Tutti appollottolati sul mio divano gigante rosso, mentre io e Marco ci siamo conservati il divanetto di fianco.
Per stare 'tranquilli' insomma.
Il film è incominciato da un pò...ma non so come e perchè, non riesco a seguirne nemmeno un minuto sano per capirci qualcosa...
Ho il suo respiro dietro i capelli.
Ho la sua mano sopra la pancia.
Ho le sue gambe e il suo corpo attaccato al mio.
Ho di quelle scosse e fitte allo stomaco da morirci.
Provo a respirare lentamente ma ogni volta mi si mozza per paura che lui mi tolga quella dannata mano.
Giro il viso verso gli altri, Martina è attenta davanti lo schermo, Ka ha gli occhi puntati su di lei...sul suo seno precisamente.
Dani e Ludo... Bè Ludo ha le gambe su di lui e Dani tranquillamente glieli accarezza con la mano destra, su e giù.
Ludovica ha un colore strano in faccia, nonostante la luce della tv è visibile!
Poi c'è Ivan, accanito contro il film, parla ogni tre secondi... "Forza, apri la porta" ... "scappa scappaaaa" ... "Tiragli un pugno in faccia!"
Quando sto per rilassarmi, la mano di Marco dalla pancia incomincia lentamente a salire sopra, verso il seno.
Appoggia la mano e la stringe.
Mi blocca il respiro e sento il cuore iniziare a battere troppo veloce.
Inclina il viso verso il mio collo e continuando a palparmi un seno con il labbro inferiore scorre sul collo.
Sto letteralmente impazzendo!
Inizia a baciarlo, poi ci lascia sicuramente un succhiotto.
La mia mano va sui suoi capelli, alza gli occhi e mi guarda fisso, mi sorride e si avvicina, mi bacia sul naso e stringe la mano ancora di più sul seno... di conseguenza tendo ad alzarmi con la schiena ed è li che l'altra mano me la posiziona sotto al c*lo.
Lo guardo intontita mordendomi le labbra.
Fa segno di alzarsi così lo faccio.
è come se stessimo solo io e lui, perché gli altri non notano che dal divano passiamo in cucina.
Mi siedo sul tavolo come di abitudine e l'osservo mentre si passa una mano tra i capelli per poi avvicinarsi a me e mettersi tra le gambe.
Li sento un brivido.
Ripercorro una scena già fatta.
P: Mi sento strano quando sono vicino a te...
Mi sussurra piano.
è dolce quando lo fa.
I: Vale lo stesso per me.
P: Mi vengono i brividi, impazzisco... ho voglia di toccarti e...baciarti.
I: Allora... fallo.
Si avvicina e mi bacia, mi bacia lentamente...assaporandosi il bacio.
Apre gli occhi e mi guarda...
P: é come se l'avessi già fatto.
I: Cosa?
P: Baciarti, inalare il tuo profumo.
I: Anch'io ho questa sensazione...
P: Stacy... devo farti una domanda...
I: Dimmi...
P: Alla festa in maschera...
I: Si?
P: Eri.... eri... eri tu la ragazza con cui ho fatto l'amore?
Lo guardo. Continuo a fissarlo. È lui che attrae la mia attenzione. È lui che voglio guardare in ogni singolo istante. Non so con quale coraggio ho appoggiato le mie gambe sulle sue. Non so con quale coraggio sono ancora qui a farmi accarezzare da lui. Forse perché amo i brividi che mi provoca. Forse perché amo fare tutto ciò con lui. Forse perché vorrei che non smettesse mai di farlo. Inizio ad avere sete. Mi guardo intorno ma non vedo nessun residuo di Coca. Decido di alzarmi, raggiungere la cucina e fare qualche scorta di bevande. Trovo la porta chiusa. Busso. Sento la voce di Stacy che mi invita ad entrare. La trovo con Marco.
“Scusatemi sono solo venuta a prendere qualcosa da bere. Di la è finito tutto.” So di aver interrotto qualcosa. So di essere entrata nel momento sbagliato.
“Ma va figurati Ludo. Stavamo giusto prendendo noi da bere.” La sua voce mente. La sua voce avrebbe voluto tornare a poco istanti prima. La sua voce avrebbe voluto rispondere a qualcosa di diverso.
“Allora torno di la.” La guardo negli occhi. So di doverle chiedere scusa. Immediatamente richiudo piano la porta. Mi dirigo verso il divano quando vedo il posto, occupato prima da lui, vuoto. Sento il cuore fermarsi per qualche istante. Inizio a guardarmi intorno. Inizio a chiedermi dove possa essere andato. Un sorriso prende il sopravvento sul mio volto appena il mio sguardo lo intravede appoggiato alla ringhiera del balcone. La paura che sia andato via svanisce. La paura di non vedere più i suoi occhi vola via.
“Non ti piace il film vero?” Attiro la sua attenzione. Le mie guancie diventano ancora rosso fuoco.
“Avevo voglia di rimanere un po’ solo tutto qua.” La sua voce è strana. Pensierosa. Quanto darei per sapere cosa gli frulla nella testa. Quanto darei per sapere se sono io che occupo la sua mente.
“Allora torno dentro. Scusami se ti ho disturbato.” Una voce quasi amara esce dalla mia bocca.
“No aspetta. Rimani pure. Mi fa piacere.” Mi sorride. Le sue labbra sono ******amente belle. La sua voce è ******amente magnifica. Mi metto di fianco a lui e seguo il suo sguardo. Sta guardando la luna. La luna piena. Il silenzio inonda quel piccolo luogo. Un luogo che quella sera vorrei far diventare nostro.
“A cosa stai pensando?” So che sta pensando a qualcosa. So che non me lo dirà mai. Ma so che non ho potuto fare a meno di fargli questa domanda.
“Vuoi davvero sapere a cosa sto pensando?” Rivolge i suoi occhi sui miei. Occhi desiderosi di qualcosa. Occhi desiderosi di sapere.
“Si, voglio davvero saperlo.” Il desiderio di abbracciarlo, di poter stare tra le sue braccia è forte in questo momento.
“Sto pensando a te.” Lo guardo sbalordita ma al tempo stesso emozionata. Sta pensando a me.
“Ho fatto qualcosa che non dovevo?”
“No assolutamente sei perfetta. Mi domando, e non finirò mai di farlo, del perché non ti lasci andare. Del perché non ti lasci baciare.”
“Non è così semplice.” Riesco solamente a dire questo. Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare quest’argomento. Sapevo che prima o poi avrebbe voluto saperlo.
“Allora spiegamelo. Sono qui apposta. Sono qui pronto per ascoltarti.” Si gira verso di me con tutto il corpo. Mi stringe per i fianchi e mi attira a se.
“Dani non ho mai baciato nessuno. Ed ho paura. Paura di baciare. Paura di fare figure. Paura perché non ne sono capace.” Dico tutto d’un fiato. Ho il cuore che batte a mille. Ho il cuore che non vedo l’ora di sapere qualcosa da lui. Ho il cuore che non vede l’ora di una sua risposta. Ma quest’ultima ritarda. Passano pochi istanti, pochi secondi, pochi minuti ma niente. Il suo sguardo rimane fisso sul mio.
“Sapevo che non dovevo dirti nulla. Sapevo che dovevo starmene zitta.” Lacrime. Lacrime che non vogliono fermarsi. Lacrime che rigano il mio volto. Entro di corsa in sala e senza dire nient’altro esco di casa sbattendo la porta, andandomene via.
Devo dire che questo capitolo non mi soddisfa ma lascio a voi il giudizio
Tocca a te pandina sorprendici
Credo che sia la donna più bella che avessi mai visto.
Il suo corpo mi attrae da impazzire, la vorrei mia in questo istante...ma devo stare calmo, continuare ad averla vicino senza fiatare... Perchè...perchè potrei non capirci più nulla.
Non voglio sapere cosa si prova quando si è innamorati... diventerei come tutti, sdolcinato, troppo appiccicoso e sarei geloso da morire.
Io non voglio essere così.
Io ho paura di essere così.
Io...ho paura di amarla.
Io ho paura che lei stia male a causa mia... perchè non potrei darle quello che magari non sono capace di darle.
Quando stavamo insieme lei mi amava, avrebbe fatto di tutto per me.
E io...io non volevo che una persona dipendesse così tanto da me.
Prima eravamo amici, migliori amici... poi, una sera, a casa sua...ho avuto come una scossa al cuore e l'ho baciata.... e ci ho fatto l'amore...
L'amore più bello della mia vita.
Le sue mani su di me, il suo respiro caldo sul mio collo, le sue gambe incrociate dietro la mia schiena...
Rabbrividisco al solo pensiero.
E se qualcuno si avvicina a lei, lo ammazzerei di botte... non perchè sono geloso... no.
Ma perchè non si devono azzardare a sfiorarla.
No, non sono geloso...
Io la amo da morire c*zzo.
A scuola ogni santissimo giorno devo vederla che scherza con gli altri e non posso alzarmi e dire "oh c*glione lei, è mia" ... mi prenderebbero per pazzo.
Forse quando l'avevo dovevo solo tenermela stretta.
Stretta al mio cuore.
E io come al solito ho paura di quelle serie, dell'amore.
A me piacciono le scappatelle.
Mi piace chi non vuole impegno.
Sapete cosa mi ha detto Martina quando l'ho mollata?
Mi ha detto che ero uno str*nzo, che sarei rimasto solo... perchè l'amore vuole amore.
Ha ragione.
Ho i miei amici... ma sono solo.
Si gira e mi fissa con i suoi occhioni marroni.
Non sorrido.
Lei invece lo fa... e il mio cuore ha una scossa allucinante.
Le accarezzo una mano e lei prontamente la tira in avanti per accarezzarmi una guancia.
Abbasso gli occhi.
Lei mi toglie la mano come se fosse dispiaciuta.
Sono un ottuso del cavolo.
Improvvisamente la porta del balcone si spalanca, Ludovica in lacrime corre alla porta, apre e scappa giù per le scale.
M: Che succede?
D: Dove è andata?
K: Giù amico, senza giacca...si prenderà un malanno.
M: Corri no?
D: Vado.
Dani mette la giacca, prende quella di Ludovica e scende in strada.
*Marty
Avete mai avuto voglia di gridare a qualcuno quanto lo ami ancora?
Avete mai avuto voglia di gridare a qualcuno quanto continua a mancarti?
Avete mai avuto voglia di gridare a qualcuno quanto è importante nonostante tutto quello che avete passato?
A me è capitato. Molte volte. Forse troppe. Forse infinite. Ka. Carmine. Un nome che nasconde una persona fantastica. Una persona che il destino mi ha fatto conoscere, incontrare, vivere ed amare. Una persona con la quale ho potuto condividere ogni cosa. La mia prima volta, il mio primo amore. Una persona che non volevo perdere. Una persona per la quale mi sono innamorata perdutamente. Non so di preciso cosa mi abbia colpito di lui. Forse i suoi occhi color ghiaccio. Forse il suo sorriso, una calamita per me. Forse le sue mani belle e morbide. Forse ogni cosa che lo compone. Lo amo, lo amo ancora, lo amo da morire, lo amo incondizionatamente. Lo amo per quello che è. Lo amo per quello che ho potuto conoscere. Lo amo per quello che ho potuto assaporare quella fantastica sera, dove io e lui ci siamo amati. Sentivo che quella sera ci avrebbe legato per sempre. Sentivo che quella sera sarebbe stata la nostra sera. Sentivo che non avrei potuto vivere un secondo in più lontano da lui, lontano dalla sua voce, lontana dai suoi occhi, lontana dal suo corpo. Mi attrae ******amente anche adesso. Mi voleva con lui. Ma non sono mai stata abbastanza. Lui da me non voleva una storia. Lui da me non voleva nessun impegno. Il mio sentimento così grande lo ha spaventato. Voleva una storia come le altre. Una storia di una settimana o di un mese niente di più. È l’unica spiegazione che riesco a darmi. È l’unica spiegazione che riesco a dare del perché mi ha lasciata. Non sono abbastanza. Non lo sono mai stata. E mai lo sarò per lui.
Mi giro e lo fisso mentre penso a tutto ciò. Incrocio il suo sguardo e gli sorrido. Come risposta non ho una sua parola. Non ho un suo sorriso. Mi accarezza una mano ed io prontamente la tira avanti per accarezzargli una guancia. Abbassa gli occhi. Il mio cuore in quel momento si ferma. Il mio cuore in quel momento vorrebbe scappare. Il mio cuore lo ama ancora. Gli tolgo la mano e senza dire nient’altro torno a guardare la tv. Torno a guardare Ivan sempre più partecipe nell’incitare i protagonisti del film ad andare avanti oppure a rimanere fermi per il pericolo.
Improvvisamente la porta del balcone si spalanca, Ludovica in lacrime corre alla porta, apre e scappa giù per le scale.
“Che succede?” Chiedo subito mentre la vedo andare via di corsa.
“Dove è andata?” Dani si guarda intorno in cerca di lei, la persona che non voleva far scappare.
“Giù amico, senza giacca...si prenderà un malanno.” Gli risponde subito Ka.
“Corri no?” Lo incito a correre ad andare da lei.
“Vado.” Mi risponde solamente questo. Lo vedo prendere le due giacche e scendere giù. Passano pochi minuti da quel momento e lo vedo tornare da solo. Sguardo distrutto. Sguardo incredulo.
“Sono uno stupido. Sono solamente uno stupido.” Entra continuando a ripetere queste parole. Non deve averla trovata. Avrà sicuramente preso la sua macchina e sarà tornata a casa. Senza dire nient’altro torna in terrazza.
Intanto in cucina..
Ed in cucina come siamo rimasti? Cosa sarà successo? ahahahahah
Ecco a voi un capitolo fresco fresco
Pandina ora tocca a te
Grazie a tutte siete speciali
commenti: http://forum.teamworld.it/forum1743/...mi-odiami.html
Potrei saltargli addosso in un minuto, anzi, in un nano secondo.
Ma...una strana forza, un braccio stretto allo stomaco mi dice di fare il contrario.
I: No, non sono io...credi che sia una di quelle ragazzette facili? Sei proprio un ***** Marco!
Scendo dal tavolo, gli giro la faccia e faccio per uscire dalla cucina.
Mento.
Mi fa gli stessi brividi che prova lui quando si avvicina...
Quando mi ha baciata sono rimasta senza fiato... proprio come la sera della festa.
Ero io quella ragazza.
Era lui il ragazzo misterioso che in un attimo ha fatto di me la sua passione.
Non sono una ragazza facile... è stata attrazione. Attrazione verso quello sguardo, verso quel corpo così perfetto.
Mi sono lasciata andare perchè in fondo, dentro di me, speravo fosse Marco.
Lui, che dopo Gianluca mi ha fatto smuovere qualcosa dentro... arrovellato l'anima dall'inizio del primo anno di liceo.
Sguardi sfuggevoli, sorrisi per un incontro in corridoio.
E poi... così, da un momento all'altro una parola.
é come se anche lui avesse capito che ero io dall'inizio.
è come se delle onde magnetiche ci avessero riportato a noi senza preavviso.
Mi blocca per un braccio e mi guarda negli occhi
P: Ammettilo che ti faccio lo stesso effetto, ammettilo che anche tu noti quello che noto io. C*zzo Stacy, i tuoi occhi non posso dimenticarmeli! Le tue mani, il tuo profumo. Non mentirmi, ti prego!
I: Perchè dovrei mentirti?
P: Perchè hai paura!
I: Paura? E di cosa?
P: Che io cambi giudizio su di te. Andiamo...le cose si fanno in due...e c'è stata attrazione da quando hai varcato la porta della palestra. Vestita così sexy, sorriso ammiccante... Titubante allo stesso tempo nei movimenti. Speravo fossi tu sai? Perchè ti ho notata da subito a scuola...il primo giorno... Porca Tr*ia quando ho saputo che non eri nella mia sezione volevo spaccare qualcosa! Poi però sapevo che ti avrei vista nei corridoi senza problemi... vedevo che mi osservavi ma non hai mai fatto un passo verso di me... Mi piacevi ancora di più!
I: Perchè mi dici queste cose?
P: Non ci deve essere un perchè...
I: Vado di la...
P: Io voglio che mi risp...
I: E io voglio che mi lasci in pace.
Stavolta apro la porta e torno in salone dove una strana aria mi porta a dedurre che sia successo qualcosa.
Dani preoccupato sul divanetto, Martina e Ka seduti dove erano prima e Ludo... Ludo non c'è...
I: Ludovica?
K: è fuggita.
I: Ah?!
M: è scappata via.
I: Che diavolo state a di?!
D: è scappata via per colpa mia... l'ho fatta piangere perchè ha frainteso tutto. Sono uno stupido.
I: Dove è andata?
D: Se lo sapessi non starei qui.
I: Io so. Vado. Voi rimanete qui.
Prendo la giacca e mi dirigo nel posto dove sicuramente Ludo è andata.
Al nostro parco vicino casa mia.
Li ci andavamo sempre da piccole.
La mia casa è la stessa dove abitavo da piccola, i miei si sono trasferiti ma io sono rimasta qui.
Il parco è come una seconda casa per noi, le giostrine, le altalene , le panchine color verde bottiglia e l'albero più maestoso che esiste.
Nella corteccia, precisamente in alto a destra ci sono incise due lettere: S e L . Le nostre iniziali.
Entro nel parco e lei è li, sulle radici dell'albero che singhiozza da sola.
Mi siedo senza farmi sentire.
L: Sono una cretina Stacy.
I: Perchè mai?
L: Ho detto a Dani che non ho mai baciato in vita mia e lui...lui è rimasto scioccato... mi avrà preso per una stupida...
I: Non credo Dani sia così superficiale tesoro.
L: No...ma ho sbagliato.
I: Gli hai dao il tempo di rispondere?
L: Si..si è ammutolito capisci?
I: Tesoro, vieni qui.
Me la prendo tra le braccia e la stringo forte.
I: Vedrai, ti darà delle spiegazioni e se dovesse non accettarle, lo faccio a fettine ok? La mia pandina non si tocca!
L: Grazie ti voglio bene.
I: Anch'io te ne voglio!
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'Seeeeeeeeeeeeera!
Capitolo poooostato! Mi space, Pedro non saprà ancora che sono io la misteriosa ragazza in maschera! Muuuuahahahahahahah
Il suono della sveglia inonda in poco tempo la mia camera. La scuola, le ennesime prime due ore con la classe 5 B, il suo sguardo mi stanno aspettando. Non ho voglia di alzarmi ma lo faccio. Non ho voglia di andare ma devo. Scendo di corsa ormai in ritardo, prendo al volo dal tavolo una brioche e salgo in macchina. Arrivo di corsa al parcheggio e in pochi secondi raggiungo Stacy e Martina. Parliamo di qualunque cosa, ridiamo, scherziamo ma evitiamo tutte e tre di parlare di ieri sera. Nessuna delle tre, in questo momento, vuole raccontare ciò che ha dentro. Nessuna delle tre, in questo momento, vuole ricordare ciò che le fa male. Vediamo arrivare i ragazzi. Il mio sguardo si precipita su di lui. Smettiamo di parlare, smettiamo di respirare, smettiamo di non voler essere li in quell’istante. Si fermano a pochi centimetri da noi. Ognuno sa chi guardare. Ognuno sa cosa vuole. Il silenzio prende il sopravvento. Nessuno sa cosa dire. Nessuna parola esce dalle nostre bocche. Sono i nostri sguardi, i nostri occhi, i nostri cuori a parlare. Sono piccoli istanti, ma sembrano eterni. La campanella irrompe il silenzio. Ognuno recupera le proprie cose e senza dire niente si precipita verso l’aula e si siede ai suoi soliti posti. Dietro di me sento la sua presenza. Vorrei girarmi, parlargli, guardare la sua bocca muoversi. Ma c’è qualcosa che mi blocca. C’è qualcosa che blocca il mio corpo. Il professore entra, fa l’appello, e inizia a spiegare quelle cosa insignificante detta matematica. Per un’ora mi concentro al massimo per capire anche solo la metà di quello che ho scritto. Ma non riesco è più forte di me. E vedo che nemmeno Stacy è da meno. Sentire poco dopo, dal professore, il suono di una pausa è un sollievo. La mia testa iniziava a chiedere pietà.
“Dalla situazione di stamattina, ieri sera non è andata molto bene per nessuna.” Dice Marty raggiungendoci e sedendosi di fianco a Stacy mentre i nostri sguardi non smettono nemmeno per un secondo di guardare Carla. È li da loro. Non smette di guardarli. Non smette di toccarli. Non smette di lasciarli in pace. Non ci vedo più. Quelle mani sul suo petto. Quegli sguardi di intensa mi mandano su tutte le furie. Mi alzo di scatto e li raggiungo.
“Ma non hai ancora capito che stai dando solamente fastidio?” Non so cosa mi sia preso. Non so con quale coraggio mi trovo davanti a loro. Sento solamente le mie guance arrossire e il mio cuore accelerare.
“E tu cosa vuoi scusami?” Si gira verso di me. Mi sorride. Abbraccia Dani, rimanendo con gli occhi puntati su di me. Abbasso lo sguardo. Mi da fastidio, enormemente fastidio. Vorrei solamente essere io al suo posto. Vorrei solamente avere lui al mio fianco in questo momento.
“Smettila Ludo.” Sto per parlare, quando queste piccole parole mi bloccano. Riconosco la sua voce. Rimango immobile. Tutto ciò che volevo dire svanisce in pochi secondi. Tutto ciò che sento dentro di me fa male. Lo guardo. Incrocio ancora una volta il suo sguardo. Come ha potuto dirmi questo? Perché l’ha fatto? Guardo i suoi occhi ancora un’ultima volta. Mi volto senza dire nient’altro e mi precipito fuori dall’aula. Mi accascio a terra di fianco alla porta. Rimango a fissare fuori dalla finestra. Rimango ferma immobile. Ripenso. Ripenso a lui. Ripenso a ieri sera. Ripenso a ciò che mi ha detto. Ripenso al suo rimanere in silenzio. Lacrime. Lacrime che scendono senza preavviso. Lacrime che scorrono senza fermarsi.
“Io ti devo parlare. Noi due dobbiamo chiarire.” La sua voce la sento vicina. La sento li di fianco a me. Alzo lo sguardo asciugandomi velocemente le lacrime, cercando di nascondere i miei occhi ormai rossi.
“E di cosa dovremmo parlare? Assolutamente di niente. Ti piace Carla? Vuoi diventare il suo cagnolino? Bene accomodati. Sei riuscito a conquistarla. Almeno lei non è sfigata quanto me. Ho visto come la guardi. Ho visto come ti fai abbracciare. Ho visto come ti lasci andare con lei. Non c’è bisogno che tu mi dica qualcos’altro. Mi basta quello che ho visto. Mi basta quello che vedrò.” Rientro senza lasciarli il tempo di parlarmi, di rispondermi. Appena entra vedo Carla precipitarsi tra le sue braccia. Mentre lo fa, mi fissa, non smette di sorridermi. Io mi giro dall’altra parte e raggiungo Martina. Lo sta guardando e non smette mai di farlo.
“Dovreste parlare voi due. Tu lo vuoi ancora.” Dico semplicemente avvicinandomi a lei.
“Sarebbe inutile parlarci. Non mi direbbe mai il motivo. È troppo orgoglioso.” Mi risponde subito soffermando il suo sguardo su quello di lui.
“Secondo me te lo dirà.” Le dico sorridendo mentre il mio sguardo cade su Stacy. Gesticola e parla con Marco.
Ecco a voi il capitolo ragazze
Ed ora cosa starà succedendo tra Marco e Stacy?
Pandina ora tocca a te lascio tutto nelle tue mani
Dopo la sparata c*gliona di Dani, Ludo corre fuori soffocata dalle lacrime... è proprio un deficiente...sto per andare da lei quando Marco mi blocca per una mano...
Mi guarda, quasi con lo sguarda si giustifica che lui non ha nulla a che fare con quella Carla...
C*zzo di nome è poi Carla...
Molto simile ad una gallina. Si, decisamente.
M: Il tuo amico è proprio uno str*nzo!
P: Non so cosa ci prende...lui è attratto da Ludovica...forse è successo qualcosa ieri sera...perchè non ci ha voluto dire nulla.
I: Sai il tuo amichetto che ha fatto? Scena muta davanti ad una cosa importante...perchè voi uomini siete tutti dei codardi.
P: Non tutti.
I: Non fare riferimento a te, mr Pedretti!
P: Che dici, parliamo un attimo da soli io e te?
M: Oh, dire Martina levati dalle palle era uguale! Ahahahah
P: Dai Marti, ti voglio bene!
M: Anch'io!
Marco mi porta vicino la cattedra, lontano da tutti, mi accarezza il palmo della mano e mi sorride.
é davvero bellissimo oggi... ok, lo è tutti i giorni!
Ma oggi ha un non so che di misterioso.
Vorrei baciarlo.
Vorrei dirgli che sono io la ragazza, che con lui è stato bellissimo... travolgente e che mi piace da matti.
Ma...meglio di no...deve sudare.
Anche se effettivamente non lo merita!
I: Dimmi.
P: Voglio uscire con te stasera! Per ricominciare insomma... Forse siamo partiti male... Voglio...capire...
I: Capire cosa?
P: Fatti miei...
I: Oh, se inizi con questa frase, ciao Pedretti...
P: Ehi, ehi, buona! Dai, una cosa tranquilla! Una pizza...
I: Va bene...però, non voglio ritornare su quel discorso.
P: Sarò muto!
I: Così va benissimo!
Sto per andarmene quando mi ferma per un braccio di nuovo, con l'altra mano mi afferra il viso e mi stampa un bacio sulle labbra.
Lo sorrido istintivamente.
Si avvicina all'orecchio e mi sussurra...
P: Ho voglia di abbracciarti ma lo conservo per stasera. Non hai scampo bambolina!
Mi lascia di sasso e se ne va a sedersi al suo banco.
Senza neanche guardarmi.
No dico, adesso vuole fare il coso?!
Ritorno da Martina che è affiancato di nuovo da Ludo...
è triste..
Le dò un bacio sulla guancia forte e suonata la campanella raggiungiamo di nuovo i nostri posti per altre due ore pallosissime.
Non ne posso più...e...lo ammetto, non vedo l'ora sia stasera!
_________________________
'Seraaaaaaaa !!!!
okok, è piccolo...forse è brutto pure... mi farò perdonare con l'uscita PROMESSO! e le mantengo
Baci... Ludo a te il prossimo cap. ciao pandina!!!!
Commenti solito posto!
Vi adoro! E grazie per i mille commenti...ma sietefavolose!!!
Suona la campanella. Quella campanella che aspetti esattamente da quando entri a scuola. L’unica campanella che ti fa piacere sentire. L’ultima campanella che racchiude un intera mattinata di emozioni, lavoro e stanchezza.
“E’ finita. Il cibo mi aspetta.” Cerco di reagire, cerco di andare avanti. Non posso e non voglio abbattermi proprio adesso. Penso e dico tutto questo mentre sorrido. Si perché sorridere è bello. Sorridere vuol dire andare avanti. Sorridere vuol dire stare bene. Sorridere è il miglior modo, forse, per affrontare ogni cosa.
“La solita mangiona. Non perdere mai questo sorriso. Non perderlo per lui.” Mi risponde subito Stacy mentre in fretta e furia ritira le sue cose. Stacy. Le voglio bene. Sa ogni cosa di me. Sa ogni mio piccolo difetto. Sa ogni mio piccolo pregio. Sa a cosa sto pensando. Sa quanto mi fa male vederli abbracciati. Sa quanto mi fa male sapere di non poterlo avere mio.
“Invece di dirmi che sono una mangiona, anche se ammetto che è vero, vorremmo essere tutte e due informate sulla tua situazione cara Stacy. Ti abbiamo visto che parlavi con Marco.” Dico cambiando subito discorso. La curiosità era sempre stato il mio punto debole.
“Non te lo dirò mai.” Mi risponde subito mentre una linguaccia fa capolinea sul suo volto. Scoppiamo a ridere tutte e tre assieme. L’amicizia. Il sentimento più bello dopo l’amore. Il sentimento che ti da la forza di andare avanti. Il sentimento che nonostante tutto non ti abbandonerà mai. Il sentimento che puoi sempre contare di ricevere.
Ci avviciniamo ai ragazzi. Carla è ancora li con lui. Carla è ancora tra le sue braccia. Carla tiene ancora la sua mano. Mi vede. Mi osserva. Mi guarda negli occhi. Lo saluta con un bacio sulla guancia e si allontana ancora con quel sorriso sulle labbra. Quel sorriso di sfida.
“Perché non andiamo a mangiare qualcosa fuori stasera? Una pizza non sarebbe male.” Sento proporre Ka appena ci vede arrivare.
“Sono d’accordo. Carmine devo dire che hai avuto un’ottima idea.” Risponde subito Martina rivolgendosi a lui con un sorriso. Gli occhi di lui cambiano espressione. Gli occhi di lui si illuminano di una luce forte.
“Veramente io e Stacy siamo già fuori a cena.” Dice Marco grattandosi la testa.
“Finalmente ho scoperto tutto.” Esclamo scoppiando a ridere mentre mi diverto a farle il solletico.
“Veramente anche io sono fuori con Carla.” Mi blocco tutto d’un tratto. Rimango spiazzata, rimango immobile. Non ci credo. O forse non voglio crederci. Perché ha scelto lei? Perché? Sapere di non essere abbastanza per lui fa male. Sapere che forse sarebbe stato meglio tenermi tutto dentro quella sera, fa ancora più male. Sapere che lui desidera lei e non me, sapere che uscirà con lei stasera fa male troppo male.
“Stacy dobbiamo andare. È già tardi. Abbiamo tante cose da fare questo pomeriggio. Poi stasera devi uscire e non vorrai fare tardi.” Riesco a dire solamente questo. Non riesco nemmeno a guardarlo più negli occhi. Quegli occhi che mi hanno portato a perdere la testa per lui. Quegli stessi occhi che non vorrei mai smettere di osservare, di perdermi dentro loro.
*Dani
Ludovica. Ogni cosa che la compone, ogni cosa che la caratterizza è senz’altro la cosa più bella che avessi mai visto. Mi chiedo il perché ho scelto Carla. Mi richiedo il perché non ho scelto lei. Forse perché amo vederla ingelosire per me. Forse perché è solo così che vedo quanto gli interesso veramente. O forse perché non ho ancora il coraggio di parlarle dopo quella sera. Vorrei dirle tutto. Vorrei dirle qualunque cosa. Ma la paura di dire qualcosa di sbagliato prevale su tutto. Sono davanti a casa di Carla. Carla. Una bella ragazza. Ha carattere. Sa quello che vuole. Ma non è lei che voglio. Non è abbastanza per me. Non ha quel tocco di timidezza che amo e che voglio in una ragazza. Non ha quel tocco di semplicità che caratterizza lei, la persona che voglio di fianco a me, la persona che sto facendo soffrire, forse troppo o forse non abbastanza.
“Dai voglio guidare io tesoro. Per favore.” È arrivata. Non mi ero nemmeno accorto della sua presenza. Le sorrido salutandola con un bacio sulla guancia.
“E va bene guida tu.”Le rispondo subito mentre scendo e vado a sedermi dall’altra parte. Accende la macchina e parte. Accelera accelera e accelera sempre di più.
“Vai piano Carla. Stai andando troppo veloce.” È l’ultima cosa che riesco a dire. Pochi minuti dopo non vedo più nulla. Percepisco solo qualche grida. Intravedo Carla inginocchiata di fianco a me chiamarmi, chiedermi come sto. Ma non riesco a risponderle. Il nulla prende il sopravvento su di me.
Ecco a voi un nuovo capitolo
Grazie davvero a tutte quante siete speciali
Pandina ora tocca a te
Un incubo.
Questo deve essere un incubo.
Perchè se è la realtà, vi prego datemi la forza.
Ka che chiama agitato alle 22 di sera e mi dice che Dani ha fatto un incidente e di correre all'ospedale di Niguarda...
Dio, le gambe mi reggono appena.
Gli occhi pizzicano per le lacrime e il cuore...il cuore va a mille.
Ansia.
Poche volte ho l'ansia...ma quando ce l'ho, è terribile. Mi si aggroviglia lo stomaco e ho paura, tanta paura.
Paura di perdere le persone più importanti.
Perchè Dani, nel mio cuore, è una di quelle.
Arrivo di corsa all'ospedale, mille infermieri, camici bianchi persone sedute preoccupate per i suoi cari.
Il pronto soccorso, l'incubo più colossale.
Li c'è gente che sta male per davvero, gente che ha bisogno di aiuto, gente che prega il suo Dio che tutto vada bene.
Salgo le scale di fretta e furia, non so nemmeno come le ho fatte, inciampando ogni due arrivo ad un lungo corridoio, li intravedo Marco e Ka... corro, corro più che posso.
Stacy è li, seduta vicino ad Ivan e Martina.
L: Vi prego ditemi tutto...
K: Sono sbandati con la macchina... Carla avrà perso il controllo... sono volati dentro un burrone scontrandosi contro un'altra auto che arrivava nell'altra corsia.
L: Oddio... Nooooo.... Come sta? Dov'è? Perchè?
S: Ludo, stai calma... ora ci faranno sapere.
P: Carla è messa malissimo, era coperta di sangue.
Iv: Speriamo che tutto vada bene.
Angoscia.
Panico.
So solo accasciarmi a terra e vedere Stacy e Martina sedersi accanto a me e abbracciarmi forte.
Non posso perderlo.
Non posso perderlo proprio ora.
Io... Io...
Io voglio che lui rimanga con me... ho tante cose da dirgli.
Ho ancora una cosa da fare, comprimere le mie labbra sulle sue e perdermi tra le sue braccia.
Non può spaccarsi tutto così, è un ragazzo... un futuro davanti, la sua passione per la musica, la batteria e la voglia di divertirsi.
Non può succedere proprio a lui.
Credo di amarlo.
Si.
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Ohoh Quest'idea di metterti nei tuoi panni Pandina mi è piaciuta un sacco!
Triste come capitolo. Forse anche corto.
Ma lascio tutto nelle tue mani!
Spero sia di vostro gradimento vi adoro tutte, siete sempre in tante!
E scusate per l'assenza... dopo la promo scaduta e la febbre... MI HANNO MINACCIATA .-.
Pedro*
Il sole. La luna. L’universo. Tre cose diverse. Tre cose uniche. Tre cose, la cui vista ti toglie il fiato. Ma lei, lei è diversa. Lei è qualcosa di molto più bello. Lei è qualcosa di imparagonabile. Lei è qualcosa che ti toglie il fiato e non te lo ridà. Lo tiene stretto a sé, forte, fortissimo. La guardo. Non smetto di guardarla. Non riesco a non guardarla. Forse non voglio smettere di perdermi in lei. Ogni cosa di lei è perfetta. Più la osservo e più me ne rendo conto. Più la guardo e più mi innamoro di lei. Si proprio così. Mi sto innamorando. Sento e non smetto di sentire sensazioni, brividi anche solo grazie ad un suo sguardo. Quelle stesse sensazioni, quegli stessi brividi di quella sera. Sono sicuro. Ne sono certo. È lei quella ragazza. E’ lei che è stata con me quella notte. È con lei che vorrei rifare ciò che ho fatto quella sera. Continuo a non pentirmi e continuerò a non farlo. Mi avvicino a lei. Mi guarda. Mi sorride. La prendo per mano. Il suo sguardo è curioso. So che vorrebbe chiedermi dove la sto portando. So che vorrebbe chiedermi qualunque cosa. Ma rimane in silenzio e si fa guidare da me. Mi fermo di scatto vicino alle porta del reparto. Le prendo tutte e due le mani e incrocio i suoi occhi con i miei.
“Ho bisogno che tu venga con me. E’ saltata la cena lo so. Ma vorrei che venissi a casa mia. Ora. Adesso. In questo istante.” Dico tutto d’un fiato prima che lei potesse dire qualunque altra cosa. Nessuna risposta esce dalla sua bocca. Solo un sorriso e un segno di approvazione compaiono sul suo volto. Torniamo dagli altri, sempre mano nella mano. Li saluto velocemente, non voglio perdere altri minuti preziosi.
Io*
Sono qui seduta ormai da due ore. Non riesco ancora a capacitarmi come possa essere successo. Non riesco ancora semplicemente a crederci. Osservo costantemente quella maledetta porta. Non smetto di farlo. Non voglio smettere. Finalmente vedo la maniglia muoversi. I miei occhi si illuminano. I miei occhi iniziano a mostrare segni di speranza.
“Come sta? Possiamo vederlo?” Dico subito al medico senza permettergli di dire qualcosa.
“E’ andato tutto bene. Potete entrare per vederlo ma stati pochi minuti deve riposare.”Mi risponde immediatamente. Forse per tranquillizzarmi. Forse per un suo dovere.
“Entra prima tu Ludo. Non riusciresti a stare un altro minuto qui fuori.” Martina. Mi conosce da poco. Ma è come se sapesse tutto di me. Mi volto verso di lei. Le sorrido mentre leggo l’approvazione sul volto degli altri. Li ringrazio e mi precipito ad aprire la porta. Entro cercando di fare meno rumore possibile.
“Sei qui.” La sua voce. Pensavo di non poterla più sentire. Pensavo di averla persa per sempre.
“Ciao Dani. Come ti senti?” Il mio cuore è tornato a vivere. Il mio cuore è tornato a battere più forte di prima.
“Ho un po’ di dolore alla gamba. Ma posso dire di essermela cavata.” Mi siedo di fianco a lui. Lo guardo. Guardo quegli occhi così grandi e così vivi. Guardo quelle labbra così carnose e così semplici. Mi accarezza la mano. Incrocia la sua mano con la mia. Brividi che mi assalgono tutto il corpo. Brividi che vorrei avere per sempre. “Io ti devo parlare.” Le sue labbra tornano a muoversi. La sua voce torna a riempire la stanza.
“So già cosa mi devi dire. Ti stai innamorando di Carla vero? Proprio come io mi sono innamorata di te. Ma ti prometto che mi metterò da parte. Ti prometto che sarò un’amica eccezionale.” Continuo a guardarlo. Continuo a volerlo. Continuo a desiderarlo. Mi alzo. Recupero la borsa e mi dirigo verso la porta.
“Ma almeno ascolta quello che devo dirti.”
“Ti prego non c’è bisogno.” Gli sorrido cercando di nascondere i miei occhi ormai rossi. “Domani sarò di nuovo qui promesso. Ci vediamo amico mio.” Gli sorrido ancora per l’ultima volta ed esco fuori prima che una lacrima righi il mio volto.
Intanto da Pedro….
Siete speciali tutte quante GRAZIE
Tocca a te Pandina coccolosa u.u
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