Ehiii sono tornata e mi sono trovata dei commenti che mi hanno fatto tanto tanto felice!
Beenneee ordunque qui c'è un nuovo capitolo,spero vi piaccia e che continuiate a seguirmi,ci tengo!
"Si erano dichiarati guerra,
mentre con gli occhi facevano l'amore."
Charles Bukowski
Entro in una libreria decisamente affollata da gente di ogni età,mentre quello che credo essere il libro dell’amica di mia sorella, di cui leggo distrattamente il titolo che campeggia in bianco su uno sfondo nero, “Londra Brucia”,si trova ovunque:mi pare sia il titolo di qualche canzone che mi ha fatto sentire Pedro qualche mese fa,ma sinceramente non mi ricordo l’artista.
“Oh Ka,finalmente,la sigaretta più lunga della storia eh!”Provo a giustificarmi ma mia sorella sventola la mano davanti agli occhi con noncuranza e mi trascina,ovviamente verso il punto più affollato del negozio,come è tipico di mia sorella. “Lascia stare,non mi interessano le tue giustificazioni.Ora zitto che fra cinque minuti inizia,ed io non sono neanche riuscita a beccare la mia amica,deve essersi cacciata chissà dove…”Mi dice,parlando a macchinetta e con la sua solita velocità impressionante che,ormai l’ho imparato da tempo,appartiene a tutte le donne della mia famiglia o forse direttamente a tutte quelle della terra. “Oh eccola..”Lancio un’occhiata al volto raggiante di mia sorella che rivolge un sorriso alla ragazza che è salita sul mini palchetto improvvisato e che si sta sedendo: prendo un altro po’ in giro Loredana,che gongola come una scema,e poi rivolgo tutta la mia attenzione alla scrittrice,sempre che si possa definire così.E’ bassina,magra,maglia e felpa larghe,entrambe rosse,con un paio di jeans molto stretti:i capelli sono sciolti e oh mio dio..è la ragazza con cui ho parlato prima di entrare,ed adesso capisco il suo sorrisetto divertito nel sentirmi sparare ****a a raffica su di lei e sul suo libro.Inizia a parlare,muovendo le mani e facendo grandi gesti:le persone intorno a me continuano a fare domande,a cui lei ovviamente risponde,ma io non ascolto nulla,impegnato come sono ad osservarla in quei suoi gesti così impacciati.Muove la gamba destra in continuazione e ogni tre secondi si passa le mani tra i capelli,giocando con le punte ricce,come un tic nervoso.Alla fine,quando chiede se c’è qualcun altro che vuole fare una domanda,non so come la mia mano si alza verso il cielo,in un movimento secco e deciso involontario,decisamente involontario:i suoi occhi si rimpiccioliscono,mentre cerca di individuare a chi appartenga il braccio che si è alzato di colpo,come a voler dare uno schiaffo all’aria.Finalmente mi riconosce e mi rivolge uno sguardo sorpreso e molto divertito,mentre mi fa segno di iniziare a parlare:non ho la più pallida idea di cosa dire,davvero,ma ormai non posso tirarmi indietro,non sotto gli occhi di tutti,compresi quelli di mia sorella sbigottiti.
“Ehm..ciao..Volevo chiederti..Sei molto giovane,non avresti potuto aspettare ancora un po’ a pubblicare il tuo libro,per diventare un po’ più grande,più matura?”Pesco nella mia mente l’unico dettaglio che mi ricordo su di lei:è una ragazzina,ha l’età di mia sorella e pretende di fare la scrittrice,che idiozia:ricevo una gomitata da parte di mia sorella,che mi lancia anche un’occhiataccia,mentre la ragazza mi fulmina con uno sguardo di sfida.
“Quando tu hai fatto il primo cd con la tua band io ero alle medie,quindi tu dovevi avere al massimo vent’anni,un anno in più di me adesso.Non potevi aspettare di diventare un po’ più grande..più maturo?”Sorride piano,alleggerendo il tono,mentre tutti i presenti si lasciano andare ad una risata,compresa mia sorella che per qualche secondo prova a trattenersi,conoscendo bene il mio carattere suscettibile.La simpaticona sul palco aspetta che si plachi il brusio che ha preso il pubblico e poi riprende il microfono in mano,sempre con dei movimenti molto impacciati,che la portano a far cadere tutti i fogli che aveva sulle gambe e che ora si trovano sparpagliati per terra:sbuffa un po’ e poi si rivolge di nuovo a me,puntando gli occhi su di me,tra tutta la folla. “E poi davvero credi che io abbia scritto il libro pensando già a quello che il resto del mondo avrebbe detto,pensato o ipotizzato su di me o su quello che scrivo?Insomma..io volevo solo raccontare la storia dei miei due protagonisti,Alice e Luca,e ammetto che forse mi sono lasciata coinvolgere troppo,ho messo un po’ troppo di me in Alice ma alla fine quello che volevo fare era raccontare di loro,delle loro vite,del loro amore,non vincere il Nobel per la letteratura!”Esclama,alzandosi in piedi,presa dalle parole che la stanno agitando parecchio: probabilmente è cretina,il suo libro lo è ancora più di lei,ma perlomeno si vede che ci tiene sul serio a quello che ha fatto.Bè,almeno quello,penso,mentre la osservo ridersi sulla poltroncina assumere un espressione imbarazzata,come se si vergognasse di aver composto un discorso così lungo davanti a così tanta gente,alzandosi in piedi ed infervorandosi addirittura.Si immerge nella sua felpona,mentre uno strano rossore si forma sulle sue guance:adesso il suo viso è scocciato,come se la irritasse,questa storia dell’arrossire. “Ok,sei soddisfatto della mia risposta o non la reputi abbastanza matura?” Sarà anche timida e tremendamente imbranata,ma le frecciatine le lancia alla perfezione!Annuisco e qualcuno le pone un’altra domanda:i suoi occhi rimangono ancora puntati su di me per qualche secondo e poi si gira verso la direzione dalla quale proviene la voce,rivolgendo un grande sorriso che ovviamente a me era stato negato.Il resto della presentazione prosegue liscio:io passo il tempo inondando Pedro di messaggi stupidi,divertendomi nel leggere le sue risposte esasperate e scocciate,dal momento che lo sto disturbando in un pomeriggio con la sua ragazza. Quando finalmente questa agonia finisce io mi stacco subito dal muro al quale sono stato appoggiato per così tanto tempo e faccio segno a mia sorella di andare,spostandomi già verso l’uscita.
“No,Ka dai accompagnami a farmi autografare il libro,così la saluto anche..”La sua,più che una richiesta,è un’affermazione,ed anche abbastanza perentoria:mi trascina per un braccio stritolandomi la pelle intorno al gomito e mi porta davanti alla sua amica che,non appena la vede,interrompe ciò che stava facendo,cioè firmare copie e regalare sorrisi,e si alza in piedi,facendo cadere ovviamente qualcosa e lanciandosi su mia sorella,travolgendo almeno dieci persone nel tragitto.
“Ma tu la leggerezza tipica delle ragazze la hai lasciata a casa?”Le chiedo poi sarcastico,quando si stacca da Loredana:lei si accorge di me e mi rivolge uno sguardo di sfuggita.
“Sai,deve essere per il fatto che non sono abbastanza matura.”Sottolinea l’ultima parole con una smorfia,contraendo la faccia e la bocca,senza quasi degnarmi di uno sguardo mentre parla. “Lori,il mio numero ce l’hai,scrivimi tu per dirmi ora e posto per stasera,ok?Ti devo raccontare un sacco di cose,mi sei mancata un sacco!”Urla poi,allontanandosi trascinata via dalla stessa amica che quando abbiamo parlato insieme prima l’aveva portata via:mia sorella le risponde,urlando allo stesso modo e poi mi rivolge un sorriso raggiante.
“Simpatica,no?”
“Un amore.”Commento sarcastico,mentre mi dirigo verso l’uscita,determinato questa volta ad impormi sulla volontà di Loredana,qualunque essa sia: per fortuna lei si limita a seguirmi docilmente,continuando a cianciare su quanto sia stata fantastica e su quanto non vede l’ora di leggere il libro.
“Lory io ti voglio bene e tutto,ma sei capace di parlare di qualcosa che non sia quella stupida ragazzina,il suo libro,le sue unghie,il suo naso o i suoi capelli?No perché mi stai facendo una testa così da dieci minuti e sinceramente vivo anche senza sapere il nome dei suoi biscotti preferiti,grazie.”Le chiedo poi disperato,non appena arriviamo in macchina e dopo che lei non ha fatto altro che parlare di questo suo nuovo mito per tutto il tragitto.Va bene tutto,ma anche io ho i miei limiti.
“Va bene,scusa.Sono le Gocciole,comunque.”Dice mia sorella,levandosi la felpa e mettendo i piedi sul cruscotto,cosa che sa darmi un fastidio allucinante.
”Eh?”Mentre aspetto un suo chiarimento le tiro uno schiaffo alle gambe,costringendola ad abbassarle e a mettere i piedi giù.
”La sua marca di biscotti preferiti.Sono le gocciole”Sbuffo esasperato.
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