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Discussione: ...Sei l'unica paura che non ho...

  1. #1
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    Predefinito ...Sei l'unica paura che non ho...

    ciao a tutti voi.
    Ho deciso di scrivere anche io la mia FF.
    un giorno ho pensato, "perchè no" e ho inziato a buttare giù questa storia che tutt'ora sto scrivendo. Già altre volte ho scritto FF sui Finley e dopo anni che non scrivevo su di loro ho ripreso la testiera in mano per scrivere su di loro ^^
    Spero di stuzzicare il vostro interesse e che vi piaccia ^^
    E ora diamo inizio a questa FF. Buona lettura^^


    ......SEI L'UNICA PAURA CHE NON HO....

    Era tutto il pomeriggio che non le rivolgeva la parola. Fino a poco prima erano li assieme,scherzavano, si divertivano, lui che cercava di convincere lei a fare lo scivolo d’acqua. Poi quel piccolo incidente, una casualità, la sbadataggine di uno e il poco equilibrio dell’altra. Le aveva chiesto scusa e che non era successo nulla di grave e di passarci sopra. Le loro labbra si erano sfiorate senza volere loro. Lui stesso aveva detto di sorvolare, così erano rimasti d’accordo. E così era per lei. restava però il fatto che non le rivolgeva la parola . la ragazza era però consolata dal fatto che era scorbutico con tutti, non solo con lei. era uno stato d’animo generale, non mirato solo verso di lei. il sole iniziò la sua discesa, affievolendo sempre di più il suo calore e la sua intensità. Decisero che era giusta l’ora di tornare all’albergo, per poi cenare tutti assieme. Ne avevano parlato durante il pomeriggio e avevano deciso di comune accordo di mangiare una pizza nel ristorante davanti all’Hotel. La ragazza arrivò in camera esausta e soprattutto demoralizzata, chiedendosi come mai era stato così freddo con lei tutto ad un tratto. Le dispiaceva, in fondo loro due erano amici di vecchia data. Fin da quando erano bambini. Si buttò sotto la doccia, godendo della piacevole sensazione dell’acqua fresca e pulita dal cloro della piscina, sulla sua pelle. Chiuse gli occhi in quel silenzio fatto solo dello scorrere dell’acqua corrente. Per un attimo pensò al bacio. chiamarlo così era una parola grossa in effetti, aveva solo appoggiato le sue labbra su quelle di lui. rise al pensiero che oltre quello si erano dati una bella testata. Ma quelle labbra, morbide, sottili, umide. si riscosse maledicendosi per i pensieri appena avuti. Era solo il suo amico Pedro. Si disse tra sé e sé quasi come un ordine. Era pronta in pochi minuti e dopo aver controllato di avere tutto in borsa e chiusa la camera scese di sotto a raggiungere gli altri.
    Arrivata a destinazione, notò subito che lui non c’era, segno che o era di cattivo umore e non veniva. Oppure, cosa molto più probabile, era in ritardo, come sempre. era il classico ragazzo ritardatario e tutti lo sapevano bene di questo suo difetto e non ci facevano più caso. La ragazza dai capelli biondi si rivolse a Marzia con una domanda “Pedro dov’è?” “ non saprei. Sarà in camera a prepararsi, come posso saperlo io? Pensavo fosse già qui anche lui.” rispose facendo spallucce. A Marzia dava un po’ fastidio il modo in cui dessero così per scontato che lei sapesse sempre dove fosse Pedro. Solo perché erano molto amici e molto uniti, non significava che vivessero in simbiosi e si muovessero allunisono. Era stato un pilastro importante nella sua vita, un amico, di quelli veri. Di quelli che stanno tutta una notte con te porgendo la spalla su cui piangere. di quelli che ti ascoltano davvero. Erano molto affiatati, entrambi sapevano come prendere l’altro. erano come fratello e sorella. ma mentre lo pensava, la sua mente la riportò al quel bacio fugace. Scacciò quel pensiero dalla testa, soprattutto grazie all’intervento di Ivan che la distolse dai quei pensieri inappropriati. “ noi abbiamo prenotato, bisogna che andiamo, se no ci occupano il tavolo. Ti do la chiave, vai a chiamarlo tu per favore? “ le chiese gentilmente porgendole la chiave della stanza. Marzia guardò la chiave e la prese senza obbiettare “ si vado io. Appena pronto vi raggiungiamo là” non attese risposta dagli altri e girandosi su stessa si diresse sulle scale della hall per salire di sopra.
    Sarebbe stata una occasione per lei di scoprire e chiedergli cosa lo rendesse così scorbutico. Bussò alla porta, anche se aveva le chiavi, ma nessuno dall’altra parte rispose. Inserì la chiave ed entrò senza esitazioni. Guardò attorno a sè e Pedro non c’era. Udì il rumore dell’acqua della doccia interrompersi di colpo, non arrivò ad aprire bocca per annunciarsi che lui uscì dal bagno con avvolto alla vita solo un asciugamano.

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  2. #2
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    Predefinito Re: ...Sei l'unica paura che non ho...

    eccomi con un altro pezzo ^^
    vi è piaciuto la prima parte?? non ho avuto commenti T__T
    spero di riceverne^^


    Pedro rimase sorpreso di trovarla lì nella sua stanza e quando la vide sobbalzò lievemente spaventato, ma il suo sguardo da sorpreso si incupì subito dopo. “ cosa fai qui?” disse secco. Di certo era in imbarazzo, ma cercava di mantenere la calma. lei era lì davanti a lui e lui era appena uscito dalla doccia. Rimase imbambolata per qualche secondo trovandoselo mezzo nudo davanti, non se lo aspettava, o meglio doveva aspettarselo, ma non ci aveva pensato. Era visibilmente imbarazzata, sapeva che era come oggi in piscina, a petto nudo, ma l’idea che sotto quell’asciugamano era senza nulla, la metteva a disagio. La domanda che le passò per la testa era palese, il perché ora dava più peso a quelle cose che prima non le interessavano, o meglio che prima riusciva ad assopire.
    Cercò di mantenere però la calma “scusa se sono entrata così, ma ivan mi ha dato la chiave e chiesto di venirti a chiamare. Loro sono andati in pizzeria se no annullavano la prenotazione.” Pronunciò con una lieve tensione nella voce. Pedro nel frattempo aveva dato le spalle e lei e si stava vestendo con discrezione. La sua mente stava cercando di rilassarsi, di resistere. Era dura trattenersi quando qualcuno ti piace così tanto. Aveva pensato altre volte a lei non come una semplice amica, a qualcosa di più. al suo viso, al suo sorriso, al suo modo di essere così semplice e cristallina. Le piaceva, ma aveva sempre accantonato quel pensiero scomodo che avrebbe rovinato tutto il loro rapporto. Quel pomeriggio quel semplice gesto imprevisto e non voluto aveva riportato alla a galla quei pensieri. Quelle sensazioni. Fu lei a parlare per prima rompendo quel pesante silenzio che c’era tra loro, ormai diventato imbarazzante. “ senti, posso sapere che ti ho fatto?” chiese brusca, con tono duro.
    Era stufa di questo silenzio,di questa indifferenza verso di lei, soprattutto perché era improvvisa ed insensata. Voleva solo chiarezza. Pedro a quella domanda si bloccò, aveva tra le mani una t-shirt blu. Come poteva dirle la verità? Strinse i pugni cercando di trovare le parole e mantenere la calma, ma lei insistette “ voglio saperlo cosa ti ho fatto” esclamò con durezza. “ non sono affari tuoi.” Rispose secco e brusco alzando la voce. lei cedette e rispose con tono alto ed irritato “ non sono affari miei? Scusa ma se non mi stai rivolgendo la parola da oggi pomeriggio.. sono l’unica con cui non parli e non so il motivo. Poi mi vieni a dire che non sono affari miei? Direi che lo sono invece.” Perse il controllo per un attimo , stufa di questo suo comportamento.
    Fu quella la goccia che fece traboccare il vaso. Pedro si girò posando su marzia uno sguardo cupo e scuro. Irritato. Fece qualche passo raggiungendola, lei con timore indietreggiò e si ritrovò con le spalle al muro. Chiuse gli occhi quando lo vide buttarsi contro di lei posando le mani al muro, bloccandola lì. Per un attimo si aspettò che le mollasse uno schiaffo, ma questi non arrivò. Sentì solo il respiro caldo di Pedro sul viso. un ‘odore di bagnoschiuma la travolse e qualche goccia le cadde su una guancia, aveva ancora di capelli bagnati. “ vuoi sapere proprio perché sono così furioso?” sibilò con rabbia e rimprovero. Lei aprì gli occhi lentamente e lo guardò diritto in viso. non riuscendo a metterlo a fuoco tanto che erano vicini. in quell’attimo provò paura. non lo aveva mai visto così, in quello stato e la cosa la spaventava. Si guardò attorno in cerca di una via di fuga ma era bloccata. Lui continuò “sono furioso perché dopo oggi pomeriggio, vorrei baciarti di nuovo, altre infinite volte” prese fiato “ ti vorrei fare mia. Ora, qui. Ma so che non posso, non devo e non è possibile. “ pronunciò con rabbia più verso se stesso che verso di lei. Sbattè con rabbia il pugno sul muro, poco lontano dal viso della ragazza. Era fuori di sé. Lei non ascoltò con attenzione quella frase, o meglio sul momento non ci pensò l’unica cosa a cui pensava era scappare da quella situazione. Le sembrava di rivivere quei momenti orribili del passato. La mente le si bloccò li. Nei suoi occhi la paura si fece strada sempre più visibilmente, quei ricordi che pensava e credeva di avere sepolto. Pedro si accorse di quello che aveva combinato. La guardò scorgendo la paura e allontanò il viso di poco da lei. non voleva certo farle del male e forse aveva davvero esagerato. “io” pronunciò piano quando lei lo spinse scostandolo da lei e creandosi una via di fuga e interrompendolo “ pedro mi fai paura così” esclamò con paura mentre si dirigeva veloce verso la porta, uscendo. Lei udì solo la voce di lui chiamarla ma il suo nome fu spezzato dal rumore della porta che si chiudeva dietro di sé.
    Si ritrovò solo. Solo con i suoi pensieri, immobile a fissare la porta chiusa. Cosa aveva fatto? si chiese portandosi una mano sul viso. era stato uno stupido a reagire così. Così facendo l’avrebbe solo allontanata non certo tenuta accanto.

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    esigo commenti XD forza vi prego sono curiosa di sapere come la pensate!!
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  3. #3
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    Predefinito Re: ...Sei l'unica paura che non ho...

    altro pezzo al volo prima di ritornare al lavoro ^^

    Diede un calcio ad una scarpa a terra che rotolò su se stessa finendo a testa in giù. Come era stato stupido a dirle la verità, ora che avrebbe pensato lei, delle sue parole. Si strofinò la faccia con violenza “ dannazione” imprecò prendendo il phone e asciugandosi i capelli in malo modo. Dopo le avrebbe parlato, con calma, senza rabbia. Le avrebbe chiesto scusa. Sapeva bene che era sbagliato desiderarla o meglio, la sua paura era che se fosse andato tutto male l’avrebbe persa per sempre. Si maledì per essere scivolato il pomeriggio mentre la tirava su in acqua, se non fosse così sbadato, lei non gli sarebbe finita addosso e non si sarebbero baciati sulle labbra. Si toccò la fronte. Pensò ironico alla botta presa, gli aveva dato una bella testata, ma se lo meritava era stato uno stupido.
    Percorse velocemente il corridoio ed usci dall’albergo. Arrivò davanti alla pizzeria e prese fiato. Doveva essere il più disinvolta possibile per non suscitare sospetti. L’odore di pizza la travolse assieme al brusio della gente che chiacchierava. Si accomodò affianco da Elena. “ allora dove è finito?” le chiese Ivan ridendo. Ricambiò il sorriso forzatamente “si finisce di preparare e arriva.” annunciò a tutti. “ il solito ritardatario” sentenziò facendo spallucce rassegnato. “ un caso perso direi” commentò ka facendo ridere tutti a quella battuta. Marzia in quel momento non aveva molta voglia di ridere, si sentiva a disagio, l’idea di vederlo di nuovo e averlo seduto affianco la metteva in ansia. Di certo non avrebbe fatto scenate o parlato dell’accaduto davanti agli altri, ma si chiedeva come si sarebbe comportato con lei. Si domandò in primis cosa avrebbe fatto lei una volta arrivato. Non lo sapeva. Elena la risvegliò dai suoi pensieri toccandole il braccio per attirare la sua attenzione. “ Marzia? Avevate fatto pace?” chiese in un sussurro per non farsi sentire dai presenti. erano amiche di vecchia data e compagne di scuola . Era difficile nascondere qualcosa a lei, ma con il tempo Marzia aveva imparato a raggirare certi argomenti. “ non ne abbiamo parlato. Gli ho solo detto che lo aspettavamo in pizzeria.” Rispose prendendo il menu cambiando discorso “ tu cosa prendi? Io non ho molta fame..” commentò guardando il menu svogliatamente. La ragazza dai capelli ramati la guardò mentre guardava il menu, dentro di lei intuì che forse non voleva parlarne, ma lei si sapeva, era curiosa. “ma, quindi nulla? dai siete così carini quando siete assieme e felici. Te l’ho detto mille volte che dovresti fidanzarti con lui. Provarci per lo meno.” le suggerì ridacchiando. Come sempre non era capace di mollare l’osso con e buone. Alzò gli occhi al cielo sbuffando poi si rivolse ad Elena “ e io quante volte ti ho detto che non ci voglio provare con lui? Siamo amici, come fratello e sorella. Non mi sembra una cosa sensata provarci.” Elena fece una smorfia di disappunto “eh no mia cara, la questione è una sola. Sei una codarda. Non hai il coraggio di ammettere la verità e io , mia cara, ho ben capito quale sia. Sarete amici, ok tutti lo siamo, ma il modo in cui tu lo guardi a volte.. è uno sguardo che va oltre al volere bene come fratello o come amico. Delle volte sembri un pesce lesso.” Ridacchiò continuando senza dare modo a lei di controbattere “hai solo paura che tutto cambi, ma a parere mio, non cambierà nulla tra voi. Sarete sempre amici, confidenti. Solo con un piccolo tocco in più...” si avvicinò al suo orecchio per non farsi sentire “i baci, il poter fare l’amore..e tante altre cosine che ora non fate” ridacchiò. Marzia sobbalzò a quelle parole e non poté fare altro che sgranare gli occhi e guardarla con aria sconvolta “ ma sei impazzita o cosa?” le chiese “io non lo guardo come un pesce lesso. Pedro è mio amico. Punto.” Disse con tono offeso. “ smettila tu di negare sempre. non negare che Pedro ti piace. Anche solo un po’” l’accusò “ mi piace come amico.” Rispose lei “si come amico, non diciamo cavolate. In ogni caso se continui così starai solo male.” “male?” chiese senza capire “ negare la verità fa soffrire. Stare sempre li con i dubbi o sempre li a chiedersi che fare, ci si mangiano occasioni d’oro. Lo sai no? Quando si perde il treno non si torna indietro.” Disse seria, Marzia la guardò e quelle parole la colpirono molto. “ma anche se “ci provassi” come dici tu, non avrei speranze a priori… a lui piacciono le bionde, lo sai bene e non negarlo” ammise Marzia. “ vero, ma non credo che il colore dei capelli di una persona influisca sulle emozioni che uno prova, su come uno è dentro, per capirci.” Marzia pensò al bacio e pensò alla reazione che aveva avuto dopo, al suo comportamento. Se quella era la reazione a un semplice bacio, figurarsi se ci provata. Fece no con a testa “comunque io con lui non ci provo, è mio amico. Chiusa questione.” Concluse il discorso scocciata. “ come vuoi, ma sei proprio una testarda.” Disse lei in risposta voltandosi verso gli altri che si erano messi a scherzare e giocare con il cellulare nuovo di Ka.


    attendo i vostri commenti ^^
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  4. #4
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    Predefinito Re: ...Sei l'unica paura che non ho...

    eccomi qua con un doppio pezzo oggi ^^
    ho avuto tempo di scrivere al volo questa piccola parte!


    Si ritrovò di nuovo da sola con i suoi pensieri, ora poteva ringraziare Elena, le aveva messo ancora più confusione in testa. Non ebbe molto tempo per stare dentro al sua mente perché Dany annunciò l’arrivo di Pedro “ finalmente sei arrivato. Vostra altezza vuole accomodarsi così da poter dare il via a questa cena?” commentò ironico. Pedro si sedette con fare regale, stando al gioco “con piacere sir Dany. Miei cari commensali sono lieto di dare il via a questa cena. Che la locandiera venga a prenderci l’ordine e che fiumi di birra inondino questo tavolo come un mare in piena” proclamò. Tutti risero e anche Marzia, che di ridere ne aveva ben poca voglia, sorrise. In fondo era divertente, era una delle sue qualità. La cameriera prese le ordinazioni e andò velocemente in cucina. “ bhe come mai hai preso solo una patata fritta?” chiese Ka posando su di lei un verde sguardo preoccupato “non ho molta fame. Tutto qua.”rispose cortese e sincera. “ potevi prendere una pizza come no, poi al limite se non la mangiavi tutta, il resto potevi cederlo a me.” Disse ammiccando. “ Ka sei una fogna” commentò Pedro. Ka in risposta gli fece una pernacchia.
    Le pizze arrivarono e così calò un silenzio tombale, grazie alle bocce piene. Le patatine fritte invece tardarono qualche minuto di più e una volta al tavolo iniziò a spiluccarle svogliatamente. Pedro la guardò e iniziò a preoccuparsi sul serio perché quando non lei non mangiava c’era qualcosa che non andava sul serio. Prese il ketcup e gliene rovesciò un po’ sulle patatine sorridendole. Lei in risposta lo guardò strano. “ so che ti piace, forse così mangi con più voglia” si difese. “grazie, ma il ketchup non cambierà il mio appetito. Se ne vuoi qualcuna mangiale pure.” Rispose distogliendo lo sguardo e prendendo una patatina. Lui continuò a guardarla mentre mangiava, con discrezione, cercando il più possibile di non farsi vedere dagli altri, senza risultato. Due occhi verdi avevano notato gli sguardi che Pedro indirizzava a Marzia. Sorrise ironico a sé stesso. Quei due erano un enigma incomprensibile. Si chiese quanto tempo ancora ci sarebbe voluto affinché Pedro si fosse fatto avanti. Erano almeno due anni che aveva notato il modo in cui lui guardava lei. Sapeva con certezza che le voleva un bene immenso, ma quegli sguardi. Quelli erano sguardi da persona innamorata.
    Marzia prese parola “ ragazzi, senza offesa, ma credo che andrò in camera.. ho mal di testa e mi sento molto stanca” si toccò la fronte con una mano. “nessuna offesa, Marzia. Se stai male p meglio che ti riposi. Forse hai preso una lieve insolazione.” Disse Ivan. “ può essere. Di solito la piscina mi stanca, ma credo che oggi ho esagerato con il divertimento” sorrise lei in risposta. “ la realtà è che sei vecchia” commentò Elena ridendo “ simpatica come sempre tu vero?” sentì però una mano posarsi sul ginocchio che la distolse dal discorso. Era Pedro. “ vuoi che ti accompagni?” le chiese con la solita premura che usava con lei. “ no non importa va tutto bene. Riesco a farcela anche da sola. Grazie comunque.” Rispose cortese alzandosi da tavola. “ vado. Divertitevi e mi raccomando non ubriacatevi. Buonanotte.” Salutò con la mano e uscì dalla pizzeria.



    commentate!!!
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  5. #5
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    Predefinito Re: ...Sei l'unica paura che non ho...

    come promesso ecco il nuovo cap ^^

    Nella testa le ronzavano mille domande, mille pensieri. Le parole di Elena erano vere, la pure e semplice verità. Gliela aveva sbattuta in faccia in maniera chiara e forse aveva anche ragione. Aspettare non era mai la soluzione migliore, ma che cosa poteva farci se non ci riusciva? Si domandò mentre infilava la chiave nella serratura della porta. Prima era furioso, rabbioso poi in pizzeria era calmo, premuroso come sempre. Si lo aveva già visto arrabbiato, ma non come prima. Pensò al suo sguardo, sembrava più frustrato che arrabbiato.
    Con un piccolo balzo si buttò sul letto a faccia in giù portandosi le braccia sotto al mento mentre indugiava con il pensiero su quel viso che adorava. Era un bel ragazzo, forse poteva sembrare un dongiovanni, ma lei sapeva che non lo era. Aveva avuto molte ragazze quando era adolescente, poi dopo la sua ultima storia finita 5 anni fa più nulla. non l’aveva visto più uscire con nessuna. Come lei del resto, dopo che si lasciò con il suo ragazzo 2 anni fa, non ebbe più il coraggio di unirsi a qualcuno. La sue storia era diversa da Pedro, ma le delusioni e le ferite fanno sempre fatica a rimarginarsi. Come le sue. Si guardò il braccio sinistro, una piccola cicatrice segnava la sua pelle a memoria del suo passato. Ripensare ai momenti bui alla gelosia del suo ex, al suoi modi violenti. Scrollò il capo scacciando quei pensieri, avrebbe voluto lì Pedro, che in quei momenti sapeva sempre come consolare e assopire quel dolore che viveva in lei. Prese il cellulare e scorrendo nella rubrica si fermò sul suo nome. L’indecisione di mandargli o no un sms. Di farlo arrivare lì. Non era giusto. Avevano avuto da dire e non le sembrava il caso chiamarlo.
    Pedro nel frattempo in pizzeria pensava a lei, come sempre ultimamente. Era fuori dalla pizzeria, solo, aveva appena accesso una sigaretta quando arrivò il suo amico, il suo confidente. Ka. “ fumare fa male” disse ridendo mentre, anche lui si accendeva una sigaretta. “ senti da che pulpito viene la predica.” Rispose ironico, tirando su con la bocca e facendo poi uscire lieve fumo bianco dalle narici. “ su avanti, cosa ti turba? Raccontalo a Ka” disse posando una mano sulla spalla di Pedro. Lui lo guardò mentre un sorriso amaro si disegno sulle sue labbra “ come sempre mi leggi dentro” “ovvio sono tuo amico. Vedo quando c’è qualcosa che non va.” Fece una pausa “ che è successo con Marzia?” chiese diretto senza peli sulla lingua. “chi ti dice che sia lei il problema?” ribattè con una domanda. “ oh lo so.. tutto il pomeriggio non le hai parlato ed eri come dire, irritato. Qualcosa che è successo tra voi che non so?” era ironico e malizioso il suo tono “no, nulla. Non è successo un bel niente…” interruppe la frase prima che la sua linguaccia lo tradisse. “..ed è proprio questo il punto vero?” continuò per lui la frase. Pedro lo guardò sgranando un poco gli occhi. “come fai a.. no lascia stare. A te non si nasconde mai nulla.” disse rassegnato “ Pedro, non è forse ora di dirgli quello che pensi? Quello che senti davvero dentro di te? Vedo come la guardi, come osservi ogni suo movimento, ogni suo gesto. Le stai vicino come se fosse il tuo sole. Siete sempre stati così, ok, la vostra amicizia è molto forte, ma non pensi che sia di più in realtà?” chiese serio mentre finiva la sua sigaretta “lo so.. è sempre stata come una sorellina per me, ma da qualche anno, non riesco più a vederla come tale. Non riesco a vederla solo come una amica. Non so perché.” Disse. “ è semplice te ne sei innamorato. Non è difficile da capire e non è una cosa strana o impossibile da accadere. Anche con Elena è capitato, subito era mia amica ma poi conoscendosi meglio si scoprono cose in più.” la gettò a terra calpestandola con il piede. “ Ka..” disse Pedro con un breve pausa “ il problema è che le ho parlato, ma lei è scappata perché io da gran co***ne che sono, l'ho detto in maniera brusca.. forse un po’ troppo brusca” concluse dispiaciuto. “ Ka lo guardò scuotendo il capo “ che hai combinato racconta.” E così fece gli raccontò di quello che era accaduto nella stanza.


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  6. #6
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    Predefinito Re: ...Sei l'unica paura che non ho...

    nuovo capitolo ^^

    Si era girata e ora stava guardando il soffitto, in silenzio, la luce lieve e soffusa della lampada del comodino rischiarava la stanza. Fu in quel preciso istante che le vennero in mente. Le parole che le aveva detto Pedro quando si era arrabbiato. “sono furioso perché dopo oggi pomeriggio, vorrei baciarti di nuovo, altre infinite volte..ti vorrei fare mia. Ora, qui. Ma so che non posso,non devo e non è possibile. Questo mi rende furioso” in un solo istante scatto sul letto a sedere, gli occhi sgranati e increduli. Davvero le aveva detto quelle parole? Si domandò scostandosi dalla faccia qualche ribelle ciocca di capelli. Rimase li ferma ed imbambolata per una manciata di minuti, nella testa continuava a rimbombarle quella frase. Un misto di sensazioni ed emozioni si sprigionarono in lei. Un uragano di forza estrema. Si sentiva felice di quelle parole, ma al tempo stessa spaventata, perché sapeva bene cosa significavano. Come era possibile che lui fosse interessato a lei. “vorrei baciarti di nuovo, altre infinite volte..” si toccò le labbra. Anche lei avrebbe dato di tutto per risentire quelle morbide e sottili labbra sulle sue. Risentire le farfalle nello stomaco. Di certo aveva bisogno di chiarire tutto questo. La verità era una, ma non voleva rovinare tutto quello che avevano costruito in quegli anni di amicizia. Era così difficile, lei si era ripromessa di non stare più con nessuno. Aveva paura dei ragazzi, ma non di lui. Sapeva che non le avrebbe fatto nulla e di questa era certa come l’aria che respirava.
    Mentre era ancora li seduta ad arrovellarsi il cervello cercando una risposta e una soluzione a tutto il cellulare suonò. Un sms. Era lui. < ciao. Dormi? Gli altri sono andati a bere qualcosa in un pub, ma io non ne avevo voglia, quindi sto rientrando. Pensavo, se eri ancora sveglia potevamo tenerci compagnia.> guardò e rilesse il messaggio cinque volte prima di scrivere una risposta. < si sono sveglia, ma non credo di essere molto di compagnia.> rispose. Rimase deluso da quel messaggio forse freddo, ma non si diede per vinto e le rispose subito dirigendosi verso al sua stanza. Non gli importava nulla di provarci o no, non gli importava se lei ci sarebbe stata o no. Voleva solo stargli vicino, vederla, casomai abbracciarla. Gli bastava quello. Una voce nella sua testa gli stava dando del codardo. Ebbene si, sarà stato un codardo, ma ora voleva solo quello. Starle vicino, chiederle scusa. < bhe neanche io sono di compagnia, ma vorrei chiederti scusa a quattrocchi. Mi sembra giusto. Potresti aprirmi? Sono qui fuori.> inviò e si mise ad attendere, se la porta si fosse aperta sarebbe stato un si se gli fosse arrivato un sms era un no.
    Quando lesse la risposta balzo giù dal letto, lui era li fuori. Pensò guardando la porta. Era nel panico, cosa doveva fare. Aprirgli oppure no. Di sicuro non poteva aprigli in quello stato, era ancora vestita come in pizzeria. In punta di piedi si avvicinò alla sedia con sopra il pigiama, un pantaloncino e una canotta, era estate. In velocità si cambiò e infilò ai piedi le ciabatte. Ecco ora sembrava davvero una che era a letto pensò guardandosi allo specchio. Poi mentre si stava avviando verso la porta si bloccò. Il trucco. Si infilò in bagno e prese una salvietta struccante, qualche passata veloce ed era struccata. Non aveva molto trucco una semplice riga di eyeliner. Andò alla porta ed aprì. Lo trovò li ad aspettare paziente, con le labbra piegate in un sorriso discreto. “ ciao.” Salutò quasi con timidezza. “ciao entra pure.” Lo invitò lei con un gesto della mano scostandosi dalla porta. Era agitata sentiva la tensione che le vibrava nei tendini, nei muscoli. Tutto sommato le aveva detto che la voleva baciare e ora era strano averlo li e comportarsi come prima sapendo questo. Entrò e si guardò attorno, anche se conosceva già quella stanza. Sentiva un lieve imbarazzo e una lieve tensione nell’aria che si poteva tagliare con il coltello.
    Si girò verso di lei “ senti non voglio girarci troppo attorno, il motivo principale per cui sono qui è uno solo.” Disse schietto e senza peli sulla lingua. Impercettibilmente lei sobbalzò a quelle parole dirette, che si riferisse alla sua confessione? Si chiese nel panico, ma lui continuò, assopendo la sua agitazione. “volevo chiederti scusa. Te lo chiedo con il cuore. Non avrei mai e poi mai dovuto rivolgerti la parola così. So quello che hai passato e il mio comportamento ti ha spaventata davvero. Ho letto la paura nei tuoi occhi ed è stato in quel momento che ho capito l’errore.” Si fece avanti porgendole una mano. “ ti prego potrai perdonarmi? Sai bene che non ti farei mai del male e piuttosto ne farei a me che farne a te.” Marzia lo guardò scrutando i suoi occhi tristi, sinceramente pentiti. Sfiorò con gli occhi le sua guance. Il suo naso, le sue labbra. I capelli mossi sempre arruffati. Pensò a come fosse possibile restare arrabbiata con un angelo così davanti agli occhi. Allungò la mano posandola sulla sua, sorrise lievemente. La sensazione che provava era strana. Sentire il tocco della sua mano. Si avvicinò a lui e lui la tirò a sé con delicatezza quasi fosse fatta di cristallo. Chiuse gli occhi sentendo l’impatto con lui. Piano le braccia di lui si strinsero attorno alla sua vita, abbracciandola. Lei ricambiò il loro abbraccio di pace, buttandogli le braccia al collo.


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    Predefinito Re: ...Sei l'unica paura che non ho...

    ecco qua accontentati ^^


    Strofinò la guancia contro i capelli di lei, godendo del suo profumo. Non desiderava altro che quello in quel momento. Ora era davvero tutto come prima e lui si sentiva sollevato e con il cuore più leggero. “perdonami piccola.” Sussurrò al suo orecchio. In quel momento una breve scossa percorse la schiena di lei nel sentire le labbra di lui premuta contro il suo orecchio, poi trovò il coraggio di parlare “ti perdono Pedro, ma promettimi che non mi spaventerai più così.” Disse anche lei piano. sembrava che non volessero che li sentisse nessuno, eppure erano soli nella stanza. Gli scappo una lieve risata soffocata nella spalla di lei. Era felice del suo perdono. “ sono felice che tu mi abbia perdonato. Prometto che non succederà più” si stacco lievemente per guardarla diritto in faccia. Un grande sorriso si disegnò sul volto si lui guardandola. Era dannatamente bella, ma non doveva pensarci, doveva resistere a questo.
    Un lieve rossore colorò le guance di lei “ che c’è?” chiese tuffandosi nei suoi occhi color cioccolata. “ nulla, nulla. sono solo felice di avere fatto pace. La mia piccola” l’abbracciò di nuovo “ anche io sono felice ma così però mi uccidi” sorrise tossicchiando per finta. Lui si allontanò “ oh.. scusa” si sedette sul letto. “ cosa facciamo?” domandò guardandola sorridente come sempre. per un attimo lei pensò subito maliziosamente. Scacciò quel pensiero indecente dalla sua testa e rispose “ non saprei guardiamo un po’ di tv? Non so che ci sia ma sicuro troviamo qualcosa da vedere, hanno sky in questo albergo” prese il telecomando, porgendolo poi a Pedro e subito dopo alzò le lenzuola per stendersi. Guardò lui di spalle intento a cercare un canale che potesse attirare la loro attenzione. Portò le ginocchia al petto e posando il mento sulle gambe continuò a guardarlo. Era li con lei, al suo fianco, lo vide chinare il capo di lato alcune ciocche di capelli si mossero. “oh finalmente” esclamò voltandosi. Lei volse gli occhi verso la tv e ripose al sorriso di pedro con una smorfia “ma è un film horror” protestò lei. Pedro balzò al suo fianco come un gatto “che c’è di male, ne abbiamo già visti assieme” disse accomodandosi al suo fianco. “ ne hai visti, io di solito guardavo il cuscino del tuo divano o la ciotola di popcorn che ti reggevo” commentò lei prendendo un cuscino mettendoselo sulla pancia pronto all’uso.
    La sua risata riempì la stanza “effettivamente è vero” si soffermò sul viso di lei imbronciato, un angelo, pensò. Le rubò il cuscino prendendolo con velocità e portandoselo dietro al schiena “ ma che fai Pedro, dammelo subito” brontolò lei voltandosi verso di lui. “ no” fu la risposta del ragazzo. Incrociò le braccia sul petto in segno di negazione. Marzia si buttò su di lui allungando le mani per prendere un angolo del cuscino e una volta afferrato cercò di tirarlo via da dietro Pedro. Senza successo, quando la vide allungarsi verso di sé, la prese per i fianchi. “ non è giusto. Lasciami. Dammi il mio cuscino” disse buttandosi ancora di più verso di lui. Sentì le mani di Pedro prenderla per i fianchi, anche se la prese era salda il tocco era leggero. Quel tocco la fece rabbrividire. Pedro pensò che era troppo carina quando si arrabbiava così, adorava la luce che brillava nei suoi occhi castani. “ no non te lo do. Serve a me così sto più comodo.” Disse lui ridendo. “ ma io come faccio senza cuscino?” brontolò di nuovo. Non ebbe subito risposta, lo vide allungare le braccia verso di sé. La prese tirandola su di lui. Si ritrovò poggiata a lui, tra le sue gambe. Il viso poggiato sul suo petto. “ per una volta potresti usare me come cuscino. No?” disse accarezzandole i capelli. Sentì il suo cuore aumentare di battiti, era imbarazzante, ma anche dannatamente piacevole. Le sue carezze, il calore che emanava, il suo profumo. Non avrebbe dovuto pensarci, era il suo amico. Si tirò su facendo leva sulle braccia per poterlo guardare in viso. “ e va bene, ti userò da cuscino. Però non sei morbido come un cuscino” commentò facendogli la linguaccia.
    Lui la guardò sorrise a quel commento. Quanto avrebbe voluto sentire quella lingua sulla sua pelle. Cercò di mantenere la mente lucida e calma, distogliendo lo sguardo da lei. “ il film è iniziato, così mi perderò scene importanti.” Protestò sbuffando lasciandola per farla sistemare meglio. Così fece, si girò e si sistemò appoggiata con la schiena al petto di lui. Non durò molto a stare in quella posizione, si girò di lato con la schiena alla tv non appena iniziarono le scene più violente. Si rannicchiò lì al sicuro. Ogni tanto guardava Pedro, si divertiva a guardare il film, si chiese come potesse essere possibile, ma lui era così. Sorrise. “dai non c’è niente di cui avere paura” disse piano senza guardarla “questo lo dici tu, avrò gli incubi stanotte” pigolò nascondendo il viso abbassandolo. Si sentiva stanca e quel film non accennava a finire, urla su urla dei protagonisti che venivano sgozzati o trucidati. Infilò le braccia sotto quelle di lui per abbracciarlo in vita e chiuse gli occhi. La sua attenzione venne distolta dal film per quel gesto e quando la vide chiudere gli occhi sorrise, scostandole una ciocca di capelli dal viso. Allungò il collo fino ad arrivare alla fronte di lei, dove posò un leggero bacio, poi continuò a guardare il film. Marzia invece era già nel mondo dei sogni, era davvero stanca, la piscina aveva quell’effetto su di lei, aggiungendoci poi tutte le emozioni provate in quella lunga giornata, si poteva dire che era stravolta.
    Riuscì a finire di vedere il film per miracolo, gli si chiudevano gli occhi dal sonno. Non aveva voglia di andare in camera sua, là c’era Ivan, qui c’era lei. Sbadigliò. Scivolò lentamente giù per sistemarsi meglio e far stare più comoda anche lei. Allungò una mano verso il lenzuolo e coprì entrambi. Ora erano allo stesso livello e poteva guardarla mentre dormiva. Sembrava tranquilla. Sapeva bene quanto era pesante il sonno di Marzia e per questo la invidiava. Spense la luce, ma poteva ancora intravedere i lineamenti del suo viso. le accarezzò una guancia con il dorso dell’indice. Non ce la faceva più, non resistette. Si avvicinò e posò le sue labbra a quelle di lei, delicato e leggero come la brezza estiva. Erano così perfettamente morbide e calde. Si ritrovò a pensare che avrebbe voluto di più di un semplice casto bacio, ma la ragione, per fortuna, ebbe la meglio. Non era giusto. Non poteva farlo. Si allontanò e la strinse in un tenero abbraccio. Si addormentò con un sorriso triste sulle labbra. Con la consapevolezza che non sarebbe mai potuta essere sua.

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    Aprì gli occhi non appena i primi raggi di sole le colpirono il viso infastidendola. Per qualche secondo non realizzò quello che vedeva, ma poi la lucidità si diffuse in lei. A pochi centimetri dal proprio viso c’era quello di lui. Il cuore le iniziò a battere forte e le mille domande iniziarono a farsi strada nella mente. Come potevamo essere a letto assieme? Non ricordava nulla se non il film horror e la stanchezza. Non era la prima volta che dormiva con lui, ma questa volta era diverso. Lui la stava tenendo in maniera diversa ed era così pericolosamente vicino a lei. Lo guardò con più attenzione, pensando che fosse così dolce quando dormiva. Con un dito sfiorò le sue labbra, percependo la morbidezza sotto i polpastrelli. A discapito di lei, lui aveva il sonno leggero e aprì debolmente gli occhi borbottando qualcosa di incomprensibile. Si mordicchiò le labbra infastidito poi focalizzò il soggetto di fronte a lui. “ buongiorno” sorrise ancora assonnato. “ giorno Marco” sussurrò per non dargli fastidio. Lui ampliò il sorriso e prese lei in un abbraccio. “ sai quanto mi piace essere chiamato con il mio nome” mugugnò appagato.
    “forse dovremmo alzarci. Che ne dici?” chiese con un lieve tono di disappunto nella voce. Non voleva alzarsi, voleva restare li tra le sue braccia. Strofinò il viso sulla maglietta nera di Pedro cercando di trovare la forza di alzarsi. “no. Voglio restare qui ancora un po’.. con te” disse stringendo la presa per paura che le sfuggisse. “ lo so, ma dobbiamo prepararci gli altri ci aspetteranno.” Guardò l’orologio,si era tardi. “cavolo sono le 8.30.” disse, lui protestò sbuffando e sciolse la presa su di lei alzandosi dal letto. Anche lei fece lo stesso. “ ti devo aspettare?” chiese lui voltandosi a guardarla subito dopo aver infilato le scarpe. “ no tranquillo. Faccio presto devo solo infilarmi il costume, short e canotta e sono pronta.” Disse lei appoggiando le cose elencate sul letto pronte per essere indossate. “ allora vado ci vediamo di sotto” “ a dopo” sorrise lei mentre lui usciva.
    Percorse il corridoio fino alla stanza sua e di Ivan. Di certo gli avrebbe chiesto dove era finito tutta notte, ma non aveva fatto nulla di male. Era solo stato con la sua amica, cosa già accaduta molte volte in passato. Aprì la porta piano, cercando di fare il meno rumore possibile, ma Ivan era già in agguato. “ dove sei stato tutta notte?” chiese irritato. “buongiorno mamma.”disse ridendo prendendolo in giro “sono stato da Marzia, ho dormito con lei perché mi sono addormentato lì” disse continuando. Ivan non potè che ridere “ ok ok caro, ma la prossima volta avvertimi” stette al gioco. Si prepararono velocemente per poi scendere per la colazione.
    Si sentiva al settimo cielo e non ne capiva il perché, le sembrava di camminare un metro da terra mentre percorreva il corridoio. Pedro le aveva messo allegria. Perché rovinare tutto se ora stava bene così? Si domandò poi. Suonò il suo cellulare e lesse il messaggio era Elena <su pigrona scendi per la colazione!! X-P>
    rispose subito al messaggio, ma ne farlo si scontrò con un ragazzo. “oh scusami.” Si scusò lei. il ragazzo le rivolse un sorriso solare “ non ti preoccupare, anche io ho la mia colpa, stavo leggendo il giornale e non ti ho vista.” Sorrise, uno di quei sorrisi da mozzare il fiato. “ piacere io sono Fabio.” Le porse la mano “io Marzia. Ancora scusa” strinse la mano. “non ti preoccupare. Spero di incontrarti ancora così posso offrirti un caffè per scusarmi. Quanto stai qui in albergo?” chiese “ma non ce ne è bisogno sono io che ti son venuta addosso, dovrei offrirtelo io” sorrise dispiaciuta “ facciamo così io lo offro a te e tu a me?” chiese ammiccando divertito. “ ok. Andata” disse lei annuendo “allora la prossima volta che ci vediamo ci offriamo un caffè” “ si, ora scappo mi aspettano i miei amici” disse facendo un passo avanti salutando con la mano “certo vai pure scusa se ti ho trattenuto. Buona giornata” sorrise salutandola. Lei scappò in velocità e lui non poté fare altro che guardarla insistentemente finché non scomparve al suo sguardo.
    Questa volta fu lei ad arrivare in ritardo, era stata persino più lenta di Pedro, il ché era preoccupante. “ma brava! Ti sei fatta battere da quel lentone di Pedro” commentò Elena. “scusate ma ho avuto un incidente di percorso” disse posando la borsa vicino alla sedia libera. “ dopo ti spiego.” Disse lei andando verso il tavolo della colazione a buffet.
    Quando la vide arrivare una scarica elettrica gli percorse la schiena. La scrutò con gli occhi dalla testa ai piedi. I capelli sciolti, la canotta bianca che risaltava di più la lieve abbronzatura, quegli short, quei dannati short che lanciavano la sua mente in mille pensieri proibiti. Si riprese da quella visione solo quando Ka gli diede una piccola gomitata sussurrandogli “meglio se asciughi la bava, Pedro” ridacchio , ma lui non ebbe tempo di controbattere lei arrivò “buongiorno a tutti e due” salutò sorridente come sempre.
    “ giorno.” Rispose ka ricambiando il saluto. Pedro ci mise un attimo a rispondere, sentiva la lingua impastata “ giorno Marzia” deglutì concentrandosi solo sulla colazione che sugli short di lei.


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    Riuscì a non pensarci e una volta in piscina si concentrò sul divertirsi con i ragazzi a giocare a palla. Ogni tanto lanciava uno sguardo fugace verso di lei per curiosare su cosa stesse facendo. Leggeva un libro. Decise di renderla partecipe al gioco, si allontanò dagli altri e la chiamò per attirare la sua attenzione. Sentì la sua voce e alzò subito lo sguardo verso la piscina. Non riuscì a credere ai suoi occhi. A quella visione degna di un film o di quel telefilm sui bagnini di cui non ricordava il nome. Lo vide fare leva sulle braccia per tirarsi su dall’acqua. Le gocce scivolarono veloci su di esse, come su tutto il suo corpo. una volta fuori scrollò i capelli e con una mano li arruffò leggermente creando una pioggia di gocce attorno a lui. Era celestiale vederlo. Come se la scena fosse a rallentatore. Le mancava poco e sarebbe rimasta a bocca a aperta sul serio. Se lo ritrovò di fronte seduto sullo sdraio. “basta leggere è ora di giocare un po’ con me” sorrise allegro toccandole una gamba. Per un attimo rimase imbambolata a guardarlo, pensando a quale gioco si riferisse davvero. Poi riprese coscienza di sé “giocare con te? A cosa?” chiese guardandolo stupita, la malizia aveva raggiunto la sua testa. “a palla o agli scivoli.. ma a che giochi pensavi volessi fare?” chiese con uno sguardo da furbetto. Balbettò capendo di essere stata scoperta, o per lo meno che avesse intuito. “ cosa vai a pensare. Siete tutti uguali voi uomini” disse lei distogliendo lo sguardo salvandosi da quella situazione.
    Rise apertamente e le prese la mano trascinandola letteralmente in acqua in pochi istanti. “ un nuovo giocatore” commentò ka. “ a quanto pare non ho avuto molta scelta” disse lei sospirando “ ho notato” rise lui “ sai che con Pedro il NO non esiste.” Risero tutti. Iniziò la mini partita a pallavolo/pallanuoto tutti assieme. Era più una lotta per la palla che una regolare partita. Si stava divertendo quando notò con la coda dell’occhio un ragazzo famigliare. Era alto molto più di lei, fisico asciutto, ma lievemente scolpito, un nuotatore sicuro, capelli neri come l’ebano e due occhi verdi spendenti. Il riflesso dell’acqua li rendeva ancora più intensi e chiari. Rimase un attimo li a guardarlo cercando di capire se era Fabio o no. Si era lui. A volte il destino giocava strani scherzi pensò , ma il suo pensiero fu interrotto bruscamente. Sentì solo la voce di Pedro che urlava il suo nome e un forte dolore a viso. Il pallone le arrivò in faccia. Si era distratta.
    “ Marzia tutto bene?” chiese lui correndo da me. “ohi ohi, si tutto bene, sono ancora viva.” Disse lei tranquillizzando Pedro che la stava reggendo. “ scusami, non avevo visto che eri distratta” disse Ka raggiungendola. “ tranquilli sono viva. Colpa mia che ero distratta.” Ridacchiò nervosa. Pedro nel frattempo scrutò l’orizzonte domandandosi cosa avesse distratto Marzia. Lo vide. Era li fermo, in piedi, a bordo piscina, che guardava la scena. Un ragazzo moro dagli occhi verdi. Alto molto più di lui e molto più muscoloso di lui. Qualcosa dentro di lui scattò. Una stranissima sensazione, fastidiosa. Perché guardava lui? si chiese sentendo montare una lieve irritazione.
    “ Pedro che c’è?” chiese Ka guardandolo distratto. “nulla.” rispose secco. “ va tutto bene, tranquillo.” Disse lei toccandogli il braccio, lui sobbalzò lievemente e la guardò con irritazione. Poi una lieve idea gli passò per la mente. Buttò lo sguardo distrattamente verso il tipo, era ancora li e la guardava. Rabbia. La prese in braccio “ ehi che fai?” chiese lei presa alla sprovvista. “ ti riporto sul lettino , hai dato una bella botta meglio che ti stendi.” Disse premuroso sorridendole. Era tremendamente imbarazzante, molti si erano girati ad osservare la scena e poté persino udire delle ragazzine commentare la scena con frasi del tipo, che coppia carina o altre sul loro fidanzamento. Cosa non reale. Nascose il viso tra il collo e la spalla di lui “ è imbarazzante.” Protesto piano. “ non ti vergognerai mica di me?” chiese lui “ no è che quelle hanno.. detto..” balbettò “ si ho sentito. Eccome se ho sentito. Bhe che vuoi farci.. siamo una bella coppia no?” disse ridendo per poi baciarle la guancia. Arrossì violentemente a quella affermazione. La posò sul lettino e si sedette al suo fianco. “ guarda che se vuoi puoi tornare dagli altri.. io sto qui.” “non mi va. Sono stanco di giocare. Voglio stare con te.” “ ok stai qui.” Disse lei curiosa da quel comportamento strano di lui, così attaccato.
    Arrivò dopo poco guastando quel momento così perfetto in cui lei rideva con lui “ciao Marzia. Vedo che è una abitudine essere distratti.” Rise scherzando Fabio. Alzò lo sguardo e lo vide “ah ciao! Beh, si diciamo che sono un poco distratta. Cosa ti porta qui?” chiese semplicemente “ mi hanno parlato bene di questa piscina che ho deciso di venirci. Guarda che strano il caso a farci re incontrare. Ora posso offrirti il caffè promesso” disse lanciando un vago invito. Pedro si sentì escluso a pieno dalla conversazione, ma Marzia placò la sua rabbia. “ certo, volentieri. Ti presento Marco.” Disse indicandolo al suo fianco. “oh piacere io sono Fabio. Scommetto che sei il suo ragazzo.” Pedro prese la mano stringendola, quanto avrebbe voluto dirgli di si, che era la sua ragazza. “ piacere Marco. Ehm, no non sono il suo ragazzo.” Disse con lieve dispiacere. “non ci credo, siete così intimi. Così perfetti assieme.” Commentò lui guardando lei. “ grazie per il complimento, ma purtroppo non siamo fidanzati.” Realizzò dopo quello che aveva detto. chissà ora che pensava lui. Quella parole risollevò l’animo di Pedro che la guardò curioso della reazione di lei lievemente rossa in viso.
    “ma prego vi offro da bere!” esclamò Fabio invitandoli al bar. Mentre raggiungevano il chiosco pedro chiede in sussurro “ ma come lo conosci?” lieve gelosia condiva quella domanda. “ci siamo scontrati stamattina in corridoio. Non te l’ho detto perché non ho avuto tempo e modo. Scusami” disse “ok, ma ti dovrai far perdonare.” “cosa?e come?” lui la guardò “ ci devo pensare” sorrise maligno. Fabio li interruppe “ caffè entrambi?” annuirono all’unisono in risposta. erano così compatibili ed uguali sotto certi aspetti. Era seduti al tavolo Fabio e Pedro stavano parlando e lei guardava entrambi. Restava dell’idea che, anche se era un bellissimo ragazzo, pedro era più bello di Fabio. Lui era il classico bellaccione e cui tutte cadevano ai piedi mentre Pedro era il classico ragazzo della porta accanto. Non era altissimo, aveva un bel fisico asciutto, ma al tempo stesso non esageratamente scolpito, normale, si potrebbe definire. Il capello castano scuro, scalato e dai movimenti ribelli. A volte un ciuffo, gli copriva un occhio e lui con la mano lo scostava. Poi gli occhi, due profondi mondi scuri. Due buchi neri color cioccolata, in cui potevi perderti senza trovare mai la retta via. Questa volta fu Pedro che si accorse dello sguardo di lei su di sé, non disse nulla, ma non appena avrebbe potuto avrebbe indagato sul motivo. Fabio dovette lasciarli per colpa di una telefonata imprevista e rimasero soli al bar.


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    tadan!!!



    Fu in quel momento che parlò “ho per caso qualcosa addosso?” le chiese disinvolto puntandogli uno sguardo intenso. “no nulla perché?” rispose maledicendosi per non essere stata più discreta. “ perché mi stai guardando in modo insistente. Diverso dal solito. sembri in adorazione.” Sentenziò lui sorseggiando un the freddo al limone. “ma che stai dicendo? Io non ti stavo guardando” negò subito lei affondando lo sguardo nella tazzina di caffè vuota di fronte a sé sul tavolino. Pedro sorrise per quell’imbarazzo, era così carina quando arrossiva. Si avvicinò e le sussurrò “ forse noi due dobbiamo parlare di una certa cosa…” disse serio e sincero. Marzia sobbalzò di colpo sentendo il suo respiro e la sua voce al suo orecchio. era così sensuale e calda che le prese quasi un colpo. Il cuore le balzò in gola. “ che cosa? Io non devo dirti nulla. Abbiamo chiarito tutto.” Concluse lei. “ prendiamo un gelato?” chiese lui cambiando totalmente discorso. Lei lo guardò stralunata “così all’improvviso?” chiese ancora stupita “ ne ho voglia.” Disse guardandola. Deglutì con forza “ voglia?” chiese balbettando. Lui rise di gusto “ si voglia di gelato.. e di cosa se no? Ho visto due ragazze che lo prendevano e mi è venuta la voglia di mangiarlo.” Spiegò facendo spallucce e continuò “ erano anche carine quelle due. Due bei sederi e una aveva anche un bel lato.. A “ disse ridendo compiaciuto. Stava mentendo neanche le aveva sfiorate con lo sguardo quelle due ragazze, ma voleva vedere che reazione avrebbe avuto Marzia.
    Per un primo momento non sapeva che dire poi non resistette “ vai a fartelo offrire da quelle due il gelato.. casomai ti danno anche altro, visto che sei così allupato.” Brontolò incrociando le braccia sul petto. Pedro sorrise tra sé a quella reazione, Marzia gli nascondeva qualcosa. Era gelosa questo era chiaro, quindi forse voleva dire che un po’ do lui le interessava. “ guarda ci andrò subito. Tu torna pure al lettino quando ho “finito” ti racconto” disse alzandosi e andando verso il piccolo chiosco coperto che faceva i gelati. Li c’erano le due ragazze che parlavano tra di loro. Entrambe bionde, e con un fisico da togliere il fiato a qualsiasi uomo. Cose che di certo lei non aveva. Si guardò li seduta pensando che non avrebbe mai avuto successo in uno scontro con una di quelle due. Si alzò con rabbia. Tanto il conto era pagato. Andò sul lettino vicino a Elena.
    Lei rimase di sasso quando vide Pedro parlare con le due ragazze. Distolse lo sguardo furiosa. Elena se ne accorse. “che succede?” chiese alzandosi sulla testa il occhiali da sole per guardarla “ Pedretti è un de*****nte.” Lo chiamava per cognome quando la faceva arrabbiare sul serio. Elena non capì subito poi guardo verso al direzione da cui Marzia era venuta e intuì qualcosa. “bhe? Sta parlando con due ragazze che fa di male?” chiese con disinvoltura “ è un de*****nte punto. Bastardo e .. e.. e. Uffa” sbuffò di rabbia. Elena rise di gusto divertita dalla faccia di lei “sei palesemente gelosa” sentenziò. “ la mandò ancora più in bestia quella affermazione, perché sapeva che sotto era la verità. “non sono gelosa.” Esclamò con convinzione forse più che convincere lei che Elena. “ non sei la sua ragazza, e lui giustamente da uomo libero, parla con chi vuole. Se tu fossi la sua ragazza allora capirei la tua gelosia.. o meglio.. ti piace Pedro” esclamò infine. Marzia la guardò furiosa. “ no non mi piace” disse alzandosi e andando in una piscina separata dove chi voleva poteva fare l’idromassaggio. Era sola per fortuna. Se no si sarebbe divorato vivo chiunque fosse stato li.
    Elena si limitò a ridere e scuotere la testa, quella ragazza era cotta di Pedro e ancora continuava a negarlo. “ scusa ma Marzia dov’è?” chiese Pedro da dietro di lei con in mano un gelato “è andata via. Per di là.” Disse indicando la direzione presa dalla ragazza. “comunque sei stato poco carino.. prima di agire è meglio se uno riflette. Era furiosa.” lui la guardò “ non volevo farla arrabbiare.. stavo solo scherzando.” Disse in difesa. “ allora diglielo e fatti perdonare.” Ordinò con aria severa. “vado” disse solo.
    Seguì l’indicazione data con faccia compiaciuta, a dire la verità gli dispiaceva averla fatta arrabbiare, ma questo significava che era gelosa. Quindi le cose erano due o era gelosa per amicizia oppure perché forse un po’ le piaceva. La trovò sul bordo dell’idromassaggio che scalciava sull’acqua con i piedi provocando ulteriori onde e schizzi. Leccò il gelato, si stava sciogliendo. Si sedette al suo fianco. “ questo è per te se lo vuoi.” Disse solo mettendoglielo sotto al naso. Non lo degnava di uno sguardo. “ cos’è il gelato offerto da quelle due non ti va più?” disse acida “no veramente questo l’ho per te. E quelle due.. bhe ho solo chiesto una informazione, nulla di più.” solo in quel momento lo guardò, non capiva quello che le aveva detto “ quindi?” chiese confusa “quindi mangia sto gelato che ormai lo dovrai mangiare dalle mie mani da tanto che è sciolto.” Disse con un lieve sorriso. “non mi va tutto..” disse solo prendendolo e dandoci qualche leccata svogliatamente. Era ancora arrabbiata. “ti aiuto io se vuoi. Ne ho preso uno, ma se non lo vuoi possiamo dividerlo.” Disse tranquillo. “ok.” Rispose solo. Mentre mangiavano il gelato in comune Pedro non le staccava gli occhi di dosso, vedeva bene che era arrabbiata e solo quando ebbero finito di mangiare parlò “ allora? sei tanto arrabbiata?” chiese immergendo e gambe nell’acqua che ribolliva. “perché dovrei esserlo? Puoi vederti e frequentare chi vuoi.. cosa dovrebbe interessare a me? Non sono mica gelosa, di te per giunta.” Disse sbuffando senza guardarlo. “ io non ho parlato di gelosia. Stai facendo tutto da sola lo sai?” fece una brevissima pausa “ quindi sei gelosa?come mai se posso saperlo” chiese sussurrandolo all’orecchio. Lei si sentì punta sul viso sgranò gli occhi guardandolo “non sono gelosa.” Negò malamente per colpa della vicinanza del viso di Pedro al suo. “bugiardella” l’accusò lui guardandola negli occhi. “ io non sono bugiarda.” Si difese balbettando “oh si che lo sei.” Continuò poi senza darle tempo di replicare si avvicinò velocemente per anticipare ogni suo qualsiasi movimento. Dapprima si diresse verso le labbra di lei ma deviò all’improvviso come per scherzo, baciandola sulla guancia.
    Rimase bloccata. Senza parole e senza alcun fiato. Per un attimo aveva creduto, sul serio, che l’avrebbe baciata. Sentì una forte delusione dentro sé per quel bacio sulla guancia, ma sollevata perché tutto sarebbe stato più difficile dopo. Lui la guardò e rise soddisfatto “ se tu vedessi la tua faccia” rideva, rideva di lei. “non sei simpatico quando fai così. Neanche divertente. Mi è quasi venuto un colpo, pensa se mi baciavi” esclamò poi emettendo un verso di disgusto cercando di essere più convincente possibile. Lui la guardò e diventò serio come mai, il suo sorriso si spense mentre nei suoi occhi si accese una luce lieve “ti avrebbe fatto davvero così schifo un mio bacio?si sincera” le chiese a bruciapelo. Stava per controbattere con una negazione, ma quando volse lo sguardo verso di lui le parole le morirono in bocca. Pensava la stesse prendendo in giro di nuovo, invece era serio, come mai lo aveva visto. Le labbra tese in uno stato di lieve ansia per la risposta che le avrebbe dato. Gli occhi intensi più di prima cercavano di leggere in quelli di lei.


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