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Discussione: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

  1. #31
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    Predefinito Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonasera! scusatemi la lunghissiissima attesa, ma tra scuola, studio e in più mi si è rotto il computer e quindi non ho proprio potuto postare, ma recupero con questo capitolo, buona lettura guys

    Capitolo ventinove.

    Sono appena arrivata a casa mia, a Roma. Mi sembra tutto così diverso, ormai sento che questa non è più casa mia. Mi sento fuori posto. Sento bussare alla porta, è mia madre.
    -Tesoro è pronto!- mi informa lei.
    -Non ho fame!- rispondo arrabbiata. Mia madre entra in camera, sedendosi nel letto.
    -Ne vuoi parlare? Sai che puoi parlare con me di qualsiasi cosa!- mi dice lei.
    -No, ne ho voglia, voglio stare da sola!- rispondo. Ecco un mio problema: allontano le persone che mi vogliono aiutare. Le uniche che non sono mai riuscita ad allontanare sono proprio quelle che si trovano a Milano, a quasi cinquecento chilometri di distanza. Perché? Mia madre esce dalla stanza e proprio in quel momento il mio cellulare squilla. E’ Pedro. Subito mi spunta fuori un sorriso a trentadue denti. Lui mi fa stare bene anche a chilometri di distanza. Quel ragazzo è l’amore.
    -Amore!- rispondo felice, mentre mi ributto a peso morto sul letto.
    -Aah che bello sentirti! Che combini?- mi chiede curioso. Immagino il suo bel viso sorridente e subito spunta un sorriso anche a me.
    -Ma niente di che, dovrei mangiare ma non ho fame, quindi sto in camera a guardare il soffitto! Tu che fai?- rispondo.
    -Sto mangiando a casa, sono venuti anche Fabiana con il resto della combriccola. Ora te li passo tutti!- mi informa. Annuisco e rimango in attesa.
    -Ciaooo!!- Sento urlare da ben tutte e cinque le voci dall’altra parte del telefono.
    -Sofi, stai in vivavoce!- riconosco la voce di Dani. Scoppio in una risata. Sono pazzi quei ragazzi.
    -Amore, ora vai a prendere il tuo piatto di pasta così mangiamo tutti insieme. Stavamo aspettando appunto te per mangiare. Così anche se lontani, facciamo le stesse cose insieme!- E’ Pedro a parlare. Oddio io amo quei ragazzi. Corro in cucina a prendere il mio piatto di pasta e ricorro in camera mia, mentre mia madre mi ha appena guardato malissimo, mi avrà preso tipo per matta.
    -Tesoro, allora hai il piatto vicino a te?- è la voce del mio tesoro, Fabiana.
    -Si!- rispondo ridendo.
    -Ok, allora questa è una comunicazione ufficiale: buon appetito a tutti!- urla dall’altra parte del telefono Ka. Scoppio a ridere e mentre si sentono anche le loro risate. Pur essendo lontani, sembriamo comunque vicini. Dopo aver parlato tutti insieme del più e del meno attacchiamo.
    I giorni passano velocemente qua e la loro mancanza si fa sentire ogni giorno sempre di più.
    Oggi è il primo giorno di scuola del quarto anno di liceo. Cammino per il cortile e subito la mia compagna di avventure scolastiche Debora mi salta addosso.
    -Strooon.zonaaaa! Sei sparita quest’estate!- mi dice abbracciandomi.
    -Sono stata a Legnano, te l’ho detto che mia madre mi ha mandato da mio padre, no?- rispondo educatamente.
    -Si, ma non mi aspettavo tutta l’estate. Comunque ce l’hai una sigaretta? Non ho fatto in tempo a comprare un pacchetto stamattina!- mi chiede lei.
    -No, non ce le ho!- rispondo sorridendole.
    -Come non ce l’hai? Tu sei quella che ha sempre almeno un pacchetto da venti al giorno? Che cosa stai dicendo?- chiede prendendo la mia borsa e cercando. Ma dentro ci sono veramente solo libri, astuccio e diario.
    -Le persone cambiano, Debora e ci si rende conto che non è il fumo a risolvere i problemi, bastano le persone giuste!- rispondo riprendendomi la borsa e raggiungendo le scalette per entrare dentro scuola.
    -Ma che caz.zo ti è successo quest’estate? Cari ufi, ridatemi la Sofia di prima!.- implora Debora alzando le mani al cielo. Scoppio a ridere, scuotendo la testa, ma vado a sbattere contro un ragazzo.
    -Sofiaa, quanto tempo!- difronte a me l’ultimo dei ragazzi che avrei voluto incontrare. Leonardo. Il mio ex.
    -Ciao!- rispondo scocciata.
    -Che hai fatto quest’estate? Sei sparita!- mi chiede lui, cercando i miei occhi che scappano, non vogliono incrociare i suoi.
    -Devo entrare in classe, permesso!- rispondo tagliando corto.
    -Ehi, ehi calma… non ho ancora finito di parlare con te. Oggi pomeriggio ti va di fare una passeggiata insieme? Ci sono tante cose che dobbiamo chiarire, eravamo una coppia bellissima, dovremmo tornare insieme!- mi chiede lui, posando le sue mani nei fianchi. Il mio cuore perde un battito, ma d’istinto levo le sue mani dai miei fianchi con violenza.
    -Non mi devi toccare! E te lo puoi anche scordare, tra noi è finita, basta!- rispondo a tono imbruttendolo.
    -Dai, lo so che fai la dura, ma sei ancora stracotta di me! Non fare così su!- dice accarezzandomi il viso, levo la sua mano di dosso nuovamente.
    -Non mi devi toccare! Non sono più innamorata di te, ficcatelo in quella testa vuota che ti ritrovi!- gli urlo contro. Leonardo mi scruta attentamente e poi si ferma sulla collana che mi ha regalato Pedro.
    -Aaah allora ti sei fidanzata? ”P” sta per pir.la?- mi chiede curioso ridendo di gusto. Gli lancio uno schiaffo in pieno viso.
    -Non sono caz.zi tuoi!- rispondo, lasciandolo là, spiazzato, mentre si sta ancora massaggiando il viso. Corro dentro al bagno con le lacrime agli occhi. Quest’anno scolastico sarebbe andato malissimo. In questo momento l’unica cosa che voglio e’ avere Pedro vicino. Lo chiamo, mentre singhiozzo.
    -Amore!- mi risponde subito sorpreso. Non rispondo, i singhiozzi e il magone in gola non mi permettono di parlare.
    -Oh che succede? Mi fai preoccupare. Lo sai che sono capace di venire lì e spaccare la faccia a qualcuno se è successo qualcosa!- Appena mi calmo, e riesco a parlare gli racconto quanto successo due minuti fa. Sento che anche lui è arrabbiato e sta morendo di gelosia, ma non lo mostra rimanendo tranquillo.
    -Hai fatto bene a darli uno schiaffo! Ma lo sai che se c’ero io, la faccia gliel’avrei spaccata? Si deve ritenere fortunato quindi! Comunque stai tranquilla, ora non dovrebbe più darti fastidio, ma promettimi che qualsiasi cosa ti dovesse fare, anche se è molto brutta come un bacio o non so che altro, me lo dirai, promettilo. Io muoio a stare lontani in questo modo ed essere impotente davanti a ogni cosa succede, oppure non poter fare niente se qualcuno ci dovesse provare con te. Giuro che la rabbia e la gelosia mi stanno divorando.- mi risponde lui come un cane abbattuto.
    -Tranquillo, non permetterò che lui si avvicini ancora a me. Non si deve nemmeno azzardare. Ti prometto però che qualsiasi cosa succede te la verrò a dire ma noi dobbiamo restare uniti, sempre. Amo solo te, lo sai.- rispondo rassicurandolo.
    -Mi fido di te, ma è degli altri, della gente che ti sta a torno che non mi fido!- mi confida lui.
    -Starò attenta, te lo prometto. E’ suonata la campanella, devo entrare in classe, ci sentiamo a ricreazione, ti chiamo io! Scusami se ti ho svegliato!- dico salutandolo.
    -Va bene, allora terrò il cellulare vicino! Non ti devi scusare, hai fatto benissimo a chiamarmi. Lo sai che mi puoi chiamare in qualsiasi momento?! Ti amo.!- mi risponde
    -Anche io!- rispondo, attacco il telefono ed entro velocemente in classe

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  2. #32
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    Predefinito Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buongiorno e buona domenica a tutti! Scusatemi, perdonatemi la mia lunghissima assenza. Ma ultimamente il computer non lo sto più accendendo per via dello studio. Oggi ho trovato un momento libero e quindi ho deciso di postarvi il continuo della storia. La ff è ormai quasi finita, manca veramente poco, e io ci tengo a finirla. Quindi anche se con una lunga attesa, non disperate, continuerò a postare!
    Vi lascio il capitolo, buona lettura!

    Capitolo trenta.
    [/

    I giorni passano velocemente. Oggi è già il 16 settembre. Con Pedro e gli altri mi ci sento molto spesso, anche se ultimamente a causa del troppo studio mi tocca liquidarli subito. Mi dispiace davvero tanto che ogni volta che sto al telefono con Pedro, gli dico che devo andare perché devo studiare, sento che ci rimane male, che è triste. Non me lo fa notare, e non me lo fa pesare, ma so che è così. Ci sto malissimo per questo. Ho paura che finiremo per allontanarci. Ma io non voglio. Ho bisogno di lui, sempre. E forse, non si rende conto quanto mi manca la sua presenza, le sue carezze, i suoi baci, tutto.
    Il suono del mio cellulare mi riporta alla realtà. Controllo il display. E’ Ka.
    -Ehi faggiano!- rispondo ridendo.
    -A Babbana!- mi dice lui dall’altra parte del telefono. Scoppio a ridere un’altra volta.
    -Che stai facendo? Ultimamente ti fai sentire poco e sempre molto di fretta. Pedro sta abbastanza male!- mi chiede lui, informandomi della situazione.
    -Credimi, anche io non sto tanto meglio. La scuola è appena iniziata, ma ci stanno già riempendo. Mi manca, non immagini quanto. Mi mancate tutti.- rispondo con molta malinconia.
    -Lo so, capisco benissimo. Vorrei poter fare qualcosa!- mi confida abbattuto.
    -Tranquillo, stai già facendo tanto. Ti chiedo solo un favore: stai vicino a Pedro, ne ha bisogno, cerca qualsiasi tipo di distrazione, falli tornare il sorriso, per favore.- chiedo. Sapere che Marco sta male, è una cosa che non sopporto, non se lo merita.
    -Certo, te lo prometto. Cercherò di farlo stare bene. A proposito, sabato è il suo compleanno, sta organizzando una festa, non te l’ha ancora detto, ma lo farà a momenti. Ovviamente tu sei invitata, vieni vero?- mi informa Ka, facendo passare la domanda piuttosto per un affermazione. Proprio in quel momento mi viene in mente una bellissima idea.
    -Mi hai fatto venire un’idea fantastica! Però mi devi reggere il gioco. Anche se vedrai Marco abbattuto e triste, resisti, non gli dire niente e reggimi il gioco. Ti prego, ne varrà veramente la pena.- dico fomentata.
    -Okay, okay ma vieni o no? Che cosa hai intenzione di fare?- mi chiede lui curioso.
    Gli confido il mio piano e anche lui, senza pensarci due volte accetta felice.
    -Pedro è davvero fortunato ad avere una ragazza come te. Ora il problema è sopportare le sue paranoie per una settimana intera.
    -Lo so, ma reggi il gioco, altrimenti rovini tutta la sorpresa per Pedro.- dico io.
    -si, tranquilla! Sono un genio per queste cose!- mi risponde vantandosi. Scoppio a ridere. Quanto è scemo quel ragazzo.
    -Comunque vado a studiare, ci sentiamo dopo. Ciao scemo!- lo saluto malinconica.
    -Sempre a studiare… ciao secchiona!- scoppio a ridere e attacco il cellulare, buttandolo sul letto. Mi metto subito sui libri di scuola a studiare. Domani compito in classe di filosofia. Per fortuna che è una delle mie materie preferite e la studio piacevolmente. Verso sera tardi, mi squilla nuovamente il telefonino. Questa volta è lui, il centro dei miei pensieri. Pedro.
    -Ciao amore!- dico felice, buttandomi a peso morto sul letto.
    -Amore! Che combini?- mi chiede affettuosamente.
    -Studio, ma ora può anche aspettare, tu che fai?- chiedo ridendo.
    -Sempre a studiare, basta!- dice ridendo. –Io ho appena finito di cenare, mi sa che ora mi metto a guardare un film se lo trovo.- mi dice lui. Scoppio a ridere.
    -Non è colpa mia se domani ho un compito di filosofia eh!- dico sarcastica.
    -Lo so, lo so. Se devi studiare ti lascio allo studio, ci sentiamo o dopo o domani!- mi dice tranquillo. Come fa a essere sempre così disponibile e comprensibile? Dovrei studiare si, ma ora l’unica cosa che vorrei è sentirmi vicina a lui, parlare con lui, sentire la sua voce melodiosa.
    -No tranquillo. Oggi può anche aspettare, domattina mi sveglierò molto presto e finirò. Voglio solo pensare a te stasera.- dico per poi darmi qualche colpo sulla testa per aver appena detto ad alta voce quello che ho pensato. Mannaggia a me.
    -Sai che se adesso fossi stato là vicino a te, ti avrei riempito di baci?! Sei tenerissima quando dici cose che so benissimo non vorresti dire ad alta voce e quindi cominci a maledirti da sola. Ti conosco troppo bene!- dice lui ridendo.
    -Beh sei tu che mi fai tirare fuori parole di troppo.- rispondo imbarazzata.
    -Senti a proposito: sabato, al mio compleanno sto organizzando la festa a casa mia. Ci sono tutti quanti e poi miei amici delle medie e liceo. Vieni anche tu, vero?- mi chiede come se fosse una cosa ovvia. Rimango un attimo in silenzio.
    -Non posso. Mia madre mi ha messo in punizione.- rispondo mentendo. Mi sentivo uno schifo, ma faceva parte della sorpresa, avrei dovuto mentirli.
    -Stai dicendo davvero? Che cosa hai combinato?- mi chiede preoccupato. Rimango un attimo in silenzio, alla ricerca di un’altra bugia possibile da dirli. Quanto odiavo mentirli. Ma almeno sto mentendo per una buona causa.
    -Le ho risposto molto male e si arrabbiata come una bestia.- dico la prima cosa che mi è passata per la testa.
    -Capisco, però almeno al mio compleanno ci tenevo che tu fossi presente. Mi manchi troppo. Io capisco che sei nervosa e che non è facile tenerti calma, e so bene che hai un caratterino che si scalda facilmente, ma potevi mantenere la calma ed essere più cortese con tua madre.- mi rimprovera Pedro dispiaciuto, anche se inutilmente, dato che non è successo niente di quello che gli ho raccontato.
    -Lo so, ma non è facile, non voglio più vivere qua. Non mi sento a mio agio, non mi sento a casa. Voglio stare là, a Milano, con te e tutti gli altri.- rispondo, anche se questa volta è la verità. Pedro rimane un secondo in silenzio.
    -Scusami, non volevo aggredirti. Solo che ci sono rimasto male che tu non vieni nemmeno al mio compleanno. Ho paura di perderti, ti sento troppo lontana ultimamente.- mi dice con molta malinconia.
    -Mi dispiace davvero. Ma non mi perderai, te lo prometto. E mi dispiace molto anche che ultimamente non ti sono vicina come dovrei, è che sto sempre fino a tardi a studiare e poi sono stanca e mi metto direttamente a dormire.- rispondo, giustificandomi.
    -Capisco, non ti devi sentire in colpa, va bene così. A proposito ma lo sai oggi quel ***** di Carmine che ha fatto?- mi chiede Pedro, cambiando discorso e mettendo un po’ di allegria nella telefonata.
    -Cosa?- dico ridendo, immaginandomi Ka che fa lo scemo, come sempre.
    -Stavamo andando in bicicletta in giro per Legnano ed è caduto come un sacco di patate!- racconta ridendo di gusto. Scoppio a ridere fragorosamente anche io.
    -No, ti prego!- rido. –Ma non si è fatto male, vero?- chiedo ridendo ancora.
    -No, no sta bene per fortuna!- risponde ricomponendosi. Continuiamo a parlare per un’altra ora del più e del meno, ridendo, scherzando e prendendoci in giro a vicenda. Quando si è fatto veramente tardi, decidiamo di attaccare e mi metto a dormire. L’indomani sarei dovuta andare a scuola.

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  3. #33
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    Predefinito Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonasera! Siamo quasi arrivati alla fine di questa fanfiction. Stasera vi posto il penultimo e l'ultimo capitolo. Tornerò sicuramente a scrivere un'altra storia, non so quando, e non so quanto ci metterò, con la scuola il tempo per scrivere è davvero poco, ma tornerò sicuramente, è una promessa. Grazie a tutti quanti per avermi seguito, per le numerose visite(credetemi non mi sarei mai aspettata un numero così grande), per aver commentato, o semplicemente letto la mia fanfiction. Grazie di cuore.

    [B]
    Capitolo trentuno.
    [/
    B]
    Carmine.
    E’ mattino. Il suono del campanello che insistentemente sta facendo un fastidioso rumore, non si vuole degnare di cessare. Ma chi può essere che alle nove del mattino viene già a rompere le scatole? Evidentemente mia madre sta già a lavoro altrimenti avrebbe già aperto la porta. Mi alzo svogliatamente dal letto, ancora assonnato. Cerco di fare il più piano possibile, per non svegliare Fabiana che stanotte è rimasta a dormire qua con me. Apro la porta di casa, senza badare troppo a chi fosse.
    -Carmine sono disperato! Non ce la faccio più.- riconosco la voce di Marco.
    -Buongiorno anche a te, Pedro. Non mi hai svegliato tranquillo!- rispondo sarcastico io. Lui non sembra badare troppo alle mie parole. Non è in vena di scherzi sta mattina. Si chiude la porta alle spalle e si reca direttamente in salone, spaparanzandosi sul divano.
    -Non ce la faccio più. Neanche al mio compleanno viene. Dice che sta in punizione.- mi risponde disperato, schiantandosi contro un cuscino. E mentre vedo il mio amico disperato, io sono anche costretto a mentirli.
    -Lo so, mi dispiace. Ma vedrai che verrà presto e si farà perdonare!- dico io, cercando di sembrare il più credibile.
    -Si, senza dubbio, ma io ci tenevo a vederla il giorno del mio compleanno. Avrei voluto che lei fosse qui, vicino a me. Ho paura che le cose stanno cambiando, ho paura che lei non prova più quello che provo io.- controbatte Marco, sembra quasi frustato e vederlo così fa male anche me.
    -Questa cosa non la devi nemmeno pensare! Non è così, lo sai benissimo anche tu. E’ un periodo non molto bello per entrambi, ma vedrai che le cose si sistemeranno.- rispondo io, ne sono più che sicuro.
    -E come scusa? Lei abita a Roma, ha la sua vita là e questo non può cambiare.- mi contraddice lui.
    -Non dire stron.zate, Pedro. Mi fai incaz.zare così!- rispondo, quasi urlando. Infatti Fabiana deve avermi sentito, ed è venuta a vedere cosa stesse succedendo.
    -Buongiorno! Che succede qua?- chiede lei, sbadigliando.
    -Scusami, amore. Ma abbiamo un amico un po’ demente!- rispondo io, avvicinandomi a lei. Pedro sta zitto, sta riflettendo sulle mie parole, ma sembra abbattuto.
    -Scusa, non volevo alzare la voce.- mi scuso dopo un po’ anche con il mio amico.
    -No, tranquillo. E’ tutto a posto. Hai ragione tu.- mi risponde lui.
    -Dai su, andiamoci a fare un giro tutti insieme. Chiamo anche gli altri!- rispondo io, sorridente.
    I giorni passano in fretta, Marco l’ho trovato sempre più abbattuto per il fatto che Sofia non viene al suo compleanno. Ma lui ancora non sa cosa gli aspetta.
    E’ arrivato finalmente il 22 settembre. Il compleanno di Pedro. Siamo tutti a casa sua, io, Fabiana, Dani e Ivan. Ci sono anche tanti nostri amici del liceo, delle medie. Insomma siamo veramente tanti. Nonostante tutto, Marco non sembra felice. La sua sorpresa deve ancora arrivare. Lo vedo che disperatamente va di fuori a fumare una sigaretta dal nervoso. Lo seguo anche io.
    -Ehi, hai fatto tanto la predica a Sofia che non deve fumare, ora lei ha smesso e comici tu?- chiedo ironicamente ridendo.
    -Non mi parlare di Sofia, ti prego. Non si è nemmeno fatta sentire oggi, nemmeno un messaggio. Zero! E’ una stron.za!- mi risponde, alzando la voce. Scoppio a ridere, sotto ai baffi, senza farmi vedere. Dovrei farli una foto per immortalare la sua faccia in questo momento e fargliela vedere tra qualche minuto, ma allo stesso tempo muoio dalla voglia di dirgli tutto. Sofia mi deve un grosso favore, per avermi fatto mentire così spudoratamente al mio migliore amico.
    -Ehi amico, attento a come parli di mia sorel.la! Potresti pentirtene!- rispondo ridendo. Mentre io sono qui a sbellicarmi dalle risate, lui sta male e non sa cosa gli aspetta. La cosa è abbastanza spiritosa.
    -Se devi difenderla, vai via. Non ha per niente ragione questa volta. Lo sai anche tu!- dice puntandomi un dito contro, mentre fa dei lunghi tiri con la sua sigaretta. Da lontano, intravedo Sofia che è finalmente arrivata alla festa. Pedro non si è ancora accorto. Ha lo sguardo spento, fisso a terra.
    -Per pentirtene non intendevo che sto dando ragione a lei, però vedi amico, a tutto c’è una spiegazione. Ci sarà un motivo per cui Sofia non ti ha scritto ancora.- dico con un sorrisetto quasi smagliante.
    -Ma che caz.zo stai dicendo, Carmine? Non ci sono scuse, ci voleva un minuto per scrivere almeno un messaggio.- mi urla contro Pedro arrabbiato, guardandomi dritto in faccia. Non riesco a smettere di ridere. Guardo in direzione di Sofia che si trova esattamente sulla soglia della porta del balcone. Pedro mi guarda perplesso, per poi girare la testa nella stessa direzione in cui sto guardando io. Improvvisamente spunta fuori una luce dai suoi occhi, dal suo viso esplode un sorriso. Sofia è lì bella e sorridente, e piano piano si sta avvicinando a lui. Mi mancava vedere Pedro, con questa faccia da pesce morto.
    -Tu eri a conoscenza di tutto, vero? Stron.zo.- mi dice sorridendo Pedro, a bassa voce, dandomi una pacca sulla spalla.
    -Torno dentro, vi lascio soli piccioncini!- rispondo maliziosamente, entrando dentro per cercare Fabiana e gli altri, mentre Sofia avvolge in un abbraccio Pedro. Loro due sono l’amore.
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  4. #34
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    Predefinito Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Capitolo trentadue.

    E’ il 22 settembre. Stasera c’è la festa di Pedro. Gli ho detto che non sarei andata per farli una sorpresa. Non avrei mai lasciato che lui festeggiasse il suo compleanno senza di me. Dovevo esserci, ad ogni costo. Sono qui, a Roma Termini, aspettando che il treno parte, in direzione Milano Centrale. Sono emozionatissima ed eccitatissima al pensiero di rivedere tutti, riabbracciare Fabiana, Carmine, Ivan e Dani. Rivedere e riempire di baci Pedro.
    Finalmente il treno parte, mi metto le cuffie e accendo la musica, fino a quando non finisco per addormentarmi. Arrivo dopo due ore a Milano. A prendermi c’è Carmine. Appena scendo dal treno e lo vedo, gli corro contro velocemente, per poi saltarli addosso.
    -Stron.za! Ce l’hai fatta a venire a Milano eh!- mi dice ridendo, ricambiando affettuosamente l’abbraccio.
    -Scemo! Fosse per me, non me ne sarei mai andata!- rispondo sorridendo.
    -Lo so, lo so. Ora ti devo portare clandestinamente a casa!- dice ironicamente. Scoppio a ridere, quanto è stupido quel ragazzo. Arriviamo in poco tempo a Legnano e subito mi porta a casa di mio padre. Abbraccio forte anche lui, mi è mancato terribilmente.
    -Io devo andare, ci sai ancora arrivare a casa di Pedro? Non hai dimenticato la strada, vero?- mi chiede Carmine.
    -Si, ovvio che ci so arrivare, non potrei mai dimenticare!- rispondo ridendo.
    -Bene, allora a dopo scema!- mi saluta Ka, scompigliandomi i capelli.
    La mattina con mio padre passa subito, e già tardo pomeriggio e mi comincio a preparare per la festa di stasera. Mi faccio la doccia, asciugo i capelli e mi vesto. Opto per un vestitino nero a fascia. Mi trucco ed esco di casa. Sono in un ritardo spaventoso. Ho il cuore che mi batte a mille. Sto per rivedere loro. Sto per rivedere lui. Ancora non ci credo, ancora non realizzo.
    Arrivo in poco tempo, con il pullman ad Arconate, a casa di Pedro. C’è tantissima gente, ma dei miei amici nemmeno una traccia. Mi reco verso il balcone e vedo Carmine parlare con Marco che sta fumando una sigaretta. Il mio cuore sta per scoppiare, lo sento. Nessuno dei due si è ancora accorto di me.
    Improvvisamente Carmine si gira verso di me, sta ridendo, mentre Pedro è arrabbiato, lo si vede molto bene. Ma anche lui guarda la stessa direzione di Ka. I nostri sguardi si incrociano, ogni volta è un colpo al cuore. Dal suo viso scoppia un sorriso che non può fare a meno di far sorridere anche me. Mi avvicino lentamente a lui e lo avvolgo in un abbraccio. Mi stringe forte a se per poi prendermi il viso e baciarmi. Un bacio lungo e tanto desiderato da entrambi.
    -Non stavi in punizione?- mi chiede ridendo.
    -No, non ci sono mai stata! Volevo farti una sorpresa!- rispondo accarezzandoli i capelli.
    -Ti amo, lo sai?- afferma baciandomi.
    -Anche io, tanto.- rispondo. Mi stringe forte a se, non mi sembra vero stare di nuovo tra le sue braccia.
    -Per quanto tempo ti fermerai?- mi chiede, questa volta un po’ più serio. Rimango un attimo in silenzio, forse per mettere un po’ di suspense. Ma muoio dalla voglia di dirglielo, subito.
    -Per sempre.- dico a bassa voce, tutto d’un fiato. Ho il cuore che mi batte a mille.
    -Come? Non ho capito.- risponde Pedro, facendo un sobbalzo.
    -Hai capito bene…per sempre.- rispondo baciandolo.
    -Amore, ma cosa mi stai dicendo? – mi chiede entusiasta.
    -Hai capito bene, sono tornata per restare, questa volta non me ne vado. Ho parlato a lungo con mia madre, le ho spiegato tutta la situazione, le ho detto che mi sentivo fuori posto lì a Roma e lei anche se tristamente, ha capito e ha lasciato che io venissi a vivere qua con mio padre. Andrò a trovarla durante le vacanze e ogni tanto il weekend.- gli spiego tutto, con un sorriso a trentadue denti. Lui mi abbraccia forte.
    -Questa volta niente e nessuno ci può dividere. Questa volta non te ne vai.- mi risponde baciandomi.
    -Promesso!-dico, prendendolo per mano. Raggiungiamo gli altri. E finalmente riabbraccio anche Fabiana. Anche per lei è stata una sorpresa vedermi.
    -Tesoroo mioo! Che bello vederti!- le dico, abbracciandola forte, saltandole quasi addosso.
    -Biondaa, tu non puoi spuntare così all’improvviso! Fatti abbracciare!- mi risponde. Rimaniamo per un attimo abbracciate, ci stacchiamo e corro ad abbracciare anche Ivan e poi Dani.
    -Ciaoo Sofii!- mi dicono all’unisono.
    -Ciaoo cicci!- rispondo felice, con un sorriso smagliante.
    -Dobbiamo brindare!- dice Pedro.
    -Si al tuo ventiduesimo compleanno!- rispondo io, prendendoli la mano.
    -Non solo: brindiamo anche perché da oggi Sofia sarà ufficialmente una milanese!- risponde Pedro, creando grande stupore nel gruppo.
    -Ehi, ricorda che sono pur sempre romana!- dico ridendo.
    -E non solo!- aggiunge Ka, attirando l’attenzione. Non c’era nient’altro per cui brindare. Mi sono persa qualcosa.
    -Brindiamo al fatto che da oggi io e Sofia vivremo sotto lo stesso tetto. Il padre di Sofia ha chiesto a mia madre di sposarlo!- aggiunge poi Ka felice.
    -Dici davvero? Quindi Fabiana è mia cognata!- dico esaltata.
    -Si, e Pedro mio cognato!- risponde Ka ridendo. –E così vi tengo d’occhio a voi due!- aggiunge poi, indicando me e Marco, che scoppiamo a ridere.
    -E io tengo d’occhio ogni tuo movimento! Fai soffrire Fabiana e ti spezzo le gambe e do fuoco alla tua stanza!- rispondo ridendo.
    -Propongo un abbraccio di gruppo!- dice Dani. E così infatti facciamo. Tutto è perfetto. La serata è perfetta.
    Da stasera è cominciata una nuova vita, e la cosa più bella è che sono circondata dalle persone più meravigliose di questo mondo.

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