Capitolo 2
Il giorno del funerale è arrivato, mi alzo controvoglia dal letto sapendo di aver davanti una giornata molto lunga. Dovrò dimostrarmi dispiaciuta e stringere la mano di sconosciuti senza far trapelare niente di quello che sono in realtà, oggi devo essere Rebecca Comencini, la figlia modello dell'imprenditore Rodolfo. Sbuffo e apro la mia cabina armadio, ormai ordinata ed estraggo un vestitino nero coordinato con le ballerine, prendo l'intimo e corro in bagno per preparami.
Mentre esco dal bagno e mi dirigo verso le scale, incontro i miei fratelli, fasciati nei loro completi. Geremia scioglie il mio chignon
G:”meglio sciolti”
così i miei capelli castano chiari e ondulati mi ricadono sulle spalle, sposto il ciuffo da un lato e mi rivolgo a Filippo
R:”Filippo vengo in macchina con te”
F:”errato ci porta l'autista, così ha deciso tua madre”
R:”è possibile che dobbiamo sempre fare sfarzo delle nostre ricchezze?”
G:”dai stai calma, ora andiamo”
scendiamo insieme e mia madre è ferma davanti al mobile dell'entrata
G:”Anna tutto bene?”
A:”si Geremia, stavo solo guardando questa foto”
mi avvicino e prendo la cornice che ha tra le mani, è una foto mia a pochi giorni dalla nascita, in braccio e mio padre
A:”ti ha sempre voluto bene, quello che ha fatto è stato solo per proteggerti”
R:”ha rovinato gli anni più belli della mia vita”
A:”lo sapeva”
giro il volto verso mia madre
R:”cosa?”
A:”ha vissuto gli ultimi quattro anni con la consapevolezza che tu l'odiavi”
R:”beh almeno qualcosa di me lo aveva capito”
A:”era tua padre”
R:”non l'ho mai considerato tale e se per questo non ho mai considerato te una madre”
esco di casa sbattendo la porta e prendo posto sulla macchina. Pochi minuti dopo esce il resto della famiglia e ci dirigiamo verso la chiesa.
La funzione si è conclusa tra elogi vari nei confronti di mio padre, ma nessuno sapeva in realtà come fosse. Una serie di sconosciuti mi stringe la mano, ormai stufa di questa situazione, abbasso la testa non voglio più vedere visi che dispiaciuti mi scrutano. Guardo il pavimento e davanti mi ritrovo un paio di converse nere 'chi verrebbe al funerale di un borghese in jeans e scarpe da ginnastica?' una persona che ha tutta la mia stima.
Tiro su la testa e vedo un volto famigliare, ma al quale non so dare un nome
x:”mi dispiace Rebecca”
sa il mio nome, quindi vuol dire che lo conosco. Tende la sua mano e gliela stringo, mia madre posa gli occhi sulla nostra stretta e si rivolge al ragazzo
A:”questo non è il tuo posto, è meglio che te ne vada”
x:”è stato bello rivederti Rebecca”
e come ha chiesto mia madre si volta e se ne va, solo quando è arrivato ormai sulla porta della chiesa, mi passa per la testa un'idea, forse quel ragazzo è LUI.
Torniamo a casa e sfinita vado a levarmi questo fastidioso vestito per mettere pantaloncini e maglietta, mi siedo davanti al mio specchio e inizio a pettinarmi i capelli
R:”non stare sulla soglia, puoi entrare”
G:”sei così bella quanto passi la spazzola tra i capelli”
mi volto imbarazzata
R:”grazie, dai entra”
varca la soglia e si siede sul mio letto, facendomi segno di raggiungerlo
G:”tutto bene?”
R:”si si”
G:”hai già detto a tua madre le tue intenzioni?”
R:”non ancora, lo farò nei prossimi giorni. Posso farti una domanda?”
G:”certo”
R:”in chiesa c'era un ragazzo..”
G:”si Rebecca era lui”
R:”subito non l'ho riconosciuto”
G:”ho cercato i tutti i modi di farti riavere il suo numero, ma è stato praticamente impossibile”
R:”non importa”
mi sdraio e lo stesso fa Geremia
G:”dimmi e mentre eri in collegio hai conosciuto qualche tipo interessante?”
R:”te l'ho già detto, a parte qualche figlio dell'alta società non ho fatto grandi incontri, erano tutti così antipatici”
G:”non me la dai a bere!!”
ancora non sono riuscita a capire come fa a sapere sempre se gli sto nascondendo qualcosa
R:”ok , ti dirò la verità! Mi vedevo di nascosto con il giardiniere Ethan. Un ragazzo inglese di ormai 26 anni”
G:”te la facevi con uno più grande?”
R:”si, non so se ero innamorata di lui, ma di sicuro sapeva come farmi star bene”
G:”risparmia i dettagli”
rido e poi mi volto verso di lui
R:”è stato il primo e unico con cui sono stata”
G:”e ora dove è finito?”
sospiro e passo una mano dietro la nuca
R:”lo hanno cacciato a fine inverno, qualcuno deve aver fatto la spia. Ho provato a contattarlo, ma non ho mai avuto risposta”
G:”mi dispiace”
R:”oh non farlo ormai ci sono abituata”
G:”abita sempre nella stessa via”
lo guardo con aria interrogativa
R:”chi?”
G:”hai capito bene, in questi quattro anni non ha cambiato casa. Potresti andarlo a trovare”
ci penso un po' su e infondo non è una brutta idea, almeno potrò scusarmi per il cattivo comportamento di mia madre
R:”mi puoi accompagnare?”
G:”andrai da sola” mi sventola davanti le chiavi di una macchina
R:”mi stai prestando la tua audi????”
G:”errato, sono le chiavi della tua macchina”
mi metto a sedere stupita
R:”la mia auto?!?!?”
G:”si papà te l'aveva comprata per i tuoi ottimi risultati all'esame di stato. Che aspetti va in garage”
no me lo faccio ripetere due volte e corro nel box auto, tolgo il telone dall'auto e trovo una lancia Y viola
R:”è meravigliosa”
G:”l'ha scelta Filippo”
R:”lui si che sa cosa vuole una donna”
G:”ahahahh. Tieni le tue chiavi e guida piano”
R:”ok”
salgo in macchina metto la cintura a parto verso quella casa piena di ricordi.
commenti http://forum.teamworld.it/forum1743/...ura-di-me.html
Segnalibri