Capitolo 1
Oggi sono vestita con una maglia nera dei misfits, panta di pelle neri e anfibi.
-Buongiorno signorina, la sua valigia la metta pure qui- indicandomi il baule della Lamborghini.
-D’accordo- cosi mollo la valigia dove mi ha detto lui ed entro in macchina, pronta per andare all’aeroporto. Sinceramente ero molto eccitata all’idea del viaggio e di arrivare a Milano o meglio a Magenta.
Il viaggio casa-aeroporto durò circa un’ora, e sono stata tutto il tempo attaccata all’mp3. “questo agente non è molto socievole” lo guardai con un grande punto di domanda, quando ad un tratto cominciò a parlare.
-Si troverà benissimo da Omar- io lo guardo come dire “chi sarebbe Omar?”, lui intuì.
-Omar Pedretti è il tuo parente alla lontana che ti ha chiamato ieri pomeriggio- ora capii subito.
-Wow, e le potrei chiedere come è fatto sto Omar?- ero molto curiosa magari poteva piacermi haha, a volte fantastico troppo.
-Puoi darmi del tu, io sono Gaetano agente di Omar, comunque è alto capelli corti neri, viso dolce, ragazzo molto romantico, ma mai come suo fratello-
-Ha un fratello?- ero davvero troppo, troppo curiosa.
-Ila vedrai tutto al momento, più ti rispondo e più diventi curiosa- l’agente continua a sorridere per tutto il viaggio fino all’aeroporto.
-Questo è l’aeroporto giusto?- domando mentre scendo dall’auto.
-Esatto, questi sono i tuoi bagagli e questo il tuo biglietto, bene andiamo- e intanto ci incamminiamo dentro l’aeroporto, pieno zeppo di gente.
In aereo io stetti tutto il tempo a dormire, ero distrutta. L’agente era al computer a fare delle cose di lavoro.
-Ila siamo arrivati, giù dall’aereo ci attende la Lamborghini- Gaetano mi scuoteva le spalle per svegliarmi e alla fine siamo scesi dall’aereo. Io non avevo più la concezione del tempo..
-ma che ora si sono fatte?- ero ancora molto assonnata
-le 17 p.m- sorrise Gaetano.
Il viaggio in macchina fu alquanto silenzioso, quando ad un tratto vidi una casa meravigliosa con un giardino immenso davanti, pieno di alberi, sembrava un bosco. Scendo dall’auto alquanto meravigliata dalla bellezza di quel posto.
-Tranquilla, guardati pure in giro se vuoi ai bagagli ci penso io- mi girai e ringraziai l’agente, ero davvero entusiasta ma anche emozionata all’idea di essere arrivata. Mentre giravo per l’immenso giardino, un cane battufoloso mi venne incontro.
-Scusa, se ti ha spaventata lei è Tea- era la voce di un ragazzo, ma era molto diversa da quella di Omar. Appena alzo lo sguardo rimango impietrita, è un ragazzo di 18 anni, coi i capelli fino le spalle mossi e ricci allo stesso tempo e gli occhi color nocciola.
-ehm..oh tranquillo, non mi ha spaventata a me piacciono gli animali, tu dovresti essere il fratello di Omar giusto?- faccio fatica a fissarlo negli occhi.
-Si sono Pedro..tu..dovresti essere..- la nostra discussione viene interrotta..
-Pedro..dai andiamo a suonare nel garage che tra un po’ Stefano deve andare- è la voce di un ragazzo che lo chiama.
-Scusami, devo andare a presto- e corre via.
Io rimango lì come imbambolata, e accarezzo il cane.
-Ehi benvenuta- urla una voce alle mie spalle.
Mi giro e vedo Omar.
-Oh grazie, tu dovresti essere Omar giusto?- mi avvicino e porgo la mano.
-Si esatto e tu sei Ilaria..oh già scusa Ila, ti da fastidio essere chiamata per nome intero- mi stringe la mano e sorride.
Il viso, si lo guardo bene, identico a suo fratello Pedro.
Intanto nel garage..
-Pedro ma dov’eri finito?-
-Scusatemi ragazzi, ma Tea è andata contro una ragazza che abiterà qui con me e mio fratello, allora per precauzione ho fatto allontanare Tea di solito aggredisce tutti, ma questa ragazza no- sono rimasto alquanto esterrefatto..”ma chi sarà quella ragazza?”
-mmm..Pedro ci sei? Terra chiama Pedro- Dani prova a farmi svegliare
-Si scusami, è che stavo pensando a chi è quella ragazza-
-Pedro, tranquillo tanto l’hai a casa tua, l’avete il tempo di conoscervi e poi se non mi sbaglio ormai sono già due anni che stai con Elisa “l’antipatica”- Stefano ogni volta doveva mettere in mezzo la mia ragazza per farsi qualche risata.
-Lo so, che sto con Elisa..però questa ragazza è curiosa-
-Basta ora si prova, dobbiamo trovare l’arrangiamento per “make up your own mind”- e le bacchette di Dani partirono per dare il ritmo.
Ritorniamo a me.
Omar mi ha appena mostrato la casa, è favolosa, ma la parte che mi piace più di tutti è la mia camera che era collegata a quella di Pedro. Letto matrimoniale con lenzuolo leopardato, chitarra acustica a mia disposizione, microfono più mixer e si fa musica. E’ già l’ora di cena, ma nessuno chiama, mi incammino in cucina e trovo Omar con Gaetano che si esperimentano ai fornelli.
-Posso essere d’aiuto?- domando tutta entusiasta.
- Ma tu sei l’ospite- ridono in coro.
- Secondo me sono più brava di voi- poi noto cosa stavano combinando ed era un emerito disastro.
-Lasciate fare a me, per favore andate pure ad avvisare Pedro-
Mi in cimentai perfettamente ai fornelli, dei buon maccheroni al ragù. Mentre apparecchio la tavola sento un po’ di persone arrivare, quando entrano c’era Pedro, Omar, Gaetano e altri tre ragazzi.
-Ragazzi, vi presento Ilaria chiamatela Ila però da oggi in poi vivrà con me e Pedro- Omar, mi prende sotto spalla e sorride ai ragazzi.
-ehm ciao a tutti, molto piacere- ero alquanto imbarazzata.
-Piacere io sono Dani, batteriologo della band- mi porge la mano con sicurezza e mi guarda in un modo alquanto strano.
-Io sono Ka il chitarrista e lui è Ste il bassista- mi porgono entrambi la mano; Pedro rimane lì fermo, immobile senza spiaccicare una parola.
-Ragazzi, ora finisco di apparecchiare e poi è tutto pronto- sono alquanto agitata con tutti i loro sguardi che mi fissano.
-Tranquilla, ti do una mano io- Dani viene lì e comincia a prendere posate e piatti.
Quando ci sediamo a tavola ringrazio Dani dell’aiuto, Pedro ancora zitto. Ma per poco.
-Beh che ti è preso? Prima eri così curioso e ora Po’ ti ha mangiato la lingua?!- Dani tenta di riportare alla realtà Pedro.
-Io? Po’? Curioso? Ma non sono un delfino- Pedro è alquanto confuso.
-Pedro con Elisa come vanno le cose?- s’intromette Omar
-Dobbiamo parlarne proprio ora?-
Omar allora capisce che non è il momento adatto per trattare l’argomento.
Ka, Ste e Dani si guardano tra di loro, lanciandosi occhiate divertite, per poi esplodere a ridere fragorosamente.
Dani volge il suo sguardo verso di me e, io, dall’imbarazzo, rovescio l’acqua.
Accidentalmente finisce sulla maglietta di Pedro.
-Oddio, scusami!- esclamo io dispiaciuta
-No, non fa niente- Pedro è ritornato finalmente alla realtà
Mentre Pedro si toglie la maglia, Ka ironizza –No, non fa niente-
Tutti si mettono a ridere.
-Pedro ma c’è una signorina- esulta Ste.
Pedro corre nella sua camera a cambiarsi la maglietta, intanto tutti abbiamo finito di mangiare e comincio a sparecchiare per prepararmi a lavare i piatti.
Omar raggiunge suo fratello in camera; Ka e Ste ci salutano e ritornano a casa.
Dani resta ad aiutarmi.
-Ti ringrazio di nuovo per il tuo aiuto- dichiaro mentre verso il detersivo sulla spugna
-Ma figurati, quanti anni hai?-
-diciotto te?-
-diciotto pure io, che facoltà hai scelto all’università?-
-psicologia tu invece?-
-giurisprudenza, ma sei fida..-
Improvvisamente entra una ragazza, me ne accorgo solo dalla voce
-Pedro ma hai chiamato un ospite o una sgualdrina?-
-Dani, ma come ha fatto ad entrare questa prostituta?-
Dani si spancia dalle risate e fa casualmente cadere un piatto con del ragù addosso a lei.
Lei grida e attira l’attenzione di Pedro – Basta questo è troppo! Io me ne torno a casa-
-Ma che succede?-
-fattelo spiegare da quella sgualdrina-
Pedro entra in cucina non sapendo cosa era successo in quell’istante.
-Ops- sussurro.
Pedro mi fissa mentre Omar non riesce più a controllare la risata.
Finito di lavare, Dani mi aveva salutata cinque minuti prima che finissi di lavare i piatti, Omar era già nel mondo dei sogni, mentre Pedro non lo so.
Entro in camera e tiro un sospiro, mi specchio per un attimo allo specchio e ammiro i miei capelli rossi scivolarmi sulle spalle, mentre fisso lo specchio noto il riflesso di Pedro nel terrazzo; mi avvicino è al telefono e sta discutendo.
-….- l’interlocutore sembra insistere su qualcosa.
-Elisa, basta è stato solo un incidente, non succederà più!- Pedro sembra quasi che stesse piangendo.
Chiude la chiamata e si gira verso di me,
-hai sentito vero?-
-ehm..si, ti chiedo scusa. Anche se non ti conosco mi dispiace vederti cosi ci devi tenere molto a lei..- mi avvicino e mi appoggio sull’inferiata.
Sento il suo sguardo addosso.
-tranquilla..ti chiedo scusa io per come si è comportata lei..sai non è mai riuscita ad avere delle amiche e tempo fa non era cosi..-singhiozza mentre mi dà la buonanotte e andiamo a dormire nelle nostre stanze. Mi addormento subito, ma durante la notte sogno che Pedro mi fissa dalla finestra, mi sveglio di soprassalto e mi sembrò di vedere veramente lui alla finestra. Cosi mi alzo e vado in terrazza. Tira un vento caldo che mi fa alzare la vestaglia da notte, le dita dei miei piedi sfiorano il marmo caldo riscaldato dal sole durante la giornata. Ecco, mi trovo di fronte alla porta della camera di Pedro, non vedo nulla cosi apro la porta-finestra cercando di non fare rumore; mi muovo molto furtivamente quando di fianco a me sento qualcosa muoversi. Mi fermo e sento il mio cuore battere sempre di più; mi giro e qualcosa viene verso di me, dalla paura corro via, ma nel terrazzo faccio uno scivolone che mi fa perdere i sensi.
Il sole mattutino entra dalla finestra, mi sento confusa mentre stiracchio le mie braccia; la mia vestaglia è tutta alzata e ai miei piedi vedo un enorme gatto nero che appena vede che lo fisso si avvicina e mi fa le fusa, mentre lo accarezzo noto un ciondolo con su scritto “Po’”.
“che nome buffo” penso.
-Buongiorno- Pedro era davanti a me a petto nudo e con dei pantaloni grigi.
-buongiorno a te- sorrido quando mi ricordo di abbassare la vestaglia.
Lui ridacchia.
-Ma tu attiri gli animali.-
-haha a quanto pare- mi alzo e mi viene uno dei miei soliti svarioni.
Pedro era in camera che si vestiva e appena vede che sto per cascare corre da me a sorreggermi.
-Tu devi mangiare..ti va di venire a far colazione a un bar qui vicino con me e i ragazzi?- Pedro sembra alquanto imbarazzato a farmi questa proposta però magari è solo una mia impressione.
-Certo molto volentieri, ti ringrazio. Allora ora mi preparo- Pedro mi stava ancora sorreggendo, e quando lo nota..
-Oh scusa..ti aspetto nel portico- quando se ne va, noto che diventa tutto rosso.
Io gli faccio un sorriso che lui ricambia.
Mentre faccio le mie faccende in bagno, sento le voci di Omar e Pedro provenire fuori dalla porta del bagno..
-Buongiorno Pedro, tutto ok?- La voce di Omar sempre molto pimpante.
-Ehi Omar, si dai..ieri sera Elisa mi ha diciamo “minacciato”- sentendo quelle parole mi avvicino alla porta cercando di seguire il discorso.
-Pedro, scommetto che ti ha detto qualcosa riguardo l’ila-
-Esatto, vorrebbe che le sto lontano e che non le rivolga la parola..ma non riesco, non so perché. Ora ti dico una cosa ma deve rimanere tra noi fratello- io rimango sempre più sbalordita ma sento le loro voci sempre più lontane..
-..- Pedro racconta qualcosa a suo fratello.
-Cosa è svenuta?!!- l’urlo di Omar rimbombò e io capii che era stato Pedro a riportarmi nel mio letto.
Appena esco dal bagno, Pedro e Omar erano ancora li a parlare.
-Ehm..sono pronta andiamo?- ho paura di interrompere una conversazione importante.
Omar sta continuando il discorso ma Pedro mi stava osservando, senza aver sentito il discorso del fratello,
-Omar, io e ila andiamo- lo sguardo di Pedro era fisso sul mio, i suoi occhi sembrano che mi stiano leggendo dentro, il mio viso sento che si arrossisce. Omar si gira verso di me e sgrana gli occhi
-Sei più bella di ieri-
-Oddio, ti ringrazio- arrossisco del tutto.
-Omar meglio che andiamo prima che svenga dall’imbarazzo-
Cosi salutiamo Omar e Gaetano che era appena entrato nella sala, e ci dirigiamo al bar vicino casa; mi sento strana vicino a lui..
“Ila non puoi, è fidanzato..” la mia voce interiore insiste.
Ecco, arrivati al bar per fortuna c’è poca gente e in un tavolino vedo i ragazzi.
-Pedro sono là gli altri- gli tiro il braccio dato che lui stava andando da tutt’altra parte.
-Buongiorno Pedro, non ci avevi detto che veniva anche ila- Dani appena mi vede si alza in piedi e mi sorride.
-Se volete me ne torno a casa-
-No!- Pedro e Dani all’unisono.
- Cos’hai detto Pedro?! Lei dice che può tornare a casa e tu non vuoi?!- ed ecco che spunta da dietro le spalle di Pedro, Elisa con una ragazza che sembrava alquanto stufa.
-Senti, se hai qualcosa contro di me ne possiamo parlare- mi alzo dal tavolo non ne posso più nemmeno mi conosce e si permette di comportarsi così.
-Bene, vieni!- Elisa si allontana, vuole che la segua.
-Sta attenta Ila è una vipera quella donna- Dani mi abbraccia. Pedro non sa come reagire in una situazione del genere. Così esco dal bar e vedo Elisa che mi attende.
-Bene, ascolta: o stai lontana da Pedro senza rivolgergli la parola oppure ti faccio scacciare dalla sua famiglia.- Lo sguardo di Elisa è pieno di rabbia e d’odio. Non so cosa fare, io voglio parlare a Pedro però se lo faccio non lo rivedrò più e non posso sopportare una cosa del genere, così accetto di non parlare più a Pedro.
-Hai fatto la scelta giusta cara- fa un sorriso beffardo.
Non ce la faccio più, sento gli occhi colmi di lacrime così me ne corro via, proprio nel momento in cui escono dal bar Pedro e i ragazzi.
-Ila dove corri?- Pedro grida alle mie spalle ma io faccio finta di nulla e corro via non so per dove ma non a casa,
-Tranquillo amore ci sono io- Elisa si avvicina a Pedro e tenta di baciarlo, ma lui lo evita
-***** le hai detto brutta vipera?! Pedro ora la vado a cercare, non so come fai a sopportare una ragazza del genere- Dani sembrava alquanto incazzato con ciò che è successo.
-Io non ho fatto niente le ho solo dato un consiglio da donna-
-Si, Dani vai per favore- Pedro è preoccupato ma aveva capito che forse tra me e lui non sarebbe stato come paio di ore fa.
Intanto io ho frenato la mia corsa, e mi trovo in un parco dove non c’è nessuno, proprio perché ha cominciato a piovere,
“che bello, senza ombrello e senza felpa” penso dentro di me, dato che siamo a fine giugno, non sto a mettermi la felpa.
Da lontano vedo un albero cavo cosi decido di mettermi lì finché non si calmerà la pioggia.
Comincio ad avere freddo, la pioggia non fa altro che aumentare sempre di più e poi come non detto comincia ad entrare dentro all’albero e io mi bagno tutta, il fango sembra conquistare i miei jeans neri attillati e io non ci posso far nulla. Guardo in mezzo alla pioggia e mi sembra di vedere un’ombra.
-Ilaria!! Ilaria!! – è la voce di Dani.
Sinceramente mi fa molto piacere che sia venuto a cercarmi, cosi mi alzo tutta inzuppata di fango e corro da lui.
-Dani, sono qui!!- urlo per vedere se riesce a trovarmi.
Ad un tratto sento una mano sulla spalla, e appena mi volto questa persona mi abbraccia, capii subito che era Dani.
-Dove caspita eri finita? Sono tutti preoccupati per te compreso io-
Mi scendono giù delle lacrime che mi scaldano il viso, ma con la pioggia non lo può capire.
-Mi dispiace, non ce la facevo più , avevo bisogno di stare un po’ con me stessa-
-Capisco, dai ora andiamo- apre l’ombrello e ci incamminiamo a casa di Pedro, dove io avrei passato il resto dei miei giorni, almeno credo.
Siamo quasi arrivati a casa, e in quell’istante ripenso a quello che mi ha detto Elisa..”Non parlare a Pedro sennò ti faccio scacciare da quella famiglia..” bene, il lavoro è difficile, ma sono sicura che ce l’avrei fatta, anche se con molto dolore.
-Eccovi finalmente, ormai davamo per disperso anche te Dani- Ste ci apre la porta e mi sorride..
-Stai bene Ila?! Mi dispiace per quello che ti ha fatto Elisa, io non volevo però ormai hai capito com’è fatta- Pedro si sente in colpa, ma non posso rispondergli cosi saluto Ka e me ne vado in camera mia.
-Ma che le prende?- Pedro mi fissa mentre salgo le scale,
-Non so, magari è ancora nervosa per quello che è successo stamattina- Ste sembra spaesato,
-Ragazzi scusate oggi le prove saltano..- Pedro si butta sulla poltrona disfatto
-No, Pedro le prove possono esserti d’aiuto a darti ispirazione e a farti pensare ad altro- Ka pone la mano a Pedro.
-Ragazzi ho un’idea arrivo subito- Dani corre sulle scale e viene in camera da me.
Le lacrime si sono calmate, dai alla fine non è andata così male prima con Pedro, sono stata brava. Apro la mia borsa dove tengo un quaderno con tutte le canzoni da suonare al pianoforte e da cantare. Scelgo:
“Stop this song” dei mitici Paramore.
Il piano comincia a prendere vita, con le mie dita che ci danzano sopra e le note che accompagnano la mia voce.
“Sono andata troppo lontano per tornare indietro, ma tu non hai alcun indizio
Tu non sai cosa mi fai...
Ci ho passato sopra fino a superarti, ma tu non hai nessuna traccia di me
Tu non sai cosa mi fai”
-Ehi Ka, aspetta prima di andare in bagno ascolta- Dani e Ka origliano dalla fessura della porta di camera mia;
“ Qualcuno può fermare questa canzone così non la canterò più
Qualcuno fermi questa canzone cosi non la canterò più.
La tua canzone da malato d’amore ha preso il meglio di me stasera
Ma tu non mi avrai se non canterò”.
-Oddio, ma prima di tutto suona benissimo il piano e secondo ha una voce meravigliosa- Ka rimane sbalordito cosi aprono la porta,
-Ehi ma avete sentito?- Io mi vergogno a far sentire la mia voce ad altre persone.
-Si, e sei fenomenale..ma perché non ti fai una band? Faresti subito un gran successo- Dani sorride e si siede di fianco a me.
-Si hai un talento naturale, ora scusatemi ma devo andare in bagno siccome Dani non mi ci ha fatto andare per sentirti- Ka guarda Dani ed esce.
-Senti volevo chiederti...ti va di venirci ad ascoltare giù in garage per le prove?-
-Non credo di venire- le mie dita sono ancora sui tasti del pianoforte
-Dai vieni fallo per me, tanto la vipera non c’è- Lo guardo, e comincia a farmi gli occhi dolci,
-Eh va bene vengo- sorrido.
-lo sapevo che avresti detto si! Comunque l’hai scritta tu questa canzone?- Dani prende in mano il foglio.
“Ferma questa canzone
Tu pronunci le cose più dolci e io non riesco a trattenere il mio cuore dal farlo cantare al suono della tua canzone. I miei stupidi piedi continuano a muoversi a questo ritmo 4/4.
Sono in tempo con te,Su questo ritmo 4/4, morirei per te.
(Qualcuno fermi tutto questo)
Sono andata troppo lontano per tornare indietro, ma tu non hai alcun indizio
Tu non sai cosa mi fai. Qualcuno può fermare questa canzone così non la canterò più
Qualcuno fermi questa canzone cosi non la canterò più...
Non lascio mai che l’amore entri in me cosi tengo il mio cuore lontano dal essere ferito
Lo tengo il più lontano possibile e vivo con questa idea, ma cedo a questo ritmo 4/4
Sono in tempo con te. Con questo ritmo 4/4, morirei per te.
(Qualcuno fermi tutto questo)
Sono andata troppo lontano per tornare indietro, ma tu non hai alcun indizio. Tu non sai cosa mi fai...Ci ho passato sopra fino a superarti, ma tu non hai nessuna traccia di me
Tu non sai cosa mi fai. Qualcuno può fermare questa canzone così non la canterò più
Qualcuno fermi questa canzone cosi non la canterò più.
La tua canzone da malato d’amore ha preso il meglio di me stasera ma tu non mi avrai se non canterò. Cammino come un ragno non può essere uccisa, anche se ci stò provando e riprovando. Beh, non vedi che sto mollando?Non voglio amarti, ma lo faccio.”
-Si l’ho scritta io- sorrido e gli prendo il foglio dalle mani.
-Beh perché me l’hai preso in questo modo?-
-Scusa è che sono molto gelosa delle mie cose e si dal caso che le canzoni sono la mia parte più intima- sistemo il quaderno e lo metto sotto al mio cuscino.
-Capisco, comunque dai fa le tue faccende e poi scendi in garage, ti attendiamo- Dani si alza ed esce facendo un sospiro.
Comincio a sentirmi un po’ meglio, cosi mi faccio la coda ai capelli e vado in bagno, ma quando provo ad entrare la porta è chiusa a chiave.
-Ka sei ancora in bagno?-
-Eccomi- Ka apre la porta
-oh grazie devo prendere solo la spazzola- mi sporgo dalla porta
-Dai andiamo giù che gli altri ci aspettano- Ka mi attende sulla soglia delle scale, sembra agitato per le prove, magari perché devono suonare davanti a me.
Cosi scendiamo giù dalle scale e arriviamo al garage, c’erano la batteria di Dani fatta a specchio, vari mixer, il basso di Ste, la chitarra di Ka e il microfono di Pedro.
-Bene cosa mi suonate?- domando molto curiosa di sentirli
-Veramente abbiamo solo l’arrangiamento- Ste è alquanto dispiaciuto a dirmi questa verità
-beh magari ora se suonate vi viene qualcosa in mente- ero molto sicuro che sarebbero riusciti a ricavare qualcosa; Pedro sembra molto pensieroso non dice una parola, cosi si mettono a suonare e vedo Pedro che scrive su un foglio.
-Ragazzi che ve ne pare, ora ve lo canto senza arrangiamento- Pedro comincia a cantare, un testo favoloso.
“Sarei potuto essere più concreto, forzarti a restare non è il mio modo di fare
Perché non appartieni a me? Sono disposto a pagare per renderti mia
Per favore, tuffati in questo mio pazzo mondo. Sono sicuro che sarà così bello.”
Vorrei tanto dire che è stupendo questo pezzo, però non posso parlargli.
-Sei un poeta Pedro, Ila tu che ne pensi?- Dani mi guarda, e dato che è stato lui a chiedermelo posso anche rispondere
-E’ fantastico, è un testo meraviglioso, davvero- Guardo Pedro, e lui mi sorride.
Finite le prove, Dani si avvicina a me e mi chiede il numero di cellulare cosi glielo do,
-poi se vuoi un giorno potremmo uscire insieme- Dani mi abbraccia e mi da la buonanotte.
-molto volentieri Dani, grazie di tutto- gli stampo un bacio sulla guancia, poi saluto Ka e Ste.
Io e Pedro ci fissiamo,
-Omar non c’è quindi dobbiamo prepararci la cena noi- Pedro tira fuori una pentola e la riempie d’acqua; io me ne torno in camera senza dire una parola anche se potrei parlargli dato che lei non c’è ma non posso ho paura di rompere quella “promessa”.
-Ma si può sapere che ti prende? Perché non mi rivolgi più la parola da quando Elisa ti ha parlato?- Pedro mi ferma, prendendomi il braccio; il suo viso è vicinissimo al mio i suoi occhi dentro ai miei, non riesco a resistere ed ecco di nuovo quelle lacrime calde che scivolano sul mio viso.
-No..ti prego, non piangere- Pedro mi abbraccia ma io ripenso di nuovo alla “vipera” e lo spingo via, lo guardo e me ne corro in camera.
“ma c*zzo ho fatto!” penso dentro di me.
Intanto sento Pedro che sbatte la porta del corridoio. Io mi asciugo in fretta e furia le lacrime e prendo la mia chitarra e comincio a suonarla e soprattutto a cantare con essa.
“Questi sentimenti che non riesco più a sopportare. Questo vuoto sul fondo del mio cassetto. Sta diventando più difficile fingere.”
Mi fermo, sento i passi di Pedro che si avvicinano alla stanza così rimetto a suo posto la chitarra e faccio finta di dormire, con ancora il viso bagnato dalle lacrime. La porta si apre, sento i passi sempre più vicini, il mio cuore che batteva a mille e poi una cosa che non mi sarei mai aspettata. Pedro mi stampò un bacio sulla guancia e mi coprì. Quando mi da il bacio io faccio finta di girarmi dall’altra parte e sentivo i passi di Pedro andare nella sua stanza.
Così mi sveglio e mi tocco la guancia dove mi ha dato il bacio, e mi metto a dormire.
“Sto camminando nel buio, quando sento dietro di me dei passi molto veloci..mi giro lentamente e vedo un uomo vestito di nero che mi fissa con insistenza e aumenta la velocità del passo. Io comincio a correre, ma ad un tratto lui mi tira dal braccio e mi bacia..Il bacio sembrava così vero, quando Po mi morse il naso e mi svegliai.”
Apro gli occhi e davanti a me trovo gli occhi verdi di Po che mi fissano come se volessero darmi il buongiorno.
-Ho capito Po è ora di alzarsi- adesso mi metto a parlare pure con gli animali,
mentre cerco di alzarmi sento un braccio attorno al mio bacino..è quello di Pedro.
Sta ancora dormendo, si vede che ieri sera è venuto qui a dormire, che strano.
-Ragazzi la colazione è pronta!- Omar ci sta chiamando e meglio che Pedro non si fa trovare qui..
-Si, Omar arriviamo!- spero di non aver urlato troppo da svegliar Pedro, ma per mia fortuna lui è ancora lì che dorme come un bamboccio.
Si, mi tocca parlare a Pedro per sta volta.
-Pedro..Pedro, svegliati dai la colazione è pronta-
Vedo Pedro, che comincia ad aprire gli occhi,
-Oh buongiorno, hai deciso di parlarmi oggi?- Pedro si stiracchia, tutto soddisfatto
-Ehm..veramente non dovrei ma lasciamo perdere, ti faccio solo questa domanda e poi tutto torna come prima..che ci fai nel mio letto?- gli volgo le spalle, non riesco a guardarlo in faccia.
-veramente, ieri sera sono uscito con gli altri che siamo andati a un concerto dei “Taking back Sunday” e mi sono ubriacato..e quando sono entrato non ce l’ho fatta ad arrivare in camera cosi ho dormito qui..- si vede che Pedro sta mentendo, fissa il pavimento e non guarda la persona a cui sta parlando, cioè a me.
-ah..capito, preparati io vado a fare colazione- okay, ho deciso di parlargli, ma facendo la fredda.
Quando esco dalla stanza, sento il mio cellulare suonare.
-Pronto?!-
-Ehi Ila, sono Dani..volevo chiederti se appena fai colazione ti va di venire a stare un po’ da me-
-Oh certo molto volentieri, a dopo allora-
-Perfetto, a dopo-
Chiudo la chiamata e mi avvio in cucina dove mi trovo, una bella granita al cioccolato con brioche.
-Buongiorno- Omar spunta dallo sgabuzzino
-oh buongiorno Omar-
-Pedro?-
-Non so sarà ancora a prepararsi-
Ma proprio in quel momento arriva Pedro in cucina.
-State parlando di me vero?- si siede di fianco a me..
-si, Pedro..perchè il nostro mondo gira intorno a te..ah piuttosto, Ila ti va di venire a teatro con me stasera?- Omar tira fuori dai jeans due biglietti.
-wow, che proposta Omar, molto volentieri, io adoro il teatro- gli sorrido e intanto vado a prepararmi per andare da Dani.
Intanto..
-Omar, davvero vuoi andare a teatro da quando ti piace andarci? Da quando c’è lei?- domanda Pedro un po’ irritato
-mi fai ridere Pedro, ormai mi conosci troppo bene, questi biglietti sono per te e lei, pensi che non ho notato che non ti parla più come prima- Omar dà i biglietti a Pedro. Sul biglietto c’è scritto “Romeo e Giulietta”.
-Grazie Omar- abbraccia il fratello.
Fuori fa un caldo da paura, io ero con il mio mp3 nelle orecchie..e poi vedo fuori da una casa arancione Dani.
-Ehi abiti qui?- domando
-Ehi Ila, si, abito qui, benvenuta-
Ed ecco che io e Dani entriamo in casa sua: è una casa a due piani più mansarda, dove vi è la sua preziosa batteria.
Ci sediamo sul divano ed iniziamo a sgranocchiare qualche patatina.
Mentre infilo la mano dentro al sacchetto, per caso, ci sfioriamo le mani…
-Scusa…- sussurro io
-No, tranquilla- ridacchia -Allora che hai pensato per il lavoro?-
-Non so, sono ancora molto indecisa. Stavo optando per la babysitter, visto che adoro i bambini-
-Uhm.. credo di poterti dare una mano. Conosco una persona che potrebbe
avere bisogno del tuo aiuto. E non è neanche lontana da qui, anzi-
-Chi? Chi???- dico entusiasta del mio nuovo incarico
-La signora Franchetti. Ha due gemelli, molto scalmanati.
Il marito è morto di infarto…-
-Ah, povera donna. Comunque grazie mille, ce l’hai il suo numero?-
-Si- e mi da il numero
-Sai, volevo parlarti anche di una cosa che mi pesa da giorni…-
-Oh, finalmente capisco cos’hai!-
-Per favore, non dirlo a nessuno, specialmente ai ragazzi.
Elisa mi ha minacciata di farmi scacciare da casa Pedretti se mi vede ancora parlare con Pedro-
E proprio nel momento della mia rivelazione suona il campanello.
Dani si alza dal divano e guarda alla finestra
-Indovina, abbiamo visite…-
Mi alzo anch’io, accorgendomi di chi sta aspettando fuori dalla porta
-Guarda chi c’è- esulta Dani abbracciando Pedro
-Si, guarda chi c’è- dice Elisa disgustata fissando me
Così decido di andare via… La situazione inizia a complicarsi e non voglio finire in mezzo ad altri guai.
-Dani, mi sono ricordata giusto adesso che Omar aveva bisogno di me per lavare la macchina-
-Va bene, allora ci sentia…-
Non gli lascio il tempo di terminare la frase che gli stampo un bacio sulle labbra e corro via.
-Che zoc***a! Se la fa con tutti- commenta Elisa
Nessuno l’ascolta.
–Elisa ti dispiace andare un istante a comprarmi le sigarette?- chiede Pedro nervoso, sull’orlo di crollare
-Ma come? Non le avevi comprate prima di passarmi a prendere?-
-Quelle erano per Omar. Per favore, ti dico di andare-
-Si, ma sta calmo eh! Non alzare la voce con me-
Lui socchiude gli occhi come per far finta di niente ed entra in casa di Dani.
-Tu!!!- grida Pedro al suo amico
-Io cosa?- dice Dani un po’ confuso
Pedro scrolla la testa e continua – Bah! Non lo so, Dani.
Sta diventando tutto così strano-
-Spiegati Pedro, sei tu lo strizzacervelli, non io-
-Non riesco. Vorrei poter fare qualcosa, maledizione!
Invece ormai è troppo tardi… Ora ci sei tu-
-Ci sono io? Ma che significa??? Veramente, non ci sto capendo niente-
-Nemmeno io-
-Bene, allora perché ti stai imbestialendo con me?-
-Non lo so, scusa-
Pedro apre la porta ed esce, lasciando Dani totalmente allibito e confuso.
Dopo un po’ il campanello risuona così Dani riapre all’improvviso la porta
e si ritrova davanti Elisa
-Che vuoi?- le dice
-Scusa ma Pedro dov’è?-
-Nel suo mondo pieno di belle fiiiii….gliole-
Lei assume una faccia irritata e sussulta –Molto divertente, Mr Williams-
-Lo so, Mrs Di Certo Non Pedretti-
E detto questo le chiude la porta in faccia.
Nel mentre in casa Pedretti, io sono chiusa in camera mia a buttare giù delle frasi sul mio quaderno delle canzoni.
Alzo lo sguardo verso l’orologio e mi accorgo dell’orario.
Esco per un po’ sul portico.
Vedo che ci sono Pedro e Ka seduti sulle scale, così vado
sull’altalena, che è tutta libera.
Noto la chitarra in mano a Ka, che inizia a suonare qualcosa che non
avevo mai sentito nel loro repertorio.
“Strade deserte, note distorte componi per lei. Si è fatto buio già. Ore seduto, su un marciapiede, sotto un lampione, sai che lei non tornerà. E’ un lamento continuo di frasi che ormai sono andate sparite mai più sentirai.Ti aspettavi di udire sei il solo per me. Metti l’anima in pace quei giorni son già Fumo e Cenere…La nebbia sul viso nasconde il sorrise di quei giorni in cui lei era accanto a te. Riassaggi i momenti scorrendo i messaggi ma solo quelli più dolci non li cancellerai…”
-Pedro, come la continuiamo qua?- chiese Ka
Io allora mi alzo e gli dico – Continua a suonare-
“Il tuo mondo sta andando a ******e oramai. Puoi reagire ma forse non è ciò che vuoi. Preferisci esser vittima ma non guarirai. Non mollare, è un consiglio, o ti ridurrai. Fumo e Cenere, Fumo e Cenere”
Quando portai gli occhi verso Pedro mi accorsi che aveva gli occhi lucidi.
-Okey, baby, poi mi scrivi le parole eh?- dice Ka ironico
-Ora devo andare a teatro con Omar. Al più presto ti scrivo tutto quanto.
Ciao ragazzi-
-Ehi! Frena… Dobbiamo andarci insieme- Pedro si volta verso me ancora con gli occhi lucidi.
-Come scusa?- domando assolutamente sorpresa
-Omar è stato chiamato a Milano per lavoro.
Quindi ha dato i biglietti a me…-
-Ah..va bene, mi preparo e andiamo- entro e forse credo di aver esagerato nel chiudere la porta troppo forte.
-Credi che l’ha presa bene?- Pedro rivolto a Ka
-Secondo me, l’ha presa benissimo però non vuole dimostrarlo, ma dentro, dentro cuoce per te- Ka si mette un po’ a ridere
-Adesso mi prendi pure per il culo-
-ma non è vero- e continua a ridere.
Io esco nel portico, -sono pronta-
Pedro e Ka si voltano, -wow, sei bellissima- Pedro, mi fissava con gli occhi ancora lucidi ma meravigliati.
Così saliamo in macchina di Ka, durante il tragitto Pedro che si è voluto sedere nei sedili posteriori con me, si volta, mi fissa con quei suoi occhi che luccicano per via delle luci delle macchine che passano. Avevo le mani appoggiate sul sedile centrale quando sento il calore della mano di Pedro sopra la mia, sentivo i brividi corrermi su per la schiena. Quando mi giro per guardarlo, lui tolse la mano e la chiuse a pugno. Ka silenzioso per tutto il tragitto.
Eccoci arrivati, Teatro Comunale d’Arconate città natale di Pedro.
-Bene, siamo arrivati- Ka scende dall’auto e mi apre lo sportello,
- mouselle-
-Ma che gentil’uomo Signor. Ruggiero – gli sorrido.
Davanti al teatro c’era tantissima gente, tutta vestita molto elegante, e noto che c’erano anche persone di spicco. Tra cui l’attrice preferita di Pedro: Scarlett Johansson.
-Oh ca**o Ka! L’hai vista? Quanto è bella?- Pedro era agitato ed emozionato alla vista di quella donna davvero affascinante.
-Sisi, l’ho vista..piuttosto l’Ilaria dov’è sparita?-
-Oddio, non so Ila! Ila!- La voce di Pedro mi raggiunse, sono davanti a un manifesto di Romeo&Giulietta, secondo me una delle storie d’amore più belle, mi ricordo ancora in 4°superiore quando recitai la parte di Giulietta, e mi ricordo a mala pena chi fece Romeo, mi pareva quasi che la facesse Pedro, il ragazzo con cui ero stata alle superiore ci assomiglia tantissimo.
-ehi Ila, dobbiamo entrare- Pedro mi sussurra all’orecchio
-oh si, scusami- mi sentivo quasi in imbarazzo, e buttai lo sguardo a terra. Così Ka, io e Pedro entriamo.
Ci facciamo spazio tra la folla, e vicino a un orologio a pendolo mi era sembrato di vedere un ragazzo che assomiglia a Pedro, ma credo che era solo una mia impressione.
-Scusate il biglietto?- Pedro porge i biglietti al signore
-Prego- ci fa accomodare, ma non vedo più Ka, è sparito nel nulla.
Pedro mi fa strada verso la nostra cabina centrale, che era definita ai “vip” per via che si vede benissimo. Mentre prendiamo posto sentiamo qualcuno che chiude a chiave la porta.
-Ma che fanno?!- cerco di aprire la porta
-ehi sta tranquilla, lo fanno per sicurezza- Pedro aveva già preso posto, così mi tranquillizzai e mi sedetti anche io.
Uno sguardo, si uno sguardo solo nei suoi occhi mi era bastato per fidarmi di lui, per capire che tipo di persona è.
-Sai che recita Dani?-
-Cosa?! Non me l’ha detto- rimango sbalordita Dani non mi ha mai parlato della sua passione per la recitazione e soprattutto per il teatro.
-Eh si! Magari ti ha voluto fare uno sorpresa- Pedro sembra turbato da qualcosa.
-Si, probabile- in quell’istante mi viene un tornado di malinconia, ma soprattutto di ricordi. Intanto mi viene in mente una canzone che cantai in terza media.
-Ehi tutto bene, Ila?- Pedro mi porge la mano sulla spalla
-Si, scusami è che mi sono venuti in mente dei ricordi e in particolare una canzone che ho cantato in terza media-
-davvero? Un giorno la vorrei sentire- mi sorride
-vedremo- mi scappa una bella risata, e vedo volti sconosciuti che si girano a fissarmi, cosi mi scuso. Pedro ride dentro di sé, lo vedo, sembra quasi di sentirlo ma tiene tutto dentro di sé come un bambino quando gioca con il suo giocattolo preferito è felice, ma non tira fuori le proprie emozioni solo un semplice sorriso.
Ecco che si spengono le luci, e si apre il sipario.
Mi venne un colpo al cuore quando vidi Dani entrare sul palco, con la veste di Romeo. E’ un ragazzo, dolcissimo e l’avrebbe interpretato alla perfezione.
-Sai, mi ha detto Dani che la ragazza che interpreta Giulietta si è cotta di lui facendo le prove di questa tragedia d’amore- sento la voce bassa di Pedro che mi sussurra nell’orecchio.
-Ci credo, entri così tanto nella parte che è quasi inevitabile non riuscire a innamorarsi del proprio Romeo-
-Parli come se tu hai fatto una di queste parti- Pedro mi continua a guardare, ma io ero già entrata nella parte.
- Oh Romeo, Romeo perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome! Oppure, se vuoi, giura soltanto di essere il mio amore e io non sarò più una Capuleti.- Pedro sta fissando meravigliato la bravura di quei due attori sul palco, del loro grande amore che sarebbe finito in tragedia, il loro amore nato dallo stesso odio delle famiglie avversarie. La bocca di Pedro sembra pronunciare qualcosa, quando ad un tratto sento la sua voce pronunciare la parte di Romeo.
-Con un nome non so dirti chi sono. Il mio nome, o cara santa, è a me stesso odioso perché ti è nemico. L’avessi scritto, strapperei quella parola.- guardo Pedro meravigliata. “Se è lui il ragazzo con cui sono stata alle superiori, che ha recitato con me? Ma no, non è possibile quel ragazzo si chiama Riccardo” penso dentro di me, mentre i miei occhi sono ancora fissi su Pedro.
Volevo chiedergli come faceva a sapere la parte, ma preferisco parlargliene alla fine della prima parte. Avevo il cuore a mille, una delle serate più belle della mia vita, accanto a lui..a una persona che credo di desiderare da una vita. Mi scese una lacrima.
-Ehi!- sento le dita di Pedro sul mio viso che mi asciugano la lacrima.
-Scusa, non è niente, mi sono commossa- lui mi sorride e mi abbraccia.
Ecco il mio viso che arrossisce. Lo sento è come un fuoco appena acceso, caldo come il sole. Mentre sono abbracciata a Pedro vedo una persona famigliare; appena in tempo per la fine della prima parte. Ci aprono le porte e usciamo in atrio.
-Ehi Ila io vado un attimo in bagno tu attendimi qui- Pedro, mi stampa un bacio sulla guancia.
Intanto, Pedro..
Mi sento strano, non capisco che mi succede ogni volta che sono accanto a lei, tremo e la vorrei abbracciare o persino baciare. Poi proprio mentre lei ha pronunciato la battuta di Giulietta al nostro fianco ho sentito la voce di un ragazzo che gli rispondeva con la battuta di Romeo. Vorrei cominciare a capirci qualcosa. Eccomi alle toilette, uomini..proprio mentre sto per entrare mi scontro con un ragazzo..
Uno sguardo, si uno sguardo solo nei suoi occhi mi era bastato per fidarmi di lui, per capire che tipo di persona è.
-Sai che recita Dani?-
-Cosa?! Non me l’ha detto- rimango sbalordita Dani non mi ha mai parlato della sua passione per la recitazione e soprattutto per il teatro.
-Eh si! Magari ti ha voluto fare uno sorpresa- Pedro sembra turbato da qualcosa.
-Si, probabile- in quell’istante mi viene un tornado di malinconia, ma soprattutto di ricordi. Intanto mi viene in mente una canzone che cantai in terza media.
-Ehi tutto bene, Ila?- Pedro mi porge la mano sulla spalla
-Si, scusami è che mi sono venuti in mente dei ricordi e in particolare una canzone che ho cantato in terza media-
-davvero? Un giorno la vorrei sentire- mi sorride
-vedremo- mi scappa una bella risata, e vedo volti sconosciuti che si girano a fissarmi, cosi mi scuso. Pedro ride dentro di sé, lo vedo, sembra quasi di sentirlo ma tiene tutto dentro di sé come un bambino quando gioca con il suo giocattolo preferito è felice, ma non tira fuori le proprie emozioni solo un semplice sorriso.
Ecco che si spengono le luci, e si apre il sipario.
Mi venne un colpo al cuore quando vidi Dani entrare sul palco, con la veste di Romeo. E’ un ragazzo, dolcissimo e l’avrebbe interpretato alla perfezione.
-Sai, mi ha detto Dani che la ragazza che interpreta Giulietta si è cotta di lui facendo le prove di questa tragedia d’amore- sento la voce bassa di Pedro che mi sussurra nell’orecchio.
-Ci credo, entri così tanto nella parte che è quasi inevitabile non riuscire a innamorarsi del proprio Romeo-
-Parli come se tu hai fatto una di queste parti- Pedro mi continua a guardare, ma io ero già entrata nella parte.
- Oh Romeo, Romeo perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome! Oppure, se vuoi, giura soltanto di essere il mio amore e io non sarò più una Capuleti.- Pedro sta fissando meravigliato la bravura di quei due attori sul palco, del loro grande amore che sarebbe finito in tragedia, il loro amore nato dallo stesso odio delle famiglie avversarie. La bocca di Pedro sembra pronunciare qualcosa, quando ad un tratto sento la sua voce pronunciare la parte di Romeo.
-Con un nome non so dirti chi sono. Il mio nome, o cara santa, è a me stesso odioso perché ti è nemico. L’avessi scritto, strapperei quella parola.- guardo Pedro meravigliata. “Se è lui il ragazzo con cui sono stata alle superiori, che ha recitato con me? Ma no, non è possibile quel ragazzo si chiama Riccardo” penso dentro di me, mentre i miei occhi sono ancora fissi su Pedro.
Volevo chiedergli come faceva a sapere la parte, ma preferisco parlargliene alla fine della prima parte. Avevo il cuore a mille, una delle serate più belle della mia vita, accanto a lui..a una persona che credo di desiderare da una vita. Mi scese una lacrima.
-Ehi!- sento le dita di Pedro sul mio viso che mi asciugano la lacrima.
-Scusa, non è niente, mi sono commossa- lui mi sorride e mi abbraccia.
Ecco il mio viso che arrossisce. Lo sento è come un fuoco appena acceso, caldo come il sole. Mentre sono abbracciata a Pedro vedo una persona famigliare; appena in tempo per la fine della prima parte. Ci aprono le porte e usciamo in atrio.
-Ehi Ila io vado un attimo in bagno tu attendimi qui- Pedro, mi stampa un bacio sulla guancia.
Intanto, Pedro..
Mi sento strano, non capisco che mi succede ogni volta che sono accanto a lei, tremo e la vorrei abbracciare o persino baciare. Poi proprio mentre lei ha pronunciato la battuta di Giulietta al nostro fianco ho sentito la voce di un ragazzo che gli rispondeva con la battuta di Romeo. Vorrei cominciare a capirci qualcosa. Eccomi alle toilette, uomini..proprio mentre sto per entrare mi scontro con un ragazzo..
-scusami, davvero non ti avevo proprio visto- rimango sbalordito. Questo ragazzo è identico a me, solo un po’ più basso.
-tranquillo, tu dovresti essere il ragazzo a fianco della mia cabina che pronunciava le battute di Romeo, giusto?- non so perché ma ho la sensazione che lui ed ila si conoscono.
Nel frattempo.
Tutta la gente parla dei due attori che hanno interpretato i protagonisti, io però non riesco a fare a meno di sentire i ticchettii dell’orologio a pendolo alla mia sinistra. Un suono meraviglioso, come se due persone si fossero mutate nelle due lancette di questo orologio e devono attendere un miracolo per vivere la loro storia d’amore insieme. Che favola meravigliosa.
-Ehi, ma tu sei…- una ragazza si avvicina a me
-oddio, non ci posso credere, Sara! Come stai?- l’abbraccio calorosamente, era in classe con me alle superiori e avevamo fatto una grande litigata per avere il ruolo di Giulietta in 4° superiore; soprattutto per via del ragazzo che interpretava Romeo: Riccardo.
-Ila quanto tempo, io tutto bene; da quando sto con Riccardo, sai oggi facciamo otto mesi e come regalo mi ha portato qui..quanti ricordi vero?- mi sentivo esplodere quasi dall’invidia, quindi non credo proprio che era Pedro a pronunciare le battute di Romeo, ma Riccardo.
-Io tutto bene, da quando ho conosciuto un ragazzo ma purtroppo sta con una vipera che ostacola il nostro amore segreto. Però con lui mi sto atteggiando da amica un po’ indifferente ma che ha un forte debole per lui-
Proprio mentre mi sta per rispondere vedo Pedro che arriva con un ragazzo..
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