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Discussione: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

  1. #21
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buonasera lettori! Non vi faccio più attendere e finalmente oggi terminerò il capitolo quattordici.
    eccovi il continuo.


    " 'Fai questo gioco con tutti?'
    'No, solo con pochi. E tu sei uno di questi.' "

    Anche Pedro aveva passato una piacevole serata in compagnia di Stefania. A differenza di come appariva, Stefania era una ragazza molto dolce, attenta, comprensiva, ed aveva un gran cuore. Si era confidata parecchio con Pedro, senza riscontrare parecchie difficoltà. Il ragazzo le aveva mostrato fiducia in poco tempo, e nonostante lo conoscesse da poco, non ha esitato a raccontargli alcuni tra gli episodi più importanti della sua vita: il nuovo lavoro di suo padre, che aveva reso la famiglia più ricca di quanto già lo fosse, l’amicizia con Elisa, che la riteneva qualcosa di speciale ed unico, un legame che andava oltre l’irrazionale ed il concreto, ed aver preso il diploma proprio quell’estate. Era eccitata per l’Università, avrebbe preso Psicologia e si sarebbe impegnata tantissimo. Inoltre raccontò alcuni tra i dettagli forse più delicati della sua adolescenza, quando in particolare era fidanzata con un ragazzo, ma sfortunatamente una sera si ritrovò a tradirlo,a causa dell’eccessiva dose di alcool che aveva ingerito si era ritrovata a letto con un altro, e il suo fidanzato l’aveva mollata. Qualche giorno dopo tutta la scuola si ritrovò tappezzata di scritte e volantini ‘Stefania è una putt*na’, il suo imbarazzo era giunto alle stelle. Ricordò a malincuore quel momento, lei amava tantissimo il ragazzo con cui stava assieme da ben due anni, e quando lui la mollò non riuscì per diverso tempo a risollevarsi dalla delusione. Davanti allo spiacevole episodio, Pedro tese un braccio dietro la sua schiena, invitandola ad appoggiarsi sulla sua spalla. Stefania accarezzò il volto del ragazzo e si fece rassicurare da lui, poggiando la sua testa sulla spalla di Pedro. In compenso, lui riuscì a tranquillizzarla, dicendole che sono cose che succedono nella vita, specie durante l’adolescenza. Gli raccontò della sua migliore amica Giorgia, di cui si era follemente innamorato. Lei era cinque anni più grande di lui e faceva l’ultimo anno al suo stesso Liceo Scientifico. All’inizio erano semplici amici, poi la loro amicizia si fece sempre più forte, sino a quando lui non capì che era davvero innamorato di lei. Peccato che lei non provasse le stesse sensazioni per lui, visto che dopo un anno, proprio verso la fine della scuola, lei si era fidanzata con un altro e aveva cancellato Pedro dalla sua vita. Per lui fu un durissimo colpo, raccontò di essere stato male per quasi due anni a causa sua, i primi giorni in preda alla collera si recò da un tatuatore, amico di suo padre, per farsi scrivere sul braccio destro il nome della ragazza. Ora non si vedeva, visto che aveva coperto il braccio con un altro tatuaggio. Aveva giurato che quella era stata senza ombra di dubbio la ragazza che aveva amato più in tutta la sua vita. Dopo Giorgia, infatti, non si legò più a nessuna donna in senso affettivo. Aveva solo amiche, ma nulla di più. Con le ragazze passava solo serate di passione, o qualche settimana d’avventura, ma nessuna di quelle ragazze aveva fatto riscontrare in lui lo stesso impatto emotivo che lui aveva avuto con Giorgia. Decise di non legarsi più sentimentalmente a nessuna, in modo da non dover star di nuovo male. Era una decisione abbastanza immatura, gli avevano detto, visto che molte ragazze desideravano avere una storia con lui, ma Giorgia gli aveva completamente spaccato il cuore e Pedro non aveva la minima voglia di innamorarsi nuovamente.
    “Accidenti, deve essere stato terribile.” esclamò Stefania, sorpresa dalla rivelazione di Pedro.
    “Credimi, è stato terribile quando volevo dimenticarla ma mi trovavo continuamente il suo nome sul braccio. Lì è stato difficilissimo andare avanti..” spiegò ancora Pedro, con sguardo malinconico.
    “Ehi, non pensare a quella lì. Su, hai tutta una vita davanti! Hai venticinque anni, un sacco di amici, il successo, tante amiche attorno. Non deprimerti per una ragazza!” disse Stefania incoraggiando l’amico abbattuto.
    “Non la penso ormai da tanto, e comunque grazie. Mi serviva davvero il sostegno di qualcuno, soprattutto di una ragazza! Sai, noi ragazzi siamo abbastanza ripetitivi coi consigli!” disse Pedro con un sorriso.
    “Mi fa piacere!”
    “Comunque, cambiando discorso…posso farti una domanda” domandò Pedro alla ragazza.
    “Dimmi.” annuì lei, voltandosi verso l’amico.
    “Cosa pensi di Ka? Sincera eh.”
    Stefania abbassò rapidamente lo sguardo, si guardò attorno nella speranza di trovare una risposta convincente. Passarono diversi secondi e non potè negare l’evidenza che il suo viso si era fatto sempre più rosato.
    “Di Ka? Beh, è simpatico, divertente, suona benissimo la chitarra, e poi è sexy come pochi!” disse Stefania, soffermandosi sull’ultima frase con aria maliziosa. Pedro non riuscì a trattenere una risata stridula.
    “E perché non sei uscita con lui?” domandò questa volta Pedro, deciso.
    “Perché ha detto che sono cessa, e l’ho trattato allo stesso modo.”
    Pedro scoppiò a ridere, poi mostrò un sorriso a trentadue denti alla ragazza, ignara del perché il suo amico stesse ridendo così tanto.
    “Perché me l’hai chiesto?”
    “Niente, curiosità maschile.”
    “Se se certo…Ka ti ha detto qualcosa?” domandò lei insistente.
    “No, ma che vai dicendo? Prima abbiamo litigato…”
    “Eh? Cosa? Quando? E perché?”
    “Eh, prima, quando sono andato in bagno..”
    “E per quale motivo? Se si può sapere..”
    “Ehm…no, nulla di importante, tranquilla…” rispose Pedro balbettando.
    “Ho capito. Non me lo vuoi dire...” disse Stefania guardando il ragazzo con la coda nell’occhio. “Quanto siete misteriosi voi uomini, poi dite alle donne!”
    Pedro rise insieme alla ragazza. Dopo aver ordinato due bottiglie di birra, brindarono nello stesso momento, scolandosi mezza bottiglia nel giro di pochi istanti. Pedro rialzò la testa, asciugandosi la bocca bagnata con una mano, e mentre Stefania lo spinse di lato, la birra di Pedro cadde sulla maglia di Stefania, procurandole una macchia all’altezza del seno.
    “Oddio scusa, mi spiace!” disse Pedro, mentre cercava disperatamente dei fazzoletti.
    “Ma di cosa? E’ colpa mia, sono stata io a spingerti, scusami tu per averti fatto cadere la birra. Magari volevi pure berla…”
    “Con tutte le birre che bevo, una in più o una in meno non mi cambia la vita.” spiegò lui. Si avvicinò alla ragazza con un tovagliolo di stoffa e glielo porse. “Eccoti il tovagliolo, vedi se riesci ad asciugarti con questo….” continuò Pedro.
    “Inutile, non pare a togliersi!” borbottò Stefania mentre sfregava la stoffa sulla maglietta.
    “Sarà il caso che ti riaccompagni a casa, si è fatto pure tardi…” decise poi Pedro, mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.
    “Sì, hai ragione. Non voglio farmi veder con quest’oscenità in giro!”
    Pedro riaccompagnò la ragazza al suo appartamento. Con sorpresa, non vide le luci della cucina accese, intuì che le altre ragazze ancora dovessero tornare, di conseguenza anche la serata tra Ka ed Elisa non era ancora terminata. Cominciò a farsi i più strani pensieri nella testa, che forse Ka aveva cambiato idea e adesso gli piaceva Elisa e stavano beatamente in villa a baciarsi sotto l’enorme quercia dell’amore, o che Ka abbia portato Elisa a casa sua per un’intensa notte d’amore e di passione, una di quelle che l’amico faceva abitualmente. Cercò di scacciare per qualche minuto quegli assurdi pensieri, per riportare l’amica a casa. Scese dall’auto per portarla sino alla porta, poi l’abbracciò così intensamente da riuscire a sentire persino i suoi odori più nascosti, quello sul collo e dei capelli. Le accarezzò la fronte e le augurò una piacevole buonanotte.
    Quando Stefania chiuse la porta, Pedro ritornò in macchina e con tutta calma raggiunse casa sua. Si preparò un tramezzino al prosciutto, e poi si distese sul divano in cerca di qualche film da guardare in tv. Aveva chiamato Ka ma finora usciva solo la segreteria telefonica col suo messaggino insopportabile. Dopo venti minuti, proprio quando Pedro stava cercando di prendere sonno, il campanello suonò un paio di volte. Pedro raggiunse velocemente la porta, ritrovandosi un Ka dallo sguardo incaz*ato.


    finalmente ho terminato il capitolo quattordici, non me ne vogliate lol
    sono sicura che il prossimo vi piacerà un sacco.

    Commenti: http://forum.teamworld.it/forum1743/...ml#post8393492
    Ultima modifica di Honey*; 07-05-2013 alle 15:37
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  2. #22
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ragazzi, rieccomi! Oggi posterò il capitolo che tanto stavate aspettando, non odiatemi se avete atteso così troppo
    Vi avviso, fa schifo, quella sera non avevo molta testa, però tutto sommato è abbastanza comprensibile.
    Buona lettura cari, e grazie ancora per tutto

    15.

    “Sei la donna del mio amico e a qualunque costo,
    non possiamo fargli questo, non sarebbe giusto;
    dirti si, sarebbe facile,
    ma io no, non posso farcela”


    “Entra” disse Pedro all’amico.
    Con un gesto cortese, Pedro spalancò la porta per permettere all’amico di entrare. Entrambi si sedettero sul divano, Ka raggiunse l’amico qualche istante dopo, dopo aver lasciato le chiavi dell’auto sopra il tavolo.
    “Sei incaz*ato con me, non è vero?” domandò Pedro, mentre sorseggiava dalla bottiglia di vetro l’ultimo goccio di birra.
    “Certo che sono incaz*ato! Ma che ti è preso scusa? Lo sai che non si tocca la ragazza degli altri, era la nostra promessa. E tu non l’hai mantenuta! “ spiegò a questo punto Ka, facendosi sempre più nervoso. Si alzò dal divano, mettendosi di fronte all’amico, incurante di ciò che stesse dicendo.
    “Guarda che non ci ho fatto niente con Stefania.” rispose Pedro in sua difesa, poggiando la testa sullo schienale del divano. Ka si voltò di spalle all’amico, in corrispondenza del camino. Poggiò un braccio sul muro e batteva un piede per terra dal nervoso. La situazione stava diventando sempre più intollerante, sia Pedro che Ka erano estremamente agitati. Nessuno dei due voleva litigare, erano amici da una vita e non avevano mai litigato per una ragazza. Facendosi coraggio, Pedro si avvicinò a Ka e gli mise una mano sulla spalla.
    “Scusa, hai ragione.” ammise Pedro a voce bassa. Ka fece un lungo sospiro e si girò verso l’amico. Gli tolse la mano dalla spalla, e gli accennò un misero sorriso.
    “No scusa tu, sono geloso anche di ciò che non ho.” rispose Ka, provocando una piacevole risata in Pedro. I due amici si abbracciarono calorosamente, per poi riprendere a darsi spintoni. Entrambi si gettarono sul divano, mettendosi nelle posizioni più strane possibili. Ka afferrò il pacco di popcorn che era sul tavolo, ne prese una manciata e gli scagliò verso Pedro, che nel frattempo aveva acceso la tv.
    “Oh, sei demente?” esclamò Pedro, rigettando i popcorn all’amico.
    “No, tu sei demente! Se me lo dicevi non la invitavo ad uscire con me...” disse Ka, facendosi di colpo serio.
    “Senti Ka non ricominciare…abbiamo risolto ‘sta storia..” rispose a questo punto Pedro, sbuffando.
    “No, non abbiamo risolto! Mi ha chiesto scusa e ti ho perdonato.”
    “E allora? Cos’altro vuoi?” chiese Pedro, che si stava notevolmente disturbando.
    “Sapere perché hai chiesto di uscire a Stefania. Per carità, non che non mi andava che uscissi con lei, ma perché? Quando te ne ho parlato non mi avevi detto nulla. Perché me l’hai tenuto nascosto? Sono arrivato a scoprirlo grazie ad Elisa sennò neanche lo sapevo! Ti rendi conto? Siamo amici da una vita, Pedro. Non me lo aspettavo da te, mi hai fatto stare male. Ma non per Stefania, per la nostra amicizia, pensavo valesse più di ogni altra cosa.”
    Lo sguardo di Ka si era rattristato, aveva abbassato lo sguardo e stava fissando il pavimento. Era rimasto molto deluso dal gesto di Pedro, loro due non si erano mai nascosti nulla, avevano condiviso tutto insieme, anche i segreti più imbarazzanti. Non riusciva a spiegarsi perché Pedro si fosse fatto di colpo misterioso con lui, era arrivato a ipotizzare qualcosa ma non ne aveva la completa certezza. Salutò l’amico con malinconia e si alzò dal divano. Prese le chiavi dell’auto gettate sul tavolo e si diresse verso la porta d’ingresso. Pedro lo raggiunse davanti alla porta, distava da lui di qualche passo.
    “Vuoi sapere la verità?” disse Pedro, rompendo il clima tranquillo che regnava in casa.
    Ka si fermò davanti alla porta, bloccando la mano sulla maniglia. Si voltà verso l’amico e con un gesto del capo annuì alla sua proposta.
    “Certo, così magari la smettiamo di fare ‘ste commedie inutili, sai com’è, mi sto un po’ scocciando.” affermò Ka con fermezza.
    “Mi sono incaz*ato quando hai chiesto ad Elisa di uscire con lei. Scusa se ti piace Stefania dovresti insistere con lei, non con la sua amica! Caz*o Ka ma vaf*******, mi sta venendo il nervoso di nuovo!” spiegò Pedro, gesticolando.
    Ka scoppiò a ridere, poi cinse un braccio attorno al collo di Pedro. Lo guardò con curiosità, scorgendo nei suoi occhi un misto di rabbia e gelosia che si estendevano anche nel resto del corpo.
    “Allora ti piace?!” chiese Ka, dando diverse gomitate a Pedro.
    “Boh, non lo so, può essere, tu che dici?”
    “Sei più geloso di me!” esclamò Ka, scoppiando a ridere. “Allora è per questo che hai chiesto a Stefania di uscire? Per farla ingelosire?” domandò poi.
    “No, per fare ingelosire te! E ci sono riuscito.”
    “Sei uno str*nzo!” esclamò Ka strattonando il braccio di Pedro.
    I due amici tornarono ancora una volta in cucina, dove riuscirono a scolarsi l’ultima bottiglia di birra di un litro. Si sedettero sul tavolo, riprendendo a parlare delle loro rispettive serate. Ka si aspettava dei colpi di scena da parte dell’amico, visto che gli aveva rivelato di essere stato geloso di lui per una sera, cosa che per chi conosce Pedro sa che è alquanto bizzarra. Pedro è tutto tranne che geloso, e se Pedro è geloso, deve esserci dell’altro sotto sicuramente, pensò fermamente Ka.
    “Allora, con Stefania, la mia Stefania, com’è andata?” domandò Ka, sottolineando ‘la mia Stefania’ con arroganza.
    “Allora, vediamo…con ‘la tua Stefania’ è andato tutto bene.”
    “Avete parlato di me?” domandò lui avvicinandosi all’amico.
    “Oh certo, e non sai cosa mi ha detto!”
    Ka balzò dal tavolo mettendosi di fronte a Pedro. Era curioso come pochi, il suo cuore stava battendo sempre più forte. E se le piaccio? E se mi ha detto no perché spera le chieda di nuovo di uscire? E se è uscita con Pedro per farmi ingelosire? E se invece non le piaccio? O mi odia? O non vuole più vedermi? O gli piace Pedro? I pensieri di Ka si facevano sempre più fitti.
    “Ha detto che sei simpatico, divertente e che ti trova estremamente sexy.”
    “Sul serio?” domandò Ka aggrottando la fronte.
    “Sì! Ka svegliati, le piaci anche tu!” esclamò Pedro, scuotendo l’amico dalla testa.
    Il volto di Ka si riempì di gioia, abbracciò fortissimo Pedro e urlò come un matto attorno al tavolo, come era solito fare.
    “Sì va beh però adesso non montarti la testa! Piuttosto, cerca di conquistarla, e non fare sempre il cogl*one…”
    “Dovresti farlo anche tu, sai?” disse Ka, inarcando il sopracciglio destro.
    “ Sì, lo so, ma..perchè mi guardi con quella faccia? Devo sapere qualcosa?” domandò Pedro incuriosito.
    “No, solo che…non so, ho percepito qualcosa in Elisa stasera.”
    “Cosa, sentiamo?” domandò ancora Pedro, sorridendo.
    “Mi ha chiesto se tu provassi qualcosa per Stefania, io le ho detto di no e lei mi ha risposto ‘meglio così’. Mi ha detto che stava scherzando, ma non so, ho percepito qualcosa di veritiero nelle sue parole.”
    “Ka, non cominciare a farti i filmini mentali eh. Forse stava davvero scherzando.”
    “E se invece dicesse sul serio? Tu che ne sai?”
    Pedro rise sommessamente e guardò l’amico con aria di sfida.
    “In tal caso, vedrò cosa fare.” si limitò a dire.

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  3. #23
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buongiorno ragazzi! Oggi posterò prima perchè a pomeriggio devo dedicarmi alla stesura di quella maledetta tesina che tanto mi sta tormentando -.-
    Come ho già detto a qualcuno, da questo capitolo in poi ci saranno tante tante sorprese, e poi vi chiedo scusa in anticipo se non riuscirò a postarvi tutto il capitolo sempre perchè tw odia i miei capitoli troppo lunghi.
    Vi lascio con la prima parte, spero vi piaccia.

    16.

    “Ho sempre detto che la vita è imprevedibile,
    che la certezza è solo un illusione fragile,
    finchè l’amore resta una promessa labile
    sei sempre utile ma mai indispensabile. “

    I giorni passarono in fretta, Luglio era quasi terminato. I ragazzi se la stavano spassando con il tour, che li teneva sempre occupati, i fans li acclamavano a gran voce e i loro cuori si riempivano di gioia di fronte al grande pubblico che erano riusciti ad accumularsi. La loro era felicità che spruzzava da tutti i pori, erano riusciti a realizzare il desiderio di tutta una vita, riuscire ad entrare nei cuori di milioni e milioni di fans. Ma non per essere famosi, per avere un sacco di soldi, solo per trasmettere loro messaggi di vita. I loro testi regalavano non solo tante emozioni, ma insegnavano ai giovani, soprattutto agli adolescenti alle prime armi con gli amici, gli amori, la famiglia, come comportarsi in questo periodo così travagliato e difficile. Ogni giorno ricevevano email o messaggi dai fans che li ringraziano immensamente per essere entrati nel mondo della musica, per essere riusciti a scagliare una pietra a favore dei giovani, per aver permesso loro di rialzarsi dai colpi più duri della vita. Dopo quasi un anno di successo a Milano e provincia, adesso la loro musica poteva essere apprezzata anche fuori dai limitrofi milanesi. Erano orgogliosi, fieri, soddisfatti del risultato che avevano raggiunto. Non potevano desiderare altro, quell’estate stava procedendo per il meglio.
    E poi qualche tempo prima avevano conosciuto anche quattro ragazze, con cui avevano stretto molta amicizia. Appena arrivavano a Milano, correvano a salutarle. Poi Dani e Ste erano pure fidanzati con due di loro, rispettivamente Laura e Sara.
    Laura era diventata tenerissima da quando s’era fidanzata, disegnava cuoricini su post-it, fogli di carta, persino sul muro della camera da letto, cuoricini con scritto il suo nome e quello di Dani. I suoi occhi avevano ripreso la sua lucentezza, la sua vita ora che aveva trovato l’uomo della sua vita sembrava più leggera, poteva svolazzare nel cielo azzurro e neanche accorgesene. Aveva perso la concezione del tempo, solo quando mancava Dani contava costantemente i giorni, le ore, i minuti, i secondi che la separavano dal ritorno del suo ragazzo. Ogni volta che si vedevano, li faceva trovare un piatto pieno zeppo di biscotti al cioccolato, i preferiti di Dani, li preparava la mattina stessa del suo arrivo. Ogni attività che compiva ora, anche il solo alzarsi dal letto per andare a fare colazione, la indirizzava solo ed unicamente al suo Dani. Quando parlavano al telefono sembravano non finirla mai, anche se si fossero visti cinque minuti prima avrebbero avuto miliardi di cose da dirsi, come se non si sentissero da una vita. Inoltre erano di una dolcezza sovrannaturale, a volte superavano il limite del sopportabile e suscitando disgusto soprattutto nei confronti di Stefania, che al contrario odiava i gesti troppo smielati e romantici. Ma alla fine si amavano follemente, lui le mandava il buongiorno tutti i giorni, e se non poteva si scusava per non averlo fatto. Si sentivano via chiamata almeno due volte al giorno, con un tempo variabile a seconda dei rispettivi impegni. Le sue amiche la prendevano in giro, dicendole che era diventata ossessionata da lui, ma la ragazza si difendeva dicendo che era stato l’amore a ridurla in quello stato. Anche i ragazzi insultavano Dani, soprattutto Ka, che gli dava continuamente del deficiente, a cui Dani rispondeva puntualmente con un ‘vaffanc*lo’ sonoro.
    Anche tra Ste e Sara andava benissimo, a differenza di Laura e Dani però loro erano molto più discreti. Oltretutto, Ste non riusciva ad essere romantico e comprensivo come Dani, a volte era più scaz*ato del solito e preferiva non avere nessuno attorno a sé. Non si sentivano assiduamente come l’altra coppia, ma riuscivano a ricavare un po’ di tempo da passare assieme. Non usavano molto gli sms, preferivano parlare a voce. Non avevano la ‘parlatina’ facile e a razzo come gli altri due, parlavano e si sentivano molto di meno, ma riuscivano comunque a parlare e a sentirsi.
    Quanto a Ka e Pedro, la loro era una situazione nettamente differente da quella dei loro amici. Durante il tour Ka non faceva altro che ubriacarsi e bere alcool in quantità smisurata, rimettendo il più delle volte. Le dosi alcoliche si erano fatte sempre più pesanti nell’ultimo periodo, soprattutto da quando Stefania l’aveva rifiutato. Nonostante fossero passati diversi giorni ormai, e tante cose nella sua vita stessero procedendo favolosamente, ancora non aveva mandato giù quel rifiuto. In realtà non aveva mandato giù il modo in cui si era comportato con lei, era stato troppo cinico e prepotente, com’è solito fare con una ragazza appena conosciuta. Solo che Stefania era stata l’unica ad aver reagito, nessuna delle altre ragazze con cui era stato l’aveva fatto. Era forse questo che gli era piaciuto di lei, il fatto che facesse la parte della dura nei suoi confronti e lo trattasse come lui trattava le ragazze. Si sentiva messo a suo pari, e non superiore come succedeva con le altre.
    Di tanto in tanto usciva con Elisa, quando tornava a Milano. Ultimamente si stava sfogando tantissimo con lei, era diventata la sua migliore amica, e lui migliori amiche non ne aveva mai avute, considerando il suo carattere abbastanza irascibile e scontroso. Ma con Elisa era diverso, a quanto pare la ragazza riusciva a tenerlo a bada. Stessa sorte per Pedro, che ogni tanto mandava qualche messaggio a Stefania, di nascosto a Ka. Era una situazione strana quella, nessuno dei due era riuscito a chiarire con le rispettive ragazze. Erano due tipi cocciuti ed orgogliosi, ognuno in maniera differente dall’altra. Pedro era decisamente più chiuso dell’amico, dalla prima ed ultima delusione con Giorgia non aveva avuto il coraggio di legarsi più a nessun’altra, e quando accadeva faceva passare tutto davanti, come se non fosse accaduto nulla. Non voleva esternare i suoi sentimenti a nessuno, era troppo riservato e misterioso. Ka invece era l’esatto contrario, con gli amici riusciva liberamente a sfogarsi, con gli altri invece appariva acido ed arrogante, oltre che maleducato.
    Quel lunedì mattina i ragazzi stavano tornado a Milano, la sera prima avevano tenuto un concerto mozzafiato. Avevano fatto tardi, si erano alzati tardi e stavano partendo decisamente troppo tardi. Quella sera ci sarebbe stato una piccola festicciola in città, a cui partecipavano ogni anno. Davano birra gratis e si ballava sino a notte inoltrata, e come ogni anno i ragazzi decisero di riandarci, quasta volta però invitando anche le ragazze.
    Nel pomeriggio, a metà del tragitto, Ka si era appisolato sullo schienale del tanto amato furgoncino bianco, con la bocca spalancata e la bava alla bocca. Ste stava immortalando quel momento con il suo iPhone. Con le ginocchia piegate e appoggiate al sedile davanti, Ste stava facendo un book fotografico all’amico, rinominando gli scatti con i nomi peggiori di questo mondo. Dani gli implorava di smetterla, ma non perché il momento non fosse esilarante, ma perché temeva in un’eventuale reazione brusca di Ka al suo risveglio. Quando Ka aprì gli occhi e si ritrovò il flash della cellulare piantato in faccia, aggrottò la fronte sorpreso, Ste nel frattempo ne approfittò per voltarsi immediatamente, mentre sotto i baffi se la rideva da morire. Pedro non sembrava ascoltarli, aveva acceso l’iPod e si stava facendo cullare dall’ultimo meraviglioso album dei Foo Fighters, che da un po’ di tempo aveva imparato ad apprezzare. Batteva i piedi e un indice sulle ginocchia a ritmo della musica, immergendosi in quell’incredibile vortice di adrenalina, che ogni volta gli regalava una carica e un’energia indescrivibili.

    Arrivate le ventidue, le ragazze uscirono dall’appartamento, più belle che mai. Laura era entusiasta, a stento riusciva a stare in silenzio durante il tragitto in macchina, parlava solo ed esclusivamente del fatto che tra pochi minuti avrebbe rivisto Dani dopo quasi una settimana. Stefania la stava per mandare a quel paese, si trattenne perché Sara le aveva segno di lasciarla parlare. Scesero dall’auto e raggiunsero i ragazzi, stranamente puntuali. Un abbraccio travolgente soffocò per qualche istante Dani, il quale elettrizzato prese tra le mani il viso dolce e candido di Laura per avvicinarlo al suo, si sfregarono le punte del naso come due cani che si scrutano tra loro, per poi abbandonarsi ad un piacevole bacio, dolce e breve. Ka si avvicinò all’amico, tirandogli un braccio.

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    Ultima modifica di Honey*; 09-05-2013 alle 12:10

  4. #24
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Sera cari lettori!
    Vi lascio con la seconda parte del capitolo di ieri, non dimenticate di commentare, non sapete quando mi rendiate felice ogni volta.
    un bacio a tutti


    (parte due)


    “Non cominciate a pomiciare come fate sempre, siamo appena arrivati!” disse Ka, irritandosi lievemente.
    “Appunto!” rispose Dani, allontanando la mano di Ka dal suo braccio.
    “Ka, ma i fatti tuoi non te li sai fare?” disse da dietro Ste. “Dai, lasciali un po’ da soli, non si vedono da tanto.” continuò sempre il ragazzo.
    “Proprio tu parli?! disse Pedro scherzosamente verso Ste.
    Il ragazzo si bloccò di colmò, sfregandosi la nuca con una mano.
    “Pedro sei un idiota!” esclamò Sara, dopo aver abbracciato Ste.
    “Dopo di te, signorina!” rispose lui con lo stesso tono vivace e divertito di prima. Ste spinse fragorosamente l’amica da un lato, il quale rispose con un tanto allegro ‘cogl*one’. Elisa salutò Ka con uno sguardo complice, scagliandogli un leggero pugno sul petto in segno d’affetto.Stefania si avventò su Pedro, dandogli una pacca sulla spalla in senso affettuoso, passò dagli altri e si congratulò con loro per l’enorme successo che avevano riscosso la sera precedente. Dopo i saluti, il gruppo di ragazzi si stava dirigendo verso un locale non molto distante da lì, le coppiette capitanate da Dani e Ste erano qualche passo più avanti degli altri, che guardavano le coppie divertiti più che mai.
    “A voi quanto hanno rotto Dani e Ste con Laura e Sara?” domandò Elisa ai due ragazzi, lanciando qualche occhiata davanti ai ragazzi sperando che non li stessero ascoltando.
    “Troppo! Tu pensa che ogni giorno era una tortura con quel telefono, soprattutto Dani che ripeteva ogni due minuti ‘laura, laura, laura’, manco stesse facendo una preghiera…” disse Pedro sfogandosi.
    Elisa trattenne una risata, poi osservò il volto del ragazzo cacciando fuori la sua risata contagiosa.
    “Guarda che è vero! Ka, diglielo tu.” disse a questo punto Pedro, cercando appoggio dal suo amico che era accanto a lui.
    “Sì, ti giuro! Dani diventa insopportabile quando si fidanza, lo volevo buttare fuori dalla camera dell’albergo defenestrandolo!” esclamò Ka liberandosi di quel peso che da giorni ormai aveva conservato. Le due ragazze scoppiarono a ridere, mentre Pedro mostrò un sorriso compiaciuto verso il suo compagno.
    “Come ti capisco! Laura in macchina non ha fatto altro che parlare di Dani!” spiegò Stefania.
    “Non che gli altri giorni non lo facesse, sottolineiamo!” continuò Elisa.
    Ka e Pedro stavano ad ascoltare increduli i discorsi delle due ragazze, non credevano che le azioni compiute da Laura in quella settimana combaciassero su molti punti di vista con quelle di Dani. Al solo pensiero, un sorriso invase il loro volto, che quella sera sembrava abbastanza sereno.
    Al locale Stefania ed Elisa punzecchiavano a vicenda le loro amiche, evidenziando forse gli aspetti più imbarazzanti di tutta la settimana, di quando Laura stava sclerando al solo fatto che Dani non avesse risposto alla sua chiamata, di quanto era agitata Sara la prima sera che il suo ragazzo è partito, di quanto in realtà fossero coinvolte nella storia amorosa senza tralasciare neanche un solo istante a vuoto. A loro volta, anche Pedro e Ka si divertirono a prendere rigorosamente in giro i loro carissimi colleghi, nonché amici di una vita, quasi fratelli adottivi.
    “Ah certo, voi vi divertite a prenderci in giro. Volete scommettere che nel giro di poco tempo vengono fuori delle notizie sconcertanti?” disse Dani, catturando l’attenzione di tutti gli amici attorno a lui. . Pedro e Ka scoppiarono a ridere e continuarono a bere la birra dalle loro bottiglie.
    “Notizie di che tipo?” domandò Stefania, curiosa.
    “Sulla vita in generale di ognuno di noi” spiegò Dani, facendo segno a Sara, Ste e Laura “ma soprattutto di voi.” Continuò, indicando stavolta il resto dei compagni.
    “Io propongo di giocare ad un gioco, si chiama ‘segreto, verità o penitenza’, che sarebbe l’altenativa di ‘obbligo, verità o penitenza’, con la sola differenza che qui bisogna svelare un segreto. Tanto non abbiamo nulla da nascondere, giusto?” domandò Ste, posando sul tavolino di vetro la bottiglia di birra. Tutti i presenti annuirono, guardandosi tra di loro. Ka guardò Elisa e Pedro preoccupati, erano gli unici a sapere della sua cotta con Stefania e temeva che potessero dire qualcosa alla diretta interessata.
    “Non vi sembra un po’ stupido come gioco?” domandò Stefania, grattandosi in posizione della tempia.
    “Che c’è, hai paura?” rispose Ste provocando l’amica.
    “Certo che no! Avanti, iniziamo!”
    La bottiglia di birra di Ste si posizionò al centro del tavolo, grazie ad essa avrebbero potuto iniziare il gioco. Con un colpo deciso, Ste fece roteare la bottiglia attorno a sé. Lo sguardo dei partecipanti erano piuttosto serio ed ansioso, in un solo colpo avrebbero svelato uno dei loro più intimi segreti, e la cosa, soprattutto ad alcuni, preoccupava parecchio. La bottiglie smise di roteare, indicando il primo giocatore a cui sarebbe stato posta la domanda.


    Curiosi eh? Ma dovete aspettare sino a domani uwu
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  5. #25
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buonasera giovincelli
    Eccomi pronta a postarvi il diciassettesimo capitolo, vi avviso: questo è il capitolo che più mi ha fatto ridere!
    Quindi vi auguri buon divertimento (con le ******ate di sti deficienti AHAHAHA) e ovviamente buona lettura


    17.

    “Un giorno qualunque, un giorno che non scordi più,
    le ho fatte tutte le caz*ate della gioventù.”

    Ironia della sorte, la bottiglia aveva scelto come primo giocatore Ste. Il ragazzo, sorpreso, si alzò dal tavolo pronto a chiedere qualsiasi cosa ai compagni. Gli amici lo guardavano con punto di domanda, chiedendosi cosa mai avrebbe potuto domandare loro. Il suo sguardo si fiondò su Laura, a cui avrebbe fatto la prima domanda.
    “Laura, obbligo o verità?”
    “Se ti mando a cag*re è la stessa cosa, vero?” rispose lei, divertita.
    “Scegli: segreto, verità o penitenza?”
    “Segreto mi intriga, vada per segreto.”
    “Il pensiero più perverso che hai fatto su Dani?”
    Dani rimase sbigottito di fronte alla domanda piuttosto invadente dell’amico, lo guardò in cagnesco, non riuscendo però a trattenere una risata grossolana.
    “Ste, ma che domande sono? Sei un pervertito!” gli urlò Stefania da dietro.
    “Allora? Non rispondi?”
    Pedro e Ka se la stavano ridendo come mai prima d’ora, il viso di Ka si stava facendo sempre più rosso per il troppo ridere, aveva rischiato di soffocare a furia di contenere la risata. Dani era notevolmente imbarazzato, ma al tempo stesso curioso di sapere la risposta.
    “Non ve lo dico!” affermò Laura in sua difesa.
    “Perfetto, allora preparati ad andare dal cameriere a versargli una caraffa d’acqua addosso, ah dimenticavo, buona fortuna!” rispose Ste.
    “Eh? Cosa? Non posso…”
    “Hai rifiutato di rispondere, adesso ti tocca la penitenza! Su su, non insistere!”
    Ste prese la ragazza da un braccio e la spinse verso il cameriere che le si stava avvicinando per servire da bere in tavola. Come le era stato ordinato, prese la caraffa che il cameriere aveva posato sul tavolo e, con un colpo deciso, la scagliò contro di lui, bagnando notevolmente la sua camicia limpida. Finse di essere dispiaciuta col ragazzo e di ripagargli il danno qualora fosse stato così grave, il cameriere le disse di non preoccuparsi e di godersi la serata. Laura sorrise al ragazzo, e raggiunse il tavolo dei suoi amici. Ste, come al solito, aveva immortalato il tutto col suo cellulare, con tanto di registrazione video. Tutti dal tavolo stavano ridendo a crepapelle, Stefania addirittura ha dovuto bere un bicchiere d’acqua perché respirava a fatica, dopo aver visto la sua amica fare una figura di mer*a di quelle esemplari.
    “Guarda che mi tocca fare per voi!” esclamò Laura indispettita. “Vi odio. Anzi, odio Ste.”
    Ste si avvicino alla ragazza e le sorrise, lei gli lanciò uno sguardo maligno e si sedette immediatamente sulla sedia, con le braccia conserte.
    “Cosa ti siedi? Adesso tocca a te!” esclamò Ste nell’orecchio di Laura.
    “Non devi fare le domande agli altri?” domandò lei sorpresa.
    “Abbiamo cambiato regolamento. Una domanda a una persona, è più divertente!” rispose Dani precedendo l’amico.
    “Ok come volete. Allora scelgo…Ste!”
    Ste si fermò di colpo mentre si stava sedendo e sollevando le mani raggiunse l’amica.
    “Vuoi farmela pagare per la figura di mer*a di stasera?” domandò Ste ridendo.
    “Sì! Allora, segreto, verità o penitenza?”
    “Vediamo, siccome voglio evitare di essere mandato via dal locale, scelgo segreto. Ma a differenza tua io lo mantengo!”
    “Allora vediamo..ah, una cosa che hai fatto di cui ti sei pentito?”
    Il viso di Ste si rilassò di colpo. I suoi occhi si illuminarono, le pupille si dilatarono, nel giro di pochi istanti Ste era preso a fissare un punto indefinito dello spazio. Abbassò subito le braccia che aveva ancora alzate, e dopo essersi fatto serio fece un enorme respiro di sollievo, imbarazzato su quello che stava per dire.
    “Aver fatto uso di droghe, qualche tempo fa.”
    Laura serrò le labbra sorridenti per fissare Ste. Sara aveva messo una mano davanti alla bocca in segno di stupore, mentre Ka lo guardava malinconicamente.
    “Sul serio facevi uso di stupefacenti?” domandò Sara, alzandosi di scatto dalla sedia.
    “Beh, sì, un po’ di tempo fa. E’ stato un brutto periodo quello, ero diventato dipendente da quella robaccia. Poi ho cominciato a disintossicarmi, e per fortuna ce l’ho fatta.”
    Elisa si passo una mano sul cuore per il dispiacere, mentre gli occhi di Stefania luccicavano per l’intensità con cui Ste stava parlando di quel momento così delicato del suo passato.
    “Cambiamo argomento, comunque. Non mi va di parlarne.” continuò Ste, scuotendo la testa per scacciare dalla mente quel triste ricordo. “Piuttosto, continuiamo il gioco. Siccome io ho già chiesto, dobbiamo girare di nuovo la bottiglia e vedere chi esce.”
    Dani prese la bottiglia e la posizionò al centro della tavola, la bottiglia questa volta aveva scelto Ka. Come avevano già fatto gli altri, Ka si alzò in piedi, mettendosi proprio di fronte ai compagni.
    “Pedro, scelgo te!” esclamò Ka a gran voce, indicando l’amico con l’indice.
    “Ne ero così convinto che mi stavo già alzando dalla sedia…andiamo, cosa vuoi?” chiese Pedro rispondendo svogliatamente.
    “Segreto, verità o penitenza?” domandò Ka maliziosamente.
    “Verità.”
    “E’ vero che ti piace Elisa?”
    Pedro diede un calcio su uno stinco di Ka, provocandogli un piccolo livido. Si imbarazzò alla miseria,soprattutto dopo aver notato lo sguardo perplesso di Elisa rivoltogli contro.
    “C-cosa? N-no!” rispose timidamente Pedro, scuotendo la testa da una parte all’altra per essere più convincente.
    “D’accordo Pedretti, allora siccome ti diverti a prenderci per il c*lo ti obbligo a baciare Elisa per quindici secondi!”
    “Cosa?” disse Elisa sul colpo.
    “Andiamo, è solo un bacio, no? E poi, se è vero che a Pedro non piaci sarà il primo a staccarsi, non è vero Pedro?”
    Con un sorriso fintissimo, Pedro sorrise al resto dei compagni, ammutolendoli. A voce bassa Pedro mandò a cagare il suo amico che l’aveva messo in quella situazione così terribilmente imbarazzate.
    “Bacio, bacio, bacio!” urlava Stefania, battendo le mani. La ragazza spinse Elisa in avanti, avvicinandola di più a Pedro.
    “Scusami, non è stata colpa mia.” le bisbigliò Pedro, una volta davanti a lui.
    “Dai, è solo un gioco, non preoccuparti.” rispose la ragazza, accennandogli un sorrido.
    Pedro rispose al sorriso della ragazza, dopodichè le afferrò il viso e, con delicatezza, avvolse le sue labbra attorno a quelle di lei. A fare da colonna sonora a quella penitenza così assurda ci pensavano Dani e Ste con i loro fischi provocatori e i commenti sarcastici delle ragazze. Ka stava cronometrando il tempo col cellulare, dopo i quindici secondi fece segno ai due di staccarsi.
    “Ehi ehi ehi potete staccarvi ora! Alla faccia che non volevate baciarvi!” esclamò Ka in tono farsesco.
    “Scusate, abbiamo perso la concezione del tempo.” rispose Pedro imbarazzato. “Adesso tocca a me?”
    “Sì, scegli tu.”
    “Scelgo Elisa.”


    ok, terminare il capitolo così è inguistissimo, ma tw detesta i miei capitoloni quindi vi conviene accontetarvi

    Nom dimenticate di commentare eh! http://forum.teamworld.it/forum1743/...ml#post8393492
    Ultima modifica di Honey*; 11-05-2013 alle 13:30
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  6. #26
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buon pomeriggio a tutti
    Oggi mi sento particolarmente buona, pertanto vi regalerò un piccolo assaggio del capitolo di domani.
    Se la giornata non è andata per il meglio questa parte del capitolo vi farà bene perchè fa troppo troppo ridere!
    aspetto i vostri commenti, non deludetemi. Un bacione a tutti


    (parte due)


    “Ma quanto sei originale, eh?!” esclamò Elisa con le braccia conserte. “D’accordo, dimmi.”
    “Segreto,verità o penitenza?”
    “Di obblighi fino a domani mattina non ne voglio più sentire! Scelgo segreto.”
    “Qualcosa che nessuno sa su di te. Ma non qualcosa qualunque, qualcosa di davvero davvero imbarazzante.”
    Elisa si sentì in seria difficoltà, non sapeva davvero cosa rispondere, non poteva neanche mentire visto che Pedro le avrebbe sicuramente dato una penitenza. Pertanto di fece coraggio e, inspirando lentamente, si preparò a rispondere.
    “Sono ancora vergine.”
    Ste rimase per qualche secondo attonito di fronte alla frase appena pronunciata da Elisa, dopodichè coinvolse allegramente Ka e Dani in una grossa e grassa risata maschile. Stefania diede uno spintono a Ka ordinandogli di smetterla immediatamente di prendere in giro l’amica se non voleva assaggiare uno dei suoi caz*otti migliori. Al solo pensiero Ka rimase traumatizzato, si fece di colpo serio guardando gli altri come un ebete.
    “Che c’è? E’ così strano?” domandò Elisa con le mani sui fianchi, in segno di sfida.
    “No, ma se vuoi possiamo rimediare subito…” sussurrò Pedro in un orecchio alla ragazza, prendendola dal braccio. Le sue parole furono udite dal resto degli amici.
    “Hai capito a Pedro!” esclamò Ka, mezzo sbronzo.
    “Pedro, vaff*nculo proprio!” rispose Elisa, spingendo il ragazzo dall’altro lato. Pedro rimase qualche minuto a ridere, rideva di continuo, non riusciva a smettere. Il suo viso era diventato rosso a furia di ridere, e di certo guardare il suo caro amico Ka piegato sulla sedia in una posizione stranissima non poteva aiutarlo a smettere di ridere.
    “Secondo me è l’alcool.” affermò poi Elisa, annusando il ragazzo ancora divertito.
    “Dai, stavo scherzando.” rispose poi Pedro, rivolgendosi all’amica.
    “Ma che scherzando? Come se non ti conoscessimo!” esclamò da lontano Ste, mentre osservava lo sconcertante spettacolino che stava avvenendo davanti ai suoi occhi. Pedro se la rise beatamente per poi raggiungere la sedia accanto a Ka per sedersi. Adesso era il turno di Elisa.
    “No, vi prego, non ditemi che devo scegliere io!”
    “Sì dai, uno a caso!” disse Dani esortando la ragazza.
    “Vendicati scegliendo Pedro!” disse Ka con tono di voce rintronata.
    “Che qualcuno lo faccia stare zitto prima che lo fucilo!” disse Elisa abbastanza irritata.
    “Non dargli retta, quando è ubriaco dice minch*ate.” rispose Pedro.
    “Se è per questo le dice anche quando è sobrio!” esclamò Stefania super sorridente.
    Il resto dei compagni non potè trattenere una risata di fronte all’esclamazione della ragazza. In fondo non aveva tutti i torti, Ka raccontava cose assurde su tutti, e soprattutto i ragazzi lo sapevano bene.
    “Allora, vuoi continuare sì o no? Mi sto annoiando!” disse furiosa Sara gesticolando.
    “Calma calma, ora continuo!” disse Elisa facendo cenno all’amica di tranquillizzarsi. Scrutò i volti dei presenti, massaggiandosi il mento in segno di decisione. Poi puntò il suo guardo sulla ragazza seduta accanto a Ka.
    “Stefania.”
    “Sei proprio una str*nza!” esclamò Stefania, facendo un gestaccio ad Elisa.
    L’amica si alzò dalla sedia, permettendo a Ka di stendersi sulla sua sedia.
    “Visto che se dico verità ogni mia risposta equivale ad un vostro ‘ci stai mentendo’ scelgo segreto, almeno so che non mi fate fare la penitenza.”
    “Perché tu e Ka litigate sempre?” domandò l’amica curiosa, lanciando un’occhiata maliziosa verso i due amici.
    “Qualcuno mi ha chiamato?” chiese Ka frastornato, alzando la testa dalla sedia con una mano.
    “Come perché? E’ lui che inizia!” disse fermamente la ragazza in sua difesa, facendo segno a Ka.
    “Sei tu che sei insopportabile, scusa!” rispose Ka, alzandosi dalla sedia, mentre barcollava da una parte all’altra.
    “Ah, ora sono io? E allora com’è che vado d’accordo con tutti tranne che con te? Forse perché sei un cogl*one? Ops, scusa, volevo dire idiota.” continuò Stefania, dopo aver fatto una serie di smorfie al ragazzo davanti a sé.
    “Smettetela di litigare! Ka, sei ubriaco!” esclamò Pedro avvicinandosi ai due amici. “Tu poi, non potevi fare una domanda diversa? Questi tra un po’ si azzannano.” domandò sempre lui, questa volta indicando Elisa.
    “Ka poteva evitare di rispondere, visto che nessuno l’ha interpellato!” disse Elisa in sua difesa, guardando Pedro in cagnesco. “E adesso, puoi portare il tuo caro amichetto a posto, così continuiamo a giocare? Grazie.”
    Pedro si allontanò dalle ragazze guardando Elisa con la coda nell’occhio. Ka, che si reggeva a stento, lanciò delle occhiatacce a Stefania divertito.
    “Lo so che sei pazza di me e fai finta di opporre resistenza per provocarmi, le conosco le ragazze come te!” affermò Ka da seduto.
    “Ma anche no, grazie ma non ci tengo!” rispose a sua volta Stefania.
    Dani si alzò di colpo dalla sedia per raggiungere Stefania ed Elisa. Da lontano fece segno a Ka di smetterla, senza ottenere nessun risultato. Pedro lo stava strattonando da un braccio, ma non aveva comunque nessuna reazione.
    “Ok, abbiamo capito, è meglio che smettiamo di giocare.” disse Dani, rimproverando con gli occhi Stefania. Muovendo il capo da un lato, ordinò alle ragazze di andarsi a sedere. Dopodichè si risedette di nuovo accanto a Laura, che intanto lo guardava curioso.
    “Ma non è giusto, io mi stavo divertendo!” bisbigliò Laura a Dani, borbottando.
    “Credimi, è meglio lasciar perdere, quand’è ubriaco Ka è peggio di un bambino capriccioso.” spiegò Dani in un orecchio alla ragazza.
    Nel frattempo Elisa e Stefania, che si erano sedute da qualche minuto, stavano origliando tra loro ciò che era appena accaduto.
    “Non credi di essere stata un po’ cattiva con Ka? In fondo non ti ha fatto nulla..” disse Elisa mettendo una mano davanti alla bocca per coprire il suo labiale.
    “Certo che no! Ka è odioso.”
    “E’ inutile farti cambiare idea, sei cocciuta come pochi..” rispose Elisa ormai stanca. “Io me ne vado, oggi non è serata.” rivelò poi a Stefania. Non lasciò neanche il tempo a Stefania di aprire bocca che subito avvertì il resto degli amici. Salutò tutti con cenno di mano, augurando una piacevole serata soprattutto alle coppiette, lanciando loro un’occhiata malefica. Chiese a Laura di prestarle le chiavi della macchina, e dopo averle prese tornò a casa in un battibaleno, aveva preso una scorciatoia scoperta proprio quella sera. Era abbastanza turbata per quello che era accaduto, per il bacio con Pedro, per la sbornia di Ka, per come Pedro l’aveva guardata male dopo averlo attaccato. Mise una mano sulla tempia, alleviando per qualche istante il dolore persistente, mentre continuava ad avere l’altra mano sul volante.


    18.

    “Stare insieme a te è stata una partita,
    va bene hai vinto e tutto il resto è vita”


    “Io accompagno Ka a casa, è troppo ubriaco per rimanere ancora qui…” disse Pedro, e dopo aver salutato tutti gli amici con un bacio a stampo, sollevò l’amico dalle braccia e lo caricò sulla schiena. Aveva la bava che il colava, il che gli fece provare un senso di disgusto infinito. Voltò la testa per non immaginare in che condizioni la saliva dell’amico stava riducendo la sua camicia, d’un tratto però sentì una voce in lontananza. Era Stefania che lo stava raggiungendo, aveva ancora l’affanno addosso.
    “Pedro, fermati!” urlò non molto distante da Pedro.
    “Che c’è?” chiese Pedro.
    “Mi spiace per la serata, scusa. Mi perdoni?” disse infine Stefania, guardando il ragazzo con occhi implorevoli.
    “Non è nulla, stai tranquilla. E’ colpa di Ka che si ubriaca sempre ogni volta che andiamo da qualche parte, a volte desidererei soffocarlo per come si comporta.” disse Pedro, guardando la figura inquietante di Ka con la bocca spalancata sulla sua schiena.
    “Posso venire con te?” domandò la ragazza timidamente.
    “Sì, certo, seguimi…” chiese l’amico, stupito dalla proposta di Stefania.

    La vostra curiosità è alle stelle? Mi odiate troppo? lol
    allora non vi resta che aspettare il resto del capitolo domani. Non temete, i vostri sacrifici saranno ricompensati AHAHAH

    I vostri commenti qui! http://forum.teamworld.it/forum1743/...ml#post8393492
    Ultima modifica di Honey*; 12-05-2013 alle 16:20

  7. #27
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buonasera ragazzi!
    So che siete ansiosi di leggere questo capitolo, dai vostri commenti deduco che mi odiate troppo per aver lasciato tutto in sospeso. Ma questa FF è un po' così, è imprevedibile. Niente di ciò che può sembrare ai vostri occhi è certo, è tutto un gioco di casini e litigate, stile Beautiful. E sto solo all'inizio, quando la storia sarà ancora più corposa ne succederano ancora di peggio, vi avviso
    Ok, dopo avermi messo paura con questa premessa vi lascio con il seguo.
    Buona lettura e continuate a seguire la FF, vi voglio benissimo


    (parte due)

    I due amici si avvicinarono all’auto di Pedro, e dopo che questo scaraventò sui sedili posteriori come un sacco di patate il lungo corpo di Ka, Stefania e Pedro salirono in macchina e si diressero verso casa di Ka, che ormai Pedro conosceva benissimo. Il ragazzo ne approfittò per farsi spiegare alcune cosette da Stefania, Ka ormai s’era addormentato, quindi non rischiavano di far sentire a lui i loro discorsi.
    “Mi vuoi spiegare che ti prende?” domandò Pedro all’amica dopo aver messo in moto la vettura.
    “Di che parli?”
    “Come di che parlo? Di te e Ka. Scusa, prima ci litighi e adesso sei insieme a me che lo stiamo riaccompagnando a casa! Certo che sei strana forte…” disse Pedro, non spostando lo sguardo dalla strada.
    “Mi sono sentita in colpa per quello che è accaduto. E poi…io non intendevo farlo.” spiegò Stefania, guardando al di fuori del finestrino. “Piuttosto, tu devi spiegarmi qualche cosa!” continuò allora lei, appoggiando la testa sulla spalla di lui. “Ka non ha mentito quando ha detto che ti piace Elisa vero?”
    “Ehm…no.”
    “Che sporco ingrato che sei! Perché non me l’hai detto subito? Ti avrei dato una mano!” esclamò Stefania rimettendosi composta.
    “ E come facevo a dirtelo? Sei la sua amica, è normale che glielo saresti andato a dire, voi ragazze siete tutte così ‘unite’.” spiegò Pedro facendo qualche smorfia alla fine.
    “Hai paura che glielo dica?”
    “Non è che ho paura, è che non so come può prenderla. In fondo ci siamo parlati poco e niente.”
    “E cosa aspetti a chiederle di uscire? Vuoi che ti mandi un telegramma di avviso?” disse Stefania insistentemente.
    “Come se fosse facile.”
    “Sei tu sei difficile. Così come hai chiesto a me di uscire lo chiedi a lei, dov’è il problema?”
    “Ma no, con te era un’altra storia, è stato più facile..”
    “Che vuoi dire, scusa?” domandò ancora una volta Stefania, facendosi sempre più curiosa.
    Pedro spense la macchina e parcheggiò di fronte a casa di Ka. Ordinò all’amica di scendere dall’auto e di aiutarlo a sollevare quel peso morto di Ka, che ancora non riusciva a reggersi in piedi. Pedro cacciò dalla tasca dei pantaloni le chiavi e, sempre con l’aiuto di Stefania, abbandonarono il corpo possente di Ka sul divano. Dopodichè si diressero in cucina, dove Pedro offrì da bere all’amica. Le lanciò una lattina di Sprite, Stefania socchiuse la porta della cucina e afferrò la lattina in volo.
    “Allora? Non mi rispondi?”
    “A cosa dovrei rispondere?”
    “A quello che mi hai detto prima. Perché con me è stata un’altra storia? Che intendevi dire con ciò?”
    “Senti Stefi, lasciamo perdere dai, non è serata…” rispose allora Pedro, leggermente stufato.
    “D’accordo, non ti chiedo più nulla! Però tu adesso fai quello che ti dico io!” esclamò Stefania, mettendosi seduta accanto all’amico.
    “Cosa dovrei fare, sentiamo?!” chiese lui, indifferente.
    “Vai da lei e parlaci.”
    “Ma che sei matta?” rispose di scatto Pedro, facendosi sempre più irritato.
    “Avanti, che problema hai?” ribadì Stefania, provocando Pedro. Riuscì a sentire il suo respiro sempre più affannoso e pieno di rabbia.
    “Non posso presentarmi a quest’ora, sono le due inoltrate!” disse a questo punto Pedro, difendendosi.
    “Non mi dire che Pedro dei Finley ha paura di camminare da solo alle due di notte!” affermò sbarazzina Stefania, dando una lieve spinta all’amico. Dopo essere stato praticamente comandato, Pedro si alzò dalla sedia, dirigendosi verso la porta d’ingresso.
    “Dici che vorrà parlarmi dopo la serata di oggi?” domandò Pedro a Stefania, mentre stringeva il pomo dorato della porta.
    “Ma sì, vai tranquillo! E fammi sapere come va!”
    Con uno spintone dietro le spalle, Stefania lanciò fuori dall’uscio della porta Pedro, facendolo finire oltre gli scalini dell’entrata.
    “Stefi…”
    “Che altro vuoi? Sei ancora qui?” domandò Stefania intenta nel chiudere la porta.
    “Mica vi azzannate tu e Ka? Sai, non vorrei avvertire il Pronto Soccorso per riservarvi due posti letto…” disse Pedro sarcastico. Stefania lo rispose con una pernacchia.
    “Non succederà nulla, fidati. Aspetto che si riprende, gli parlo e poi torno a casa. Ma tranquillo eh, tu ed Eli potete trattenervi a lungo, a giudicare dalle condizioni fisiche di Ka dubito che si rimetta subito!” spiegò Stefania infine.
    “Va bene, allora…io vado…e non rompete nulla!” ribadì Pedro all’amica, la quale gli aveva già chiuso rigorosamente la porta in faccia. Grazie all’indirizzo datogli da Stefania, Pedro riuscì a trovare l’appartamento. Intravide dal finestrino della macchina la sagoma di Elisa, che si vedeva dalla finestra che affacciava sul balcone. Dalla luce soffusa e dall’ombra ben delineata della ragazza, Pedro capì che non era ancora andata a dormire. Balzò velocemente dalla macchina e, con la mano tremolante, suonò il campanello accanto alla porta d’ingresso. Temeva che Elisa non lo rispondesse, o peggio, che avesse avuto paura di qualche strana visita notturna di chissà quale maniaco di turno. Si guardò attorno, prestando la più assoluto indifferenza. I passi sempre più vicini alla porta smentirono la precedente ipotesi avuta da Pedro, non appena Elisa aprì la porta.
    “Pedro!”esclamò lei, sorpresa.
    “Ehm…ciao. Ti disturbo?” domandò Pedro, ripetendosi sempre più volte nella sua testa quanto fosse stato stupido chiederle se la disturbava.
    “No, certo che no!” rispose titubante Elisa, ancora con la mano poggiata sulla maniglia della porta.
    “Posso entrare?”
    “Sì sì scusa, entra, accomodati.”

    Se volete sapere come andrà l'incontro, dovrete aspettare fino a domani. In fondo 24h non sono tante
    Commenti: http://forum.teamworld.it/forum1743/...ml#post8393492
    Ultima modifica di Honey*; 13-05-2013 alle 16:26

  8. #28
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ciao ragazzi, e buon pomeriggio a tutti quanti!
    Oggi mi sono concessa un riposino pomeridiano che era da tanto che non lo facevo e adesso sono pronta a postarvi il capitolo, forse uno dei più attesi. Ci sono vari riferimenti della mia vita, altri sono ovviamente frutto dell'immaginazione, ma nonostante tutto sono molto legata a questo capitolo.
    Vi avviso, se siete deboli di cuore o dei gran romanticoni oggi sarete accontentati, questo capitolo è la dolcezza ** anche se il finale è da panico, AHAHAHA.
    Va beh, basta, non vi rompo più, a voi buona lettura

    19.

    “Parlami di cose che non ho mai visto,
    parlami anche quando non ti ascolto.
    Spiegami senza giri di parole,
    spiegami il senso di ogni cosa.”

    Elisa accompagnò Pedro nel salotto. Mentre gli faceva strada, Pedro osservò l’appartamento nei minimi dettagli, osservando il corridoio pieno di quadri che ritraevano le ragazze nei loro momenti sicuramente più felici. Inoltre cercava di concentrare la sua attenzione su ogni cosa gli passasse per non essere troppo ansioso una volta parlato con Elisa, il solo pensiero gli fece venire un nodo alla gola. Ingoiò un po’ di saliva, facendo pressione all’interno delle orecchie, dopodichè inspirò lentamente. Ma nel momento in cui entrambi giunsero in salotto, lo sguardo di Pedro rimase fermo ed incantato da quella magnifica collezione di vinili. Sembravano infiniti, erano perfettamente ordinati e brillavano come dei diamanti. Gli occhi di Pedro si dilatarono sempre di più quando vide dietro il mobile un enorme poster dei Pink Floyd. Era la cover del singolo ‘Another brick in the wall’, uno dei pezzi che aveva più apprezzato nella sua vita.
    “Oh Santo Cielo, dimmi che questo è il paradiso.” esclamò Pedro a bocca aperta.
    “Ti riferisci ai dischi o al poster?” domandò sorridendo Elisa.
    “A tutti e due.”
    “Beh, è tutta roba mia.”
    Pedro si voltò a guardare Elisa, sempre più sorpreso. Com’era possibile che una ragazza di diciannove anni avesse tutti quei cd? Neanche lui aveva così tanti vinili in casa sua. Ma soprattutto, com’era possibile che ogni singolo artista posto con cura sul quello scaffale corrispondesse agli stessi gusti musicali di Pedro? Era rimasto strabiliato di fronte a tutti quei nomi. Era così giovane, ma già sapeva tantissimo di musica, e il poster dei Pink Floyd diceva tutto.
    “Ti piacciono?” domandò lei, inarcando un piacevole sorriso.
    “Mi piacciono? Mi stai chiedendo se mi piacciono? Se potessi te li ruberei all’istante senza farmi scrupoli! rispose lui, sorridendo. “Come fai ad avere tutta questa roba? E’ una vera è propria libreria musicale!” chiese lui, passando una mano sulla copertina di un vinile dei Beatles.
    “Ah, un piccolo pensierino di mio padre.” spiegò lei, timidamente.
    “Accidenti, tuo padre ha degli ottimi gusti musicali!” esclamò lui, sistemando il vinile che aveva in mano nello scaffale.
    “Beh sì, aveva dei bei gusti.” ammise Elisa, guardandosi attorno.
    Pedro si fece di colpo serio, notando un’evidente pressione emotiva nella ragazza. Si avvicinò a lei, mettendole le mani sui suoi avambracci.
    “Ehi, che hai?” domandò lui, fissandola negli occhi.
    “Nulla, un po’ di malinconia.” rispose con voce fioca lei, che di tanto in tanto abbassava lo sguardo.
    “C’entra con tuo padre, vero? Appena abbiamo parlato di lui sei diventato di colpo tesa.” chiese ancora Pedro, cercando di incrociare lo sguardo di Elisa per trasmetterle un po’ di serenità. La ragazza annuì.
    “Che è successo a tuo padre?” domandò Pedro, scuotendo l’amica dalle braccia.
    “E’ morto.”
    Il corpo di Pedro fu attraversato da un’improvvisa scossa dietro la schiena. Si sentì come pietrificato di fronte alla rivelazione fattagli da Elisa, le sue braccia erano più tese che mai e le mani erano diventate due pezzi di ghiaccio. Un’ondata di vento gelido attraverso il suo corpo, provando la stessa orribile sensazione della ragazza, che lo guardava con gli occhi pieni di lacrime.
    “O-oddio, mi dispiace da morire. T-ti giuro, i-i-io n-non sapevo…” disse poi Pedro, continuando a balbettare.
    “Ehi, tranquillo” disse Elisa, dandogli una pacca affettuosa sul braccio. “…anzi grazie.” continuò a dire la ragazza.
    “Per cosa?”
    “Per avermi ascoltato. Sai, di questi tempi non tutti riescono a farlo.” spiegò Elisa, mostrando un misero sorriso.
    Pedro non potè essere più felice. Il suo volto si illuminò di un sorrido radioso e di uno sguardo pieno di commozione. Si abbassò leggermente, per arrivare all’altezza della ragazza, e poi le sollevò il mento con delicatezza, vedendo la tristezza invadere i suoi occhioni azzurri.
    “Puoi parlare sempre con me, a qualsiasi ora del giorno e della notte, se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a contattarmi, d’accordo?”
    “Grazie Pedro, sei gentile.”
    Elisa abbracciò il ragazzo, sentendo il suo cuore battere più delle altre volte. Che fosse per la sua agitazione per l’argomento intrapreso o per altro non voleva saperlo, sapeva soltanto che il profumo di Pedro stava inebriando la sua camicia di jeans e le sue narici, provocandole una sensazione piacevole dentro di sé. Dopo essersi staccata da lui, la ragazza si sedette sul divano, strofinandosi gli occhi con il lembo della camicia per asciugare le lacrime che stavano inondando. Pedro seguì passo per passo i suoi movimenti, e con andamento lento raggiunse l’amica. Le mise un braccio attorno al collo, invitandola ad appoggiare la testa sulla sua spalla. Elisa si abbandonò a quel momento di debolezza, dove pianse a dirotto, inondando di lacrime la camicia dell’amico. Pedro le accarezzò i capelli, sussurrandole in un orecchio di non piangere. Il respiro della ragazza era sempre più insistente, il pianto sempre più disperato, i momenti sempre più evidenti. Ripercorse in quell’ istante i suoi diciannove anni con un martello al cuore, pronta a fracassarglielo ogni volta nella sua mente fosse rimbombato un pensiero o momento triste. E lei di momenti tristi ne aveva vissuti fin troppi. Aveva sempre lottato per ottenere ciò che le serviva, si era sempre fatta in quattro per la sua famiglia, rimpiazzando il più delle volte anche i classici pensieri di un adolescente. Aveva sempre ragionato come una ragazza più grande, rispetto alle altre aveva più responsabilità alle spalle, e lo sapeva bene. I primi anni di liceo non si sentiva mai a proprio agio, si ripeteva tra sé e sé di non essere in grado di fare nulla, e che nella vita non sarebbe mai diventata nessuno. A quattordici anni ha avuto seri problemi con la professoressa di Latino e Greco, la quale non faceva altro che umiliarla continuamente per le sue insufficienze nelle materie. Aveva provato qualche volta ad autolesionarsi, fortunatamente non ebbe risultati soddisfacenti. La seconda volta, in particolare, l’aveva beccata Stefania, la quale con un misto di rabbia e violenza aveva spezzato la lametta che Elisa aveva tra le mani. Neanche con i ragazzi sembrava andarle bene, era stata con quattro ragazzi, i quali molto codardamente l’avevano sempre lasciata senza uno straccio di spiegazione. Erano tante le cause che l’avevano portata a quello sfogo così eccessivo, di solito era una ragazza allegra, solare, divertente, era sempre pronta a dare un consiglio a tutti, e poi era calmissima, non si arrabbiava mai. Le sue amiche l’avevano soprannominata ‘la coscienza’ perché ogni volta sparava una delle sue perle di saggezza che faceva zittire qualunque persona le stesse accanto.
    Ma quella sera Elisa abbandonò la correttezza, la meticolosità, che da sempre la contraddistinguevano dalle altre per sfogarsi con un ragazzo di cui non sapeva praticamente nulla a parte il nome. La ragazza, dopo diversi minuti, allontanò il suo capo dalla spalla di Pedro e si asciugò le guance bagnate con una mano.
    “Come stai ora?” domandò preoccupato Pedro.
    “Sto meglio, grazie….comunque scusami per questa reazione, io..”
    “Non c’è di che…” disse Pedro interrompendo la ragazza “Fin quando ci sarò io avrai sempre una spalla su cui piangere…in tutti i sensi!”
    Elisa non riuscì a controllare la sua risata spontanea, che coinvolse anche il ragazzo accanto a lei. Si voltò verso di lui, osservando il suo guardo così profondo e pieno di significato. Nonostante avesse pianto a dirotto e le sue guance fossero di un colorito simile all’arancio, aveva mostrato comunque all’amico un sorriso sincero come pegno di gratitudine.
    “Sai come mi sento in questo momento? Mi sento l’uomo più felice del mondo, perché tu mi sorridi, io ti sorrido, e boh, penso sia bellissimo, non credi? ” ammise involontariamente Pedro con voce fioca. Elisa annuì timidamente.
    Per pochi minuti sembrò essere tornata l’armonia in casa, armonia che, come accade nelle più classiche delle situazioni, venne abbattuta da un improvviso rumore della porta d’ingresso. Era entrato qualcuno e aveva scagliato le chiavi per terra, provocando un tonfo decisamente forte. Un rumore di tacchi si faceva sempre più vicino e chiaro, sino a quando la ragazza dai tacchi vertiginosi non si mostrò davanti ai ragazzi. Era Stefania, infuriata come non mai, sembrava quasi che le sue tempie potessero scoppiare da un momento all’altro per il troppo nervosismo. Guardava la sua amica in cagnesco, i suoi capelli sembravano essere rizzati in aria come se avesse preso una scossa, da una mano stringeva con forza la sua pochette nera.
    “Vaff*nculo, sei proprio una str*nza! Da te non me l’aspettavo!” urlò Stefania, gettando per terra anche la pochette.

    chissà cosa sarà mai successo... AHAHAHA
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  9. #29
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Buon pomeriggio a tutti!
    Non vi faccio perdere altro tempo e vi lascio con il nuovo capitolo. Vi avviso, COLPI DI SCENA A CATENA da ora in poi.
    Se non vi faccio patire non è da me lol
    Buona lettura giovincelli :3 vi adoro troppissimo

    20.

    “Ascolta, ti voglio dare il meglio di me stesso perché
    tutto il resto non conta quando siamo e te.
    E che c’è la fuori che ti distrae da me?”

    “Oh, ma che hai? Ti sei bevuta qualcosa?” chiese Elisa evidentemente turbata dalla reazione spropositata dell’amica.
    “Non cercare di girare la frittata con me, tanto è solo tempo perso. Tanto lo so, so tutto!”
    “Cosa sai Stefania? Illuminami.”
    Pedro si mise in mezzo alle due ragazze per evitare che passassero alle maniere forti, cosa che se fatta da due ragazze può essere pure più pericolosa che fatta tra due uomini.
    “Stefania datti una regolata eh, sembri una pazza furiosa.” rispose Pedro in difesa di Elisa.
    “Non so quando ti conviene difenderla, sapendo che s’è baciata con Ka!”
    Pedro rimase attonito per qualche secondo, si voltò verso Elisa in cerca di risposta, che non ricevette.
    “Vi siete baciati, dì la verità! Dilla! Su avanti!” ribadì diverse volte Stefania gesticolando.
    Elisa si passò una mano attorno alla fronte in preda alla disperazione. Non poteva di certo mentire, pertanto cercò di guardarsi attorno nella speranza di trovare una risposta convincente da dare ai suoi amici.
    “No, non ci credo.” disse Pedro immobile.
    “Invece è vero! Me l’ha detto Ka! Almeno lui ha avuto il coraggio di dirmelo, cosa che invece a quanto pare la mia ‘migliore’ amica non ha fatto!” esclamò Stefania con amarezza, sottolineando il ‘migliore amica’ come se fosse un concetto ormai passato.
    “ E’ vero, ci siamo baciati. Ma quel bacio per me non ha significato nulla, è stato lui a baciarmi!” rispose Elisa, non potendo più mentire.
    “Sì sì certo, come no, dicono tutti così!” disse Stefania, controbattendo la frase dell’amica. Pedro abbassò lo sguardo, pieno di rabbia verso la ragazza, fece qualche passo indietro permettendo alle ragazze di guardarsi negli occhi.
    “Io me ne vado.” disse lui, più serio che mai.
    “No Pedro, aspetta, devi credermi!” urlò Elisa disperata, con il viso rigato nuovamente di lacrime.
    Senza prestarle attenzione, Pedro uscì infuriato dall’appartamento, con il fumo che gli usciva dal cervello. Il suo migliore amico l’aveva preso in giro. Con chi poi? Con la ragazza che piace a lui! Ma quanto poteva essere stato stupido a non accorgersene? In effetti aveva notato un certo affiatamento tra i due, ma non avrebbe mai creduto il suo amico capace di tanto. Certo, Elisa non era esclusa, ma la delusione maggiore l’aveva avuta proprio dal suo amico, colui che era stato il primo a rimproveralo per essere uscito con Stefania. Scagliò un calcio su una macchina parcheggiata accanto alla sua, provocandole un’ammaccatura evidente. Di corsa, Pedro si intrufolò nella sua macchina, intenzionato a raggiungere Ka per dirgliene di tutti i colori.
    Nel frattempo Elisa e Stefania stavano continuando a litigare, Stefania non riusciva davvero a controllarsi e stava buttando all’aria tutto ciò che le capitava con una rabbia indescrivibile. Elisa, per la paura, si mise davanti alla libreria dove aveva gelosamente custodito i suoi vinili, per difenderli.
    “Stefania, ti calmi? Vuoi ascoltarmi una buona volta? Ti spiego io come sono andate le cose, però devi promettermi che la smetti di lanciare tutto all’aria. Ti prego!” implorò Elisa all’amica furiosa. Stefania riuscì a farsi convincere, e dopo essersi seduta fu raggiunta dall’amica.
    “Che c’è? Devi spiegarmi i dettagli del bacio?” chiese Stefania con una smorfia irritata.
    “Se continui a interrompermi non ti parlo più..” ribadì Elisa.
    “Tanto per quello che mi importa!” esclamò Stefania, accendendosi una sigaretta.
    “Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Sei accecata dalla gelosia e te la stai prendendo per nulla!” rispose Elisa, balzando dal divano.
    “E allora com’è andata? Parla, su!” disse Stefania esortando l’amica a parlare.
    “E’ stato lui a baciarmi, era mezzo ubriaco, gli ultimi dieci minuti prima di accompagnarmi a casa stava sbandando con il volante. Aveva bevuto parecchio, e una volta sceso mi ha afferrata violentemente per un braccio e mi ha baciato. Ho cercato di staccarmi da lui, solo dopo qualche secondo ci sono riuscita. Gli ho mollato uno schiaffone, e lui s’è scusato per quello che ha fatto, e mi ha tranquillizzato dicendomi che per lui quel bacio non ha significato nulla, se non solo un ringraziamento per la serata che avevamo appena passato.” spiegò Elisa calmandosi di botto.
    “Perché non me l’hai detto prima?” domandò Stefania avvicinandosi all’amica.
    “Volevo accantonare quel momento, far finta che non fosse successo nulla. Ecco perché non te l’ho detto.” disse Elisa in sua difesa, fissando il pavimento per non incrociare gli occhi della ragazza di fronte a sé.
    “Ce l’hai con lui?” domandò ancora Stefania, questa volta più calma.
    “No, perché so il motivo per cui l’ha fatto!” disse Elisa alzando il tono di voce verso l’amica.
    “E quale sarebbe? Illuminami.”
    “Tu, sei tu il suo motivo di rabbia, dolore, frustrazione e tutto il resto!” esclamò Elisa con voce sempre più insistente.
    “Io? Ma cosa stai dicendo? Non sai più che inventarti…” ribattè Stefania, aspirando un altro tiro dalla sigaretta.
    “Stefania, io non mi invento nulla! Stai mettendo per caso in dubbi la mia parola?” domandò Elisa, sentendosi offesa. “Da quando ci conosciamo noi, non so, tredici anni? Ti ho mai detto caz*ate? No, perché se l’ho fatto vorrei saperlo.” continuò dopo.
    “No, hai ragione, non mi hai mai mentito. E con questo cosa vorresti dire?”
    “Che Ka si sta comportando così a causa tua. Te l’ha detto che s’è ubriacato perché tu hai preferito uscire con Pedro anziché con lui? Te l’ha detto che per tutta la serata non ha fatto altro che parlarmi di te? Te l’ha detto che l’unico motivo per cui è voluto uscire con me è stato perché gli permettessi di avvicinarsi a te con i miei consigli? Te l’ha detto che ogni sacrosanta volta che ci sentiamo tramite sms mi chiede sempre ‘come sta Stefania?’ Non te l’ha detto tutto questo? Beh, se non te l’ha detto te lo dico io, Ka è innamorato di te! E smettila di dormire sugli allori e di fare la parte di colei che non sa mai nulla, perché a giudicare da come mi stai rispondendo e dalla reazione che hai avuto direi che anche a te piace parecchio Ka, e non osare dirmi il contrario perché potrei risponderti malissimo, e lo sai! Ok, ho sbagliato a non dirtelo prima, scusami, ma non ritenevo necessario avvisarti di una cosa che sia per me che per lui non ha significato nulla.”
    Stefania abbandonò le braccia verso l’amica, inondandola con uno degli abbracci più calorosi di sempre. Le annusò i capelli, e attraverso essi toccò la nuca con le labbra, baciandola.
    “Scusami, scusami davvero. Sono una stupida.” disse poi Stefania, appoggiata con il mento sulla spalla di Elisa.
    “Sì, lo so che sei stupida. Ma la prossima volta prima di farmi scenate informati!” continuò Elisa, rimproverando l’amica. Stefania annuì e lanciò alla ragazza un sorriso sincero.
    “Oddio, scusami, tu eri con Pedro, ed io ho rovinato tutto…”
    “Non penso vorrà riparlarmi ancora…” accennò Elisa sconfitta.
    “Non dire così, non succederà! Vado a parlargli io domani, te lo prometto.” affermò Stefania accarezzando il volto di Elisa.
    “Ma no, non devi…” rispose timidamente l’altra.
    “Sì, devo. Ho fatto il casino e adesso lo risolvo! Vedrai che andrà tutto bene.”
    Stefania prese il viso dell’amica e lo portò sul suo petto. Lo sguardo di Elisa si mostrò nuovamente afflitto e insofferente. Dopo quel bacio, i due si erano promessi che nessun altro ne sarebbe venuto a conoscenza. Ed adesso Ka l’aveva appena rivelato a Stefania, la sua migliore amica, con cui aveva litigato di brutto. Ma perché non è stato onesto? Pensava di fidarsi di lui, che almeno per una volta non si cacciasse nei guai. Invece era stato proprio lui l’artefice di quel casino.
    La seconda parte della serata con Pedro era stata completamente rovinata, e tutto per colpa di Ka. E poi ancora non aveva rivelato a Stefania i suoi sentimenti. Non ha spiegato le ragioni per cui si è comportato così in quei giorni, ha dato una descrizione diversa della scena, quasi come se fosse stata Elisa a baciarlo, quando invece lo stesso Ka sapeva benissimo non fossero andate così le cose. E poi, perché si era spinto a così tanto? Perché quella sera? Perché l’ha detto a Stefania in quel modo? Cosa lo aveva spinto? La ragazza, nonostante si fosse riappacificata con Stefania, ancora non si riusciva a spiegare il perché di ogni singolo quesito. Per lei era tutto un mistero, e solo allora si rese conto che era proprio Ka ad essere un tale mistero, uno di quelli che neanche con le migliori indagini si sarebbero riusciti a scovare.

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  10. #30
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    Predefinito Re: Vorrei azzerare tutto, e ripartire con te.

    Ragazzi, rieccomi qua!
    Oggi sarò costretta a dividere nuovamente il capitolo perchè tw mi vuole un gran bene e non tollera i miei capitoli troppo lunghi :c
    per sapere come terminerà non vi resta che aspettare domani
    nel frattempo gustatevi questa prima parte, violenza allo stato puro, poi capirete perchè. lol

    21.

    “Non posso eliminare il dolore che ti aspetta,
    ma posso garantirti che tutto passa in fretta.”


    Pedro trovò parcheggio in mezzo a due querce, nonostante non fossero il massimo della comodità decise di depositare l’auto lì. Chiuse lo sportello violentemente, provocando un rimbombo per tutta la strada buia e silenziosa. Prese le chiavi di casa di Ka, di cui aveva fatto il doppione, visto che ormai si conoscevano da così tanto tempo che si scambiavano persino le mutande, ed entrò senza farsene accorgere. Ka aveva una bottiglia di vino bianco in mano, probabilmente pugliese, in procinto di essere bevuta. Pedro raggiunse da dietro il ragazzo. Ka avvertì subito uno strano movimento dietro di sé, mischiato ad un odore di fumo e a un respiro pesante e si girò lentamente per osservarne il volto. Immediatamente si ritrovò sulla guancia uno dei pugni più selvaggi della storia, che lo mandò dritto per terra, spaccando in mille pezzi la bottiglia di vetro. Una pozzanghera di sangue giaceva lì, accanto al tavolo, dove Ka si trovava sdraiato per terra, ormai troppo sbronzo per prendere di sua iniziativa l’idea di alzarsi.
    “Guardati, sei solo un ubriacone.” disse Pedro con il pugno ancora chiuso, quasi ringhiando.
    Dopo diversi sforzi invani, Ka riuscì ad alzalsi, reggendosi ai piedi del tavolo. Si massaggiò la mandibola indolenzita, per poi perdere il suo sguardo dentro quello di Pedro.
    “Scusa, sono un cogl*one, hai ragione.” ammise Ka in sua difesa.
    La strafottenza e la presunzione che Ka mostrava scusandosi irritò terribilmente Pedro, che come una furia afferrò l’amico dal colletto della camicia e lo portò in corrispondenza del muro, con le spalle che sbattevano contro.
    “Vuoi ammazzarmi? Bene, se può farti stare meglio fallo pure.”
    “Se potessi lo farei, ma non mi abbasso al tuo livello.” rispose Pedro con la fronte appiccicata a quella di Ka.
    “D’accordo, se ce l’hai con me va benissimo, lo accetto, ma non prendertela con Elisa, lei non c’entra nulla. Sono stato io a baciarla!” dichiarò Ka spossante.
    “Sì sì certo, vedo che vi siete imparati bene anche la parte per non fare figure di mer*a!”
    “Ma quale parte! Ti sto dicendo la verità, ascoltami. Sono stato io, mi assumo le mie responsabilità, se vuoi riempirmi la faccia di schiaffi o prendermi a caz*otti fallo, non mi tiro indietro. Ma ti assicuro, e di questo ne hai la mia parola, che lei non c’entra nulla. L’ho costretta io a baciarmi, le avevo stretto i polsi così forte che solo dopo un po’ è riuscita a liberarsi.”
    Pedro tolse le mani dal colletto dell’amico, facendosi qualche passo indietro. Si voltò dall’altra lato, dando le spalle all’amico, per poi poggiarsi al bordo del tavolo stendendo le braccia.
    “Devi credermi Pedro, non ti sto prendendo in giro.” disse Ka implorando l’amico.
    “Certo che hai proprio una bella faccia tosta a parlare! Vieni tanto da me a parlare di correttezza, di lealtà, di fiducia e quant’altro quando tu sei il primo che le ha infrante! Mi hai fatto il caz*iatone perché sono uscito con Stefania, con cui non ho combinato proprio un bel niente perché ho messo in preventivo il fatto che se l’avessi fatto ci saresti stato uno schifo. E tu invece? Che fai? Ti baci un’altra ragazza? Ma come caz*o ragioni Ka? Ti rendi conto di avermi fatto un discorso di cui tu non sei riuscito a mantenere proprio nulla? Ma che razza di amico sei? Sei proprio un cogl*one, fattelo dire.” disse Pedro dilungandosi.
    “Scusami, non volevo. Ti giuro che tra me e Elisa non c’è nulla, quel bacio è stato un errore e se mi darai la possibilità te lo dimostrerò.” si scusò Ka, poggiando una mano sulla spalla dell’amico.
    “Ma come faccio a fidarmi ancora di te? E se mi inganni un’altra volta?”
    “Non succederà più niente, posso darti la mia parola. Ti prego Pedro, ascoltami, io e te siamo amici dalle elementari, d’accordo, ho sbagliato, ma devi fidarti stavolta. Te lo prometto.”
    “Ma non ti rendi conto? Stai mandando il tuo cervello a put*ane per una ragazza! Ma quando ti deciderai a dirle cosa caz*o provi per lei? Più la lasci libera, più possibilità avrà di conoscere persone nuove, e soprattutto ragazzi nuovi.”
    “Hai ragione anche stavolta. Lo so, tu sei quello onesto tra i due, lo sei sempre stato. Ti sei sempre comportato meglio di me, hai sempre ottenuto il meglio, è per questo che tutti ti vogliono bene. Invece guarda me…non riesco manco a dire ad una ragazza che mi piace perché sono troppo paranoico, ossessivo e orgoglioso.”
    Lo sguardo di Ka si fece sempre più sconvolto, il viso scendeva e ormai l’effetto della sbornia stava svanendo. Erano le 03.45 della notte e Ka stava dicendo una delle poche serie di tutta la sera, di tutta una giornata, forse anche di tutta una vita. Avrebbe preferito sotterrare la sua testa piuttosto che vedere Pedro in quelle condizioni: non era mai stato un buon amico, ma nonostante tutto Pedro l’aveva sempre perdonato. Anche se ne dicevano e se ne davano di santa ragione, quando litigava con lui si sentiva mancare l’aria. Era forse la persona che lo conosceva meglio di tutto il mondo, il suo diario segreto, la spalla su cui piangere, a volte gli faceva certi discorsetti da sembrare un fratello maggiore, nonostante il più grande dei due era Ka. Aveva coperto il suo volto con le mani, poggiando i ginocchi sulle cosce. La sua fronte era più sudata del solito, le gocce si facevano sempre più insistenti: in quel momento, oltre alla birra, c’era un’altra cosa a preoccuparlo, Pedro.
    Stava in silenzio. Non diceva nulla, sembrava non stesse neanche respirando per quanto fosse silenzioso.
    “Non è vero Ka, non fare così ora.” disse Pedro all’amico, dopo essersi seduto accanto a lui. Gli cinse un braccio attorno al collo e gli diede un colpetto sull’avambraccio. Ka osservò il gesto amichevole dell’amico, era super felice per la sua reazione, ma sapeva benissimo che era in debito con lui.
    “Perché mi dici questo Pedro? Perché mi stai aiutando? Non me lo merito. Tu dovresti odiarmi.”
    “Ka, io non ti odierò mai. Anche se mi sforzassi con tutto me stesso, non potrei mai e poi mai odiarti. Sei come un fratello acquisito per me, mi hai sempre aiutato, e anche se abbiamo litigato parecchie volte non rimpiango nulla della nostra amicizia.”
    Ka era quasi commosso di fronte alla dolcezza delle parole di Pedro, e si stava ripetendo in testa quanto fosse stato stupido a mettere a repentaglio un’amicizia come la loro per una ragazza. Non l’avrebbe più fatto, non sarebbe più successo, ci avrebbe giurato qualsiasi cosa.
    “Grazie Pedro, grazie infinite.” ammise Ka ringraziando l’amico.
    “Ma che, di nulla.” disse Pedro sorridendo timidamente.


    ahw, che finale ** ve lo aspettavate?
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    Ultima modifica di Honey*; 16-05-2013 alle 16:46
    MartyPunk, nenniKa and DAVIDE-1997 like this.

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