felpa tra le mani mentre piango, cercando quell’appiglio per non cadere giù nel buio.
“ non piangere, mi si spezza il cuore vederti così” sussurra accarezzandomi i capelli e posandomi piccoli baci sulla testa.
Dopo un po’ le lacrime finirono, restammo in silenzio abbracciati.
Sto così bene qui.
Chiusi gli occhi godendo di quell’attimo.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
CAPITOLO 14
PEDRO
Sorrido a quelle parole dette da lei mentre era al telefono con Roberta. Provarci con me. sapevo che era riferito a me.
Per un attimo non mi sarebbe per nulla dispiaciuto che lei ci provasse con me, ma non era il momento giusto e non è una cosa che si comanda a bacchetta.
Mi avrebbe ospitato ed ero al settimo cielo pensando che sarei stato con lei sempre. anche la notte. non avremmo dormito nello stesso letto, però se avessi voluto l’avrei potuta vedere con qualche scusa.
Ci sedemmo a parlare con al radio accesa e ad un certo punto il suo sguardo si incupì e la cosa mi preoccupò.
Era colpa della canzone. Senza nuvole di Alessandra amoroso. Quella era una canzone davvero triste, altre volte l’aveva sentita.
La vidi triste e provai a chiedere se voleva parlarne.
Fu quel pomeriggio che conobbi il suo passato.
Mi raccontò tutto, io restai zitto a guardarla e stringerle la mano, pronto per lei se solo ne avesse avuto bisogno.
Era una storia di quelle che distruggono anche solo chi le ascolta.
Che s.tr.o.n.zi quei due, come ha potuto lui tradire una come lei? come si fa a tradire una ragazza così speciale. Bastardo lui e tr….ia lei.
Se avessi potuto gli avrei spaccato la faccia a quello.
La abbraccia cercando di calmarla, il suo pianto rendeva il mio cuore triste. Vederla così era uno strazio. La stringo, la bacio sulla testa. Le asciugo le lacrime con il pollice.
“ non piangere, mi si spezza il cuore vederti così” le sussurro.
Sento che riesce a calmarsi e ringrazio il cielo per questo. non riesco a lasciarla, la tengo ancora appoggiata me.
“mi dispiace. Dimenticali, non meritano le tue lacrime nessuno dei due.” Dico baciandole la fronte. Forse stavo sbagliando a comportarmi così, avrei dovuto essere più composto, ma non resistevo.
“lo so. Ma non è facile dimenticare qualcosa che ti ha distrutto la vita.” risponde poggiando la guancia sul mio petto.
“ti aiuterò io a dimenticare. Prometto che ti farò stare meglio. Ti curerò le ferite che ancora sanguinano.” Dico convinto e deciso.
Lei mi guarda negli occhi un sorriso amaro piega le sue labbra “non prendermi in giro ti prego”
Non lo farei mai. Sei troppo vitale per me.
“non lo farei mai. Puoi fidarti di me, so che non ti è facile, ma provaci. Io ti piaccio?” chiedo serio.
“in che senso?”mi chiede lei.
Si aveva ragione, non ero stato chiaro.
“intendo come persona.” Mi correggo.
Lei mi guarda diritto negli occhi, intensamente. Io resto in attesa di una risposta sperando sia quella che desidero.
“non so perché, ma tu mi piaci. Sento che sei affidabile. Eppure ti conosco da così poco.” Ammette abbassando lo sguardo.
“bene allora accettami, fidati di me. ti farò sempre avere il sorriso, non ti farò versare neanche una lacrima di dolore. Solo lacrime di gioia. Sarà tutto ciò che vorrai. Sarà sempre pronto a consolarti e starti vicino.” Dico più serio che mai.
La vedo rimanere senza parole per un attimo.
“tu sei pazzo” sussurra con un mezzo sorriso.
“questo dovresti averlo capito no?” dico sorridendo.
Voglio rivederla sorridere. Deve dimenticare tutto. Voglio esserci solo io nei suoi pensieri.
Annuisce sorridendo di più e io non resisto. Le prendo il viso con una mano e le bacio la guancia.
Quanto vorrei assaggiare quelle labbra.
“andrà tutto bene e con me ti divertirai. Sono o non sono il cantante dei finley? Non ero io quello che diceva tutto è possibile?”dico ridendo.
La vedo ridere e il mio cuore si scalda.
“ si eri proprio tu. sono sempre più convinta che tu sia pazzo.” Dice ridendo.
La abbraccio di nuovo con trasporto e lei ricambia.
Sarà tutto ciò che vorrai, sarò il tuo amore, il tuo amico, il tuo confidente. Tutto pur di averti vicino e poteri sentire tra le mie braccia. ti farò tornare la fiducia verso il prossimo e ti farò credere di nuovo nell’amore. Perché quando un amore è puro e sincero. Non hai scampo. Il mio è uno di quelli e lo scoprirai soltanto vivendo l’attimo.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
buonasera a tutti!!!
chi non vorrebbe pedro a casa propria per un weekend XD credo tutti!
CAPITOLO 15
MARZIA
Restammo li abbracciati per un po’ in silenzio. Mi aveva donato la luce in un momento buio e questo forse era un segno.
“cosa facciamo?abbiamo un week da passare assieme” dico guardandolo in viso una volta staccati.
Avevo Pedro dei Finley in casa mia e tutto per me per 3 giorni. se non fossi passata per pazza avrei saltellato di felicità.
Lo vedevo come un idolo.
“non saprei sono le 18.30. cinema? Pub? Un giro per il centro? Non so davvero non essendo di qui non conosco la vita che c’è per le strade di Torino la sera.” Dice.
Mi metto a pensare un attimo sul da farsi. Poi mi alzo prendo il pc portatile e lo accendo.
“vediamo che c’è a Torino stasera. Sono di qui ma non ho il programma completo delle attività della sera. Di solito sto in casa.” Ammetto.
Lui si avvicina a me, attaccato il suo braccio dietro di me per restare più vicino.
Che brivido.
Dimentico una sola cosa, il mio sfondo del deckstop, c’era proprio lui. una foto scattata al concerto di Barbiano da un amico che aveva una reflex. Un suo primo piano mentre cantava. Adoravo quella foto perché lo mostrava in tutto il suo fascino.
“ullalalà chi è questo maschione?” chiede ironico.
Io mi giro verso di lui e gli faccio la linguaccia. “mha un pazzo” commento.
“ bhe dai un pazzo carino no?” dice lui ridacchiando.
“tu vuoi proprio che ti dica che sei carino? Ok, ok sei tanto carino”rido e alzo gli occhi al cielo.
Controllo sul sito della città. c’erano dei mercatini proprio nel parco del valentino.
“che ne dici? O è troppo poco per il cantante dei finley?”dico ironica.
Lui mi guarda con il suo solito sguardo dolce e intrigante.
“va benissimo” dice dandomi una piccola spallata “mangiamo vuoi? Offro io!” propone.
“non scherzare.”
“non scherzo è per ricambiare all’ospitalità” sorride.
“ok, allora mi preparo, così andiamo.”dico alzandomi.
“posso farmi una doccia?”chiede.
Lo guardo “ si certo abbiamo due bagni, io vado in quello di roberta e tu nel mio, nessun problema” dico e gli mosto dove andare.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
eccomi qua con un nuovo capitolo!!! grazie e tutti i lettori che seguono la mia storia ^^
CAPITOLO 16
PEDRO
Dovevo piacerle molto visto che aveva come sfondo del deckstop la mia foto. Ricordo bene il concerto di Barbiano, memorabile come ogni nostro concerto. A vedere dalla foto, era vicino al palco. Chissà forse l’ho anche vista quella sera.
La prendo un po’ in giro per giocare e come sempre lei sa stare agli scherzi e gioca con me.
Troviamo cosa fare la sera, mercatini in un parco. Non sono il mio genere però a me bastava essere con lei, il resto non contava.
Eh si Pedretti sei cotto a puntino. Ma non capisco perché dannazione. La conosco da così poco eppure mi sembra di conoscerla da anni. Questa affinità nei nostri pensieri. Chissà a cosa pensa ora che sono qui vicino a lei?
Le chiedo di fare una doccia e mi accompagna al bagno. Al suo bagno.
La vedo sparire e dopo pochi secondi ritorna con in mano un accappatoio e degli asciugamani.
“ecco qua, usa questi.” Dice porgendomeli.
Poi entra con me nel bagno e io mi irrigidisco un attimo.
“bhe la doccia la fai con me?” dico ironico, anche se l’idea non mi sarebbe dispiaciuta.
“no scemo, dovrò pure prendere le mie cose?! Se no che faccio mi asciugo correndo per casa nuda?” dice facendomi al linguaccia.
Dio che ci farei a quella lingua così impertinente.
Sorrido. “hai ragione scusa, questo è il tuo bagno, mi dispiace disturbare tanto” dico abbassando il capo.
“non ti preoccupare per così poco. Su prepariamoci, prima andiamo prima mangiamo” dice entusiasta.
“hai fame?” chiedo vedendola tutta contenta.
“si oggi non ho mangiato.” Ammette.
“male male! bambina cattiva, si deve mangiare” la rimprovero scherzando.
Lei risponde ancora con una linguaccia e scappa dal bagno lasciandomi solo.
Chiudo al porta del bagno e mi spoglio, non posso fare a meno di guardarmi attorno. A quanto pare le piaceva il viola come colore. Il lilla per esattezza. Tutto era di quel colore.
Un colore molto femminile e delicato. Come lei.
Mi infilo sotto la doccia e resto li a godere di quel tepore. D’inverno era piacevole stare sotto l’acqua calda.
Feci in fretta, esco mi vesto e mi asciugo i capelli.
Questi riccioli mi fanno penare a volte, ma da quando li tengo più lunghi stanno più bassi. Meglio, non era il caso di assomigliare ad un barboncino.
Esco dal bagno e passo per caso davanti a camera sua, la porta è aperta e il mio occhio cade dentro di essa.
Non era difficile immaginare che era la sua camera. C’erano alcuni nostri poster e foto attaccati al muro. Un poster degli avengers, uno di una vampira di victoria frances, uno di Hellsing e molti disegni.
Senza pensarci entro e li guardo. Erano bellissimi, se erano opera sua era una disegnatrice pazzesca.
“bhe? Che fai qui?” sento alle mie spalle.
Mi giro e me la trovo davanti in accappatoio, lilla. Con i capelli ancora bagnati.
Dio autocontrollo non mi abbandonare ora. è dannatamente troppo sexy.
“scusa, sono passato di qui e ho visto i disegni. Sono tuoi?” chiedo per non pensare che sotto quell’accappatoio lilla non aveva nulla, forse.
“si son miei. Perché?” chiede piegando la testa di lato confusa.
“sei bravissima, mi piacciono un sacco. Davvero!” dico sorridendo.
Arrossisce e io sto per perdere il controllo.
“ora esco così puoi.. ehm. Vestirti.” Commento passando al suo fianco e uscendo dalla camera. Chiudo la sua porta dietro le mie spalle e vado a sedermi sul divano.
I gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani.
Sarà un weekend lungo e all’insegna del cercare di mantenere la calma. mi piace da matti, ma non posso. Devo resistere.
“eccomi” dice presentandosi in sala con un jeans stretto nero e un maglioncino azzurro anch’esso stretto. Si è truccata, stava davvero bene. un trucco leggerissimo e semplice ma che faceva risaltare di più i suoi occhi.
Dentro me sospiro e mi alzo. “andiamo allora”
la porto a mangiare una pizza in una pizzeria consigliata da lei. davvero squisita.
Parliamo tutta sera poi decidiamo di andare a fare un giro nel parco.
Il mercatino non ci interessava più di tanto a nessuno dei due, parlavamo.
C’era molta gente e in alcuni punti si rischiava di perdersi di vista, senza pensarci la prendo per mano, stringendola forte per non farmela scappare.
Mi guarda un attimo stupita ma poi arrossisce. “così non ti perdo” dico.
Era stupendo camminare mano nella mano. Romantico. Sembravamo davvero una coppia. Quanto avrei voluto formarmi proprio li in quel punto , guardarla negli occhi e baciarla. Come una delle tante coppie che erano in giro quella sera.
Raggiungemmo un posto tranquillo al di fuori di tutto quel caos. c’era un panchina. Davanti a noi un lago con al centro un piccolo borgo medievale. Le luci del piccolo borgo si rispecchiavano sul lago rendendolo un cielo stellato sul pelo dell’acqua.
Mosse dal lieve tremolio dell’incresparsi dell’acqua. Era un luogo estremamente magico e romantico. Torino in sé era magica.
Musica in lontananza era la colonna sonora nei nostri respiri in quel momento di silenzio, in cui stavamo godendo di quello che quel luogo ci stava mostrando.
Mi avvicino a lei e le prendo la mano. Forse stavo sbagliando, forse stavo correndo, ma non so perché sentivo che forse era quello il momento.
La guardai e lei ricambiò. Esitai per un attimo. Cercavo un piccolo consenso da parte sua. La mia mano le accarezza la guancia. sorride, distoglie lo sguardo.
Ora o mai più Pedro.
Avvicino il mio viso al suo, pericolosamente, ma il mio cellulare suona. La magia svanisce.
Chi diamine è??
Prendo il telefono, era Ka. Non lo avevo avvertito della mia assenza.
“scusami è Ka, mi sono dimenticato di dirgli che venivo qui.” Dico alzandomi per rispondergli. La conversazione dura un po’ perché doveva chiedermi per delle canzoni per il prossimo concerto, non si arrabbiò. Ma guardando lei mi si stringeva il cuore a lasciala li sulla panchina.
Mi avvicino mentre Ka continuava a palarmi, a dirla tutta lo stavo ascoltando poco. Mi chino su di lei e le bacio la guancia per poi rialzarmi e continuare a parlare.
Se non fosse stato per Ka l’avrei baciata. Uffa.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
buonasera
CAPITOLO 17
MARZIA
Dopo il mega imbarazzo per la foto di Pedro sul pc lo conduco al bagno. E gli porto gli asciugamani.
Alla sua battuta sobbalzo imbarazzata.
Una doccia con lui... no smettila subito Marzia.
Esco di corsa lasciandolo solo e mi infilo nel bagno di Roberta. Totalmente diverso dal mio, il suo era sul blu e azzurro. Molto marittimo sotto certi aspetti.
Mi buttai sotto la doccia e dopo poco esco dopo avere frizionato i capelli dall’eccesso di acqua.
era davvero tanto che non li tagliavo.
Giocherellai con qualche ciocca caduta sulla faccia.
Fu una scelta drastica e presa in un attimo. Tingermi i capelli di rosso. Ero sempre stata castana. Forse anche quello ero un passo da fare per cambiare vita.
Chissà cosa pensa dei miei capelli?
Da brava sveglia non avevo preso su gli abiti da mettermi e andai in camera. Ci trovai lui che guardava i miei disegni come una persona guardava una galleria d’arte. Sorrisi.
Mi soffermo a guardare i suoi riccioli lunghi, le sue spalle e quei jeans aderenti nei punti giusti.
“bhe? Che fai qui?” chiedo.
Si gira.
Cavolo quella camicia nera gli dona un sacco.
“scusa, sono passato di qui e ho visto i disegni. Sono tuoi?” mi chiede indicandone uno.
“si son miei. Perché?” rispondo piegando il capo da un lato.
“sei bravissima, mi piacciono un sacco. Davvero!” dice sorridendo.
Eccolo di nuovo, quel sorriso.
Divento rossa in viso, lo sentivo.
“ora esco così puoi.. ehm. Vestirti.” Dice passandomi affianco e chiudendo la porta.
Scaccio altri pensieri inadeguati e mi vesto. A dire la verità non presto attenzione a che metto. Prendo le prime cose che mi capitano. Preferisco essere sempre me stessa in ogni situazione.
Mi trucco, almeno la sera lo facevo. Visto che uscivo così di rado.
Lo raggiungo in sala e andiamo in pizzeria.
Parliamo tutto il tempo del più e del meno e al momento di pagare. Mi impedisce di farlo e offre lui la cena.
Dio che gentiluomo.
Passeggiamo per le bancarelle del mercatino, c’è gente e lui mi prende la mano per non perdermi.
Il cuore mi balza in gola nel sentire stringere la mia mano. Era così speciale.
Ma sapevo bene che era solo perché era Pedro dei finley e non per amore.
Oppure no..
Ci sedemmo in un posto appartato lontano dal caos di quella serata.
Parlammo ancora, sembrava fossimo amici da sempre e questo mi piaceva da matti. Averlo li potergli parlare di tutto.
Non so come ma mi sentivo legata a lui e la cosa era così strana.
Ma bella.
In un attimo di silenzio mi guarda così intensamente da sentirmi nuda sotto ai suoi occhi.
Distolgo lo sguardo. Ma non del tutto lo vedo avvicinarsi, troppo, pericolosamente a me.
Io sono li immobile. Non trovo il coraggio di muovermi. Potevo immaginare a pieno cosa avrebbe voluto fare, non volevo, eppure non mi muovevo.
La testa diceva no ,ma il corpo non si muoveva.
Per un attimo mi sento in trappola.
Una delle trappole più belle.
Ora anche la mente era impazzita, volevo che mi baciasse.
Suonò il suo cellulare e quel momento di magia svanì come polvere al vento.
Era forse delusione quella che sentivo?
Come era possibile?? No tutte stupidaggini, l’amore non esiste.
Lo guardo parlare al cellulare e forse se ne accorge, torna da me e mi da un tenero bacio sulla guancia rivoltandosi di nuovo.
Senza pensarci tocco la guancia con la mano e sorrido guardando quelle spalle che iniziavo ad adorare.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
eccomi di ritorno-^^
CAPITOLO 18
PEDRO
Butto giù finalmente.
La guardo seduta con le gambe alzate vicino al petto. Le abbracciava con le braccia.
Era così perfettamente stupenda. Mi avvicino e le porgo la mano per alzarsi.
“vieni facciamo altri 4 passi. Sono curioso di vedere laggiù quelle luci” dico indicando un punto che si illuminava di vari colori.
“è la fontana di luci” risponde lei prendendo la mano senza esitazione.
Arrivammo lì, era uno spettacolo stupendo. Solo per noi, nessuno era nei dintorni.
Decido di fare una cosa mai fatta in tutta la mia vita.
Le parole mi escono dalla bocca da sole. Canto per lei.
Qui dove tutto sa di te ,
le parole non mi bastano ,
non avrebbero alcun senso .
Io vedo tutto quel che sei ,
nei tuoi occhi che mi parlano ,
si riflettono nei miei .
Tu sei la parte più incredibile di me
Sei l'aria per me ,(sei l'aria per me)
Tu sei dentro me , (tu sei dentro me)
Ti respiro per sentire che ci sei .
Non ti lascerò , (non ti lascerò)
Mi confonderò ,(mi confonderò)
Siamo buio e luce per l'eternità ,
per la vita che verrà .
E guardo il sole andarsene ,
lasciare il posto a stelle che ,
per un istante ,
si dispongono per te .
Mai vorrei che non finisse mai ,
e si ti sfioro per un attimo ,
dimmi che sarà per sempre .
Tu sei la parte più incredibile di me .
Sei l'aria per me , (sei l'aria per me)
Tu sei dentro me ,(tu sei dentro me)
Ti respiro per sentire che ci sei .
Non ti lascerò , (non ti lascerò)
Mi confonderò (mi confonderò)
Siamo buio e luce per l'eternità ,
per la vita che verrà .
Siamo due universi
che si incontrano a metà .
Siamo buio e luce
per la vita che verrà .
Sei l'aria per me ,(sei l'aria per me)
Tu sei dentro me ,(tu sei dentro me)
Ti respiro per sentire che ci sei .
Non ti lascerò ,(non ti lascerò)
Mi confonderò ,(mi confonderò)
Siamo buio e luce per l'eternità ,
per la vita che verrà .
Ti respiro per sentire che ci sei .
Non ti lascerò ,(non ti lascerò)
Mi confonderò , (mi confonderò)
Siamo buio e luce per l'eternità ,
per la vita che verrà.
Solo la mia voce in quel momento. I suoi occhi su di me. li potevo vedere brillare. Le luci donavano una atmosfera mistica e speciale.
Mi andava di cantare e quella canzone era la più adatta.
la sua mano nella mia, i suoi occhi su di me.
era vero. Ne ero certo, meglio di noi non c’è niente.
Re: Il tempo di un minuto per scoprire chi sei.. di GiglioBianco
eccomi tornata pc sistemato!!!!
CAPITOLO 19
MARZIA
La fontana era da togliere il fiato ogni volta. Mi piaceva andare a vederla al sera. Quella sera era più speciale delle altre. C’era il mio idolo.
Non c’erano parole da dire.
Silenzio, fino a quando la sua voce riempie l’aria.
Stava cantando. Quella canzone la conoscevo bene, era bella.
Ma perché proprio quella canzone aveva scelto?
La sua mente non ci volle pensare, non voleva rovinare il momento che aveva creato.
Era così tremendamente bello e dannatamente attraente mentre cantava solo per me.
Quando finisce di cantare sorrido lasciando da parte il sorriso da ebete che ero sicura di avere avuto sul viso per tutta la canzone.
Lui si avvicina e mi abbraccia prendendomi dalla vita.
Di nuovo il suo profumo mi travolge.
Come si poteva pensare che fosse cattivo. che fosse falso.
No non lo era lo sai bene.
“è tutto così strano.. tu qui.” Non trovavo le parole.
“è strano anche per me che credi? Mai mi ero avvicinato ad una fan così tanto. Di solito cerco di evitare quel genere. Proprio perché mia fan.. ma tu non so.. sembriamo come legati da sempre.” dice.
Non so che dire e mi limito a sorridere.
“andiamo a casa?” propongo.
Lui mi guarda confuso per un momento, ma poi accetta.
“stanca?” mi chiede senza lasciare la presa su di me.
Sentire quelle braccia attorno alla mia vita mi data alla testa. La sensazione delle sue mani su di me.
“un po’, ma almeno siamo più tranquilli a casa no? Che so ci guardiamo un film” spiego imbarazza cercando di sciogliermi dalla presa con gentilezza.
“anche io a dirla tutta.” Fa una pausa lasciando la presa. Le sue dita sui miei fianchi. “approvo il film” esclama seguendomi verso casa.
Una volta a casa ci mettiamo in tenuta letto. Io von il mio pigiamone invernale rosa. Lui con una maglietta a manica corte e un pantaloncino.
Lo guardo confusa “come fai a dormire così?”
“così come?” mi chiede sorridendo seduto sul divano letto a gambe incrociate.
“con maniche e pantaloni corti.. io ho il pigiamone.”
Lui ride “abitudine. Carino il pigiama, ma uccide il sexappeal.” Commenta ridendo ancora.
“dipende da come lo si sa portare” dico con aria altezzosa e maliziosa.
Lui mi guarda incuriosito. “ e tu come sia portarlo?” mi chiede sfidandomi.
Non sapevo perché ma stavo al gioco e mi stavo pure divertendo.
“bhe qualche bottone slacciato, senza nulla sotto dovrebbe essere già un passo avanti no?” dico ridendo mentre mi dirigo in cucina a prendere i pop corn.
Non lo guardo vado diretta in cucina. Ma ero troppo curiosa di vedere la sua faccia alla mia risposta. li preparo con il microonde e in un attimo.
Torno con la ciotola piena, il bere era già sul tavolino.
Pedro scelse un film. A dirla tutta non mi importava molto del film. Mi importava che lui fosse al mio fianco. Era stano essere a casa con pedro al mio fianco che guardavamo un film come vecchi amici.
Il mio sguardo cadeva involontariamente su di lui di tanto in tanto. Era più forte di me.
Che carino che era.
Sorrido senza pensarci e lui si gira verso di me.
“qualcosa non va? Perché ridi?” mi chiede guardandomi con sguardo innocente.
Sobbalzo appena per essere stata colta nel fatto.
“no nulla. tranquillo” dico girandomi verso la tv con gli occhi vissi sul monitor.
Sbadiglio. Il sonno arretrato iniziava a farsi sentire, a quanto pare non avevo recuperato tutto il sonno perduto. Socchiusi gli occhi.
Improvvisamente mi sento prendere e tirare verso di lui. mi fa appoggiare a lui al suo petto. Lui si era semi sdraiato per stare più comodo. Io senza pensarci accetto l’invito e mi accuccio li. Dopo poco entro nel mondo dei sogni con il suo profumo che mi inebria cullandomi.
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