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Discussione: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

  1. #61
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Sera a tutti!
    Inutile dire che vi adoro sempre più, vero? i vostri commenti mi riempiono sempre di gioia :3
    vi lascio col capitolo DECISIVO della storia. Spero vi piaccia
    Un bacione, Elisa.

    40.

    “Ti sei mai sentito solo in una stanza affollata?
    Ti mai mai sentito fuori dal mondo?”

    Lo sguardo sconfitto di Elisa si abbandonò ad un tumultuoso calcio che sferrò allo sportello bianco della cucina. Non s’era mai sentita così presa in giro in tutta la sua vita. Da chi poi? Da Pedro, il ragazzo a cui aveva confidato parte della sua vita. Gliel’aveva promesso, quella sera davanti ai suoi occhi, con i capelli sudaticci, la birra in mano e il suo sorriso da conquistatore del mondo. Gliel’aveva promesso, doveva essere lì con lei a farla sorridere. E invece non c’era.
    Perché non me l’ha detto prima che aveva il concerto? Non l’avrei presa così male come l’ho presa ora. Perché non è mai onesto fino in fondo con me? Perché si comporta così? Dove vuole arrivare? Prima vuole farsi perdonare e poi mi pianta in questo modo…e pensare che mi aveva chiesto pure di uscire con lui…come faccio a fidarmi di lui? Ogni volta mi delude sempre. Ma non posso pretendere da lui l’impossibile…eppure aveva detto che voleva riprendere i rapporti con me come all’inizio…ma continua a fare come se non gli fregasse nulla. Non so quanto potrei reggere questo gioco assurdo che sta manipolando, perché sta giocando…sta giocando con i miei sentimenti e non posso permettergli di continuare a farlo. Devo parlargli una volta per tutte, dirgli quello che penso e non tirarmi indietro come fa lui con me. Questa storia deve finire una volta per tutte.
    Mentre Elisa blaterava con il suo subconscio, Sara tutta entusiasta raggiunse l’amica in cucina. Doveva far rifornimento di patatine e popcorn visto che erano tutti finiti.
    “Oh eccoti qui! Di là ti cercano tutti quanti, sei scomparsa dalla circolazione…” affermò Sara indaffarata a estrarre dalla dispensa le buste di plastiche contenenti il cibo interessato.
    Tutti chi? Ma se non conosco nessuno? “Ti ricordo che il novanta per cento degli invitati sono perfetti sconosciuti per me.”
    “Potresti anche essere più socievole e fare amicizia con qualcuno invece di lamentarti di ogni cosa.” rispose l’amica sbuffando. “E’ il tuo compleanno, dovresti essere felice, diciannove anni non sono da trascurare.”
    Certo, come se fosse facile.
    “D’accordo, hai ragione. Cercherò di sorridere.”
    “Abbiamo organizzato questa festa per te, Stefania ci ha messo tre ore per avvertire tutti, almeno apprezza il gesto!” ricordò Sara amorevolmente.
    Oh Stefania, tesoro, quanto potrei ringraziarti per tutto quello che fai per me ogni giorno? Ci sei sempre stata, e sempre ci sarai.
    “Lo apprezzo moltissimo, e apprezzo tutte voi. Siete sempre splendide con me, vi voglio così bene che neanche riuscirei a quantificarlo a parole.” ammise timidamente la ragazza, abbassando lo sguardo. Sara le andò in contro premendola contro sé in un abbraccio caloroso e vincente come pochi.
    “Su, andiamo di là.”
    E nel giro di pochi istanti, tutti gli invitati rivolsero i loro sguardi sulla festeggiata, applaudendo all’unisono al suo arrivo.


    “Grazie mille a tutti, siete bellissimi!”
    L’urlo trionfante di Pedro riecheggiò per tutta la piazza. Striscioni, cartelloni e una miriade di fan urlanti popolavano in quella notte magica, dove le stelle nel cielo brillavano di una luce soffusa e piena di speranza. Quando il cantante sollevò il microfono, tutto il pubblico rispose con un applauso gratificante all’anima e al corpo. Il sudore che impregnava dalla fronte, la maglia ormai bagnata fradicia e le orecchie fuse dal suono degli altoparlanti non potevano essere messi a paragone con il ben di Dio che i quattro musicisti stavano ammirando, uno splendido pubblico che ripeteva il loro nome sino alla sfinimento. Ka e Ste sollevarono gli strumenti come fanno i grandi rocker e urlarono un ‘grazie’ a tutti i loro fan. Dani si alzò dal seggiolino e corse avanti insieme agli altri, e tutti insieme fecero un inchino per chiudere il concerto. Come suo solito, il batterista lanciò le bacchette al pubblico, il quale rispose con un urlo non indifferente. Salutarono alcuni fans con un cenno con la mano per poi rientrare nei camerini.
    “Questo concerto è stato una bomba! Non mi ero mai divertito così tanto in vita mia…” ammise Ste, passandosi l’asciugamano tra i capelli.
    “Puoi dirlo forte, caro mio…ma poi hai visto quanti erano? E’ incredibile, ancora non credo che erano tutti lì fuori per noi.” esclamò Dani entusiasta.
    Non passò molto tempo dal loro rientro che Omar, il fratello di Pedro, entrò nel camerino dei ragazzi, con passo svelto. Sembrava dovesse avvertirli di qualcosa di molto importante.
    “Ragazzi ci sono alcune fans qui fuori che vogliono fare qualche foto con voi, vi conviene muovervi.”
    “Dacci almeno il tempo di cambiarci, siamo impresentabili così!” disse Ste quasi incosciamente.
    “Puzziamo soprattutto…” affermò Ka, ridacchiando insieme ai suoi amici.
    Dopo essersi cambiati velocemente, i quattro ragazzi erano pronti. Non erano proprio presentabilissimi, ma sicuramente non emanavano gli sgradevoli odori precedenti.
    “Allora ragà, avete finito?” urlò Omar sbuffando.
    “Sì sì arriviamo!” ribadirono Ste e Ka quasi all’unisono.
    I due ragazzi erano usciti fuori dai camerini e già stavano scambiando quattro chiacchiere con le loro fans, visto che per la maggiore erano tutte ragazze. Dani e Pedro erano ancora dentro che stavano sistemando le ultime cose. Dopo aver indossato il suo cappellino azzurro per schiacciare i capelli, Dani lanciò qualcosa di duro e appuntito contro Pedro. Erano le chiavi della sua macchina.
    “Ma che fai oh?” urlò Pedro, colpito alla sprovvista.
    “Prendi le chiavi e sparisci da questo posto,prima che le ragazze qui fuori ti blocchino il tragitto.”
    spiegò Dani in tutta serietà. “Non avevi una certa cosa con una certa ragazza,stasera,da sistemare?”
    disse poi, ridacchiando, e avvicinandosi a Pedro.
    “Esci dall’entrata di sicurezza, lì non ti vedrà nessuno.”
    “Non so se è il caso…andarmene così su due piedi…” rispose Pedro farfugliando. Era piuttosto nervoso ed agitato quella sera. “E se Omar si incaz*a?”
    “Pedro, stiamo io, Ka e Ste, ce la facciamo a dare retta a tutti, tranquillo. E se Omar parla lo faccio zittire io, figurati se mi faccio problemi.” rispose Dani in risposta all’amico, tranquillizzandolo.
    “Adesso però vai prima che cambi idea..”
    Pedro mostrò uno sorriso a trentadue denti all’amico, abbracciandolo a dovere. Poi gli strofinò una mano sulla testa, proprio in corrispondenza del cappello. “Dani, non so come ringraziarti, sei un vero amico!” ringraziò infine Pedro esultante, dando un bacio sulla guancia all’amico.
    “Sai come ringraziarmi, non rompermi la macchina.” disse Dani infine, ridacchiando tra sé. Pedro battè la sua mano con quella di Dani, stringendola amichevolmente. Salutò l’amico , afferrò la chitarra acustica di Ka, conservata avidamente nella custodia nera di pelle, e si apprestò a raggiungere la macchina al parcheggio, fortuna che non era molto distante dal palco. Prese la chita
    Elisa, sto arrivando, aspettami.

    eeeeeeeh ora voglio una valanga di commenti
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    Ultima modifica di Honey*; 10-07-2013 alle 22:51
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  2. #62
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buongiorno lettori carissimi come promesso vi lascio il nuovo capitolo, l'ho diviso in due parti perchè è troppo lungo.
    Leggete leggete e fatemi sapere!

    41.

    “E bastato soltanto un secondo per capire che
    di incredibili storie ce ne sono tante
    ma meglio di noi non c’è niente.”

    Ormai la festa era quasi finita, alcuni invitati avevano preferito svignarsela prima che Elisa facesse loro delle domande, alcuni invece erano talmente strafatti e ubriachi fradici che a stento riuscivano a reggersi in piedi. Come un festa in grande stile, Stefania evitò di mettere loro nei casini e ordinò un taxi per tutta la durata della festa in modo che potesse riaccompagnare l’ormai gente invalida ai propri appartamenti. Sbarazzatasi di una coppietta insopportabile, raggiunse la sala insieme alle altre. Elisa era sempre lì come solito ad osservare, per quanto fossero stremati, gli altri ballare.
    Dopo che Pedro le aveva detto che non sarebbe potuto venire aveva rinunciato completamente a sforzarsi di sorridere, sebbene fosse diventata ormai bravissima a fingere di mostrare un sentimento anziché un altro. Chiese maggiori informazioni a Laura, e con grande stupore scoprì che l’amica, così come Sara, gliel’avevano tenuto nascosto. Si erano difese spiegando che l’unica ragione per cui non gliel’avevano riferito era perché volevano che glielo spiegasse Pedro, non volevano mettersi in mezzo e rovinare qualcosa. Ma sì, in fin dei conti doveva dirmelo lui, è stato lui a farmi quella promessa, le ragazze non ne sapevano nulla.
    “Mi dispiace…non ce l’hai con me, vero?” chiese Laura con sguardo affranto.
    “Ma no, figurati. Ce l’ho con Pedro per essere sempre così superficiale in tutto.” rispose Elisa amaramente. “Ma va beh, ormai è andata.”
    Quando tutti tornarono a casa, in casa delle ragazza regnava un silenzio quasi assordante. C’erano coriandoli sparsi per la casa, cartacce e bicchierini rosa che regnavano sul tavolo, il cibo era andato praticamente a ruba e sul tavolo c’erano ancora i regali impacchettati. Sebbene non fossero suoi grandi amici, molti degli invitati le avevano fatto dei regali davvero interessanti. Alcuni non erano proprio di suo gusto, come un maglione rosa confetto stile candy candy o un paio di pantaloni a pois che le ingrossavano le cosce, ma per il resto non potè ritenersi sfortunata. Profumi, braccialetti, una borsa della Fergi di vernice grigia e le Vans, regalategliele direttamente da Stefania, furono i doni che più apprezzò. Sobbalzò alla vista di quel paio di scarpe che aveva sempre desiderato, si gettò a capofitto sul collo dell’amica ringraziandola. Sara invece le aveva regalato il CD dei Ramones che mancava nella sua libreria musicale, mentre Laura un pendente a forma di cuore nel quale si poteva inserire una foto. Con molta cautela, inserì la foto di suo padre e gliela porse.
    “Mi sono permessa mi mettere la foto di tuo padre, così potrai averlo sempre con te.”
    Elisa impallidì di fronte all’immagine del padre. Le mancava immensamente, e quell’immagine seppur piccolissima era stata capace di scaldarle il cuore come poche.
    “Ti ringrazio infinitamente, è bellissimo.” e con un abbraccio caloroso ringraziò Laura.

    Mentre Stefania e Sara stavano rimettendo in ordine le sedie sparse per il corridoio ed Elisa e Laura stavano provvedendo a gettare nella spazzatura i piattini, i bicchieri e le posate di plastica qualcuno suonò alla porta con fare insistente.
    “Chi sarà a quest’ora?!” domandò perplessa Stefania alle altre.
    “Forse qualcuno ha dimenticato qualcosa qui.” rispose con tono pacato Elisa. “Vado ad aprire io, non vi scomodate.”
    La busta della spazzatura nera, fortunatamente chiusa, le scivolò dalle mani alla vista del ragazzo di fronte a lei. Aveva un mazzo di rose rosse e una custodia di pelle sulla spalla sinistra.
    “Buon compleanno Eli.”
    Oh caz*o, non posso crederci. Pedro è qui? Ma…ma…aveva detto che…che…Oddio, non sarà forse che ha saltato il concerto per me? Non potrei mai perdonarglielo…. Ma allora perché è qui? Come ha fatto? Ok, devo stare calma. Un bel respiro e via, come sempre.
    “P-pedro!” esclamò lei balbettando, poi continuò “Ma…n-non avevi un concerto stasera?”
    “Dani mi ha prestato la macchina e sono corso da te immediatamente.”
    Oddio, è corso da me, immediatamente. Neanche la neve al sole si scioglierebbe come me in questo preciso istante.
    “M-ma n-no P-pedro, n-non dovevi…” Perché sto balbettando? Perché gli sto dicendo che non doveva venire? Certo che volevo venisse, anzi volevo averlo qui dall’inizio, volevo festeggiare con lui, divertirmi in sua compagnia come non lo facevo da chissà quanto tempo. Cavolo, non aspettavo altro da tutta la serata e adesso gli dico pure che non doveva venire? Ma che mi salta in mente?
    “Dovevo. Ti ho fatto una promessa, e io mantengo le promesse.”
    “Sì, posso confermare.” ammise lei accennando un sorriso.
    “Questi sono per te.” ricordò Pedro porgendo all’amica il mazzo di fiori.
    “Io amo le rose.” E amo te, soprattutto te.
    “Ne sono felice.”
    Elisa fece entrare il ragazzo in casa, il quale molto educatamente salutò il resto delle ragazze, portandole i saluti dal resto della compagnia. Dopodichè afferrò Elisa da un braccio e la portò sino in camera sua, adagiandola sul letto.
    “Perché mi hai portato nella mia stanza?” domandò Elisa curiosa.
    Velocemente Pedro estrasse dal fodero della chitarra la meravigliosa Fender Kingman marrone e nera a chiazze e la posò sulle sue gambe con cautela. Afferrò il plettro dal taschino posteriore dei suoi jeans e con un tocco d’eleganza passò l’oggetto tra le corde, emettendo un piacevole suono.
    “Questo è il mio regalo di compleanno, tutto per te.”
    Quattro minuti intensi bastarono per far scivolare dagli occhi della ragazza delle calde lacrime, trattenute a stento da diversi tamponamenti delle dita sugli occhi.
    Io non volevo piangere, ma come faccio? Mi ha scritto una canzone, per me, è dedicata a me. Ha fatto un viaggio in macchina per me, lasciando i suoi amici, il suo lavoro, i suoi fans per regalarmi questa dolce poesia, come faccio a non piangere? Vorrei fermarmi, ma non ci riesco. Vorrei scusarmi con lui per averlo allontanato, per avergli chiuso la chiamata, per aver pensato delle cose assurde e cattivissime sul suo conto, quanto lui ha fatto semplicemente quello che poteva. Ha mollato tutto per me, come faccio a non riconoscerglielo? Dio, le mie mani tremano, il mio cuore non smette di pulsare forte, il mio stomaco si sta rivoltando, persino le farfalle non riescono più a svolazzare felici e liete con questo nodo che mi stringe l’apparato digerente e mi blocca il respiro. Possibile che mi faccia un simile effetto? Finora nessuno mi ha mai dedicato niente, e poi è arrivato lui a rendermi quella che sono ora, ovvero la ragazza più felice dell’intera galassia.


    E non bastano mesi, non bastano anni, non basta una vita con te, ma è bastato soltanto un secondo per capire che di incredibili storie ce ne sono tante ma meglio di noi non c’è niente.

    Pedro concluse il suo pezzo lanciando uno sguardo intenso e ammagliante verso Elisa. Posò il plettro sopra il letto, e con un sorriso soddisfatto si avvicinò alla ragazza, abbracciandola.
    ”Ehi, perché piangi? Non t’è piaciuto il pezzo?”
    “Ma cosa dici? Il pezzo è magnifico..” rispose Elisa mugolando a denti stretti “E tu…mi fai piangere.” continuò, scoppiando a piangere.
    Pedro bloccò il volto dell’amica fermandola dal mento e fissandola negli occhi. Strofinò lievemente il suo naso con quello di lei e le regalò uno dei suoi migliori sorrisi di sempre, uno di quelli capaci di far mancare il respiro.
    “Farti piangere è l’ultima cosa che vorrei fare in questo momento. Ti ho già fatto soffrire abbastanza, adesso voglio vederti sorridere.”
    Boom-boom, boom-boom, boom-boom, boom-boom, il suono onomatopeico del cuore della ragazza diventava sempre più forte, sempre più insistente, sempre più soffocante. Elisa sorrise al ragazzo, diventando rossa dall’imbarazzo. Si asciugò le lacrime che ancora le bagnavano gli occhi, mentre Pedro continuava a indagare dentro di lei fissandola ardentemente.
    “Ti amo, Pedro.” ammise Elisa con un filo di voce, sentendosi il battito cardiaco accelerare a livelli disumani.
    Pedro, sorridendo dolcemente, afferrò con entrambe le mani il viso della ragazza sino a congiungerlo con il suo, fermando quell’istante incrociando le sue labbra con quelle di lei. La temperatura si fece sempre più calda, la frequenza cardiaca oscillava in continuazione raggiungendo alti e bassi. Il corpo della ragazza pareva quasi paralizzato, mentre un tumulto di emozioni fecero balzare in aria tutti i ricordi spiacevoli che aveva visto i due giovani come protagonisti. L’acido cloridrico dello stomaco ormai avevo disintegrato qualsiasi forma animale o qual si voglia all’interno di esso, costituendo una base acida che attraversò tutto il resto del corpo quasi come un groppo insostenibile. Le loro lingue si fusero in una danza sfrenata, nessuno dei due pareva volesse porre fine ad un momento così entusiasmante.
    “Vieni, andiamo.” pronunciò infine Pedro alla ragazza.

    aaaaw la dolcezza di questo capitolo
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    Ultima modifica di Honey*; 14-07-2013 alle 12:47
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  3. #63
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Come promesso eccovi la seconda parte!
    vi adoro, e continuate a commentare!
    love u.

    Sara e Stefania sembravano ormai spassarsela al piano di sotto. L’incontro piuttosto prolungato dei due innamorati fece insospettire parecchio Stefania, la quale cominciò a lanciare scommesse e a predire situazioni future riguardanti le sorti di Elisa e Pedro. Laura invece era stravaccata sul divano a godersi un bel filmetto alla TV, non aveva ancora sonno e anche se ne avesse avuto la stanza da letto non era libera. D’un tratto qualcuno bussò alla porta, senza suonare. Sara apparve all’inizio un po’ spaventata, visto che erano ormai le due di notte e non erano solite ricevere visite a quell’orario, pertanto Laura, coraggiosamente, si alzò dal divano per andare a vedere chi fosse. Sorpresa delle sorprese, quei tre mattacchioni dei ragazzi erano arrivati con una torta alla panna davvero invitante.
    “Sorpresa!” esclamarono i tre ragazzoni all’unisono, mentre Dani reggeva a fatica la torta in mano.

    “Ma Elisa dov’è?” chiese Dani, guardandosi attorno.
    “Sì è vero, dobbiamo farle gli auguri…” continuò Ka, grattandosi il capo.
    “Lo vuoi proprio sapere?” rispose Laura accennando uno sguardo divertito.
    “Ah sì Pedro, giusto!” esclamò Dani sbadatamente, tirandosi un colpo sulla fronte. “Sarà il caso che li lasciamo soli.”

    Stefania si allontanò dai ragazzi a loro insaputa, raggiungendo il corridoio. Si sedette sulla sedia accanto ai quadri, abbracciandosi amorevolmente. Di tanto in tanto origliava i loro discorsi, senza farsi mai sgamare. Non poteva andare con loro, c’era Ka, e solo il fatto di averlo in casa sua le soffocava la mente. Stefania si alzò dalla sedia e tese un orecchio sopra la parete del muro per ascoltare i loro discorsi. Voleva vedere Ka, vedere come stava dopo ciò che era accaduto, sentirlo parlare, raccontare le sue solite stron*ate, sentirlo anche solo respirare.
    “Ciao Stefania.”
    Una voce fece sobbalzare la ragazza, costringendola a voltarsi. Era Ka.
    Ma com’è finito qui? Come faceva a sapere che ero qui se fino a pochi secondi fa era in salotto insieme agli altri? Oddio…si sta avvicinando…cosa vorrà ora?
    Ka voltò la ragazza in corrispondenza a sé, bloccandole le mani e facendo aderire la sua schiena contro il muro, in modo che non potesse girarsi e andarsene via. Con i piedi bloccò le gambe di lei, e alzandole le braccia la bloccò tenendole stretti i polsi. Il suo corpo era sempre più vicino a quello di lei, la pelle calda e ardente di lui creavano contrasto con la superficie cutanea fresca e profumata di lei.
    “Tu non puoi capire quanto mi sei mancata…” spiegò Ka sciogliendole i polsi “Non ho fatto altro che pensarti tutti i giorni a tutte le ore.”
    Stefania si rifiutava di ascoltarlo. Sta dicendo un mucchio di cazz*te, non devo lasciarmi prendere in giro stavolta. Abbassò lo sguardo per evitare l’incrocio con le iridi color verde smeraldo di lui, ma la mano violenta di Ka le sollevarono il mento, portando i loro visi uno di fronte all’altro.
    “Ti prego, la mia vita non ha un senso senza di te.”
    “Certo, si vede, non ti sei degnato neanche di cercarmi!” urlò lei, spingendo il ragazzo per allontanarlo.
    “Aveva paura mi odiassi.”
    “Avevo paura un caz*o! Non capisci che volevo vederti? Volevo chiarire con te ogni cosa?” esclamò Stefania in preda al panico “E tu invece cosa ha fatto? Niente, non ti sei preoccupato neanche di sapere come stessi…”
    “Ti prometto che stavolta sarà diverso..” disse Ka, disperato.
    “Ma cosa sarà diverso? Non sarà diverso un corno! Non cambierà niente, perché tu non cambierai mai….” rispose lei con rammarico, camminando verso la cucina. Ka la raggiunge, posizionandosi davanti alla porta.
    “Dammi un’altra possibilità, ti prego…Ho capito di aver sbagliato, sono disposto a fare tutto pur di non perderti. Sono disposto a pagare anche tutto l’oro del mondo pur di renderti mia…ma per dimostrartelo devi darmi un’altra possibilità. Ti prego, io ti amo.”
    E come faccio a dire di no a due occhi così belli? Come faccio a rifiutarlo? Lo amo con tutta me stessa, e lui ama me, almeno così mi ha pronunciato. Come posso fingere di essere forte davanti alla sua indiscutibile dolcezza? Perché non riesce ad essere sempre così carino nei miei confronti e lo fa solo quando litighiamo? Adesso cosa dovrei fare? Devo perdonarlo? E se succede di nuovo?Se lo fa con un’altra ragazza? Come dovrei reagire? Come devi reagire? Cosa diavolo devo fare?
    Stefania si abbandonò ad un abbraccio pieno d’affetto verso Ka, poggiò il viso sul suo petto sentendo il piacevole profumo di lavanda fresca sulla sua t-shirt. Accinse le braccia attorno al collo di lui e si abbandonò ad un bacio mozzafiato, incredibile, stupefacente, emozionante, esilarante e chi più ne ha più ne metta. La sensazione di precarietà venne riempita da quel bacio così sazio, così pieno, così intenso che da tempo mancava. Ka avvicinò i fianchi della ragazza ai suoi e delicatamente la avvicinò al muro, fermandola contro di lui. Il respiro si faceva incredibilmente sempre più imponente e i polmoni si dilatavano ad una velocità disarmante.

    “Mi fai impazzire, lo sai?”

    Il cuore tumultuoso del ragazzo non smetteva di battere sincronizzato con quello di lei. Stefania avevo ceduto alle sue lunghe attenzioni, decidendo di lasciarsi trasportare dal sentimento di gran lunga più intenso del suo orgoglio. Premette il palmo delle mani sulle sue guance e delicatamente arrivò a massaggiargli i lobi delle orecchie con i polpastrelli. Attraversò una mano tra i capelli e con un lieve movimento avvicinò la testa del ragazzo alla sua, baciandolo un’altra volta. Un sorriso colorò il volto della giovane, che sollevandosi sulle punte arrivò all’altezza del ragazzo e finalmente potè mostrargli i suoi veri sentimenti. Dopo un secondo lungo, quasi interminabile bacio i due continuarono a fissarsi silenziosi, sino a quando Stefania non decise di rompere il ghiaccio.

    “Non hai detto quelle parole perché eri preso dagli ormoni, vero?” chiese poi, curiosa.
    “Non direi mai ‘ti amo’ preso dagli ormoni.” rispose Ka, mettendosi composto di fronte a lei. “Mi fai così superficiale?”
    “No, ti faccio così virile.” disse Stefania in sua risposta, apparendo fredda e distaccata.
    Ok, ce l’ha con me ancora, glielo leggo dallo sguardo. Non ha ancora ammortizzato la botta, e forse ci vorrà ancora tempo…ma allora perché ha ceduto al mio bacio?
    “E tu invece…perché mi hai baciato? Lo so che deve essere stato durissimo assistere a quella scena con Giorgia, e non posso negarlo, e so anche che sei ancora arrabbiata con me, e posso comprendere anche questo. Ma adesso sono qui, da te, e non da lei. Sono qui ad aprirti il mio cuore, a mostrarti quanto sia cambiato, quanto abbia capito cosa significhi innamorarsi. Perché l’amore, quello vero, è con te, e non con lei. E’ con te, e nessun’altra. E so che lo pensi anche tu.”
    Stefania aprì le braccia e si buttò a capofitto sul ragazzo, stringendolo forte.
    “Non farmi più soffrire, ti prego. Sono stata troppo male questo mese senza te” espresse ancora la ragazza, con il naso a stretto contatto col petto di Ka.
    “Non succederà più, fosse l’ultima promessa che faccio.”
    Ka afferrò nuovamente il volto di Stefania e lo congiunse al suo, sfiorandole le labbra e scatenando un altro incredibile bacio, il primo di una lunga serie. Quella notte neanche la luna piena e le stelle luccicanti in cielo potevano far concorrenza a quel momento così intenso e elettrizzante. Era nato qualcosa di unico e irripetibile, qualcosa di intenso e struggente, qualcosa di identificabile. Aveva il nome di amore, e aveva preso possesso dei due giovani completandoli a vicenda.

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    Ultima modifica di Honey*; 16-07-2013 alle 14:11
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  4. #64
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ragazziiiii! Sono tornataaaa!
    Scusate il periodo di assenza ma sono successe troppe troppe cose e non sono stata per niente a casa!

    Vi lascio con l'ultimo capitolo. Si, avete capito bene, ULTIMO. Questa storia è giunta al termine.
    Volevo ringraziare ognuno di noi per essermi stato accanto, per non aver perso nessun capitolo, per aver sognato e per essersi innamorato di questi personaggi così come me. Ci ho messo tutta l'anima per realizzare una storia come si deve, ma voi che mi avete seguito sino all'ultimo capitolo siete magnifici, perfetti, i lettori migliori che abbia mai avuto. Grazie per avermi conosciuta, per aver passato in mia compagnia (e anche in compagnia di queste simpatiche coppiette) pomeriggi o serate noiosissime! Spero vi sia piaciuta davvero questa storia, e soprattutto spero vi abbia lasciato qualcosa e vi abbia fatto riflettere su vero significato della parola 'amore'. E scusate se ho fatto troppi errori o se ho ripetuto troppe cose, ma ci tenevo a dirvi quanto mi abbiate resa felice in questo periodo, da Aprile sino ad ora. Grazie al Forum ho avuto la possibilità di conoscere oltre che lettori meravigliosi, anche ragazzi magnifici con cui mi sento spesso. Sì insomma, grazie grazie grazie! Ci sentiremo presto, promesso :*
    La vostra Elisa.

    ps. anche l'ultimo capitolo sarà diviso in due parti, la tradizione di tw mi ha accompagnato anche dopo un sacco di capitoli uahahah

    42.

    “Quando ormai l’estate se ne va sei tu l’ultima speranza,
    l’unica per me, unica per me.”

    Le dieci e trenta del mattino si facevano sentire. La luce abbagliante del sole che penetrava dalle finestre del balcone accecò il volto di Elisa, costringendola ad aprire gli occhi. Il calore emanato da quella lucina fastidiosissima le fece cambiare posizione, girandosi dall’altro lato del letto. Improvvisamente si accorse di non avere accanto a sé Stefania. E neanche di essere a casa sua. Si alzò di colpo, e aveva in dosso una camicia azzurra larghissima e di sotto praticamente nulla. Si voltò da una parte all’altra del letto, facendo mente locale. Si ricordava qualcosa inerente alla sera precedente, qualcosa in cui c’entrava Pedro.
    Pedro, esatto, lui. Doveva essere a casa sua. Non poteva essere altrimenti, oltretutto indossava una sua camicia. Si strofinò gli occhi ancora addormentati, mentre manteneva la nuca con una mano. Avvertiva uno strano dolore alle tempie, sembravano scoppiarle. Forse era stato il sole, forse s’era svegliata di colpo, o forse doveva solo riprendersi un po’.
    Scese da letto e si mise di fronte allo specchio dell’armadio, legandosi i capelli con un elastico che aveva sempre pronto sul polso. A piedi scalzi gironzolò per la casa, non trovando nessuno. Che se ne fosse andato? Quando raggiunse la cucina, trovò una tavola pronta e un pacchetto regalo avvolto con un nastrino rosso.
    “Buongiorno, dormigliona!”
    Pedro raggiunse la ragazza da dietro, stringendola contro sé. Poggiò il suo mento nell’incavo del suo collo e le solleticò dolcemente il lobo con il naso.
    “Ma che bel buongiorno!” esclamò lei, voltandosi di faccia a lui. Entusiasta si avvicinò a Pedro baciandolo sul collo.
    “Mah, sì, faccio del mio meglio” rispose Pedro con aria di vanto. “Tu piuttosto, come stai dopo l’alcool ingerito ieri?” ridacchiò infine il ragazzo.
    “C-cosa? A-alcool?” esclamò Elisa con gli occhi fuori dalle orbite.
    Pedro scoppiò in una sonora risata. Non aveva mai visto una faccia così buffa come quella della ragazza. Tra l’altro, dopo aver sentito una sciocchezza.
    “Sì, ci siamo ubriacati.”
    “Cosa?” esclamò con tono ancora più deciso Elisa, mentre Pedro se la rideva beato. “E tu me lo dici così?”
    “Dai, che vuoi che sia?!” rispose Pedro non nonchalanche.
    “Oh sì, dimenticavo…tu bevi tutti i sabati sera.” affermò ironicamente Elisa, accerchiando le braccio attorno ai fianchi.
    “E no cara qui ti sbagli! Io bevo tutti i giorni a tutte le ore, incondizionatamente da chi ho intorno!” esclamò bello pimpante il ragazzo.
    “Ho avuto modo di notarlo sai?” disse infine Elisa sempre con tono sarcastico. “Piuttosto, mi spieghi cosa ci facevo in quella stanza? Voglio dire…abbiamo dormito insieme?”
    Ma come caz*o ti viene in mente di chiedergli se avete dormito insieme? E’ normale che ti dirà di sì! Vociferava la vocina interiora della ragazza. Ho tutti i diritti di saperlo, ero ubriaca e non ricordo un beato caz*o. E poi scusa, devo sapere come sono andate veramente le cose…dopotutto non ho mai dormito con un ragazzo.
    “No, quella era la stanza degli ospiti.” rispose Pedro facendosi serio. “Non ti reggevi più in piedi e ti ho fatto riposare, avresti potuto vomitare tutto per terra se ti avessi lasciato stare ancora in piedi!” spiegò il ragazzo, accennando un sorriso sull’ultima frase.
    “Quindi…non…è successo nulla?”
    Dai che ha capito a cosa ti riferisci. Cavolo quanto sei curiosa Elì, sta un po’ zitta qualche volta! Magari è successo e non vuole dirtelo, che ne sai…
    “No Eli, stai tranquilla. Non è successo nulla di quello che pensi. Sono un ragazzo, non un maniaco.”
    Ecco, s’è offeso, lo sapevo, lo sapevo io che dovevi stare zitta! Complimenti Elisa, complimenti. Dovresti vincere un premio come ‘ ragazza più impicciona del pianeta’.
    “No Pedro, non è come pensi, io…non volevo dire…ceh io…fammi spiegare.”
    Non ti ingarbugliare, non ti ingarbugliare, non ti ingarbugliare, non ti ingarbugliare.
    “Eli, stai tranquilla. Rilassati.” disse Pedro stringendole le mani.
    “Ti ho fatto quella domanda perché volevo sapere di preciso cos’era successo ieri, non volevo fare una cattiveria nei tuoi confronti, davvero.” rispose Elisa con uno sguardo spento, abbassando il capo. Pedro sollevò lievemente il volto della ragazza e lo avvolse con le sue mani.
    “Ehi..” sussurrò inizialmente, poi continuò “Lo so quant’è importante per te quella cosa, non ne avrei mai approfittato, se ci tieni a saperlo. Per questo ti ho detto che sono un ragazzo non un maniaco, ma non mi sono offeso, tranquilla.”
    Elisa alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi e il suo sorriso che la mandarono completamente fuori rotta. Timidamente diede un bacino sulla guancia al ragazzo, il quale contraccambiò amorevolmente.
    “Adesso però andiamo a fare colazione che ho fame!” esclamò Pedro massaggiandosi la pancia. Effettivamente aveva davvero fame, il suo stomaco brontolava che era una meraviglia.
    “Come rovinare un momento tenero…lo stai facendo bene Pedretti, davvero molto bene!”
    “Uh, lo sto facendo bene quindi?” chiese Pedro maliziosamente, lasciando alludere ad altro.
    Elisa lo guardò dubbiosa, scoppiando a ridere. “La colazione.” Ripetè lei, indicandogli la tavola. Alzò un sopracciglio soddisfatta per aver fatto tacere il suo ami…no, ragazz…no amic…come doveva chiamarlo?
    I due si sedettero uno di fronte all’altro. Pedro aveva già addentato il toast con la Nutella e si stava sporcando le labbra come un bambino di cinque anni. Elisa scoppiò a ridere, poi riprese a fissare il ragazzo pensierosa. Penso che potrei amarlo anche con tutta la faccia sporca di Nutella, con cinquanta chili in più, con la barba o senza, rasato a zero, con la camicia o con la t-shirt, con o senza vestiti, con o senza i Finley.
    “Perché mi stai fissando?” chiese Pedro curioso.
    “Io? Ah, n-no, no, nulla…” rispose Elisa, scuotendo la testa da sinistra a destra.
    Sei convincente come Ka che dice che non ha fame, o Dani che non vuole andare a vedere i Green day, o Ste che rifiuta un kebab pensò Pedro accennando un sorriso.
    “Avanti, dimmi a cosa stavi pensando. Sicuramente doveva essere qualcosa di eclatante, dovevi vedere che faccia avevi.” esclamò Pedro parlando con la bocca piena.
    “Niente, è che amo il tuo sorriso, potrei stare ore a guardarti..” rispose la ragazza tranquillamente, poggiando il mento sulle nocche e inclinando la testa lievemente da un lato. Ah, è così bello, anzi no, bellissimo. Mio Dio, è fantastico! Fantasticava tra sé la ragazza, fissando un punto vano nel vuoto. Pedro aveva spalancato la bocca e la stava fissando avidamente con la tazzina del caffè in mano, poi le aveva rivolto un sorriso dolcissimo. Di colpo la ragazza si fece nuovamente seria e si mise diritta dinnanzi a lui. “Oddio, non stavo parlando ad alta voce, vero?” chiese, sapendo comunque del danno appena fatto. Pedro sorrise di fronte al tono atterrito della ragazza, annuendo. Elisa scoppiò dalla vergogna, abbassando lo sguardo. Che caz*o, dovrei smetterla di fantasticare in sua presenza.


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  5. #65
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    E finalmente dopo taaaanto tempo eccovi la seconda parte!

    ps. sono indecisa se continuare o meno, voi che dite?


    “Non provocarmi, ragazza. Lo sai cosa posso fare.” rispose Pedro con aria di sfida, dopo essersi alzato dal tavolo. Entrambi ripresero a prendersi in giro, dopo che Elisa rispose ad una linguaccia del ragazzo.
    “Non hai ancora aperto il pacchetto.”esordì Pedro.
    “Quale pacchetto?”
    “Quello accanto a te nella busta. Aprilo.”
    “E…e per me?” domandò Elisa incredula.
    “Sì, è per te. Non fare tante storie ed aprilo.” ribadì nuovamente il ragazzo, appoggiatosi al bordo della cucina.
    Elisa scartò con cura il regalo. Era un cartone bianco quadrato, non molto grande.
    La carta era blu metallizzata e alla luce faceva un riflesso carinissimo. Il nastrino dava un po’ di numeri, ma dopo qualche secondo riuscì a liberarsi anche di esso. Uhm, dalla forma suppongo non sia un CD, e neanche un libro, pensò tra sé, ma allora cos’è? Quando il cartone illustrò l’immagine dell’oggetto regalatogliele la ragazza balzò sulla sedia e rimase a bocca aperta.
    “M-ma…q-questo è un iPhone!” esclamò la ragazza sorreggendo a stento lo scatolo. “Un iPhone!” ribadì, ancora sconcertata.
    “Ti piace?” domandò lui, fumandosi una sigaretta.
    “Stai scherzando vero? E’…è bellissimo, davvero.” rispose la ragazza esterrefatta “Ma…ma perché?” chiese infine.
    “Beh, siccome il tuo cellulare è sempre irraggiungibile ho pensato che regalandotene uno nuovo potremmo sentirci più spesso.”
    Oh-mio-Dio, ha detto ‘sentirci più spesso’ oppure ho sentito male io? Sul serio vuole sentirmi? Dio Santo, sto per avere un infarto.
    “Ma non posso accettarlo…voglio dire…è troppo per me!”
    “Sei sempre la solita…” rispose Pedro scoppiando a ridere “Invece tu lo accetterai, ma non ipoteticamente, lo accetterai per forza. Non è vero?” continuò a dire il ragazzo, questa volta in maniera più dolce e comprensiva.
    “Mi stai viziando troppo, Pedretti. Prima mi dedichi una canzone, adesso mi regali l’iPhone…devo aspettarmi dell’altro?” disse Elisa con un tono giocoso.
    “A dire il vero sì.”
    Come sarebbe a dire sì? Io stavo scherzando! Che altro gli passa per la testa? Vuole farmi morire sul colpo? Non so quanto riesca ancora a resistere prima di scoppiare a piangere dall’emozione.
    “Verresti a vivere qui?”
    “C-cosa?” Eh? Ma è impazzito?
    “Ti sembra così strano che due ragazzi vivano insieme?” chiese Pedro in tutta tranquillità.
    “No, non è quello il punto…è che noi non siamo due ragazzi come gli altri…” rispose Elisa a fatica, farfugliando come suo solito.
    “A cosa ti riferisci?”
    “Alla tua visita improvvisa ieri sera, alla canzone, al nostro bacio, a questa colazione, al regalo che mi hai appena consegnato, a noi, al fatto che ti amo ormai da troppo tempo…”
    Mi ama. Ha detto che mi ama. Lo ha detto di nuovo. Non posso crederci…mi sto sentendo male. La mano di Pedro che stringeva il bicchiere dell’acqua cominciò a tremare e il contenuto a barcollare, un sorriso ebete invase il suo volto. Mi ama, ha detto ‘ti amo’. Potrei continuare a sentire quelle due paroline per tutta la vita. Potrei urlarlo a tutto il mondo, ma subito dopo ne sarei geloso. Voglio quel ‘ti amo’ solo per me, e sarà solo per me.
    Pedro adagiò il bicchiere sul tavolo, si alzò dalla sedia mettendosi in ginocchio davanti alla ragazza. Poggiò le braccia sulle gambe di lei, incrociandole. Elisa rivolgeva il suo sguardo in punto vano del pavimento, e lentamente avvicinò le mani a quelle del ragazzo.
    “Guardami negli occhi, Eli.”
    Pedro sfiorò il mento della ragazza, premendo il pollice all’insù permettendogli di incrociare lo sguardo della ragazza. Oh, i suoi occhi così limpidi, quanto li amo.
    “Ti amo anch’io, non puoi immaginare quanto. Ti ho amato quando mi hai baciato per la prima volta, quando mi hai rivelato quelle situazioni così delicate della tua vita, quando mi hai visto con Giorgia per la prima volta, quando mi hai chiuso il telefono in faccia dopo averti detto che non sarei venuto alla tua festa. Ti ho amato sempre, in ogni circostanza, e ti amo. E sono sicuro che ti amerei anche tra mille, duemila, tremila anni. Perché tu sei l’unica ragazza che amo, e l’unica che amerei.”
    Una lacrima attraversò il volto della ragazza, che nel giro di pochi attimi si ritrovò abbracciata al ragazzo. L’aveva afferrato con tutta la forza che aveva e lo stava stringendo così forte da riuscir a sentire lo scricchiolio delle ossa all’interno. Poggiò la testa sul collo di lui, mentre le braccia avvolgevano la sua schiena.
    “Piangi troppo spesso, tu.” Disse Pedro, sorridendo. “Non ti si può dire nulla.”
    Elisa scoppiò a ridere, mentre aveva il viso ancora rosso e bagnato. Si mise di fronte al ragazzo e con il palmo della mano tentava di asciugarsi le guance bagnate.
    “Sì scusa, sono una piagnucolona.” rispose lei accennando un sorriso “Sei tu che sei troppo dolce, e io non resisto a tutto questo affetto.”
    “Bene, allora mi sa che da ora in poi dovrai farci l’abitudine.” Affermò divertito Pedro, mentre passò una mano sulla fronte della ragazza, riempiendola di soffici baci.
    “Vorrei azzerare tutto e ripartire con te. Cancellare il passato, ogni traccia di malinconia e vivere con te per il resto della vita. Sei il tassello che completa la mia esistenza, non sai quanto ho aspettato per averti. Ti prego, non abbandonarmi anche tu.”
    “Non lo farò.”
    Le braccia bianchicce della ragazze avvolsero il ragazzo dai fianchi e lo trassero verso di lei. Il cuore non aveva smesso per un istante di pulsare, aveva fatto da colonna sonora a quel momento così magico ed irripetibile. Finalmente Pedro potè mostrare i suoi veri sentimenti senza essere deriso, senza aver paura, senza ripensamenti, aveva fatto già troppe cavolate in quei due mesi.
    Due mesi in cui è cresciuto, è maturato, ha scoperto l’amore, ha dato un valore del tutto nuovo all’amicizia, ha capito quali strade intraprendere e quali invece lasciarsi dietro, due mesi estivi che gli hanno cambiato in meglio la vita.

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