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Discussione: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

  1. #11
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    grazie a tutti coloro che commentano sempre, andiamo avanti con il decimo capitolo.

    CAPITOLO 10.
    CARMINE.
    Quel sabato pomeriggio Serena e Renata erano venute a trovarci a casa di Marco. Renata era rimasta da sola con Marco fuori mentre Serena e io eravamo entrati in casa e c’eravamo seduti nel divano in salotto.
    Era un divano con penisola. Lei si sedette nella penisola distendendo le gambe mentre io mi sedetti di fianco con le gambe aperte. Lei a sinistra e io a destra.
    - allora bel fustone, cosa mi racconti? – mi chiese lei sorridendo.
    - niente di che – risposi.
    - addirittura un bel fustone sarei? – chiesi io guardandola con uno sguardo malizioso.
    - si – rispose lei annuendo.
    - ma cosa dici? – chiesi di nuovo io.
    - è la pura e semplice verità, scemo – mi rispose Serena.
    - anche l’ultima parola che hai detto adesso è verità? – chiesi.
    - si – mi rispose di nuovo annuendo per poi ridere.
    Sorrisi anch’io.
    Continuammo a chiacchierare del più e del meno e il tempo passò abbastanza in fretta.
    - Avrei un po’ di sete, c’è qualcosa da bere? – mi chiese lei a un certo punto.
    - oddio, non ti ho neanche offerto da bere, cosa vorresti? – le chiesi.
    - una coca cola, qualcosa di forte se c’è, sennò mi accontento di un semplice bicchiere d’acqua – mi rispose.
    Aprì la dispensa e trovai quello che cercava.
    - Sei fortunata, c’è, adesso te la porto – le dissi.
    Presi la lattina e un bicchiere e glieli portai.
    - Che servizievole che sei – mi disse dolcemente.
    - dovere – risposi io alzando le mani.
    Io invece come consueto presi dalla dispensa una birra in lattina, la stappai e risedendomi sul divano incominciai a berla di gusto.
    Finito di bere riportai tutto in cucina e riprendemmo a conversare.
    Dopo un po’ di tempo a un certo punto Serena distrattamente si stiracchiò, scendendo giù con le mani appoggio la mano destra sulla mia coscia sinistra.
    Un brivido mi percorse tutta la schiena fino ad arrivare al cervello e da lì non ci capii più niente.
    Serena vide che ero mezzo imbambolato e tolse la mano.
    - oh scusami, non me ne sono accorta – mi disse.
    - non ti preoccupare, è che dopo aver toccato la lattina avevi la mano fredda e ho sentito la precoce escursione termica, dal caldo al freddo – risposi cercando di tranquillizzarla e di inventare una scusa convincente.
    - abbracciami, così mi scaldo allora – disse Serena dolcemente.
    La abbracciai, senti le sue mani lungo la mia schiena e la sua testa appoggiata sul mio petto. Sprofondai il naso nei suoi capelli castani. Lei alzò lo sguardo, ancora stretta a me avvicinò le sue labbra alle mie e ci baciammo. Un bacio vero, che nessuna delle ragazzine con cui ero stato finora mi aveva mai fatto provare.
    Avrei potuto stare così per ore. Io e lei eravamo destinati a stare insieme, eravamo troppo perfetti. Potevano inseguirci ovunque ma non ci avrebbero mai presi. Nessuno avrebbe mai potuto capire le emozioni che provai quel pomeriggio di fine settembre. Nessuno avrebbe potuto rubarmi le emozioni che provai, non avrei mai permesso a nessuno di rubarmi quelle emozioni.
    Purtroppo però quel sabato pomeriggio finì e Serena dopo aver raggiunto la sua amica Renata se ne andò.

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  2. #12
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    grazie a tutti coloro che continuano a seguire la mia storia, prossimamente ci saranno tanti avvenimenti e succederanno tante cose, restate con me, intanto preseguiamo con l'undicesimo capitolo.

    CAPITOLO 11.
    RENATA.
    Quel sabato pomeriggio finì in fretta e incominciò la settimana scolastica. Era lunedì 1 ottobre e Serena ed io stavamo camminando per andare a scuola.
    - comunque sabato ci hai parlato, e cosa hai ottenuto? – mi chiese Serena.
    - non saprei, niente – risposi io pensandoci un po’.
    In effetti è stato un momento meraviglioso, magico ma se ci penso non ho ottenuto niente.
    - E te invece che sei tutta pimpante? – le chiesi io cercando di deviare il discorso.
    - diciamo che sono successe alcune cose che dovrei raccontarti – rispose lei.
    - che cosa? – chiesi io.
    - tu e Marco siete rimasti fuori, mentre io e Carmine siamo stati dentro, e successo tutto così magicamente, è stato meraviglioso, ci siamo baciati, ma un bacio vero – racconto Serena.
    - quindi te e il Ruggiero state insieme adesso? – chiesi alla mia amica più curiosa che mai.
    - non proprio, ci siamo baciati, e stavamo così bene che poi non ci siamo parlati ma siamo rimasti, abbracciati a riempirci di coccole – raccontò lei.
    - quindi? – le chiesi.
    - quindi non abbiamo legalizzato niente – rispose lei.
    - dovresti parlarci e dovreste mettervi insieme il più presto possibile – le dissi io.
    - prossimamente lo farò, in ogni caso tu non sei nella condizione di dirmi quello che devo fare, sbaglio o mi hai detto di non aver ottenuto niente – chiese lei.
    - è vero, non ho ottenuto niente, però penso di aver fatto qualche passo – risposi.
    - cosa intendi? – domando perplessa Serena.
    - gli ho chiesto perché non lasciava Silvia se effettivamente non l’amava più come ci aveva detto Carmine, e quindi lui ha risposto che non lo sapeva nemmeno lui il motivo – spiegai.
    - e poi? – continuò lei.
    - poi gli ho detto che dovrebbe trovare il coraggio di lasciarla, l’ho abbracciato e l’ho baciato sulla guancia – dissi.
    - qualcosa hai fatto, devo ammetterlo – rispose lei.
    - poi ho incominciato giocherellare con i suoi riccioli e a tirarglieli, lui mi ha lasciato. Si notava la contentezza, nel senso che era felice di avermi li con lui e non gli dispiaceva affatto che giocherellassi coi ricci, che lo abbracciassi e ha anche lasciato che lo baciassi sulla guancia– continuai spiegando alla mia amica quello che era successo sabato pomeriggio tra me e Marco.
    - pensati che fino a un mese fa neanche vi parlavate – rispose Serena.
    - lo so, ma io sono intenzionata a recuperarlo e anche lui penso voglia recuperare l’amicizia che c’era prima – dissi.
    - ma per te potrebbe essere un amico o qualcosa di più – mi chiese lei.
    - per me intanto va bene come amico, però prossimamente voglio qualcosa di più, voglio che lasci Silvia e voglio provare ad instaurare una relazione con lui – risposi.
    - diciamo che da parte tua le buone intenzioni ci sono, e secondo me anche da parte di Marco, dopo tutto quello che ci ha detto Carmine e dopo tutto quello che ti ha detto lui – commentò Serena.
    Finalmente la vita incomincia ad essere positiva e finalmente Serena qualche merito me lo riconosce.
    Era ora.

    - comunque tu la tua parte l’hai fatta, adesso lui deve trovare il coraggio di lasciare la biondina e poi possono incominciare i corteggiamenti – disse Serena soddisfatta.
    - secondo te da parte sua c’è dell’interesse verso di me? – chiesi a Serena.
    - secondo me si, vi imbambolate entrambi quando vi guardate o vi trovate in giro dopo un po’ di tempo che non vi vedete, e poi se vuole lasciare Silvia un motivo ci sarà, non dubitare sul fatto che ci sia o meno l’interesse da parte sua verso di te – rispose lei.
    - sei una vera amica – le dissi.
    - Renata, non è questione di vera amica o no, anche un idiota lo capirebbe – disse lei seccamente.
    - adesso cosa devo fare? Niente vero? – chiesi.
    - per il momento niente, ora è lui che deve lasciare la disgraziata e cercare di conquistarti, e direi che ha anche la strada già ben spianata a sufficienza – mi rispose lei.
    Incominciò quel lunedì mattina e in breve tempo anche finì.

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  3. #13
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao, grazie mille per le visite ed i commenti, vi lascio il dodicesimo capitolo.

    CAPITOLO 12.
    SERENA.
    La settimana stava quasi per finire, era venerdì 5 ottobre.
    Non so quanto ci mettesse Marco a lasciare quella insulsa, come dissi qualche giorno fa a Renata anche un idiota avrebbe capito che tra loro non c‘era amore. Si vedeva da distante, come si vedeva da distante che cambiava sguardo quando lui vedeva Renata e quando lei vedeva lui. Sono fatti per stare insieme, tutti e due con le solite min.chiate del tipo “diamo tempo al tempo” eccetera e alla fine non concludevano mai niente. Renata si e data da fare, ora tocca a lui però.
    Durante la settimana io e Carmine avevamo parlato e avevamo deciso di metterci assieme e vedere come andava, io sono felicissima e anche lui, non possiamo stare l’uno senza l’altra però non si sa mai cosa può succedere nella vita e non era un pezzo di carta o un anello a dire che due persone si amano.

    Renata ed io eravamo a scuola, era l’intervallo e stavamo scendendo le scale. Carmine e i suoi due amici, Dani e Ivan, invece stavamo salendo. Ci incontrammo a metà, al primo piano.
    - ciao bei fustoni – li saluto sfacciatamente Renata come avrei fatto io.
    - ciao –li salutai io allora.
    Renata da un anno a questa parte era diventata molto più sicura di se stessa. Mi piaceva vederla felice, contenta e anche sicura di se stessa.
    - ciao belle gnocche – ci salutò Dani.
    - ciao – ci salutarono Carmine e Ivan.
    Renata subito andò ad abbracciare Dani che ricambiò affettuosamente e poi abbracciò Ivan e anche lui come da copione ricambiò alla stessa maniera dell’amico.
    Io invece abbracciai Carmine dandogli un bacio sulle labbra. Poi gli passai una mano sui capelli spettinandoglieli e lui sorrise.
    Quanto lo adoravo quel suo sorriso meraviglioso che avrebbe potuto sciogliermi.
    - allora, che ci raccontate? – ci chiese Ivan.
    - niente di che, voi? – chiese a sua volta Renata.
    - e se sabato sera uscissimo tutti quanti insieme? – propose Dani.
    - solo noi? – chiese Renata. Capii chi altro intendeva, Marco, e notai che anche gli altri lo capirono.
    - Marco sabato sera esce con Silvia – rispose Dani un po’ amareggiato di deludere Renata.
    - non fa niente, comunque per me va bene – rispose lei anche se un po’ delusa.
    - dai Renata non ti preoccupare che non ti succederà niente, ci siamo qua noi bei fustoni a proteggerti – disse Ivan cercando di consolarla e di farla anche un po’ sorridere.
    Ivan riuscì nel suo intento e Renata sorrise.
    - Noi ci siamo vero? – mi chiese Carmine.
    - certo – risposi io.
    - dove ci troviamo? – continuò Carmine.
    - facciamo davanti casa tua che sappiamo tutti dov’è – rispose Dani.
    - e a che ora? – domandò Renata.
    - facciamo alle otto e mezza – rispose sempre Dani.
    - va bene – risposi io.
    - allora ci vediamo domani sera – disse infine Carmine.
    Ci salutammo e riprendemmo a fare quello che stavamo facendo. Renata ed io intanto arrivammo al piano terra. Notai però che era sempre un po’ desolata.
    - Renata, tutto bene? – le chiesi.
    - si, è che mi rode il fatto che esca con quella disgraziata – rispose lei.
    - non c’è nulla del quale tu debba preoccuparti – dissi.
    - e perché? – mi chiese.
    - ci sta uscendo insieme per parlarle e per lasciarla, ecco come stanno andando le cose – risposi io.
    - ne sei sicura? – continuò a domandarmi.
    - non ne sono sicura, lui potrebbe fare qualsiasi cosa, però secondo me è così – risposi.
    - va bene, tanto in ogni caso stavolta sono i fatti a parlare e non mi lascerò di certo intimorire – disse fieramente lei con lo sguardo basso.
    Finì l’intervallo e anche la mattinata. In breve tempo arrivò sabato pomeriggio.

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    Ultima modifica di DAVIDE-1997; 28-07-2013 alle 11:10
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  4. #14
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, vi lascio il tredicesimo capitolo, io personalmente lo adoro, spero che nessuno si scandalizzi ma sono situazioni di vita.

    CAPITOLO 13.
    CARMINE.
    Era sabato pomeriggio, stasera Serena ed io dovevamo uscire insieme a Renata, Dani e Ivan. Serena sarebbe arrivata a casa mia a momenti, visto che stasera dovevamo uscire avrebbe trascorso il pomeriggio con me, erano le quattro e mezza. Mi ero già fatto la doccia e mi ero lavato i capelli, che erano ancora umidi, ma tanto fra poco si sarebbero asciugati completamente. Indossavo gli stessi vestiti che avevo usato la mattina per andare a scuola: un paio di jeans blu scoloriti e una felpona verde militare.
    In quel momento sentii suonare il campanello. Era Serena, corsi immediatamente giù ad aprire la porta.
    - ciao – mi saluto lei.
    - ciao, prego entra – la salutai e la invitai ad entrare.
    Serena entrò e la accompagnai in camera mia facendola accomodare sul mio letto. Indossava una maglietta aderente nera, molto scollata e dei pantaloni aderenti neri.
    Al solo pensiero di quello che c’era sotto i vesti mi si stampava in faccia un sorrisetto malizioso.
    Si sedette sul mio letto appoggiando la schiena sul cuscino appoggiato al muro e accavallò le gambe. Io presi la sedia della scrivania, la avvicinai al letto e mi sedetti alla sua destra. Avevo le gambe aperte, i gomiti appoggiati sulle cosce e le mani che tenevano su il mio viso, immerso a guardarla.
    Incominciammo a conversare del più e del meno per poi trovarci tutti e due distesi sul letto, io alla sua destra e lei alla mia sinistra. Eravamo distesi un fianco, l’uno di fronte all’altra. Ogni tanto ci scambiavamo qualche tenero bacio e qualche carezza.
    Ero più che sicuro che quella sarebbe stata la ragazza ideale per me, del resto avevo da sempre una cotta per lei. Adesso finalmente oltre alla semplice amicizia c’era qualcosa di più e ne ero immensamente felice.
    Durante la nostra conversazione per scherzare le diedi un leggero schiaffetto sul sedere. Lei rispose dandomi un altro schiaffetto sulla guancia destra e poi lasciando scorrere la mano sul mio viso fino a raggiungere con l’indice il labbro inferiore.
    - cattivo bambino, non si fa così – mi disse maliziosamente.
    Madonna quanto la adoravo quando faceva così, mi faceva completamente perdere la testa.
    - I bambini cattivi vengono puniti – continuo Serena.
    - puniscimi – le risposi sfacciatamente.
    Serena si distese sopra di me, prese con la mano destra il mio viso e incominciò a baciarmi voracemente.
    Incominciò a baciarmi sul collo, poi passare al lobo dell’orecchio destro.
    Non riuscivo più a controllarmi e incominciò l’erezione.
    Lei mi tirò giù la zip della felpa che scivolò via. Mi tolse la maglia a maniche corte che c’era sotto e dopo di che guardo i miei addominali sorridendo con quel suo sguardo da canaglia. Lei si tolse la maglia restando in reggiseno, dopo di che scivolarono giù anche i suoi pantaloni e i miei jeans. Restammo completamente nudi senza niente addosso. Presi le dovute precauzioni che avevo nel cassetto più segreto dell’armadio infilandole al posto giusto e dopo di che mi distesi su di lei. In quel pomeriggio d’ottobre per la prima volta feci l’amore.
    Quel giorno feci l’amore, sentivo che andava bene farlo e che era il momento giusto, non era presto ne tardi. Avevamo 17 anni e andava bene. Penso che questa mia prima volta non l’avrei mai rimpianta. In ogni caso fummo razionali e grazie alle precauzioni non ci sarebbero stati problemi dopo.
    La magia durò circa quindici, venti minuti. Finito quel meraviglio momento restammo distesi sul letto, io con la testa appoggiata sul cuscino e lei alla mia sinistra che appoggiava la testa sul pio petto.
    - allora, com’è stato? – le chiesi io.
    - il momento più bello della mia vita – mi rispose lei.
    - sono felice di averti passare il momento più bello della tua vita – le dissi.
    - e per te com’è stato? – mi chiese lei.
    - fantastico, anche per il momento più bello della mia vita – risposi io.
    Sentivo che era quella giusta per me e non l’avrei lasciata mai per niente al mondo.
    Ci rivestimmo, erano le sette e mezza. Serena andò per prima in bagno a sistemarsi, poi usci e si vesti lì in camera mentre era il mio turno di usare il bagno. Mi sistemai un po’ e poi mi rivesti anch’io.
    Finito di prepararci ci sdraiammo nuovamente nel mio letto. Nella stessa posizione di prima.
    - Te cosa hai intenzione di fare? – le domandai.
    - per che cosa? – mi richiese lei.
    - abbiamo fatto l’amore – le risposi.
    - abbiamo anche usato le precauzioni e non ci sono stati problemi – continuò.
    - io intendevo se volevi dirlo a qualcun altro della nostra esperienza? – chiesi.
    Serena ci penso su un secondo.
    - te volevi raccontarlo a qualcun altro? – chiese poi.
    - non lo so, solo se tu sei d’accordo – le risposi.
    - se io lo racconto a Renata che è la mia migliore amica, non ti dà fastidio? – mi chiese.
    - no, non ti preoccupare – le risposi.
    - tu puoi raccontarlo ai tuoi amici – mi disse lei.
    Girai la testa verso di lei e la guardai negli occhi. Anche lei mi guardò dolcemente girandosi verso di me. Al solo incrocio dei nostri sguardi il fuoco che c’era dentro di me incominciava a bruciare, bastava così poco per essere felici, uno sguardo.
    - grazie, gli racconterò dell’esperienza più bella della mia vita – le risposi.
    - anch’io – disse infine lei.
    Ci baciammo. Erano quasi le otto e mezza, scendemmo di sotto e aspettammo lì gli altri.

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  5. #15
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, grazie per i commenti e le visite e tutti quelli che seguono la mia fanfiction, restate con me che ne succederanno.

    CAPITOLO 14.
    RENATA.
    Erano le otto e mezza e mi ero diretta a casa di Carmine dove dovevo incontrarmi con gli altri per uscire.
    Serena mi aveva avvisata che lei era già là. Per strada trovai prima Ivan e poi Dani e insieme raggiungemmo la meta. Suonammo il campanello e Carmine e Serena ci vennero incontro ad aprirci. Ci salutammo generalmente tutti quanti come al solito, poi passammo alle domande serie.
    - dove si va? – chiesi io.
    - io e Serena dobbiamo ancora mangiare – disse Carmine.
    - pure io – risposi.
    - andiamo a mangiarci la bruschetta al bar – propose Dani.
    Acconsentimmo tutti quanti e ci incamminammo verso il bar. Entrammo e scegliemmo il tavolo dove sederci, uno un po’ appartato, per non sentire casino e per poter conversare tranquillamente durante il pasto. Il tavolo si trovava in un zona con un soppalco, molto carina, con dei divanetti e delle panche dalle parti opposte del tavolo per sedersi. Ci sistemammo. Carmine e Serena seduti su una panca mentre Dani, Ivan e io nell’altra. Io ero in mezzo, Dani alla mia destra e Ivan alla mia sinistra. Ordinammo tutti quanti e in poco tempo arrivarono le nostre bruschette, la mia per prima perché era una di quelle semplici, bruschetta al prosciutto crudo. Fra una parola e l’altra arrivarono le dieci di sera. Serena e Carmine erano seduti su un divanetti a scambiarsi effusioni e a parlare del più e del meno. Io ero sempre in un altro divanetto con Dani sempre alla mia destra e Ivan sempre alla mia sinistra. Anche noi stavamo conversando.
    - che bella serata che ci hai organizzato – dissi rivolgendomi a Dani.
    - io? – chiese Dani perplesso.
    - si scemo, hai organizzato tutto te – gli risposi sorridendo.
    - mi fa piacere – rispose Dani anche lui con un sorriso.
    Infilai le mie braccia sotto le sue e lo abbracciai affettuosamente appoggiando la testa sulla sua spalla destra. Lui lasciò fare e rispose al mio abbraccio.
    - dovresti organizzarci serate così più spesso – continuai io staccandomi per andare ad abbracciare anche Ivan che mi accolse affettuosamente tra le sue braccia.
    - hai visto che ti ha fatto bene uscire con noi – disse Ivan.
    - si, e lo rifarei molto volentieri – risposi.
    - basta che tu me lo dica e io per te ci sono sempre – affermò Dani.
    - pure io, su di noi puoi contare – continuò Ivan.
    - grazie, che tesori che siete – risposi io.
    - anche se di me puoi contare sempre piccola – disse Carmine dall’altro divano.
    Mi alzai e andai ad abbracciarlo saltando sopra di lui e di Serena. Poco dopo visto che il loro divano era per due e quindi in tre cominciava già a mancare spazio Serena si alzò.
    - Andiamo a farci due passi e vediamo com’è il giardino? – mi propose.
    - si – risposi alzandomi.
    Scendemmo giù per la scale, facemmo la curva, svoltando poi a sinistra ed uscimmo in giardino. Anche lì c’erano dei tavoli perfetti per le cene all’aria aperta durante la stagione estiva. Girammo l’angolo dove c’era un portico per fumare con dei tavolini per mangiare anche lì. Poco dopo ci raggiunsero giù anche i ragazzi.
    Ci sedemmo su un tavolo e continuammo a conversare mentre i ragazzi fumavano di gusto una sigaretta.
    Tutti sarebbe stato perfetto, se non fosse che in quel momento dalla porta principale uscirono Silvia e Marco. Lui sorrideva e lei ridacchiava. Lui era molto elegante mentre lei era bellissima.
    Restava sempre una bastarda, falsa, disgraziata e tutti i peggio aggettivi che possono esistere.
    Non ci notarono e andarono via dritti, poco prima di uscire completamente dal giardino del locale si diedero un bacio sulle labbra, uno di quelli veri, di quelli passionali. Dopo di che se andarono. Lui seguiva lei come un cagnolino, era una cosa odiosa. Il mio cuore era a pezzi, era stato distrutto completamente. Incominciarono a scendermi le lacrime e mi allontanai tornando nel giardino di dietro. Mi sedetti su un muretto e sprofondai nella più assoluta tristezza.
    Se mi aveva detto che voleva lasciarla perché adesso la baciava, era tutto quanto andato a pu.ttane quello che mi aveva detto e i suoi buoni propositi. Sembrava diverso, sembrava che avremmo potuto veramente incominciare una storia o una qualche sorta di amicizia, invece era astato tutto quanto distrutto, ridotto in fumo e cenere.
    Serena mi raggiunse e si sedette anche lei sul muretto accanto a me. Mi abbraccio e mi invitò ad appoggiare la testa sulla sua spalla. Incominciai a piangere, non so per quanto piansi, forse erano passati dieci minuti, un quarto d’ora comunque ero distrutta.
    - Ti è passata? – mi chiese dolcemente Serena.
    - si, adesso sto un po’ meglio – le risposi.
    - dai ritorniamo dagli altri – mi disse lei prendendomi per mano e riaccompagnandomi davanti nel portico.
    Mi risedetti nel mio posto di prima. Gli altri avevano capito per quale motivo ero triste.
    - Renata non piangere – mi disse Dani.
    - esatto, non ne vale la pena credimi – continuò Carmine.
    - si ma come faccio a non piangere – borbottai io.
    - non ho mai visto un sorriso più finto di quello – affermò Carmine.
    - come? – chiesi.
    - nel senso che non è il suo sorriso da ebete che fa quando ti guarda – mi rispose Carmine.
    - e allora perché ci stava insieme – chiesi ancora.
    - molto probabilmente nemmeno stasera e riuscito a lasciarla e si sono baciati – rispose lui.
    - si ma io mi chiedo cosa stia aspettando – dissi.
    - Renata, è testardo, ed è anche molto insicuro sul da farsi – continuò lui.
    - poi Renata, io ci sono sempre per te se hai bisogno di una spalla su cui piangere – mi disse dolcemente Dani.
    - grazie piccolo – gli dissi abbracciandolo.
    - pure io sono dalla tua parte - affermo Ivan.
    Ringraziai pure lui abbracciandolo.
    Non mi andava molto bene in amore ma almeno avevo dei veri amici, e poi c’era lei su cui potevo sempre contare, il mio punto di riferimento: Serena. Qualsiasi cosa succedeva lei restava sempre con me dalla mia parte.
    La serata finì, erano le undici e tutti quanti, dopo i soliti saluti e convenevoli, tornammo a casa.

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  6. #16
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ecco il quindicesimo capitolo, grazie come sempre a chi continua a seguire la mia ff.

    CAPITOLO 15.
    MARCO.
    Era lunedì 8 ottobre, era mattina e stavo andando a scuola. Sabato sera sono uscito con Silvia ma non sono riuscito a lasciarla.
    C’è come qualcosa che mi blocca, forse è la forza dell’abitudine. Ormai mi ero reso conto che senza Renata non potevo vivere, lei era l’ossigeno che respiravo. Mancava ossigeno nell’aria senza di lei. La vita sarebbe stata grigia se non ci fosse stata lei a riempirla di colori e di mille emozioni.
    Nel tragitto passai davanti a casa di Carmine e insieme a Dani e Ivan ci incamminammo per andare a scuola.
    Ci salutammo e poi ci incamminammo. Senti che qualcosa non andava, c’era troppo silenzio.
    - che silenziosi che siete, non mi chiedete com’è andata sabato sera? – domandai.
    - sappiamo benissimo com’è andata, Renata c’è rimasta molto male – mi rispose Carmine.
    - voi eravate là? – chiesi con gli occhi sbarrati.
    - si, eravamo là e abbiamo visto tutto – rispose Dani.
    - anche Renata ha visto tutto? – domandai.
    Annuirono.
    - e come l’ha presa? – domandai esitante.
    - come vuoi che l’abbia presa, e scoppiata a piangere – rispose Carmine.
    - ora si che mi sento un essere spregevole – dissi rattristato.
    - Marco ma cosa aspetti a lasciare Silvia? – mi chiese.
    - non so cosa sia ma c’è qualcosa che mi blocca, forse la forza dell’abitudine – risposi.
    - di solito la gente non si lamenta della monotonia – disse Ivan.
    - ora hai l’occasione per spezzarla – continuò Dani.
    - ma non so cosa ma mi blocco – risposi.
    Guardai la strada triste.
    - ma prima o poi troverò il modo per affrontarla, diamo tempo al tempo – affermai poi.
    - se io fossi come te con Serena a questa ora non saremo giunti a niente – disse Carmine.
    - invece? – domandò Dani.
    - sabato pomeriggio, era venuta a casa, abbiamo incominciato a farci le coccole, poi è venuto così all’improvviso e abbiamo fatto l’amore- spiegò Carmine.
    - oddio, e com’è stato? – chiese Dani curioso.
    - è stata l’esperienza più bella della mia vita – rispose lui.
    - siamo felici per te amico – risposi orgoglioso.
    Magari fossi così deciso come lui.
    - adesso però andiamo che sennò arriviamo in ritardo – affermò Carmine.
    Incominciammo a camminare con passo più veloce e quando arrivammo a destinazione la campanella improvvisamente suonò.

    RENATA.
    Serena ed io stavamo camminando per andare a scuola. Stavamo conversando.
    - sabato pomeriggio cosa avete fatto tu e Carmine insieme? – domandai.
    - eravamo a casa sua chiaramente, ci stavamo facendo le coccole quando all’improvviso sento quella spinta e così, facciamo l’amore – mi rispose Serena.
    - com’è stato fare l’amore? – domandai.
    - l’esperienza più bella della mia vita – mi rispose.
    - con Marco, secondo te, cosa dovrei fare? – le domandai.
    -niente – affermò Serena.
    - come niente? – chiesi perplessa.
    - e lui che ha la colpa di questa situazione quindi è lui che semmai deve fare qualcosa, tu non devi fare niente – mi spiegò Serena.
    - va bene, però mi sembra strano stare con le mani in mano – le dissi io.
    - adesso ti sembra strano, un anno fa saresti stata come lui ad aspettare un chissà quale miracolo– replicò lei. Riflettei per una attimo.
    Infondo era vero, io sono sempre io ma rispetto a un anno fa mi sento più sicuro di me stessa e so cosa voglio.
    - dai muoviamoci ad entrare – dissi io.
    Entrammo in aula appena in tempo. I ragazzi poco dopo arrivarono, ma non c’era niente da fare. Dovettero aspettare l’ora dopo per poter entrare in classe.

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  7. #17
    V.I.P


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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ecco il capitolo di oggi, grazie come sempre per i commenti e a chi segue anche senza commentare. restate con me che presto vi porterò in orbita.

    CAPITOLO 16.
    RENATA.
    I ragazzi entrarono alla seconda ora così Serena poté ricongiungersi con Carmine, mentre io con Ivan.
    - buongiorno – salutai Ivan.
    - ciao – mi salutò lui mentre si sedeva.
    - come va? – gli chiesi sorridendo.
    - bene grazie, sono arrivato un po’ in ritardo ma non importa – rispose lui.
    - perché siete arrivati in ritardo? – gli domandai.
    - abbiamo perso la cognizione del tempo parlando del più e del meno – mi rispose sorridendo.
    - capito – affermai.
    - te invece come stai? – mi chiese Ivan dolcemente.
    - io sto bene – risposi.
    - intendevo anche per quello che è successo sabato sera – continuo lui.
    - si sto bene – risposi ancora.
    - hai intenzione di fare qualcosa a riguardo? – mi chiese.
    - no, è lui che deve schiarirsi le idee, perché? – domandai.
    - no niente, così per sapere, volevo assicurarmi che tu stessi bene – mi rispose.
    Che dolce che era. Poteva sembrare un duro ma in realtà era un orsacchiotto da riempire di coccole.
    Iniziò la lezione e come tutto velocemente iniziò, con la stessa velocità anche fini. Passo la mattinata ed uscii da scuola insieme a Serena. Tornammo a casa le nostre vite proseguirono.
    Il giorno nuovo cominciò. Era martedì 9 ottobre. Stavo andando a scuola, ero sola soletta perché Serena stava male e non era venuta. Nel pomeriggio penso che sarei andata a trovarla. Stavo camminando e improvvisamente mi si affiancò Dani.
    - ciao bellezza – salutò Dani.
    - ciao piccolo – lo salutai io.
    - come va la vita? – mi chiese.
    - va bene, sto bene – risposi.
    - tu invece come stai? – gli domandai premurosa.
    - io bene, sto una favola – rispose lui.
    - come mai qua tutta sola? – mi chiese.
    - Serena non si sentiva bene ed è rimasta a casa a letto, di solito venivo a scuola con lei – gli spiegai.
    - quindi anche dopo al ritorno sei da sola – mi chiese di nuovo lui.
    - si, ti va di accompagnarmi te? – gli chiesi.
    - non aspettavo altro che me lo chiedessi – mi rispose sorridendo.
    Iniziò la mattinata di quel martedì e velocemente anche finì. Uscii da scuola insieme a Dani e poco dopo si aggiunse anche Ivan. Dani camminava a passo veloce davanti a tutti, io e Ivan invece camminavamo un po’ più lentamente ed eravamo qualche passo più indietro di lui.
    - ti pensi Ivan che la nostra piccolina sarebbe stata sola soletta se non ci fossimo stati noi? – disse Dani.
    - eh già, chi ci pensava a proteggerla se qualche malintenzionato voleva aggredirla? – Ivan.
    - nessuno, ma grazie al cielo ci siamo qua noi – rispose Dani.
    - guardate che so badare a me stessa – dissi io.
    - e poi così comunque avete lasciato da soli i vostri due amici – continuai.
    - lasciali perdere quei due caproni cocciuti – disse Ivan.
    - esatto, te sei molto più dolce e non ci molesti continuamente come fanno loro – rispose Dani ridendo.
    - e poi anche sei una femmina, così per avere una visione del mondo un po’ diversa – spiegò Ivan.
    Non stavo capendo dove volessero arrivare col discorso quei due pazzi ma poco mi importava. Almeno avevo la compagnia di due veri amici.
    - ma chi dei due è più cocciuto? – chiesi.
    - diciamo che Carmine forse e quello più cocciuto e più testardo, se si mette in testa qualcosa non è felice finché non la ottiene – spiegò Dani.
    - e Marco? – chiesi ancora.
    - lui, diciamo, è un animale strano – disse Dani sorridendo.
    - in che senso? – chiesi.
    - vive un po’ in un mondo tutto suo, un mondo di cui solo lui sa le coordinate e per noi altri esseri umani è incomprensibile – spiegò Dani.
    - immagino, siamo stati migliori amici per i tre anni delle medie quindi qualcosa di lui la conosco anch’io – risposi.
    - Renata, dimmi la verità, sei innamorata di Marco? – mi chiese Dani andando dritto al punto.
    - si, ancora da quando facevo le medie solo che a quel tempo non ho trovato il coraggio di dichiararmi – spiegai.
    - ce lo aspettavamo – rispose Ivan.
    - come? – chiesi.
    - con questo si spiega perché sabato sera sei scoppiata a piangere quando lo hai visto baciarsi con Silvia – continuò Dani.
    - esattamente – confermai.
    - Renata, credimi lui non ama Silvia, e solo una specie di fidanzata di copertura che adesso però non ha più il coraggio di lasciare – disse un po’ amareggiato Dani.
    - diciamo che la vita è sempre un po’ ingiusta e fa sempre un po’ come le pare, adesso che ho trovato io il coraggio e la determinazione le ha perse lui – continuai amareggiata.
    - vedrai che prima o poi lo troverà il coraggio, non disperare piccola – disse dolcemente Dani.
    - e altra cosa, quello che hai sentito dire qua dentro rimane qua dentro – continuò sempre lui.
    - va bene – risposi rassicurandoli.
    Continuammo a conversare del più e del meno finché ognuno non arrivò nella rispettiva dimora.

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  8. #18
    V.I.P


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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    grazie come sempre a tutti quanti e procediamo con il prossimo capitolo.

    CAPITOLO 17.
    RENATA.
    Erano le 4 di pomeriggio e visto che la mia migliore questa mattina non era venuta a scuola perché ha detto che stava decisi di andare a trovarla. Con me durante il tragitto si aggiunse anche Carmine che da bravo fidanzato voleva sapere come stava Serena. Arrivammo davanti casa sua e suonammo il campanello.
    In poco tempo ci ritrovammo in camera sua. Serena ed io ci sedemmo nel suo letto mentre Carmine si sedette sulla sedia della scrivania girandola in direzione nostra.
    - come stai cucciola? – le chiesi io dolcemente.
    - bene, ho dei forti dolori lancinanti allo stomaco però – mi rispose lei.
    - può essere qualcosa che hai mangiato? – chiesi ancora.
    - no, è quella cosa, sai, che quella spiacevole situazione che avviene ogni mese – cercò di spiegare Serena senza far capire a Carmine di cosa stesse parlando.
    - il ciclo mestruale? – chiese lui un po’ imbarazzato ma voleva entrare nella conversazione.
    - si quello – rispose lei.
    - è strano però, te sei sempre riuscita a sopportarlo meglio di me – continuai perplessa.
    - perché te sei una lagna vivente per qualsiasi cosa – affermò Serena.
    - non è vero – risposi io.
    - si che è vero – continuò lei.
    Almeno sapevo che non sta troppo male visto che si lamentava sempre come suo solito anche quel giorno.
    - comunque tempo i soliti cinque giorni che passa e poi esco dal mio isolamento – ci consolò Serena.
    - possiamo venire a trovarti? – chiese Carmine dolcemente.
    - certo che potete – rispose lei.
    - e posso farti le coccole? – continuò lui.
    - si che puoi scemotto – rispose lei sorridendo.
    I due si abbracciarono e anche io mi unii al loro abbraccio.
    Che dolci che erano insieme, erano troppo perfetti per stare insieme, si completavano a vicenda, erano ognuno la metà opposta che mancava all’altro.
    Dopo essersi dati uno dei loro baci passionali, Carmine ed io salutammo Serena e ce ne ritornammo a casa.
    Anche quel giorno finii, il sole stanco tramonto e la notte con le sue mani fredde perse il soppravvento sul giorno. Il mattino dopo tornai a scuola sempre accompagnata da Dani. Spiegai a Dani che Serena sarebbe stata a casa per tutta la settimana e lui propose che per quella settimana li mi avrebbero accompagnato a scuola lui e Ivan, sia all’andata che al ritorno. Che dolci che erano a prendersi così cura di me mentre Serena non c’era.
    Finì velocemente anche questa settimana. Mercoledì 17 era il compleanno di Dani.Di solito le feste dei ragazzi erano organizzate tutte quante a casa di Marco perché era quella più grande e spaziosa.
    Oggi era sabato 13 ottobre, Serena che finalmente stava meglio era venuta a trovarmi a casa mia.
    - piccolina, che mi racconti mentre non c’ero, sei rimasta sola soletta? – mi chiese lei.
    - non proprio – risposi.
    - che vuol dire non proprio? – continuò.
    - diciamo che in questi ultimi giorni Dani e Ivan si sono offerti di accompagnarmi al ritorno e anche all’andata nel tragitto casa-scuola – spiegai.
    - il 17 è il compleanno di Dani, dobbiamo trovargli fuori un bel regalo – affermò Serena.
    - quello sicuramente, non sono come una deficiente di nostra conoscenza che va alla festa di compleanno del fidanzato senza il regalo – dissi io.
    - Renata, quella ragazza è una deficiente, una disgraziata e tutti gli aggettivi peggiori del mondo però la colpa di questa situazione è dovuta al fatto che Marco non riesce a lasciarla – spiegò lei.
    - ci riuscirai prima o poi, dai tempo al tempo – dissi io.
    - si ma che non passi troppo tempo sennò ti perderà – rispose Serena.
    - io per lui ci sarò sempre – dissi.
    - no Renata, non ti permetto di rovinarti la vita per un ragazzo, se lui non si dà una mossa tu te ne troverai un altro, c’è ne sono centomila là fuori che ti desidererebbero e ti renderebbero felici ma tu continui a stare dietro sempre e solo a lui – continuò lei.
    - il problema principale è lei, io lo amo, lui mi ama, mi hanno riferito gli altri ragazzi, solo che è un po’ indeciso se lasciarla – risposi.
    - tu però non fare niente e non farti venire sensi di colpa, la colpa è solo sua e deve lui fare qualcosa – affermò Serena.
    - ti voglio bene stron.za – le dissi abbracciandola.
    - anch’io co.gliona – mi rispose lei ricambiando il mio abbraccio.
    In quel momento suonò il campanello. Andai giù ad aprire. Era Dani. Lo feci salire e dopo i vari saluti si accomodò sul mio letto, io a sinistra e Serena a destra.
    - allora bellezze, sono venuto ad invitarvi alla mia festa di compleanno mercoledì sera a casa di Marco ovviamente – disse lui.
    - noi ci siamo – risposi io anche per Serena.
    - va bene volevo solo invitarvi, ci vediamo – disse lui mentre stava per alzarsi.
    Serena ed io lo prendemmo lei per il braccio destro e io per il sinistro e lo riportammo giù.
    - Si ragazze? – chiese lui perplesso.
    - vogliamo farti un bel regalo ma non abbiamo idee, cosa ti piacerebbe? – gli chiesi.
    - di solito dovrebbe essere una sorpresa, mi fido di voi – rispose lui.
    - ma così sarai sicuro che ti arriverà qualcosa che ti piace – continuò Serena.
    - qualsiasi cosa arriverà per me andrà bene – finì lui il discorso.
    - e a che ora? – chiesi.
    - alle nove piccola – rispose lui
    - va bene – dissi.
    Dani se ne andò e Serena ed io rimanemmo lì da me a discutere dei vari avvenimenti che stavano per accadere.

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  9. #19
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    ciao a tutti, vi lascio il diciottesimo capitolo, grazie a tutti quelli che seguono la mia fanfiction, ci saranno piacevoli conseguenze a quello che succederà stasera.

    CAPITOLO 18.
    MARCO.
    La settimana nuova iniziò, mercoledì era il compleanno del mio amico ed avevamo organizzato una festa per lui a casa mia. Sapevo che aveva invitato anche Renata per cui ho proposto a Silvia quel giorno di uscire con le sue amiche in modo tale che non avrebbe dato problemi alla festa. Erano le nove del fatidico mercoledì 17, Dani era già qua a casa mia e adesso stavamo aspettando gli altri invitati.
    Stavamo parlando del più e del meno.
    - quindi Silvia non viene? – chiesi lui.
    - no non vengono – risposi.
    - questo vuol dire che puoi passare tutta la serata con Renata – borbottò lui malizioso.
    - Renata per il momento è solo un’amica anche se quando la vedo rimango senza fiato, il cuore incomincia a rallentare i battiti e mi imbambolo come un ebete – risposi.
    - questi sono tutti segnali che è la persona giusta per te – mi rispose lui.
    - ti ricordo però che sono ancora fidanzato anche se non c’è più niente – continuai.
    - e allora cosa aspetti a lasciarla? – mi chiese.
    - non lo so, cattive abitudini – risposi.
    - guarda che se non ti dai una mossa potresti perderla – mi disse lui.
    - lo so – risposi malinconico.
    Grazie al cielo che incominciarono ad arrivare gli invitati e il discorso che stavo facendo con Dani dovette interrompersi. La solita fortuna, la prima ad entrare fu proprio Renata. Ci salutammo e da bravo gentiluomo le presi il cappotto e lo appesi nell’appendiabiti . lei mi ringraziò e mi diede un leggero schiaffetto sulla guancia sinistra sorridendo. Io da copione non potei fare altro che stare li imbambolato col mio sorriso a trentadue denti da ebete.
    Mi sta facendo letteralmente impazzire, ogni suo piccolo movimento, ogni suo gesto, quando mi parla e poi quei meravigliosi capelli un po’ ricci e un po’ lisci che ondeggiavano.
    Poco dopo arrivarono anche i due piccioni, Carmine e Serena mentre per ultimo Ivan.
    Quando Ivan arrivò, Renata gli corse incontro e lo abbracciò.
    Sentivo come una stretta al cuore, non so cosa fosse, forse gelosia.
    La festa iniziò, tutti si divertivano, Dani stava conversando insieme a Carmine e Serena, mentre io ero vicino ad Ivan, così da poter stare il più vicino possibile anche a Renata. Verso le dieci Dani incominciò a scartare i regali, ringraziandoci tutti. Ci divertimmo, il tempo passò così in fretta, guardai l’orologio sul muro, erano le undici e un quarto. In quel momento notai che Renata era uscita fuori nella veranda, era il mio momento per poter parlare un po’ da soli. La raggiunsi chiedendo la porta, lei mi sorrise e anche io ricambiai.
    Ci sedemmo sulla panchina, io a destra e lei a sinistra. Notai che aveva freddo, era ottobre e il freddo incominciava a farsi sentire. Le misi il braccio sinistro intorno alle spalle abbracciandola, tirandola verso di me e facendole appoggiare la testa sulla mia spalla sinistra. Improvvisamente lei mi parlò ed io ero al settimo cielo.
    - Che dolce che sei a riscaldarmi – disse lei dolcemente.
    - non voglio che tu prenda freddo e che poi ti ammali – le risposi.
    - come è stata la serata per te? – mi domandò.
    - bella, perfetta, e per te? – chiesi non sapendo cosa dire.
    - perfetta anche per me, mi sono divertita e poi il regalo gli è anche piaciuto – mi rispose.
    - si, anch’io mi sono divertito – dissi.
    Ci fu un secondo di silenzio. Poi decisi di prendere la parola. Avevo il cuore che batteva a mille.
    - Renata, devo dirti una cosa – balbettai.
    - si – rispose lei.
    - ecco vedi, io quando sto con te mi sento bene, troppo bene – incominciai.
    - anche io sto bene con te – disse subito lei.
    - non lo so spiegare ma manca ossigeno nell’aria senza te, ogni tuo gesto, ogni tuo movimento, qualsiasi cosa tu faccia, io vivo per te, di quegli attimi che tu soltanto sai darmi, sei come il mio sole di settembre, quando l’estate se ne sta andando, tu ritorni sempre – cercai di spiegare.
    - non sai da quanto stavo aspettando questo momento – disse lei.
    - come? – risposi.
    Prese il mio viso con la mano sinistra e lo girò dalla sua parte, in quel momento le nostre labbra erano terribilmente vicine. Ci fu un bacio romantico e passionale, le nostre lingue si rincorrevano e i nostri due corpi erano uniti. Sarei stato li per sempre, non mi sarei mai staccato da lei.
    Lei dolcemente si staccò, e prese la parola.
    - Non so se lo hai mai notato ma ogni volta che ti vedo mi si dilatano le pupille, mi batte forte il cuore e mi manca l’aria – mi disse dolcemente.
    - perché io che non riesco più a ragionare e faccio quel sorriso da ebete – risposi ridendo.
    Anche lei sorrise.
    Quanto adoravo vederla felice, che sorrideva, ed ero io stesso a renderla felice. Mi faceva piacer questa condizione.
    - Poi anche a me manca l’aria e il cuore rallenta i battiti – continuai.
    - io mi sono resa conto di amarti da due anni, solo da poco avevo trovato il coraggio per dichiararmi – spiegò lei.
    - pure io ma non so cosa mi sia preso, il coraggio l’ho trovato solo stasera – spiegai.
    - e Silvia allora? – mi chiese.
    - mi sono accorto ancora questa estate di non amarla, ma non ho mai trovato il coraggio di lasciarla – spiegai.
    - e perché non la lasci allora? – chiese lei.
    - non lo so, sento come qualcosa che mi blocca, forse le mie cattive abitudini ma adesso dopo quello che è successo questa sera penso che mi sarà tutto più facile – affermai.
    Ero fiero di me stesso, ero riuscito finalmente a dichiararmi e provavamo l’uno per l’altra gli stessi sentimenti. Ora sentivo che quel vuoto che avevo si era colmato, Renata era la mia metà mancante, ci completavamo a vicenda ed eravamo perfetti insieme. Niente era così unico come me e lei insieme.
    Continuammo a conversare del più e del meno, lei era poggiata a me e giocherellava con i miei riccioli, parlammo non so per quanto tempo. Il tempo passo abbastanza in fretta e decidemmo di rientrare. Guardai l’orologio appeso al muro, era l’una e mezza. Tutti quanti se n’erano già andati via fatta eccezione per Dani che dormiva sul divano come un angioletto. Accompagnai Renata alla porta e dopo i saluti anche lei ritornò a casa. Io andai in camera e mi sdraiai sul letto cercando di dormire.
    Ero proprio soddisfatto di com’era andata quella serata.

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  10. #20
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    Thumbs up Re: Meglio di noi non c'è niente di DAVIDE-1997

    eccomi con il diciannovesimo capitolo, grazie per i commenti, intanto la storia va avanti.

    CAPITOLO 19.
    RENATA.
    Il giorno dopo, giovedì 18, andai a scuola con Dani, Serena si sentiva ancora male ed era rimasta a casa, nel pomeriggio sarei andata a trovarla per raccontarle tutto quello che era successo la sera prima. Dani si era addormentato a casa di Marco ed era venuto direttamente da li. Io e Dani stavamo conversando quando arrivati davanti al cancello della scuola sentimmo delle grida, qualcuno stava litigando.
    Marco e Silvia stavano litigando. Da un lato c’erano Carmine e Ivan che stavano assistendo alla scena.
    - Che vuol dire che mi lasci? – sbraitò lei.
    - esattamente questo, e da questa estate che mi sono accorto non ti amo più e ti sto lasciando – rispose a tono lui.
    - te ne pentirai, credimi – lo minacciò lei.
    - non sei nella condizione di dirmi quello che devo o non devo fare visto che i miei amici mi hanno spesso riferito di averti vista in giro assieme ad altri ragazzi e sempre diversi – rispose lui.
    - e tu credi di più ai tuoi amici che a me? – replicò lei.
    Certo che crede di più ai suoi amici che a te, sei una t.r.o.i.a.
    - Certo che credo di più a loro che a te, e poi sono innamorato di un’altra ragazza da ben due anni – dissi lui.
    - fai come vuoi ma te ne pentirai credimi – disse infime lei.
    - fra noi due non poteva andare avanti, non c’è amore – rispose lui.
    - come non c’è amore? – chiese lei.
    - e da quando stiamo insieme che tu continui a tradirmi mentre io continuo a pensare ad un’altra, e lei si che mi fa battere il cuore a differenza di te – rispose lui.
    Che dolce.
    - allora se me la metti così fai quel caz.zo che ti pare e chiudiamo questa relazione che tanto non mi avrebbe portato a niente – disse seccamente lei.
    - perfetto, a mai più – disse infine lui.
    - a mai più – sbraitò in collera quell’altra.
    Io, Dani, Carmine e Ivan ci avvicinammo a Marco mentre la biondina se ne andava via sconfitta. Quando mi vide sorrise.
    - Avete visto tutto? – ci chiese.
    - si, e siamo orgogliosi di te – rispose Dani.
    - finalmente ce l’hai fatta, ti ci è voluto un bel po’ prima di capirlo – disse Carmine.
    - tu non dici niente? – chiese Marco sorridendo rivolgendosi a me.
    Gli saltai addosso e lo abbracciai forte, lui mi prese e ricambio affettuoso il mio abbraccio.
    Lui mi rimise giù e gli diedi un bacio sulla guancia destra mentre gli altri ci guardavano sorridenti.
    Ero orgogliosa di lui, finalmente potevo vivere la mia storia all’aria aperta e coronare il mio sogno.
    Quel giovedì mattina iniziò e finì. Al ritorno da scuola insieme a Dani e Ivan incominciarono i vari discorsi.
    - cosa gli hai fatto per convincerlo a lasciarla? – mi chiese Dani.
    - io? Niente di che – risposi.
    - sembra diventato più sicuro di sé da un giorno all’altro – disse Dani.
    - sinceramente era ora che la finissero, ci stava solo che male – spiegò Ivan.
    Loro non sapevano che marco si era dichiarato e di certo non dovevo essere io a dirglielo per questo tacqui per tutto il tragitto.
    Alle tre del pomeriggio usci di casa ed andai a trovare Serena. Suonai il campanello e Carmine che era già là venne ad aprirmi. Salimmo le scale ed entrammo in camera sua. Mi sedetti sul suo letto.
    - Serena non immagini neanche quello che mi è successo ieri sera e questa mattina – le dissi.
    - lo so già, mi ha già raccontato tutto Carmine – rispose lei.
    - Marco te l’ha già detto di ieri sera che si è dichiarato? – chiesi a Carmine.
    - si, stamattina mentre stavamo camminando verso scuola – mi rispose.
    - finalmente ce l’hai fatta – affermò sorridente Serena.
    - lo so, adesso vediamo se si fa avanti – continuai.
    - sono sicuro che Marco non se ne starà lì con le mani in mano, presto ti inviterà ad uscire – disse Carmine.
    - ne sei sicuro? – chiesi.
    - certo – mi rispose lui rassicurandomi.
    - in tal caso avrà solo che una risposta positiva da me – dissi rallegrata.
    Parlando del più e del meno si fecero le cinque e dopo aver salutato i due piccioni me ne ritornai a casa.

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    Ultima modifica di DAVIDE-1997; 06-08-2013 alle 10:47
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