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thread: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

  1. #11
    TW superstar


    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buon pomeriggio a tutti!(: Questa volta non mi sono fatta aspettare, ma l'estate mi fa venire tanta voglia di scrivere. Colgo l'occasione per ringraziarvi tutti di cuore
    Ecco il capitolo. Buona lettura C:

    Capitolo dieci.

    Raggiungiamo gli altri, al centro di una piazza. Ci sono tutti: Ivan, Dani e Pedro. Salutiamo e ci incamminiamo in un bar per mangiare un gelato. Ordiniamo cinque coni e ci sediamo intorno ad un tavolo.
    -Regà, non potete capire… quando oggi pomeriggio sono tornato a casa, indovinate un po’ chi mi sono ritrovato davanti la porta?- chiede Pedro divertito. -Sappiamo già la risposta- dice Ivan ridendo. -Te la sei levata dai cog*ioni?- chiede Ka. -Spero. Ma l’ho trattata veramente male. Se ne è andata dicendomi: “Non è finita qua. Ti rovinerò la vita!”- dice Pedro, imitando la voce squillante di Jessica. Scoppiamo tutti a ridere. -Sta rosicando! Ed è quello che si merita. Prima fa la put*ana, poi pretende che le cose siano tutte come prima. No!- risponde Dani. Non conosco la storia tra Pedro e Jessica, ma da quanto ho intuito da questa conversazione Marco è stato tradito da quella. Chiacchieriamo, ridiamo per ore. Nonostante li conosca da poco, mi trovo veramente bene con loro. Sono diversi dai miei amici che ho a Roma. Loro sono speciali, con un semplice sorriso, o una semplice parola, riescono a farti dimenticare tutti i problemi, tutto ciò che ti rende triste. Tutti, tutti e quattro hanno questa capacità. I miei amici romani, invece, mi dicono che il modo migliore per non pensare a niente è il fumo. Forse ha ragione mia madre quando mi dice che sono circondata da cattive amicizie. Forse non è solo il fumo a farti evadere da ciò che ci spaventa, servono le persone giuste.
    -Regà, andiamo a Milano a bere qualcosa?- propone Dani. Acconsentono tutti, euforici.
    -Io devo andare a casa, mi si fa tardi!- dico con aria triste. -Ma dai, Sofia. E’ estate! Cosa ti importa di fare tardi!- dice Pedro, allargando le braccia, più sorridente che mai. -Infatti dovresti venire, che poi scommetto che tuo padre non dirà niente se vicino a te c’è anche Carmine- continua Ivan. –Okay, okay mi avete convinta- rispondo. -Beh, onde evitare di avere problemi con i parcheggi, dividiamoci, andiamo tre in una macchina e due nell’altra.- consiglia Dani, giustamente. –Okay, okay. Allora Sofia e Pedro, montate in macchina mia- dice Ka, guardandomi maliziosamente. Ka è fissato con sta storia, se non la smette, rischia anche di farmi fare figuracce. Lo fulmino con gli occhi. Ancora non capisco che cosa ha in testa al posto del cervello quel ragazzo. Pedro, intanto, felice si alza dalla sedia, avvicinandosi a me e a Ka. –Allora ci vediamo davanti al solito posto dove andiamo sempre!- dice Ivan, invitando poi Dani a salire in macchina sua.
    -Beh, le donzelle davanti, dietro mi metto io!- dice Pedro, con tono gentile, aprendo lo sportello dell’auto di Carmine. -Guardate, se volete potete mettervi anche tutti e due dietro, così potete fare quello che volete, basta che non mi sporcate la macchina e non mi lasciate le cose vostre in giro!- risponde Carmine ridendo ed entrando dentro la macchina. Fulmino per la seconda volta Carmine con lo sguardo e salgo anche io in auto nel sedile posteriore, ringraziando Pedro per avermi tenuto la porta. Quando anche Marco si è sistemato, Ka mette in moto la macchina.
    Arrivati dentro il locale, ci accomodiamo su un tavolino. Il cameriere si avvicina a noi per prendere le ordinazioni, mentre mi lancia occhiatacce ammiccanti. -Scusi al posto di guardare la ragazza, potrebbe tenere gli occhi sul foglio e stare attento a ciò che scrive?- chiede Ka scorbuticamente. Il cameriere imbarazzato, finisce di prendere le ordinazioni, senza rispondere per poi sparire. -Ma fa sempre così Ka?- chiedo preoccupata agli altri tre. -Credimi, sempre. Ma oggi si è superato!- mi risponde Dani. Carmine si schiarisce la bocca. -Ehm..ehm… ragazzi, dimenticate che io sono qua che vi ascolto!- aggiunge, sventolando le mani. Intanto torna il cameriere di prima con i nostri cocktail, ma questa volta a testa bassa, senza guardare nessuno di noi. Rimaniamo un’altra oretta a ridere, a scherzare, a prenderci in giro a vicenda. Dopo una lunga serata chi più brillo, chi meno, decidiamo di ritornare ognuno a casa sua.
    La mattina dopo vengo svegliata da mio padre che bussa alla porta della mia stanza. Mi butto giù dal letto e apro la porta svogliatamente e ancora assonnata.
    -C’è un ragazzo alla porta che ti cerca!- mi informa mio padre. -Chi?- chiedo con una voce ancora sonnolente. -Non lo so, non lo conosco.- risponde. Perfetto, quindi non è Carmine. Mi do una sistemata veloce ai capelli e, anche se ancora in pigiama, mi incammino verso la porta. Non ci posso credere, è Pedro. Cosa ci fa qui?! -Ciao.- mi dice sorridente Pedro. Rispondo al saluto ancora un po’ assonnata. -Scusami ti ho svegliata? Sono le 11 e mezza, pensavo fossi già sveglia!- mi riferisce Marco dispiaciuto. Sgrano gli occhi. -Le 11 e mezza? Non mi dire bugie, Marco!- rispondo agitata. Senza controbattere, Pedro prende il suo cellulare facendomi leggere l’ora. Cambio discorso, senza darli soddisfazione. -Come facevi a sapere che abito qua?- chiedo. –Me lo ha detta Carmine.- risponde abbozzando un sorriso. Oddio Ka, con le sue idee!
    -Comunque ti va di fare due passi?- aggiunge poi, con un sorriso. -Ora? Sono in pigiama, se aspetti venti minuti possiamo uscire!- dico, invitandolo ad entrare. –Siediti o in cucina o in salone, dove vuoi, vado a darmi una lavata!- aggiungo dopo. –Sarebbe meglio!- mi dice Pedro ridendo. -Ah ah… Mister Simpatia… puoi anche piantare il tuo c*lo fuori da casa mia!- rispondo acida. Non sono per niente in vena di gioco.
    –Sofia, che sono queste parole? Modera i termini!- sento la voce di mio padre dal salone rimproverarmi. Marco scoppia a ridere, vittorioso. Senza neanche degnarlo di uno sguardo, svolto in camera a prendere i vestiti per poi andare in bagno a lavarmi. Opto per i jeans neri corti e una semplice canotta bianca, sotto superga dello stesso colore della maglia. Dopo essermi truccata leggermente, esco dal bagno.
    -Okay, sono pronta, possiamo andare.- informo Pedro, entrando nel salone. Marco si alza in piedi, guardandomi per qualche secondo, per poi raggiungermi. -Arrivederci signore!- dice Pedro, stringendo la mano di mio padre, che ricambia il saluto gentilmente. Dopo tre secondi siamo fuori casa, passeggiando.

    Come sempre i commenti qua:Commenti: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

  2. #12
    TW superstar


    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonasera a tutti quanti! Anche questa volta non mi sono fatta aspettare tanto, infatti ecco qua il capitolo. Spero piaccia, io mi sono divertita a scriverlo! Buona lettura (:

    Capitolo Undici.


    Camminiamo vicini, senza parlare. Appena svoltiamo l’angolo di casa, infilo le mani dentro la borsa, estraendo fuori il pacchetto di sigarette. -Ah, finalmente!- esclamo entusiasta, prendendone una. -Non dovresti fumare!- mi dice Pedro facendo per togliermi la sigaretta. -Ma ti sei messo d’accordo con Carmine?- chiedo, scansandomi. -No, assolutamente no. Ti sto solo dicendo che il fumo non ti porta a niente. Ka non ha detto niente, te lo sto dicendo io.- mi risponde Pedro, in difesa. –Ah okay, allora grazie del consiglio, ne terrò conto!- rispondo sarcasticamente. Marco scoppia in una leggera risata. –Allora raccontami un po’ di te, come mai sei venuta qua a Legnano, invece di passare una bell’estate in una delle città più belle del mondo come Roma?- mi chiede curioso. Eh, bella domanda! –Beh, mia madre è convinta che io sia circondata da cattive amicizie, per cui per farmi cambiare aria, mi ha spedito qua a Legnano a casa di mio padre. Fine della storia.- rispondo scetticamente. –Interessante. Che caratterino che hai eh!- esclama Marco divertito. –Ma si può sapere se tu e Ka vi siete messi d’accordo? Me lo ha detto anche lui qualche giorno fa!- dico io abbozzando un sorriso. Anche lui scoppia a ridere. –No, ti giuro che non ci siamo messi d’accordo!- risponde non smettendo di ridere. -Dai cosa vogliamo fare?- mi chiede poi, tornando a essere serio. -Boh, non saprei- rispondo facendo spallucce. -Hai già visto Milano?- chiede Pedro. -A parte ieri notte, no.- rispondo. -Allora andiamo a prendere la mia macchina che ti porto a fare un giro per Milano.- dice Marco entusiasta per la sua idea. Ci incamminiamo verso la sua auto, mentre Pedro si diverte a fare strane battute sul mio modo di camminare. Dice che cammino storto. -Cosa stai dicendo?- dico ridendo, dandoli un piccolo schiaffo sul braccio. Ma il signorino è troppo impegnato ad imitarmi per rispondere. Ridacchia fino a quando non si ritrova steso per terra. Ora finalmente ha smesso, ma sono io che ho cominciato. Rido di cuore e non perdo tempo a fare velocemente una foto con il cellulare per immortalare il momento. Ride bene chi ride per ultimo. -Al posto di farmi le foto, aiutami!- mi implora Marco ridendo e addolorato contemporaneamente. -Devo prima mandare la foto a Ka su whatsapp, mi dispiace!- dico io ridendo. -Che bastarda che sei!- mi dice ridendo e alzandosi da solo. -Beh, ben ti sta! Che poi non è vero che cammino storto!- rispondo ancora ridendo. -Gne, gne- mi fa il verso Marco. Lo guardo, scuotendo la testa, mentre abbozzo un leggero sorriso. Anche lui mi sorride, e per un secondo interminabile i nostri sguardi s’ incrociano, creando un tornado dentro di me. Distolgo subito lo sguardo imbarazzatissima. Per fortuna il suono del mio cellulare spezza l’atmosfera che si è creata. E’ Ka. -Ka, hai visto la foto?- chiedo appena rispondo, ridendo. -Si, è proprio un p*rla quel ragazzo- risponde Carmine dall’altra parte del telefono. -Ma dimmi un po’ che ci fai con lui?- aggiunge dopo con voce maliziosa.
    -Niente, stamattina me lo sono ritrovata davanti casa.- rispondo tornando a essere seria. -Eh io lo sapevo che c’è qualcosa, passami un po’ il Pedretti!- dice euforico Ka. -Okay- Passo il cellulare a Pedro che comincia a parlare con Carmine. Mentre i due parlano al telefono, ci incamminiamo verso la macchina di Pedro che in questo momento mi sta guardando sorridendomi. Una volta che finiscono di parlare Marco mi restituisce il cellulare, nel frattempo siamo anche arrivati nella sua macchina. Saliamo e Pedro mette in moto in direzione Milano. Parcheggiamo l’auto abbastanza lontana dal centro, ma cominciamo a camminare verso il Duomo.
    -Dai non mi dire che non sei mai venuta a Milano?- mi chiede prendendomi in giro. -No, e tu a Roma?- chiedo io. -Si, un paio di volte.- risponde. -Beh, davanti a te, hai il Duomo!- mi informa poi, indicandolo.
    -Che forza! Mi fai una foto?- chiedo, porgendoli il mio cellulare. -Certo!- acconsente, posizionandosi con il mio cellulare. Mi metto in posa davanti il duomo e Marco scatta la foto. Mi riporge il cellulare. -Grazie- gli dico. Controllo la foto che mi ha fatto Pedro. -Oddio, che faccia da c*lo che ho!- commento, chiudendo immediatamente la foto. -Ma smettila! Non dire str*nzate, Sofia!– risponde ridendo Pedro, dandomi un piccolo schiaffo sulla spalla. -Senti mi devi accompagnare a fare la foto con quei bei fustoni dei modelli di Abercrombie.- gli ordino con gli occhi che quasi mi brillano. -A cosa serve la foto con uno di quei uomini tutti pompati, quando hai la possibilità di farla con me?- chiede divertito Marco, indicando se stesso. Lo guardo per qualche secondo. -Mmm..no, grazie!- rispondo, facendo una smorfia. Scoppia in una leggera risata e ci incamminiamo verso il negozio. Una volta arrivati, come sempre, ci sono i due modelli con addosso un solo paio di jeans, posizionati davanti l’entrata, che salutano cortesemente, con vicino una modella con la polaroid in mano. Faccio la foto con uno dei due modelli, davanti gli occhi gelosi di Pedro, poi decidiamo di entrare per vedere un po’ i vestiti. Usciti dal negozio, decidiamo di andare a mangiare da qualche parte. -Ah! Ora ho la foto con questo bel figo. Mi sento realizzata!- dico soddisfatta. Pedro mi chiedi di fargliela vedere. -Ma dai, se ci fossi stato io, sarebbe venuta ancora meglio!- dice convinto Marco. -Si, certo!- gli rispondo scherzando. -Dai, andiamo a mangiare al Mc?- mi chiede sorridente. Non capisco per quale motivo, ogni volta che Marco accenna quel suo sorriso, il mio cuore perde un battito. Per un attimo si ferma e poi ricomincia a battere. Il suo sorriso è davvero qualcosa di meraviglioso. Subito cerco di cacciare via quei pensieri. No, io non mi posso innamorare. Tra tre mesi riparto, non lo vedrò mai più. Non ho nessuna intenzione di cominciare una relazione. -Va bene- dico sorridendoli, per la prima volta, come si deve.

    Per i commenti, sempre al solito posto: Commenti: Le mie cattive abitudini vengono prima di te

  3. #13
    TW superstar


    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buon pomeriggio a tutti! Dopo un po' di giorni di assenza, eccomi qui a postare il dodicesimo capitolo. Buona lettura!c:

    Capitolo Dodici.

    Facciamo la fila dentro il Mc. -Allora cosa prendi?- mi chiede Marco, curioso. -Un McCrispy- rispondo cercando il portafogli dentro la borsa. -Okay, ma si può sapere cosa stai facendo?- esclama Pedro con una faccia davvero buffa. –Sto prendendo il portafogli…eccolo!- dico sventolandolo in alto felice -Okay Sofia, ora puoi rimetterlo dentro la borsa!- dice lui. -No, devo pagare!- rispondo, non capendo cosa volesse lui.
    –Ma va! Posa quel coso. Che qui ti ho portato io e quindi io devo pagare.- mi dice sorridente. -No, ma grazie!- gli rispondo, girandomi. Arriviamo davanti il commesso. -Un McCrispy, un BigMc e due coca cole.- ordina Pedro, lasciando una banconota da 50 euro. -No, me lo dovevo pagare io!- dico, dando un piccolo schiaffo sulla mano di Marco. Il commesso ci guarda, cercando di capire cosa deve fare.
    -Poverina, la lasci stare, è un po’ stupida!- gli dice Pedro ridendo. Do per l’ennesima volta un altro schiaffo sulla mano a Marco che scoppia a ridere. Anche il commesso ci guarda divertito. -Tenete ragazzi, buon appetito.!- ci dice infine, ponendoci il vassoio. -Grazie!- rispondiamo all’unisono. Prendiamo posto in un tavolo libero. -Grazie comunque, ma non dovevi!- dico imbarazzata. -Di niente, e smettila di dirmi così!- Sorridiamo nello stesso momento e nel mio stomaco comincio ad avvertire le farfalline. No, andate via, penso tra me e me. Cominciamo a mangiare addentando i nostri panini e a parlare del più e del meno, della scuola, dei nostri voti, della sua maturità, delle nostre vecchie relazioni, quindi mi ha parlato anche di Jessica, così come io gli ho parlato del mio ex: Leonardo. Guardo l’ora nel display del cellulare. Caspita! Sono già le due e mezza. Parlare con Pedro, la sua presenza, mi fa completamente perdere la concezione del tempo. -Non ti sto annoiando?- mi chiede vedendomi che guardavo l’ora. -No, assolutamente no, anzi- rispondo, facendo forse uscire qualche parola di troppo. Mi guarda sorridente, come non mai. -Andiamo a fare un’altra passeggiata?- mi chiede. –Si e a fumare un’altra sigaretta!- aggiungo, alzandomi dalla sedia. -Sai che sono contrario a questo!- Mi risponde con sguardo severo. -Beh, non so rinunciare alle mie abitudini!- rispondo facendo spallucce. Il ragazzo accenna una leggera risata e usciamo dal Mc. -Ho mangiato troppo!- dico, appoggiando la mia mano sulla pancia. –Ma dai, il tuo panino era più piccolo del mio, sicuramente!- mi prende in giro Marco. -Beh, ma tu... tu hai lo stomaco grande!- rispondo, dicendo la prima cosa che mi passava per la mente. -Cosa vorresti dire con questo, scusa?- mi chiede in modo ironico. –Niente, che la tua pancia può contenere più cibo rispetto alla mia!- rispondo ridendo per quello che avevo detto. –Sei davvero una tipa strana eh!- afferma Pedro ridendo. -Senti chi parla!- rispondo a tono io. Passeggiamo un altro po’ per il centro di Milano: Piazza Duomo, Via della Spiga, dove rimango abbagliata a guardare tutte le vetrine dei negozi. -No senti, mi devi riportare a casa, altrimenti comincio a comprare tutto ciò che vedo che mi piace e io non me lo posso permettere- dico ferma immobile, davanti il negozio di Tiffany. -Okay, okay ti ci riporto subito, anche perché io non ho nessuna intenzione di sopportare un pomeriggio di spudorato shopping!- mi risponde Marco, prendendomi per un braccio per trascinarmi via. Saliamo in macchina e mette in moto in direzione di Legnano, lasciandomi sotto casa. -Ecco fatto: salvata a te dalla bancarotta e me dallo shopping!- dice Pedro, fiero di se. -Beh, allora sei un super eroe!- gli rispondo, prendendolo palesemente in giro. -Mamma mia, sei sempre così ricca di umorismo, ma cosa mangi la mattina? Il riso?- chiede ridendo. -Marco, questa battuta era squallida, fammi scendere che è meglio. E apri i finestrini: sento puzza di stro.nzate dentro questa macchina!- dico scendendo dall’auto. Pedro scoppia in una fragorosa risata, talmente forte, talmente bella, che contagia anche me. La sua risata è davvero meravigliosa. -Senti entra in casa almeno la finisci tu di dire stro.nzate, per favore!- risponde ancora ridendo. -Okay, comunque grazie, mi sono divertita!- riferisco mentre mi faccio più seria. -Anche io, rifaremo sicuramente un’uscita così, molto presto!- risponde Pedro, sorridendomi dolcemente. -Beh, non ti aspettare di trovarmi sempre così di buon umore come oggi, avrai immaginato che lo sono raramente- lo informo. -Vedremo, vedremo!- risponde. -Ciao Pedro!- lo saluto con la mano. -Ciao Sofia!- Pedro mette in moto la sua macchina e parte via. Prima di entrare in casa, noto che parcheggiata c’è l’auto di Carmine. Mi devo preparare psicologicamente alle sue mille domande. Infilo le chiavi nella serratura ed entro in casa.
    -Sei già di ritorno Sofia!- mi dice mio padre, vedendomi entrare. –Il Pedretti è un ragazzo per bene!- risponde Carmine al posto mio facendo capolino dal divano. -Ciao Sofia!- Mi saluta Lorella. -Ciao!- rispondo educatamente, per poi recarmi verso la mia stanza. Carmine si alza e mi segue. -Allora? Mi devi raccontare tutto. Voglio sapere!- dice Ka, ridendo. –Togliti questo sorriso dal viso prima di tutto.- Ka, torna a essere serio. –Ma poi scusa perché dovrei… sei peggio di una suocera tu eh?- aggiungo poi, ridendo. Entro in camera, sdraiandomi sul divano, e invitando Ka a sedersi dove vuole che decide di sedersi sul davanzale della finestra. -Io sto ancora aspettando che tu mu racconti!- insiste Carmine guardandomi. –Perché mi sento così di buono umore oggi? E’ da molto tempo che non stavo così…così bene, non capisco.- chiedo, ignorando ciò che lui mi avevo detto. –Beh, ti posso dire che io e te siamo abbastanza uguali, siamo sempre inca.zzati. Secondo me con il tuo buon umore c’entra qualcosa Pedro. Lo conosco da anni ormai, io so che persona è. Lui sa in che modo prendere le persone, anche quelle inca*zzate come noi. Con lui fare le persone dure è inutile, capisce subito cosa hai. E poi, io ho notato come ti guarda, come è quando ti parla, come ti tratta, ti conoscerà sicuramente poco, ma sono sicurissimo che si sia già affezionato tanto a te. C’è intesa tra voi. E poi io lo so che anche lui non ti è indifferente- risponde. Rimango per un po’ in silenzio a soffermarmi sulle sue parole. –Mi lanci la borsa che ti sta vicino per favore?- chiedo. -Si, ma mi devi raccontare- risponde Carmine, lanciandomi la borsa. –Dai non è successo niente, poi sicuramente te lo racconterà lui.- dico facendoli una linguaccia ed estraendo il pacchetto di sigarette. Gliene offro una e il telefono di Ka, squilla. -Parliamo del diavolo e spuntano le corna! E’ Pedro. Io vado così ci vado a fare una bella chiacchierata!- mi dice, salutandomi per poi uscire dalla stanza e rispondere. Rimasta in camera da sola, decido allora di andare a fare una passeggiata.
    I commenti qui: Commenti: Le mie cattive abitudini vengono prima di te

  4. #14
    TW superstar


    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonasera ragazzi! Mi fa davvero tanto piacere ricevere tante visite e commenti, davvero. Mi riempite il cuore di gioia! Siete meravigliosi tutti
    Non mi perdo in chiacchiere e vi posto il capitolo. Buona lettura (:

    Capitolo Tredici.


    Esco di casa. Per fortuna il sole non è ancora tramontato e tira un po’ di vento, si sta bene. Una ragazza con dei lunghi capelli castani mi si avvicina.
    -Scusami dovrei comprare una ricarica, dove posso trovare una tabaccheria o un bar?- mi chiede timidamente.
    -Si, c’è una tabaccheria, in fondo a questa strada, se vuoi possiamo andare insieme.- la informo io.
    -Okay- Camminiamo insieme, vicine senza parlare.
    Sono io a spezzare il silenzio. -Comunque piacere mi chiamo Sofia- le dico.
    -Io Fabiana- risponde, abbozzando un leggero sorriso.
    -Non sei di queste parti?-chiedo gentilmente.
    –No, mi sono trasferita qui da ieri. Mio padre lavora in un’azienda e lo hanno trasferito a Milano, per cui abbiamo trovato un appartamento qui a Legnano. Io vengo da Napoli!- mi racconta la ragazza.
    -Allora stiamo più o meno nella stessa situazione, mia madre mi ha spedito qui a casa di mio padre per passare l’estate. Dice che ho cattive amicizie a Roma, ma a settembre andrò via di qua. Devo essere sincera? Non vedo l’ora!- le confido io. Nei suoi occhi emerge fuori un po’ di tristezza. -E’ tutto a posto?- chiedo accorgendomi della sua espressione.
    -Senti, forse è meglio che io continui la strada da sola, voglio stare un po’ con me stessa.- mi dice. Acconsento dicendole di farsi vedere in giro. In fondo la capisco se vuole stare sola, lo faccio spesso anche io. Torno a casa e come sempre trascorro la serata con Ka, Ivan, Dani e Pedro. Questa sera siamo andati a fare una semplice passeggiata per Arconate, un altro paesino, vicino Milano. Essendo ormai estate, la sera lì è molto movimentato, pieno di musica, feste e giovani ragazzi. Arrivo a casa verso la mezzanotte, accompagnata da Ka.
    -Allora domani pomeriggio esci un’altra volta con Pedro?- mi chiede prima che io scenda dalla macchina.
    -Si, mi ha chiesto di uscire. Solo che si, io sto bene con lui, però ho paura di innamorarmi. Starò male io, stara male lui quando dovrò ripartire.- rispondo imbarazzata.
    –Sofia, l’estate è appena cominciata, mancano tre mesi, pensa ad adesso, al presente. A settembre vedremo cosa si potrà fare! E ora fila a casa a dormire.- Saluto Carmine dandogli un bacio sulla guancia e scendo dalla macchina. -Ciao nana- saluta lui. Sorrido ed entro dentro casa.
    La mattina mi sveglio, stranamente presto, decido quindi di uscire di casa. Lungo la strada, trovo seduta nel marciapiede Fabiana. Decido di sedermi vicino a lei.
    -Già sveglia anche tu eh!- le dico.
    -Mi sveglio sempre così presto!-risponde lei.
    -Cosa ci fai qui su un marciapiede?- le chiedo curiosa.
    -Nulla. Stavo pensando. Sai, a volte mi manca. Il mio ex, intendo- mi confida lei con aria triste.
    -Immagino abbiate rotto da poco. Beh ti posso dire che non sarai triste per sempre. E secondo me questo trasferimento ti aiuterà a ricominciare da capo, ricominciare una nuova vita.- le dico, confortandola.
    -Già, lo spero tanto!- risponde.
    -Senti, stasera ti va di uscire con me e altri quattro miei amici? Ancora non so cosa faremo, ma fidati che ti divertirai! Sono quattro scalmanati- le propongo io.
    -Molto volentieri, grazie!- mi risponde sorridendomi. -Allora ci vediamo dopo!- le dico.
    Mi alzo e vado in tabaccheria a comprare un pacco di sigarette, per poi tornare a casa mia e cominciare a prepararmi per l’uscita con Pedro. L’idea di uscire con lui mi gasa, ma la cosa migliore, secondo me, è non lasciare vedere niente a lui di come mi sento. Lascio addosso gli shorts, ma cambio maglietta, infilandomi una canottiera a tinta unica rossa. Oggi si prospetta una calda giornata. Infine infilo le superga bianche. Guard l’ora ed è solo l’una. Decido di preparare il pranzo e poi mettermi a leggere nell’attesa che arrivi Pedro. Per fortuna, anche oggi mio padre è a lavoro e quindi posso godermi questa mattinata da sola, senza nessuna domanda interrogatoria.
    Con dieci minuti di ritardo, Pedro suona al campanello di casa. Mi specchio per l’ultima volta e poi apro la porta. -Ciao bellissima- mi saluta Marco, con un sorriso raggiante. Un sorriso così bello e luminoso capace di ridare colore a tutto ciò che è grigio, capace di far sciogliere anche i cuori più duri. Arrossisco per l’imbarazzo, abbassando la testa.
    -Ciao Pe- rispondo timidamente. Come faccio a passare un intero pomeriggio con lui, da soli, se già dopo nemmeno un minuto che è qui vicino a me, non ci capisco più niente?
    -Beh...cosa stiamo aspettando? Andiamo?- chiede divertito Pedro.
    -Eh?..Si…dove?- rispondo, entrando nel più totale pallone. Nell’attesa che Marco risponda, chiudo a chiave la porta di casa e ci incamminiamo davanti la sua macchina parcheggiata proprio lì davanti.
    -Sicuramente ti terrò alla larga da qualsiasi tipo di negozio, eccetto bar o ristoranti!- risponde Pedro ironicamente.
    -Ho già mangiato, quindi anche bar o ristoranti sono inutili!- gli rispondo a tono. Pedro accenna una piccola risata, mentre però resta ancora concentrato sulla guida.
    -Andiamo al cinema! Ci sono tanti film interessanti come “Il Grande Gatsby” quello con Leonardo Di Caprio!-dice sottolineando con malizia il nome dell’attore.
    -Per me come film va bene, volevo vederlo già da tempo. Ma se pensi di avere davanti una di quelle tante ragazze che sbavano di fronte a Di Caprio…bhe ti sei sbagliato! E’ un gran fig.o, questo si, ma non mi metto a fare schiamazzi davanti a lui.- puntualizzo io.
    -Oh menomale! Non ti avrei sopportato!- dice ridendo Pedro. Arrivati, parcheggiamo l’auto dove troviamo spazio libero e andiamo a prendere i biglietti. Ci accomodiamo infine in sala, in attesa che inizia il film. Quando si spengono le luci, finisce la pubblicità, e cominciano i primi titoli del film, Pedro poggia la sua mano aperta, nel braccio della poltrona, aspettando che io congiungessi la mia di mano alla sua. Esito per qualche secondo, non sapendo se dargli la mano, oppure no. Una vocina, quella più dolce, mi dice di lasciare da parte il mio carattere duro, quindi di si. L’altra, quella più cocciuta dice di rifiutare. Dentro me, si sta creando un conflitto tra desiderio e rifiuto e tutto questo mi sta mandando in crisi. Nel momento in cui Pedro, sta per ritirare la mano deluso, decido di afferrarla, incrociando le mie dita con le sue. Al contatto delle nostre dita incrociate, un brivido percorre la mia schiena. Pedro si gira verso di me, per poi sorridermi, suscitando in me un vortice di emozioni. Ricambio con un sorriso sghembo. Torniamo poi con gli occhi sul maxischermo, restando per tutto il film mano nella mano e soprattutto perdendo la concezione di tutto ciò che mi capita intorno.

    Sapete cosa dovete fare. Aspetto numerosi commenti Commenti: Le mie cattive abitudini vengono prima di te

  5. #15
    TW superstar


    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonaseraaa! so che è tardi, ma vi lascio lo stesso un altro capitolo! Colgo l'occasione per rinnovare ancora una volta i miei ringraziamenti. Siete tutti, tutti meravigliosi
    Buona lettura!

    Capitolo Quattordici.


    Il pomeriggio con Pedro è andato benissimo. Inutile dire che, come ieri, è stato gentilissimo.
    Sono le otto e mezza di sera e mi sto preparando per uscire con gli altri, dove rivedrò nuovamente Pedro. Opto per una minigonna e una camicetta nera, con sotto un paio di ballerine, mi trucco leggermente. Chissà dove è andata a finire Fabiana? Sono stata un po’ sbadata, avrei dovuto lasciarle il mio numero di cellulare per rintracciarla. Decido quindi di uscire di casa prima, nel caso dovessi incontrarla per strada e dicendomi che la prima cosa che avrei dovuto fare è scambiarci i numeri di telefono. La trovo vicino casa che mi aspetta. Anche lei si è vestita in maniera elegante, ma non troppo. E’ un misto tra l’elegante e lo sportivo. Indossa pantaloncini corti, con sopra una canottiera bianca, accompagnata da una camicetta di jeans a maniche corte. Come scarpe indossa un paio di converse bianche.
    -Ehi, scusami non ti ho lasciato il mio numero, rimedio subito!- le dico salutandola e porgendole le mie scuse.
    -Tranquilla, ti do anche il mio!- mi risponde sorridente. Salviamo i rispettivi numeri e cominciamo ad incamminarci, verso il luogo d’incontro: nella piazza principale di Legnano. Noto che Fabiana è un po’ tesa, la rassicuro con un sorriso che anche lei ricambia. Spezzo il silenzio.
    -Abiti vicino casa mia, quindi?- le chiedo curiosa. Lei annuisce.
    -Si, siamo vicine di casa. Sono contenta di averti come vicina di casa e di averti conosciuta!- risponde, tirando fuori un sorriso sincero, che non posso fare a meno di ricambiare a mia volta.
    Arriviamo nel luogo dell’appuntamento, con cinque minuti di ritardo. I ragazzi sono già tutti lì che si stanno scambiano botte e gestacci a vicenda, per poi ridere. Ci avviciniamo. Saluto tutti con i due baci e presento al resto del gruppo Fabiana.
    -Ragazzi, lei è Fabiana, la mia nuova vicina di casa!- mi rivolgo ai ragazzi, tirando in avanti la ragazza. Fabiana abbozza un timido sorriso, facendo un cenno di mano al gruppo che l’accolgono calorosamente e si presentano uno ad uno.
    -Benvenuta in questo gruppo di matti, allora!- le dice Dani sfoderando un sorriso a trentadue denti.
    -Vabbè regà, allora andiamo in qualche locale e passiamo una serata tranquilla, giusto?- domanda Ka, impaziente, il quale riceve un’occhiataccia da Fabiana. Qualche secondo di silenzio precede la risposta, fino a quando non è Ivan a prendere parola.
    -Si andiamo!- dice spezzando il minuto di silenzio. Mentre ci spostiamo in gruppo, Fabiana mi prende in disparte, cominciando a chiedermi cose, senza farsi sentire dagli altri.
    -Ma perché, quel ragazzo ricciolo…come si chiama? Pedro ecco, non ha fatto altro che fissarti da quando siamo arrivate?- chiede accennando un sorriso malizioso. Sentire pronunciare il suo nome, mi provoca un colpo al cuore e mi fa accelerare il battito. Aspetto che questo cessi di battere e le rispondo
    -Ah si? Non ci avevo fatto caso!- dico, abbozzando un sorriso e immaginando i suoi bellissimi occhi color cioccolato, puntati addosso a me. Accenno un sorriso, guardando il vuoto.
    -Ah, secondo me, è cotto di te!- dice annuendo. Scoppio in una leggera risata. Mi sembra un pensiero così assurdo.
    -Eh invece perché l’altro ragazzo…aspetta che questa volta il nome me lo ricordo!- dice Fabiana gesticolando. –ecco Ka, perché sembrava scocciato prima? C’è qualcosa che non va?- mi chiede.
    -No, tranquilla, Ka è sempre così e gli piace fare l’idiota!- rispondo puntando gli occhi verso il diretto interessato. Mi accorgo che ci sta fissando. Lo incenerisco con gli occhi e ritorno a dare attenzione a Fabiana.
    -Capito!- mi dice lei, abbozzando un sorriso. Arriviamo nel locale, e prendiamo posto in un tavolino. Ordiniamo da bere e cominciamo a parlare.
    -Allora quando vogliamo partire?- chiede Dani al gruppo. Non so di cosa stiano parlando, quindi mi tengo in disparte dal discorso, scambiando due chiacchiere con Fabiana.
    -Guardate, oggi è martedì. Secondo me, possiamo partire da lunedì fino al lunedì successivo. Facciamo una settimana, voi che dite?- propone Ivan ai ragazzi.
    -Si, va bene- rispondono Pedro e Dani all’unisono, sorseggiando la loro birra. Ora tutti e tre puntano gli occhi su Ka che si limita solo ad annuire con la testa. Vorrei capire cosa ha Ka, stasera. Non ha spiccicato parola. Dopo, se avremmo avuto un po’ di tempo per stare soli, gli avrei parlato, per capire.
    -Sofia, vieni anche tu, vero?- mi chiede Pedro, facendo comparire un sorriso così bello, che se non fosse stato per il fatto che non so di cosa stessero parlando, sarebbe stato impossibile dire no.
    -Se mi spiegate dove, quando, come e perché, forse- dico cercando di rimettere in ordine il loro discorso.
    -Ho una casa vicino il lago di Como, e avevamo intenzione di passare una settimana di vacanza da quelle parti. In casa ho le camere a sufficienza per dormire e nel giorno possiamo andare al lago. Partiremo lunedì.- mi spiega Ivan sorridente.
    -Vengo, a condizione che viene anche Fabiana, se non vi dispiace!- dico, prendendo la ragazza, sotto braccio.
    -Ma certo, non ci sono problemi!- mi risponde Ivan, rivolgendo a me e a Fabiana un gentile sorriso.
    -Ormai, sei dei nostri anche tu, eh!- le dice Dani, sorridendole.
    -Grazie!- risponde Fabiana ridendo. Infine la ragazza rivolge anche a me un sorriso di gratitudine, forse questa sera sono riuscita a farla stare meglio.
    -Beh io direi di brindare alla nuova arrivata e alla nostra vacanza.- dice Pedro, alzando la sua bottiglia di birra. Chi con la coca cola, e chi, come Pedro, con la birra, lo seguiamo tutti a ruota, tranne Ka che è rimasto con le mani sul tavolo, perso nei suoi pensieri.
    -Ka che succede? Stiamo brindando, alza un po’ quella bottiglia!- lo sollecito io. Carmine mi guarda per qualche secondo.
    -Scusate!- dice, per poi prendere la sua birra e scontrarla con tutte le altre al centro tavola.
    -Salute!- urlano i quattro ragazzi insieme, facendo ridere me e Fabiana.
    Carmine questa sera ha qualcosa che non va, ma a quello ci avrei pensato dopo. Ora, la mia estate sta cominciando davvero a prendere una piega migliore.

    Sapete dove lasciare i commenti: Commenti: Le mie cattive abitudini vengono prima di te

  6. #16
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    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonaseraaa! Ammetto che questo capitolo non è il massimo, ma mi farò perdonare con i prossimi, scusate!
    Buona lettura! (:

    Capitolo quindici.

    Il giorno dopo, mi vedo la mattina con Fabiana. Prendiamo un pullman che ci porta direttamente a Milano.
    Cominciamo un po’ a chiacchierare, mentre lei mi rivolge qualche domanda.
    -Cosa aveva Ka ieri sera?- mi chiedo curiosa, cercando una mia risposta.
    -Ad essere sincera, non lo so. Mi è sembrato strano anche a me, non fa mai così, mi sembrava piuttosto pensieroso. Scoprirò che cosa gli passa per la testa.- rispondo, immaginando cosa potesse essere stato a ridurre Ka così ieri sera.
    -Ma praticamente tu e Ka siete fratelli?- mi chiede cercando di capire la situazione.
    -Non proprio, mio padre è fidanzato con sua madre. Ci siamo conosciuti da poco noi, ma abbiamo legato tanto, questo si.- le rispondo lanciandole un sorriso.
    -Capisco, scusami se ti assillo di domande. Giuro che questa è l’ultima, solo che mi imbarazza chiedertelo.- mi dice abbassando lo sguardo.
    -Avanti forza, non vergognarti. Non c’è nessun problema, chiedi pure!- la incito a parlare io.
    -Ecco…non è come potrebbe sembrare, ma non è fidanzato?- chiede lei per poi guardare subito in basso, rossa dall’ imbarazzo.
    -No, non lo è…ma frena, frena, frena. Come mai tante domande su Ka? Non è che…?- chiedo sgranando gli occhi dallo stupore, ma lei mi interrompe prima che finissi la frase
    -Ma vaa, Sofia cosa dici? Non lo conosco nemmeno, non ci ho praticamente mai parlato. Piuttosto dimmi cosa c’è tra te e Pedro?- mi chiede sorridendo, dandomi qualche gomitata nel braccio. Sorrido imbarazzata.
    -Ehi, ehi, ehi, non rigiriamo le domande, te ne stavo per fare una io e devo ancora sentire la tua risposta!- rispondo ridendo. Proprio in questo momento sento il mio cellulare vibrare. Mi è appena arrivato un messaggio.
    “Ehi ciao, sono Pedro. Sono stato sbadato e non ti ho mai chiesto il numero, per cui lo sono andato a chiedere a Ka. Prima che partiamo tutti quanti, vorrei passare una giornata con te, che ne dici di domenica? Sempre se non sarai indaffarata per fare le valige per il giorno dopo. :-P”
    Sorrido come un ebete davanti al cellulare, suscitando la curiosità di Fabiana.
    -Dai rispondi alla mia domanda e dimmi di chi è il messaggio! Non me la racconti giusta!- mi dice lei ridendo.
    -Da un po’ di tempo che io e Pedro usciamo e ora mi ha chiesto di uscire anche domenica.- rispondo con un sorriso da pesce lesso.
    -Ma dimmi… ti piace?- mi chiede curiosa. Rimango per un po’ in silenzio, immaginando i suoi occhi, il suo sorriso, la sua risata così contagiosa, il suo modo di atteggiarsi, la sicurezza che trasmette, tutte le farfalle nello stomaco che prendono vita ogni tal volta che incrocio il suo sguardo. Sorrido a me stessa.
    -Beh…si, ma è complicato!- le dico arrossendo.
    -Cosa è complicato?- mi chiede, cercando di afferrare ogni punto della situazione per poi essere pronta a consigliarmi ciò che è giusto fare.
    -A settembre partirò e insomma non so più quando e se lo vedrò!- le dico con tono triste
    -Non dire questo neanche per scherzo, certo che vi rivedrete. Non ci devi neanche pensare, e poi deve ancora cominciare luglio, a settembre sai quanto manca ancora? Goditela quest’estate!- mi risponde sorridente. Già, forse ha ragione. Rispondo velocemente al messaggio.
    “Ehi, va bene! Farò le valige il giorno prima! Sentiti onorato: anticipo il lavoro per te! :-P”
    Invio il messaggio e mi salvo il suo numero nella rubrica. Camminiamo intanto per le strade di Milano, commentando le vetrine dei negozi e scambiando due chiacchiere un po’ su tutto. Stiamo legando molto io e Fabiana, pur conoscendoci da poco. Pochi minuti dopo mi arriva la risposta di Pedro.
    “Quale onore! Dai, ti faccio sentire onorata anche io: per la prima volta nella mia vita, Marco Pedretti sarà puntuale. Mi farò trovare alle 11 in punto sotto casa tua! Marco Pedretti, detto Pedro, puntuale. Non ricapiterà più nella vita, quindi ritieniti onorata!”
    Sorrido davanti il messaggio. Anche con una semplice caz.zata riesce a tirarmi su il morale e farmi stare bene. Penso a cosa rispondere e poi digito il testo.
    “Siamo due persone degne di onore! Ora ti devo lasciare che sto in giro per Milano con Fabiana, ma ci vediamo domenica e forse anche una sera di queste con gli altri! :-)”
    Oggi è solo mercoledì, spero veramente di vederlo prima di domenica. Odio ammetterlo ma mi manca.
    -Sofia, guarda quella maglietta in quella vetrina?! E’ bellissima!- mi dice contenta Fabiana, indicandomi una maglia bianca con una scritta piena di pajette. Sorrido.
    -Oddio si, è davvero bella!- le rispondo, guardando la vetrina. Qualche secondo dopo, Pedro risponde.
    “Attenta ai negozi! Non vorrei che non riuscissi più a tornare a casa, perché sarai sommersa dalle buste! :-P
    Comunque ci vediamo sicuramente prima di domenica. Stiamo organizzando una serata per domani, se non sbaglio. Andiamo al concerto di J-ax a Milano!"

    Adoro le canzoni di J-ax e non perdo tempo a riferire tutto a Fabiana che anche lei contenta, comincia a saltare per le strade di Milano. Sembriamo due bambine.
    “Oddio Ax!! Non vedo l’ora!”
    Rispondo al messaggio e poi metto il telefono in tasca. Rimaniamo a Milano anche per pranzo e poi torniamo a Legnano, a casa. Avevo invitato Fabiana a casa, ma ha detto che aveva da fare, quindi è tornata a casa sua. Entro in casa mia e, come d’abitudine ormai, ci sono Loredana e Carmine. Avrei usato l’occasione per parlare con Ka, che ieri chissà cosa aveva. Saluto generalmente i presenti in casa e vado a chiudermi in camera, seguita da Ka.
    -Dove sei stata?- mi chiede.
    -In centro a Milano con Fabiana.- rispondo.
    -Ho capito..- risponde Carmine imbarazzato.
    -Si può sapere cosa avevi ieri sera?- chiedo, scrutandolo. Rimango per qualche secondo ad aspettare la sua risposta che tarda ad arrivare.
    -Io? Niente, non avevo niente.- risponde facendo l’indifferente. E’ ovvio che aveva qualcosa, ma non me lo vuole dire.
    -Dai Ka, ci siamo accorti tutti che c’era qualcosa che non andava, persino Fabiana che non ti conosce l’ha notato!- rispondo, incitandolo a parlare.
    -Fabiana si è accorta che ero di malumore?- mi chiede, avvicinandosi a me.
    -Beh, se ne sarebbe accorto anche un cane, Ka. Cosa ti duole?- chiedo ancora.
    -Niente, non ne voglio parlare, sto bene!- risponde abbozzando un sorriso. Prende un pacco di sigarette e ne estrae una, faccio la stessa cosa.
    -Allora domani andiamo a vedere J-ax?- chiedo felice, cambiando discorso.
    -Si, non vedo l’ora!- dice, cominciando ad intonare le prima note di Immorale. Lancio il cuscino addosso a Carmine per farlo zittire, che risponde saltandomi addosso e riempendomi di solletico.

    Qui come sempre i commenti: Commenti: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

  7. #17
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    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonaseraaaa! Grazie a tutttiiii siete meravigliosi!
    Ecco un altro capitoloo, spero vi piaccia. Buona lettura C:

    Capitolo sedici.


    Sono le 19:30. Fabiana sta a casa mia e ci stiamo preparando entrambe per il concerto di J-ax. Siamo tutte e due fomentate. Ci stiamo finendo di truccare. Per quanto riguarda l’abbigliamento siamo già pronte: ci siamo messe entrambe i pantaloncini corti e io indosso una maglietta nera degli All Time Low, mentre Fabiana indossa una maglietta bianca con qualche scritta. Ci avviamo verso casa di Ka, saremmo andate poi in macchina insieme a lui. In compagnia di Carmine, c’è anche Dani.
    -Ciao ragazze!- ci saluta sorridendo il ragazzo dai capelli lunghi. Anche Carmine ci saluta, oggi lo vedo leggermente più tranquillo rispetto a ieri sera.
    -Sofi, stiamo andando al concerto di J-ax!- mi dice Carmine, squadrando la mia maglietta.
    -Ma poverina, voleva mettere quella maglietta qual è il problema?- gli risponde sorridendo Fabiana al posto mio. Ka sta per rispondere, ma rimane bloccato a guardare per qualche secondo interminabile la ragazza, che sta ricambiando il suo sguardo.
    -Amico che cosa hai? Una paralisi?- chiede Dani rivolto a Carmine. Subito Ka, distoglie lo sguardo e si dirige verso la macchina. Che strano comportamento che ha quel ragazzo. Seguiamo tutti Carmine, e saliamo dentro l’auto: io e Fabiana dietro e Dani e Ka davanti, quest’ultimo si trova al volante.
    -Pedro e Ivan si faranno trovare già li sul posto!- informa Dani a Ka, ma rivolge uno sguardo ammiccante anche a me, mettendomi in imbarazzo.
    -Bene, allora non dobbiamo passare a prendere nessun’altro!- risponde Carmine accendendo la radio.
    -A proposito di Pedro, come sta andando con lui?- mi chiede Dani, con un sorriso malizioso.
    -Come sta andando cosa?- chiedo con innocenza, ma avvertendo il battito del mio cuore accelerare.
    -Dai Sofi, sappiamo tutti, tutto. Siete solo tu e quel salame di Pedro che non vi accorgete di niente.- mi risponde Ka, ridendo, scuotendo la testa.
    -Non so di cosa state parlando!- rispondo guardando il paesaggio scorrere dal finestrino dell’auto.
    -La verità è che voi due avete i cetrioli al posto degli occhi!- risponde Dani lanciandomi un’occhiataccia.
    -Ragazzi basta, non mi torturate Sofia, parliamo di altro!- protesta Fabiana, in mia difesa. Le do un’occhiata di gratitudine.
    -Hai ragione! Io non vedo l’ora di partire!- dice Ka, restando comunque concentrato sulla guida.
    -A chi lo dici? La mia vita sarà solo dormire, mangiare, lago, mangiare, dormire- risponde Dani facendo l’elenco con le dita. Scoppiamo tutti a ridere.
    -Mamma mia Dani, che vita sprecata!- gli dice scherzando Fabiana.
    -Io vorrei godermi il più possibile questi momenti insieme a voi. Odio ammetterlo ma quando tornerò a Roma, mi mancherete. Tutti. La vostra presenza, non immaginate quanto mi stia cambiando.-
    -Godiamoci questo momento di dolcezza di Sofia, perché è raro che capiti!- risponde Ka sorridendo.
    -Scemo, stavo dicendo una cosa carina!- gli rispondo dandogli una botta in testa.
    -A matta, attenta, mi fai sbandare così!- mi rimprovera ridendo. –Comunque ci mancherai anche a noi, tanto.- aggiunge poi Carmine, guardandomi negli occhi attraverso lo specchietto.
    -Già, soprattutto a Pedro, sicuramente!- aggiunge Dani. Mi viene una fitta al cuore, pensare a lui. A Roma, lui non ci sarà. Non ci sarà lui a tirarmi su di morale, a prendermi in giro su qualcosa che ho o che faccio di buffo, a farmi ridere, a farmi stare bene. Non ci sarà. E il solo pensiero mi fa stare davvero male. Caccio via quei brutti pensieri.
    -Dai siamo arrivati!- dice Ka, cercando si rirallegrare la situazione.
    -Infatti, non ci pensiamo stasera, pensiamoci a settembre, ora pensiamo solo a divertirci!- continua a parlare Fabiana, che riceve uno sguardo penetrante da Carmine, sempre attraverso lo specchietto. Una volta scesi dall’auto, Ka chiama Pedro per sapere dove si trovassero lui con Ivan. Loro due sono già in mezzo alla piazza, dove hanno preso posto in mezzo alla folla. Ci facciamo spazio tra la gente e li raggiungiamo. Dopo esserci tutti salutati, aspettiamo che Ax salga sul palco. Nell’attesa Pedro si avvicina a me.
    -Mi accompagni a comprare la maglietta? Meglio comprarla prima del concerto, altrimenti dopo le più belle finiscono!- mi chiede con un sorriso bello è dire poco.
    -Oh certo! Le magliette prima o dopo il concerto sono di rito! La devo comprare anche io.- rispondo. La piazza anche dietro di noi si è già completamente riempita. Cerchiamo di passare tra la folla. Pedro, accorgendosi che mi trovo in difficoltà a farmi spazio, mi prende per mano, per non perdermi di vista. Arriviamo finalmente davanti allo stand, e la ragazza che vende ci guarda sorridendo, soffermandosi sulle nostre mani incrociate. Solo adesso ci accorgiamo che siamo rimasti così. Arrossisco e imbarazzata, levo la mia mano dalla presa di Pedro.
    Scegliamo insieme la maglietta, infatti decidiamo di prenderla uguale, poi cerchiamo le nostre misure e infine le paghiamo. Salutiamo la ragazza e ci affrettiamo a raggiungere gli altri. Ripassare tra la folla per riprendere il nostro posto è un’impresa. In tanti non ci vogliono far passare, ma in un modo o nell’altro, e tendendoci sempre per mano, riusciamo comunque ad arrivare.
    -Dove vi eravate cacciati voi due?- ci chiede Ivan con malizia. Anche gli sguardi di tutti gli altri sono puntati su noi due.
    -Stavamo comprando la maglietta di Ax!- risponde Pedro, sventolando la sua maglia. Qualche secondo dopo, le luci si spengono e tutto il pubblico comincia ad acclamare e urlare il nome di J-ax. Mi emozionano sempre in questi momenti. Il concerto non può che andare bene. Cantiamo tutti a squarciagola le canzoni e le nostre voci diventano una sola insieme a quella di Ax. Il bravissimo rapper ci delizia anche delle canzoni degli Articolo 31 come Gente Che Spera, Senza Dubbio, L’Italiano Medio, Spirale Ovale, Domani Smetto.
    Il concerto si conclude con la bellissima canzone Piccoli Per Sempre. Finito il concerto, J-ax viene acclamato da tutto il pubblico, E’ stato veramente bravo è dire poco. Ne sono davvero soddisfatta. La piazza si sta svuotando e noi cerchiamo un posto dove poterci fermare a parlare. Siamo ancora tutti troppo eccitati ed elettrizzati per tornare a casa a dormire.
    -Regà, andiamo in un pub a bere qualcosa!- dice Ivan fomentato. Acconsentiamo tutti. Mentre camminiamo in gruppo noto Carmine e Fabiana che si stanno scambiando le loro opinioni riguardo al concerto. Tra i due c’è intesa. Sorrido. Sarebbe bello se tra i due nascesse qualcosa di più. A interrompere i miei pensieri è Pedro che si avvicina a me, mettendomi una mano tra le spalle.
    -Piaciuto il concerto?- mi chiede sorridente.
    -J-ax è grandioso!- rispondo fomentata io, ricevendo il suo consenso. Arriviamo nel pub, ci sediamo in un tavolino. Il cameriere arriva, ordiniamo da bere e poi sparisce, mentre noi cominciamo a commentare il concerto, senza far mancare qualche caz.zata che qualcuno vuole con insistenza dire. Sicuramente le risate con loro non finiscono mai. Quando si è fatto veramente tardi decidiamo di tornare a casa. E’ stata una serata davvero fantastica.
    -Allora ci vediamo domenica?- mi chiede Pedro, senza farsi sentire dagli altri, prima di entrare nella sua macchina.
    -Domenica? Si!- rispondo arrossendo. Mi sorride per poi salutarmi e raggiungere la sua auto. Io e Fabiana raggiungiamo l’auto di Ka che ci riporta a casa.
    Il resto dei giorni passano in fretta. E’ sabato pomeriggio e invito Fabiana a casa mia per aiutarmi a preparare la valigia. Di solito la faccio sempre il giorno prima di partire, ma domani sarei uscita con Pedro e quindi mi devo anticipare il lavoro se non voglio ritrovarmi sommersa dai vestiti domenica notte. Lei, molto felicemente accetta e in cinque minuti me la ritrovo davanti casa.
    -Ehi, già qui? Sei volata!- la saluto con i due baci nelle guance.
    -Ti voglio ricordare che siamo vicine di casa!- mi dice ridendo, scoppio a ridere anche io. Le offro da bere un the alla pesca, prima di metterci a lavorare.
    Tiro fuori tutte le magliette, canottiere, vestitini dall’armadio. Lei mi guarda, sgranando gli occhi.
    -Devi stare qui per tre mesi e ti sei portata dietro tutta casa?- chiede ridendo.
    -Ammetto che è così!- rispondo io, imbarazzata. Sembra davvero una cosa molto buffa, ma io l’ho sempre saputo che ho il cervello bacato.
    -Sei folle!- mi dice Fabiana ridendo. Intanto anche lei comincia a frugare nel mio armadio per consigliarmi cosa portarmi.
    -Invece per domani, quando uscirai con Pedretti, sai già cosa metterti?- mi chiede, guardando l’armadio.
    -No- dico, scuotendo la testa. Lei senza rispondere, comincia a frugare tra i vestiti, estraendo un vestitino non elegante, usato infatti apposta per uscire il pomeriggio, in modo da stare più comode.
    -Dovresti mettere questo!- dice estraendo il vestitino bianco con i pois blu scuri. –E poi ti devi mettere le ballerine, quelle blu, e nel caso avessi freddo ti devi mettere il coprispalle!- continua lei, fomentata di farmi da stilista personale. Rimango soddisfatta per la sua scelta. Chiuse le valigie e decretato anche cosa indossare per l’uscita con Pedro, invito Fabiana a rimanere a cena e a dormire. Ordiniamo due pizze e ci spaparanziamo sul divano alla ricerca di un film.

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  8. #18
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    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonasera a tutti quanti! Scusatemi la luuuuuunghissima assenza, ma sono stata due settimane all'estero tra la Germania e l'Inghilterra e non ho avuto modo di scrivere e postare, ma eccomi tornata. Mi sono fatta perdonare con un luuuuuuungo, dolce capitolo. Buona lettura! C:

    Capitolo diciassette.

    E’ domenica mattina. E’ arrivato il grande giorno. Io e Fabiana ci alziamo verso le 8:30. Andiamo a fare colazione in cucina, dove troviamo mio padre seduto al tavolo.
    -Buongiorno ragazze!- ci saluta.
    -Salve!- gli risponde sorridendo Fabiana. Io mi limito solo a guardarlo. Tiro fuori i cereali, i biscotti, qualche merendina, il latte e il caffè e cominciamo a fare una ricca colazione. Fabiana racconta qualche dettaglio del concerto a mio padre che poi ci lascia sole in cucina, uscendo dalla stanza.
    -Comunque vado, altrimenti mia madre mi darà per dispersa, fammi sapere come andrà con Marco e non fare danni!- mi dice lei, salutandomi con i due baci.
    -Si, ti farò sapere!- dico ridendo.
    Rimango sola in casa con mio padre. Mi chiudo in bagno a prepararmi. Per fortuna cosa mettere già lo so, grazie a Fabiana. In men che si dica sono già pronta, ma sono solo le 10 e Pedro ha detto che sarebbe passato alle 11. Mi siedo in salone a guardare la TV, girando per i canali.
    -Devi uscire?- mi chiede mio padre.
    -Beh, direi di si, tu che dici?- gli rispondo acidamente. Dopo aver sentito la mia risposta, mio padre esce, ed il tempo passa veloce. Sento suonare al campanello. Sono le undici. Deve per forza essere Pedro, aveva detto che sarebbe stato puntuale. Vado ad aprire, infatti eccolo lì, bello e sorridente, come sempre. Si sofferma a guardarmi per qualche secondo, facendomi letteralmente imbarazzare. Decido di prendere l’iniziativa.
    -Buongiorno!- dico, alzandomi leggermente con le punte dei piedi, per lasciarli un bacio in guancia. Risponde al saluto, distogliendo finalmente lo sguardo. Mi chiudo la porta di casa alle spalle e ci dirigiamo verso la sua auto. Noto che sul sedile posteriore c’è un cestino coperto da una coperta. Guardo Pedro, chiedendo spiegazioni.
    -E’ una bella giornata! Andiamo a fare un picnic!- mi dice. L’idea mi fomenta, sarebbe stato bellissimo.
    -Sei un genio!- gli dico, accendendo la radio e cambiando stazione di continuo.
    -Ce la fai a farmi ascoltare una canzone per intero?- mi chiede ironicamente.
    -Non è colpa mia, se non c’è musica degna di rimbombare in questa auto!- dico ridendo, suscitando anche la sua di risata.
    -Apri il cruscotto, ci dovrebbero essere un po’ di CD, lì dentro.- mi informa Pedro. Eseguo i suoi ordini. Mi chiedo che cosa intende Pedro per un “po’ di CD” perché ce ne sono miriadi.
    -Un po’?- chiedo sgranando gli occhi ed enfatizzando la seconda parola. Scoppia a ridere. Scelgo il CD dei You Me At Six. L’album si intitola Sinners Never Sleep. E’ bellissimo quel CD e amo anche quel gruppo. Anche Marco sembra soddisfatto della scelta, infatti comincia a battere la sua mano nella gamba a ritmo di musica. Arrivati in un grande parco, Marco mi invita a scendere. Cerchiamo un posto del parco tranquillo. Infine una volta trovato, stendiamo la coperta a quadretti rossi che Pedro ha portato. Ci sediamo sopra, disponendoci uno davanti l’altro. Estraggo il pacco di sigarette dalla borsa e ne prendo una. Non sembra, ma sono nervosissima. Pedro mi guarda torvo.
    -Mi fai un piacere?- mi chiede osservandomi.
    -Si.- rispondo buttando fuori il fumo dalla bocca.
    -Almeno davanti a me, potresti cercare di non fumare?- mi chiede con tono quasi severo.
    -Ti da fastidio? Carmine, Danilo e Ivan fumano davanti a te senza problemi, non mi sembra che ti crei problemi.- Rispondo in difesa.
    -No, non mi da fastidio, non mi va che sia tu a farlo!- ammette imbarazzato.
    -Papààà!- dico ridendo, imitando la voce di una bambina. Marco scoppia a ridere, avvicinandosi pericolosamente a me.
    -Come mi hai chiamato, scusa?- chiede ridendo, afferrando i miei polsi e facendomi stendere per terra. Finiamo uno sopra l’altro, e il battito del mio cuore comincia ad accelerare, sembra quasi impazzito, sembra che voglia uscire dal petto. Calma Sofia. Ripeto tra me e me.
    -Papi, mi fai male così!- dico ironicamente ridendo. Pedro ridendo scioglie la presa, sdraiandosi vicino a me.
    -Non mi chiamare “papi” mi fai sentire vecchio!- dice ridendo, fingendosi offeso.
    -Si, ma sei tu che ti comporti come tale!- dico facendoli una linguaccia. Alla fine ho la vinta io, finisco la mia sigaretta. Finiamo per chiacchierare del più e del meno. Conosco Pedro da quasi un mese, ma sembra che siamo amici da una vita.
    -Hai fame? Ho portato dei panini. Specifico che non gli ho fatti io, sono negato in cucina. Gli ho comprati dal Mc.- mi chiede ridendo ed estraendo una busta di carta piena di panini del Mc Donald’s di tutti i tipi.
    -Oddio ma quanti ne hai comprati? Sei folle!- dico ridendo di gusto, mettendomi una mano davanti la bocca.
    -Beh, e tu sei ancora più bella quando sorridi!- dice, diminuendo le distanze tra me e lui. Rimango lì, immobile. Non ci sto capendo più niente. Pedro ha appena detto che sono bella quando sorrido. Pedro si sta avvicinando troppo pericolosamente a me. Oddio il mio cuore è partito, e chi lo riprende più. La distanza tra i nostri visi è quasi azzerata. Io sono immobile, pietrificata, mentre Pedro intreccia le sue mani tra i miei capelli, avvicinando le sue labbra alle mie, facendole incastrare come due pezzi di puzzle che combaciano perfettamente. Ricambio anche io il bacio, poggiando le mie mani sul suo petto. Eravamo seduti uno di fronte all’altro, il resto non contava più niente. Dopo un po’di tempo mi stacco dalle sue labbra. Non potevo iniziare una storia con lui, se tra due mesi avrei ricominciato la mia normale vita a Roma. Non avrei dovuto lasciare che mi baciasse, anche se è la cosa che desidero più di ogni altra cosa.
    -Pe, non possiamo, non posso. - gli dico, allontanandomi leggermente. Il suo respiro accelerato che sfiora la mia pella, mi stava leggermente mandando il cervello in tilt.
    -Lo sai che io a settembre tornerò a Roma e noi non ci vedremo probabilmente più?- aggiungo poi.
    -Si che lo so, ma non m’importa. Abbiamo due mesi davanti ancora. Voglio pensare ad adesso, al presente, non a quello che succederà a settembre. Io ci voglio provare, vorrei che noi ci frequentassimo, vorrei che tu in questo momento fossi la mia ragazza. Quello che succederà dopo si vedrà. Poi non è vero che non ci vedremo più, esistono treni, aeri, io ho la macchina. E in fondo qui abita pur sempre tuo padre, so che non avete un buon rapporto, ma è tuo padre e tu tornerai a trovarlo.- risponde Pedro, avvicinandosi a me nuovamente. Ora mi sento come se stessi toccando il cielo con un solo dito, sento che mi sta per mancare la terra, sento le farfalle nello stomaco che volano da una parte e l’altra, sento la testa girare.
    -Ma io non sopporterei la distanza e..- rispondo ma vengo interrotta da Pedro che mi bacia nuovamente.
    -Ce la faremo! Ora vorrei una tua risposta: vuoi diventare la mia ragazza?- mi chiede, interrompendo il bacio e accarezzandomi il viso. E come avrei potuto mentirli e dirli di no? Lo abbraccio e lo bacio nuovamente, ma questa volta sono io a prendere l’iniziativa. Ci ritroviamo sdraiati a baciarci, lui sopra me. Si stacca lui, prendendo fiato.
    -Questa cosa voleva dire: è un si o un no?- mi chiede ridendo.
    -Stupido! Secondo te? E’ si!- dico, alzandomi, per rimettermi seduta. Tiriamo fuori i panini e mangiamo, cosa che avremmo dovuto fare prima che Marco mi baciasse per la prima volta. Mi guardo intorno e noto che c’è Jessica che ci sta guardando, sembra furiosa. Quella sta dappertutto, che nervi! Faccio finta di niente, come se non esistesse. Mi chiedo se sta lì di proposito per spiare Pedro o è capitata lì per caso. Dai racconti di Pedro, sarebbe capace di pedinarlo. Tolgo il giacchetto leggero che avevo addosso per il caldo, posizionandolo all’angolo del telo steso a terra, per poi stendermi vicino a Marco, dove cominciamo a scambiarci coccole e a chiacchierare di tutto ciò che ci passa per la mente. Quando si sta per fare tardi, Marco decide di riaccompagnarmi a casa. Saliamo in macchina e arriviamo sotto casa mia.
    -Caz.zo ho dimenticato il giacchetto!- dico presa dal panico.
    -Tranquilla te lo vado a prendere io ora, se c’è ancora, te lo riporterò domani!- mi dice tranquillizzandomi.
    -Grazie! Grazie per tutto, sono stata benissimo oggi con te- gli dico arrossendo.
    -Anche io!- risponde lasciandomi un dolce bacio nelle labbra. -A domani!- aggiunge poi sorridendomi. Lo saluto e scendo dalla macchina. Cerco le chiavi di casa ed entro dentro.
    -Ciao Papà!- risponde lasciando emergere tanta felicità. Mio padre mi guarda sorpreso. In effetti si, è la prima volta da quando sono arrivata qua a Legnano, che lo saluto per prima con tanto entusiasmo.
    -Ciao! A cosa devo tanta felicità? Non è che per caso c’entra qualcosa quel ragazzo che è passato quella mattina a casa nostra?- mi chiede stuzzicandomi e avvicinandosi a me.
    -Potrebbe essere!- rispondo sorridendo come un ebete. Potrebbe essere? E’ così, punto, senza ipotesi. Sono felicissima grazie a lui. Mi dirigo, ancora sognante in camera a preparare le ultime cose per la partenza di domani. L’idea di passare sette pieni giorni con i miei nuovi amici e con Pedro, mi eccita tanto.
    Sento suonare al campanello. Chi poteva essere a quest’ora. Mi viene in mente che poteva essere Marco che mi ha portato il giacchetto, anche se sembra strano, mi aveva detto che me lo avrebbe dato domani.
    Apro la porta, e mi ritrovo una persona che non mi sarei mai aspettata di trovare. Cosa voleva da me? E come fa a sapere dove abito? Questa è una stalker nata.

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  9. #19
    TW superstar


    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonsooiir! Questa volta non mi sono fatta aspettare tanto e vi sto lasciando anche un luungo capitolo. Grazie a tutti quanti voi che state commentando o semplicemente leggendo la mia ff. Siete una meraviglia.

    Capitolo diciotto.

    Non ci posso credere. Davanti i miei occhi, nel portone di casa mia c’è Jessica. Cosa vuole?
    -Ciao- le dico cercando di essere più educata possibile.
    -Ciao, è tuo questo?- dice prendendo il giacchetto che avevo dimenticato al parco. Non capisco come fa ad averlo lei, rimango sbalordita.
    -Si, grazie!- dico prendendolo.
    -Sai, è giusto che tu lo sappia. Perché non meriti di essere presa in giro. Oggi so che sei uscita con Pedro, vi ho visti. Dopo che ti ha riaccompagnata a casa, è venuto da me e anche lui si è dimenticato il tuo giacchetto a casa mia. Sai ha detto che vuole tornare insieme a me, sapevo che prima o poi si sarebbe accorto che solo io so farlo stare bene.- mi racconta lei euforica. Il suo racconto sembra più che possibile dato che sono passate quasi due ore da quando Marco mi ha riaccompagnata a casa. Se fino ad un minuto prima ero felicissima, ora il mondo sembra crollarmi addosso. Sento gli occhi pieni di lacrime, ma non posso piangere, non davanti a lei. Quello stro.nzo a che cavolo di gioco vuole giocare?
    -Sono felice per te.- rispondo con voce tremolante cercando di abbozzare un sorriso. -ora è meglio che io vada, ciao.- rispondo, chiudendo la porta. Jessica mi ferma.
    -Mi dispiace, venirlo a sapere da me non è il modo migliore di assimilare la notizia, ma davvero pensavi che a uno come lui potesse piacere una come te? Povera illusa. Cosa li costa a lui prenderti un po’ in giro? Si diverte, poi quando te ne andrai non ti rivedrà più e si dimenticherà completamente di te e tornerà a stare solamente con me.- mi dice con un sorrisino finto, prima che io chiudessi la porta. Stro.nza! Con lui fareste una bella coppia: due stron.zi. Dio li fa e poi li accoppia. Gli sbatto scorbuticamente la porta in faccia e scappo in camera, buttata nel divano letto a piangere. Finisco per addormentarmi nel cuscino bagnato a causa delle mie lacrime. Mi sveglio sentendo vibrare il cellulare nella mia tasca. Mi è arrivato un messaggio. E’ lui. Ma con quale faccia mi sta scrivendo?. Leggo il messaggio, ma decido di non rispondere.
    “Ehi, tutto bene con le valigie? Non vedo l’ora che arrivi domani, mi manchi! :-)” declino il messaggio e decido di andare a casa di Fabiana per raccontarle tutto. Busso alla porta e ad aprirmi è proprio lei. L’abbraccio, ricominciando a piangere a dirotto.
    -Tesoro, che succede?- mi chiede, portandomi dentro. Gli racconto tutto, non appena mi calmo.
    -Stron.zo, domani dovrà vedersela con me!- mi dice Fabiana tranquillizzandomi una volta che ho finito di raccontare tutto. Abbozzo un sorriso.
    -Tranquilla, non ne vale la pena. Lo ignorerò.- le rispondo, asciugando le ultime lacrime che scorrevano nel viso. Ceniamo insieme e infine decido di tornare a casa per dormire. Domani saremo dovute essere alle 8:00 di mattina, al centro di Legnano, da lì saremo partiti.
    La notte passa in fretta e la mattina è ormai alle porte. Stranamente puntuale, alle otto sono in centro di Legnano, nel luogo di incontro con la mia valigia. C’erano già tutti, tranne Pedro che come sempre avrebbe fatto qualche minuto di ritardo. Fosse per me, potremmo anche lasciarlo qua, non lo voglio vedere. Saluto tutti. Carmine si accorge della mia espressione triste, ma non mi chiede niente. Finalmente con dieci minuti di ritardo, arriva anche Marco, saluta velocemente tutti quanti e anche lui capisce che c’è qualcosa che non va, si limita a salutarmi imbarazzato con una mano. Non rispondo al saluto, abbassando lo sguardo.
    -Vabbè mettiamo i bagagli in macchina e andiamo. Come ci vogliamo dividere? Pedro sali in macchina con me, Sofia e Fabiana?- chiede Carmine, prendendo le chiavi della sua macchina.
    -No, io in macchina con lui per più di due ore, tra l’altro, non ci salgo!- controbatto io. Carmine, Danilo e Ivan mi guardano torvi per poi rivolgere lo sguardo su Marco. Fabiana non è sorpresa di questa mia reazione, lei già sa tutto.
    -Sofia, ma cosa ti prende? Ieri non la pensavi allo stesso modo!- mi domanda Marco preoccupato.
    -Boh forse potresti pensare a cosa hai fatto ieri sera, a dove hai lasciato il mio giacchetto.- rispondo acida, mentre tutti gli altri ragazzi ci guardano stupiti non capendo di cosa stiamo parlando.
    -Il tuo giacchetto non l’ho più trovato al parco, mi dispiace!- risponde lui.
    -Non l’hai trovato o l’hai dimenticato a casa di qualcun altro?- chiedo io, presa dai nervi. Carmine fulminò con lo sguardo Marco.
    -Basta, basta, calmatevi… Sali in macchina con Dani, non vi voglio sentire litigare per tutto il viaggio!- dice Ka, rivolgendosi a Pedro. –Basta che non mi fate stare in macchina con due donne, e chi li sopporta i loro discorsi?!- aggiunge poi.
    -Sono sicuramente molto più interessanti: voi pensate solo al calcio, alle donne e poi a portarvi a letto più ragazze possibili, il tuo amico forse ne sa qualcosa, dato che non si fa problemi ad uscire con più ragazze contemporaneamente. Chissà dove vuole arrivare?!- risponde Fabiana a Carmine, puntando gli occhi su Pedro. Marco a quelle parole rimane scombussolato, come per dire “Ma di che cosa sta parlando?”. E’ bravo a fingere il ragazzo.
    -Non meriti una risposta, perché non è vero! Ivan, ti prego sali in macchina con noi?- risponde Carmine a Fabiana per poi rivolgersi all’amico, che acconsente. Carmine e Ivan si mettono davanti, mentre io e Fabiana dietro. Appena mettiamo in moto, Ka curioso, mi chiede cosa è successo con Pedro. Gli racconto tutto dal principio.
    -No, non può essere, conosco Pedro e non farebbe mai una cosa del genere. Non si permetterebbe mai di illudere qualsiasi ragazza in questo modo e poi Jessica l’ha tradito quando stavano insieme, non vuole avere più niente a che fare con lei.-
    -Beh, tu lo difendi perché sei suo amico, ma intanto lei ci sta male!- risponde Fabiana.
    -Non è questione che è amico mio, Sofia è più o meno mia sorella e Pedro sa bene che se le fa del male, io lo spedisco direttamente al cimitero.- gli risponde Ka a Fabiana.
    -Le persone non si finiscono mai di conoscere, Carmine. E poi come me lo spieghi il fatto che lei aveva il mio giubbetto?- rispondo a Carmine.
    -Non lo so, ma sono più che sicuro che Pedro non ha fatto niente di tutto ciò. Ci parlerò io poi, per chiarire la situazione.- mi dice lui. Lasciamo cadere il discorso così, cominciando a parlare di altro.
    Dopo due orette arriviamo a casa di Ivan, vicino al lago di Como. La casa è immensa. Ci sono tre camere da letto, un’ampia cucina, un ampio salone, due bagni e un grande giardino. Ci dividiamo le camere. Io e Fabiana in una, Dani e Ivan nell’altra e infine Pedro e Ka nell’ultima. Io e Fabiana sistemiamo le valigie nella nostra stanza e raggiungiamo gli altri che si trovano in salone spaparanzati nei divani. Ci sediamo dove troviamo posto e cominciamo a parlare. Più che altro parlano tutti tranne me e Pedro, siamo tutti e due sommersi nei nostri pensieri.
    -Vabbè ragazzi, se vogliamo mangiare tocca andare a fare spesa!- dice Ivan, alzandosi dal divano.
    -Vengo con te!- gli dice Dani.
    -Anche io!- rispondono contemporaneamente Fabiana e Ka. I due si guardano e scoppiano a ridere. Ora abbiamo tutti e quattro gli sguardi rivolti verso di noi.
    -Io vado in camera, non ho voglia di fare niente!- dico fulminando Pedro e rivolgendo un piccolo sorriso agli altri ragazzi, alzandomi dal divano.
    -Rimarrò qua a guardare la TV.- risponde Pedro, prendendo il telecomando.
    -Ce la farete a non scannarvi voi due?- chiede Carmine guardando prima me e poi Pedro.
    -Io nella stessa stanza con lui da soli, non ci sto. Quindi non c’è da preoccuparsi!- rispondo abbozzando un leggero sorriso. Salutiamo i ragazzi e ormai siamo rimasti soli, io e Pedro. Io mi dirigo dritta in quella che è la stanza mia e di Fabiana, ma vengo fermata da Pedro.
    -Aspetta Sofia, possiamo parlare?- mi chiede Marco, afferrando il mio polso.
    -No e non mi toccare, lasciami stare!- rispondo, mollando la presa e correndo in camera. Lui mi segue.
    -Io non so veramente cosa abbia fatto, parliamone!- mi dice. Gli sbatto la porta in faccia senza neanche rispondere. Mi stanno tornando le lacrime. Presa dalla rabbia, apro la valigia e cerco il giubbetto di ieri e lo prendo. Riapro la porta e c’è sempre Pedro la davanti.
    -Questo lo puoi anche riportare alla tua ragazza visto che ti fa stare tanto bene, io non ci tengo più ad averlo! Dille che è un regalo da parte mia!- gli urlo in faccia, mollandoli il giacchetto in mano e richiudendomi a chiave in camera. Sento Pedro bussare alla porta dalla rabbia.
    -Sofia, io non so di cosa tu stia parlando, mi devi credere. Apri la porta e ne parliamo, ma lasciami capire cosa succede.- urla dall’altra parte. Non gli do ascolto, prendo l’Ipod e metto a tutto volume la musica nelle orecchie, lontana da tutto e da tutti.

    Qui i commenti: Commenti: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

  10. #20
    TW superstar


    Jan 2010
    2,470

    Re: Le mie cattive abitudini vengono prima di te.

    Buonaseraa! Come procedono queste vacanze? Io penso che stiano volando e questo non va bene, ma ecco qui un altro capitolo nuovo, nuovo. Questo è diverso dagli altri, perchè sarà dal punto di vista di Carmine, quindi se è venuto male, sapete il perchè. E' difficile scrivere al posto di un'altra mente ahahah, mi scuso quindi in anticipo. Buona lettura!

    Capitolo diciannove.


    Carmine.

    Torniamo a casa qualche ora dopo. Abbiamo fatto spesa come se dovessimo stare qua per un mese. Abbiamo comprato di tutto e di più: dalle bottiglie di birra ai pacchi di patatine ed è inutile che sto qua ad elencare, finiremo domani per quanta roba abbiamo preso. Sofia si accorge che siamo rientrati e ci raggiunge in salone, aiutandoci a mettere ogni cosa nei davanzali della cucina o in frigo.
    -Avete parlato tu e Pedro?- le chiedo a bassa voce.
    -No, non ho voglia di parlarli!- mi risponde. Quanto è testarda questa ragazza. Ma ammetto che fossi stato al posto suo, mi comporterei allo stesso modo. Comunque sia avrei dovuto parlare con Marco per capire cosa ha combinato, non mi sembra vero il racconto di Sofia.
    -Pé, mi accompagni in giardino a fumare una sigaretta?- chiedo prendendo il pacco sopra il mobile in cui l’avevo lasciato. Lui acconsente, seguendomi.
    -Tutto bene?- gli chiedo per cominciare un discorso. Mi guarda con un sorriso di rammarico.
    -Non proprio. Io ti giuro che non ho fatto niente ieri sera, mi devi credere Carmine, io non so minimamente di cosa sta parlando Sofia. Lei mi ha preso sin da subito, ha subito catturato la mia attenzione e giuro su quanto è vero che mi chiamo Marco Pedretti, che non le farei del male.- mi risponde guardandomi dritto negli occhi. Sapevo che lui non aveva fatto niente, non si sarebbe mai permesso e conoscendo Jessica si sarà inventata tutto. Forse il giorno che sono andati in quel parco, lei gli aveva visti e si è anche accorta che Sofia aveva lasciato il giacchetto ed è riuscita ad inventarsi una storia dietro. E’ una tro.ia, ecco cos’è.
    -Io lo so. Ieri sera è venuta Jessica a casa sua per riportarli il giacchetto e dicendoli che tu lo avevi lasciato a casa sua e che le avevi detto che volevi tornare insieme a lei perché solo lei ti fa stare bene.- gli spiego io.
    -Ka, mi devi credere, non sono mai stato a casa sua ieri sera io.- dice Pedro sgranando gli occhi. –Anzi, ora sta tro.ia mi sente!- aggiunge poi prendendo il cellulare dalla tasca.
    -Ti credo, lo so che non hai fatto niente! Ma calmati, non risolvi nulla arrabbiandoti con lei, l’unica cosa che devi fare è far capire a Sofia che non è vero, a Jessica ci penseremo quando torneremo.- rispondo poggiando una mano nel braccio del mio amico. Pedro mi ascolta e rimette il cellulare in tasca.
    -Come se non mi vuole neanche guardare?- mi chiede lamentandosi.
    -Non lo so, devi fare in modo che non ha via di scampo, o ti ascolta, o ti ascolta. Ti deve ascoltare!- gli rispondo agitandomi. Passiamo a parlare per qualche minuto d’altro e una volta che ho finito la mia sigaretta, raggiungiamo gli altri dentro.
    Un’altra cosa che devo fare è parlare con Fabiana. Le voglio chiedere di uscire domani sera. Quella ragazza mi è entrata dritta nel cuore sin dalla prima volta che l’ho vista, quando Sofia ce la presentò. Non ho mai creduto nei colpi di fulmine, ma grazie a lei so che esistono davvero. La vedo ora che sta parlando con Sofia, cercando di farla sorridere. E’ così dolce. Mi avvicino a loro con passo sicuro.
    -Fabiana ti posso parlare?- chiedo sorridendo. Le due ragazze mi guardano torve. Che ho detto di male?
    -Si- risponde timidamente lei. Sofia mi guarda con un sorrisetto complice e se ne va, raggiungendo gli altri sul divano. Si siede tra Dani e Ivan, mentre Pedro rimane da solo nell’altro divano.
    -Allora dimmi!- mi dice lei, con un bellissimo sorriso che potrebbe sciogliere qualsiasi cuore fatto di ghiaccio.
    -Ehm….senti mi chiedevo se ti va di uscire con me domani sera?- le chiedo imbarazzato, guardandola dritta negli occhi. Quegli occhi che mi hanno colpito sin da subito. Quanto mi sono pentito quella volta in cui sono stato così scorbuto con lei. Ma ero ancora incredulo al fatto che esistessero i colpi di fulmine. Di questa cosa, infatti, non ne ho parlato con nessuno, forse non volevo ammetterlo agli altri e tanto meno a me stesso che Fabiana mi sta facendo perdere la testa. La vedo esitare per qualche secondo, che a me sembra una vita intera. Dannazione, rispondi.
    -Si, certo.- dice imbarazzata. Noto le sue guance arrossirsi. Ha detto di si? Oddio, ha detto di si. Carmine, calmati.
    -Beh, non ti posso dire ti passo a prendere sotto casa alle 20 dato che abitiamo sotto la stessa dimora, ma ti dico che alle 20 busserò alla porta della tua camera, quindi fatti trovare pronta!- le dico io, ridendo. Lei acconsente, accennando un sorriso a dir poco meraviglioso. Raggiungiamo gli altri, sedendoci al divano vicino a Pedro.
    -Rega, vado a prendere un po’ di birre!- dice Ivan, alzandosi.
    -Per me no, grazie.- risponde Sofia. -Anche per me!- la segue Fabiana.
    -Cosa prendete allora?- gli chiede.
    -Io niente.- risponde Sofia sempre con aria triste. -Io acqua, grazie!- risponde Fabiana sorridente. In men che si dica ci scoliamo le bottiglie di birra e passiamo una piacevole serata a parlare tutti insieme.
    Finalmente è la mattina del giorno dopo, una volta pronti andiamo tutti quanti al lago, muniti di creme solari, asciugamani e pallone. Ci stabilizziamo dove troviamo posto. Stendiamo i nostri asciugamani e corriamo tutti a fare il bagno, tranne Sofia che nonostante l’insistenza da parte di tutti, preferisce starsene lì seduta a deprimersi. Deve assolutamente chiarire con Pedro, non la posso vedere in questo stato.
    La giornata passa in fretta e l’ora dell’appuntamento con Fabiana si sta ormai avvicinando. Sto sotto la doccia a prepararmi per lei. Indosso un semplice jeans blu con la maglietta bianca, quella di Armani che tra l’altro ho pagato una fortuna. Questa è un occasione speciale e ci tengo ad essere vestito bene. Puntuale alle 20, busso alla porta della camera delle ragazze. Mi apre Sofia che mi guarda con un sorriso malizioso.
    -Ciao Carmine, la tua dama è pronta, trattala bene o ti spezzo le gambe, il collo e le braccia!- mi dice, spostandosi di lato per fare uscire Fabiana.
    -Ciao.- mi dice Fabiana uscendo dalla stanza. Rimango qualche secondo a guardarla, stupito. Indossa un semplice jeans corto con una canottiera bianca firmata Starbucks, è leggermente truccata e…ed è bellissima.
    -Ciao, allora andiamo?- chiedo porgendole un braccio, lei acconsente e infila il suo di braccio sotto il mio. Salutiamo tutti ed usciamo di casa. Entriamo in macchina e faccio accomodare Fabiana nel sedile davanti. Voliamo via in destinazione di un ristorante carino, vicino al lago a base di pesce. Cominciamo a parlare di tutto e di più, e scopro che lei teoricamente è napoletana, appunto proprio come me che sono di Castellammare, insomma lì vicino a Napoli.
    -Mica sapevo che venivi da lì!- le dico stuzzicandola, mentre camminavamo in riva al lago.
    -Beh tante cose non sai di me, sai?- mi risponde facendomi la linguaccia.
    -E tu non sai molte cose di me, quindi conosciamoci!- dico guardandola dritta negli occhi. La prendo per mano e ci sediamo vicini, per terra. Davanti a noi abbiamo il bellissimo lago, che mette una quiete profonda, dove proprio davanti a noi, si può vedere il riflesso della luna. Gli racconto un po’ della mia di vita, i miei anni di liceo, come ho conosciuto gli altri ragazzi, come ho conosciuto Sofia, anche se, immagino che lei già lo sappia. Fino a quando non restiamo qualche minuto in silenzio a guardare la luna riflettere l’acqua. Lei non immagina quanto io sto bene in sua compagnia, non immagina quanta voglia ho di baciarla in questo momento. Si, ora ne sono convinto. Cupido mi ha colpito in pieno. E’ lei a interrompere il silenzio.
    -E’ proprio bello qui.- mi dice guardandomi dritto negli occhi. Non è il posto ad essere bello, cioè si è bello ma mai quanto te, cavolo.
    -Già.- rispondo ricambiano lo sguardo. Restiamo per qualche secondo interminabile a guardarci, i miei occhi dentro i suoi, i suoi dentro i miei. Con una mano le alzo il mento e convinto di ciò che sto per fare, avvicino le mie labbra alle sue. Le nostre labbra s’incastrano bene e le nostre lingue cominciano a fare una dolce danza. Ci stacchiamo da quel dolce bacio e subito l’abbraccio tenendola stretta a me. Ora è tutto perfetto.

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