Cap 21
-Ho deciso, voglio imparare a suonare la chitarra.-
Le prove erano terminate ed eravamo in camera di Ka a rompergli i maroni e quasi letteralmente la camera stessa.
Gli altri andarono a rubare pane e nutella a Lory ed io ne approfittai per parlare con Ka.
-Perché?- Mi rispose sorpreso della mia affermazione, forse un po’ troppo sorpreso.
-Perché si, penso sia una degli strumenti più belli che ci siano.-
-E’ lo strumento più bello.- Commentò sicuro e orgoglioso della sua amata chitarra.
Anzi specifichiamo, chitarre.
Sinceramente non so quante ne abbia,ma di sicuro più di una elettrica e una classica.
-Dici che ne sarò capace? Sono tanto inganfita.-
-No non ne sei capace, per questo ti farò da insegnante.- Concluse serio. No, ma sta scherzando?
-Se devi imparare a suonare, imparerai decentemente. Punto.-
Non riuscii a dire nulla.
Questo voleva dire vederlo più del solito.
Questo voleva dire che non posso dimenticarmelo in fretta. Sono nella m*rda.
-Ok, ci sto. Quando iniziamo?-
-Subito.-
Si alzò dal letto e andò ad aprire l’armadio, tornando con una chitarra classica con se.
Non so che marca sia, non sono esperta in queste cose.
-Pendila in mano.- Mi disse e me la porse.
-Non ne sono capace. Non so fare una mazza!- Ero già in crisi.
-Siediti davanti a me.- Si risedette e battè la mano sul letto, tra le sue gambe.
-No.-
-Ma che problemi c’hai? Hai per caso le tue cose? Vieni a basta.-
Ok, forse è meglio dagli ascolto.
Lasciai stare i miei comportamenti da bambina e mi sedetti davanti a lui e mi mise la chitarra tra le braccia.
La presi come mi capitò.
-Visto? Mica sei così ignorante, una chitarra la sai prendere in mano.- Disse cercando di nascondere la sua risata.
-Che umorismo ragazzi. E adesso che faccio?-
-Guarda che non è che si impara in 2 secondi!- Mi prese di mano lo strumento e, sempre da dietro di me, iniziò a fare qualche accordo. Qualche si fa per dire.
-Guarda che lo so che sei bravo, non c’è bisogno che strimpelli così a lungo, mi bastavano due accordi.-
Ce l’avevo praticamente a due centimetri da me.
Per suonare la chitarra doveva per forza abbracciarmi, dato che non mi permetteva di muovermi da dove ero.
-E voi che state facendo?- Pedro era alla porta e ci guardava abbastanza scioccato.
Scattai in piedi, diventando tutta rossa.
-Noi, ecco, niente scusaciaoiodevoandare.- Presi la mia borsa dal pavimento e corsi giù dalle scale prendendo la via della porta.
Ka
-Cosa stavi facendo con mia sorella?- Non era arrabbiato, ma sembrava molto scocciato.
-Giuro non stavamo facendo nulla! Voleva provare la chitarra e le ho fatto vedere come si fa.-
-E perché eri abbracciato a lei?- Ok, ora è meno convinto.
-Non era neanche capace a prenderla in mano!- Mi sentivo un po’ troppo a disagio, stavo sudando freddo.
-E perché allora è scappata via?- Non mi crede. Per niente.
Ok. Sono davvero nella m*rda.
-Non lo so! Non ci stò più capendo un c*zzo! Dimmelo tu che aveva tua sorella, è da giorni che fa così con me!-
-Mi ha detto che è confusa, non capisce il senso di certe cose.-
Fissava un punto in mezzo alla stanza, senza guardarmi in faccia.
-Su che cosa è confusa?- Insistetti.
-Non lo sa nemmeno lei, è quello il punto. È confusa su quello che la mette a disagio in certe situazioni.-
Poteva essere la risposta alle mie domande.
Ma devo saperne di più.
Ci devo parlare o finirà per allontanarsi sempre di più, fino a mandare a p*ttane il lieve rapporto che si è creato tra di noi.
-Pedro, sai dove potrebbe essere andata? Voglio provare a parlarci.- Chiesi al mio migliore amico.
-Sicuramente non a casa. “Scusaciaoiodevoandare”, non sono così sc*mo! Oramai la conosco abbastanza bene!- Commentò Pedro concludendo la frase con una risatina isterica.
Più stavo ad osservarlo e più vedevo lei.
Glo ha un carattere più difensivo e nervoso, ma a parte quello erano identici.
-Siete uguali, anche lei fa quella strana risatina quando è nervoso.- Era preoccupato quanto me, volevo tirarlo su di morale almeno un po’.
E sorrise, finalmente.
-Ma io non mi faccio tutti questi problemi.-
-Tu non sai quanti problemi ti fai, non te ne accorgi di quanto ci fai impazzire.- E gli detti una pacca sulla spalla.
-Ti chiamo appena la trovo, non penso sia scappata in Olanda.-
-Grazie amico. Ma ti prego non farla innervosire.-
E con il suo ultimo avvertimento scesi e mi precipitai in strada pensando a dove potesse essere andata.
La vidi dopo circa quindici minuti correre nel grande parco fuori paese. Potrei raggiungerla, ma se mi vede cercherà di allontanarsi ancora.
Non ho voglia di un’altra corsa, è colpa di quelle maledette sigarette.
Così la tenni d’occhio da lontano cercando di non farmi vedere.
Si fermò, si guardò intorno nel caso qualcuno l’avesse seguita e fece un respiro profondo.
Si avvicinò alla panchina più vicina e si sedette, con i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa tra le mani. Le detti il tempo di restare un po’ da sola, poi ricominciai a camminare e, facendo attenzione a non farmi riconoscere, mi avvicinai piano piano ritrovandomi dietro di lei.
Mi sedetti silenziosamente accanto e non si accorse della mia presenza. Era troppo impegnata a guardare le lacrime cadere a terra.
Non posso stare a guardarla così.
-Quando si ha un problema si cerca di risolverlo.- Sussurrai piano, volendo evitare di farle prendere un colpo.
Ma si spaventò ugualmente, alzò di scatto la testa spaventata.
Ma quando mi vide, mi guardò negli occhi con una grande rabbia.
-E quando non si riesce si cerca aiuto dalle persone più vicine. Detto da me praticamente non ha senso, visto che sono la persona più orgogliosa di questa terra.-
Mi bloccai un momento, ma soltanto per poco. Solo per ridere di me e della grande verità che avevo sputato fuori. Mi sorpresi di me stesso.
-Insieme.- Bloccai il discorso e dissi quella parole deciso.
-Un problema lo si risolve insieme. Quello che io voglio fare con te, se tu me lo permetterai.-
Silenzio.
Solo quello si sentiva.
Abbassò gli occhi, per poi chiuderli totalmente.
Prese un bel respiro e alzò lo sguardo.
-E se non so quale sia il mio problema?- Mi guardò dritta negli occhi.
-Io ci sono, come tuo fratello. Come tutti.- Le presi una mano tra le mie.
Volevo rassicurarla, ma non sapevo come poteva reagire.
Ma, per fortuna, la strinse di più nella mia.
-È un periodo strano, passerà.- Disse ad alta voce, probabilmente per auto convincersi.
-Si, o lo farò passare io con le maniere forti.- Dissi scompigliandole i capelli, per poi abbracciarla.
Fortunatamente ricambiò e si strinse più forte a me. È così fragile in certi momenti.
-Giuro, io non voglio staccarmi da te. Ma per motivi di respirazione mi tocca allentare la presa.- Mi informò con un sorriso sulle labbra.
Non mi ero accorto che nello stesso momento l’avevo attirata più vicino a me.
-Ok, forse è anche un po’ colpa mia.- Istintivamente la baciai sulla fronte, non so il perché.
Volevo solo farle capire che le ero vicino.
Come non sono stato mai.
__________________________ http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-7.html Se avete commenti da fare, qui sono ben accetti!
Cap 22 Pedro
L’avrà trovata? Si staranno prendendo a botte? Ok, sono un pochino ansioso. Ma potrò permettermelo, visto che sono il fratello, no?!
-Ma che faccia è quella? Dai che torna subito quella la, da te non riesce a stare lontana.-
Francesca entrò nella camera di Ka e mi guardò in viso.
-Faccio ridere, né? È che è mia sorella, vederla così non è una passeggiata, per me.- E abbozzai un piccolo sorriso.
-Scusami, volevo solo alzarti il morale.-
-Ma no tranquilla, intanto però ci sei riuscita!-
Era un po’ pensierosa e aveva un sorriso malinconico.
-Sai, non capirò mai come fate tu, tua sorella e Omy ad andare così d’accordo. Sono abituata a litigare continuamente con mia sorella che ormai ci ho fatto l’abitudine.-
-Non so, forse per il fatto che abbiamo quasi la stessa età. Non li cambierei per nulla al mondo. Fanno parte di quelle cose con cui una persona non potrebbe andare avanti.-
Ci eravamo seduti per terra più o meno uno a mezzo metro dall’altro.
Le poggiai un braccio sulle spalle, per cercare di confortarla.
-Magari con il tempo la situazione migliora. Quando crescerà secondo me inizierà a capire quanto vale una famiglia. E alla fine non riuscirete a stare l’una senza l’altra.-
-Si ok, lo sai che questo non succederà mai?- Rise ancora un po’ malinconica ma si lasciò abbracciare.
-Ma tutto è possibile.- Dissi soddisfatto.
-Ma questo lo dite solo voi quattro, non conta!-
-Un giorno diventeremo famosi, scommettiamo?- Ne ero sicuro. Me lo sentivo dentro.
-Ci sto! Che cosa scommettiamo?-
-Un bacio e una pizza!- Avrò azzardato troppo? Spero non mi arrivi un cedro di risposta.
Mi guardò un po’ di sbieco.
-Ok, per questa volta facciamo così, ma ce ne vorrà di tempo. Non ti ricorderai neanche che abbiamo scommesso.- Oh, ma questa vuole portare sfiga?!
-Io ho una memoria di ferro, ti sorprenderai di me!-
E sentimmo la porta d’ingresso aprirsi e l’esultare di Ste e Dani.
-Dai rumori che provengono da giù penso l’abbia trovata.-
Ci fiondammo immediatamente giù dalle scale e me li trovai davanti che si abbracciavano tranquillamente.
Mia sorella era un po’ rossa in viso e aveva gli occhi gonfi, ma dal sorriso con sui era entrata avevo capito che Ka aveva risolto tutto. Almeno, quasi tutto.
Mi guardò dritta negli occhi come per chiedermi scusa e risposi con un sorriso rassicurante.
Poi mi avviai in cucina. L’avevo già perdonata.
Gloria
-Mi pare di aver capito che adesso tu e Ka andate abbastanza d’accordo.- Mio fratello urlò dal salotto, mentre io ero in cucina a finire di lavare gli ultimi piatti.
-Ora è solamente un rompic*glioni, il livello si è abbassato decisamente.- Dissi risciacquando e mettendo una fondina al suo posto.
-Perché, prima che cos’era?-
-Lasciamo perdere và o inizieresti a vergognarti di essere il suo migliore amico.-
-Madonna come sei crudele!- Si sdraiò a mò di morto sul divano e Po si acciambellò sulla sua pancia per poi chiudere chiudere gli occhi ed iniziare a fare le fusa.
-Per la cronaca, non stavamo facendo nulla in camera sua, stava solo cercando di acculturarmi in musica.-
-Vuoi imparare a suonare la chitarra?- Disse accarezzando Po che continuava a stare quatto sulla sua pancia.
-Perché no? siamo in vacanza, dopo il lavoro il tempo libero ce lo abbiamo.-
Tutti durante l’estate avevamo trovato un lavoro.
Chi in pizzeria, chi in negozi e bar.
Ed in fondo era giusto così, non volevamo pesare ai nostri genitori per le vacanze che abbiamo organizzato.
L’unico che non veniva con noi era Omy, ovviamente.
Aveva finito da un po’ la scuola e lavorava a tempo pieno, andando poi in vacanza con la sua fidanzata.
Finii di lavare il resto e mi avviai in salotto, appoggiandomi con le braccia sulla parte superiore del divano riuscendo così a vedere in faccia mio fratello.
Almeno fino a quando non arrivò Tea che gli saltò dritta in faccia.
Tea è l’altra gatta, rispetto a Po sta molto sulle sue ma ha degli scatti di gelosia improvvisi.
Proprio come questo.
L’ammasso di pelo sulla faccia di mio fratello non lo faceva respirare e in meno di venti secondi di ritrovò a terra.
-Ma Teaaa!- Si lamentò ancora a pancia in giù.
I due felini rimasero sotto il tavolino del soggiorno dove si erano nascosti dopo essere caduti dalla sua pancia.
Tea soffiò. Ha un bel caratterino.
-Si ma anche tu, dovevi per forza cadere a terra? Ora rimarrà incazzata per un bel po’.-
-Oh ma non si può, oggigiorno anche i gatti hanno i problemi. Manca solo che le prenotiamo una visita dallo psicanalista e siamo a posto!- Pedro continuava il suo discorso stupido sdraiato a terra sul tappeto.
Per solidarietà di sedetti con lui.
Si girò a guardarmi male, come se fossi impazzita.
-Così non ti senti basso e io non faccio l’asociale.- Spiegai.
Gli partì una risata, di quelle inquietanti.
-Non andrò a far compagnia ai gatti sotto il tavolo, mi accontenterò di te.- Gli baciai una guancia e mi avvicinai per abbracciarlo.
-Ho avuto una rivelazione, tu non sei normale. Anzi, lo so da una vita, da quando hai detto la tua prima parola. Ma non capisco il perché mamma e papà non ti hanno portato da qualcuno, eri un caso raro.-
Che str*nzo di un fratello, ragazzi.
-Forse perché prima dovevano occuparsi dei tuoi di problemi.- Ribattei pronta.
Si girò verso di me e mi guardò.
Aveva un sorriso sulle labbra, ma con le mie parole si dileguò piano dal suo viso.
Distolse i suoi occhi profondi da me e si mise a guardare un punto a caso nella stanza.
Come se le mie parole lo avessero turbato, o avessero fatto riemergere un problema che aveva dimenticato. Che voleva lasciare da parte.
Sospirò.
-Ho detto qualcosa di male? Guarda che la mia era una battuta.- È mio fratello, ma non è facile capire cosa lo turba. E la cosa mi da più fastidio quando sono io che gli causo questi momenti di rammarico. Mi sento in colpa.
-Lo so che la tua era una battuta.- Mi rispose, ma era come se non ci fossi.
Ma alla fine ritornò a guardarmi, con la faccia di chi si è appena rassegnato.
-Mi piace Francesca.-
Stava lottando contro se stesso per decidere se raccontarmi delle sue cotte? Rimasi allibita, dalla faccia sembrava una cosa più grave.
Penso che la mia faccia lo sconvolse, visto che iniziò a precisare –Almeno, penso.-
E si capiva benissimo che stava cominciando ad agitarsi.
-Ti piace si o no?-
-Più o meno.- Ritornò a guardare il soffitto. Oggi è attratto di più dall’idea di guardare un muro che guardarmi negli occhi e dirmi le cose direttamente.
-Che vuol dire più o meno?- Iniziavo a spazientirmi. Che senso ha? Una persona o ti piace o non te ne frega nulla, senza i ma e i forse.
-Ma stai scherzando?- Mi guardò con una faccia sorpresa.
Di certo non si aspettava questo mio comportamento.
-Pedro, non scherzo, è una mia amica e il “penso” e il “più o meno” non sono delle risposte valide. Se ti sei deciso e sei venuto fuori con il fatto che hai capito la grandezza del sentimento, sai anche se lo provi o meno.- Forse agli occhi di qualcun altro il mio comportamento potrebbe sembrare esagerato, ma è quello che mi sento. A mio fratello dico le cose in faccia.
Ok, forse qualcosa lo tengo dentro e si fa il suo inferno, ma se si tratta dei suoi sentimenti le cose devono essere chiare.
O si ritroverà nel mio stato.
Confusa e combattuta da me stessa, perché non mi so capire.
________________________ http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-7.html Commenti qui
Ringrazio come sempre le persone che seguono questa ff, anche se poche
Cap 23 Pedro
Volevo trascorrere una serata tranquilla con mia sorella e mi ritrovo a farmi problemi mentali. Volevo solo parlare delle solite c*zzate, invece mi sono infilato in un grosso casino.
Come si fanno ad esprimere i sentimenti che provi per una persona? Non ci si riesce. Punto.
Tu cerchi ti tirarli fuori in modi diversi ma il risultato è solamente un bel casino.
Con Francesca sto bene, mi sento a mio agio.
Non è come quando ti trovi una ragazza e il tuo solo pensiero è di fartela.
Siamo in sintonia.
Mi sento a casa con lei. Non certo in senso materiale, ma la sensazione di conforto e calma. Casa.
Sempre la solita solfa, non riesco a parole e non riesco neanche a dirlo a me stesso. E allora vaffanc*lo Pedro. Attaccati a sto c*zzo e vai a farti dei corsi di italiano, forse anche uno dallo psicanalista con il tuo gatto non sarebbe una brutta idea.
-Ora spiegami che cos’ha di interessante l’angolo bianco del soffitto!-
È mia sorella a tirarmi fuori dal mio ammasso di pensieri. Ha ragione, ho cagato di più il soffitto che lei.
-Sai che alla fine Ka non è poi così stupido come sembra?- All’improvviso mi tornarono in mente le parole del mio amico.
Gloria mi guardò confusa, la mia frase non aveva assolutamente senso con il discorso fatto fino adesso.
-Mi faccio un sacco di problemi. Come te. C’è solo una differenza. Non mi sono mai accorto che me li facevo. Ho sempre sorvolato tutto, impassibile e menefreghista.- Wow, ho scoperto che Ka è utile in certi casi.
-E questa perla quando l’ha tirata fuori?-
-Prima di venirti a cercare per riportarti a casa.-
-Allora anche lui ha i suoi momenti di Gloria. E non cercare altri sensi ella frase.-
Tossii una risata, ma non riuscii a trattenerla più di tanto.
Ok basta.
Pedro, sputa fuori tutto.
Veloce, prima che cambi idea.
-Si.- Mi bloccai.
Se questo è il “Tutto” fai proprio schifo, caro mio.
-Che roba?-
-Mi piace Francesca. Mi sento a mio agio, mi capisce, le sto vicino e mi sento a casa con lei. E non chiedermi cosa vuol dire, non lo so nemmeno io. Faccio schifo con le parole tanto quanto faccio schifo a cucinare. Non me ne frega niente delle altre, che le guardo a fare se ho Francesca? Il suo è il più bel sedere che io abbia mai visto.-
PAM!
Vidi soltanto un cuscino che si allontanava dalla mia faccia. Ok, me lo ero meritato.
-A parte questo le parole che ho appena detto sono vere, ma non so metterle nel modo giusto.- Dissi sincero.
-FINALMENTE! Grazie a Dio ti sei aperto!- Sbuffò in modo molto teatrale, ma sapevo che in fondo era soddisfatta.
-Quando i tuoi sentimenti hanno iniziato a cambiare?- Continuò curiosa.
-Sono lo so, non è stato un momento preciso. Sono cambiati con il tempo.- Senza neanche accorgermene avevo iniziato a guardarla in modo diverso.
-E hai intenzione di diglielo?-
-Ma anche no, per adesso va bene così. Poi si vedrà. Se provi ad aprire bocca inizierai a dormire con i gatti.-
L’amicizia mi piace, per adesso è giusto così. Se poi ci sarà un suo interesse le cose potrebbero cambiare.
Ma andiamo con calma, ho appena scoperto quello che provo io, non mi sembra il caso!
-NO! Perdono pelo e si lavano con la lingua!- Dalla faccia schifata si stava immaginando la scena.
-Pedro, da quando ti lavi con la lingua?- La voce proveniva dalla porta delle scale che portano giù in cantina, verso il garage.
Gloria
Finalmente Omy era tornato dal lavoro.
Dall’espressione era molto spossato e stravolto, quest’uomo lavora troppo!
-El trabajador regresa en casa!- Esultai in spagnolo.
Certe volte mi vengono questi scatti. Ma in fondo le lingue diventeranno il mio futuro, no?
Meglio adattarsi fin da subito.
-Cos’è che faccio io?-
Stanco morto, spossato e non sa lo spagnolo, non posso pretendere molto in queste condizioni.
-Sei tornato finalmente.- E lo seguii con lo sguardo mentre raggiungeva il divano e si lasciava andare di peso.
-P*ttanis che sonno. Sono stanco morto, ragazzi.-
-Vai a dormire, te lo meriti! Tanto domani non vai a lavorare e ti svegli quando ti pare.- Gli consigliò Pedro, alzandosi da terra per poi sgranchirsi le braccia dietro la testa.
-Prima voglio sapere da quando ti lavi con la lingua! Sono preoccupato, poi chi ti sposa?-
Prese di scatto un cuscino e se lo mise in testa, prevedendo il colpo sicuro del fratello. Che non arrivò subito.
Aspettava solo il momento giusto.
Omy, non sentendo alcun rumore, abbassò il cuscino per guardare e Pedro si lanciò su di lui, concludendo con un enorme tonfo ad effetto ed un fratello schiacciato tra lui e il divano.
Soddisfatto del risultato rispose a Omar, che era più morto che vivo sotto di lui.
-Comunque parlava di Po e Tea.-
-Ma bastava dirlo! Non c’è bisogno che mi disfi la schiena.- Ma dal tono della voce non gliene fregava niente, gli basta soltanto sentire l’armonia che c’è tra noi tre.
Se ci sono problemi o disagi ci risolleviamo a vicenda, sempre.
Siamo cos’ legati, non solo perché siamo fratello, ma anche perché tra di noi c’è una grande amicizia.
Nessuna gelosia, nessun nonnismo.
-Oh povero Omar, vieni qui che ti faccio le coccole alla bua.- Scherzai io.
Fino a quel momento non avevo spiccicato parola, mi stavo godendo lo spettacolo che avevo davanti.
-Quando esco da questa trappola ti faccio un fischio.- Con i piedi cercava di fare leva sulla schiena del fratello, ma gli servì anche la forza delle braccia per farlo spostare da sopra di lui, fargli perdere l’equilibrio e ritrovandoselo poi a terra.
-Fortuna che non abitiamo in un condominio con sotto qualcuno, ci avrebbero già denunciato almeno 20 volte per molestie alla quiete pubblica.- Detto questo presi il braccio di Pedro e lo aiutai ad alzarsi.
-Ora mi devi un favore.- Ne approfittai spudoratamente.
Ma aveva già capito a cosa stavo pensando.
-Monta su, scansafatiche.- Si girò dandomi la schiena, per poi abbassarsi per farmi andare su.
-Vai cavallo!- Come una bambina di cinque anni mi aggrappai a lui e tenni la breccia intorno al suo collo, per evitare sbanda ture.
Arrivati in camera diede le spalle al mio letto e mi ci lanciò letteralmente sopra, lasciando le mie gambe e spingendole all’indietro.
-Stasera abbiamo parlato di me, ma non è finita qua. Ti aspetta una lunga discussione su Mister occhi di ghiaccio.- Disse con disinvoltura ed uscì dalla stanza con un gran sorriso sulla faccia. Un sorriso vero e sereno, il sorriso di mio fratello.
_______________________________________________
TADAAAAM!
Commenti qui, graazie http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-7.html
Cap 24
Dopo ore di attesa i cancelli si aprono e siamo li, in migliaia di persone con l’ansia addosso dalla mattina.
Ora ognuno fa da se, l’obiettivo sono le transenne.
Tra gomitate e spintoni mi faccio avanti, non aspetto neanche che gli altri mi vengano dietro, mi raggiungeranno più tardi.
Questa corsa sembra durare ore ma nel momento in cui ti pare di arrivare allo sfinimento trovi il metallo tra le mani.
E non ti stacchi più fino alle nove di sera, ora dell’inizio di tutto.
Mancano esattamente cinque ore, ma noi aspettiamo.
Intanto parli e fai conoscenza con chi hai intorno, senza però farti fregare il posto alla transenna.
Il gruppo di apertura fa le sue sei o sette canzone e tutto torna buoi. Siamo li tutti con l’ansia che aspettiamo che vengano fuori quelle tre, maledette persone americane che seguiamo dalle scuole medie.
E finalmente le luci si accendono, la folla esulta. Sapete quel momento in cui tutto è perfetto, e manca solo il tuo idolo sul palco?
Quando ti scoppia il cuore e non puoi fare a meno di urlare. Sei lì che li aspetti.
E quando finalmente esce non ce la fai più, sorridi e salti come una dannata.
Ecco, in questo caso non arriva.
E non arriverà mai. Perché, porca p*ttana, un d*ficiente mi sveglia alle 10 di mattina. Di Domenica!
Pedro arriva di corsa in camera mia parlando al telefono.
-Gloriaaaaa, c*zzo svegliati!- All’inizio non capii. Io dovrei avere davanti Billie Joe Armstrong, non mio fratello! Poi intesi tutto e iniziai a sentire la collera crescere dentro di me.
-Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? HAI FATTO SPARIRE BILLIE!- Presi il cuscino e cercai di mirare a lui e al telefono insieme, ma prontamente spostò l’aggeggio che aveva in mano.
-Chi è? Un cane?- Chiese.
Vuole proprio fare lo str*nzo.
-Armstrong, sc*mo! Mi hai distrutto il concerto più bello che avessi mai sognato!- E finalmente cominciò a capire.
Penso proprio che cerò di mettersi nei miei panni, dato che sono anche i suoi di idoli e mi avrebbe ucciso anche lui.
-Ehm.. Tregua? Alla fine non è colpa mia, ma di Loredana!-
Detto questo indicò il telefono e me lo passò velocemente.
-Sono morta?- La voce che proveniva dal telefono aveva già capito tutto.
Perspicace la ragazza.
-Oh si!-
-Morirà anche tuo fratello? Almeno mi fa compagnia!-
-Mi dispiace ma questa non mi va giù. Che vuoi?- Chiesi ancora arrabbiata.
-Cosa si fa quando una persona ha la febbre a quaranta?-
-E’ una domanda a titolo informativo o c’è una persona lì con te che sta male?- Domanda stupida.
Ma di domenica mattina se le deve aspettare.
-Smettila, stupida!-
-Ma scusa non ci sono i tuoi?-
-No, partiti per il weekend al lago!- Esclamò piena di gioia.
-E Ka sta sclerando, non l’ho mai visto così.-
-Aaaaaa, ma è lui che ha la febbre. La cosa si fa interessante.- M*nchia oh, finalmente anche lui si ammala.
-Io non so che fare. Gli ho dato pastiglie, impacchi d’acqua fredda, coperte. Ma non spiccica parola! Non capisco se va meglio o peggiora, sembra in trans.- Loredana era ansiosa e preoccupata. Allora la cosa non deve essere poi così sottovalutata.
-Coperte? Ma Lori siamo quasi a Luglio!-
Silenzio.
Probabilmente stava pensando alla cazzata che aveva fatto.
-Oh oh.- Realizzò tutto. Come minimo in questo momento Ka stava cuocendo come una torta in un forno.
-Mi sento una m*rda.- Commentò, sorpresa di se stessa.
-Devo venire a casa tua?-
-Mi faresti un grandissimo favore! Devo andare anche al supermercato ma lasciare da solo mio fratello in quelle condizioni non mi pare il caso.-
-Dammi dieci minuti e arrivo.-
Altro giorno che passerò con Carmine Ruggiero.
Bene. Preferivo la folla che mi schiacciava alla transenna..
Ma chi prendo per il culo?
-Ti adoro!- Urlò dalla cornetta e mise giù.
-Andiamo da Ka?- Chiese mio fratello.
Non è così sc*mo, ha capito come stanno le cose.
Il suo migliore amico sta peggio di una sauna.
-Mi lavo, mi cambio e andiamo. O Lory ce lo uccide.- Frugai nei cassetti per prendere l’intimo e mi avviai verso il bagno.
Uscii dopo neanche 5 minuti e aprii l’armadio.
Mi cambiai alla velocità della luce, maglietta dei Green Day, grandi santi loro, e shorts.
Mio fratello era già alla porta ad aspettarmi.
-È su in camera sua.-
Lory ci aprì la porta e senza perdere tempo ci avviammo velocemente in camera di Mimmo.
O Carmine. O Ka. Chiamatelo come vi pare.
Diciamo che la scena non era poi così male.
Si vedevano solo coperte e qualche ciuffo di capelli che spuntava sopra un cuscino.
Quella dovrebbe essere la testa. Spero.
-Amico? Sei morto o cosa?- Pedro puntò fuori dalla porta e si avvicinò a quella che sembrava la testa.
-Sono morto- La voce era terribilmente rauca. Probabilmente non era solo febbre.
-Ok, prima di tutto togliamo questa montagna di coperte.-
Ce n’erano ben quattro. Lory ha fatto le cose per bene, da quello che vedo.
Presi un lembo dell’ultima, quella sotto tutte, e tirai verso di me facendo si che tutte le coperte si togliessero tutte in un colpo solo.
E capii che la scena era migliore prima, con su tutte le coperte.
Pallido, quasi bianco.
Sembrava uno straccio.
Teneva gli occhi chiusi e le mani sotto il collo, che prima usava per tenere strette a se le coperte.
-Dimmi. Stai un po’ meglio?- Ora mi stavo davvero preoccupando.
-Decisamente.-
Poi lo guardai meglio e vidi come era vestito.
Boxer, solo boxer. Benissimo.
-Ma scusa stai in mutande e ti metti quattro coperte?-
-Non fare domande, ha fatto tutto Loredana. Ma la testa è sul punto di scoppiare.- Detto questo si mise le mani alla testa e fece una smorfia di dolore.
-Hai provato la febbre?- Chiesi prendendo il termometro dal suo comodino, probabilmente usato prima da Lory. E lo strumento che ha causato preoccupazione ed agitazione di quest’ultima.
-Due ore fa era a quaranta.- Disse debolmente senza neanche guardarci in faccia.
Aveva spostato le mani davanti agli occhi, come se la luce gli desse fastidio.
Gli misi una mano sulla fronte, per sentire se era accaldato.
Ma visto che in queste cose sono più che negata ricorsi al metodo più facile.
-Riproviamola. Tieni il termometro sotto il braccio.-
-Amico, sei proprio messo male. Ma come hai fatto ad ammalarti così?- Mio fratello teneva le braccia conserte sul petto e guardava l’amico con dispiacere.
-Ho iniziato stanotte. Avrò dormito si e no un’ora.-
-Ora prova un po’ a riposarti, torniamo tra dieci minuti e vediamo che dice il termometro.-
Presi Pedro per il braccio sinistro e richiusi la porta della sua camera.
Lory venne su dalla cucina cercando con un sorriso di scusarsi.
-Lory, tranquilla. Capita di sbagliare, non è ancora morto nessuno.- Cercò di tranquillizzarla mio fratello.
-Alla fine è solo influenza, la febbre era abbastanza alta ma adesso vediamo come vanno le cose.- Continuai io.
-Grazie ragazzi. Per stamattina vi chiedo un ultimo favore. Avete voglia di fargli un po’ di compagnia mentre esco a fare la spesa?-
-Si, tranquilla. Ma dovremmo fargli anche un bagno, è tutto sudato!- Pedro si girò di scatto verso di me.
-No, no e poi NO! a quello ci pensi tu, è tuo l’amico.- Manca solo che lo devo infilare in doccia! Ma a lui non gliene frega niente, lui ride e basta.
-Calmati! Volevo solo vedere che faccia facevi. Ed è stato esilarante.-
-F*nculo!-
Per non continuare il discorso ritornai in camera del “più morto che vivo” e andai a controllare il termometro.
-Trentanove. Si è abbassata ma di poco.- Almeno aveva ripreso un po’ di colore.
-Vado giù a prepararti gli impacchi di acqua, così ti rinfreschi un po’, ma per oggi non ti muovi di lì. Ti ritroverai solamente a terra.- Era abbastanza intontito ma riuscì comunque a regalarmi uno dei suoi sorrisi.
-Grazie.-
-Pedro, hai sentito? Mimmo ha detto “Grazie”. Dici che è colpa della febbre?-
-Zitta, sc*ma! Guarda che facevo veramente.- E non ero affatto dispiaciuta.
Mi abbassai per dagli un bacio sulla fronte e mi guardò un po’ sorpreso.
Così mi misi subito sulla difensiva.
-Così mi attacchi un po’ di febbre e la prossima volta tocca a voi farmi da balie.- Riuscì a tirare fuori uno sbuffo e ad alzare gli occhi al cielo.
-Tutte scuse, ammettilo che un po’ mi vuoi bene!- Non era poi così intontito, sembrava interessato alla discussione più di quanto lo è quando è sobrio.
-Vado a farti gli impacchi.- Non ero affatto in vena di discorsi che potevano portare il mio umore in condizioni disastrose.
-Prima o poi te lo tirerò fuori di bocca, non ci vorrà tanto.- Lo sentii dire ad alta voce, mentre io mi allontanavo dalla camera.
Ka
La guardai uscire dalla mia camera soddisfatto. Se non prova affetto verso di me, allora cosa è venuta a fare qua?
-Non mi odia così tanto, vero?- Chiesi a Pedro, che era seduto sulla mia scrivania con le gambe sulla sedia accanto.
-Naaah, non lo vuol fare vedere a nessuno. Ti avrebbe lasciato nelle mani di tua sorella.-
-Allora ho qualche speranza.- Oh m*rda! L’ho detto davvero davanti a Pedro?
-Cosa hai detto?- Il mio amico si girò lentamente verso di me con gli occhi spalancati. E ora che fai? Ti butti giù dalla finestra o finisci la frase?
Stavo sudando freddo, ed è difficile visto che ho la febbre a quaranta.
Cercai si sembrare il più tranquillo possibile senza far trasparire agitazione, ma la faccia di Pedro non prometteva niente di buono.
-Pedro, io stavo scherzando.- Proviamo a ricucire tutto con questa. Ma non pensavo Pedro potesse rimanerci così male. Se un giorno io e sua sorella diventeremo qualcosa di più, cosa succederà? Perderei uno dei miei amici più cari?
-Ah.- Lo disse in modo strozzato, quasi a disagio.
E cademmo in un silenzio imbarazzante. Rovistai nella mia testa in cerca della frase giusta per spezzare la brutta situazione, ma Gloria rientrò nella stanza con un panno bianco.
-Su, metti sulla fronte questo. Vediamo se poi scende ancora la febbre.- Detti un’ultima occhiata veloce a suo fratello, anche lui sollevato dall’arrivo della sorella, e le presi il panno bagnato dalle mani mettendomelo poi sulla fronte.
-È congelato.-
-Deve essere freddo se vuoi farti passare la febbre.- Rispose decisa.
Restammo un po’ in silenzio ed io chiusi gli occhi per cercare di calmarmi.
Sentii Pedro sbuffare e scendere dalla scrivania, forse si stava spostando più avanti. O forse se ne stava andando, ma non volevo saperlo. Non avevo voglia di aprire gli occhi.
Non avevo neanche la forza di pensare, ero troppo spossato. Questa febbre mi sta uccidendo mentalmente.
Mi capita raramente di ammalarmi, ma quando succede lo faccio per bene. Tante volte non riesco neanche ad alzarmi dal letto.
Poteva essere passata mezz’ora o forse si più quando riaprii gli occhi e vidi Gloria ritornare con un altro panno bagnato. Se n’era andata e manco me ne sono accorto.
-Tranquillo. La febbre si è abbassata notevolmente. Visto che gli impacchi fanno bene?- Si sedette sul mio letto, accanto a me e mi mise sulla fronte il panno fresco.
-E se si alza ancora?-
-Se il problema persiste consultare il medico.- Disse con una voce meccanica, cercando di imitare la pubblicità.
-Cretina!- Presi il panno che mi aveva appena portato e glielo lanciai in piena faccia.
-Ma sei scemo? Questo serve a te, non a me! E mettiti su qualcosa, non mi va di vederti in mutande tutto il giorno.-
-Ma se non riesco neanche ad alzarmi dal letto.- Mi lanciò un sguardo di sfida.
-Lazzarone, ne stai approfittando.-
-Fino a quando posso me ne sto tranquillo, poi si vedrà.- Le risposi con un’aria soddisfatta, quella che mi usciva meglio in quelle condizioni.
Febbre, non rompere tanto i maroni e vattene via da me. O almeno lasciamo solo con Glo, fai tu.
Mi fai solo delirare, e non capisco le cosa è positiva o meno.
Cap 25
L’estate sta passando troppo velocemente. Va sempre così, le cose belle bruciano sempre troppo presto che non riesci neanche a godertele bene.
Intanto a Ka la febbre è passata quasi subito, ha fatto ancora due giorni a letto ma già alla sera del primo scalpitava dalla voglia di provare una nuova canzone. L’ispirazione certe volte gli viene in momenti strani.
Quel ragazzo non lo capirò mai fino in fondo.
Pedro è ancora lì titubante, non vuole complicare le cose con Francesca così non vuole neanche cercare di starle vicino in modo diverso. Ma nessuno lo obbliga, sono solo io che dentro di me penso tutte ste cose. Non lo obbligherei mai a fare una cosa che non si sognerebbe di fare. Deve trovare il suo momento, e sono sicura che arriverà presto.
Dani e Michela vanno alla grande. Non ho mai visto delle persone andare così d’accordo, ma non li ho mai neanche visti fare cose sdolcinate davanti ad altra gente. Sono persone che tengono i loro affari per sé, senza urlare ai quattro venti ogni cosa che fanno o dicono. Si trovano bene insieme perché hanno passioni da condividere. La musica, soprattutto.
Per adesso Ste si è solo fatto passare Chiara, Monica, Rebecca e Laura. Si, solo. A fine state saranno come minimo otto o giù di lì. E no, non cambierà mai.
Giulia si innervosisce sempre per il suo comportamento con le ragazze, ma nessuno può farci niente. È fatto così, sono loro le oche che ci cascano sempre.
E manca poco alla nostra partenza per il mare.
Una settimana, più o meno.
Mi ero un po’ stufata della monotonia qui a Legnano, almeno per un po’ ce ne andremo e faremo qualcosa di diverso dal solito.
Ma prima mi sono inventata una sorpresa per i ragazzi.
Non so come la prenderanno o come lo verranno a sapere, ma prima di partire volevo cercare di mettere in moto il loro sogno. Volevo iniziare ad ingranare le cose. In questi giorni continuavo a pensarci: o si muovono loro o lo faccio io. Così ho scelto la seconda opzione. Spero solo che mi abbiamo ascoltato..
-GLORIAAAAAAAAA.- Pedro stava urlando come se avesse avuto in mano un megafono e sbatteva i piedi sulle scale per farsi sentire, dato che io ero rintanata in camera mia.
Aprii la porta della camera per protestare, ma non ne ebbi il tempo.
-Vieni subito giù!-
-Pedro giuro che non sono stata io a ribaltare lo stendibiancheria!- Urlai di risposta, ma avevo già capito che dovevo avviarmi verso il salotto. Non avrebbe mai smesso di urlare.
-ADESSO!- No, aspetta. Mio fratello non urla mai.
Deve essere successo qualcosa.
Corsi giù per le scale più in fretta possibile e mi ritrovai davanti Pedro con in mano la cornetta del telefono di casa.
Pedro
-Pedro giuro che non sono stata io a ribaltare lo stendibiancheria!-
-ADESSO!- Non sapevo come comportarmi. Per niente.
Quella chiamata mi ha messo in una confusione totale. Noi non abbiamo fatto nulla.
Nulla, non abbiamo mosso neanche un dito. Il cuore mi batteva talmente tanto che iniziava a farmi male.
La vidi scendere dalle scale in fretta e furia e si mise a parlottare.
-Giuro, è stato Po! Prima di mezzogiorno l’ho trovato sullo stendi ed ho pensato “magari questo ci piscia sopra” così l’ho spostato cercando di buttarlo giù ma nulla. Alla fine..-
Continuava a parlare e se non l’avessi fermata sarebbe andata avanti ancora.
-Gloria, sai quanto me ne frega dello stendibiancheria a terra?- La guardavo con gli occhi sbarrati. Possibile che non abbia capito di cosa sto parlando? Ed io che pensavo fosse intelligente.
-Niente?- Era in uno stato confusionale.
E guardò la cornetta del telefono che avevo in mano.
-Ka è ancora malato?-
-Era la EMI, Glo.-
Sembrava strano pure a dirlo. No, non è possibile.
NON PUÒ ESSERE.
-La EMI ti ha chiamato per dirti che Ka ha la febbre?- Come distruggere discorsi seri con mia sorella.
La ignorai, per una volta deve capire quali sono le cose su cui scherzare.
Questa non lo è affatto.
-Ci ha concesso un provino. Ci ascoltano e ci dicono se facciamo cagare o tiriamo su qualcosa di decente.- Il suo sguardo cambiò in un attimo.
Non ci aveva pensato, non aveva capito subito di che stavo parlando. Ma dal suo sorriso complice ne sapeva più di noi. Scommetto che è stata lei, ne sono più che convinto.
-Toh, ma guarda. Vi avranno sentito suonare passando per strada.-
-Non c’hanno ancora sentito, Glo. Vogliono sentirci. Sei stata tu?-
-E perché dovrei essere stata io?- Non mi frega, non ce l’ha mai fatta.
-Chi è quella che continua a dirci che dobbiamo farci sentire, che il nostro è un talento che può portarci a grandi soddisfazioni?- Sostenni il suo sguardo con il mio, cercando una risposta nei suoi occhi, che faceva fatica ad arrivare.
-Si ok. Sono io.-
-Bene, e me lo dici così? Ti rendi conto di cosa hai fatto?!- Non ero arrabbiato, stavo solo bluffando. Le sue reazioni strane mi sono sempre piaciute.
La vidi sbuffare, stava andando fuori dalle grazie.
Ma invece di iniziare ad urlare parlò in modo deciso e determinato, cosa che non aveva mai fatto.
-Si che me ne rendo conto. Sto cercando di farti felice, te e i tuoi amici. So che è la cosa che conta di più per voi. La musica è il vostro sogno. E io voglio che lo realizzate, in qualunque modo possibile. Vi farò suonare anche nei bidoni dello sporco se è necessario. Questa volta proviamo con una casa discografica bella tosta. Pedro, è il tuo sogno. Il vostro futuro, me lo sento. Dovete tentare il tutto e per tutto. Tirate fuori tutto il vostro coraggio. Voglio vedere mio fratello felice. Non che tu non lo sia, tu sei la felicità in persona. Ma quella che arriva quando si è fieri di se stessi è tutta un’altra cosa, ti appaga in tutto. Ora prometti, per favore promettimi che ci proverai. Andrete alla EMI e darete il vostro meglio.-
E riprese un sospiro.
Si era sfogata del tutto, aveva tirato fuori tutta la grinta per dire quelle cose. Sta crescendo, non pensavo che avesse capito quanto il nostro progetto conta per noi. Non ho mai sentito mia sorella così vicina a me. Non in senso fisico, ma mentale. È arrivata talmente vicina al mio modo di pensare la cosa.
-No, te lo prometto. Non ci lasceremo scappare questa occasione. Ma dammi la possibilità di rimanerci sorpreso, un bel giorno il tuo sogno ti chiama al telefono senza preavviso e tu che fai? Mandi giù la notizia come se fosse giornaliera? Ma ora è arrivato il momento. Glo, andrò fino in fondo. Te lo prometto.-
Non ce la facevo più a stare lì con la cornetta in mano.
La lasciai e mi lanciai su mia sorella, abbracciandola nel modo migliore, per farle capire quanto le sono grato. Mi cinse il collo con le braccia e si strinse a me, il viso al mio petto.
-Grazi. Non riesco a dirti altro.- Senza rendermene conto la mia voce iniziava a tremare. E lei a singhiozzare.
Ci separammo solo quando la mia maglietta fu zuppa delle sue lacrime e solo quando vidi il sorriso sulle sue labbra. E sul mio rispecchiava lo stesso. Mia sorella crede in me, crede in noi.
E farò di tutto per non deluderla.
__________________________________
Forse è uno dei capitoli che mi è uscito meglio, vorrei che qualcuno lo commentasse.
Praticamente non mi fila più nessuno, ma se qualcuno ha voglia qua può commentare http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-8.html
Se non vi ho ancora rotto del tutto, mi piacerebbe sapere la vostra opinione.
Alla prossima!
Prima di tutto vorrei ringraziare @ale e robi... :* le uniche che mi seguono (YEPPAAA!)
Vi chiedo sempre un pò di pazienza perchè non sono veloce nel scrivere e la fantasia viene e va. My Chemical Romance - Famous Last Words (Video) - YouTube
Cap 26
Ste
-Claudio Cecchetto ci vuole sentire.-
Eravamo nel mio garage a provare la nuova canzone che aveva scritto Ka.
Avevo appena accordato il basso, quando Pedro entrò e ci dette la notizia.
-Ma smettila. Non sei ancora entrato e già inizi a fare battute?- Questa fu la mia risposta. Non gli credetti davvero.
Ci volle un quarto d’ora buono per farci cambiare idea. Il più scioccato era Ka.
Si era praticamente bloccato sul divano, che si guardava il suo strumento tra le mani.
E ci vollero ben due ore per farci smettere di esultare dalla gioia.
Lasciai il mio strumento appoggiato al muro e mi lanciai sul mio migliore amico. Letteralmente.
Gli finii praticamente in braccio.
E successivamente, per tutti, arrivarono le lacrime.
Nessuno di loro mi aveva mai visto piangere, tenevo sempre nascosta quella parte di me. Le lacrime scendevano raramente dal mio viso, ma questa volta non riuscii a trattenermi.
Eppure stavamo facendo tutti la stessa cosa, alla fine non contava nulla.
Eravamo felici, in capo al mondo.
Finalmente qualcuno ci aveva dato la possibilità di farci sentire, di far capire alla gente di che pasta eravamo fatti.
Non capivamo più niente, non ci rendevamo conto di cosa ci aspettava.
-Ci aspettano settimana prossima per il provino, nei loro studi.- Pedro ci spiegò nei dettagli la situazione, dal chi li aveva contattati al perché.
Se fosse stata li in quel momento avrei soffocato sua sorella dalla felicità, ma per precauzione era stata a casa.
Avere addosso quattro ragazzi di 70 Kg ciascuno non era una passeggiata. È il nostro momento. Voglio far capire alla gente che non sono uno str*nzo come mi vedono. Non sono senza cuore solo perché mi piace divertirmi. Anzi no, io non mi diverto affatto a passare da una ragazza all’altra. Ma è più forte di me.
Ho la musica dentro, ho qualcosa per cui sperare.
E insieme ce la faremo, me lo sento.
Dani
-Ancora non me ne rendo conto.-
Dopo essere passato da Glo a ringraziarla, mi fiondai a casa di Michela.
Non avevo il coraggio di farle sapere tutto al telefono, non avrei trovato le parole. Non sarei riuscito a trovarle. Ma forse nemmeno adesso.
-Di che?- Era venuta ad aprirmi la porta un po’ assonnata, probabilmente stava dormendo sul divano.
Non ero ancora entrato, così la presi da sotto le braccia e la alzai di peso, portandola in casa.
-Dani dai, c’ho l’ansia! Perché sei tutto entusiasta?- Il mio silenzio fa sempre impazzire tutti. Inquieto così tanto?
-Gloria ha chiamato la EMI, ci concedono un provino.- Le mie parole vennero involontariamente accompagnate da un sorriso su tutta la mia faccia.
Il mio umore era alle stelle, non potevo farci niente.
La faccia di Michela era un po’ tra il scioccato e lo spaventato.
-MIODDIO!- Urlò, per poi abbracciarmi con impeto e venendomi praticamente in braccio.
-Ma ti rendi conto? La nostra occasione, finalmente.-
Ero l’uomo più felice del mondo. Come non esserlo? Finalmente il mio sogno stava prendendo colore e la mia ragazza mi capiva, mi appoggiava.
-Sono molto contenta per voi, davvero. Gloria sa quello che fa, anche quando si butta a capofitto.-
-No, di questo non sono d’accordo. Come hanno detto “Si” potevano benissimo dire il contrario. Diciamo che forse abbiamo avuto anche un po’ di culo.-
Ora l’importante era prepararsi al tutto, andare là pronti e decisi. Se vogliamo il nostro sogno dobbiamo andare a prendercelo.
Ka Ok.
La adoro.
Pensare che una volta era il contrario, non riuscivo a guardarla in faccia da tanto mi stava su le palle.
La vedevo come una bambina che voleva sempre e solo il suo giocattolo.
Ora è una ragazza che mi ha capito.
Che ha agito senza pensare, e questo mi sta portando alla resa dei conti.
-Tu sei una cr*tina.-
Ci stavamo abbracciando.
O meglio, io ero entrato in casa sua senza bussare e mi ero avventato su di lei.
-Continua ad insultarmi, intanto tu hai un provino da fare grazie alla tua cr*tina.-
-Ma come ti è venuta l’idea di chiamare la EMI?- EMI, stava succedendo veramente!
-Non avevo niente da fare, mi sono messa su internet e ho chiamato il primo numero che ho trovato. Ma secondo te?- Le piace tirarmi per il culo.
-Cristo Glo, dimmelo!-
-No, ti inc*li! Non te lo dirò mai come ho fatto, sei contento lo stesso, dunque non rompere i maroni a me.- Seh, però ha sempre quel carattere di m*rda, che mi piace tanto.
Se non sarebbe per quello non riuscirei mai a stuzzicarla. Così di questo ne traggo vantaggio.
La strinsi a me un’altra volta, non riuscivo a stare fermo.
Sentii il suo profumo tra le mie braccia, non ci avevo mai fatto caso che sentiva di buono.
Anche se tutte le ragazze sentono di buono.
Abbassai lo sguardo sulle mie mani, che erano a pochi centimetri dal suo fondoschiena. Però.
-Abbassati ancora un po’ e sei morto.-
Risi compiaciuto e lo feci. L’ho già detto che adoro farla arrabbiare?
-Dio, quanto sei str*nzo! Ti avevo detto di non farlo.-
-Nessuno dice a Ka quello che non deve fare.-
-Afferrato il concetto, KA-pitano.- E si avviò verso il divano, prendendo un cuscino in mano.
-Questa mi piace.-
Mi avvicinai ancora a lei e misi le braccia dietro alla sua schiena, tanto per vedere a che punto era il suo limite di contegno.
Che non durò molto.
Mi arrivò un cuscino in faccia e mi ritrovai a terra con sopra Gloria che mi colpiva divertita.
-Ora fuori da casa mia, hai già rotto abbastanza.-
Mi alzai il più velocemente possibile e presi la via della porta.
Mi girai all’indietro per salutarla ma me la trovai troppo vicina. Approfittane, ora.
Non ci pensai due volte, le lasciai un bacio a fior di labbra sulla soglia di casa.
Nel caso in cui avrebbe reagito male avevo via libera.
Me ne andai subito, senza aspettare una sua reazione.
Sapevo solo che mi stava guardando le spalle mentre andavo via, con un gran sorriso in piena faccia.
_____________________________
Cooommenti qua http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-8.html
Nessun commento, vi posto immediatamente il capitolo.
Lo so, sono stata per troppo tempo senza postare, mi scuso!
Ecco qua!
Cap 27
Ka
Non aspettammo molto per fare il provino. Ci avevano dato una settimana di tempo per preparare la scaletta e prepararci noi.
In una sola settimana che si fa? Nulla, a parte stare in quelle quattro mura a provare come se non ci fosse un domani.
In sette giorni avremo dormito forse 10 ore, neanche.
Arrivammo all’ultimo giorno stravolti.
Quel pomeriggio siamo stati si nel garage di Ste, ma non a provare. Non ne avevamo più la forza mentale.
Così abbiamo parlato fino allo sfinimento. Abbiamo progettato tutto nei minimi dettagli, anche quelli più stupidi.
La sera non riuscimmo a dormire tranquillo, manco Dani che è peggio di una marmotta in letargo.
Ma ora è fatta.
Ieri siamo andati negli studi della EMI e abbiamo fatto quel cavolo di provino. Di pieno pomeriggio, con il caldo che ti fa morire prima di uscire di casa. Cecchetto è stato subito disponibile e gentile, eravamo noi che ci stavamo cagando addosso. Alla prima canzone non andava l’acustica della chitarra, il mio solito culo. Ma poi siamo riusciti a risolvere il problema e abbiamo finito tutto senza altri inceppi.Abbiamo parlato personalmente con Claudio e Pierpaolo e ci faranno sapere dell’esito entro la fine dell’estate.
Tutto è andato liscio, almeno spero.
Tutto il nostro lavoro è finito in un’ora di prove, in uno degli studi più importanti d’Italia.
Ci siamo giocati la nostra carta migliore, vedremo come andrà a finire.
Misi l’ultima valigia nel portabagagli del pullmino e andai con gli altri.
Ore 5.00 del mattino, destinazione mare del Gargano.
-No, non ti voglio vicino. C’è Ste che non vede l’ora di tormentarti per tutto il viaggio.- Gloria si era già seduta e, vedendomi pronto per sedermi vicino a lei, mi fermò.
-Appunto per quello non voglio stagli vicino, è una palla assurda.-
-Vedrai che ti divertirai- Rispose decisa mettendosi sdraiata apposta per occupare il posto.
-Come no.-
-Ci conto.-
Ma mi misi da solo dietro di lei. Vi prego, non tormentatemi con Ste!
Ma le mie preghiere non vennero ascoltate.
Dopo meno di un’ora di viaggio il mio amico si spostò vicino a me, cercando in tutti i modi di tenermi sveglio.
Canzoni, falsetti, sberle, versi. Tutto pur di non farmi chiudere quei maledetti occhi. Ma chi ha voglia di cantare alle sei del mattino? Manco Perdo lo fa!
-Ste, per favore. Vai a rompere i maroni a Giulia. Non ti reggo così presto, magari più tardi ma non adesso!- Cercai di essere il meno rude possibile. Siamo in vacanza, devo essere meno irritabile. Non voglio farmi far saltare i nervi.
Ste guardò un attimo nel vuoto e si girò verso di me.
-Ok, non è irritabile come te ma mi diverto lo stesso.- Detto questo si allontanò dai nostri posti, fermandosi qua e là a parlare con chi capitava.
È stato più facile del previsto, molto più facile. Meglio così.
Richiusi gli occhi e cercai di isolarmi dal rumore continuo del pullmino, ma non per molto. Mantenni le palpebre serrate, deciso a recuperare almeno un’ora di sonno. Niente da fare. Mi sentivo osservato.
Difatti in parte a me c’era una Gloria furibonda.
Occhi a fessura, braccia conserte. Si, furibonda.
-Il tuo amico mi ha sfrattato per rompere i maroni a Giulia-
-E perché sei così incazzata?- Lo ammetto, mi stavo divertendo un mondo.
-Stavo dormendo! Questa non la passa liscia.-
-E sei venuta qui perché..-
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
Non chiese nulla, si sedette nel posto dove 10 minuti prima era seduta uno scassa palle e tirò fuori il suo Ipod.
-Per favore, almeno tu lasciami due ore di sonno. Ne ho bisogno.-
-Siamo in due, se prometti di non fare casino farò il bravo bambino.-
-Ci sto.- Srotolò le cuffie e se le mise nelle orecchie.
-Buonanotte.- Il viaggio si prospettava tranquillo e quieto.
Giulia
Odio Ste. Col cavolo che provavo qualcosa, me l’ha fatta passare se avevo una cotta!
Oddio, alla fine era stato solo un momento così. Non avevo pensato a lui in quel modo più di tanto.
È solo un amico, tutto qui.
Rompe le palle in una maniera incredibile, ma come amico è davvero il migliore.
Nessuno sarebbe in grado di tenere il muso con lui nei paraggi.
Basta guardarlo un attimo in faccia e lui capisce, così si rende ridicolo per vederti felice.
Ma adesso lo odio comunque, come ha fatto a parlare per un’ora di quanto potrebbero puzzare due calzini non lavati da due mesi?
Cristo, o si fa di qualcosa o gli piace far saltare i nervi alle persone! Si è mangiato il dizionario, non smette di parlare. Cacchio, ma non gli si secca la gola? No, perché lui non è umano.
È Ste, appunto.
-Ste, basta! Parliamo di qualcosa di sensato, ti prego!- Ero esasperata.
-E di che?-
-Di qualunque cosa, ma non di calzini sporchi.-
-Di quanto sono belli i miei capelli?- Disse passandosi una mano sulla testa, tanto da figo poco vanitoso.
Mi si in ginocchio sul sedile per stare più in alto di lui e iniziai a scompigliargli i capelli, tanto da portare la sua testa a livello dell’ombelico.
-No, di quanto saranno belli quando scenderai da qui!-
Tornai al mio posto e lui rimase accucciato per un paio di secondi.
Alzò la testa. La faccia non era delle migliori, molto strana. Guardò davanti a se per un momento, come per rimettere in ordine i pensieri.
-Non li avevo mai provati così!-
Inc*zzato, manco un po’. Era divertito, ma quando si toccano i capelli al Mantegazza di solito è un miracolo avere ancora tutta la faccia intera.
-AHAHAHAHHA ma tu non stai bene! Io ti disfo i capelli e tu sei felice e non mi uccidi?-
È inutile, con lui cambi umore in meno di un secondo.
-Si, ma almeno adesso ti vedo sorridere. Quando sei imbronciata non sei carina come adesso. Dunque sono fiero di me stesso.-
Mi guardò sorridendo. Non con quel sorriso che fa sempre per prenderti per il culo. Quello vero, sincero.
Ripeto, è davvero un grande amico.
Nient’altro. E sono contenta di averlo capito prima che fosse troppo tardi.
_______________________________
Commenti! http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-9.html
Lo so, non è dei migliori. Mi rifarò nel prossimo.
Bye!
Cap 28
-Perché devo sempre affogare io?-
Eravamo in spiaggia, appena usciti dall’acqua. E guarda caso sono l’unica p*rla che sta cercando di stapparsi le orecchie dall’acqua. Sono stata più sott’acqua che sopra.
Loro non si divertono se tutti ti giorni non mi affogano.
E solo perché reagisco, mi inc*zzo e questo li fa divertire di più. È il loro scopo. Bambinetti, ecco.
-Hey, guardate che dobbiamo essere al villaggio entro le sei, che iniziamo le attività serali.- Giulia ci ricordò il programma del giorno.
Siamo animatori per una settimana del villaggio turistico dove alloggiamo, diciamo che stiamo facendo una specie di stage. Creiamo giochi, feste, facciamo divertire i bambini. Chiamasi lavoro estivo.
Dobbiamo tenere d’occhio i marmocchi, ma abbiamo anche il tempo per le nostre cose. Difatti abbiamo sempre le sere libere dove possiamo uscire dal villaggio e andare per conto nostro.
Finalmente possiamo goderci le vacanze.
Finiti tutti i nostri turni di lavoro non avevamo ancora voglia di andare a dormire, così ci avvicinammo tutti insieme verso la spiaggia. Di nuovo.
Passiamo praticamente tutto il giorno sulla sabbia, ma non riusciamo a staccarci da quel mare.
Era davvero uno spettacolo.
Ka si portava in spalla la sua chitarra ma non aveva mai voglia di suonarla. Non gli è mai piaciuta la tipica idea di suonare in spiaggia. La odia.
Difatti non lo fa quasi mai.
-Oh Glo, hai voglia di fare una passeggiata?- Mi chiese, cercando di mantenere un tono svogliato.
-Se non hai di meglio da fare.- Mantenni lo stesso tono, meglio non mostrarsi troppo entusiasta.
Così ci avviammo da soli, lasciando gli altri a divertirsi insieme.
Camminammo vicini, ma non volevo avere nessun contatto con lui. meglio così per adesso. Era immerso nei suoi pensieri e non volevo intralciarli per poi magari farlo incazzare in qualche modo.
Camminava a passo lento guardandosi i piedi, alzando qualche volta il viso verso il mare, per poi sospirare.
-Non ti sei mai sentita sbagliata?- Non si era fermato e non mi aveva guardato in faccia ma continuava con il suo passo repentino.
-Sempre.. Perché?- La domanda mi sorprese un po. In questo periodo mi era sembrato sereno e tranquillo.. perché questa domanda?
-Sempre? Ma stai scherzando?- Mi guardò con gli occhi fuori dalle orbite, era ovvio che pensava che io avessi un problema. E anche grosso.
Invece si sbagliava. O meno, in parte. Non c’era bisogno di sorprendersi, mi sono sempre sentita così.
-No, sono seria. Non sono cose su cui scherzare. Sai, la mia autostima penso si sia sotterrata un bel po di anni fa da qualche parte.-Mi bloccai lì.
No, non avevo voglia di confidarmi. E poi dovevamo parlare di lui, non di me. Non ho problemi, oramai sono abituata a questa sensazione di malinconia.
-E ti senti sbagliata per tutto?-
-E tu? Ti sei mai sentito sbagliato?- Cambiai discorso. Come ho detto, meglio evitare il tutto.
-In questo periodo molto. Continuo a pensare a quel cacchio di provino della EMI e mi rimprovero del fatto che forse non ho dato il meglio di me. Forse non sono fatto per queste cose: l’ansia, gli esami, una valutazione. Le ho sempre odiate e l’unica cosa in cui mi sentivo sicuro era lei, la chitarra. Ora nemmeno in quella. Odio questi tipo di situazione, odio queste e mozioni di m*rda.- Alzava la sabbia con i piedi.
-Ma ti stai ascoltando? La musica è tutto per te. Non puoi continuare a pensare a quel giorno. Basta, è tutto andato. Quel che è fatto è fatto. Guarda avanti e fregatene se è andata male. Tu dentro hai un gran talento che non può essere abbattuto da persone a cui non piace. Smettila di farti questi problemi.-
-In questo periodo ho pensato anche ai rapporti che ho con certe persone, e mi sono accorto che sono diventati più solidi. Più concreti. E non voglio che queste persone se ne vadano da un momento all’altro. No.- E sospirò. Non l’avevo mai visto così abbattuto.
-Ma dove è finito il mio Ka che guarda sempre avanti? Quello con la grinta negli occhi? Tu sei spensierato, non puoi pensare a queste cose. Quella è la mia parte. Nessuno ti abbandonerà, perché hai vicino delle persone che per niente al mondo ti cambierebbero. Perché adorano sia i tuoi pregi che i tuoi difetti. Sei Carmine Ruggiero, quello con il sorriso in faccia, quello che la vita se la gode. E, per favore, continua ad essere te stesso.-
Mi sorpresi di me stessa. Ero proprio io che dicevo tutto questo?
-È solo un periodo così, passerà. Sicuramente.- Dissi l’ultima parola con esitazione. Era come se in fondo stessi cercando anche di convincere me stessa.
Alzò i suoi occhi e mi guardò dritto in faccia. Serio.
-Ti prego, promettimi che non mi abbandonerai. Stai diventando importante. Un.. un’amica importante, ecco.-
Lo abbracciai, l’unica cosa che mi venne in mente di fare. D'altronde non fa mai male un abbraccio,no? l’abbraccio rasserena, conforta. Ti fa sentire a casa.
-Finche tu non vorrai il contrario ti sosterrò e ti sarò sempre accanto. Promesso.-
Questo poteva aiutare. Sia me, sia lui. la sicurezza di avere qualcuno accanto che ti sosterrà sempre è ciò che ti tiene vivo, che ti tiene stretto ancora alla realtà.
_________________________________
Può sembrare banale, ma per me non lo è affatto.
Forse è il capitolo a cui tengo di più.
Qui commenti, se c'è ancora qualcuno http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-9.html
Cap 29
-Ok, non correte. Cristo aspettatemi!- Giulia stava urlando a squarcia gola mentre correva dietro di noi.
Ultima giornata al mare, purtroppo.
Per questo cercavamo di godercela al meglio. Abbiamo finito i nostri turni ieri sera e abbiamo tutta la giornata libera. Per un momento abbiamo staccato da ciò che è rimasto a casa, soprattutto i ragazzi. Con tutto lo stress che il provino aveva creato stavano dando di matto, ma ora li vedo più rilassati.
Anche Pedro, stranamente. Hanno lavorato molto e tutti speriamo che il mazzo che si son fatti porti le cose a buon fine.
-Scansafatiche di una! Muovi il culo!- Ste la aspettava fuori dall’acqua sbuffando.
Non so più che cosa abbia in mente Giulia, non ne abbiamo più parlato, ma il rapporto con Ste credo stia migliorando. Non hanno più voglia di prendersi a mazzate, stanno ore a confidarsi tra loro. Sono diventati grandi amici e tutta la tensione che c’era un tempo è sparita in un baleno.
Questa vacanza ha rilassato tutti e unito il gruppo ancora di più, anche se non ce n’era bisogno.
Arrivò ansimando sulla spiaggia, piegandosi sulle ginocchia e maledicendoci con lo sguardo.
-Str*nzi.-
-I complimenti sono sempre ben accetti.- Disse Ka tirandosi su gli occhiali.
-Oh, Glo. Hai visto Michele?- Mi chiese Giulia indicandomi il gruppo di ragazzi dietro di noi tutti a torso nudo. Ah già, Michele.
Non me lo ricordavo neanche più, e le ragazze non sanno ancora che non la penso più come prima su di lui. Ormai mi è indifferente.
Preferisco stare con altre persone che con gente che non mi guarda neppure. Preferisco stare con la gente vera. Faccio finta che mi interessi, tanto per mandare avanti la farsa ancora per un po’.
Tolsi lo sguardo, girandomi verso Ka.
Che aveva uno sguardo nero quando cinque minuti prima avrebbe fatto il simpatico con tutti. Viva gli sbalzi d’umore, la cosa più odiosa del mondo.
Quando li ha Ka la cosa peggiora perché condiziona tutti involontariamente. È ciò che da colore al gruppo, e se questo cambia di conseguenza tutto va nella stessa direzione. Situazione molto scomoda a volte, ma viene spontaneo guardarlo in faccia e farsi condizionare dal suo umore.
Ka Ma chi c*zzo è Michele?
Quello mingherlino a cui si vedono le ossa? Non me ne intendo ma non si può guardare!
E se la tira pure.
È confortante il fatto che Gloria gli stia dietro. Sono il ragazzo più felice del mondo, c*zzo.
C’ho un sorriso che parte da un’orecchia e finisce dall’altra, e la felicità che sprizza da tutti i pori.
Manco fosse Natale. No Ka, stai calmo. Non arrabbiarti per queste cose.
Certo che non pensavo le piacessero quei tipi di ragazzi. Si merita molto di più di uno a cui interessano più i capelli che i sentimenti.
Uno come me ad esempio. La farei felice, ad ogni costo. Merita il meglio, non un filo d’erba rinsecchito. Ok, io non sono un bel vedere, c’ho la pancetta ma è colpa della birra!
Il meglio e tutto sotto, non l’ho ancora tirato fuori per nessuna.
E non lo farò nemmeno con lei.
Non ha senso provarci quando sai già dall’inizio di aver perso. Mi verrebbe voglia di spaccagli la faccia a quel Michele, ma non posso. Che fai, Ka?
Volti pagina o stai qui a torturarti guardandola sognare qualcun altro?
_________________________
E' corto, brutto e fa cag*re.
Lo so, non piace neanche a me. http://forum.teamworld.it/forum1743/...-musica-9.html
Segnalibri