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Discussione: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

  1. #31
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, eccomi qua con l'ennesimo capitolo.

    CAPITOLO 30.
    RENATA.
    Erano le sette e mezza di mattina di martedì 26 febbraio e Serena ed io stavamo andando a scuola.
    - allora Renata, ieri sono stata da Marco e ho cercato di chiarire alcune cose – prese la parola Serena.
    - com’è andata? Cosa ti ha detto? – le chiesi curiosa.
    - secondo me è solo una povera vittima della situazione – mi rispose.
    - si, però non giustifica quello che ha fatto – ribattei subito.
    - su questo concordo con te, ma sto incominciando a pensare che il nostro problema più grosso sia lei – mi spiegò.
    - lei è sempre stata un problema – le dissi.
    - si ma io mi chiedo perche ti odi così tanto – disse lei.
    - non lo so nemmeno io perché mi odia, forse perché gli gira così – le risposi.
    - appunto, anche io più me lo chiedo e più non riesco a trovare risposta a questa domanda – borbottò Serena.
    - e con Marco? – le chiesi.
    - dovrebbe farsi perdonare, tu ci tieni veramente a lui? – mi chiese Serena.
    - certo che ci tengo, ma ho paura che se lo perdono possa soffrire di nuovo – risposi.
    - hai paura che possa ricapitare? – continuò lei.
    - certo, come dici tu, Marco e solo una vittima della situazione, il problema è lei – affermai.
    - appunto, bisognerebbe capire perché ti odi, solo così si potrebbe risolvere il problema – affermò Serena.
    - esatto, finché stiamo così, che lei cercherà sempre di separarci e lui ci cascherà sempre nel sacco come un idiota non si potrà andare avanti con questa relazione – le risposi.
    - il problema, è come facciamo a capire il motivo per cui ti odia – si chiese dubbiosa Serena.
    Entrammo in classe e incominciò quella mattinata. Presto quel giorni finì è incominciò il giorno seguente: mercoledì 27 febbraio.
    Andando a scuola la mattina con Serena mi spiegò che al pomeriggio sarebbe andata a casa di Carmine e si sarebbe fermata là a mangiare e a studiare insieme per la verifica del giorno dopo.
    Io personalmente conoscendo i due soggetti non so quanto sarebbero riusciti a studiare quel pomeriggio.
    Entrai in classe e come al solito mi sedetti al mio posto vicino ad Ivan. Durante l’intervallo gli chiesi se gli andava di accompagnarmi a casa dopo scuola perché Serena non poteva e lui accettò ben volentieri.
    Finì la mattinata e mi incamminai insieme ad Ivan. Incominciammo a parlare dei discorsi più vari.
    Gli raccontai che Serena sarebbe andata a casa di Carmine per studiare assieme per la verifica di giovedì.
    Ivan mi chiese se poteva anche lui come Carmine e Serena restare da me a mangiare e poi studiare. Io acconsentii e così mi segui fino a casa. Durante il tragitto mando un messaggio e avvisò che sarebbe rimasto da me. Pranzammo e poi ci sistemammo in camera mia e incominciò quel pomeriggio di studio. Era da una settimana che sapevamo della verifica e quindi un po’ eravamo già preparati e ci interrogammo a vicenda. Ogni tanto facemmo qualche pausa, e alle quattro e mezza la merenda. Di solito mangiucchio spesso durante il pomeriggio però oggi c’era Ivan quindi sono stata con lui non ho avuto il tempo.
    Verso le sei se ne andò a casa e per me continuò al normale routine.

    CARMINE.
    Quel pomeriggio Serena era venuta a casa mia per studiare, il giorno seguente avevamo una verifica. Pranzammo e poi ci ritirammo in camera mia. Lei aveva già studiato durante la settimana, io qualcosa avevo un po’ ripassato e così incominciò l’interrogatorio. Dopo un po’ ci fermammo, mi tolsi la felpa perché tutto questo ragionare e pensare mi aveva fatto venire caldo e mi distesi sul letto. Serena prese la mia felpa e la indossò, gli era enorme. Sorrisi mentre lei si sdraiò sopra di me e incominciò a baciarmi il collo per poi salire sulla guancia destra fino al lobo dell’orecchio destro.
    - guarda che così potrei eccitarmi – la avvisai.
    - e allora? – mi rispose lei guardandomi con lo sguardo da cucciola per poi sorridere maliziosa.
    - se domani prenderò un brutto voto sarà colpa tua che mi hai eccitato – dissi.
    - scemo – mi rispose schiaffeggiandomi dolcemente, con la mano destra, la guancia sinistra per punizione.
    Poi si distese alla mia sinistra, di fianco a me appoggiando la testa sul mio petto vicino al cuore.
    - Ti amo – mi disse dolcemente alzando il viso nella mia direzione.
    - ti amo anch’io – le risposi prendendole il viso e baciandola con passione.
    Poco dopo riprendemmo a studiare e quel magico pomeriggio finì come per incanto.

    MARCO.
    Stetti tutto il pomeriggio sui libri a studiare, l’indomani avrei avuto una verifica. Non avevo idea di come sarebbe andata, non riuscivo a concentrarmi completamente, troppi problemi offuscavano la mia mente.
    Dovevo far qualcosa per sistemare quella situazione, l’altro giorno Serena me ne ha dette a non finire, però aveva ragione. Non sapevo cosa fare per farla finita una volte per tutte a questa situazione. Volevo parlare con Silvia e volevo chiarire che con lei non c’era più niente, tra me e lei era finita ed era inutile che continuava con quella storia, non volevo più che mi rovinasse la vita. Prossimamente ne avrei parlato con Serena sul da farsi, se era giusto o no chiarire con Silvia. Alla fin fine tutta quest’ orribile faccenda è stata causata da lei.
    Passai ore quel pomeriggio a studiare ma la mia testa se ne volava altrove e pensava solo a lei. Quel giorno finì, un altro giorno orribile, senza di lei, che muore.

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  2. #32
    V.I.P


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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, grazie che continuate a seguire la mia storia. oggi abbiamo un altro capitolo dove le cose iniziano un pochino a migliorare.

    CAPITOLO 31.
    MARCO.
    È giovedì 28 febbraio, il famigerato giorno della verifica. Andai a scuola con i miei amici come al solito. Li sentivo parlare, io invece ero per lei mie, ero triste, e poi sapevo già tutto quello che c’era da sapere. Mi chiedevo veramente cosa avrei fatto senza di lei, l’avevo persa un’altra volta. Arrivammo davanti al cancello, Dani e Ivan entrarono e andarono in classe per sistemarsi e prendersi avanti mentre io rimasi li un po’ fuori da solo con Carmine che si stava fumando l’ultima sigaretta.
    - Marco, va tutto bene? – mi chiese.
    - come al solito – gli risposi.
    - mi dispiace vederti così, sono preoccupato – mi disse.
    - sinceramente, cosa pensi di me? – gli chiesi.
    - Marco, tutti nella vita facciamo degli errori – cominciò lui.
    - si ma io l’ho persa per ben due volte nella mia vita – risposi.
    - nulla è ancora perduto, lei ci tiene ancora tanto a te, sta solo aspettando che tu ti faccia perdonare – continuò lui.
    - si ma cosa posso fare? – ribattei.
    - come ti ha detto Serena devi togliere Silvia completamente dalla tua vita e non permettergli di entrare più come è successo due settimane fa – rispose.
    - è vero, sono già passate due settimane, due settimane senza di lei – riflettei.
    - ora però entriamo sennò arriviamo in ritardo – ricordò Carmine.
    In quel momento ritornai alla realtà ed entrammo. Incominciò la mattinata, la verifica era alla quarta ora dopo l’intervallo. In men che non si dica arrivò l’intervallo. Lei era là che discuteva con la sua amica, che stavano parlando. Cosa non avrei dato per essere là con lei.
    Mi distrai un secondo e la persi di vista, non c’era più dov’era andata. Sentivo una presenza, c’era qualcuno vicino a me, mi girai e lei era li seduta vicino a me, alla mia sinistra.
    - buona fortuna – mi disse dolcemente.
    - mi auguri buona fortuna? – le chiesi stupito.
    - certo – mi rispose sfacciatamente lei.
    - ma tu non mi odi? – le chiesi ancora più stupito.
    - io non riuscirei mai ad odiarti – mi rispose.
    - sei arrabbiata con me? – le chiesi.
    - quello si, non hai idea di quanto ci sia stata male quanto ti ho visto baciarti con quella rovina famiglie– spiegò lei.
    - è stata lei a baciarmi, io ero al muro, ero in croce e non potevo fare niente – cercai di difendermi.
    - credimi, noi ci aspettiamo da sempre – disse lei.
    - cosa vuoi dire? – le chiesi.
    - io sto solo aspettando che tu faccia qualcosa di eclatante per farti perdonare, non ce la faccio più di stare senza di te – mi sussurrò all’orecchio sinistro per poi darmi un bacio sulla guancia.
    Rimasi paralizzato come un ebete, come un idiota, non me la aspettavo una reazione del genere, però ero felice, maledettamente felice e ora nessuno avrebbe potuto abbattermi, lei era la mia forza.
    Suonò la fine dell’intervallo e Renata raggiunse Serena per poi salire le scale. Io camminai calmo verso l’aula riflettendo su quello che era appena successo.
    Forse avevo una possibilità con lei?. eccome che avevo una possibilità, me lo avevo detto in faccia spudoratamente. Cosa potevo fare? Non ne avevo idea però qualcosa mi sarei inventato, adesso che so che ho la mia possibilità non me la lascio più sfuggire.
    Entrai in classe e superai il compito, poi finì quella giornata e me ne ritornai a casa.
    Più ci pensavo e più avrei voluto fare qualcosa e subito, Renata mi aveva detto sfacciatamente che avevo una possibilità e chiaramente non me la sarei lasciata scappare questa volta, ma non sapevo cosa era meglio fare. Io volevo assolutamente anche far capire a Silvia che tra di noi era finita una volta per tutte.
    Tornai a casa e mi distesi sul letto guardando fuori dalla finestra il paesaggio cambiare.
    Sono qui sdraiato a riflettere
    su quanto possa esser difficile (per te)
    ho commesso errori che non farò mai più, mai più mai più, mai più...
    Non ti lascerò da sola ad affogare in tutte quelle tue paure
    in quelle insicurezze che ti fanno male, male, male
    e non voglio che tu possa dubitare che all'interno del mio cuore esista quella cosa che ci fa volare
    io che sarei
    senza di te
    sei tutto quello che ho

    Passai il tutto il pomeriggio sdraiato sul letto a pensarci e quella giornata finì, diversamente però dalle altre, questa volta avevo una possibilità, una speranza e la volevo usare al meglio.

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  3. #33
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    eccomi qua con un altro capitolo. grazie a tutti per seguire la mia ff.
    oggi inizia la caduta della nostra stron.za.

    CAPITOLO 32.
    SERENA.
    Era venerdì 1 marzo, io e Renata stavamo andando a scuola come ogni giorno della nostra vita da un bel po’ di mesi a questa parte.
    - devi spiegarmi cosa ti è preso ieri – ordinai.
    - praticamente sono andata da lui e gli ho augurato buona fortuna, gli ho detto che sono ancora arrabbiata con lui ma che non aspetto altro che faccia qualcosa di spettacolare per farsi perdonare – spiegò Renata.
    - praticamente hai ceduto – risposi seccamente.
    - no che non ho ceduto, però mi manca – replicò lei.
    - Renata, se cedi troppo facilmente tra qualche altro mese potrebbe ricascarci e noi non vogliamo che accada – le dissi.
    - non voglio nemmeno io che accada, ma come sappiamo tutte e due il problema maggiore della sofferenza nel mondo è lei – disse Renata.
    - io però più ci penso più non riesco a trovare un motivo del suo odio nei tuoi confronti – borbottai perplessa.
    - in effetti se ci pensi ha tutto, non c’è niente per il quale possa essere invidiosa o gelosa di me – pensò Renata.
    - appunto, quella la ha problemi mentali – risposi.
    - dovrebbero metterla in un manicomio, rinchiuderla e lasciarla là – continuò Renata.
    - prima però vorrei chiedergli cos’ha contro di te – dissi.
    - cos’ha contro il mondo – continuò Renata.
    - insomma praticamente hai ceduto – ripresi con il discorso di prima.
    - non ho ceduto, gli ho detto che sono ancora arrabbiata – tentò di difendersi.
    - e per dimostrare quanto sei arrabbiata gli hai dato un bacio sulla guancia – continuai.
    - e allora? – chiese sfacciatamente lei.
    - sei proprio una co.gliona – le risposi.
    - non è vero – tentò di difendersi lei.
    - così ha capito che tu non aspetti altro che lui si faccia perdonare – continuai.
    - infondo però, è questo che voglio – rispose lei.
    - si, vuoi questo, ma non vuoi che fra qualche mese ti tradisca di nuovo con la bionda – dissi.
    - quello no – rispose lei.
    - appunto, non devi perdonarlo troppo facilmente sennò lui ci cascherà di nuovo – finì.
    - però mettiti nei miei panni, dopo tutto il tempo che l’ho aspettato – borbottò lei.
    - stavolta sarà lui ad aspettarti, sennò te ne trovi un altro che là fuori c’è ne sono centinaia meglio di lui – dissi seccata.
    - cosa intendi? Non è quello giusto per me? – chiese trepidante lei.
    - non intendo questo, quello solo tu lo puoi sapere, intendevo solo che se un ragazzo mi trattasse come lui sta trattando adesso te, poco ma sicuro, gli farei vedere chi comanda – replicai.
    - io infatti adesso sto facendo la preziosa – rispose lei ingenuamente.
    - intanto però il tempo passa e tu continui ad aspettarlo – le ricordai.
    - io non so che altro fare, senza di lui mi sento persa – mi rispose.
    Povera piccola, mi dispiaceva vederla così, dovevo assolutamente intervenire e fare qualcosa.
    La discussione si concluse con il rappacificamento mio e di Renata. La giornata scolastica incominciò e finì.
    Il giorno seguente, sabato 2 marzo mi tenni il pomeriggio libero, sarei andata da Marco e avrei messo in chiaro alcune cose.
    Mi incamminai e verso metà strada trovai proprio una delle persone che stavo cercando, il demonio con i capelli biondi e la faccia da finto angelo.
    - ciao Silvia, giusto te stavo cercando – la salutai.
    - oh si, ciao, ehm … - incominciò a salutarmi lei facendo finta di non ricordarsi il mio nome.
    Incredibile questa deficiente lo sta facendo apposta.
    - non far la finta deficiente che sai benissimo come mi chiamo – replicai.
    - che modi bruschi che hai, comunque cosa vuoi? – chiese lei spazientita.
    La pu.ttana non era abituata al fatto che qualcuno prima o poi gli avrebbe risposto e non molto bene o con gentilezza.
    - Voglio sapere una cosa – incominciai.
    - che cosa? – chiese ancora lei impaziente.
    - a san valentino hai baciato Marco, il fidanzato della mia amica Renata, perché lo hai fatto? – le chiesi.
    - fammi pensare, … , al pomeriggio vero? – chiese lei.
    - direi proprio di si – le risposi.
    - al pomeriggio, si, mi sembra di averlo baciato, perché poi alla sera sono uscita con Claudio – rispose lei.
    E chi sarebbe questo Claudio? – le domandai.
    - È il mio fidanzato, da gennaio – rispose lei.
    Che zoc.cola, pu.ttana, t.r.o.i.a.
    - E lui lo sa che a san Valentino ti sei baciata con un altro? – le domandai ancora.
    - non credo, perché? – rispose lei.
    - perché ho voglia di raccontargli tutto – risposi.
    - tu non lo puoi fare – mi minacciò.
    - eccome che posso, come tu hai rovinato la vita alla mia amica io la rovinerò a te – le risposi.
    - provaci solo e ti farò vedere io – continuò le minacce lei.
    - ti farò vedere cosa? – sbottai spingendola.
    - tu vuoi la guerra – replicò lei spingendomi a sua volta.
    - no, sei tu che vuoi la guerra – le ricordai.
    - ah, un’altra cosa, quella stessa sera io e Claudio abbiamo anche fatto l’amore – spiegò lei impertinente.
    - davvero? – le chiesi allibita.
    - proprio così – mi rispose.
    - sei proprio una t.r.o.i.a – le urlai spingendola.
    - come ti permetti stron.za – mi urlò lei spingendomi a mia volta.
    Le tirai uno schiaffo sulla guancia sinistra ed ebbi subito la risposta da parte sua che me ne tirò una a mia volta. Dopo di che le diedi un pugno sempre sulla guancia sinistra e a quel punto lei perse l’equilibrio e cadde a terra. Si rialzò piano e con la rincorsa mi incorno in pancia con la sua testa facendomi cadere ma prima di toccare terra le presi i capelli biondi e la trascinai con me. Le saltai sopra e le misi le mani intorno al collo cercando di soffocarla. Lei riuscii a liberarsi e ci rotolammo l’una sopra l’altra per qualche metro. Dopo di che si alzò e scappò via.
    Sua fortuna che si era ritirata sennò l’avrei fatta secca io stavolta.

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  4. #34
    V.I.P


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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, ecco il trentatreesimo capitolo. in questo e soprattutto nel prossimo verranno spiegate molte cose per cui restate con me.

    CAPITOLO 33.
    SERENA.
    Non so come riuscì a finire quel pomeriggio, andai via dalla discussione con Silvia che ero arrabbiata fino alla morte, dovevo avvisare sia Marco che Renata. Lui non aveva neanche idea di quanto fosse ba.starda la sua ex, e dovevo anche sput.tanare Silvia di fronte al mondo intero, tutti dovevano sapere di cosa era stata capace di fare, di come fosse capace solo di rovinare la vita agli altri. Per prima cosa andai a casa di Renata e la avvisai di quello che era appena successo.
    - quindi praticamente quella t.r.o.i.a dopo aver baciato Marco ha avuto anche il coraggio di uscire con un altro e di farci assieme l’amore – chiese Renata allibita.
    - si, hai proprio capito bene – le risposi.
    - e vi siete anche menate – chiese ancora più curiosa.
    - si, ma adesso come procediamo? – le chiesi io a sua volta.
    - io non so che fare – mi rispose.
    - allora vediamo, per prima cosa lunedì riferisco tutto a Marco e aspettiamo la sua reazione, poi decideremo – le spiegai io.
    Il fine settimana passò e incominciò lunedì 4 marzo. Renata ed io stavamo andando a scuola quando trovammo davanti al cancello Marco.
    - Ti dobbiamo parlare – gli ordinai.
    Lui alzò le mani per poi seguirci dentro.
    - Cosa c’è? – chiese.
    - tu lo sapevi che Silvia dopo aver baciato a san Valentino alla sera è uscita con un altro e che ci ha pure fatto l’amore assieme? – gli chiesi seria tutto d’un fiato.
    - no, non lo sapevo, ma non è la prima volta che mi tradisce insieme ad altri mentre sta con me – rispose.
    - ma allora sei proprio co.glione, ti lasci mettere le corna da quella disgraziata e non dici niente – replicai incaz.zata.
    - devi proprio ricordarmelo che sono un co.glione – disse lui.
    - si perché se l’avessi lasciata perdere fin da subito niente di tutto questo sarebbe successo – parlò stavolta Renata.
    - so perfettamente come sarebbero andate le cose se l’avessi lasciata perdere, niente di tutto questo sarebbe successo, ma io e te cosa saremo, solo amici forse – disse Marco.
    - cosa intendi dire? – chiese Renata.
    - intendo dire che se non mi fossi mai fidanzato con Silvia, io e te saremo rimasti amici senza dirci cosa veramente provavamo l’uno nei confronti dell’altra – rispose.
    - questo può essere vero – borbottai.
    - può essere, ma nessuno può sapere con certezza ciò che sarebbe potuto succedere in tal caso – cercò di continuare per la sua teoria Renata.
    - è vero, nessuno poteva sapere cosa realmente sarebbe successo – cercai di stare dalla parte di Renata.
    - in ogni caso io non ho rimpianti, ho fatto quello che dovevo fare – disse Marco.
    - nemmeno io ho rimpianti, ho detto quello che dovevo dirti – rispose Renata.
    - io ti amo – Marco.
    - anche io ti amo – Renata.
    Renata ed io ce ne andammo e continuammo per la nostra strada. Quella mattinata iniziò e finì. Un'altra giornata era stata portata a termine.

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  5. #35
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    vi lascio il nuovo capitolo. ricoratevi che la fortuna gira per tutti, anche per le t.r.o.i.e.

    CAPITOLO 34.
    SERENA.
    Incominciò il giorno seguente, martedì 5 marzo.
    Eravamo arrivate davanti al cancello della scuola, c’erano Dani e Ivan. Renata stava entrando con loro quando vidi Silvia insieme ad un ragazzo che si scambiava vistose effusioni.
    Era la mia occasione per rovinargli la vita.
    Cercai con lo sguardo Marco, quando lo trovai lo trascinai fin davanti a lei.
    - ciao – ci salutò cordialmente lui.
    - ciao – ci salutò seccamente lei.
    - ciao – la salutammo noi.
    - tu quindi sei Claudio? – chiesi rivolgendomi a lui.
    - si, perché? – chiese lui un po’ perplesso.
    Silvia era vistosamente nervosa, era fot.tuta questa volta.
    - il giorno di san valentino quando avete fatto l’amore … – incominciai.
    - come fai a saperlo – chiese lui allibito.
    - non sono tuoi problemi, comunque me lo ha detto lei – risposi indicando Silvia.
    - io? … ma se non vi ho mai visti prima – rispose lei facendo finta di non sapere niente.
    Che stron.za.
    - non far la finta deficiente – le disse Marco.
    - piano, tu non ti rivolgi così a lei – replicò Claudio.
    - il giorno di san Valentino, prima di venire da te e fare l’amore si è baciata con lui – dissi tutto d’un fiato indicando Marco.
    - cosa? … com’è possibile? – Claudio era sempre più allibito e stupito.
    - non gli vorrai davvero credere – tentò di difendersi Silvia.
    - taci – disse secco lui.
    - cosa? … - Silvia era allibita, non credeva a quello che gli avevo appena fatto.
    - i miei amici mi hanno detto di averti già vista ancora tempo fa andare in giro e scambiarti effusioni con altri ragazzi, adesso raccontaci la verità? – chiese Claudio un po’ arrabbiato.
    In quel momento sbucò fuori Renata, che era da un po’ che in silenzio stava ascoltando al conversazione.
    - E voglio soprattutto sapere perché mi odi, cosa ti ho fatto? – chiese.
    - vuoi sapere perché ti odio … - incominciò Silvia.
    - sinceramente sono curiosa anch’io, vorrei proprio sapere da dove nasce quel ‘odio che hai nei suoi confronti visto che non ti ha fatto niente – dissi io.
    - tu non immagini nemmeno cosa vuol dire essere innamorata di una persona che neanche ti guarda perché ha occhi solo per te, Marco guardava solo che te, per questo ho cercato di sbarazzarmi di te fin da subito - spiegò Silvia.
    - e visto che lui guardava solo che me hai pensato bene di rovinarmi la vita, ma che discorso è questo – replicò Renata.
    - Non hai neanche idea di cosa voglia dire non essere considerati – tentò di difendersi Silvia.
    - potevi provarci senza rovinarmi la vita – urlò Renata che era in preda ad un attacco isterico.
    Tutti quanti intorno stavamo ascoltando con attenzione senza perdere nemmeno un dettaglio della discussione tra Renata e Silvia.
    - poi se vuoi davvero sapere la verità, ero invidiosa di te – Silvia.
    - invidiosa di che cosa? che non capisco – Renata.
    - invidiosa del fatto che tutti ti volevano bene, tutti ti adoravano, tutti erano tuoi amici mentre io non ero nessuno – Silvia.
    - ora sono io a non essere nessuno a causa tua, sarai anche felice adesso – Renata.
    - non immagini minimamente a quanto ci tenga a lui – Silvia.
    Renata stava quasi per impietosirsi, dovevo intervenire.
    - se ci tenevi veramente perché lo tradivi continuamente? – chiesi io.
    - volevo solo farmi notare, essere popolare – Silvia.
    - ma stai scherzando, tu ti credi una specie di ape regina, ma ti riporto alla realtà, questo tesoro non è un film – Renata.
    - so benissimo che non è un film, questa è la crudele legge della vita, dove chi è superiore comanda – Silvia.
    - e tu dimmi, ti crederesti superiore a me? – chiese Renata.
    - certo, perché non dovrei – rispose Silvia.
    - ma non vedi che devi rovinare la vita agli altri per essere superiore, tutti hanno paura di te, nessuno si fida di te, tutti ti temono – Renata.
    - e allora? – chiese lei.
    - allora non è una bella cosa questa, non è una bella situazione ne per te ne per gli altri – Renata.
    - cosa vorresti dire? – chiese Silvia che stava incominciando ad abbassare le arie.
    - che ci sono persone che hanno cambiato scuola pur di non vederti, gente che non ne poteva più delle tue continue prepotenze, delle tue continue prese in giro, ti rendi conto del clima di terrore che hai instaurato – Renata.
    - te sei solo gelosa di me, per questo adesso mi stai accusando – Silvia.
    - io non potrei mai essere gelosa o invidiosa di un mostro come te – Renata.
    - e ora già che ci sei spiegaci un po’ la storia del bacio? – chiesi.
    - volevo solo rompervi un po’, non era cattiveria – disse Silvia tranquilla.
    - come prego? – chiese Renata.
    - avevo solo voglia così di vedervi un po’ soffrire – disse calma e tranquilla lei.
    - tu non ti rendi conto che queste ultime settimane sono state forse tra le peggiori che abbia mai passato – Marco.
    - e ti provi a immaginare solo come io mi sia sentito nel vedere quello spettacolo – Renata.
    - era solo un bacio, non te lo mica stuprato – rispose Silvia con la più totale calma e naturalezza.
    - guarda che a volte un bacio può nascondere un infinità di emozioni – Renata.
    - non è che Marco comunque si sia tirato indietro – Silvia.
    - avevo le spalle al muro, mi avevi messo in croce, come potevo evitarlo – Marco.
    - comunque sappi che tra noi è finita – Claudio.
    - contente? Ora siete voi che mi avete rovinato la vita – disse Silvia rivolgendosi a me e a Renata.
    - noi non ti abbiamo rovinato la vita, sei stata proprio tu con le tue stesse mani che te la sei rovinata – rispose Renata.
    La discussione con Silvia terminò e ognuno tornò alla propria vita.
    Quel giorno come era iniziato era anche finito.

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  6. #36
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, stiamo quasi per arrivare al capolinea, è stato bello stare insieme questi mesi da meta luglio fino ad adesso, grazie ancora.

    CAPITOLO 35.
    MARCO.
    Era il pomeriggio di sabato 9 marzo, adesso che Silvia era stata definitivamente tolta dalle nostre vite e aveva trovato un’altra occupazione dovevo cercare di farmi perdonare da Renata. Stavo andando a casa sua, avevo comprato un mazzo di mimose. Indossavo un paio di jeans e la felpa, proprio quella che mi aveva regalato lei, come segno di sconfitta e per fargli capire che ci tenevo e che non l’avrei più persa per niente al mondo.
    Ero davanti alla porta di casa. Suonai il campanello.
    Ero un po’ agitato perché non sapevo come l’avrebbe presa.
    Finalmente la porta si apri e mi trovai davanti la ragazza più meravigliosa che abbia mai incontrato.
    - Ciao – la salutai.
    - ciao – mi salutò lei timidamente quando vide le mimose.
    - sono per me? – chiese.
    - si, sono per la ragazza più speciale e meravigliosa che abbia mai incontrato – risposi.
    - grazie – mi disse mentre mi si lanciò addosso per abbracciarmi.
    Entrammo e mi fece accomodare nel divano mentre lei mise le mimose in un vaso con dell’acqua perché non si sciupassero e restassero belle fresche per ancora un bel po’ di tempo.
    Poi mi si sedette accanto, alla mia destra e incominciammo a conversare. Dopo un poi.
    - Allora, mi hai perdonato? – le chiesi.
    - non ancora, però sei sulla buona strada – mi rispose sorridendo, per poi prendere il mio viso con la mano destra lasciando un bacio sulla guancia.
    Anche se era solo un semplice bacio sulla guancia io ero felice, perché sapevo che lei era contenta ed ero stato proprio a renderla così contenta.
    - perché mi lasci sempre così sulle spine? – le chiesi malizioso.
    Lei sorrise e mi diede un leggero schiaffetto con la mano destra sulla mia guancia sinistra.
    - comunque ti fermi a cena qua da me? – chiese lei innocentemente.
    - certo – risposi.
    Potevo rifiutare ad un offerta così?. Direi proprio di no.
    Si fecero le sette ed ordinammo da mangiare. Verso le sette e mezza arrivarono le pizze. Ci sedemmo nel solito tavolo, lo stesso dell’altra volta e anche nella stessa posizione, io a destra e lei alla mia sinistra.
    Prese una fetta di pizza ed insistette per imboccarmi, io da bravo bambino gliela diedi vinta e lasciai che mi imboccasse. Lei era tutta felice e contenta di imboccarmi. Era soddisfatta per la vittoria.
    Come sempre non riuscii ad evitare di sporcarmi e lei prese il tovagliolo e con l’angolo mi pulì la bocca mentre sorrideva e mi guardava con la sua solita malizia giocosa. Mi piaceva fare lo scemo per farla ridere e mi riusciva anche bene. Dopo insistette per guardare un film e com’era prevedibile da lei il film era 30 giorni di buio 2. Il primo era il suo preferito e adesso voleva vedere il seguito che sicuramente aveva già visto da sola, solo che adesso che c’era anch’io ne approfittava per riguardarselo.
    Ci sistemammo nel divano, io a destra e lei a sinistra. Lei si accoccolò addosso a me, aveva la testa appoggiata sulla mia spalla sinistra e guardava la televisione. Aveva un espressione beata che mai per niente al mondo avrei osato disturbare, mi piaceva averla lì accanto a me e mi piaceva ancora di più che si accoccolasse e che si appoggiasse su di me. Finito il film erano circa le 11 e mezza.
    - Ti fermi qua anche a dormire? – mi chiese lei dolcemente e innocentemente.
    - come faccio a dirti di no – risposi sorridendo rassegnato.
    - in effetti non puoi – rispose lei sorridendo per poi darmi un pugnetto affettuoso sul braccio sinistro.
    - è incredibile come tu riesca ad averla sempre vinta su di me – dissi.
    - sei tu che sei scemo e me la dai sempre vinta – sorrise lei.
    - non è vero – risposi.
    - si che è vero – continuò lei.
    - comunque andiamo in camera mia – propose.
    Salimmo le scale e incominciammo a percorrere il corridoio. Mi fermai davanti alla porta del bagno.
    - Renata – la chiamai.
    - dimmi – rispose lei.
    - posso andare in bagno? – le chiesi.
    - certo – rispose.
    - e quando hai finito raggiungimi in camera mia – disse infine.
    Andai in bagno, prima di uscire mi controllai bene allo specchio, volevo essere perfetto ed impeccabile.
    Aprii la porta e continuai lungo il corridoio fin davanti alla porta della sua stanza. Bussai.
    - è permesso signorina? – chiesi facendo lo scemo.
    - vieni pure – mi rispose da dentro.
    Tirai giù la maniglia ed aprii la porta, lei era distesa sul letto, che indossava il suo pigiama in pizzo rosa confetto che lasciava a desiderare la mia fantasia in situazioni erotiche che personalmente non mi sarebbero per niente dispiaciute. Cosa non avrei dato per vedere quello che c’era sotto il pigiama. Nel frattempo ero diventato tutto rosso ed ero in preda all’imbarazzo. Ero fermo in piedi davanti al letto.
    - che cos’hai? – mi chiese dolcemente.
    - il tuo pigiama – risposi imbarazzato.
    - che cos’ha? – chiese ancora lei che non riusciva a capire.
    - è molto provocante – risposi.
    - non sarai mica imbarazzato per questo? – mi chiese lei sorridendo.
    - diciamo di si, copre appena quel che dovrebbe coprire – risposi arrossendo.
    Renata si alzò sul letto e camminando con le ginocchia mi raggiunse in fondo al letto.
    - sei così dolce quando sei imbarazzato – mi sussurrò dolcemente all’orecchio sinistro per poi baciarmi sulla guancia.
    Dio, mi stava facendo impazzire, se il suo intento era quello di eccitarmi c’era riuscita in pieno.
    Io ero lì immobile, poteva farmi quel che voleva, io non avevo il coraggio di muovermi e di rovinare quel meraviglioso momento.
    - adesso però tocca a te toglierti i vestiti visto che non hai il pigiama – mi disse mentre mi tirava giù la zip della felpa.
    - non è la prima volta che dormiamo insieme e che sono senza pigiama – risposi mentre mi ero un po’ ripreso dal meraviglioso ed eccitante momento di prima.
    - forza – mi incitò lei.
    Per una sera diventai uno spogliarellista ed improvvisai uno strip. Incominciai a togliermi i vestiti partendo dalla felpa, la feci volteggiare in aria come una fune che doveva fermare il cavallo furioso al galoppo per poi lanciarla a terra. Poi passai alla maglietta che lanciai sul letto a Renata. Poi arrivò il bello, aprii i jeans e li lasciai scivolare giù lungo le gambe. Oramai senza più niente mi buttai sul letto accanto a lei.
    Lei scivolò sotto le lenzuola ad anch’io la raggiunsi. Ci abbracciammo, lei che stava al sicuro tra le mie braccia era la sensazione più bella del mondo. Ogni tanto mi faceva il solletico per vedere se ero ancora sveglio e ci addormentammo beatamente.

    http://forum.teamworld.it/forum1743/...i-non-c-e.html

  7. #37
    V.I.P


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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, è stato bello stare insieme, questo è l'ultimo capitolo.
    grazie a tutti coloro che hanno seguito questa storia.

    CAPITOLO 36.
    RENATA.
    Mi svegliai e vidi accanto a me Marco che ancora dormiva beatamente. Mi alzai dal letto piano per non far rumore e svegliarlo, faceva freddo ma non avevo voglia di vestirmi così presi la sua felpa e la indossai, mi era enorme, mi arrivava poco sopra le ginocchia mentre le maniche erano molto più lunghe delle mie braccia. Scesi calma le scale ed arrivai in cucina. Incominciò a mettere su l’acqua a bollire per preparare il tè e intanto prendo la polvere, la metto sul tavolo e mi siedo di fianco. Poco dopo il tè è pronto, lo verso nelle due tazze, quella verde per me e quella rossa per Marco, ma di lui neanche l’ombra. Vado di sopra e lui è ancora lì sdraiato sul letto che sta dormendo. Tirò giù le lenzuola, magari sentendo freddo si sveglia. Ma niente. Era sdraiato a pancia in giù con le braccia sotto il cuscino, gli saltai sopra e incominciai a fargli il solletico sotto le braccia. Solo allora si svegliò.
    - buongiorno piccola – mi salutò lui.
    - buongiorno bell’addormentato – lo salutai io.
    - altri cinque minuti per pietà – mi implorò.
    - no, il tè è già pronto sennò si raffredda – gli risposi riprendendo a fargli il solletico.
    - va bene, adesso mi alzo – finì.
    Marco si alzò dal letto e incominciò a raccogliere i vari vestiti sparsi per terra per poi indossarli, proprio in quel momento notò che stavo indossando la sua felpa.
    - Però, stai bene con addosso la mia felpa – commentò.
    - mi è enorme, avevo freddo ma non avevo voglia di vestirmi – risposi.
    - guarda che mi stai facendo eccitare piccola – continuò lui che aveva appena infilato i jeans e si stava tirando su la zip.
    - mettitela via per il momento, adesso si và giù a fare colazione – gli ordinai.
    - agli ordini generale – rispose facendo lo scemo..
    Era proprio il ragazzo ideale per me, era bello, ma allo stesso tempo era anche dolce e divertente, si preoccupava di come stavo, di cosa facevo, di farmi sempre ridere. Come potevo non amarlo.
    Stavo bene quando ero in sua compagnia, lui mi faceva stare bene, lui sapeva esattamente cosa fare per rendermi la persona più felice sopra questa terra.

    Indosso la maglietta e dopo di che, scendemmo le scale per andare giù in cucina a fare colazione. Ci sedemmo nel tavolo, io a sinistra e lui a destra.
    Bevemmo il tè e conversammo allegramente. Dopo un po’ Marco prese la parola.
    - allora mi hai perdonato? – mi chiese dolcemente facendo al faccia di cucciolo.
    Mi avvicinai a lui. In quel momento sentii i nostri cuori che palpitavano come due macigni. I nostri respiri erano vicini e si sfioravano continuamente l’uno con l’altro incrociandosi. Gli presi il viso con la mano destra e lo girai leggermente per poi baciarlo con passione sulle labbra mentre le nostre lingue danzavano.
    Finito quel magico momento lui mi guardò con uno sguardo tra il sorpreso e lo stupito.
    - sarebbe un si? – chiese incerto.
    - si, è proprio un si – gli risposi baciandolo di nuovo sulle labbra.
    Dopo di che lo abbracciai e lo tenni stretto per paura di perderlo ancora.
    - Grazie – mi sussurrò lui all’orecchio.
    - e per che cosa? – gli chiesi sorpresa.
    - ora che mi hai perdonato posso pure considerarmi l’uomo più felice sopra questa terra – continuò lui.
    - esagerato – gli risposi sorridendo dandogli un leggero schiaffo per finta sulla guancia sinistra.
    Lui sorrise divertito e dopo di che vi fu un altro bacio passionale.
    In poco tempo passò quella mattinata di dolcezza e arrivarono le dieci e mezza. Dovetti togliermi la sua felpa calda e morbida perché doveva ritornare a casa. Lui la indossò velocemente e poi raggiungemmo la porta.
    - Spero comunque che tu torna a trovarmi e che tu mi faccia spesso di queste sorprese – dissi infine.
    - certo che tornerò a trovarti e le sorprese non mancheranno – rispose infine lui.
    Dopo l’ultimo bacio romantico sulle labbra e i vari convenevoli lo vidi andarsene per la strada e in poco tempo fu solo un’ ombra coperta dal sole mattutino.
    Poco dopo raggiunsi il telefono di casa e feci il numero di casa di Serena. Aspettai un po’ prima che mi rispose, sapevo che stava dormendo.
    - Pronto – Serena.
    - pronto Serena, sono io Renata – risposi.
    - cosa c’è per chiamarci a quest’ora? – chiese lei.
    - io e Marco siamo ritornati insieme – le risposi.
    - sono felice per te, speriamo che stavolta duri – Serena.
    - per tutta la vita – risposi.
    - te lo auguro – Serena.
    - credimi, di incredibili storie ce ne sono tante ma meglio di noi non c’è niente – conclusi.
    Riattaccai il telefono. Ero troppo felice e contenta.

    MARCO.
    Dopo la splendida nottata che avevo appena passato e tutto quello che era appena successo non potevo non dirlo al mio amico Carmine. Presi dalla tasca dei jeans il cellulare e cercai il numero in rubrica.
    Nonostante sapevo che stava dormendo mi rispose subito.
    - pronto? – Carmine.
    - pronto Marco, cosa c’è? – chiese subito lui.
    - come sei scorbutico – risposi.
    - mi hai svegliato, stavo dormendo – si difese lui.
    - comunque io e Renata ci siamo rimessi insieme – gli raccontai.
    - speriamo che stavolta duri per un bel po’, almeno per tutta la vita – disse lui.
    - credimi, di incredibili storie ce ne sono tante ma meglio di noi non c’è – finì.
    Dopo di che riattaccai e continuai a camminare verso casa, ero proprio euforico, l’ uomo più felice sopra questa terra. Niente e nessuno avrebbe potuto scioglierci stavolta.

    In Questo mondo dei grandi
    Noi giocavamo coi sogni
    Per rifugiarci in un posto lontano da
    Questa realtà
    Ma ora che ti ho qui davanti
    Non serve chiudere gli occhi
    Per inventare un posto che non c'è
    Neanche nelle favole

    E non bastano mesi
    E non bastano anni
    E non basta una vita con te
    Ma è bastato soltanto un secondo per capire che
    Di incredibili storie ce ne sono tante
    Ma meglio di noi non c'è niente
    Meglio di noi non c'è niente

    Anche se a volte il mio cuore
    Tremava sotto lo zero
    Insieme abbiam superato
    Montagne di incertezze di paure
    E con un paio di ali
    Abbiamo scritto nel cielo
    Quattro incantevoli pagine di
    Questa storia che non ha
    Mai la stessa musica

    E non bastano mesi
    E non bastano anni
    Non basta una vita con te
    Ma è bastato soltanto un secondo per capire che
    Di incredibili storie ce ne sono tante
    Ma meglio di noi non c'è niente

    E lo voglio cantare una volta per sempre che
    Meglio di noi non c'è niente
    Meglio di noi non c'è niente

    E non bastano mesi
    E non bastano anni
    E non basta una vita con te
    Ma è bastato soltanto un secondo per capire che
    Di incredibili storie ce ne sono tante
    Ma meglio di noi non c'è niente

    E lo voglio cantare una volta per sempre
    Che meglio di noi non c'è niente
    Meglio di noi non c'è niente
    Meglio di noi
    Meglio di noi
    Meglio di noi non c'è niente

    Era proprio vero: meglio di noi non c’è niente.

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