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Discussione: Simple Song

  1. #1
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    Predefinito Simple Song

    Salve ragazze!!!! Non scrivo da molto e sinceramente è stato meglio così, perchè erano dello stesso stampo. Adesso sono cresciuta e anche la mia ispirazione è cambiata... per fortuna Spero vi piaccia!

    1°CAPITOLO

    ...Here comes the rain again
    Falling from the stars
    Drenched in my pain again
    Becoming who we are

    As my memory rests
    But never forgets what I lost
    Wake me up when September ends

    Summer has come and passed
    The innocent can never last
    Wake me up when September ends
    ...

    <<Stazione Milano Centrale ore 9:30>>

    Posai il mio Ipod nella borsa e chiamai mia madre per avvisarla che ero arrivata.
    <<Tesoro fai la brava e non litigare con nessuno>>
    <<Dai mamma! Ho 20 anni!>> risi.
    <<Lo so, ma... be' lo sai...>> balbettò.
    <<Tranquilla. Ti mando un messaggio appena trovo il mio appartamento>>
    Posai il cellulare e chiamai un Taxi per portarmi all'indirizzo della mia nuova dimora.
    Restai affascinata dalla nuova città in cui mi trovavo. Caotica e super affollata come Napoli. Presi la mia fotocamera e iniziai a scattare foto quando il taxi si fermava al semaforo o per traffico.
    <<Scusi mi sa indicare un bel posto in cui si mangia bene e un bel bar?>> chiesi al tassista.
    <<Certo. Vedi quel ristorante La Terrazza? Lì fanno un'ottima pasta e della carne arrosto deliziosa. Invece quel bar un po' più distante è il più alla moda di Milano. Lì tutte i sabato sera vanno tutti i ragazzi della tua età e poi si balla pure>>
    Poco più distante c'era il mio indirizzo nuovo. Pagai il tassista e mi aiutò a portare i miei bagagli nel palazzo. Mi avvicinai alla portineria e consegnai il contratto del mio fitto.
    <<Allora tu sei Ginevra Moretti?>>
    <<Sì sono io>>
    <<Bene. Quarto piano numero 45>>
    Mi diede la chiave e con un po' di difficoltà dopo mezz'ora riuscii a portare tutto al mio appartamento. L'aveva scelto mio padre, ma io non sapevo com'era perchè era una sorpresa. Era un sogno. Era un monolocale molto ampio, luminoso e arioso. Le pareti erano di un bel pesca e in bagno c'era la vasca idromassaggio.
    Subito chiamai i miei genitori per ringraziarli e poi mi dedicai a sistemare le mie cose. Mi lavai, mi cambiai e presi il contratto del mio lavoro. Non era un granchè perchè l'Università e l'affitto me li pagavano i miei genitori, ma dovevo pur fare la spesa e pagare le bollette. Dovevo fare la barista al bar accanto il palazzo tutte le sere dalle 17:00 a mezzanotte. L'orario mi andava bene visto che poi la mattina dovevo andare all'Università ad ottobre. Alle 16:40 andai subito al bar e mi presentai al proprietario.
    <<Che piacere conoscerti! Sai io e mia moglie siamo molto amici dei tuoi genitori>>
    Mio padre era un genio.
    <<Ginevra, giusto?>>
    <<Ehm preferisco Ginny>>
    <<Va bene Ginny. Vai nel camerino laggiù e mettiti la divisa, così possiamo cominciare>>
    La divisa era molto carina: minigonna a pieghettine scozzese blu, calze e gillet blu, con camicia bianca.
    <<Tu servi ai tavoli insieme a Cristina e Luca e Paolo servono al bancone>>
    Mi presentai ai ragazzi ed erano molto simpatici.
    <<Ragazze dobbiamo dare il benvenuto a Ginny. Stasera quando abbiamo finito andiamo a festeggiare>> disse Paolo.
    La cosa bella era che abitavamo tutti e quattro sullo stesso pianerottolo. Be' come primo giorno non era tanto male, no?
    C'erano parecchi clienti, ma per mia fortuna si accomodarono tutti al bancone. Alle 18:00 entrò un ragazzo dall'aria molto familiare: capelli biondo cenere e occhi verdi. Strinse la mano a Nicola, il proprietario e si sedette al tavolo. Lo fissavo incuriosita, cercando di ricordare dove l'avessi visto, ma Cristina mi mollò una gomitata ridacchiando.
    <<Dai tocca a te>>
    <<Ma se non ne sono capace?>> sussurrai terrorizzata.
    <<Oh sì che lo sei! Ma nel caso avessi difficoltà correrò in tuo aiuto>>
    Presi un bel respiro e mi avvicinai al ragazzo.
    <<Ehm vuole ordinare...>> mi voltai verso Cristina che mi sorrise <<ehm... signore?>>
    Luca e Paolo scoppiarono a ridere.
    <<Sei nuova?>> mi chiese il ragazzo sorridendo.
    <<Be' sì>> risposi imbarazzata.
    <<Allora piacere io sono Carmine, il figlio del proprietario>> sorrise.
    Diventai rossa come un peperoncino.
    <<Comunque sì vorrei ordinare. Vorrei un aperitivo alla pesca. Come ti chiami?>>
    <<M-mi chiamo Ginevra, ma preferisco Ginny>> balbettai imbarazzata.
    <<Ok Ginny se ti va domani mattina posso portarti in giro per conoscere Milano>>
    Come faceva a sapere che non ero di Milano?
    <<Oh certo, scusa>> sorrise guardando la mia espressione sconvolta, <<mio padre mi ha detto chi sei e da dove vieni>>
    <<Oh...ehm sì mi va e... e ora ti porto l'aperitivo>>
    Mi girai e fulminai con lo sguardo gli altri tre che ridevano a crepapelle. Paolo mi preparò l'aperitivo e gli stuzzichini su un vassoio e li portai al tavolo.
    <<Grazie Ginny. Tu abiti qui accanto, vero? Che piano?>>
    <<Al quarto piano numero 45. Il cognome è Moretti>>
    <<Perfetto. Domani mattina alle dieci, va bene?>>
    <<Sì certo>> risposi ancora confusa.
    <<Per favore siediti>>
    Mi guardai intorno non sapendo che fare. Cristina mi indicò di obbedire.
    <<Sai ho visto la tua espressione quando sono entrato>>
    <<Ah sì?>> chiesi con voce stridula andando nel panico.
    <<Certo. Io ti conosco. Cioè mio padre mi ha detto che da piccoli giocavamo insieme, ma dubito che ti ricordi di me. Quando a sette anni mi trasferii a Milano, tu avevi quattro anni>>
    <<Be' infatti non mi ricordo di te>> confessai.
    Sorrise e mi diede cinque euro.
    <<M-ma tu...>>
    <<E' la tua prima mancia>> sorrise. << A domani>>
    Se ne andò e scossi la testa incredula.
    <<Che tipo, eh?>> sorrise Luca dandomi una pacca sulla schiena.
    A mezzanotte finimmo il nostro turno e tornammo a casa.
    <<Tra un'ora tutti pronti>> disse Paolo guardando l'orologio.















    Vi è piaciuto questo primo capitolo?
    Be' allora commentate =)
    http://forum.teamworld.it/forum1743/...mple-song.html
    Ultima modifica di nunufinley4ever; 29-08-2012 alle 12:47

  2. #2
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    Predefinito Re: Simple Song

    continua!

  3. #3
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    Predefinito Re: Simple Song

    Spero vi sia piaciuto il primo capitolo ^_^ E spero che ci siano tanti commenti... Ma sono felice che anche se non ci sono commenti almeno ci sono numerose visualizzazioni!!! Un bacione =)

    2°CAPITOLO

    Alle 8:30 suonò la sveglia emi alzai per potermi preparare per uscire con quel ragazzo strano. Feci una bella doccia per scrollare via il sonno e iniziai a prepararmi. Non avevo molta voglia di agghindarmi perfettamente, quindi misi semplicemente jeans stretti, converse rosse e canottiera bianca. Un filo di trucco ci voleva per mascherare le occhiaie e una stiratina ai capelli per non sembrare un leone.
    *DLIN DLON*
    Andai alla porta e aprii.
    <<'Giorno!>>
    <<Ah già sei pronta?>> chiese sorpreso.
    <<Certo. Ti aspettavi forse che fossi ritardataria?>> chiesi prendendo la borsa.
    <<Be' sì, Tutte le ragazze hanno il gene del ritardo agli appuntamenti, no?>>
    <<Allora forse non sono una ragazza>> sorrisi.
    Chiusi la porta con le chiavi e andammo al bar dove lavoravo per fare colazione e conobbi i ragazzi del turno prima del mio.
    <<Bene bene ora che ne dici di proseguire a piedi? C'è un traffico infernale e poi abbiamo più tempo per parlare>> propose.
    <<Be' sì mi piace camminare>>
    Iniziammo a girovagare per Milano e a scherzare.
    <<Be' perchè sei venuta qui? Per scappare dai tuoi genitori?>>
    <<No>>
    <<Per fuggire da una storia d'amore finita male?>>
    <<No>>
    <<Per vedere me?>>
    <<Sì certo! Ho abbandonato mamma e papà per cercare l'amore della mia vita qui a Milano>>
    <<Allora perchè sei venuta?>>
    <<Be' ecco... volevo fare nuove esperienze frequentando l'Università e mio padre mi ha suggerito di fare il test d'ingresso qui perchè c'è tuo padre che è suo amico e così il 4 settembre ho fatto qui il test e una volta accettata mi sono trasferita>> spiegai brevemente. <<E tu cosa fai?>>
    <<Be' io da quattro anni suono in una band con i miei tre amici. Ci chiamiamo Finley>>
    Mi si accese una lampadina.
    <<Oh sì! Ora ricordo! Tu sei Ka! La mia amica e io ascoltavamo sempre le vostre canzoni, ma non vi abbiamo mai visto perchè avevamo promesso di vedervi prima dal vivo, solo che non c'è stata occasione perchè prima che finisse il liceo lei ha deciso di voltarmi le spalle e non ci parliamo da tre mesi>>
    <<Capisco. Be' cosa provi a stare accanto ad una rock star?>> chiese cambiando discorso.
    <<Ne conosci qualcuna? Tipo Ligabue?>> chiesi eccitata.
    <<Io parlavo di me>> borbottò. <<Comunque conosco Edoardo Bennato>>
    <<Oh che bello! Credi sia possibile avere un suo autografo?>> chiesi emozionata.
    <<Certo, però devi uscire con me sabato sera>>
    <<Ma stiamo già uscendo adesso o sbaglio?>>
    <<Sbagli tesoro! Sabato voglio che sia un vero appuntamento. Cioè che io passo a prenderti, tu mi fai aspettare dieci minuti perchè non sei ancora pronta e pago io la cena>>
    <<Mi piacerebbe molto, ma ho il turno di sera>>
    <<Se ti va posso chiedere a mio padre se il sabato puoi lavorare di mattina invece della sera. Per te va bene?>>
    <<Sì che mi va bene, ma non voglio chiedere favori già la prima settimana di lavoro>>
    <<Tu non ti preoccupare che il favore è per me>> sorrise strizzandomi l'occhio.
    <<E va bene. Ti ringrazio. Ora però visto che questo non è un appuntamento il pranzo me lo pago io>>
    Mi strinse la mano.
    <<E' un vero piacere stringere affari con lei signorina>> sorrise.
    <<La ringrazio signore>>
    Ci divertimmo molto e quando mi riaccompagnò a casa alle 15:00 mi lasciò con un bacetto sulla guancia.
    andai a riposarmi un po' e poi alle 17:00 mi recai al bar dove Cristina, Paolo e Luca mi aspettarono per sapere tutto.
    <<Domani allora andiamo a fare shopping e poi sabato pomeriggio, prima di andare a lavoro voglio truccarti>> esultò Cristina.
    <<E io voglio vedere che mutande metterai>> scherzò Paolo imitando Cristina.
    <<Io invece te le levo>> gli fece eco Luca cacciandomi la lingua.







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  4. #4
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    Predefinito Re: Simple Song

    Sono contenta che abbia molte visualizzazioni. ^_^ Anche se non ho molti commenti scrivo lo stesso perchè mi piace questa nuova storia

    3°CAPITOLO

    Era il fatidico sabato, ma non ero nervosa come quando uscii per la prima volta con il mio ex ragazzo. Ero tranquilla e rilassata, il che era meglio perchè quando ero nervosa procuravo il doppio dei guai che produco normalmente. Quel pomeriggio alle 15:00 Cristina mi fece compagnia al supermercato per fare la spesa.
    <<Dai non è possibile che non senti un briciolo di nervosismo>>
    <<Invece sono tranquillissima>> risposi leggendo la lista. <<Che dici, la prendo la Nutella?>>
    <<Sì! Prendi anche qualche dolcetto così domani passiamo la giornata da te e mi racconti>>
    <<Va bene, ma ho promesso a me stessa che non succederà niente>>
    <<Ma dai hai 20 anni!>> sbuffò.
    <<Lo so, ma per fortuna che l'anno scorso sono scappata da Marco altrimenti la mia prima volta la ricordavo come un incubo>>
    <<Cosa!?! Tu non... voglio dire... tu non l'hai ancora fatto?>> chiese sbalordita.
    << No. Voglio aspettare il mio principe e non voglio vendermi a tutti. Non credo sia giusto nei confronti del mio corpo>>
    <<Ok, ma dai quasi tutte le ragazze pagherebbero per stare al tuo posto e tu non te ne accorgi nemmeno>>
    <<Be' se lui non vuole una ragazza diversa dalle altre può anche andarsene>> dissi convinta.
    <<Almeno un bacio glielo puoi concedere però>>
    <<Può darsi>> sorrisi cacciando la lingua.
    Sospirò guardando l'orologio.
    <<Sbrighiamoci altrimenti non posso truccarti>>
    Andammo a casa e mentre io mi facevo la doccia, Cristina sceglieva i trucchi.
    Alle 17:00 in punto finì di truccarmi e andò a lavoro. Indossai le scarpe per farle adattare al mio piede, ma *CRACK* si ruppe il tacco.
    <<NOOOOO! Le mie scarpe preferite!>> piagnucolai.
    Andai subito a cercare scarpe adatte al vestito nuovo, ma non ne avevo nessun paio adeguato. Senza pensarci un attimo indossai le converse e corsi in centro in cerca di scarpe adatte. Dopo un'ora e mezza di ricerca finalmente le trovai, ma non c'erano del mio numero.
    <<Mi dispiace signorina, ma dovrebbe aspettare un'ora che arrivano dal magazzino>> si scusò il commesso.
    <<Va bene. Intanto vado a dare un'occhiata alle borse e poi vengo>>
    Andai un po' in giro per comprare una bellissima borsetta. Finalmente alle 19:15 uscii dal negozio con borsa e scarpe nuove.
    Per fortuna il trucco non si mosse di una virgola, così potei subito piastrarmi i capelli e vestirmi con calma. Carmine bussò al citofono e dopo l'ultimo sguardo allo specchio lo raggiunsi in macchina.
    <<Salve!>> sorrise.
    Ricambiai il sorriso e gli baciai la guancia.
    <<Volevo portarti a mangiare una pizza, ma poi ho pensato che non avrei fatto una bella figura con una napoletana, quindi ho deciso di farti assaggiare le nostre specialità: risotto e cotoletta alla milanese e come dolce Pan de Mej. Che ne dici?>>
    <<Mi va benissimo>> sorrisi.
    Andammo al ristorante La Terrazza scegliendo un tavolo appunto sul terrazzo, dove si vedeva benissimo il Duomo.
    In quel momento ero un po' imbarazzata.
    <<Questo potrebbe interessarti>> sorrise porgendomi una foto. <<Me l'ha data mio padre>>
    Ero io paffutella seduta sulle gambe di un bambino di qualche anno più grande di me con occhi verdi e capelli biondi.
    <<Ma siamo noi>> sorrisi.
    <<Se vuoi puoi tenerla>>
    <<Grazie>> sorrisi mettendola con cura del portafoglio.
    L'imbarazzo tra di noi c'era e tanto. Dopo mangiato andammo a fare una passeggiata in centro chiacchierando un po' per rompere il ghiaccio.
    <<Sei fidanzata?>> chiese all'improvviso.
    <<Non più>> sospirai.
    Non volevo ammetterlo, ma ci stavo ancora male dopo cinque mesi.
    <<Scusa non volevo>> disse serio guardando i miei occhi pieni di lacrime.
    <<N-no tranquillo è solo che... è che mi bruciano gli occhi per il troppo mascara>> balbettai cercando di ricacciare le lacrime indietro.
    Senza preavviso mi abbracciò emi accarezzò i capelli.
    <<Ti capisco, sai? Anche io ci sono stato male per un po', poi me ne sono fatto una ragione>> sussurrò con voce dolce. <<Se vuoi puoi sfogarti. Ricorda che io sono stato anche il tuo primo amico d'infanzia>>
    <<N-no tranquillo. Non voglio annoiarti>>
    Anche se la voglia di sfogarmi era tanta.
    Sorrise e tornammo a casa mia.
    <<Ho rovinato il nostro primo appuntamento. Mi dispiace>> mi scusai.
    <<Tranquilla>>
    Entrammo in casa mia e Carmine si sedette accanto a me sul divano.
    <<Voglio essere sincera con te>> sospirai. <<Io... be' in questo momento ho bisogno di un'amico. Non ce la faccio a... ad uscire e... non voglio illuderti>>
    <<Se vuoi un amico lo sarò. Non mi hai illuso perchè l'ho capito dal tuo atteggiamento>>
    <<Mi dispiace>>
    <<Non è un problema per me>> disse sincero.
    <<Grazie>>
    Sorrise asciugandomi la lacrime.
    <<Raccontami perchè stai ancora male>>
    <<Be' sono stata insieme a Marco per un anno, ma ad aprile ho saputo che lui stava con un'altra, quindi l'ho lasciato. La mia ex amica mi consolava, poi un giorno di fine giugno andai a casa sua per ripassare per l'esame orale e... be' puoi immaginare cosa ho scoperto>>
    Sgranò gli occhi.
    <<Che put*ana e che str*nzo!>> commentò sprezzante.
    Mi abbracciò facendomi appoggiare la testa sul suo petto.
    <<Posso chiederti una cosa?>> chiesi quando mi calmai.
    Annuì.
    <<Anche tu mi vedi come un'amica, vero?>>
    <<Be' sai mi fa un po' strano stare con te visto che ti ho vista appena nata, nuda e puzzolente>> disse sincero.
    <<Mi fa piacere>> sorrisi.
    Mi addormentai quasi subito.















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  5. #5
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    Predefinito Re: Simple Song

    Salve ragazze! Siete sorprese di vedermi qui? Be' io sì perchè non credevo di farcela con i miei mille impegni =) Sono contenta però che sono riuscita ad entrare un po' qui... Spero che anche voi lo siate <3

    4°CAPITOLO

    Passarono un paio di mesi e la mia vita universitaria e da lavoratrice mi stava esaurendo tutte le energie. In tutto questo frequentavo un ragazzo di nome Marco del mio corso. Carmine, diventato il mio migliore amico, non lo sapeva perchè non ho avuto occasione di vederlo visto i nostri impegni. Era il 14 dicembre e io e Marco stavamo studiando per l'esame del 21 gennaio.
    <<Amore voglio farti mia>> disse serio.
    Mi cadde la matita dalle mani per lo stupore: io non ero pronta!
    <<Ehm Marco... tesoro sai che non sono pronta>> balbettai in preda all'ansia.
    Si infuriò.
    <<E' perchè vuoi dirlo a Carmine vero? Vuoi prima il consenso da lui?>>
    <<No! Cioè voglio dirlo a Carmine, ma il mio corpo non è pronto ancora mi dispiace>> mormorai.
    <<Perchè non lo dici che tieni più a lui che a me e che speri che lui possa accorgersi di te, eh?>> urlò.
    Scoppiai a piangere.
    <<E' fidanzato con Marta e adesso sono felici. Non mi permetterei mai di separarli e poi sai che non sono pronta!>>
    Raccolse in fretta le sue cose e aprì la porta per andarsene. Sulla soglia c'era Carmine con un sopracciglio alzato che fissava Marco mentre se ne andava.
    <<Dovrei sapere quello chi è e cosa sta succedendo?>> chiese chiudendosi la porta alle spalle.
    <<Carmine per favore ora non mi va per niente di parlare>> borbottai.
    Mi prese le mani e mi sorrise.
    <<Sai che puoi dirmi tutto>>
    Presi un bel respiro e gli raccontai tutto. Il suo sguardo non era rassicurante alla fine della mia spiegazione.
    <<Cosa? Ti frequenti con quello da due mesi e non me lo dici?>> chiese arrabbiato.
    <<Senti Carmine mi dispiace, ma tra i corsi, lo studio e il lavoro non ho neanche il tempo di mangiare>> sbuffai indicando il mio corpo ormai privo di qualsiasi curva.
    Non rispose e me ne andai in camera mia arrabbiata con entrambi.
    Dopo qualche minuto mi raggiunse più tranquillo e si sedette sul letto accanto a me.
    <<Mi dispiace tesoro>> sussurrò accarezzandomi il braccio. <<Posso?>>
    Annuii e si stese accanto a me.
    <<Sai credo che questi due mesi di lontananza mi hanno stravolto le prospettive... Voglio dire: ti pensavo ogni istante, volevo chiamarti la notte quando ero finalmente libero, ma non volevo svegliarti>> sorrise accarezzandomi i capelli.
    Non connettevo. Ero diventata improvvisamente stupida fissando i suoi occhi verdi.
    <<Carmine cosa vuoi dire?>> chiesi meravigliata.
    <<Io lo so che lo vuoi anche tu>> sussurrò accarezzandomi il fianco.
    Gli afferrai il polso perchè stava andando troppo su, ma si liberò con delicatezza della mia presa e non mi opposi più.
    Posò le sue labbra sulle mie e iniziò a muoverle con dolcezza facendo muovere anche le mie paralizzate. Il mio corpo non voleva, ma sentivo che era giusto, era quello il momento. La sua mano scorreva su e giù sotto il maglione, ma appena mi sfilò il bottone dei jeans dall'asola lo bloccai con entrambe le mani spaventata. Allora lui sorrise e posò anche l'altra mano sul mio viso. Dopo quasi dieci minuti mi ammorbidii e gli sfiorai i fianchi infilando le mani sotto la sua felpa. Rabbrividì perchè avevo le mani gelide, ma non si fermò. Ad un trattò si spostò leggermente dal mio corpo per guardarmi negli occhi e la sua mano scivolò di nuovo sui miei jeans per allentare la lampo. Feci lo stesso anch'io con la sua lampo e sorrise. Sfilò sia i miei che i suoi in un solo gesto e si levò anche la felpa. Era quello il momento giusto. Mi staccai dalle sue labbra appena in tempo per le ultime incertezze.
    <<Mi farai male?>> chiesi terrorizzata.
    <<Sai che è l'ultima cosa che voglio è farti del male. Ti fidi di me?>> sussurrò.
    <<Sì, ma..>>
    <<Ssh! Niente ma. Tranquilla>> mi interruppe.
    Mi calmai con un suo bacio sulla fronte e poi mi lasciai andare. La sua pelle, il suo respiro e i suoi occhi erano tranquilli e appagati, mentre io ero un pezzo di marmo e dolorante. Sentivo talmente dolore che volevo piangere e in più non riuscivo a respirare. Ero stanchissima, infatti se ne accorse e si spostò accanto a me per farmi riprendere.
    <<E' stato orribile>> borbottai.
    Rise e mi baciò la fronte.
    <<Lo so che la prima volta è orribile e credimi, domani mi vorrai uccidere perchè ti sentirai uno straccio>>
    <<Sono stanca>> sbadigliai.
    Mi voltai dandogli le spalle e mi addormentai nel suo caldo abbraccio.

    Mi risvegliai con una fame violenta. Indossai l'intimo con il mio maglione chemi copriva fino a metà cosce e andai in cucina. Carmine era già vestito che preparava i panini con la nutella.
    <<Ehi salve!>> sorrise porgendomi il panino.
    Gli diedi un bacio a stampo e mi sedetti sul divano con le gambe incrociate come gli indiani. Lui mi raggiunse poco dopo e mi strappò il telecomando dalle mani mettendo su un programma sportivo.
    <<Ehi questa è casa mia!>> protestai.
    Mi baciò e ci stendemmo sul divano.
    <<Replichiamo?>>
    <<No. Devo studiare. Tuo padre mi ha dato una settimana libera per studiare e devo farlo>>
    Sbuffò e mi fece un succhiotto sul fianco destro.
    <<La settimana scorsa ho lasciato Marta perchè io voglio te>> mi sussurrò all'orecchio.
    Sorrisi e lo baciai.
    <<Dai facciamoci un po' di coccole. Prima subito ti sei addormentata>> si lamentò.
    <<No! Devo studiare!>> risposi decisa.
    Mi alzai dal divano, ma mi afferrò i fianchi e mi tirò sulle sue gambe. Non so come, ma cedetti di nuovo.
    <<Puoi dormire qui se ti va>> ansimai.
    <<Va bene tesoro, ma non aspettarmi sveglia perchè farò tardi>> sorrise.
    <<Ok visto che sono le otto e fuori nevica che ne dici se ti preparo la cena?>>
    <<La preparo io. Tu studia>>
    Dopo cena, verso le dieci se ne andò promettendomi che al mio risveglio l'avrei trovato accanto a me.















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