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Discussione: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

  1. #1
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    Predefinito Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Salve! Nell'ultimo periodo non sono stata presente con l'account, ma ho deciso di ricominciare a scrivere e riproporvi un'altra fan fiction!
    Vorrei avere la vostra opinione, sapete che mi piace leggere i vostri commenti, positivi o getivi che siano.


    1.

    “L’avventura non finisce, mai.
    Il destino ci porrà sempre dell’altro davanti,
    sta a noi cambiarlo.”




    “Allora stasera ci vediamo da te?”
    “Sì, Laura passa a prendermi. Volete un passaggio tu e Stefania?
    “Sì, se non ti dispiace, io la patente ancora non ce l’ho.”
    “D’accordo, la avverto io. A stasera Eli!”

    Elisa chiuse il telefono per dedicarsi alla sua camera. Aveva CD sparsi dappertutto, e un sacco di vestiti sul mobile da riporre nell’armadio. Nell’ultimo periodo non era stata molto presente. La maturità l’aveva mandata praticamente fuori di testa, ma nonostante tutto era andato tutto bene. Aveva avuto il massimo dei voti, e in più aveva vinto una borsa di studio per la facoltà di Medicina a Milano. E questo la rendeva particolarmente felice.
    Sul pavimento giacevano ancora dei fogli da stampante, che la ragazza aveva rigorosamente stracciato o stropicciato per la rabbia e il troppo stress. Con cautela gettò le cartacce nel cestino della spazzatura accanto alla scrivania, e ripose nella libreria anche i libri di latino e greco che nell’ultimo mese e mezzo l’avevano ossessionata.
    Nonostante avesse finito cinque pesantissimi anni di Liceo Classico, il fatto di lasciare la sua classe non le dispiaceva per nulla, non aveva mai avuto un ottimo rapporto con la classe, il più delle volte la facevano sentire molto sottopressione, e la prendevano in giro per i suoi gusti musicali, visto che ascoltava rock-metal pesante e il suo look andavi pari passo con la sua musica. Inoltre aveva avuto per un breve periodo una band, dove lei era la batterista, ma poi fu costretta a rinunciarci perché ebbe una brutta discussione con il bassista della band, per motivi tuttora sconosciuti.
    L’unica consolazione che aveva avuto in quei cinque anni era quella di aver conosciuto tre ragazze magnifiche, che avevano condiviso con lei gioia e dolore: Stefania, Sara e Laura.
    Stefania era senza ombra di dubbio la sua migliore amica, forse molto di più delle altre. Era cresciuta con lei, la conosceva benissimo, avevano frequentato le medie e le superiori assieme, e in dieci anni d’amicizia non avevano mai avuto vere e proprie discussioni.

    Il cellulare di Stefania lampeggiò, e un suono simpatico ed incalzate avvisò la ragazza che aveva ricevuto un messaggio. Stefania, dal canto suo, si stava piastrando i capelli, ma al suono del messaggio sobbalzò dal bagno della sua stanza e si scagliò sul letto. Era Elisa.

    << Prima ho parlato con Sara per stasera, ha detto che Laura passa a prenderci con la sua auto. Secondo te dove ha intenzione di portarci? Era troppo eccitata, me ne sono accorta. >>
    << Ah boh non ne ho idea. Ma l’idea eccita anche me. >>
    << Stefaaania, non ti ci mettere anche tu! Già Sara è strana in questi giorni, ora pure tu! >>
    << Dai che scherzo! Comunque stasera ne vedremo delle belle, secondo me..>>
    << Tu dici? >>
    << Certo! Conoscendo Sara non potrei pensare altrimenti. >>
    All’arrivo di quest’ultimo messaggio, Elisa scoppiò a ridere, ma non poteva di certo contrariare Stefania. Sara a volte era davvero incorreggibile.
    << Questa è molto cattiva. >> rispose, mentre se la rideva di gusto.
    << Sono stata fin troppo carina, sai che Sara si meriterebbe di peggio! >>
    << E va bene, forse a volte è un po’ troppo egocentrica..>>
    << A volte? Ma se lo è sempre? >> rispose Stefania, con una risata sonora alla fine del messaggio.
    << Uhm, sì, forse hai ragione. >> ammise Elisa alla fine.

    << Io ora devo staccare Elì, vado a farmi bella!>> scrisse, ridendo << Ci vediamo dopo! >>
    << A dopo ciccia! >>

    Elisa gettò il cellulare sul letto, per dedicarsi alla scelta dei vestiti da indossare quella sera. Per carità, non era nulla di eclatante, ma non voleva apparire di meno alle altre. Optò per una minigonna di jeans e un top blu che le scendeva un po’ per i fianchi. Quanto alle scarpe, scelse un paio di converse nere, ormai consumatissime. Non aveva né voglia né tempo per scegliere un altro paio di scarpe. Ricevette un messaggio da Sara che le diceva di essere arrivata. Prese velocemente la sua borsa, scese rapidamente le scale e uscì di casa. Da un’auto che stava suonando ininterrottamente da qualche istante intravide il viso di Laura, che le faceva segno con un braccio fuori dal finestrino.
    Giunse alla vettura, e salì in auto. C’erano proprio tutte le sue amiche.

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  2. #2
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ragazzi! Rieccomi, e buona giornata a tutti!
    Il primo capitolo della fan fiction ha già ricevuto cento visualizzazioni, e non c'è cosa che possa rendermi più felice
    Vi posto il secondo capitolo, nella speranza di ricevere altre visualizzazioni e commenti.

    2.


    “Ma cosa può accadere? Mi domandai.
    Nulla di ciò che è già accaduto, risposi”


    “Allora ragazze, pronte per la serata?” domandò Sara euforica. “Ci sarà da divertirsi questa sera, e per piacere non fate le suore sennò vengo a prendervi dal tavolo e vi trascino sulla pista eh!”
    “Te l’ho detto che stasera ne sarebbero accadute di tutti i colori. “ disse Stefania bisbigliando nell’orecchio di Elisa.

    Laura non pareva molto ascoltare le altre. Era concentrata a guidare, aveva preso un paio di volte l’auto da quando aveva avuto la patente. Oltretutto, l’auto non era neanche la sua, ma di suo fratello, per questo preferiva andare premurosamente. Continuava a suonare il clacson ad alcune auto davanti alla sua, non solo era rimasta bloccata nel traffico, ma aveva davanti a sé un uomo, pareva anzianotto, che non si smuoveva di un millimetro.
    “E ca*zo, muoviti! Non possiamo stare qua tutta la serata!”
    La finezza di Laura finiì per far ridere tutte le altre, che non potevano fare a meno di guardare attentamente la reazione di Laura dopo la loro risata.
    “Sì sì ridete, quando prenderete la patente voi poi ne riparleremo!”
    “Potevi anche non prendere questa strada, sai che c’è sempre traffico qui…” disse Sara, accavallando una gamba sull’altra.
    “Oh scusami, non sono un tom-tom vivente!” rispose fermamente Laura, facendo una smorfia a Sara.

    Dopo quindici quasi interminabili minuti, il traffico parve congedarsi, e finalmente le vetture ripresero a muoversi regolarmente. Laura lanciò un respiro di sollievo, e inarcò un sorriso sul suo volto.
    “Allora, dov’è ‘sto famoso locale?” domandò a Sara.
    “Svolta a destra, siamo quasi arrivate.”
    Dopo aver parcheggiato, le ragazze scesero dall’auto. Laura si assicurò di aver chiuso tutte le sicure, dopo di che afferrò la borsa dal sedile posteriore e scese.
    “Accidenti, come siamo belle!” disse Elisa concentrandosi sull’abitino rosso di Sara.
    “Oh grazie cara! Sapevo avrebbe fatto un certo ‘effetto’..”
    Osservando l’amica, Stefania scoppiò a ridere. Il suo vestitino rosso era troppo corto per i suoi gusti, e quei tacchi neri troppo alti, per non parlare di quel trucco, troppo eccentrico. Non poteva negare a sé stessa che Sara fosse bellissima quella sera, ma non potè in cuor suo accettare di vedere la sua amica indossare quel ‘vestito’ che non le copriva quasi nulla.
    “Guarda che dobbiamo ballare, mica andare a girare un film porno!” disse Stefania, rimproverando la scelta poco matura dell’amica.
    “Non sto bene, forse?” chiese lei, abbassando lo sguardo per vedere la reazione delle amiche.
    “No, è che secondo me dovresti coprirti giusto un po’. “
    Stefania aprì la borsa e diede a Sara il suo cardigan nero. Glielo passò con una mano.
    “Tieni, mettiti questo. Almeno ti copri davanti..”
    Sara non voleva indossarlo, ma dopo che Stefania insistette fu costretta a metterlo.
    Aveva progettato tutto per quella sera. Quel look provocante e audace non era stato scelto apposta, quella sera Sara avrebbe fatto conquiste. Era quello che si era ripetuto continuamente per tutta la settimana, doveva essere bellissima. Ed infatti lo era. Le sue gambe snelle e la sua silouette slanciata non misero molto a non farsi notare, di fatti un paio di sguardi di alcuni ragazzi si posarono sul suo corpo.
    “Dai che vergogna, ci stanno guardando tutti. Ca*zo!” disse Elisa sottovoce, mentre prendeva per il braccio Laura.
    “Dai, non prendertela. Sai com’è fatta Sara, se si mette una cosa in testa fa di tutto per portarla a termine. “ ammise Laura, ironicamente.

    Giunte al bancone, le ragazze prenotarono un tavolo, vicino al dj. A quell’ora c’erano ancora poche persone, qualche coppia intenta a baciarsi, una famiglia che festeggiava il compleanno del loro piccolo, un gruppo di amici che facevano a gara a chi beveva più birre, e poi c’era un gruppetto di quattro ragazzi che stavano giocando a carte. Sara fu colpita in particolare da uno di questi. Aveva i capelli neri e una camicia nera sbottonata all’altezza del collo. Lui non la stava degnando di uno sguardo, ero troppo impegnato a giocare con i suoi amici, che nel frattempo si erano accorti degli sguardi indiscreti della ragazza nei confronti dell’amico. Uno di loro fece segno verso la ragazza in questione, e li altri due scoppiarono in una risata fragorosa.
    Elisa s’era accorta del particolare interessamento dell’amica verso il ragazzo e delle risate che gli amici di quest’ultimo stavano facendo. Imbarazzata dall’audacia dell’amica le lanciò una gomitata.
    “Lo so che stai fissando quel tipo. E so anche cosa vuoi da lui. Ma stavolta non accadrà, te lo impedirò.”
    “Allora, che te ne pare? Carino?” continuò Sara, deviando il discorso dell’amica. Con una sguardo malizioso guardò il ragazzo da lontano, che per la prima volta stava ricambiando lo sguardo.
    “Non cambiare discorso! Tu con quello non ci farai nulla, voglio che lo sappia. “ disse Elisa, rimproverando l’amica.
    “Ehi, guarda che non voglio farci nulla eh! Solo magari, dargli il mio numero…”
    Elisa sorrise, guardando l’amica penosamente.
    “Sul serio pensi che vorrà il tuo numero? Dai..”
    “Se ancora non l’hai notato, stasera nessuno sembra resistermi. Neanche quel tipetto moro lì in fondo. Dargli il mio numero sarà un gioco da ragazzi.”
    “Buona fortuna allora!”
    La spavalderia di Sara aveva messo a tacere Elisa. A volte riusciva a diventare davvero insopportabile, visto che quel suo comportamento il più delle volte si tramutava in arroganza.
    Per questo Sara non aveva molti amici, litigava con tutti, e tutti prima o poi l’allontanavano. Ma in fondo era buona, e le sue amiche lo sapevano. Avevano imparato ad accettare anche quel lato a volte intollerabile dell’amica, che molte volte aveva messo in difficoltà anche loro. Se Sara era così insistente e spudorata, tuttavia, non era completamente colpa sua. Aveva affrontato un periodo difficile prima di scegliere il liceo, i suoi avevano divorziato, e lei viveva con sua madre, che dopo la rottura con suo padre era diventata sempre più chiusa nei confronti di sua figlia.
    Un giorno Sara conobbe Laura in un negozio di borse, una delle tante passioni che hanno in comune, e cominciarono a frequentarsi, sino a diventare migliori amiche. Laura l’aveva fatta conoscere poi a Elisa e Stefania, che l’avevano trovata sin da subito simpaticissima e solare, e anche un po’ invadente.
    Sara era un anno più piccola delle altre, a Dicembre avrebbe compiuto diciotto anni e l’idea di diventare finalmente maggiorenne e fare tutte le cose che i suoi genitori le avevano severamente vietato di fare in questi anni non potevano che renderla eccitatissima.
    Ma quella sera Sara non aveva intenzione di pensare ai suoi diciotto anni, né a tutto il resto, concentrò il suo interesse solo nei confronti del ragazzotto dagli occhi tenebrosi che la stava fissando sempre più avidamente.

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    Ultima modifica di Honey*; 19-04-2013 alle 13:57
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  3. #3
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ragazzi! Grazie ancora per le visite, siete adorabili!
    Non vi faccio più stare in pena, vi posto il capitolo.
    La storia si fa sempre più interessante, e nei prossimi capitoli ce ne saranno delle belle, promesso!
    Kiss!

    3.


    “Ma a volte, ciò che ti serve
    è qualcuno
    che ti stia accanto e non se ne vada“


    “Dì un po’, stasera chi hai adocchiato?”
    “Chi? Io? No, nessuno, cosa vai pensando?” con sarcasmo Sara diede una lieve spinta a Stefania, fingendosi innocente. “Sono una ragazza composta, io. “
    Laura rise sommessamente. “A volte riesci davvero a essere ironica…ma a parte i scherzi, chi è il fortunato?”
    “ O forse, lo sfortunato, dipende dai punti di vista…” lanciò Stefania aspettandosi una delle solite frase ad effetto dell’amica.
    “Tu sempre molto simpatica.” disse Sara facendo una smorfia a Stefania. “Comunque, è quello lì. Che ne dite? Può andare?”
    “Ma quello avrà sì e no vent’anni, se non di più!” disse scrupolosamente Laura.
    “Tanto meglio!” rispose lei, accavallando le gambe.

    Intanto arrivò la cena, e le ragazza tra una portata e l’altra prendevano in giro Sara. Così, mentre Laura si cimentava a tagliare la bistecca, Stefania si divertiva a provocare Sara. Quelle due erano come cane e gatto, non riuscivano un secondo a stare calme. L’unica che riusciva a placare i loro animi era Elisa, ma era troppo divertita dai loro discorsi che pensò di fare uno strappo alla regola per quella sera.
    “Volete mangiare si o no?” sbuffò Laura alle amiche. “Poi si raffredda.”
    Sara scoppiò a ridere, e sputacchiò il vino che stava bevendo. Davanti alla scena, Stefania si piegò in due dal ridere, battendo sul tavolo i pugni. Laura parve scioccata, e con il coltello in mano rimase ferma per qualche secondo.
    “Scusate. Ma Laura…tu pensi sempre a mangiare! Non potevo non ridere!”
    Laura guardò l’amica in cagnesco, quasi stesse per divorare anche lei. In realtà ciò che le aveva detto non era del tutto sbagliato, Laura amava il cibo più di tutte le altre. E la cosa sorprendente che non metteva su un chilo, poteva mangiare tonnellate di spazzatura e non ingrassare nemmeno di un filo. Per questo ne approfittava per divorarsi praticamente tutto, per lo meno tutto ciò che era commestibile.
    “Quella è tutta invidia!” si difese lei, mostrando una linguaccia all’amica.
    “Io ti invidio davvero, eh!” disse Elisa corrucciando la fronte.

    Anche il ragazzo che Sara aveva riempito di sguardi stava cenando con i suoi amici. Questi, a differenze delle ragazze, divoravano avidamente il cibo, non lasciando nel piatto neanche una briciola. Si poteva intuire che avessero non poca fame.
    “Oh, ci voleva proprio! Mi sono riempito come mai prima d’ora!” disse uno di loro, dapprima stiracchiandosi e poi passando una mano sulla pancia ormai gonfia per massaggiarsela.
    “Ci credo, ti sei finito tre piatti di pasta!” disse un altro, sorseggiando dell’acqua dalla bottiglia, molto finemente.
    “Oh c’avevo fame!” disse l’altro, dopo essere stato contrattaccato dall’amico.
    “Un giorno mi dirai dove va a finire tutta quella roba!” rispose ironicamente il ragazzo con cui stava parlando.
    “Sulla pancia, sulla pancia!” disse invece un altro.
    “Pedro, vaffan*ulo!” rispose il ragazzo attaccato, strattonando il braccio dell’amico.
    I ragazzi scoppiarono a ridere, Pedro si liberò dalla mano possente dell’amico.
    “Lo sai che è vero Ka, lo sai!”
    Ka si arrese di fronte alle accuse di Pedro, e con un sorriso ebete fissò il bicchiere.
    “Adesso fa la parte dell’offeso, guardatelo” Pedro continuava a prendere in giro Ka, che lo guardava sempre più in cagnesco. Tutti scoppiarono a ridere, persino il ragazzo misterioso che piaceva tanto a Sara.
    Ka cercò di deviare gli insulti gratuiti dei suoi amici riguardo le enormi quantità di cibo che ingeriva giornalmente per concentrarsi sull’amico che era oggetto di innumerevoli attenzioni.
    “Parlando di cose serie…Ste, che farai con quella?”
    Ste guardò l’amico perplesso, mentre terminava le patatine fritte. “Ah boh. “
    “Come boh? Sei fesso?”
    “Mai quanto te.” rispose l’amico mentre masticava il boccone.
    “Si da il caso che lei voglia sco*are con te, se non lo sai.”
    “Se è questo che vuole, la accontenterò. “
    La freddezza di Ste era impressionante. Riusciva a parlare di un argomento così delicato senza provare un briciolo di sentimento, bevendo la sua amata Peroni e ingurgitando l’ultimo boccone della serata. Dopo di che, si alzò dal tavolo per andare fuori a fumare una sigaretta.
    “Vado a fumare.”
    “Vengo con te.” disse Pedro.

    Sara aveva lanciato qualche sguardo verso il tavolo dei ragazzi per notare qualche movimento ‘sospetto’. Quando vide il ragazzo misterioso alzarsi insieme al suo amico, si alzò di balzo dalla sedia e, aggiustandosi il vestito e tirandosi all’indietro i capelli, avvertì le amiche che sarebbe andata a parlare con lui.
    “Ma tu guarda che coincidenza, sta venendo la tipa che ti stava fissando prima!” disse Pedro, aspirando un tiro dalla sigaretta. “E’ proprio dietro di te, fai finta di niente. “



    So che mi odierete per aver terminato così il capitolo, ma devo pur farvi incuriosire no?
    Mi farò perdonare, non temete. :3


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  4. #4
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ciao a tutti ragazzi! Buona domenica! Come va? Da me ha piovuto tutta la giornata, e sono alle prove con uno studio 'matto e disperatissimo' come diceva Leopardi .-.
    Se volete distendere un po' i nervi e rilassarvi, godetevi il quarto capitolo, decisamente più lungo dei precedenti!
    Poi non dite che non sono brava

    4.


    “Che io vinca o che io perda,
    è sempre la stessa mer*a. “


    Sara era abbastanza tesa. Aveva sfregato per diversi minuti le mani, e si era ripetuta in mente ciò che avrebbe detto al ragazzo una volta incrociatolo negli occhi. Non era la prima volta che si avventurava a fare qualcosa del genere, eppure stavolta sentiva una reazione differente. Si grattava la nuca ripetutamente, e respirava faticosamente. Non sapeva spiegarsi bene il motivo di tale reazione, non le era mai capitato prima d’ora. Ma non aveva certo intenzione di lasciarsi scappare il ragazzo che aveva accudito gelosamente per la serata con i suoi sguardi peccaminosi, ricevendo gradite osservazioni da parte sua. Aprì la porta e raggiunse i due ragazzi, i quali fingevano di non vederla.

    “Buonasera.” disse lei. “Avete da accendere?”
    “Prego.” fece Ste, passando il pacchetto delle Marlboro alla ragazza e l’accendino.
    “Sei gentile, grazie!” disse lei ringraziandolo. Poi accese la sigaretta e si appoggiò al muretto, accanto al ragazzo. Notò i lineamenti del suo viso di profilo, da vicino le piaceva ancora di più.
    “Ste, io rientro. Ti lascio in buona compagnia… “ disse Pedro ridacchiando , lanciando una pacca sulla spalla all’amico.
    Sara abbassò timidamente lo sguardo, sapeva che il ragazzo stava parlando di lei. Lo vide avvicinarsi a lei, e rialzò distrattamente lo sguardo.
    “Ah, comunque io sono Pedro, piacere!”
    “Sara, piacere mio.” La ragazza allungò un braccio e strinse la mano a Pedro.

    Quando Pedro rientrò, Ste rimase qualche istante a fissare il vuoto, mentre aspirava un mix di catrame e nicotina dalla sigaretta.
    “Quindi tu sei Sara.” disse non degnandola di uno sguardo.
    “E tu Ste.” continuò lei.
    “Piacere!” disse poi lui, dandole una stretta di mano. “Allora, hai finito di stuprarmi con gli occhi?” disse poi lui scoppiando a ridere.
    “Cosa? Ma non è vero!”
    “Io le conosco le ragazze come te, vogliono solo una cosa. Non che a me dispiaccia, ovvio…”
    Sara dilatò di colpo le palpebre dinnanzi a tanta sfrontatezza. Certo, ne aveva conosciuti di ragazzi sicuri e determinati, ma ragazzi con il cuore di pietra come quello di Ste ancora no.

    “Tieni, questo è il mio numero. Se ti va, richiamami. “
    Sara passò un bigliettino a Ste con il suo numero, il quale indifferentemente prese il biglietto senza manco leggerne il contenuto. Di fronte a tanta freddezza, Sara prese coraggio e si allontanò dal ragazzo.
    Eppure non capiva cosa aveva sbagliato quella volta. Era bella, irresistibile, lui l’aveva guardata per tutta la serata, e ora non l’aveva neanche degnata di una minima attenzione. Si rese conto di essersi imbattuta in uno di quei bastardi con la b maiuscola. Perché Ste lo era davvero, e da come le aveva parlato non poteva sembrarle altrimenti. Ma quella sfida l’avrebbe vinta lei, non avrebbe lasciato a un ragazzo la possibilità di vincere. Con tenacia e sicurezza, si gettò i capelli all’indietro e si allontanò da Ste.
    “Che fai, già te ne vai?” domandò poi lui, posando il suo sguardo sul vestito inibito della ragazza. “Non abbiamo ancora deciso cosa fare stasera. Casa tua o casa mia?”
    Sara si voltò ricercando gli occhi del ragazzo, che per la prima volta da quando s’era avvicinata la stava chiaramente guardando.
    “Povero illuso.“ disse lei inarcando un sorriso da un orecchio all’altro.
    “Non era quello che volevi?” domandò lui, gettando la cenere dalla sigaretta ormai terminata.
    “Non voglio venire a letto con te. Non senza conoscerti.”
    Quel ‘non senza conoscerti’ lasciò di sasso il povero Ste. Non aveva mai incontrato una ragazza disposta a conoscerlo prima di farci sesso. Le ragazze che frequentava lo conoscevano solo per il suo successo, per la band di cui egli faceva parte, e perchè era ricco da fare invidia. Era Ste dei Finley, e questa era l’unica cosa che le ragazze volevano sentirsi dire prima di passare una serata sfrenata con lui. E ora magicamente ecco che una ragazza vuole conoscerlo. Bizzarra come situazione, pensò il ragazzo.
    “Ritorno dalle mie amiche, buona serata. “ disse Sara, salutandolo con una mano.
    Ste riprese a fumare, questa volta molto più nervosamente. Nel giro di pochi minuti aveva finito il pacchetto di dieci sigarette, e si stava mordendo il labbro inferiore per la rabbia. Aveva bisogno di altro tabacco che consumasse i suoi polmoni. La vista di quella ragazza, di quella frase, di quel momento l’avevano agitato troppo, ma di raccontarlo ai suoi amici non ne aveva voglia.
    Sara nel frattempo rientrò e raggiunse le amiche, che curiosamente la stavano guardando da lontano. Laura osservo lo sguardo insoddisfatto di Sara una volta giunta al tavolo, e le passò un braccio attorno al collo.
    “Com’è andata?” chiese lei.
    “Non come mi aspettavo.”
    “Che vi siete detti? Dai sono curiosa!” disse Stefania, mentre si versava dell’acqua nel bicchiere.
    “Gli ho dato il mio numero, e lui pensava che volessi…sì insomma…”
    Stefania fece scivolare la brocca d’acqua sul tavolo, che bagnò tutta la tovaglia. Sperava che nessuno l’avesse notata, e meticolosamente mise i tovaglioli di stoffa sulla parte bagnata della tavola, in modo che assorbissero l’acqua. Naturalmente i tovaglioli non diedero risultati grandiosi.
    “Aspetta, lui voleva…?” domandò sconcertata Stefania, dopo aver sistemato il danno.
    “Sì, ma ti rendi conto? E’ impazzito?” disse Sara, sbarrando gli occhi.
    “Beh, con tutte le occhiate che gli hai lanciato avrà pensato che volevi fartelo, e sinceramente se fossi andata con lui non mi sarebbe stupito.” affermò invece Elisa.
    “Elì, vaffanc*lo! Sei proprio una str*nza!” urlò Sara in preda alla rabbia.
    “Ma scusa, prova a dire che non è vero? Hai accavallato le gambe davanti a lui, ti sei massaggiata insistentemente le braccia con movimenti sensuali, avrà pensato che chissà quale film porno volessi fare con lui! Tu non ti sai contenere, che vuoi ‘mo?”
    Stefania non potè trattenere la sua risata stridula, che rimbombò pian piano in tutto il locale.
    “Elisa ti amo!” disse Stefania, battendo il cinque con l’amica.
    “A volte sai sfoderare gli artigli, sai?” continuò Sara, voltandosi verso Elisa.
    “Li sfodero solo quando ne è davvero necessario.” puntualizzò Elisa. “Comunque scherzavo mica te la sei presa?”
    “No no, hai ragione. Sembro una zo*cola stasera.”
    Sara prese un calice di vino e brindò con le amiche per la sincerità appena uscita dalla sua bocca. Laura rimase sorpresa, abbracciò l’amica e brindò assieme alle altre.
    “Su non pensarci, adesso ci scateniamo e a quello non lo pensi più!” ripetè più volte Laura all’amica. “A proposito, gli hai chiesto come si chiama?”
    “Sì, si chiama Ste. L’ho soprannominato Ste ‘il bast*rdo’. “
    Laura rise, e trascinò Sara in pista. Elisa e Stefania erano già lì a ballare, si erano scatenate nelle danze più sfrenate, cantando a squarciagola tutte le canzoni che stavano accompagnando quell’estate iniziata fin troppo bene.

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    non dimenticate di commentare eh!
    Ultima modifica di Honey*; 21-04-2013 alle 15:40

  5. #5
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ciao a tutti e rieccomi? Pronti per un altro capitolo?
    Ve lo posto subito!
    E non dimenticate di commentare, mi fa davvero piacere leggere cosa ne pensate siete carinissimi


    5.


    “ A volte non tornano,
    a volte speri in un loro eventuale ritorno,
    a volte dai per certo che torneranno. “


    Sara fu costretta a lasciare il bicchiere stracolmo di vino per andare a ballare con Laura. Le sembrava strano che fosse una delle sue amiche a strattonarla per portarla sulla pista, di solito era lei che spingeva le altre a ballare. Ma quella serata non le era andata bene. E a quanto pare l’aveva presa parecchio male. Ma non per il due di picche del ragazzo, quello poteva starci benissimo. Era per come Ste l’aveva trattata durante la serata, prima l’aveva fatta illudere ricambiando gli sguardi intensi di lei, e poi l’aveva trattata così freddamente e senza provare un briciolo di ripensamento. Si era semplicemente divertito a osservare l’audacia della ragazza, senza andare oltre. E nonostante si fosse divertita anche Sara a provocarlo, sentiva un profondo senso di insoddisfazione. Ma non perché non era riuscita a conquistare un uomo, visto che molti uomini nella sala l’avevano notata, ma perché non era riuscita a conquistare lui. Era lui l’oggetto d’interesse della serata, colui che aveva adocchiato e sedotto con gli sguardi, e non gli altri.
    “Che c’è, pensi ancora a quello?” domandò Laura, notando l’espressione poco felice dell’amica.
    “Sì, sul serio non posso credere che mi abbia trattato in quel modo.” rispose freddamente, abbassando di tanto in tanto lo sguardo.
    “Te l’ho detto, non ci pensare! Adesso balliamo che è meglio!”
    Sara seguì il consiglio dell’amica e in men che non si dica si ritrovarono al centro della pista a ballare come mai prima d’ora. Laura aveva preso per mano l’amica, sapeva che non stava molto bene dopo l’incontro con Ste, e tentava in ogni modo di distrarre Sara. Nel primo quarto d’ora, le amiche ballarono assieme, poi uno spintone, da parte forse di un ragazzo un po’ brillo, aveva portato Laura leggermente più indietro di dove si trovasse precedentemente. Intravedeva la sagoma dell’amica, che si stava divertendo a ballare con un ragazzo, e decise di raggiungerla. Proprio nel momento in cui stava per sorpassare un paio di ragazzi, uno di questi, non accortosi della ragazza dietro si sé, aveva fatto qualche passo indietro, e nel giro di pochi istanti Laura si trovò tra le braccia di un ragazzo, che a quanto pare l’aveva afferrata dalle spalle appena in tempo, prima che cadesse vergognosamente a terra.
    “Ti sei fatta male?” chiese il ragazzo.
    “No, no, sto bene.” disse lei, ancora agitata per la seconda spinta. Laura si voltò per vedere il volto del ragazzo e per ringraziarlo. Incrociò i suoi occhi castano intenso e quel filo di barba che lo rendevano davvero grazioso.
    “Grazie per avermi afferrata.”
    “Non c’è di che. Grazie a te per non essermi caduta addosso!”
    Laura coprì la risata con una mano davanti alla bocca, per poi concentrarsi nuovamente su quegli occhi così belli che le erano di fronte.
    “Ti devo un ballo per avermi salvato.” continuò Laura, mostrando un lieve imbarazzo dopo quella proposta.
    “Già, in effetti ti ho salvato la vita!” accentuò lui poi, scoppiando in una risata fragorosa assieme alla ragazza. Il giovane afferrò la mano di Laura per ballare con lei e si spostarono al lato destro della pista. Laura rise tutto il tempo del ballo, notando i passi scordinatissimi del ragazzo, e continuava a osservare il suo viso. Aveva degli splendidi capelli castano chiaro che incorniciavano il suo volto radioso e il suo sorriso. Non riusciva più a seguire il suo discorso, visto che aveva cominciato a parlare da quando si erano scontrati, ma quella sua parlantina non la stancava affatto.
    Terminato il ballo, Laura lasciò la pista da ballo per andare a sedersi su una sedia. Aveva avuto i tacchi troppo a lungo, così decise di sostituirli con un paio di ballerine comode. Mentre si era allontanata, non aveva notato che il ragazzo l’aveva inseguita, e proprio qualche secondo prima che si infilasse le ballerine era dietro di lei, deciso a parlarle.
    “Ehi…” disse lui, accennando un saluto con la mano.
    “Chi si rivede!” rispose Laura, abbassandosi il vestitino dai fianchi.
    “Mi sei venuta addosso, abbiamo ballato insieme, e ancora non so il tuo nome…misteriosa ragazza degli spintoni!” esclamò lui ironicamente.
    “Hai ragione, devo esserne dimenticata! Io sono Laura, tu?”
    “Dani.” ammise lui, e subito strinse la mano un po’ sudata della ragazza.

    Dani. Ora Laura sapeva il suo nome, e in cuor suo ne era esterrefatta. Eppure uno strano dubbio l’affliggeva, il fatto di aver già visto quel volto precedentemente. Era come se quel ragazzo le fosse in qualche modo familiare, anche se in quell’istante non riusciva esattamente a ricordare dove lo avesse visto. Decise di chiarire da subito il dubbio chiedendo al diretto interessato.
    “Ma io ti ho già visto da qualche parte, eppure non so dirti dove.”
    “Sei sicura? Perché io non ti conosco.”
    Dani aveva infilato una mano nella tasca dei pantaloni, e stava scrutando lo sguardo della ragazza per capire se davvero l’avesse vista in passato o meno.
    “Dani, ma dov’eri? Ti ho cercato dappertutto. Vieni, ti devo parlare.” fisse una voce la lontano.
    Sentendo quella voce dal lontano e scorgendo l’ombra del ragazzo che si stava avvicinando, finalmente capì dove aveva già visto Dani. Era insieme a quel gruppo di ragazzi seduti al tavolo a giocare a carte, insieme al ragazzo che piaceva a Sara. Dani era amico a Ste, il ragazzo che l’aveva chiamato, e la notizia non potè che lasciarla sorpresa. Dani fece cenno a Ste di fermarsi, l’amico obbedì fermandosi a metà tragitto.
    “Senti, io ora devo andare, è stato un piacere conoscerti.”
    “Anche per me” annuì lei, abbassando lo sguardo.
    “Ti va di venire a vedermi lunedì sera? Suono in un locale in periferia insieme alla mia band, ti lascio l’indirizzo sul tuo cellulare, così lo trovi senza problemi.”
    “Certo, sì sì.” disse infine Laura imbarazzata.
    Porse il cellulare al ragazzo, che con molta cautela le scrisse l’indirizzo su un messaggio, salvandolo in bozze. Dopo di che inarcò uno strabiliante sorriso, e ridiede il cellulare alla proprietaria.
    “Ecco fatto. Allora a lunedì, e non darmi buca, ci tengo a rivederti. ” ribadì lui.
    “Ci sarò!” disse Laura, mostrando un timido sorriso, incrocio tra imbarazzo e felicità.
    “Ah, porta chi vuoi, più siamo meglio è.”
    “Vedrò cosa posso fare.”
    “Allora, ciao!”
    Dani si allontanò assieme ai suoi amici, per poi voltarsi per qualche secondo per salutare con una mano la ragazza. Le aveva sorriso ancora una volta, e Laura ne era rimasta incantata.


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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buonasera belli! Scusate il ritardo ma ho studiato tutto il pomeriggio e non ho avuto tempo di postare .-.
    Non sapevo in realtà se postare o meno, poi ho pensato che era giusto postarvi dell'altro. Ho scritto altri capitoli, quindi non ci sono affatto problemi, ahahah
    Oggi è abbastanza lunghetto il capitolo,e a mio parere fa troppo ridere, ma non dico altro!
    E grazie a tutti per i commenti, siete dolcierrimi, love you.

    6.


    “A volte nulla è impossibile.
    Basta solo crederci.
    O forse anche realizzarlo.”



    Sara nel frattempo aveva raggiunto Elisa e si stava scatenando nelle danze più sfrenate con lei. Stefania era andata in bagno, doveva passare un fazzoletto bagnato sul viso, quella sera più di altre faceva un caldo terrificante, e dopo aver ballato più di mezz’ora senza sosta l’afa terrificante si stava percependo. Fortunatamente in quel momento in bagno non c’era nessuno, quindi ebbe tutto il lavandino per sistemarsi. Passò la mano tra i capelli biondi per distaccare alcuni nodi che si erano formati, e passò poi un fazzolettino asciutto per asciugare le restanti gocce di sudore. Gettò i fazzoletti nella spazzatura, e chiuse la porta principale del bagno delle donne, per ritornare dalle amiche. Non si era accorta di aver lasciato la cerniera della borsetta aperta. Prima di chiuderla, controllò se non mancasse nulla all’interno di essa. Mentre camminava per raggiungere la sala e contemporaneamente frugava nella borsetta, andò a scontarsi con un violento colpo di testa con un ragazzo, che si distaccò da lei qualche istante dopo lo scontro. La borsetta di Stefania cadde per terra, e il suo contenuto finì sparso di qualche centimetro dalla posizione della borsa.
    “La prossima volta guarda dove cammini!” sgridò il ragazzo, con un tono di voce alto.
    “Si dice che tu non fossi così attento!”
    Stefania si chinò leggermente per prendere gli oggetti da terra, che gentilmente il ragazzo non si era offerto di raccoglierle. Dopo che prese tutto, Stefania alzò lo sguardo verso il ragazzo, che era rimasto sorpreso di incrociare due occhi della sua stessa tonalità.
    “Ah, però, non sei male, ragazza…” disse poi lui, con un occhio di riguardo verso Stefania. “Scusami, sono un idiota. Sono Ka, piacere.”
    Lo strabiliante cambiamento d’umore di Ka in così pochi minuti fece rimanere Stefania sorpresa, che lo guardò con uno sguardo interrogatorio.
    “Stefania.” si limitò a dire lei, mettendosi la borsetta sulla spalla.
    “Esci con me?” chiese maliziosamente Ka, alzandosi il collo della camicia bianca sperando di far colpo sulla giovane.
    “Ma sei idiota? Manco morta!” affermò fortemente convinta lei, scagliando la borsetta verso il ragazzo.
    In quella frazione di secondi Ka chiuse gli occhi, quasi come se temesse di ricevere un duro colpo dalla ragazza, cosa che avvenne. Alzò le braccia in segno di sconfitta, e quando la ragazza si allontanò, si voltò nel guardarla da dietro, per poi mostrare un sorrisetto soddisfatto. E’ già pazza di me, pensò tra sé e sé. Nel frattempo due ragazzi arrivarono da Ka, erano Dani e Ste, che avevano intravisto la scenata del loro amico con la ragazza.
    “Ka! Ma che è successo con quella?” domandò Dani.
    “Tu non dovresti proprio chiederglielo, visto che stavi rimorchiando con una!” puntualizzò Ste, dando un colpo dietro alla nuca all’amico. Di colpo l’attenzione verso Ka fu rivolta a Dani, che imbarazzato cercava di deviare il discorso.
    “Non è quello che pensi. L’ho solo invitata a venirci a vedere. E poi, proprio tu parli? Quella non ti stava mangiando con gli occhi?”
    L’abilità con cui i due riuscivano a cambiare rispettivamente argomento mise in difficoltà la comprensione del discorso. Persino Ka non riusciva più ad ascoltarli, e tentò di fare smettere i due di parlare, ma ormai era impossibile. Sapeva che niente sarebbe riuscito a farli smettere.
    “Ma io mica l’ho invitata a un mio concerto!” disse Ste in risposta all’amico.
    “Tu sei un maleducato, oltre che un cafone, non mi stupisco che non abbia mai avuto una storia seria!” affermò Dani senza vergogna.
    “Non ho bisogno di una storia seria. Sto bene così.”
    Dani sapeva che in realtà Ste non stesse bene. Dal suo volto si intravedeva l’amarezza e la freddezza che aveva adottato nel corso degli anni per non farsi vedere debole davanti agli altri. Aveva rivelato una volta, proprio a Dani, che stava male all’idea di non aver mai condiviso una storia d’amore con un ragazza, di non sapere cosa significasse amare, di come ci si sentisse ad essere importante per una persona. Erano elementi che nella sua vita non erano presenti. E il solo pensiero di ricordare il passato lo terrorizzava.
    Davanti a quella risposta, Dani annuì. Non voleva costringere Ste ad andare sul personale. Non voleva fargli pesare questa cosa, e per quanto fingesse che stesse bene, Dani sapeva che non era vero.
    “Avete finito?” interruppe Ka.
    Dani lo guardò annuendo, Ste anche. Lui sorrise soddisfatto, e mostrò un sorriso a trentadue denti. Cominciò a parlare della ragazza con cui si era imbattuto, immaginando un’eventuale uscita con lui, alla quale si era categoricamente rifiutata di partecipare. Lui ripetè che lei era pazza di lui e che era semplicemente orgogliosa, e che prima o poi sarebbe uscito con lei. Oltretutto sapeva il suo nome, il che lo gasava terribilmente. Ste ascoltava distratto l’amico, e insieme agli amici si prestava a raggiungere l’auto di Pedro, che li stava aspettando nel parcheggio da ormai quindici minuti.
    Quando Ka giunse alla portiera della macchina tutto entusiasta, Pedro intuì che doveva essere successo qualcosa in quel frattempo in cui lui era stato impegnato a mettere in moto la vettura.
    I ragazzi corsero da Pedro, Ka salì avanti, Ste e Dani invece dietro.
    “Finalmente! Sono ore che sono qui!” borbottò Pedro verso i ragazzi, lanciando un’occhiataccia a Ka dal finestrino.
    “Con tutte le ore che aspettiamo te, questo mi sembra il minimo…” rispose Dani, infilandosi nella macchina e sistemando i jeans che li stavano per cadere dalla vita.
    Pedro non potè obiettare nulla. Era consapevole di essere un perfetto ritardatario, uno di quelli capaci di far snervare anche il ragazzo più calmo e comprensivo del mondo, che in questo caso era proprio Dani. Guardò in cagnesco Dani dallo specchietto, per poi spostare la sua attenzione su Ka, che era più radioso che mai.
    “Mi sono perso qualcosa, vero?” domandò.
    Nessuno rispose.
    “Qualcuno potrebbe rispondermi?” ribadì lui, sbuffando.
    A quel punto intervenne Ka, che passando una mano tra i capelli disse: “Una ragazza mi è saltata addosso, dovevi vederla! E’ già pazza di me.”
    Dani scoppiò a ridere per le buffonate che stava raccontando a Pedro, il quale non gli credeva manco un po’. Lo fissò per qualche istante, poi volse lo sguardo sulla strada, non curandolo.
    “Guarda che è vero!”esclamò lui. Poi, voltandosi verso Dani continuò: “L’ha vista anche lui.”
    “Guarda che ti ha mandato a quel paese quando l’hai invitata ad uscire, quindi tanto pazza di te non credo che sia..”
    Alla risposta di Dani, Pedrò rise sommessamente, ricordandosi di quanto fosse idiota il suo vicino d’auto.
    “Ka, sei sempre il solito.” ribadì Pedro all’amico.
    “E’ per questo che mi amano tutte!”
    Tutti risero allegramente davanti a quella frase, e Ste mollò una pacca sulla spalla di Ka in segno di incoraggiamento.


    “Dov’eri finita?” chiese Sara a Stefania, una volta giunta al tavolo.
    “Niente, mi so’ scontrata con un ragazzo.”
    “Pure tu?” chiese Laura incuriosita. “Oggi mi sa che è serata.”
    Sara aprì le orecchie e sobbalzò su Laura più curiosa che mai.
    “Che è successo, che è successo?” chiese implorevole alle amiche.
    “Sono andata finire praticamente addosso a uno mentre ballavamo. Lui mi ha invitato a fare un ballo con lui, e poi mi ha chiesto di andarlo a vedere in un locale tra qualche giorno, e mi ha detto che potevo portarci chi mi andava.” spiegò Laura.
    “E tu hai accettato?” domandò Sara.
    “Ma certo! Era così carino!” disse, ridacchiando tra sé e sé.
    “Fantastico! E tu invece?” domandò ancora Sara rivolgendo il suo sguardo questa volta su Stefania.
    “Nulla, mi sono scontrata con un idiota e mi è caduto tutto il contenuto della borsa. Ho dovuto raccogliere tutto da sola, quello lì non mi ha dato neanche una mano! Che maleducato…”
    Elisa scoppiò a ridere, ma rimase ad ascoltare senza interrompere. Sara invece si era addossata su Stefania, alla continua ricerca di informazioni.
    “E poi mi ha chiesto di uscire con lui, ma naturalmente gli ho detto di no.”
    “Come? Ma perché scusa?” domandò Elisa mettendo in scena una smorfia dell’amica.
    “Perché è un idiota, e ha una faccia da ebete!”
    Laura trattenne a stento la risata, poi le chiese: “Almeno sai come si chiama?”
    “Sì. Ka. Che fantasia.” continuò Stefania.
    “Il ragazzo con cui ho parlato io si chiamava Dani.” spiegò allora Laura.
    “Oddio, ma sono tutti amici..di…come si chiama quello che ti piace?” domandò Elisa, volgendo il so sguardo verso Sara.
    “Ste?”
    “Sì, quello! Erano i ragazzi seduti al tavolo con lui.”
    “Che cosa?” disse Sara sobbalzando dalla sedia.
    “Li ho sentiti parlare poco prima di andarsene. Erano loro.” spiegò Elisa gesticolando.
    “Ma tu guarda un po’ che coincidenza…” affermò Laura.
    “Già.” disse poi Elisa.
    Il volto di Sara si impallidì di colpo, mosse la mano destra nella speranza di procurarsi un lieve venticello, e passò una mano tra i capelli per metterseli dietro le spalle.


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    stupitemi come sempre
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buonasera! Sono pronta col nuovo capitolo
    Sono strafelice per le visite, ho raggiunto quasi 700 visite con soli sei capitoli, siete tutte stupendi
    Non vi faccio attenedere più, ecco a voi il proseguo

    7.


    “Questa storia non finisce, ciò che vedo un giorno lo vedrai.
    Il posto dove son cresciuto è ancora là, ciò che lasci resta come l’anima.”



    Lunedì sera.

    L’orologio continuava a segnare le otto e trenta, Laura avrebbe fatto di tutto affinché i minuti passassero più veloci della luce. Alle nove e trenta doveva vedere Dani, l’aveva invitata ad una sua serata, e non vedevo l’ora di vederlo. Aveva atteso quel giorno ormai dall’ultima volta in cui si erano visti al locale scontrandosi bruscosamente. Nonostante fosse strano come pensiero, forse doveva ringraziare il tipo sbronzo che l’aveva fatta scontrare con Dani, senza il suo aiuto forse a quest’ora non sarebbe vestita tutta elegante per andare ad un appuntamento con un ragazzo a suo parere magnifico. Aveva un vestitino blu a pois a balze, sembrava una piccola principessa. Aveva legato i capelli in una cosa sinuosa al lato, e applicato un fiocco blu che si intonava col vestito. Per non dare troppo all’occhio, invece del solito paio di tacchi, optò per un paio di ballerine. Osservandosi allo specchio, dopo essersi preparata, le comparve un innocuo sorriso, ricordandosi che l’ultima volta che era vestita così elegantemente era stato per il compleanno del suo ex fidanzato, che codardo l’aveva lasciata il giorno prima del loro anniversario. Ricordò il bacio sensuale sul collo, che lui le aveva dato quando l’aveva vista con quell’abito, e per qualche istante passò una mano sulla parte destra del collo socchiudendo gli occhi, quasi come se riuscisse a percepire il momento in quell’istante. Poi riaprì gli occhi e ricordò di quanto era stata male quando lui l’aveva piantata così, senza motivo, e scacciò con insistenza il pensiero dalla mente, scuotendo la testa per qualche secondo.
    Si sedette sul letto della sua camera, facendo attenzione a non rovinare il vestito. Non si era accorta di aver ricevuto un messaggio, mezz’ora prima. Era Sara.
    <<Ricordati che dovrei odiarti per avermi costretto a venire con te stasera!>>
    Laura sorrise, poi poggiò il cellulare sul comodino. Ridacchiava tra sé e sé, sapendo che Sara sarebbe stata agitatissima nell’uscire con lei quella sera. Dopo quello che era successo tra lei e Ste, il fatto di doverlo rivedere non riusciva a farla stare tranquilla. Laura si sentiva un po’ in colpa per aver costretto le sue amiche ad andare con lei al concerto del ragazzo che le piaceva, in fondo Dani aveva invitato lei, e forse avrebbe sbagliato a portare le amiche insieme, magari Dani voleva stare da solo con lei, o parlarci senza nessuno che desse fastidio. Poi le venne in mente il discorso tra lei e Dani, dove lui le aveva detto esplicitamente che poteva portare chi voleva. Inoltre non conosceva bene il ragazzo, e non voleva presentarsi da sola, il solo fatto di stare con le sue amiche l’avrebbe fatta stare meglio e l’avrebbe fatta sentire più sicura di sé. Se fosse andata da sola, si sarebbe fatta prendere dal panico e avrebbe cominciato a fare una miriade di figuracce, cosa che avrebbe sicuramente evitato di fare quella sera con la compagnia delle sue migliori amiche.
    Scese giù verso la cucina, bevve un bicchierone d’acqua, aspettando ancora che arrivassero le nove e trenta. Alle nove doveva passare a prendere le altre. Ripassò leggermente il trucco e scelse una borsa da abbinare. Finalmente arrivarono le nove, e dopo aver chiuso a chiave la porta, Laura raggiunse la sua auto di un color rosso scarlatto. Accese lo stereo, scegliendo un pezzo dei Daft Punk, alzò a tutto volume e raggiunse casa di Sara. Con suo immenso piacere notò che Elisa e Stefania erano lì, almeno non doveva sperperare altra benzina, visto che andava pure cara di quei tempi.
    “Caspita! Ma quanto sei sexy stasera?” disse con tono sarcastico Sara allacciandosi la cintura.
    “Tanto quanto te l’altra sera al locale, solo che io non farò mica la gatta morta con Dani come hai fatto tu!” rispose lei in tono altrettanto sarcastico.

    Dopo venti minuti, le ragazze riuscirono a trovare la strada che le avrebbe portate al locale. Scesero dall’auto, Sara addirittura balzando, e raggiunsero l’entrata del locale. Un tizio robusto e vestito di nero le fermò prima che potessero entrare.
    “Voi chi siete? Nome prego.”
    Laura si trovò impreparata, e si guardò intorno in cerca d’aiuto. Fortunatamente proprio dietro l’uomo, comparve il viso raggiante di Dani. Indossava un berretto verde e una maglietta bianca griffata.
    “Sono mie amiche, falle passare.”
    L’uomo forzuto si tolse davanti, permettendo alle ragazze di passare. Dani incrociò lo sguardo di Laura e fu fulminato dalla sua inconfondibile bellezza.
    “Finalmente sei qui. Ti aspettavo.” disse il ragazzo, avvicinandosi a lei. “Sei bellissima.”
    Laura abbassò di colpo lo sguardo e divenne particolarmente rossa come suo solito dopo un complimento. Rialzò lo sguardo, non permettendo a Dani di accorgersi del suo evidente imbarazzo.
    “Oh, grazie.” disse timidamente. “Ah, loro sono le mie amiche Elisa, Sara e Stefania.”
    Dani salutò le amiche dando loro una stretta di mano.
    “Venite con me, vi faccio strada.”
    Dani mise una mano sulla spalla di Laura e portò le ragazze sotto il mini palco del locale. Indicò a loro le sedie dove si sarebbero sedute, quelle in prima fila.
    “Vi faccio portare qualcosa da bere. Stasera offre la casa!” disse infine Dani, salutando Laura e ordinando a un cameriere di portare qualche lattina di coca cola alle ragazze. Laura era super felice e gasata per la serata che avrebbe passato. Il complimento che le aveva fatto Dani l’aveva lasciata davvero a bocca aperta, ed era tentata nel rispondere che anche lui quella sera era più bello che mai. Fortunatamente però, riuscì a contenersi.
    “Accidenti che gentiluomo quello lì!” affermò Sara, dando un super spintone all’amica.
    “Certo, mica è come Ste?” disse Laura, scoppiando a ridere, e insieme a lei anche le amiche.
    Elisa rimase qualche istante a fissare il palco, e tutti i vari strumenti. Laura non le aveva detto che Dani e i suoi amici suonavano, ma quando vide il palco allestito così divinamente non potè che essere super eccitata.
    “Fammi capire, questi suonano e tu non mi dici nulla?” borbottò Elisa verso l’amica.
    “Guarda che non lo sapevo neanch’io, sono rimasta sorpresa a vedere questo palco…” rispose in tutta difesa l’amica, guardandosi attorno.
    “Sai cosa suona Dani?” domandò di nuovo curiosa Elisa a Laura.
    “Non ne ho idea, ma perché tutto ‘sto interesse?” domandò a questo punto Laura, divertita.
    “Lo sai che ho un debole per i musicisti, o forse non dovevo dirlo…” in quel momento Elisa si tappò di colpo la bocca in modo da non svelare troppo alle sue amiche. Tutte scoppiarono a ridere.

    Dopo aver bevuto le lattine di coca cola offerte gentilmente da Dani, le ragazze si sedettero sulle sedie che Dani aveva indicato loro, lo spettacolo sarebbero cominciato a momenti. Laura non vedeva l’ora di vedere Dani suonare, avrebbe fatto il tifo per lui e gli avrebbe fatto i complimenti per il suo modo di suonare. Non aveva vergogna, sapeva che ci sarebbero altri a fare il tifo per lui e i suoi amici, e il suo incoraggiamento si sarebbe fuso insieme a quello degli altri.
    Un signore in giacca e cravatta uscì dalle tendine rosse del palco, e dopo essersi presentato, presentò la band che si sarebbe esibita, quella dove suonava Dani: i Finley.
    “Ecco a voi i Finley, buon divertimento!”
    Magicamente le tendine si allargarono per permettere ai ragazzi di passare, erano proprio i quattro ragazzi che stavano giocando a carte nel locale la sera scorsa. Stefania, che era accanto a Laura, si accorse immediatamente che nel gruppo c’era il ragazzo arrogante e maleducato che aveva osato invitarla ad uscire con lei, Ka.
    “Oddio, ma io quello lo conosco!” disse Stefania, balzando dalla sedia. “E’ il ragazzo di quella sera.”

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    Ultima modifica di Honey*; 25-04-2013 alle 16:34
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buonasera a tutti! Eccomi pronta per postarvi l'ottavo capitolo
    Vi avviso, questo capitolo sarà suddiviso in due parti, visto che teamworld mi vuole così bene. L'altra parte la posterò domani.
    Quindi non odiatemi troppo se vi lascerò col fiato sospeso sino a domani AHAHAH
    E scusate se sono troppo prolissa nel parlare e impego troppi capitoli per parlare di una serata, di un incontro o altro. Voglio descrivere tutto nei minimi dettagli
    Bene, dopo il mio piccolo monologo vi lascio col capitolo. Buona lettura!


    8.

    “Per una volta dovresti impugnare quel dannato microfono
    e ascoltarmi: la tua musica andrà lontano. Tu andrai lontano.
    Sei un talento, non puoi rimanere qui ancora per molto.”


    Elisa si stava godendo lo spettacolo, incurante del fatto che Stefania stesse parlando. Adorava la loro musica, era energia che entrava dentro e difficilmente riusciva ad uscire. Cercava di fissare le parole delle loro canzoni, e non poteva che trovarle magnifiche. Gli trovava magnifici, erano dei musicisti incredibili, e si vedeva che per arrivare a quei livelli dovevano aver studiato ed essersi applicati molto. Notò l’impressionante differenza tra lei e Dani nel modo di impostare la bacchetta nella mano, il modo in cui lui la impugna era nettamente differente dal suo, di conseguenza il suono non poteva che essere superiore. Intuì che doveva suonare la batteria da molti anni per saperla maneggiare così bene e per essere così esperto. Anche gli altri erano degli abili musicisti, e poi il cantante aveva una voce melodiosa, a suo parere.
    “Sono in gamba ‘sti Finley, davvero.” ammise Elisa, voltandosi verso l’amica. “Per caso stavi parlando?”
    Stefania diede all’amica una gomitata violenta, provocando un urlo da parte di quest’ultima.
    “Non ti stavo seguendo, scusa!” si scusò poi Elisa, massaggiandosi il gomito destro con una mano. “Però sei violenta, sappilo”.
    L’amica rise di fronte all’ultima frase dell’amica, poi la prese a braccetto bisbigliandole nell’orecchio, in modo che nonostante il frastuono si sarebbero riuscite a capire.
    “Conosco quel ragazzo che suona la chitarra, è il ragazzo di cui ti parlai , quel deficiente che mi ha chiesto di uscire!”
    Elisa dilatò gli occhi e rimase a bocca aperta. “Dici sul serio?” chiese poi. “Magari si somiglia.”
    “Ti dico che è lui. Se si chiama Ka è lui.”
    Elisa fissò per qualche istante il ragazzo, sperando che l’amica si sbagliasse. Lo osservò cercando di notare in lui qualcosa di famigliare, ma non notò nulla.
    “Secondo me ti confondi con qualcun altro. Non mi ricordo di lui..”
    “Se è per questo non ti ricordavi manco di Dani, eppure eccolo lì che suona!” puntualizzò Stefania.
    “Forse hai ragione. Non ho un’ottima memoria fotografica.”
    Le due amiche continuarono ancora a bisbigliarsi nell’orecchio, in particolare Stefania spiegò nei dettagli l’incontro avvenuto con Ka, con Laura e Sara l’aveva fatto superficialmente.
    Nel frattempo la band terminò di suonare e si presentò velocemente. Il misterioso chitarrista si chiamava Ka, quindi Stefania ci aveva visto bene. Poi c’erano Dani, Ste e un ragazzetto dai capelli brizzolati di nome Pedro, che era il cantante.

    Passò mezz’ora, i ragazzi erano occupati a firmare autografi e fare foto con alcuni fans. Era impressionante vedere quanta gente era accorsa a vederli, sembravano artisti qualificati nel mondo della musica, eppure erano così umili e con i piedi per terra da confondersi con dei banalissimi ragazzi. Invece loro erano i Finley, e facevano la differenza. Erano uniti, sorridevano ai fans, che in quel momento erano super felici. Firmavano autografi per tutti, nessuno per loro era superiore ad uno altro, ogni fan lo completava, era parte integrante del loro successo.
    Dopo che i fans si allontanarono felici, Dani raggiunse Laura e la risalutò.
    “Scusami se ti ho trascurato per questa mezz’ora, ero impegnato a firmare autografi.” disse lui timidamente.
    “Ma figurati, anzi, fai con comodo. Sei così dolce con i tuoi fans, sai?”
    Dani avvertì una vampata di calore attorno al suo collo, il colore delle sue guance si fece sempre più rossastro, e accennò un sorriso da ebete.
    “Grazie.” disse lui, balbettando. Poi scosse la testa, e rivolse la sua attenzione verso tutte le ragazze.
    “Vi faccio conoscere gli altri, venite.”
    Dani portò le ragazze dai suoi amici, che si stavano liberando dagli autografi.
    “Ehm…loro sono Laura, Sara, Elisa e Stefania.” disse Dani rivolgendosi ai suoi amici, poi diede uno sguardo alle ragazze “Ragazze, loro sono Ka, Pedro e Ste.” continuò lui, indicando rispettivamente i ragazzi. “Su, salutate idioti!”
    Pedro sfoderò un sorriso a trentadue denti e con segno d’attenzione, strinse la mano alle ragazze, dando loro un bacio sulla guancia.
    “Oh oh, chi si rivede! Sei Stefania?” domandò Ka incuriosito a Stefania.
    “Speravo che non ti ricordassi di me…” rispose lei, borbottando con le braccia incrociate.
    “Aspetta, voi vi conoscete?” domandò Dani perplesso, indicando ambedue i ragazzi con l’indice.
    “Sì, per mia sfortuna.” rispose Stefania.
    “Certo, quando mi sei venuta addosso non dicevi lo stesso!” affermò invece Ka realizzato di quella risposta. La ragazza lo guardò con aria di disprezzo.
    “Lei era la ragazza che avevi incontrato?” domandò, questa volta, Pedro. Ka annuì, e insieme a lui anche Stefania. Tutti scoppiarono a ridere, le ragazze lanciarono uno sguardo malizioso verso la loro amica, che ricambiava con uno sguardo imbarazzato.
    Sara partecipava al discorso, ma con la testa era presa da tutt’altro. Di fronte a sé aveva Ste, che stava fumando beatamente una sigaretta fregandosene di tutto e tutti. Voleva tornare a quella sera e rimangiare il fatto di aver dato il suo numero di telefono a un tale idiota, non si stupì per nulla quando non ricevette nessuna chiamata da parte sua. Era un tale str*nzo che non sarebbero bastare parole umane per descriverlo, e neanche parole ultraterrene. Sara abbassò lo sguardo, nella speranza che lui si fosse scordato di lei, cosa che nuovamente non l’avrebbe stupita.
    Ka si presentò al resto delle amiche, poi fu il turno di Ste, disdegnato, salutò le ragazze e diede loro una stretta di mano. Sembrava quasi turbato, e quando passò a Sara osservò il suo sguardo, ricordandosi immediatamente di lei.
    “Sara. Ciao. Non mi hai riconosciuto?” domandò lui.

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  9. #9
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ciao ragazzi! Ho deciso di postare prima perchè devo continuare il capitolo di ieri. Da ora in poi sarò costretta a dividere i capitoli perchè tw non mi fa postare il capitolo completo
    non odiatemi troppo!

    Eccovi il continuo, spero sia di vostro gradimento

    (parte 2)

    Sara fu sorpresa. Alzò lo sguardo, sperando che non stesse sognando. Ste si era ricordato di lei. E l’aveva chiamata per nome. Avrebbe voluto urlare per tutto il locale, spogliarsi, buttarsi in mare, fare la cosa più folle, ma si limitò a rivolgergli un timido sguardo. Cancellò dalla mente le orribili parole che gli aveva detto qualche istante prima, per poter ammirare quel lato dolce e forse irriconoscibile di Ste.
    “Ho provato a chiamarti ieri sera, ma mi dice che il tuo numero è inesistente.” continuò Ste, restituendo il biglietto con su scritto il numero di telefono di Sara.
    La ragazza non riuscì a capire come mai il suo numero risultasse inesistente a Ste. Eppure aveva sempre avuto il cellulare acceso in quei giorni, e la linea nel quartiere in cui abitava andava più che bene. Com’è possibile? Si chiese. Scorrendo il numero dal bigliettino, si accorse finalmente del problema.
    “Scusami, ho sbagliato l’ultima cifra. Sono un’imbranata!”
    Ka e Pedro scoppiarono a ridere, piegandosi in due. Laura guardò Sara sorridendole, in quel momento Sara si sentì una perfetta idiota, aveva insistito nel dare il suo numero di telefono a Ste non accorgendosi che non l’aveva scritto correttamente. Avrebbe preferito scavarsi una fossa che fare una figura del genere. Ste la guardò divertita, senza però metterla a disagio, a quello ci pensavano Pedro e Ka.
    “Non ti preoccupare, succede. “ disse lui, rassicurando la ragazza.
    “E da quando sei così comprensivo, eh?” chiese Ka, passando un pugno chiuso sui capelli di Ste.
    I ragazzi si guardavano compiaciuti, Pedro guardò Dani complice di ciò che stava accadendo, Dani fermò Ka, dicendogli di staccarsi da Ste prima che si fosse incaz*ato, cosa che sarebbe potuta avvenire molto prima di quanto immaginasse se avesse continuato a punzecchiarlo in quella maniera.
    Le ragazze scambiarono quattro chiacchiere con i ragazzi, trovandoli a primo impatto molto simpatici. Stefania e Ka non sembravano avere un grosso feeling visto i continui e a volte fastidiosi litigi che stavano tenendo, ma era normale per Ka, lui adorava stuzzicare tutti, specie quelli più suscettibili.

    “Quindi fatemi capire, voi avete conosciuto Sara, Laura e Stefania e nessuno sa della mia esistenza? Questa è un’offesa bella e buona!” affermò Elisa, fingendosi offesa.
    Con un indice rivolto verso l’amica, Stefania rise a crepapelle, e poi le fece una linguaccia. Passati dieci minuti, il gruppetto decise di sedersi attorno a un tavolino per continuare a parlare ancora un po’, nonostante fosse notte inoltrata. Ka ordinò tre birre non per i suoi amici, ma per sé, cosa che suscitò impressione nei confronti delle ragazze, mentre Ste continuò a fumarsi le ultime Marlboro dal pacchetto, ogni tanto lanciava un’occhiata a Sara, la quale ricambiava con un innocuo sorriso.
    Dani e Laura si erano seduti vicino, di tanto in tanto si scambiavano qualche parola o complimento, per poi rivolgersi verso gli altri come se nulla fosse. Elisa fece i complimenti ai ragazzi per la loro musica e il loro modo di suonare, molto maturo a suo parere, i quali furono entusiasti. Spiegò anche la sua passione per la batteria, e di quanto dovesse ancora apprendere da Dani per diventare una professionista.

    “Ragazze è tardissimo, dobbiamo rientrare!” ricordò Stefania,controllando l’orario dal cellulare.
    “Volete un passaggio?” chiese Dani.
    “Magari! Con questi tacchi non penso di riuscire a camminare ancora!” borbottò Elisa, massaggiandosi la caviglia dolente.
    “Pedro, sai cosa devi fare!” disse Dani, e rivolgendosi all’amico gli scagliò sul petto le chiavi della sua auto. “Riportale a casa, ti aspettiamo qua. Sei tu il tassista, no?”
    “Dani vaffan*ulo..” disse Pedro fingendo di borbottare. Afferrò le chiavi e condusse le ragazze all’auto.
    “Chi devo accompagnare prima?” domandò lui serio.
    “Io! Abito qui vicino.” rispose Stefania in tono squillante.
    Pedro passò dall’abitazione di Stefania, poi accompagnò Sara e Laura.
    “Ti conviene prendere questa traversa, sennò allunghi la strada..”disse Elisa, indicandogli la strada.
    “Ma dove abiti, in Cul*nia?” chiese Pedro ironicamente.
    “Poco ci manca.“ rispose lei con lo stesso tono.
    Pedro rallentò per far scendere Elisa dalla macchina. Presa la borsetta dal retro del sedile, scese dall’auto sistemandosi il vestitino.
    “Buonanotte Pedro, e grazie del passaggio in Cul*nia!” disse Elisa salutandolo dal finestrino aperto.
    “Buonanotte Eli. Ah, dimenticavo…Bel vestito.”
    Pedro abbassò il finestrino di fronte a lui e con velocità supersonica si allontanò dall’appartamento di Elisa, sfrecciando nelle strade buie di Milano. Nello stesso momento Elisa stava riflettendo sull’ultima frase che le aveva detto Pedro, non riuscendo a coglierne il significato.
    Bel vestito in senso buono o cattivo? Si domandava, non riuscendo a darsi una risposta.

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  10. #10
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buonasera cari lettori :3
    Oggi sono parecchio nervosa, nonostante la situazione a scuola sia molto favorevole. Spero con i vostri commenti e visite di riprendermi notevoltente, cosa che sono sicurissima accadrà
    Eccovi il nuovo capitolo,è abbastanza lungo è.è presto ci saranno nuove soprese, tenetevi incollatevi!


    9.


    “ A cosa tengo di più, tengo di più,
    di certo a quello che non ho più.”


    L’appartamentino non sembrava niente male. Non era arredato, ma non spettava mica ai venditori lasciare i mobili. Oltretutto non sarebbe servito molto, visto che poi gli sarebbero state apportate modifiche, che l’avrebbero resa del tutto irriconoscibile. Al piano di sotto c’era una cucina non molto grande, con una grossa finestra bianca che si affacciava su uno splendido giardino, dove regnavano dei magnifici tulipani, e poi c’erano delle scale che portavano al piano di sopra, dove c’era la camera da letto che le ragazze avrebbero dovuto condividere.
    La decisione era stata già presa qualche mese prima, dopo aver chiarito con i genitori sulle eventuali spese a cui sarebbero andate in contro, ma alla fine tutto era filato bene. Il proprietario sembrava esterrefatto di aver conosciuto una così garbata ragazza come Elisa a cui avrebbe affidato la sua seconda casa, messa in vendita già un paio di volte.
    “Questa è la camera da letto…so che non è molto larga, ma se ci mettete due letti matrimoniali dovreste farcela.” spiegò l’anzianotto signore dalla schiena curva.
    “Non si preoccupi, due letti matrimoniali entreraanno benissimo.” rassicurò la ragazza, ammiccando un piacevole sorriso all’uomo, il quale non potè non ricambiare.
    “Ti lascio le chiavi, adesso è tua.”
    Molto cortesemente l’uomo diede le chiavi alla ragazza, poi si diresse verso la porta d’ingresso e salutò la ragazza, augurandole buona permanenza nel suo appartamento, sperando che la sua permanenza si tramutasse in un vero e proprio stabilimento.
    Elisa non esitò ad avvertire le sue amiche, inoltrò un messaggio alle tre ragazze.
    << Ragazze la casa è nostra! Quando volete venire venite, io comincio a sistemare la mia roba. >>
    Salì i due borsoni super colmi di roba e scelse il letto, siccome era la prima arrivata si accaparrò quello vicino alla finestra,dove si vedeva una splendida Milano incorniciata da un cielo azzurro immenso, da uccellini che cinguettavano spensieratamente e da insopportabili palazzoni che coprivano in parte la vista della città.
    Qualche ora dopo, arrivarono le ragazze con un carico di valigie assurdo. Sara ne aveva la bellezza di cinque, si era portata dietro tutta casa sua. Un po’ era comprensibile, Sara era quella che ‘migrava’ più frequentemente delle altre. Ogni mese andava a trovare suo padre a Legnano, e sua madre andava due-tre volte al mese a Torino da sua madre, e la maggior parte del tempo rimaneva a casa da sola o andava a casa di Stefania per il tempo in cui sua madre mancava. Quando le amiche le proposero di vivere tutte sotto lo stesso tetto, non potè essere più felice. Non vedeva l’ora di allontanarsi dai suoi genitori e di non migrare più continuamente, come faceva ormai da qualche anno. Adesso sarebbe rimasta lì, con le ragazze che più di tutti gli altri l’avevano e la facevano stare bene. Pensò che non avrebbe potuto desiderare di meglio, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.
    Stefania scelse di dividere il letto con Elisa, mentre l’altro era destinato a Laura e Sara. Passarono il resto del pomeriggio a mettere i vestiti nell’armadio, l’unica cosa enorme di quella stanza. Fuori dalla camera c’era la scarpiera, che in men che non si dica fu riempita da scarpe, tacchi, ballerine e stivali di ogni genere. Colpa di Stefania e della sua fissa per lo shopping. Ogni fine settimana comprava due paia di scarpe differenti, scarpe da ginnastica e tacchi. Ne aveva a palate, poteva aprire un nuovo negozio di scarpe con tutte quelle che aveva.
    Dopo aver finalmente sistemato tutto, le ragazze uscirono di casa per recarsi al supermercato dietro l’angolo della strada, avrebbero comprato tanto di quel cibo spazzatura che ne avrebbero fatto indigestione. Ognuna delle ragazze prese un carrello e lo riempì fino all’orlo, a pelle non si riusciva a quantificare quanta spesa avessero fatto complessivamente. Il cassiere guardò le ragazze sorpreso dai loro carrelli, augurandosi che quelle fossero scorte per i prossimi mesi e che non avrebbero consumato tutto quella sera. Alla sola idea, il giovane sorrise come un ebete davanti a Laura, che lo guardò perplessa. Le ragazze presero le buste, portarono tutto a casa e impiegarono un altro quarto d’ora pieno per sistemare il cibo nella dispensa. Erano davvero fortunate che l’uomo avesse lasciato la casa pulita e perfettamente in ordine, altrimenti avrebbero perso altro tempo per ripulirla.
    Decisero di prepararsi una succulente cena, e visto che nessuno ai fornelli poteva battere Stefania, la ragazza preparò una cena squisita, di cui lei non toccò quasi nulla. Era a dieta.
    Mentre le quattro amiche stavano terminando la cena, un cellulare cominciò a vibrare e suonare come un pazzo. Sara si accorse che la suoneria polifonica apparteneva al suo telefono, e alzandosi delicatamente dalla tavola raggiunse il lavabo, dove l’aveva appoggiato, e sbloccò la tastiera. Era un messaggio, aveva come mittente Ste.
    << Ciao Sara, sono Ste. Scusami se in questi giorni non mi sono fatto sentire, ho girato quasi tutto il Piemonte per il tour. Sono tornato poco fa, ti va se ci vediamo? >>
    Il cuore della ragazza cominciò a battere forte, ma non come le altre volte, questa volta molto di più. Sentiva che prima o poi le sarebbe uscito dalla cassa toracica, e tutti avrebbero capito che la ragione per cui batteva così forte aveva il nome di Ste. Un sorriso illuminò il viso stanco e affaticato della ragazza, che con la mano tremante rispose al messaggio.
    << Certo, va benissimo, tra mezz’ora sono da te.>>
    Quei secondi dalla risposta di Ste sembravano non terminare mai, Sara accendeva continuamente lo schermo nella speranza che arrivasse l’sms. Ben presto le sue fatiche furono ricompensate, Ste l’aveva risposta. All’inizio c’era una risata scritta in stampatello, e poi il continuo l’aveva lasciata perplessa.
    << Non credo proprio! >>
    Cosa voleva dire ora quel ‘non credo proprio’? Forse aveva cambiato idea, o forse l’idea di aspettare la ragazza l’aveva turbata? Il sorriso di Sara si abbassò radicalmente. Pensò che Ste stesse giocando coi suoi sentimenti, che forse aveva sbagliato a dirgli subito sì. Forse doveva farlo un po’ penare, così come aveva fatto lui con lei il primo giorno. Forse doveva smetterla di aspettare che lui la contattasse per poi farsi trattare in questo modo. Scagliò il cellulare sul tavolo, provocandogli un graffio lateralmente. Guardò le amiche delusa, le ragazze aveva già compreso il motivo, ma evitarono di farle domande.
    “Scusate, esco un po’ in giardino. Non ho più fame, ma non perché non era buono eh. Era tutto squisito Stefi. Continuate voi, vi raggiungo tra un po’…” si limitò a dire Sara, con aria abbattuta.
    Uscì di casa dalla porta principale e non da quella che collegava direttamente col giardino, e con grande stupore trovò di fronte a lei un ragazzo. Era proprio lui, il moretto di quella sera, a cui non era riuscita a scrollare gli occhi di dosso, il bastardo che l’aveva trattata di mer*a prendendola per una sguald*ina, il lunatico che cambiava idea da un momento all’altro senza rendersene conto, il ragazzo che da giorni era al centro dei suoi pensieri, e forse ci sarebbe rimasto per molto. Ste.
    “Menomale che sei uscita, aveva paura di fare una figura di mer*a a suonare il campanello, non sapevo con esattezza che era questo l’appartamento in cui stavi.”


    ps. quant'è dolce Sara, awh. **
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    Ultima modifica di Honey*; 27-04-2013 alle 16:14
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