Vai a Team World Shop
Pagina 1 di 4 123 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 37
Like Tree29Likes

Discussione: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

  1. #1
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction, è da quando mi sono iscritto che volevo cimentarmi in questa esperienza, adesso è da un pò che ci lavoro ed eccola qua.
    Nella storia io non ci sarò.
    Come protagonista c'è una ragazza che si chiama Renata, e la sua migliore amica Serena.
    poi naturalmente ci saranno i finley: Marco, Carmine, Dani e Ivan.
    La storia è scritta in prima persona e cambierà spesso il narratore.
    Detto questo spero che vi piaccia e prossimamente posterò il primo capitolo.

    ecco il link per lasciare i commenti:
    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html
    Ultima modifica di DAVIDE-1997; 16-07-2013 alle 10:04

  2. #2
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ecco il primo capitolo, quelli in blu in corsivo, sono i pensieri di chi sta raccontando la storia al momento.

    CAPITOLO 1.
    RENATA.
    Era sera, era il penultimo giorno di vacanza prima di incominciare la scuola. La mia migliore amica Serena era venuta a trovarmi nel pomeriggio, poi era stata qua a mangiare a cena e fra un po’ se ne sarebbe ritornata a casa.
    - Manca ancora un giorno poi ci tocca ricominciare la scuola – Serena.
    - incomincia il nostro ennesimo anno da incubo – io.
    - sei te che non sai goderti al vita, la scuola sarà anche difficile, impegnativa ma in fondo ci sono le vacanze di Natale e tanti bei momenti di riposo e svago durante l’anno – Serena.
    - forse allora dovresti insegnarmi te come fare per godermi la vita – io.
    - poi ho sentito dire che avremo un nuovo compagno proprio in classe nostra, chissà com’è – Serena.
    - sinceramente non mi interessa più di tanto, chiunque sia sarà solo il nostro nuovo compagno di classe, mica dobbiamo sposarcelo – io.
    - vedi che sei sempre la solita rompico glioni Renata – Serena.
    Io rompico.glioni, è lei che continua sempre con i suoi discorsi però è la mia migliore amica, con lei ho condiviso tutto, gioie e dolori da quando andavamo alle medie e adesso siamo in terza superiore.
    - è un compagno o una compagna? – chiesi.
    - non lo so, ma da come ne parlavano sembrava fosse un compagno – mi rispose Serena.
    - va bene, lunedì vedremo – io.
    In quel momento tanti ricordi ritornarono alla luce.
    - ti pensi che sono già passati da due anni da quando abbiamo iniziato la prima superiore – dissi amareggiata.
    - Renata, non avrai più lui m ricordati che puoi sempre contare su di me, io non ti lascerò mai qualsiasi cosa accada – Serena.
    - lo so che te per me ci sei sempre stata e anch’io per te ci sarò sempre- io.
    - ti voglio bene rossa – Serena.
    - anch’io ti voglio bene- io.
    Io e Serena ci abbracciammo in un affettuoso abbraccio che solo due vere amiche potrebbero darsi.
    - comunque, ti stavo dicendo, da lunedì avremo un nuovo compagno, dimenticati di lui e fai amicizia, ti farebbe eliminare dalla tua vita i vecchi pensieri – disse premurosamente Serena.
    - magari fosse così facile, vederlo quasi ogni giorno a scuola, ma non insieme a me – dissi io.
    - forse dovrei dimenticarlo? – chiesi.
    - questa non te lo posso dire io, ci devi pensare te: ci tieni veramente a lui o no? – mi rispose con un’altra domanda Serena.
    Immagino che vi starete chiedendo chi è il lui di cui parliamo. Ebbene lui si chiama Marco, era il mio migliore amico alle medie e alle elementari. Abbiamo condiviso tantissime volte i nostri pomeriggi dopo scuola quando avevamo quattordici anni. Io non l’ho mai dimenticato, quando siamo arrivati in prima superiore lui mi ha abbandonata, ha trovato un'altra compagnia e si è fidanzato con la classica bionda da telefilm americano. Lei si chiama Silvia. Agli inizi eravamo rimasti ancora amici ma dopo lei ha imposto a Marco di starmi lontano perché era gelosa, lui non voleva ma purtroppo lei ha incominciato ad umiliarmi, me e la mia amica e chiunque ci stesse intorno, purtroppo lui per il mio bene, così ha detto, mi ha esclusa completamente dalla sua vita. La disgraziata si era inventata la storia che io mi ero innamorata di lui, fatto che a quel tempo non era vero, e che volevo tenermelo tutto per me. Lui ci ha creduto e ora la vita va così.
    Fatto che al momento non era vero. Se vi state chiedendo per caso se ora è vero, se ora sono innamorata di lui non lo so, so solo che ogni volta che lo vedo per le scale mi batte troppo forte il cuore, Serena dice che le mie pupille si dilatano dall’emozione, mi manca come il respiro quando mi si avvicina. Ma tanto a lui non interessa più niente di me, quindi prima ritorno alla mia vita e me ne sbatto degli altri meglio è.

    - Vabbè, vediamo come sarà il nuovo compagno – dissi tranquillamente io.
    - Non hai risposto alla domanda – mi ricordò amaramente Serena.
    - lo so, ma non capisco nemmeno io se ci tengo veramente o no, e tu lo sai, mi conosci più di tutti – io.
    - dovresti provare a stare con lui per un anno su un isola deserta senza nessuno, solo così magari qualcosa potresti capire – mi rispose Serena.
    - mi basterebbe solo stare senza quella stron.za – risposi io.
    - va bene Renata, comunque ora si è fatto tardi, io scappo via – Serena.
    - dove vai? – dissi io.
    - a casa, sono quasi le undici – mi rispose lei.
    - domani cosa farai? – chiesi.
    - mi toccherà stare tutto il giorno dai nonni, e tu? – mi richiese lei a sua volta.
    - pure io starò a casa che devo finire di preparare le cose per il ritorno a scuola- risposi.
    - va bene ciao - mi saluto lei.
    - ciao, ci vediamo lunedì – risposi io.
    Serena se ne andò e io tirai fuori da un cassetto una vecchia foto di me e Marco, era stata fatta uno dei tanti pomeriggi che abbiamo passato insieme quando ancora eravamo amici, avevamo quattordici anni.
    Troppo ricordi mi riportava alla mente. Rimisi tutto apposto per bene e lanciai la mia faccia contro il cuscino cadendo in lacrime per via di tutto che era successo.
    Mi addormentai e in men che non si dica si fece lunedì mattina.
    Ultima modifica di DAVIDE-1997; 16-07-2013 alle 10:22
    *Shrader likes this.

  3. #3
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    CAPITOLO 2.
    SERENA.
    In men che non si dica, si è fatto lunedì mattina. Mi alzo mi preparo, mi vesto e poi esco di casa dirigendomi verso scuola. Spero che con l’arrivo di un nuovo compagno Renata si dimentichi di Marco definitivamente e si godi la vita.
    Essendo la mia migliore amica mi dispiace vederla soffrire in questo modo per un ragazzo. Veramente non ne vale la pena, chiunque meglio di lui potrebbe averla e renderla felice. Lei però è ancora fossilizzata nel passato e non si deciderà molto facilmente, la conosco.
    Mi fermo davanti il cancello e Renata poco dopo mi raggiunge.
    - allora entriamo? – chiesi.
    - santo cielo quanta fretta che hai – rispose Renata.
    - co.gliona, dobbiamo andare a prendere i posti, prima arriviamo e più probabilità abbiamo di restare in fondo in ultimo banco noi due insieme – le ricordai.
    - oddio è vero – si ricordò lei.
    Entrammo e a passo veloce raggiungemmo al nostra aula al secondo piano.
    Eravamo le prime ad arrivare ma eravamo state fregate. I professori per evitare problemi avevano messo su ogni banco un biglietto dove c’era scritto cognome e nome. Sul muro c’era appesa la piantina dei posti.
    - fantastico, vediamo dove ci hanno messe – dissi io seccata.
    - ho trovato il mio – esultò Renata.
    Renata la solita fortuna sfacciata era finita in ultimo banco.
    - chi è il tuo compagno di banco?- chiesi io.
    Renata guardo il biglietto vicino al suo banco.
    - un certo Ivan Moro, che sia il nuovo compagno? – chiese Renata.
    - si è lui – risposi io.
    Avevo sentito parlare i professori all’ultima riunione prima della fine dell’anno scolastico scorso che ci sarebbero stati cambiamenti come il nostro nuovo compagno.
    - sono sicura che ti divertirai a fare nuove conoscenze – le dissi guardandola con una faccia da canaglia.
    - sei proprio una co.gliona – mi rispose lei.
    Mi guardai attorno, trovai il mio nome in secondo banco vicino a quello di Carmine Ruggiero.
    - io sono vicina al Ruggiero – dissi guardando Renata che stava come cercando qualcosa.
    - cosa stai facendo? – le chiesi.
    - sto cercando quello di Marco per vedere dov’è – mi rispose.
    Improvvisamente lo trovò.
    - e ti pareva, sempre vicino a quella – rispose seccata e irritata Renata.
    - questo vuol dire che ci tieni a lui? – chiesi io.
    - certo che ci tengo e non sopporto di vederla con quella biondina, quest’anno farò di tutto per chiarire la situazione – mi rispose Renata.
    - brava, così ti voglio, determinata – approvai orgogliosa ciò che aveva appena detto.
    Adesso si che riconosco la mia Renata.
    Renata prese il biglietto di Silvia e lo spostò in primo banco lontano da Marco e lo sostituì con il migliore amico di Marco, Danilo.
    - Pensi che non se ne accorgano?- domandai io.
    - sulla piantina nel muro non c’è scritto niente, quindi finche non arriva qualcuno ne approfitto – mi rispose Renata.
    RENATA.
    Ci sistemammo nei nostri banchi e intanto la classe incominciò a riempirsi.
    Un ragazzo, il “nuovo compagno di classe” si avvicinò a me.
    - posso sedermi? – mi chiese gentilmente.
    - certo , tanto ci sono i nomi – risposi io.
    - si, lo avevo visto, ma per non sembrare spaccone ho chiesto – disse Ivan.
    - io sono Renata – risposi.
    - io sono Ivan – mi disse lui.
    Che gentile che è. È appena arrivato e già mi sta simpatico.
    Prima che arrivasse la vicepreside a rompere i co.glioni parlammo del più e del meno.
    Mi raccontò che era sempre andato a scuola nel paese vicino ma adesso convinto da un suo amico si era iscritto qua.
    - quindi qua dentro conosci qualcuno? – chiesi io.
    - si, io e Marco Pedretti ci conosciamo da quando eravamo piccoli – mi rispose lui
    - è lui che mi ha convinto a venire qua – continuò.
    Perché nei discorsi che faccio viene sempre fuori quel nome.
    - Si lo conosco, siamo stati migliori amici alle medie, adesso ci siamo un po’ persi – risposi io.
    Proprio in quel momento notai che Marco ci stava guardando. Ivan con un cenno della mano saluto Marco che a suo volta rispose. Lo guardai. Aveva uno splendido sorriso a trentadue denti. In quel momento il respiro mi manco e il mio cuore incominciò a battere a fatica. Diventai pallida. Sentivo come se dovessi voltarmi via da un momento all’altro ma ero felice.
    Perché mi fa questo effetto?, perché?. Mi sento come bloccata, non riesco a ragionare, non riesco a muovermi e vedo tutta la mia vita passarmi davanti veloce come un treno. Con quegli occhi marroni e quei riccioli sembrava una divinità greca. Non potevo stare senza di lui eppure era da due anni che non gli rivolgevo parola. La mia vita senza di lui non avrebbe senso in ogni caso.
    Incominciò la lezione e in poco tempo passarono le cinque ore della mattina.
    Finita la scuola raggiunsi Serena e insieme camminammo verso casa.
    - Allora com’è Ivan? – mi chiese Serena.
    - sembra simpatico, e dolce – risposi io.
    - e lo sai che conosce Marco e che sono amici da quando erano piccoli? – chiesi.
    - no, non lo sapevo – rispose Serena.
    - cosa pensi di fare con Marco? – mi domando Serena.
    - penso che prima o poi gli parlerò – risposi.
    - ti do solo un consiglio – Serena.
    - cosa? – io.
    - non lasciar passare troppo tempo sennò andrà a finire che lo perderai, già sono passati due anni, direi che è il caso di darsi una mossa – mi rispose Serena.
    Non risposi ma sapeva che avevo capito.
    Serena aveva ragione, più il tempo passava e peggio era. Dovevo agire e il più presto possibile. Ma non sapevo cosa fare, qualcosa però lo dovevo fare. Magari avrei potuto invitarlo ad uscire e provare a parlargli. In ogni caso anche a costo di combinare qualche guaio io dovevo chiarire con lui.
    *Shine_white* and *Shrader like this.

  4. #4
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    CAPITOLO 3.
    MARCO.
    Era da tutta l’estate che avevo un chiodo fisso, un pensiero che non riuscivo a togliermi, rivedere Renata. Non fraintendetemi, anche se sono fidanzato con Silvia non la tradirei, però continuo a pensare a lei. Ai suoi meravigliosi capelli rossi, alla sua allegria, mi fa sempre questo strano effetto quando la vedo in giro che sia da sola oppure in compagnia della sua amica, sento come se non potessi vivere senza di lei, ma è strano perché infondo è solo un amica e poi è da circa due anni che non mi rivolge la parola.
    Penso che c’è l’abbi con me e in effetti non ha tutti i torti. Sono stato io ad allontanarla ma adesso non so che darei anche solo per potergli parlare. Parlavamo sempre un tempo, adesso però tutto è cambiato Con Silvia stavo abbastanza bene i primi tempi, ma adesso comincia a essere pesante. I primi stavo abbastanza bene, ma abbastanza non dovrebbe essere, con Renata si che potevo dire che stavo bene, mentre con lei va un po’ tutto a giorni come un altalena .Questa estate stavo pensando di lasciarla ma non ci sono riuscito. Non so cosa ancora mi tiene legato a lei, forse la forza dell’abitudine.

    Questa mattina era il primo giorno di scuola, era tutta l’estate che non vedevo Renata nonostante abitasse nel mio stesso paese e neanche troppo lontano. Non so come dire ma mi mancava. Per un gioco del destino cioè la disposizione dei banchi scelta dai professori lei è finita insieme ad un mio caro amico: Ivan.
    Meglio con lui che con chissà quale malintenzionato ma non avete idea di quanto ci stia rosicando. Non potevo finirci io vicino a lei.
    Questa mattina quando sono arrivato a scuola come prima cosa Silvia mi ha baciato voracemente lasciandomi vistosi segni di rossetto sulle guance e sul collo, poi ha infilato la mano nella tasca dei miei jeans dove sa che di solito tengo il cellulare e ha incominciato a guardare chi mi ha chiamato, chi ho chiamato, insomma le mie ultime attività. Dopo l’ultimo bacio mi ha ignorato completamente e se ne andata via con le sue amiche per i fatti suoi.
    I miei amici mi hanno spesso riferito che l’hanno vista uscire con altri ragazzi e sempre con gli stessi in atteggiamenti provocanti.
    Io però per non litigare con lei non ci ho dato molto peso alla cosa però mi sento come un po’ usato.
    È gelosa di quello che faccio ma lei però può fare come gli pare. Questo non mi va molto bene.
    Veramente mi chiedo se ha ancora senso stare con lei.

    Raggiungo Ivan e gli altri miei amici Carmine e Dani.
    - Allora com’è stato il primo giorno di scuola? – ci chiede Carmine.
    - bene, penso – rispose Ivan.
    - ti è andata bene, sei in ultimo banco – disse Dani.
    - anche a me è andata bene, sono in banco con Serena – commentò Carmine.
    Per chi non lo sapesse Carmine è segretamente innamorato di Serena da una vita però non ci ha mai voluto provare temendo che la sua relazione con lei degenerasse. Purtroppo è sempre stato un tipo facile.
    - se non ti dai una mossa va a finire che si mette insieme a un altro e tu la perderei, e quale migliore occasione ti è capitata adesso che siete compagni di banco – dissi io.
    - è vero, però senti da che pulpito arriva la predica – Carmine.
    - esatto Marco, sei fidanzato con Silvia ma continui sempre a pensare a un’altra – Dani.
    - come scusatemi che non sto capendo – Ivan.
    - praticamente è dalle medie che è innamorato di una ragazza ma non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi e adesso si è anche fidanzato con un’altra, cioè Silvia – spiegò Dani.
    - oddio – Ivan.
    - lo so, dimmi te se non è una storia senza senso – Carmine.
    - dai, smettetela di prendermi in giro, ho deciso che prossimamente proverò a parlarle – io.
    - era anche ora, sono passati due anni – Carmine.
    - mi sfugge ancora chi sia questa ragazza di cui parlate, chi è? – domandò Ivan.
    Tutti mi e tre mi guardarono. Carmine e Dani lo sapevano ma Ivan no.
    - Renata – dissi imbarazzato.
    - oddio, la mia compagna di banco – disse Ivan.
    - si proprio lei – rispose Dani.
    - buono a sapersi,adesso cosa hai intenzione di fare quindi? – Ivan.
    - non lo so, qualcosa penserò – io.
    - ricordati solo di agire in fretta, più tempo lasci passare e peggio è – Carmine.
    - esatto, sono già passati due anni amico – Dani.
    - lo so – dissi rammaricato.
    - se non agirai potresti pentirtene a vita, tanto la tua storia con Silvia non ha futuro – Carmine.
    - lo so benissimo – io.
    - sono arrivato oggi ma prima quando mi hai salutato e vi siete guardati, tu e lei, si vedeva che c’era qualcosa fra di voi – Ivan.
    I ragazzi avevano ragione, qualcosa lo dovevo fare e al più presto possibile, non potevo rischiare di perderla visto l’effetto che mi fa ogni volta che la vedo.
    Improvvisamente la vidi davanti a me, stava camminando come suo solito verso casa insieme alla sua amica Serena. Camminavano a passo abbastanza lento, si vedeva che non avevano fretta. Lei di tanto in tanto si spostava il ciuffo di capelli che le copriva gli occhi.
    Il mio cuore incominciò a scalpitare, di colpo mi manco il respiro e d’istinto improvvisai un sorriso da ebete. Senza dubbio dovevo fare qualcosa, forse l’avrei rimpianta per sempre, fra dieci anni avrei potuto chiedermi, e se ci avessi provato cosa sarebbe successo?.
    In un attimo, tra un discorso e l’altro e i vari ritrovi pomeridiani di noi quattro ragazzi a casa mia, passò la prima settimana di scuola.

    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html
    *Shrader likes this.

  5. #5
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    eccomi qua di nuovo con il quarto e il quinto capitolo. ve li metto insieme perchè il quinto è quello più corto di tutta la storia ma volevo dividere i due momenti. grazie per i commenti e per le visualizzazioni. spero continui a piacervi.

    CAPITOLO 4.
    RENATA.
    Fra i vari discorsi più o meno seri miei e di Serena la prima settimana di scuola passò.
    - Questa settimana non ho toccato l’argomento, ora è lunedì, sei qua ed è il momento di pensare alle cose serie – mi disse Serena.
    Cose serie, proprio da lei vengono fuori queste parole.
    - Cosa c’è? – dissi io fingendo di non sapere di cosa stesse parlando.
    - il fatto che ti si dilatino gli occhi e ti manchi l’aria ogni volta che vedi quel ragazzo è preoccupante – Serena.
    La guardai con una faccia che sembrava dire: e sono fatti tuoi.
    - stai tranquilla, sto penando a cosa fare – risposi io.
    - Renata, quanto tempo ancora vuoi far passare? – chiese serena.
    - ti ho detto che voglio sistemare tutto il prima possibile, poi il 22 è il suo compleanno – io.
    - Renata - Serena.
    - che cosa c’è? – io.
    - stai ancora continuando a tardare le cose – Serena.
    - non è vero, l’anno scorso per i motivi che sai te non ci siamo neanche rivolti la parola … - io.
    - Quindi? – serena.
    - quindi come primo passo potrei fargli gli auguri e comprargli un regalo – io.
    - potrebbe andare, pur di non vederti con le mani in mano – Serena.
    - mi ricordo ancora tutte le sue taglie e le sue preferenze – dissi soddisfatta io.
    Vidi la mia amica Serena pensierosa.
    - che ti succede? – chiesi io.
    - stavo riflettendo, sai come lo festeggerà il suo compleanno? – mi chiese a sua volta lei.
    - due anni fa, quando è iniziata la “rovinosa caduta” ci ha invitato tutti a casa sua, ti ricordi? – risposi io.
    - si, e l’anno scorso che non vi siete rivolti più la parola? – continuò Serena.
    - mi sembra abbi fatto sempre la solita festa a casa sua – io.
    - perfetto, se anche quest’anno farà un’altra festa noi ci saremo – commentò Serena.
    - come fai a esserne così sicura? – domandai.
    - di solito invita sempre tutti, sei te che l’anno scorso ti sei chiusa a riccio e non hai voluto affrontare la vita – disse Serena.
    - quindi l’anno scorso ci aveva invitate e non me lo hai detto? – chiesi.
    - si, eri troppo sofferente per affrontare qualsiasi situazione – mi rispose lei.
    - so che lo hai fatto per il bene però sei stata una stron.za a non dirmelo – io.
    - io sarò anche stron.za però te sei co.gliona a non reagire – Serena.
    - hai ragione, però adesso ci sto pensando a fare qualcosa – risposi.
    - va bene, il 22 mi sembra sia di sabato – Serena.
    - si, è sabato – risposi.
    La classe incominciò a riempirsi e iniziarono le lezioni.

    MARCO.
    Fini anche questo lunedì mattina. Mi ero deciso, oggi avrei invitato Renata alla mia festa di compleanno che come ogni anno festeggio a casa mia invitando un po’ di amici. Finita scuola lei e Serena si erano incamminate come al solito verso casa. Corsi per raggiungerle e quando arrivai ero ormai senza fiato.
    - Ciao – le salutai.
    - ciao- mi salutarono loro.
    Forse per la corsa o forse per il fatto che aveva davanti a me una persona meravigliosa il mio cuore incominciò come di consueto a scalpitare.
    - volevo invitarmi alla mia festa di compleanno venerdì sera, vi andrebbe di venire? – chiesi tutto d’un fiato.
    - certo, ma non è sabato il tuo compleanno? – mi chiese a mia volta Renata.
    - oddio si è vero, che scemo che sono, scusate – risposi.
    Intanto più imbarazzato che mai mi grattai la nuca improvvisando il solito sorriso da ebete.
    Idiota, non lasciarti fregare dall’emozione proprio adesso.
    - comunque va bene – mi rispose dolcemente Renata.
    - sabato giusto? – mi chiese Serena per avere un ulteriore conferma.
    - si, è sabato alle otto a casa mia – risposi.
    - va bene, ci vediamo allora – disse Renata.
    Le due ragazze se ne andarono.
    Quanto mi mancava sentire la sua voce, quella voce che al solo pensiero mi faceva impazzire.
    Raggiunsi gli altri ragazzi.
    - c’è l’ho fatta, ho invitato Renata alla festa – dissi fiero e orgoglioso di me stesso.
    - era ora – mi rispose Carmine.
    - voi altri ci siete vero? – domandò Carmine.
    - certo – rispose Ivan.
    - eccome – Dani.

    RENATA.
    Io e Serena eravamo quasi arrivate a casa.
    - hai visto che ti ha invitata, questa è la tua grande occasione – mi disse Serena.
    - speriamo, adesso dobbiamo solo trovare il regalo giusto – risposi.
    - abbiamo una settimana di tempo per trovare qualcosa- mi rispose lei.
    Ero al settimo cielo, ero così soddisfatta, ero riuscita a parlargli e non solo, sabato lo avrei rivisto. Sarà da una vita che non entro più in casa sua. Ora che lo avrei rivisto avevo anche l’occasione per parlargli e magari, forse per chiarire, ma diamo tempo al tempo.
    Tornammo tutte e due a casa e il sole stanco tramontò.
    Ultima modifica di DAVIDE-1997; 18-07-2013 alle 10:43
    *Shrader likes this.

  6. #6
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    CAPITOLO 5.
    MARCO.
    Anche questa settimana passò veloce fino ad arrivare a sabato. Questa volta però fu diversa, la sentivo diversa. Quanto vedevo Renata per i corridoi, in giro o anche semplicemente in classe mi sorrideva e questo non so spiegarlo ma mi rendeva felice. Quando ci incontravamo, ci salutavamo, mi sembrava di essere ritornato ai vecchi tempi quando ancora tutto era apposto, tutto era normale, tutto era più bello.
    Vederla sorridere, vederla parlare mi rendeva felice, sentivo come se senza di lei mi mancasse l’ossigeno, ogni suo movimento e ogni suo piccolissimo gesto. Perché non ci parlavamo da tempo ormai indefinito se adesso sento che la mia vita senza di lei non potrebbe avere senso. Sentivo come se tra me e lei ci fosse di più di una semplice amicizia che negli ultimi tempi è venuta a mancare.

    RENATA.
    La settimana passò velocemente e in poco tempo arrivo sabato. Durante la settimana andando in giro a negozi con Serena avevo visto in un negozio una felpa rossa, con i bordi neri. Era perfetta per lui, con l’inverno che fra poche settimane avrebbe fatto capolino nelle nostre vite. Serena ed io ci siamo divise le spese, abbiamo preparato un bel pacchetto ed ecco pronto il regalo.
    Arrivo sabato sera ed era ora di andare alla festa di compleanno del mio “migliore amico”. Sempre che si possa chiamare così. Non eravamo vestite molto, pur sempre faceva caldo anche se era settembre.
    Ero nervosa, non sapevo cosa avrei dovuto aspettarmi, un chiarimento, un ritorno alla vecchia “amicizia” di un tempo o forse qualcosa di più. In ogni caso d’ora in poi non sarei più stata con le mani in mano.

    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html
    *Shrader likes this.

  7. #7
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    grazie come sempre per i commenti e le visite.

    CAPITOLO 6.
    MARCO.
    Era sabato sera, il fatidico giorno della mia festa di compleanno. Alcuni degli invitati erano già arrivati, c’erano già Carmine, Dani, Ivan. C’era anche Silvia, mi è toccato invitarla, non penso che abbi problemi con Renata. In fondo lei sa solo che fra me e Renata c’è amicizia e niente di più, nonostante so dentro di me, che provo qualcosa di più di una semplice amicizia ritrovata verso Renata. Volevo lasciare Silvia ma è il mio compleanno, mi dispiace lasciarla così il giorno del mio compleanno. Carmine mi ha detto: oggi perché è il tuo compleanno e domani ci sarà sicuramente qualche altra scusa. Prima o poi lo farò, intanto i buoni propositi ci sono. E poi senti da chi mi arriva la predica. Stasera la mia ormai ex fidanzata non darà fastidio a nessuno, infondo è la mia festa e decido io, e siamo anche a casa mia quindi appunto qua comando io.
    Sono davanti alla porta cercando di controllare chi arriva, voglio essere la prima persona che vede quando arriverà. Sento improvvisamente suonare il campanello. Mi dirigo verso la porta e vado ad aprire. Era lei.
    - ciao – mi salutarono le due ragazze.
    - ciao, prego, accomodatevi – le esortai ad entrare.
    - ah, questo è per te – disse Renata porgendomi un pacchetto.
    - grazie, dopo lo apro – risposi io.
    - va bene, comunque è un regalo utile, credimi ti servirà – spiegò lei.
    - perfetto allora – risposi.
    Non sapevo che cosa fare ero in preda all’imbarazzato e non sapevo più cosa dire.
    - divertitevi ragazze, io vado dagli altri – dissi infine allontanandomi da loro, da lei, per evitare di dire qualche frase senza senso.
    Raggiunsi in giardino gli altri.
    - allora sono arrivate? – mi chiese Carmine.
    Sapevo che era ansioso di vedere Serena anche se non avrebbe fatto nulla, solo rimanere la vicino a me impalato come un idiota.
    - si sono arrivate – risposi io.
    - quello è il regalo di compleanno? – chiese Dani.
    - si – risposi.
    - e non lo apri? – mi chiese di nuovo Dani.
    - dopo, quando apro tutti i regali – risposi.
    - buona fortuna amico – Ivan.
    - esatto, ne avrai bisogno – Carmine.
    - non preoccupatevi, prossimamente qualcosa farò per il discorso che sapete – risposi.
    - se lo dici tu – Dani.

    RENATA.
    Avevo consegnato a Marco il regalo, per il momento tutto andava liscio, prossimamente avrei anche cercato di parlargli, per il momento questo era già un primo passo.
    - cerchiamo di divertirci intanto – disse Serena.
    - va bene – risposi io.
    - là infondo c’è il tavolo con le cibarie, chissà cosa c’è di buono da mangiare – si domandò Serena.
    Serena ed io raggiungemmo l’altra stanza dove effettivamente c’era il cibo.
    Serena incominciò a mangiucchiare stuzzichini un po’ di qua e un po’ di là, mentre io le facevo compagnia cercando con lo sguardo Marco.
    Improvvisamente qualcuno si avvicino a noi e ci rivolse la parola, il demonio ci aveva appena parlato.
    - ma chi si rivede – Silvia.
    - ciao Silvia – la salutai.
    - ciao – la salutò scorbuticamente Serena.
    - ciao Renata, ciao, ehm, non mi ricordo più come ti chiami – disse Silvia che lo stava facendo apposta.
    Serena era molto suscettibile,irritabile e si arrabbiava molto facilmente.
    - Serena – rispose lei.
    - ah si, ciao Serena – disse infine Silvia.
    - chi vi ha invitate? – ci chiese Silvia, ritornando al suo normale tono da stron.za.
    - ci vi ha invitate Marco – rispose Serena.
    - ah davvero, strano, non lo sapevo, non mi ha detto niente – borbottò perplessa lei.
    Forse perché sei una deficiente.
    - va bene, divertitevi – ci disse allontanandosi.
    Quando fu ben lontana riprendemmo a parlare.
    - che stron.za - borbottò Serena.
    - che strano che Marco non le abbi detto niente però – dissi io perplessa.
    - Renata, quella è una deficiente, lui glielo avrà detto e lei dopo due minuti se l’era già dimenticato – rispose Serena.
    - molto probabile che sia come dici tu – risposi.
    La festa continuo, fra mangiucchiare qualcosa di qua e qualcosa di là, ogni tanto due parole con Serena, arrivò l’apertura dei regali. Incominciò il cerimoniale ringraziando mano a mano tutti.
    Dopo un po’ arrivò il turno del nostro regalo.
    - allora questo è di Renata e Serena, grazie ragazze – ci ringraziò Marco.
    Lo aprì e tirò fuori dal pacchetto la felpa.
    - fantastica, mi andrà benissimo fra un po’ che sarà freddo – disse lui.
    Poi abbraccio Serena e dopo di che passò a me.
    Devo stare calma e tranquilla, non sta succedendo niente.
    Marco mi abbracciò, era un abbraccio eterno, io mi lasciai andare e sprofondai tra le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto.
    Quanto mi mancava questa sensazione, mi sentivo protetta dal mondo intero tra le sue braccia. Non sapevo spiegarlo.
    La magia come sempre dopo un po’ finì. Mi staccai da lui e ripresi la mia vita.
    - Sono felice che ti piaccia – dissi.
    Lui era terribilmente imbarazzato.
    Quanto lo adoravo in questi momenti, quando non sapeva cosa fare e appariva il suo solito sorriso da ebete, quando si grattava la nuca nervosamente oppure giocherellava con qualsiasi cosa capitasse a tiro.
    Marco prese il prossimo pacchetto e tutto continuò come se nulla fosse successo.
    Fini questa meravigliosa serata e io e Serena ritornammo a casa.

    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html
    Ultima modifica di DAVIDE-1997; 21-07-2013 alle 11:00
    -Faby- and *Shine_white* like this.

  8. #8
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, ecco il settimo capitolo, grazie mille per i commenti. sono felice che siate curiosi di sapere come va avanti.

    CAPITOLO 7.
    CARMINE.
    La serata era finita e tutti quanti se ne stavano andando a casa. Anche Serena e la sua amica Renata stavano per andare via. Riuscì a bloccarle appena in tempo.
    - State andando via – chiesi io.
    - si perché? – domandò Serena.
    - no perché, potrebbe essere pericoloso per due ragazze andare in giro a quest’ora da sole – risposi.
    - abitiamo qua vicino, siamo arrivate a piedi, non ti preoccupare – mi rispose Serena.
    - ma è lo stesso – dissi io.
    - vi va se vi accompagno a piedi fino a casa? – chiesi.
    Serena si blocco un secondo, ci stava pensando.
    - Per me va bene – rispose Serena.
    - si, così abbiamo un po’ di compagnia – disse Renata.
    Salutai gli altri e poi raggiunsi le due ragazze. Uscimmo dalla porta e ci incamminammo, non sapendo dove abitavano dovetti seguirle che mi facevano strada.
    Renata camminava un po’ più avanti mentre io e Serena eravamo un po’ più indietro.
    Non sapevo che cosa dire e di che cosa parlare quindi cercai di attaccare un po’ bottone.
    - allora ragazze, cosa mi raccontate di bello? – incominciai un discorso.
    - niente di che – mi rispose Serena.
    - vi siete divertite alla festa di Marco? – chiesi loro.
    - dai si – rispose sorridente Renata.
    - si – rispose seccata Serena.
    Serena ha sempre questo tono un po’ distaccato con tutti, per questo la adoro.
    - Comunque Marco è stato proprio contento del regalo – dissi.
    - lo ha scelto Renata – rispose seccamente Serena.
    - sappi che hai appena reso felice il mio amico – dissi rivolto a Renata.
    - davvero? – chiese Renata.
    Annuì.
    - e, per curiosità, Silvia cosa gli ha regalato? – chiese stavolta interessata Serena.
    - niente – risposi io.
    - come niente? – domandò Serena.
    - si era dimenticata che era il suo compleanno, pensava che stesse facendo una festa così tanto per fare e non gli ha portato niente – risposi.
    - quella ragazza è una co.gliona nata – si lasciò sfuggire Serena.
    - io infatti mi chiedo come facci ancora a starci insieme – io.
    - perché? Non la ama? – mi chiese Renata.
    - no, e da questa estate che mi dice che non prova più niente per lei – risposi.
    - e allora perché ci sta ancora insieme? – chiese di nuovo Renata.
    - non saprei, è lui che è perennemente indeciso – risposi io.
    - e dicci un po’, te hai già trovato la persona che ti fa battere il cuore? – mi chiese Renata maliziosa.
    - ho avuto varie storielle da poco, ma nessuna finora mi ha mai fatto battere il cuore, mancare il respiro e provare le farfalle nello stomaco – io.
    Serena in quel momento si illumino.
    Perché si era illuminata, forse le interessavo, forse avevo qualche speranza. Ci speravo tantissimo.
    - Bene, io sono arrivata – disse Renata.
    - ciao bellezza – la salutò Serena.
    - ciao piccolina – la salutai io sorridendo.
    - ciao – ci salutò lei.
    Renata entrò aprì la porta di casa ed entrò.
    - accompagni anche me vero fino a casa? – mi chiese Serena.
    - certo che ti accompagno, sono un uomo di parola – risposi.
    - che dolce che sei – mi disse lei infilando le sue braccia sotto alle mie per abbracciarmi.
    Oddio, mi ha detto che sono dolce, e mi sta anche abbracciando. Quando sono con lei sto così bene e non so perché. E come se ci fosse una sorta di attrazione fra due poli opposti.
    - e poi non ti farei mai andare in giro da sola a quest’ora – dissi io riprendendo a camminare.
    - perché? – chiese dolcemente lei.
    Adoro questa sua finta ingenuità, lo sta solo facendo per provocarmi e vedere la mia reazione. Questa ragazza mi sta facendo impazzire.
    - non si sa mai chi puoi trovare in giro a quest’ora e se magari ti stuprassero non me lo perdonerei – risposi.
    - e perché? – mi chiese lei stavolta dolcemente.
    - perché io ero lì e potevo fare qualcosa – spiegai io.
    - che dolce che sei, non ti facevo così Ruggiero – mi disse lei abbracciandomi e puntandomi l’indice sul mio petto.
    - ci sono tanti aspetti che magari non sai di me – dissi.
    Lei mi tirò un pugnetto affettuoso sul petto ed io sorrisi.
    Continuammo a camminare finche non arrivammo a destinazione.
    - È stato bello fare un po’ di conversazione – mi disse.
    - anche per me, ci vediamo – risposi.
    - ciao bellezza – le dissi cercando di imitare il saluto che aveva fatto a Renata prima.
    Lei sorrise.
    - Ciao scemotto – mi rispose sorridendo per poi entrare in casa e chiudere la porta.
    Sorrisi soddisfatto e poi me ne tornai anch’io a casa.

    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html
    -Faby- likes this.

  9. #9
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    grazie mille come ogni volta per i commenti e procediamo con l'ottavo capitolo.

    CAPITOLO 8.
    RENATA.
    I giorni dopo la festa di Marco passarono in fretta. Era passata un’altra settimana, era il 29 settembre, sabato. Serena oggi pomeriggio era venuta a casa mia e insieme stavamo discutendo del più e del meno.
    - io sono la tua amica, tanto per cambiare – mi disse Serena.
    - è quindi – continuai io.
    - quindi non voglio metterti fretta ma – prosegui lei.
    - ma che cosa? – chiesi io.
    - quel giorno sei stata brava ma poi non hai più fatto niente – mi rispose lei.
    - e cosa dovrei fare? Non è così facile Serena – io.
    - lo so che non è facile, ma per esempio potresti andare a casa sua e chiedergli di uscire stasera – mi rispose lei.
    - e se magari ha altri impegni? – chiesi io.
    - quello è probabile ma se non gli chiedi niente non potrai mai saperlo – mi rispose Serena.
    - e in ogni caso se non è oggi, sarà per domani – dissi io determinata.
    - brava così ti voglio – Serena.
    - provo ad andare a casa sua a parlargli? – chiesi io.
    - per me va bene, magari c’è anche Carmine – disse Serena allegra.
    - però non so cosa riesco a fare - io.
    Mi ero appena alzata dal letto, ma mi ributtai di nuovo giù.
    - piuttosto, dopo che io sono ritornata a casa, fra te e Carmine com’è andata? – chiesi alla mia amica.
    - abbiamo continuato a camminare, niente di che – mi rispose lei.
    - solo? – chiesi io.
    - poi siamo arrivati davanti a casa mia e ci siamo salutati – continuò Serena.
    La guardai con uno sguardo interrogativo.
    - poi ha detto che ci teneva a portarmi a casa, per la mia sicurezza, che se qualcuno durante il tragitto mi avesse stuprata lui non se lo sarebbe perdonato perché era lì e poteva fare benissimo qualcosa, in questo caso accompagnarmi fino alla porta di casa – continuò lei.
    - ma che dolce che è – dissi io.
    - lo so che è dolce, e poi è anche divertente, è scemo – continuò Serena.
    - insomma, quando stai con lui stai bene? – le chiesi.
    - tantissimo, sto molto meglio che con te, almeno lui non mi rompe sempre i co.glioni e non mi assilla con certi discorsi che fai te – mi rispose Serena ridendo.
    - senti da che pulpito che arriva la predica – dissi io.
    - fra me e Carmine non c’è mai stato niente, fra te e Marco invece qualcosa tempo fa c’è stato, ragion per cui dovresti fare qualcosa e agire – Serena.
    - ti ricordi che cosa ha detto ieri lui a proposito di Silvia – domandai io anche se sapevo benissimo la risposta.
    - che hai tante più possibilità rispetto a lei, visto che è una co.gliona – mi rispose Serena.
    - si era dimenticata del suo compleanno, ma ti rendi conto, come si fa a dimenticarsi il compleanno del proprio fidanzato? – chiesi io.
    - ha anche detto però che voleva lasciarla ancora questa estate – continuò lei.
    - si, ma perché non l’ha fatto allora? – borbottai.
    - perché è come te, diamo tempo al tempo, eccetera e alla fine non si combina mai niente – mi rispose Serena sfacciatamente.
    - però ho buone possibilità dopo quello che ha detto Carmine ieri sera – risposi io.
    - quello è vero, te hai sempre avuto questa fortuna sfacciata – disse Serena.
    - con Carmine cosa hai intenzione di fare? – le chiesi.
    - prossimamente ci uscirò insieme, io non ho problemi come te a fare qualsiasi cosa – mi rispose.
    - va bene, adesso che si fa? – chiesi.
    - non volevi andare da lui a parlargli? – mi domandò lei.
    - si, adesso ci andiamo – risposi decisa.
    - in che senso ci andiamo?, ci vai – disse fermamente lei.
    - dai, almeno mi accompagni fino a là – dissi facendo una faccia da cucciolo per intenerirla.
    - va bene, ti accompagno fino a casa sua – rispose Serena sbuffando.
    - domanda, come mi vesto? – chiesi.
    - con i primi due stracci a caso, pensi davvero che la gente guardi come ti vesti? – rispose seccamente e sfacciatamente lei.
    - che boara che sei – le dissi.
    Uscimmo di casa e ci incamminammo.

    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html
    -Faby- likes this.

  10. #10
    V.I.P


    Data Registrazione
    Nov 2012
    Messaggi
    1,036
    Inserzioni Blog
    5

    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    grazie mille a tutti coloro che seguono la mia storia, eccovi il nono capitolo.

    CAPITOLO 9.
    MARCO.
    Era già passata una settimana dal fatidico giorno della mia festa di compleanno. Anche se i nostri rapporti erano molto migliorati, mi mancava, era da una settimana che non le parlavo e mi sembrava un’eternità. Durante la settimana abbiamo fatto qualche parola lungo i corridoi della scuola ma niente di più.
    Era sabato pomeriggio e Carmine era venuto a casa mia. Eravamo fuori all’ aperto, distesi sugli sdrai, in mezzo un tavolino con sopra le nostre due immancabili birre per dissetarci ogni tanto.
    Non so perché ma sentivo il bisogno di parlarle, di averla e non volevo starmene qui con le mani in mano.
    - quindi è da sabato scorso che non fate un discorso serio e più lungo di cinque minuti? – mi chiese Carmine.
    - esattamente, secondo te cosa dovrei fare? – chiesi io.
    - è una bella giornata, invitala ad uscire, o oggi oppure sabato prossimo per esempio – rispose lui.
    - sai che è una bella idea – dissi io.
    - io ho sempre belle idee, non sono come te che sta sempre a pensare e non fa mai niente – mi rispose.
    In quel momento mi alzo.
    - allora vado? – chiesi.
    - si vai – mi rispose lui.
    In quel momento girai la testa, non ci potevo credere, era lei, e stava venendo da me. Che splendida visione, il suo passo un po’ insicuro, un po’ infantile, i suoi capelli rossi che svolazzavano al vento.
    Dietro c’era la sua migliore amica Serena come sempre.
    - Marco, mi senti? – mi chiese Carmine che aveva visto che mi ero imbambolato.
    Anche lui si alzò, mi venne vicino e guardò nella mia stessa direzione.
    - guarda, non devi neanche muoverti per andare a cercarla, sta venendo lei da te – disse.
    Intanto si erano avvicinate.
    - Ciao – ci salutarono.
    - ciao – le salutammo noi.
    - Marco stava giusto pensando di venire a cercarti – disse Carmine rivolto a Renata.
    - davvero? – chiese lei ingenuamente.
    Oddio, quanto è dolce, io sono immobile, non riesco neanche a muovermi.
    - in ogni caso ora siamo qua noi – rispose Serena.
    Serena prese Carmine in disparte poi se ne andarono per i fatti loro, lasciando me con Renata.
    - Vuoi accomodarti – le chiesi indicando i due sdrai in cui eravamo distesi prima io e il mio amico.
    - grazie – rispose lei sedendosi sullo sdraio a sinistra.
    Mi sedetti anch’io nell’altro sdraio di fronte a lei.
    - e da una settimana che non ti vedo, mi mancavi un po’ – mi disse.
    - davvero? – le chiesi.
    - certo, a scuola parliamo solo quei cinque minui nell’intervallo o quando ci incontriamo nei corridoi – mi rispose.
    Non aveva finito il pensiero, c’era ancora qualcosa.
    - poi credo che Silvia sarebbe un po’ gelosa visto che state insieme – continuò un po’ amareggiata.
    - non saprei come dirlo ma, diciamo che, non so come spiegarlo – borbottai.
    - che cosa?, provaci – disse lei incuriosita.
    - e da questa estate fa conto che ho il desiderio di lasciarla ma non ci sono mai riuscito, sento che fra me e lei non c’è amore, non mi fa battere il cuore, non sento le farfalle nello stomaco, non mi succede niente di tutto questo – spiegai.
    La vidi un po’ sollevata.
    - e perché allora non la lasci se è come dici tu? – mi chiese lei.
    - non so nemmeno io perché – risposi.
    - prima o poi sono sicura che troverai il coraggio – mi rispose lei.
    Renata si alzò e si sedette nel mio sdraio, alla mia destra.
    Sentii il suo braccio sinistra appoggiarsi dietro la mia schiena, appoggio poi la sua testa sulla mia spalla.
    I nostri respiri erano così vicini, i nostri visi erano così paurosamente vicini.
    Sempre con la mano sinistra da dietro incominciò ad accarezzarmi i riccioli e a giocherellarci.
    Mi sta facendo letteralmente impazzire, sto troppo bene con lei, potrei stare ore così. È una bella giornata di settembre ma sento continui brividi lungo la mia schiena, lei mi guarda e giocherella con i miei ricci, per ogni ricciolo che tira sento un brivido lungo la schiena.
    Aveva la testa appoggiata sulla mia spalla, mi prende il viso con la mano libera, la destra, lo avvicina al suo e mi dà un bacio sulla guancia destra.
    È ufficiale, sono cotto e innamorato. Però ufficialmente sono ancora fidanzato, quindi non posso fare niente. Devo lasciare al più presto Silvia, lei non è mai riuscita a farmi provare tutte le emozioni e le sensazioni che sto provando adesso con Renata.
    - Che dolce che sei – le dissi.
    Lei sorrise.
    - vuoi qualcosa da bere? – le chiesi.
    - si grazie, hai un po’ di tè freddo? – mi chiese Renata.
    - si, adesso te lo porto – risposi.
    Entrai in cucina, presi la bottiglia dal frigo e un bicchiere. Uscì e gli appoggiai sul tavolino.
    - ecco a lei madame – dissi facendo lo scemo.
    - grazie – sorrise.
    Quanto adoravo vederla così felice. Che mi sorride e che si vede proprio che è felice di stare con me, in mia compagnia.
    Si versa il tè nel bicchiere e incomincia a bere.
    Finì quel meraviglioso sabato pomeriggio. Serena la raggiunse e s’è ne andarono.

    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html
    -Faby- and *Shine_white* like this.

Pagina 1 di 4 123 ... UltimaUltima

Segnalibri

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •