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  1. #1
    V.I.P


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    Predefinito »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Ragazze, buondì
    Mi butto: posto questo inizio.
    Tanto, nel caso non vi piace mo arriva il terremoto e mi porta via. Così vi liberate di me AHAHAH

    Buona Lettura


    Ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amore!


    <<No, v*ffanc*lo!>> Urlo inc*zzata alle due ragazze di fronte a me.
    Gli punto il dito contro: <<Tu hai le manie di perfezionismo! Mi hai stufato! Fai come c*zzo vuoi, va bene?! E tu – indico l’altra ragazza – Devi farla finita di darle sempre retta! Non è possibile che in qualsiasi contesto la difendi!
    Detto questo, dopo averle guardate male, proseguo verso il mio binario per salire su quel dannato treno, per lasciarmi tutto alle spalle.
    Sì, esatto: Sto scappando.
    E non ci penso minimamente a cambiare idea.
    Inutile dire che scappare non serve a niente.
    Tanto lo facciamo tutti, sempre. È una cosa naturale, viene da sé.
    Non sto dicendo che sia giusto, perché in realtà è una totale str*nzata pensare che se ci allontaniamo dai problemi, loro facciano lo stesso.
    Ma purtroppo l’essere umano è nato stupido e per complicarsi la vita da solo.
    È un dono divino, quindi non possiamo farci niente.
    Entro nell’ultima cabina e mi siedo con l’ipod a palla, clicco su casuale: Nightmare, Avenged Sevenfold.
    No, non mi conviene. Questa canzone scatena il peggio di me.
    Cambio ancora e su le note di Life after you, partono i Daughtry.
    Il treno lascia la stazione.
    Lasciandomi come unico ricordo due sagome nere che rincorrono il mio binario e che si fermano senza fiato, sconfitte.
    Oh, accidenti. Limite di velocità.
    Peccato.
    Stupide.
    Scuoto la testa con espressione di disprezzo.
    Ciò che non ha limite è la stupidità umana.
    Quelle due credono davvero che io un giorno possa perdonarle.
    Assurdo.
    Perdonare non è da me.
    Lei; Si considera perfetta e intelligente.
    Bene. Perché rompi tanto il c*zzo a me? Se sei così meravigliosa, stai bene anche sola.
    L’altra; Condizionabile e sottomessa a lei.
    Le armi migliori per un perfetto seguace.
    Direi che formano una bella coppia, no?
    Insieme ad un misto di falsità, superficialità e menefreghismo.
    Perfezione, imperfezione: I drammi della vita.
    Inutile crogiolarsi su questo tipo di cose.
    Tanto la risposta è sempre una.
    Sei imperfetto? Nessuno ti vuole.
    Sei perfetto? Nessuno ti vuole ugualmente. O meglio. Nessuno ti sopporterebbe.
    Ma veniamo a me, non mi pare giusto elencare solo i difetti degli altri. Ci sono anche i miei
    Stupida per aver dato fiducia, str*nza per essere vendicativa, acida perché mi sta sul c*zzo la maggior parte della gente e STO sul c*zzo alla maggior parte della gente e scontrosa perché mi innervosisce ogni cosa.
    Mmmh. Vediamo.
    Queste sono le armi migliori per essere la perfetta ragazza insopportabile.
    Piacere.


    Corto, lo so.
    Schifoso? Bello? Questo non lo so. Sta a voi dirlo


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  2. #2
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Ben venute alle nuove lettrici e un ben tornate a quelle vecchie e bacucche (ma non tinte, quindi, già è tanto! AHAH)

    Pronte per il primo? VIA!

    01.
    Mi accorgo di essermi addormentata, solo quando qualcuno picchietta sulla mia spalla.
    Rimango ad occhi chiusi, pronunciando solo queste parole <<Piantala di picchiettare sulla spalla e avrai tutto ciò che vuoi.>>
    Apro lentamente gli occhi, incontrandone due, color castano.
    <<Non è che potresti andare un po’ più in là?>> Mi chiede gentilmente il ragazzo moro di fronte a me, al contrario del ragazzo dietro di lui che sbotta innervosito: Sì certo. Inginocchiati pure a lei! –fissa con i suoi occhi color ghiaccio, i miei, di un azzurro cielo - Hai occupato metà sedile.
    <<Ora mi sposto. Con molta calma.>>
    Prendo la mia tracolla e la butto per terra accanto a me.
    Sfodero il mio sorriso tirato al signorino ‘occhi da favola’ <<Puoi accomodarti.>>
    Inarca il sopracciglio <<È inutile che mi dai il contentino. Questione di educazione.>>
    L’educazione. Direi che l’educazione va a farsi f*ttere nel mio caso.
    <<Accidenti. Con questi begli occhi ci vedi pure male? Peccato, tesoro.>>
    Assumo una finta espressione dispiaciuta.
    Vedo un biondino avanzare nella cabina <<Non bisogna mai chiamare Ka, ‘tesoro’.>>
    Si accomoda vicino al moro riccioluto.
    <<Oh. Ma se ne sarebbe accorta presto.>>
    Mi fulmina con lo sguardo e si siede di fronte al biondino.
    Noto due ragazze che mi guardano con occhi sgranati.
    Sostengo il loro sguardo finché la ragazza bionda, avanza coraggiosa affiancata dall’amica e saluta emozionata i ragazzi accanto a me <<Ciao Finley!>>
    Finley. Mi dice qualcosa.
    Vabbè.
    Ritorno con lo sguardo sul mio libro: Il ritratto di Dorian Gray. Oscar Wilde.
    Cercando di eclissare dalla mia mente miliardi di scatti fotografici al secondo, le moine e gli urletti delle due ragazze che ficcano sotto il naso dei tre ragazzi, una quantità di roba da firmare.
    La voce di quello che si direbbe Pedro, o almeno a quanto ho sentito, mi riporta alla realtà.
    <<Wilde. Ottima scelta. L’ho finito di leggere la scorsa settimana.>>
    Faccio il primo sorriso della giornata <<Io amo Wilde. Rileggerei questo libro milioni e milioni di volte!>>
    Sì. Ogni tanto la gentilezza viene a farmi visita.
    <<Non sorridere troppo, c’è il rischio che ti casca la faccia.>>
    Mi dice gelido il ragazzo con i capelli castani.
    <<Oh come siamo simpatici. Ti è ritornato il senso dell’umorismo a quanto vedo.>>
    Torno a Pedro, che è l’unico che sto considerando simpatico <<Come mai le ragazze di prima vi stavano appiccicate?>>
    Le vedevo troppo piccole per essere le loro fidanzate.
    Interviene nuovamente il simpaticone.
    <<Perché facciamo qualcosa di buono nella vita. Ovvero musica.>>
    Rispondo a tono <<L’unico problema è che non l’ho chiesto a te.>>
    Sul suo volto vedo apparire un accenno di sorriso.
    Il biondo lo riprende <<Dai Ka. Dalle tregua!>>
    Ridono insieme a Pedro, il quale risponde alla mia domanda <<Siamo Pedro, - indica il biondo - Dani e Ka. Voce, batteria e chitarra. Abbiamo formato una band, i Finley. E stiamo ritornando a Milano. Piccola tappa a Roma.>> Conclude il discorso con un sorriso.
    Automaticamente sorrido anche io.
    È bello vedere come gli brillano gli occhi mentre parla del suo lavoro.
    <<Quindi, avete finito un concerto?>> Chiedo curiosa.
    Risponde Dani <<No. Abbiamo promosso il nostro nuovo disco. Di concerti se ne parlerà tra un po’.>>
    Annuisco e Ka mi invita a parlare <<Ora tocca a te. Prego.>>
    Direi che si può fare: Una volta loro, una volta io.
    <<Diciamo che, per ora, Roma è la città da dimenticare. Provengo da una situazione drammatica >>
    Lui insiste <<Ma a noi piace il dramma. Puoi continuare.>>
    <<Sai, non mi vai tanto a genio.>> Sentenzio decisa.
    Dani e Pedro ridono e quest’ultimo dice <<Si era capito!>>
    Rido anche io e per un attimo, sento la testa leggera.
    Inizio <<La solita storia. Ti fidi delle persone e tutto va a farsi benedire.>>
    <<Amore o amicizia?>> Chiede Pedro.
    <<Amicizia. Amore neanche sene parla! Pensa che m*rda se poi becco uno come lui!>> Dico ridendo, riferendomi a Ka.
    Dani mi porge la mano <<Questa è bella! – guarda Ka - Anche gli sconosciuti ti sf*ttono!>>
    Gliela stringo e decido di poter abbassare le difese.
    Abbiamo rotto il ghiaccio e non si tasta più tensione nell’aria.
    Continuo <<Caratteri troppo diversi, soprattutto idee. Non riuscivamo più a prenderci. Magari sbaglio io o forse loro, ma almeno mantenere il rispetto, santo cielo! È al principio di tutto, cavolo!>>
    Ka annuisce <<Sono d’accordo con te.>>
    Proseguo la storia <<Una delle due si chiama Federica e l’altra Giulia. Con Federica ci conosciamo da parecchi anni. Da un po’ si comportava in modo strano, non la riconoscevo più. Con Giulia un po’ meno. Ma è sempre stato un rapporto instabile. Litigavamo spesso e Federica si schierava dalla sua parte e non era corretto. Cacchio, devi rimanere neutrale! E poi, ho scoperto che parlavano alle mie spalle con altri di me...>>
    Alzo lo sguardo verso gli altri tre visi che mi guardano concentrati e dico <<L’ho detto. Sempre la solita storia.>>
    <<Non si riesce a crescere a quanto ho sentito.>>
    Annuisco a Ka.
    <<Esatto. Sono insopportabili le persone che non ti dicono le cose in faccia. – sbotto - Le prese per il c*lo non le sopporto!>>
    <<Tranquilla. Noi ne sappiamo qualcosa. Lasciale fuori questo tipo di persone. Continua la tua vita. Non farti condizionare.>> Mi tranquillizza Dani.
    Abbozzo un sorriso <<Grazie>> Sento gli occhi pizzicarmi leggermente.
    Mi alzo all’istante <<Scusate. Torno subito.>>
    Mi fiondo in bagno e attacco a piangere. Cerco di sopprimere il pianto. Non è da me farlo.
    C*zzo Erica, riprenditi!
    Le parole che ti ha appena detto Dani sono la tua filosofia di vita!
    Poi, ti pare che ti fai abbattere da queste str*nzate?
    Chiudo gli occhi.
    Il problema è trovarsi tra luce e buio.
    Sono stufa di essere avvolta dalle tenebre.
    La luce c’è. C’è sempre. Bisogna solo saperla trovare.
    Li riapro.
    Mi sciacquo con l’acqua ghiacciata e sento farsi viva la lucidità.
    Ok. Ora è il mio inizio.
    Milano è un buon modo per staccare: niente quotidianità. Nessuna conoscenza.
    Mi stiro la maglietta, mi do una sistemata ai capelli e ritorno dai ragazzi.
    Pedro mi domanda <<Tutto apposto?>>
    <<Sì, sì. Grazie.>>
    Guardo Ka. Che in questo momento è perso nei suoi pensieri con lo sguardo fuori dal finestrino.
    Gli vado vicino <<Senti, mi dispiace di averti aggredito. Ok, sono una iena quando mi ci impegno. Quindi, scusa.>> Gli dico sincera.
    Infondo non sono così peggiore di quanto credo.
    È rimasta un po’ di umanità in me.
    Lui sorride <<Delle brutte giornate capitano a tutti. Tranquilla.>>
    <<Già.>> Gli rispondo sorridendo.
    Ritorno a sedermi e lui mi chiede <<Vuoi fare un’altra cosa per farti perdonare?>>
    Rido <<Dipende da cos’è.>>
    <<Il doppio senso lo percepisco solo io?!>> Dice Dani ridendo.
    Ridiamo ed io mi alzo <<Vado a prendermi un caffè, và. Torno tra poco.>>
    Anche Ka si alza <<Ti accompagno. Ho bisogno di caffeina anche io.>>

    Beviamo il nostro caffè e dico <<Avrei voglia di fumarmi una bella sigaretta.>>
    Lui ride <<Non sei la sola!>>
    Rientriamo dai ragazzi.
    Dani mi domanda curioso <<Quanto tempo rimarrai a Milano?>>
    Un giorno? Un mese? Per sempre?
    Rispondo con un‘alzata di spalle <<Non so dirti, davvero. Per ora ho bisogno di cambiare aria.>>
    <<Ma i tuoi?>>
    <<Sono a Roma. Ma è da un bel pezzo che ho preso la mia strada. E li ho avvertiti di questo mio improvviso trasferimento.>>
    Interviene Pedro <<Conosci qualcuno?>>
    <<No. Nessuno. Sono alla ricerca di casa e lavoro. –termino la frase in modo ironico- Direi di essere messa alquanto bene!>>
    Si aggiunge Ka <<Mia sorella cerca una coinquilina. Potrete sopravvivere insieme.>>
    Vedo Dani ridere sotto i baffi.
    Lo guardo interrogativa <<Che ti prende?>>
    Pedro risponde al suo posto <<Sai com’è. La sorella di Ka… È simile a Ka…>>
    Quando si riprende, Dani continua <<Molto simile a Ka!>>
    Sentendosi preso in discussione, Ka dice <<Piantatela di sf*ttere! Comunque, siamo arrivati.>>
    Rimango stupita di quanto sia passato veloce il tempo.
    Direi che questi Finley ci sanno fare.
    Scendiamo dal treno ed usciamo dalla stazione.
    Respiro profondamente l’aria intorno a me.
    Questo odore.
    Odore di nuovo.


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  3. #3
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Buongioooorno!
    Grazie per i commenti e per i complimenti

    Buoooona lettura!

    02.
    <<Allora, accetti la mia proposta sì o no?>> Mi chiede ancora una volta Ka.
    Ci penso su.
    Più o meno è quello che sto facendo da quando mel’ha chiesto.
    <<Va bene, accetto!>>
    In fondo, che ho da perdere?
    <<Allora salta su!>> Mi incita Pedro.
    Entro in macchina con loro e mi portano diretti sotto casa della sorella di Ka.
    <<Grazie per il passaggio. Batterista e Cantante, a presto >>
    <<Ciao! E buona fortuna>> Mi dice con un sorriso Dani.
    Insieme a me, scende Ka.
    <<Mi raccomando, dì a tua sorella di non traumatizzarla! Ciao Erica!>> Mi saluta Pedro, prima di ripartire via con Dani.
    Scuoto la testa ridendo e Ka mi dice <<Non preoccuparti. Non morde!>>
    Entriamo nel palazzo e saliamo fino al secondo piano.
    Ka suona il campanello e poco dopo ci apre una ragazza mora, con gli occhi del fratello.
    <<Ehi Fratello!>> Lo saluta affettuosamente con un abbraccio.
    Sbircia dietro le sue spalle <<E lei, chi è?>> Gli domanda, con la fronte corrugata.
    Lui alza gli occhi al cielo <<Un’amica. Devi farmi il terzo grado sul pianerottolo o possiamo entrare?!>>
    La sorella gli lancia un’occhiataccia e ci fa accomodare.
    Le porgo la mano <<Mi chiamo Erica. Vengo da Roma e tuo fratello mi ha proposto di vivere con te. Se hai qualche problema, posso trovare anche un altro alloggio.>> Chiarisco subito tutto.
    Lei mi sorride <<Dritta al punto la ragazza. Mi piaci. Direi che ci sto>>
    Mi stringe la mano e si presenta<<Io sono Loredana, comunque.>>
    Mi porta a fare il giro della casa.
    <<… Infine, questa è la tua stanza.>>
    <<Grazie mille.>>
    Lascio il trolley nel mezzo della stanza e ritorniamo da Ka, che si è messo comodo sul divano a vedere la televisione.
    Loredana corre a buttarsi sul fratello, dando il via ad una lotta sul divano.
    Anche io desidererei prenderlo a calci.
    Lei urla <<CARMINE! I morsi no, c*zzo!>>
    Carmine. Carmine?!
    <<Potevi pensarci prima di buttarti su di me e di spaccarmi un ginocchio!>> Ribatte il fratello scrollandosela di dosso.
    <<E quanto sei permaloso.>> Gli risponde lei, alzandosi dal divano e raggiungendo la cucina.
    <<Vuoi qualcosa?>> Mi chiede, aprendo il frigo.
    <<Hai del caffè?>> Chiedo speranzosa.
    Lei mi guarda stranita <<Ma che domande fai? Ovvio che c’è! Dato che quello scimmione lo vuole, ne preparo due.>> Sorride e si mette all’opera.
    Bene. Direi di iniziare ad amare profondamente la mia coinquilina.
    <<Puoi anche respirare se vuoi.>> Mi dice sarcastico Ka.
    Dato la mia posizione a braccia conserte, ferma immobile al mio posto.
    <<Lo terrò a mente Carmine>>
    La sua espressione si indurisce <<Come mi hai chiamato?>>
    <<Con il tuo nome.>> Dico decisa.
    <<Preferisco Ka.>> Risponde a denti stretti.
    <<Perfetto. Ti chiamerò Carmine.>> Sorrido divertita e raggiungo Loredana in cucina.
    Lei mi guarda ridendo <<Odia quando lo chiamano con il suo nome.>>
    <<Allora sarà ancora più divertente.>>
    Mi siedo sul ripiano della cucina, mentre lei mette lo zucchero nei caffè.
    Scuote la testa con un sorriso <<Mio fratello avrà pane per i suoi denti.>>
    <<No. Mi identifico di più con uno yogurt andato a male.>> Controbatto ridendo.
    Loredana ride e ritorniamo di nuovo in salone, dove Ka continua a guardarmi male.
    Sbuffo infastidita. <<Finiscila di fissarmi. Ti chiamo come voglio IO.>>
    Mi sorride, non staccando gli occhi da me.
    <<Ahio, ahio. Hai fatto una cosa terribile.>> Mi avverte Loredana <<Mai fargli capire cosa ti infastidisce. È la tua fine.>>
    M*rda.
    <<Bene, allora.>> Continuo a sorreggere il suo sguardo, mentre Loredana dice <<Se vi fissate un altro po’ prendete fuoco.>>
    Lui replica sorridendo <<Allora faremo fuoco e fiamme.>>
    <<Chiamo i pompieri, ho capito>> Dice scherzando.
    Sospiro pesantemente e distolgo lo sguardo <<Non posso perdere tempo con questi stupidi giochetti.>>
    Raccolgo le tazzine e le poggio nel lavandino.
    Sento Loredana dirgli a bassa voce <<Devi spiegarmi la storia del ‘è un’amica’. Te ne sei trovata una tutta pepe, eh >>
    Ka nega tutto all’istante <<Sei impazzita?! È un’amica SUL SERIO. L’abbiamo incontrata sul treno e cercava un appartamento ed eccoci qui. Pedro e Dani possono confermartelo!>>
    Loredana se lo studia <<Mmmh. Va bene… Comunque, è carina.>>
    E mentre gli fa l’occhiolino, lui la guarda storto.
    Intervengo <<Non siamo neanche amici, guarda! –rido- Di lui puoi anche non fidarti, ma di me sì!>>
    Insieme ci mettiamo a ridere, sotto le occhiatacce di Ka <<Fantastico. Ho anche trovato un’alleata per mia sorella. Checc*zzo. Tutte a me?!>> Sbotta.
    <<Oh, come siamo permalosi.>> Lo stuzzico.
    <<Piantala se non vuoi vedere come mi inc*zzo.>> Mi risponde innervosito.
    Loredana si mette in mezzo <<Beeeene. Prima che avvenga la fine del mondo, prima del 2012, vi divido subito!>>
    Trattengo una risata e il telefono di Ka suona.
    Si allontana per rispondere.
    <<Salvata dal telefonino, eh!>> Dice dandomi una leggera gomitata.
    <<Lo avrei fatto sicuramente nero!>> Dico ridendo.
    <<Oh, non avevo dubbi!>> Ride con me.
    Ka ritorna <<Buone notizie. Stasera andiamo ad ubriacarci al pub qui in centro. Venite con noi?>>
    Pub. Musica a palla. Confusione. Non posso sopravvivere.
    Loredana saltella entusiasta <<Sìììì! –mi guarda subito- Vieni vero?!>>
    <<A questo giro passo.>> Faccio un sorriso di scuse.
    <<Ti convincerò, stanne certa!>> Mi dice sicura di sé.
    Le do libero arbitrio <<Se vuoi sprecare del tempo, va bene.>>
    Ka ridacchia <<Mai sfidare mia sorella. Bene, ora vado. Ci vediamo stasera.>>
    Raggiunge la porta <<E… buona fortuna >> Bacia la sorella sulla guancia ed esce.
    Loredana mi guarda con un sorriso <<Torniamo alla nostra questione in sospeso.>>
    Voi non ci crederete, anche io stento a crederlo, ma mi ritrovo nella mia camera con il trolley mezzo svuotato sul letto, dopo aver provato infiniti accoppiamenti di vestiti.
    <<Direi che questo ti sta perfetto. Posso prestarti il mio giacchetto nero!>>
    Me lo lancia e cerco di trovare una via di fuga da quei malefici provini <<Ora tocca a te, cara. Di corsa in camera tua!>> La prendo per un braccio e la porto di fronte al suo armadio.
    Mentre scorre i vestiti, mi domanda <<Allora, dimmi un po’ di te. Come mai qui a Milano?>>
    <<Voglia di cambiamento.>> Rispondo tranquillamente.
    <<Scappi da brutti ricordi?>>
    Annuisco <<Già.>>
    Lancia sul letto un jeans e dopo un attimo di esitazione inizio a raccontarle tutto.
    Lei mi ascolta senza interrompermi e mi consiglia <<Hai fatto bene. Ora hai la possibilità di ricominciare. –poi la butta sul ridere- Hai anche conosciuto me, quindi divertimento assicurato!>> Mi fa l’occhiolino e si chiude in bagno per cambiarsi.
    Le mie labbra si distendono in un sorriso.
    Possibilità di ricominciare.
    Mi piace questa frase.


    Direi che è andata bene, no?
    Ora, sotto coi commenti girlsss v.v
    (Sì, esatto. Il cuore è per essere ruffiana! AHAHAH)

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  4. #4
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Cioè. Io rimango senza parole! Sono tutte contro di me. Mi minacciano e mi maltrattano. Non c'è giustizia in questo mondo v.v

    Posto, prima di subire gravi lesioni AHAHAH

    Good Read

    03.
    Matita, rimmel, porta che si apre.
    <<Hai fatto Miss?>> Mi chiede Loredana, già perfettamente pronta.
    <<Un attimo…>>Passata di lucidalabbra e le sorrido <<Ora ho fatto.>>
    Mi prende sottobraccio e raggiungiamo la sua macchina.
    Il buon umore comincia a farsi sentire.
    <<Possiedi una macchina. Hai del caffè. Oddio, ti amo. Sposami!>> Le dico ridendo.
    Si porta le mani sul cuore con fare teatrale e mi asseconda <<Sono tua, mio amore!>>
    Ridiamo e lei parte, parcheggiandosi di fronte ad un locale, davanti al quale, c’è Ka poggiato al muro che fuma una sigaretta.
    <<Accidenti CARMINE, il fumo fa male!>> Lo rimprovero sorridendo, fregandogli la sigaretta dalle mani.
    Mi sorride <<Non c’è problema.>>
    Lo guardo incredula <<Come scusa? Ho sentito bene? –rido- Non c’è problema?!>>
    Lui annuisce compiaciuto <<Già. Ora sei in debito con me.>>
    Faccio la faccia meravigliata <<Ah, capisco. Ti restituirò la sigaretta, promesso.>>
    Lui scuote la testa, facendo quel suono fastidiosissimo con la lingua quando batte sui denti <<Sei in debito e basta. Non basterà una sigaretta.>>
    Loredana ride <<Non ti conviene metterti in affari con lui, comunque ci sono Pedro e Dani che ci aspettano. Vado a salutarli. Voi continuate pure la discussione.>>
    Tiro un’ultima boccata e butto per terra il mozzicone di sigaretta.
    <<Cos’è? Mi stai minacciando?>>
    Lui ride <<Forse. Entriamo và. Sennò si finiscono tutti gli alcolici!>>
    Raggiungiamo il tavolo con gli altri.
    <<Ooooh. Finalmente sono giunti!>> Ci accoglie ridendo Loredana.
    <<Per un attimo ci stavamo preoccupando!>> Dice scherzando Pedro e seguito da Dani <<In effetti stavo pensando ad uno scontro corpo a corpo!>>
    <<Avrei vinto io!>> Puntualizza subito Ka.
    Non rispondo, facendo finta di non averlo sentito e guardando Loredana ridere.
    Continua a punzecchiarmi <<Vedo che mia sorella ha tenuto fede a ciò che ha detto. Strano. Aspetta, aspetta… Ah sì. Telo avevo già predetto.>>
    Alzo gli occhi al cielo.
    <<CarmineCarmineCarmineCarmine!>> Inizio a dire come una bambina di 5 anni.
    <<C*zzo che p*lle che sei!>> Risponde infastidito.
    <<Oddio, sembrano avere 2 anni.>> Ci guarda sconcertato Dani.
    <<Ma lascia perdere… Hanno fatto così anche quando erano da me.>> Lo informa Loredana.
    <<E vabbè. Un altro amore sboccerà.>> Canticchia Pedro.
    <<Ma anche no!>> Tuoniamo all’unisono io e Ka.
    Ci portano birra e stuzzichini.
    <<Era la mia nocciolina quella! B*stardo!>> Gli do una spinta.
    <<Ehi! Non c’è scritto il tuo nome!>> Ribatte Ka, prendendo la scodella con le noccioline <<Ora sono mie! Come la mettiamo?!>>
    <<Che adesso te le metto per cappello!>>
    Loredana e gli altri ci guardano spaventati.
    <<Ok. Voi non state bene.>> Annuncia Pedro con il consenso degli altri due.
    <<No. I problemi celi ha solo Ka! –gli accarezzo la testa- Poverino. È cascato dal seggiolone da piccolo!>> Gli dico comprensiva.
    <<Ma fanc*lo! –poi dice con tono vittorioso-Ehi, mi hai chiamato Ka!>>
    <<Grazie per avermelo ricordato CARMINE.>> Guardo gli altri <<Visto quanto è stupido? Fa tutto da solo!>>
    <<Questo lo sapevamo già!>> Dice Pedro, ridendo insieme a Dani e Loredana.
    <<Oh, povero fratello!>> Lo consola la sorella abbracciandolo.
    <<Lo sapete benissimo che in questo momento vi sto odiando, vero?>> Ci dice lui, guardandoci male uno per uno.
    <<Oh, mel’hanno detto tante di quelle volte.>> Gli dico con indifferenza.
    <<Avranno avuto buoni motivi.>>Mi dice freddamente.
    Inaspettatamente, sento le parole trafiggermi una per uno.
    Cerco di scrollarmi di dosso questa sensazione, rivolgendomi a Loredana <<Mi accompagni al bagno? Ripasso trucco.>>
    Ci alziamo e ci incamminiamo.
    <<Ehi tutto bene?>> Mi domanda con un velo di preoccupazione.
    <<Sì, sì. Tutto bene.>>
    Lei mi guarda sospettosa <<Non devi starlo a sentire mio fratello. Avrà litigato con una delle sue tante ragazze.>>
    Ritorna con lo sguardo allo specchio, mentre si passa il fard.
    <<Ragazze?>> Domando incuriosita.
    Lei sorride <<Già. L’ultima mi stava troppo sul c*zzo. E gliel’ho tirata fino a che non si sono lasciati!>>
    Rido <<Mi pare giusto: serve anche il giudizio della sorella!>>
    <<Ovvio che sì!>> Mi passa il rimmel <<Tieni. Così potremmo dire di esserci ripassate sul serio il trucco!>>
    Una lieve passata sulle ciglia e siamo pronte per tornare di là.
    <<Loriii! Ciaooo!>> La saluta una ragazza mora con gli occhi marroni.
    La saluta abbracciandola <<Aliiiii!>> poi mi presenta <<Lei è Erica. La mia nuova coinquilina.>>
    Alice mi saluta <<Ciao! Sono Alice. Benvenuta nell’allegra combriccola!>>
    Sorrido <<Grazie.>>
    Va a sedersi in braccio a Dani e dopo averlo baciato ci chiede <<Piaciuta la musica?>>
    <<C*zzo, sì! La DJ è una bomba!>> Le rispondo.
    Lei ride <<Grazie per il complimento!>>
    Leggermente sorpresa le chiedo <<Ah! Ma sei tu la DJ?! Wow. Non mel’avevano detto. Comunque, prego. Se è vero, è vero >>
    Sorride ampliamente <<Oh grazie tesoro >>
    Corre verso di noi un’altra ragazza bionda <<Ok. Giuro che non mi addormento più guardando la televisione!>> Ride e bacia Pedro.
    <<Siamo abituati a Loredana, non preoccuparti!>> Le risponde ridendo Alice.
    Loredana le mostra la lingua e mi dice <<Visto? Mi trattano male!>>
    Rido <<Queste sono proprio delle ingiustizie!>>
    La bionda mi saluta con la mano <<Ehi! Io sono Elisa, non so quanto ti convenga conoscerci, ma piacere!>>
    Sorrido <<Piacere mio, Erica.>>
    Un ragazzo viene a richiedere Alice <<Dai che ci servi, DJ!>>
    Lei sorride <<Arrivo! Eccomi! – si volta verso di noi- Ci becchiamo a fine serata!>>
    E sparisce tra la folla, con Dani che la segue con lo sguardo.
    Pedro gli passa la mano davanti gli occhi <<Ehi, c’è nessuno?>>
    Dani si risveglia <<Eh? Sì, sì. Sono qui!>>
    Ridiamo e parlo all’orecchio di Loredana per farmi sentire <<Vado a fumare una sigaretta!>>
    Lei annuisce, poi mi dice qualcosa, ma la musica sovrasta la sua voce ed io sono già lontana.
    Esco sul retro, dirigendomi verso una scalinata e sedendomi su uno scalino ghiacciato.
    <<Il mio c*lo ne risentirà.>> Mormoro mettendomi la sigaretta in bocca e avvicinando la fiamma dell’accendino.
    <<No. Poi ti ci abitui.>> Dice una voce alle mie spalle.
    <<O C*ZZO!>> Sobbalzo facendo cadere sigaretta ed accendino e mettendomi una mano sul cuore, che ha perso un battito.
    <<Ma dico sei CRETINO?!>> Sbotto a Ka, che se la sta ridendo, mentre io raccatto le mie cose cadute a terra.
    <<Ma f*ttiti.>> Dico avviandomi verso la porta, ma lui mi prende per un braccio.
    <<Dai, finiscila di essere scontrosa con me. Puoi scroccarmi un’altra sigaretta, se vuoi.>>
    Ritorno a sedermi accanto a lui <<Certo che te la scrocco! Mel’hai fatta cascare!>> Dico prendendola dalle sue mani.
    Lui ride <<Ahio. Vai di male in peggio. Stiamo già a due con questa, però.>>
    Butto fuori il fumo e mi volto verso di lui <<Ma come farò a farti stare zitto?>>
    Si avvicina e mi sorride malizioso<<Potresti provare a scoprirlo.>>
    Rido e avvicino il mio viso al suo, i nostri nasi si sfiorano e…


    ...E va bene cosììì! Senza paroleeee!

    Tiè, tutto vostro 'sto finale! MUAHAHAHAH
    (Le persone colpevoli CAPIRANNO v.v)



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  5. #5
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Ma che per caso volete sapere se io e Carmine ci baciamo?!
    No perchè, non m'era parso!
    (Sì, lo so. Mi diverto a fà la simpatica! AHAHAH)
    Sparate le c*zzate delle 20.19, buona sera a todos aaaaaaaaaaaaaand,

    BUONA LETTURA

    04.
    <<Oooooooooops.>>
    Al suono di quella voce ci allontaniamo immediatamente e riconosciamo Loredana.
    Piano, piano sul suo viso appare uno strano sorrisetto.
    La fermo subito <<So cosa stai pensando ma non è come sembra!>>
    <<Se, se. Tipica frase detta da chi stava facendo tutt’altro!>> Se la ride.
    Alzo gli occhi al cielo <<Non posso neanche fregare una sigaretta a tuo fratello?!>>
    Ok. Riconosco di essere molto colpevole.
    Ka sta ridendo come un matto.
    Picchio una mano sul suo ginocchio <<Ehi! Salvami!>>
    Poi mi faccio trasportare dalle risate dei due fratelli Ruggiero.
    <<Vabbè, vi lascio soli!>> Loredana ci guarda con espressione maliziosa e si avvia verso la porta, ma la blocco subito <<Ehi signorina, dove crede di andare? Arriviamo anche noi!>>
    Ka sta per obiettare ma lo prendo per un braccio e rientriamo dagli altri.
    Pedro ci prende subito in giro <<Loredana! Hai rovinato un momento magico?!>>
    Lei ride<<Accidenti! Tutta colpa mia!>>
    <<Non siete affatto divertenti!>> Mi siedo sul divanetto accanto ad Elisa, la quale si avvicina al mio orecchio, guardando Loredana e sussurrandomi <<Fai finta che ti stia dicendo chissà che cosa, così Loredana muore di curiosità.>>
    Rido, stando al gioco <<No ma che sul serio?! Oddio! Non ci credo!>>
    Elisa ride <<Invece è proprio così!>>
    Detto fatto, Loredana ci guarda male <<Cosa, cosa, cosa?! Voglio sapere!>>
    Assumo un’espressione pensierosa e guardo Elisa scuotendo la testa <<Dici che possiamo? Secondo me la persona in questione si arrabbierebbe…>>
    Prosegue lei <<O forse no… Vabbè, non rischiamo che è meglio!>>
    Annuisco <<Sì, sì. Anche secondo me.>>
    Loredana ci guarda chiudendo a fessura gli occhi <<Fanc*lo a tutte e due!>>
    Mette il broncio e torna vicino al fratello.
    Io ed Elisa ridiamo e ci battiamo il cinque <<Bel lavoro compagna di squadra! Credo faremo molta strada insieme >>
    Le sorrido <<Oh grazie! L’importante è fare dispetti a Loredana!>>
    Quest’ultima ci fulmina con lo sguardo.
    <<Direi che alzarci e darle un bacio per farci perdonare!>> Suggerisco ad Elisa.
    <<Vabbè, và!>>
    Ci alziamo e le baciamo in contemporanea le guance.
    Continua a fare la sostenuta <<Io non vi conosco.>>
    Faccio gli occhioni dolci <<Eddddai! Lo sai che ti adoriamo in fondo!>>
    Alla fine cede <<Bene, vi ho perdonato per questa volta!>>
    Ridiamo e l’abbracciamo.
    Si aggiunge un altro componente: un ragazzo moro, capelli corti.
    Aspetta. Io l’ho già visto.
    Chiedo a Loredana <<Ma quello non è Ste?!>>
    Loredana segue il mio sguardo e dice <<Oh. Sì è lui! Pensavo non venisse più…>>
    Raggiunge il nostro tavolo <<Ehilà bella gente!>>
    Lo salutiamo e si siede con noi, posa lo sguardo su di me <<Io sono Ste.>>
    <<Piacere, Erica>>
    La serata trascorre benissimo tra risate, chiacchiere e alcolici.
    Tutti un po’ brilli, usciamo dal locale per aspettare Alice.
    Inizio a cantare una canzone dei Paramore, con a presso Elisa.
    Direi di essere molto brilla.
    <<Ok. Penso che l’alcool non lo reggano molto.>> Afferma Ka.
    <<Direi che a questo ci eravamo arrivati tutti, Uomo scimmia.>> Lo prende in giro Loredana.
    <<Ah, ma tanto te le incolli te!>> Le dice ridendo Ka.
    Lei gli mostra la lingua e finalmente Alice ci raggiunge.
    <<Scusate, non trovavo la giacca -.->>
    Rido <<Non trovava la giaccaaaaa!>>
    Alice mi guarda perplessa <<Ha bevuto qualche cocktail di troppo?>>
    Dani le cinge le spalle con un braccio <<Esatto. Ma l’amica tua sta anche peggio!>> Indica Elisa.
    <<Ma almeno lei sta dormendo su Pedro!>> Ribatte Alice.
    Ridiamo alla visione di lei appisolata sulla spalla di Pedro.
    <<Infatti, direi che è meglio che andiamo!>> Pedro la prende in braccio e vanno verso la macchina.
    <<Ciao ragazzi!>>
    Inizio a saltare <<Ciao Pedro, ciaoooo!>>
    Ka mi prende per la vita e mi fa camminare accanto a lui<<Sì, ha sentito che l’hai salutato. Ora andiamo.>>
    Sento Loredana chiamarlo <<Kaaaaa! Ste si è fatto accompagnare da un amico, quindi è senza auto. Ci penso io… Accompagna Erica!>>
    <<Noooo Loriiii! Mi lasci sola?!>> Inizio a lamentarmi.
    Loredana aggiunge velocemente <<E sbrigati anche!>>
    Bacia la guancia del fratello, lo ringrazia e raggiunge Ste.
    Io salgo in macchina con Ka.
    <<Ka! Io non ho sonno.>>
    <<E troveremo qualcosa per farti addormentare.>>
    Sbuffo e gioco con la chiusura lampo del mio giacchetto.
    Arriviamo a casa, ormai anche mia e Ka, con fatica, dato che mi dimenavo come una matta, riesce a portarmi a letto.
    <<Ora dormi, capito? Sono fuori dalla stanza! Non puoi fare niente.>> Mi ammonisce all’istante.
    <<Ohoh stai facendo il cattivo con me?!>>
    Rido e mi giro dall’altra parte del letto, aspettando che lui se ne va.
    Di soppiatto, esco dalla stanza.
    <<Tel’ho detto che ero qui fuori!>> Tuona da dietro la porta.
    Trasalgo <<C*zzo che colpo!>>
    Mi lancia un’occhiataccia.
    Alzo le mani in segno di resa << Va bene, va bene. Torno a dormire. Vieni con me?>>
    Mi guarda stupito <<Come scusa?>>
    <<Che p*lle…>> Mormoro scocciata <<Ti ho chiesto se vieni a dormire con me.>>
    <<Si vede proprio che sei ubriaca.>> Mi prende per un braccio e si sdraia a letto con me.
    <<Bene. Manca il bacio della buonanotte.>>
    Mi avvicino alle sue labbra, ma lui mi blocca prontamente <<Ehi, ehi! No, non ti bacerò quando sei ubriaca. Dovrai ammettere di cadere ai miei piedi da sobria!>>
    Lo guardo per un attimo, rimanendo in silenzio.
    <<Non ho capito niente di quello che hai detto.>>
    Lui sorride <<Meglio. Domani mattina ti rinfaccerò tutto.>> Termina la frase con un ghigno.
    Poso la testa sulla sua spalla e il suo braccio mi avvolge la schiena.
    Poco dopo, sento gli occhi appesantirsi e il corpo rilassarsi.


    Resuscito da sotto le coperte.
    Alzo la testa per guardarmi intorno, ma la sento pesante e pulsare forte.
    La riaffondo nel cuscino, che sa di un profumo che non è mio.
    Io so di un profumo che non è mio.
    La mia mente cerca disperatamente di ricostruire i fatti accaduti precedentemente.
    Vuoto.
    Decido di alzarmi dal letto e dirigermi in cucina.
    La casa è completamente silenziosa.
    Mi sto sentendo sola.
    <<Per quale c*zzo di motivo cammini per la casa trascinando i piedi e facendo un casino maledetto alle 10 di mattina?>> Mi ringhia contro Loredana.
    <<Pensavo fosse più tardi. Di solito mi sveglio a mezzogiorno. Poi non avevo sonno e…>> Poi mi interrompo <<Ma fatti i c*zzi tuoi. Non devo darti spiegazioni! Posso svegliarmi quando voglio!>> Mi avvio verso la mia camera, poi ritorno indietro <<E tutti la mattina trascinano i piedi!>> Constato prima di chiudermi nella mia stanza e tuffarmi nel letto.
    Mi metto a pancia in su e fisso il soffitto dipinto di bianco.
    Prego la mia memoria di venirmi a dare qualche spiegazione.
    Mentre l’inc*zzatura non si decide a sparire.
    La serata con Ste le sarà andata male a Loredana!
    Illuminazione: Ste!
    Ieri mi ha accompagnato Ka a casa.
    Oddio. Non voglio neanche immaginare le c*zzate che ho sparato.
    Anche perché me le rinfaccerà a vita. Che cacchio!
    Di colpo la mia porta si spalanca e Loredana irrompe nella stanza <<Per tua informazione, sei sotto il mio tetto! E si fa quello che dico io!>>
    Perché dopo una sbronza, con il mal di testa, nessuna energia e di prima mattina, devo affrontare una discussione?!
    Mi alzo <<Che c’è la monarchia qui dentro?! Sono semplicemente uscita dalla mia stanza! Vuoi accusarmi per questo?! Il rumore triplicato l’hai sentito solo te! E se vuoi mene vado anche subito!>>


    Ragasssse, ragasssse, la vedo brutta v.v

    (Poi provate a dire che IO sono Ruffiana. TSE. No perchè IO non lo sono AFFATTO v.v)

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  6. #6
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Ma saaalve!
    Ho finito di studiare psicologia e matematica. Materie POCO complesse insomma.
    E sono pronta per postarvi il quinto.
    Direi che questo è amore, no?

    05.
    Prendo il trolley e lo sbatto sul letto, lanciando le mie cose lì dentro alla rinfusa.
    Mi blocca prendendomi per un braccio <<Mi sono lasciata con Ste! E tu non te ne vai, va bene?!>> Mi grida contro, prima di lasciarsi abbracciare e scoppiare in un pianto.
    Le accarezzo i capelli <<Non mene andrò.>>
    Rimaniamo abbracciate per un tempo indefinito, quando lei si stacca, annusandomi.
    <<Che diamine fai?>> Le domando turbata.
    <<Hai l’odore di mio fratello addosso.>> Annuncia.
    Poi corruga la fronte, ripetendo la frase in modo interrogativo <<Hai l’odore di mio fratello addosso?!>>
    Assume un’espressione meravigliata ed inizia a sorridere.
    Smentisco subito <<Ferma la tua mente malata! Stavo fuori come un balcone e mi ha accompagnato a casa!>>
    <<Ma questo lo so, gliel’ho detto io.>> Dice tra il divertito e il triste.
    <<Oh. Perché hai accompagnato Ste…>> Inizio a dire, prendendo il ruolo di Capitan Ovvio.
    Riprendo il discorso, svelta <<Cioè, perché io ero completamente sbandata e quindi mi ha accompagnato e sai una cosa?! Lui ha dormito con me, credo. Spero di non averglielo chiesto io!>> Finisco la frase con tono disperato e pieno di speranza.
    Lei abbozza un sorriso <<Grazie. E comunque, tu e mio fratello non mi convincete.>>
    <<Senti, non mi parlare di tuo fratello di prima mattina. Voglio un cappuccinoooooooooo!>>
    Si mette a ridere <<Urlalo un po’ più forte, che al quinto piano non ti hanno sentito!>>
    Corro alla finestra e la spalanco, venendo investita da una ventata d’aria fredda.
    E grido <<BUONGIORNO MILANOOOOOOOOOOOOOOOOO!>>
    Ormai Loredana è stesa sul letto, piegata in due dal ridere.
    Le dico ridendo <<Se a Roma avessi fatto una cosa del genere mi sarebbe arrivata dritta, dritta una scarpa in fronte!>>
    Cerca di smettere di ridere <<No non ce la faccio!>>
    Ridiamo tutte e due e poi decidiamo di alzarci a fare questa benedetta colazione.
    <<Caffeina, caffeina, caffeina!>>Afferro avidamente la tazza fumante del cappuccino e bevo un sorso. <<Dio mio, come si fa a vivere senza di LUI?>>
    <<Ah non lo so. Le persone a cui non piace non hanno capito niente della vita!>>
    Acconsento <<Decisamente!>>
    Vago con lo sguardo per la casa <<Hai i Guns?>>
    Mi guarda con espressione di sufficienza <<In quale casa pensi di vivere?! OVVIO.>>
    Sparisce in salone, traffica tra gli scaffali della libreria e ritorna con un loro CD.
    Gli faccio l’occhiolino <<Bene. Mettilo a palla, tesoro!>>
    <<Non melo faccio ripetere due volte!>>
    Dalle casse risuona l’inizio di Welcome to the jungle, con noi che cantiamo a squarciagola insieme ad Axl Rose.

    Alla fine del CD, ci buttiamo esauste sul divano, perse completamente tra le nostre risate.
    Il campanello ci fa uscire dalla nostra bolla di sapone.
    <<Vado io.>> Si offre Loredana, andando ad aprire la porta.
    <<Alla buon ora! Da venti minuti che busso a ‘sta c*zzo di porta!>>
    La dolcezza e la finezza di Carmine, entrano.
    <<Che p*lle, pensavo che dopo ieri non ti avrei più rivisto!>> Gli dico scocciata con una risata.
    <<Io pensavo che dopo ieri sera, mi avresti accolto diversamente…>> Dice con espressione maliziosa.
    Sgrano gli occhi, mentre vado nel panico.
    C*zzo, c*zzo.
    Loredana mi trafigge con lo sguardo <<Ti fai mio fratello e non dici niente?!>>
    Ok. Sto andando in iperventilazione.
    Poi mi tranquillizzo, vedendo Ka, senza fiato dal ridere.
    <<Brutto str*nzo! Tu e le tue c*zzate!>> Gli sfurio contro, andando a ricoprirlo di schiaffi sul petto.
    Anche se il risultato è che mi sto facendo male soltanto io.
    <<Oddio! Dovevi vedere la tua faccia!>> Continua a ridere, per niente scalfito dalla mia ira.
    Guardo Loredana nella disperazione più totale, vedendo come ride assieme al fratello<<Ma… Ma è idiota tuo fratello!>>
    <<Non posso farci nulla! Lo sopporto da quando è nato!>> Mi risponde tranquilla.
    Sento le mani doloranti <<Ma che sei fatto d’amianto? Mi hai spaccato le mani! Ho bisogno di ghiaccio!>> Dico in un lamento, raggiungendo il frigo.
    <<Se sei così stupida, non dipende da me, TESORO.>>
    Si alza la prima metà della maglietta, mostrandomi il suo petto villoso <<Ammortizzano, eh >>
    <<Ma fatti una ceretta, figlio mio! Ora, vieni a trovarmi il ghiaccio!>> Gli ordino.
    Lui sempre ridendo mi prende le mani, ficcandomele sotto l’acqua ghiacciata.
    Sospiro di sollievo <<Stavano andando a fuoco! Le mie povere mani.>>
    <<Fuoco e fiamme. Io l’avevo detto.>>
    Sbotto <<Senti, piantala di ripetere ‘Telo avevo detto’. Questa frase spetta solo alle donne dirla!>> Prendo il canovaccio e mi asciugo le mani, riposandolo sul gancetto al muro.
    Continua a sorridermi, con quel suo sorriso strafottente.
    Dio mio, lo menerei!
    Me ne vado, sentendo la sua voce dietro di me <<E io che volevo dirti una cosa…>>
    <<Ma manco se mi paghi ti ascolto!>> Gli rispondo diretta, mentre la curiosità mi fa pentire leggermente di aver rifiutato.
    Mi pianto davanti lo specchio ed inizio a parlare da sola. Delle volte aiuta <<A te, non te ne importa nulla, capito? Fregatene di Carmine! Che c*zzo!>> Mi arrabbio con me stessa.
    <<Telo hanno detto che è da psicopatici parlare soli?>> Ancora la sua voce.
    Che urto!
    Apro la porta <<Ok. Ti ascolterò. Basta che poi non ti fai sentire per almeno 4 mesi!>>
    Sorride beffardo <<Benissimo. A sta sera!>>
    Saluta la sorella e raggiunge svelto la porta.
    <<Ehi! No! Non vale!>> Protesto, ma ha già chiuso la porta e di certo non esco di fuori in pigiama.
    Rimango a bocca aperta, mi rivolgo a Loredana <<Mi fa aspettare fino a stasera! ‘Sto str*nzo!>>
    Lei fa un’alzata di spalle e mi consiglia << Fai finta che non te ne importa. Lui è questo che vuole: ti fa incuriosire, ottiene ciò che vuole e sparisce. Lasciandoti all’attesa.>>
    Digrigno i denti <<Gliela farò pagare. Mo so c*zzi sua!>> Affermo decisa.
    Fa una risata <<Mi piace che parli romano, mi piace!>>
    <<Pff. Sono inc*zzata per tuo fratello, ancora.>>
    Le sue labbra si distendono in un sorriso maligno <<Shopping! Chiamo Alice ed Elisa e, stasera devi arrivare in ritardo. Odia chi non è puntuale.>>
    Io e Loredana siamo sulla stessa lunghezza d’onda, oh sì.
    Il mio lato vendicativo accetta in pieno <<Perfetto Piccola Sosia.>>
    Anche se la parola ‘Shopping’ non è molto invitante.
    <<Smuuuuack!>>
    In risposta le mando un bacio con la mano e mentre lei corre verso il telefono e parte con le sue chiamate, io mi immergo sotto l’acqua calda della doccia.
    Il mio momento di rilassamento totale, viene interrotto da quella mora che bussa insistentemente alla porta.
    <<Ma che c*zzo vuoi?!>> Le urlo.
    <<Che muovi il c*lo! Da due ore che stai sotto la doccia! La ritardataria falla con Ka non con me!>> Mi urla di rimando.
    Sorrido, mi avvolgo nell’accappatoio e mi sbrigo nel prepararmi.
    Quando esco dalla camera fatta e finita, alza le mani al cielo <<Alleluia! È tornata tra noi! Ali ed Eli ci aspettano qui sotto!>>
    Chiudiamo la porta e ci catapultiamo fuori di casa, nella macchina di Elisa.
    <<Ciao ragazza! Com’è stato il risveglio con la moretta?>> Mi saluta Elisa.
    <<Alquanto traumatico!>> Le rispondo ridendo.
    <<Questione di abitudine, bambola. –mi dice Alice- Allora? Pronte per lo shopping sfrenato?>> Domanda retoricamente.
    <<Siamo nate pronte!>> Risponde contenta Loredana.
    Elisa accende il motore e ci ritroviamo tra le strade popolate da migliaia di persone, del centro di Milano.
    <<Sento già le carte di credito del Calvio e del Pedretti piangere.>> Dico ridendo insieme alle altre.
    <<Ma noi siamo superiori: non cederemo al loro pianto! >> Mi dice Alice, procurando un’altra risata di tutte.




    Odio TW che non mi permette di scrivere capitoli immensi! .-.

  7. #7
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Il seguito


    Loredana mi rinchiude dentro un camerino passandomi vestiti dopo vestiti.
    <<No, no, no. Tu hai capitolo proprio male! Per uscire con quello mi metterò in jeans e maglietta! Non gli darò importanza!>> Gli spiego molto chiaramente.
    Lei sbuffa <<Edddddai!>> Mi fa gli occhi dolci.
    <<Assolutamente NO. E non fare la ruffiana con me!>> Dichiaro decisa, uscendo dal camerino e raggiungendo Alice.
    <<Sopravvissuta a Loredana?>> Mi chiede con un sorriso.
    << È stata dura, ma cel’ho fatta!>> Ammetto trionfante.
    Mi mostra una maglietta <<Do you like it?>>
    Faccio un cenno d’assenso col capo <<Oh yeah.>>
    <<Ma chi è ‘sta f*ga?!>> Elisa ci raggiunge.
    Alice si mette in posa <<Sì, sono proprio io!>> Scuote i capelli teatralmente.
    Rido e dico ironica ad Elisa <<Chi ti ha pagato, dillo!>>
    Lei risponde ridendo <<Oh, uno che ha parecchi soldi!>>
    Alice fa la finta offesa <<Bene, bene. È solo invidia la vostra!>>
    Noi ridiamo ed io le dico <<Oh sì, hai perfettamente ragione!>>
    <<Non sf*ttere piccola donna! Ora seguimi. Le scarpe sono di là!>> Alice mi prende per la mano e mi trascina di fronte ad un immenso scaffale di scarpe.
    <<O mio dio. Sono… Infinite.>> Le guardo con terrore.
    I suoi occhi brillano <<Le voglio tutte!>>
    Ne prende un paio e se le misura.
    <<Chissà perché ma sospettavo ti avesse portato qui -.->> Arriva Loredana.
    <<Ma io mi chiedo, dove le metterai tutte ‘ste scarpe che ti compri?!>> Le chiede Elisa.
    <<Oh, ma per quello non c’è problema. Caccia di casa il Calvio. Guarda lo spazio che guadagna!>> Dico ridendo.
    <<La ragazza ha le idee molto chiare!>> Mi dice Loredana, mettendosi a ridere.
    <<Come fai a leggermi nel pensiero?! Brava tesoro!>> Alice mi batte il cinque.
    Sorrido ed usciamo dal milionesimo negozio nel quale siamo entrate.
    Alice mi molla le buste <<Che fatica fare shopping! Direi che è ora di fare rifornimento!>> Punta verso il Mc Donald’s.
    Mi schiarisco la voce <<Non dimentichi qualcosa mia cara Alice?>>
    Lei mi guarda con un sorriso <<Mi dimentico che nessuno è il mio facchino personale!>>
    <<Quando c’è il biondino è lui. Quindi, non confondermi con Danilo!>> Le porgo le buste.
    <<Giusto!>> Le riprende e ci facciamo spazio tra folla di persone che invade il Mc.
    <<Ma che c’è mezza popolazione qua dentro?!>> Domando esasperata, dopo aver ricevuto la decima gomitata.
    <<Non solo! Più i turisti che vengono da ogni parte del mondo!>> Risponde Elisa.
    <<Grazie per il conforto!>> Le dico ridendo.
    <<Ti sbatte in faccia la verità con stile, la Eli >> mi informa Lori.
    <<Allora ci troveremo d’accordo –vedo un tavolo vuoto- Ad ore 12!>>
    Mi ci fiondo, occupandolo con ogni tipo di borsa, sciarpa, cappotto. Tutto ciò che trovo!
    <<Ti amo!>> Mi dice Alice posando i suoi acquisti su una sedia.
    Le sorrido, poi le dico <<Visto? Fare tanto shopping porta effetti negativi: dolori articolari, strappi muscolari...>>
    <<Dottoressa, non mi traumatizzi Alice!>> Mi dice Loredana, sorseggiando la sua coca-cola.
    <<Veramente c’hai già pensato te!>> Le rispondo prendendo una patatina fritta.
    <<Non c’è niente da fare! Sei tu che ho aspettato per tutto questo tempo!>> Elisa si allea con me.
    Loredana alza gli occhi al cielo, noi ridiamo e finiamo di mangiare.

    Ultime tappe negli ultimi negozi, sennò rischio di morire, e finalmente rientriamo in casa.
    Mi butto a peso morto sul divano, abbracciando un cuscino <<Divano, sono tua!>>
    Loredana mi scansa più in là <<E fammi spazio!>>
    <<Non spingere di piùùùù!>> Le urlo, prima di ritrovarmi a terra.
    <<Ops.>>
    Mi alzo da terra <<Loredana. Io ti ammazzo.>>
    Sorride innocente <<Io ti voglio bene sappilo!>>



    E non è finita qui... Il bello deve ancora venire
    (Scelta volontaria di mettere BELLO al posto di MEGLIO. Perchè nel prossimo capitolo, non succede niente di BUONO )





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  8. #8
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Mie bellissime seguaci, (sì vi sto allisciando. AHAHAH Però è vero che siete bellissime *-*) a voi il sesto capitolo!

    Bonne Lecture

    06.
    Nel mezzo di una lotta, sentiamo qualcuno suonare alla porta.
    <<O c*zzo! Vai tu ad aprire, guarda cosa mi hai fatto ai capelli!>>
    Controbatto <<Neanche morta! Hai detto che è casa tua, no?>>
    Le sorrido compiaciuta.
    <<Str*nza!>> Mi dice di tutta risposta, mentre si fionda allo specchio per ordinarsi al meglio i capelli e va ad aprire la porta.
    Ritorna con in mano un mazzo di fiori ed un bigliettino.
    <<Ehm… Credo siano per te.>> Mi dice, dandomi il tutto.
    <<Che diamine… -inizio a leggere, con molta difficoltà, ma ci sono riuscita- ‘Ti aspetto in macchina, mia bella. Carmine.’>>
    Sul mio viso si disegna una smorfia.
    <<Cos’è? Una presa per il c*lo?!>>
    Loredana alza le mani <<Io non ne so niente! Lo giuro!>>
    La studio e decido di fidarmi.
    <<Qual è il piano?>> Mi chiede entusiasta Loredana.
    <<Stare qui a fare niente. Per almeno… -controllo l’orologio- Una ventina di minuti.>>
    <<Ma poi noi ci annoiamo.>> Si lamenta lei.
    <<Perché?! Torturare Carmine è così bello e costruttivo.>>
    <<Str*nza. Ma credo di avertelo già detto, vero?>>
    Rido <<Verissimo!>>
    Dopo una decina di minuti buoni, decido di alzarmi e decidere cosa mettermi.
    Entriamo nella mia camera e Loredana spalanca l’armadio.
    <<Ti metti questa?>> Mi chiede supplichevole.
    <<No. –prendo la mia maglietta dell’Hard Rock e il giacchetto celeste- Oddddio! Dove sono i miei jeans?!>>
    Panico, panico, panico.
    I miei adoratissimi jeans preferiti!
    <<Tipo, questi buttati sulla sedia?>>
    Le sorrido <<Grazie chèrie.>>
    Me li passa e mi cambio, mentre lei svuota il mio astuccio porta trucchi.
    <<Ehm, scusa. Che cacchio fai?! Poi tanto devo rimettere a posto io, no? -.->> Le dico, afferrando il mio mascara nero.
    <<Ovvio. Mazza i trucchi che hai!>>
    <<Devi vedere gli smalti…>> Mormoro. <<Cicciaaaa, soffia sulle ciglia!>>
    <<Sulle ciglia?!>> Mi chiede interdetta.
    <<Così si asciuga il mascara nero e passo quello blu!>>
    <<Mmmh. Ingegnosa ‘sta ragazza!>>
    <<Oh sì. Lo so!>>
    Prendo la spazzola e passo ai capelli.
    <<Direi che ora puoi andare. A meno che Carmine non ti abbia pisciato.>> Sentenzia Loredana.
    <<Sì o non sia morto di vecchiaia –ridacchio e controllo l’orologio- Ho avuto una parte della mia vendetta. 25 minuti precisi!>> Dico sorridente.
    Lei scuote la testa ridendo <<Senza parole!>>
    Mi spinge fuori dalla stanza e con molta calma prendo la mia borsa, buttandoci dentro chiavi, telefonino e quant’altro.
    Mi rivolgo a Lò <<Alooor? Sono abbastanza poco elegante per tuo fratello?>>
    Mi fa l’occhiolino <<Oh yeah! Buona serata Donna>>
    Le schiocco un bacio sulla guancia <<Grazie. Vedrò di tornare intera >>
    Esco e lo trovo appoggiato alla macchina, che mi aspetta.
    Con il suo smoking nero, i suoi dannati e meravigliosi occhi e la sua sigaretta.
    Mi sorride.
    Rimango a bocca aperta.
    Porca p*ttana.
    Quando riesco a mettere in piedi una frase di senso compiuto, gli domando sospettosa <<Per quale assurdo motivo sei vestito così?!>>
    <<Non sono affari tuoi. Andiamo.>>
    Ricorda: non devi dargli soddisfazione.
    Entro nell’auto, seguita da lui.
    <<Scusa, mi dispiace molto per il ritardo. Aspettato molto?>> Chiedo sfacciata.
    <<Oh, tranquilla. Sei arrivata giusto in tempo che ci hanno tolto il tavolo.>> Risponde sarcastico.
    Sorrido soddisfatta e gli chiedo, mentre sfoglio tra i suoi CD.
    <<Quindi, dov’ è che mi porti?>>
    Rimane in silenzio con un sorriso stampato in faccia, guardando dritto di fronte a sé.
    Mi rispondo da sola <<Oh, capisco. Aspetti che la curiosità mi mangi viva. Beh, te lo dico subito: con me non attacca.>> Mento spudoratamente.
    Fortunatamente lo so solo io, però.
    Parcheggia di fronte ad un ristorante di lusso e viene ad aprirmi la portiera <<Prego.>>
    Mi tende la mano e ci incamminiamo all’entrata.
    Lo blocco. Che b*stardo! Aveva già calcolato tutto.
    <<Qualche problema tesoro?>> Mi chiede con quel suo tono da presa in giro.
    <<Ti ho sottovalutato a quanto vedo. Sei str*nzo anche te.>>
    <<Vediamo come posso spiegarti bene il concetto… -si posa una mano sul mento, assumendo una posizione da pensatore- Oh sì. TELO AVEVO DETTO.>>
    Stringo i pugni e faccio un sorriso tirato <<Oh, ma non c’è problema. Direi che in mezzo ad abiti da sera il mio spiccherà tantissimo. È alterativo.>>
    <<Quello che stavo per dire.>>
    Sorride e sottobraccio entriamo.
    Ci assegnano subito il tavolo e ci sediamo.
    Avrò ricevuto sì e no, 300 occhiatacce da parte di ogni signora presente in questa sala, che sta cenando con caviale e champagne con la sua allegra famiglia.
    Direi che i mie jeans stanno facendo PROPRIO un figurone.
    Sì, YUPPI!
    Bene. Ho già detto che odio Carmine?
    Fa niente, lo ripeterò ugualmente. Non fa mai male.
    <<Cosa prendi?>> Mi domanda cercando di non scoppiarmi a ridere in faccia.
    <<Un coltello ben affilato. Per piantartelo nel petto.>> Lo gelo con lo sguardo.
    Lui ride <<Sì, anche io stavo pensando ad un secondo di carne.>>
    La cena passa lenta e in agonia.
    Usciamo fuori dal ristorante e vado spedita davanti all’auto.
    <<Peccato che non hai preso il dolce, ti saresti addolcita un po’.>> Mi dice, prima di aprirmi la portiera.
    Sto per vomitargli addosso.
    <<Vedo che hai perso l’uso della parola.>> Continua a parlare.
    Accende la macchina e partiamo.
    Porto lo sguardo fuori dal finestrino.
    Si ferma ad un semaforo e mi tocca la spalla.
    <<Credo di aver esagerato…>> Inizia a dire ma lo fermo ridendo <<Ma che c*zzo stai facendo?! Almeno se devi fare lo str*nzo fallo fino in fondo!>>
    <<Giuro che per un attimo c’ero cascato!>> Dice ridendo.
    <<Da ora in poi dovrai solo aspettare.>>
    <<La tua vendetta, giusto?>> Sorride beffardo.
    <<Cacchio, mi leggi nel pensiero tesoro.>>
    Sorrido e metto i piedi sul cruscotto.
    Mi riprende all’istante <<Ok essere avvelenate, ma i piedi sul cruscotto NO!>>
    Scuoto la testa <<No, no, no. Non ci siamo capiti: occhio per occhio, dente per dente.>>
    Inizio a riempirgli la macchina di pedate.
    Fa una sfrenata brusca e mi pianta lo sguardo addosso: i suoi occhi sono infuocati.
    <<Allora fattela a piedi. Sei nella MIA macchina. Capito?>>
    <<Sì, ho capito.>> Apro la portiera e scendo. <<Ciao Ka.>>
    Inizio a camminare sul marciapiede e lo vedo che prende la rincorsa ma poi piano, piano si ferma.
    Ed inizia a tornare indietro, fino a me.
    Abbassa il finestrino <<Salta su.>>
    <<Le serve un’informazione per caso?>> Chiedo gentile.
    <<Finiscila di fare la cretina. Sali in macchina.>> Inizia a scaldarsi.
    Mi picchio una mano sulla fronte <<Oh sì! Che scema! Per andare a fanc*lo, sempre dritto infondo a destra. Buona permanenza.>>
    Attraverso la strada e proseguo dritta.
    Lui continua a seguirmi. Poi scende dall’auto e mi prende per un braccio.
    <<Ora basta. Mi sto innervosendo.>>
    <<C*zzo, hai anche un’espressione seria. Devo preoccuparmi?>>
    <<Bene. Se non vieni di tua volontà…>> Si abbassa, fa forza sulle mie ginocchia ed eccomi in braccio a lui <<Ti prenderò di peso.>>
    Inizio a colpirgli la schiena <<Mettimi giù! Ti giuro che adesso caccio un urlo che faccio scendere l’intero quartiere!>> Lo minaccio.
    Nonostante le mie minacce, i miei pugni, mi ritrovo in macchina con lui.
    Si ferma sotto casa mia <<Eccoci arrivati.>>
    Spegne il motore e toglie la sicura alle portiere.
    <<Giusto. Magari rotolavo fuori dall’auto come un agente 007.>>
    <<Non si sa mai.>>
    <<Ma fanc*lo.>>
    Scendo dall’auto, sbattendo la portiera.
    Sento il suono elettronico del suo finestrino che si abbassa e mi volto.
    <<Buona notte, comunque.>> Sorride e va via.
    Mi lascia impalata lì davanti, con ancora il suo sorriso scolpito nella testa.
    Inizio a sorridere come una povera idiota e salgo a casa.
    Mi accoglie Loredana <<Ohoh, fermi tutti! Cos’è quel sorriso?! Siediti e racconta!>> Mi ordina, tirandomi per un braccio.
    <<Lò! E n’attimo.>>
    Mi metto comoda ed inizio a raccontarle tutto.
    La sua espressione euforica si trasforma in un’espressione schifata.
    Inizia a dire <<Mi stai dicendo che io ho aspettato 4 ore che tu tornassi, per sentire lo svolgimento di un susseguirsi di guerre?>>
    <<Ah beh, c*zzi tuoi. Sei te che sei curiosa persa! Potevi tranquillamente andare a dormire.>>
    Socchiude gli occhi <<Str*nza.>>
    <<Oh, ti amo anche io. –sbadiglio- Bene, andrò a ninne.>>
    Mi avvicino per baciarle la guancia, ma lei si scansa.
    <<Ok, scusa. Quando finisci di fare l’offesa fammi un fischio >>
    Mi dirigo in camera, butto la borsa per terra e mi infilo il pigiama, stendendomi su quell’enorme e comodo materasso.
    Affondo la testa nel cuscino e prima di addormentarmi, sento la porta aprirsi lentamente.
    <<Posso vero?>> Mi domanda la mia coinquilina.
    Sorrido <<Certo.>> Le faccio spazio e si mette sotto le coperte con me.
    <<Notte futura cognata.>>
    <<Notte fallita veggente.>>



    La mia autostima è scesa: mi sono fatta fregare da un Panda D:

    Volete o no la frase filosofica?
    Per oggi vi risparmio, và. Però almeno vi avrebbe preparato per il prossimo capitolo... Perchè, voi volete un prossimo capitolo, no?



    http://forum.teamworld.it/forum1743/...ml#post7772635
    Ultima modifica di Eri P.; 16-05-2011 alle 16:36

  9. #9
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    Vi do la buona notte. Anche se una 'buona notte' non sarà
    (Frase filosofica che prima non mi avete fatto scrivere v.v)

    Buona lettttura

    07.
    ‘Spero che tu non abbia fatto incubi dopo la serata trascorsa.’
    Rido e rispondo a Carmine ‘No. Per fare un incubo avrei dovuto sognarti. Invece non è successo. Ho fatto però, un sogno bellissimo con gli unicorni rosa!’
    Poso il telefono sul comodino e mentre Loredana è ancora nel mondo dei sogni, raggiungo il cassetto della mia scrivania, dove prendo il mio Ipod e una sigaretta.
    Raggiungo il piccolo terrazzo che si trova in cucina e dopo aver preso l’accendino, esco di fuori.
    Ho bisogno di iniziare bene la giornata.
    I Nirvana sono perfetti.
    Sono immersa nel mio mondo tra musica e nuvolette di fumo, quando qualcuno mi tocca la spalla, facendo svanire la magia.
    Loredana si passa una mano sulla faccia, ancora assonnata e mi porge il telefono <<’Sto schifoso aggeggio ha trillato e mi ha sfondato un timpano!>>
    Mmmh. Messaggio.
    Lo apro: ‘Non so perché siamo arrivati a questo punto. So che ci siamo ritrovate in un bel casino. Potevi di certo evitare di sparire da casa tua! Giulia.’
    Per un attimo ho sperato fosse Carmine, ora l’ho desiderato ardentemente.
    Beh, devo dire che uno deve averci le p*lle per mandarmi questo messaggio.
    <<Ehi, tutto ok?>> Mi domanda Loredana, che si è seduta accanto a me.
    <<No.>>
    Schiaccio la sigaretta nel vaso che ho accanto.
    <<Direi che si è spenta…>> Mi fa notare lei, dato che l’avevo spinta giù con così tanta forza che era sprofondata nella terra.
    Poggio la testa sulla sua spalla e lei mi abbraccia posandomi il braccio sulle spalle.
    E rimaniamo così, a guardare dal balcone come lentamente le strade si popolano e la città prende vita.
    Negozianti, ragazzo in bicicletta, due fidanzati che si baciano, malefica nonnetta che si affaccia alla finestra che non vede l’ora di spettegolare quello ha visto alla sua vicina di casa.
    <<Era Giulia. –le porgo il telefono- Leggi pure.>>
    Lei lo prende e scorre tra i messaggi.
    <<Spero davvero che sia mentalmente instabile, che almeno è giustificata ad essere così deficiente!>> S’inc*zza.
    <<Purtroppo è proprio così che è fatta. Non posso credere di aver sprecato 8 anni della mia vita a presso a loro.>>
    La mia voce è così piena di delusione.
    <<Mandala a fanc*lo! Sai che liberazione?!>> Mi sprona lei, mettendomi il telefono in mano.
    <<No, non ne vale più la pena. Prima lo avrei fatto. Così le do importanza e io voglio dimenticarmi di lei, di loro. E fare posto a chi merita davvero di far parte della mia vita.>> Esprimo la mia decisione.
    <<E io starò con te.>> Mi sorride.
    Una frase così semplice. Ma con un peso importante.
    Una frase che ti da sul serio la forza di ripartire.
    Le sorrido e mi alzo, porgendole le mani per alzarla.
    <<Grazie. Mi fa piacere quello che hai detto.>>
    <<Ehi, guarda che non sei così cattiva come credi. Sennò ti avrei già sbattuto fuori a calci!>>
    Ridiamo e mi abbraccia.
    <<Ok, basta scene diabetiche. Sono in forze adesso!>> Mi stiracchio e faccio un sorriso.
    <<I Nirvana spaccano, eh!>>
    <<Oh yeees! Avevo il volume così alto?!>> Domando stupita.
    <<Sì, fidati. Per sentirlo io che sono mezza sorda!>> Ride.
    Entriamo e iniziamo a fare colazione.
    <<Lò, mi devo cercare un lavoro.>> La informo svogliata.
    <<Vediamo, credo di poterti aiutare. Anni fa avevo lavorato ad un bar a 10 minuti da qui. Il proprietario dovrebbe riconoscermi.>>
    <<Allora andiamoci insieme oggi.>>
    <<Mmmh, bella idea! Però devo darti una brutta notizia.>>
    <<Sono pronta a tutto ormai…>> Intingo il biscotto nella tazza.
    <<Deve venire anche Carmine. Gli avevo promesso che avremmo pranzato insieme oggi.>>


    <<Unicorni rosa, quindi.>> Mi dice ridendo Ka.
    <<Già. E dovevi vedere com’erano belli >>
    Loredana ci richiama <<Ehi voi due, piantatela e seguitemi!>>
    Un uomo su una quarantina di anni ci viene incontro <<Buongiorno. Serve qualcosa?>>
    Loredana gli sorride <<Ehi Giulio, che non mi riconosci?!>>
    L’uomo se la studia, poi fa un sorriso <<Loredana! –le bacia le guance- Come stai?>>
    Lei risponde sorridente <<Benissimo grazie, tu? Ti ho portato una possibile dipendente. Ti piace come idea?>>
    Lui mi guarda e mi porge la mano <<Piacere, Giulio. Direi che due mani in più mi farebbero comodo. –fa l’occhiolino a Lori- Mi leggi nella mente!>>
    <<Allora eccomi qui.>> Gli dico con un sorriso.
    L’uomo guarda Ka <<Lui sarebbe?>>
    <<Lui è Carmine.>> Mi sbrigo a rispondere prima di lui.
    Sorride divertito e Giulio mi prende da parte.
    <<Bene, tra poco arriveranno dei clienti e niente, dai il meglio di te >>
    Loredana mi abbraccia per darmi coraggio <<Su, su che cela fai!>>
    Sto per avere le palpitazioni.
    Lei sbuffa <<Dai non fare Dani, eh! Preparati.>>
    <<Sembra che stai andando a morire.>> Mi dice Ka.
    <<Oh grazie del conforto.>> Rispondo acida.
    Lui ride <<Pronta?>>
    <<No.>>
    <<Allora sei perfetta >> si rivolge a Loredana <<Lò hai detto che mangiamo qui, vero?>>
    <<Loredana, non ti azzardare.>> La gelo con lo sguardo.
    Non perde l’attimo <<Mi pare che devo vendicarmi di qualcosa.>>
    Prende sottobraccio il fratello <<Andiamo al nostro tavolo ad aspettare la CAMERIERA.>>
    <<Sorella, ti amo.>> Ka le bacia la testa e vanno a sedersi.
    Rimango a guardarli male e mi decido ad andare al tavolo.
    <<Cosa… Cosa volete ordinare?>>
    Ka risponde tranquillamente <<Non è che può ripassare più tardi? Sa com’è, aspettiamo degli amici.>>
    <<V*ffanc*lo Carmine.>>
    <<Puoi ripetere, prego?>>
    Mi pietrifico.
    Mi volto lentamente verso la voce di Giulio.
    <<Tu non parli così ai miei clienti. Di lavorare per me, puoi anche scordartelo.>>
    <<Nessun problema. Buona fortuna con il pollo avariato. Sì AVARIATO!>> Alzo la voce, per farmi sentire dai clienti seduti dietro il tavolo di Ka e Loredana.
    Sorrido <<Cià, cià.>>
    Sotto le sue imprecazioni esco dal locale e mi fermo un attimo.
    Giusto per vedere quei due clienti uscire e sentire il proprietario chiedere scusa e pregarli di rientrare.
    Direi di sentirmi soddisfatta.
    Sto camminando, quando intravedo le figure di Pedro ed Eli, insieme ad Alice e Dani.
    <<Ehi futura cameriera, già ti hanno cacciato?!>> Domanda Elisa.
    Annuisco <<Esatto. Carmine ha fatto Carmine e io l’ho mandato a fanc*lo, nell’esatto momento in cui il capo passava.>>
    <<Insomma, vedo che te ne frega qualcosa!>> Nota ridendo Alice.
    <<Sì mi importa, però è andata così e ciao.>> Finisco il discorso con un’alzata di spalle.
    <<Dai, ti prendiamo come cantante al posto di Pedro!>> Dice ridendo Dani.
    <<Oh, ci sto! Però cela fai a sopportare il chitarrista?>> Mi sfida Pedro.
    <<Potete tenervi il vostro cantante, guarda!>> Rido insieme a loro.
    <<Loredana corre verso di noi. È Loredana, vero?>> Domanda Elisa, strizzando gli occhi per vedere.
    Alice l’abbraccia <<La mia talpa!>>
    Loredana ci raggiunge con il fiatone, con Ka al suo seguito.
    <<Ok che Giulio è cretino ma tu se evitavi di rispondere al tuo solito, ti dava un’altra possibilità! Ho cercato di chiarire ma ha cacciato pure me!>>
    Alzo gli occhi al cielo <<Innanzitutto non devi farmi la ramanzina e non dovevi andargli a chiedere perdono, c*zzo! Non mi serve la baby sitter, capito? Quella in prova ero io, perché devi metterti in mezzo tu, scusa?! Voglio mandare a fanc*lo una persona?! E lo faccio! Va bene?!>> Gli sbotto contro.
    <<Aspetta. Hai preso a parolacce il tuo capo?!>> Interviene domandando sbalordita Elisa.
    Le rispondo inc*zzata <<Succede, sai? Uno ti fa girare i c*glioni, capo o non capo che sia e tu gli sfuri contro.>>
    Inaspettatamente prende la parola Ka <<Ehi, datti una calmata! E vieni con me.>>
    Mi allontano all’istante <<No. Mi hanno rotto il c*zzo i tuoi giochetti.>>
    Giro i tacchi e proseguo verso casa.
    Inizio a pentirmi di aver risposto male ad Elisa.
    Perché me la prendo con le persone sbagliate?!
    Dio mio. L’ho detto che sono storta!
    Salgo di corsa in casa, sentendo il bisogno di sfogarmi e di mettermi a posto le idee.
    Prendo il telefono e compongo un numero che non avrei mai pensato di comporre.
    <<Pronto?>> Mi risponde molto lieve quella voce.
    <<Devo dire che l’amica tua è davvero un geniaccio.>> Dico ironica.
    <<Era con me quando ti abbiamo scritto il messaggio… Io non so che devo fare…>>
    La interrompo in modo brusco <<Oh certo! Ti serve la tua dolce metà! Perché non c’ho pensato prima?! Non riesci a decidere da sola, vero? Senti, ho un’idea: V*ffanc*lo! Tu e quell’altra! F*ttetevi e non vi azzardate mai più a farvi sentire, capito?!>> Le urlo, attaccandole direttamente.
    Senza sentire ulteriori c*zzate sparate da lei.
    Inizio a sentirmi meglio.
    Invio subito un messaggio di scuse ad Eli.
    La quale mi risponde quasi subito ‘Giornate come queste capitano. Non preoccuparti! <3’
    Poso il telefono sulla scrivania e lo metto in silenzioso.
    Non voglio sentire niente e nessuno per le prossime ore.
    Mi stendo sul letto, sparandomi a palla nelle orecchie, i Good Charlotte: The Anthem.
    Isolo per prima la batteria, perdendomi tra un battere e l’altro.
    Ad un certo punto, qualcuno mi strappa le cuffiette di dosso.
    Inondando la mia testa del silenzio più completo.
    <<Ora basta. Adesso parliamo.>>


    Se avete l'ansia, alzate la mano! AHAHAHAH
    No scherzo, don't worry. Forse spargimenti di sangue nel prossimo capitolo



    BUONA SERATA E BUONA NOTTE

    (VIA AL RUFFIANAMENTO )

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  10. #10
    V.I.P


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    Predefinito Re: »ti chiedo scusa ma, io non ti chiamo amoяe!

    No scusate, mi è arrivata voce che volete sapere chi è entrato nella mia stanza... O mi sbaglio?
    *str*nzaggine portami via* AHAHAHAH

    Meravigliose creature, buona lettura

    08.
    Mi ributto sul letto <<Ed io che pensavo fosse qualcuno di importante.>>
    <<Non so se hai capito, -riprende Ka - Ma ho detto che adesso parliamo.>>
    <<Ed io non so se ci senti bene, ma ti ho detto che non voglio più giocare al tuo gioco!>>
    <<Non urlare, perché io non sto urlando! Ma se continui così manca poco. Che c*zzo, perché devi farmi perdere la pazienza?! Due persone non possono parlare in modo tranquillo?!>> S’innervosisce.
    <<Perfetto. È la calma che vuoi e la calma avrai.>>
    Mi metto seduta sul letto e lo invito a parlare.
    Fa un respiro profondo.
    Ho il brutto presentimento che demoliremo questa casa.
    <<Allora, credo che la causa del tuo mancato lavoro sia stata la mia presenza.>> Ammette con un po’ di sforzo.
    Rimango a guardarlo.
    Lui, CREDE.
    <<Credo che se tu dicessi qualcosa potremmo ottenere un risultato.>> Cerca di mantenere la calma.
    <<La tua presenza mi urta il sistema nervoso. Ora non voglio darti piena colpa, perché alla fine Loredana aveva ragione: Se non rispondevo alla me, forse ora ero al lavoro. Comunque non sono rimasta male per niente e nessuno. Ci sono altri lavori e tante altre possibilità. Quindi ‘sti cavoli. Il problema è che se non vogliamo ucciderci a vicenda, dobbiamo trovare una soluzione.>>
    Ci riflette un attimo.
    <<Una settimana di prova.>> Dichiara infine.
    <<Una settimana di prova per impedirmi di ucciderti?>>
    Sorride <<Diciamo di sì. Per una settimana dobbiamo controllare i nostri istinti omicidi. Ed ora, andiamo a fare un giro.>> Propone.
    <<Posto pubblico, vero?>>Lo punzecchio.
    Alza gli occhi al cielo <<Sì, così evito di strozzarti per almeno un’oretta.>>
    Faccio finta di non averlo ascoltato <<Questo comporta che mi compri anche il gelato, vero?>>
    Scoppio a ridere e lui risponde <<Sì, te ne compro quanti ne vuoi! Basta che stai zitta, guarda.>>
    Lo riprendo <<Eh, eh, eh. Ricorda: Settimana della pace, tesoro >>
    <<E non chiamarmi ‘tesoro’. Mi fai girare le p*lle!>> Sto per aprire bocca, ma lui mi anticipa <<E neanche Carmine!>>
    Copro la risata raggiungendo velocemente la porta <<Andiamo, và.>>
    Iniziamo a camminare, quando lui mi indica una gelateria <<Inizia a pensare che gusti vuoi.>>
    <<No, non hai capito. Andiamo nella gelateria che dico io.>>
    <<Ma cosa cambia?! I gelati sono sempre quelli!>>
    <<Ma porca… -respiro profondamente- Ok. Andiamo in quella gelateria.>>
    Avanzo il passo e comincio a scegliere i gusti.
    <<Possiamo andare all’altra se vuoi...> Mi dice, con estrema gentilezza.
    Sbuffo <<Oh Carmine, piantala di fare il gentile che non sai farlo!>> Chiamo il ragazzo per farmi fare il gelato.
    <<Dimmi.>> Mi sorride e mi dice <<Mi sembra di averti già visto da qualche parte…>>
    Tattica di rimorchiamento fallita, più o meno, nel ventesimo secolo.
    Sorrido <<Forse nei tuoi sogni. Qui non sono mai venuta a prendere il gelato >>
    Il ragazzo ride <<Oh beh, può essere. Che gusti vuoi? Suppongo tu vada di fretta, il tuo fidanzato ti aspetta qui fuori.>>
    Inizio a scuotere la testa <<No, no, no. Quello, non è il mio ragazzo e mai lo diventerà, ora preparami ‘sta cavolo di coppetta!>>
    <<Agli ordini!>>
    Gli dico i gusti e si mette all’opera consegnandomela.
    <<Te la offro io –sto per andare ma mi ferma- Ehi, prendi questo. -mi consegna un tovagliolo- Buona giornata a te e al tuo NON ragazzo. Mi chiamo Nicola, comunque.>>
    Faccio un sorriso <<Erica. Ora vado e… Grazie, anche a te!>>
    Esco e vedo subito Ka, che mi aspetta seduto sulla panchina accanto alla gelateria.
    <<Oddio, mi sto ghiacciando le mani!>> Ammollo momentaneamente il gelato a Ka e mi sfrego le mani per riscaldarle.
    <<Che poi secondo te, il nome GELATO, cosa vorrà mai dire?>> Inizia a borbottare lui.
    Ficco il portafoglio e il telefono nella borsa e mi riprendo tutto <<Oh che p*lle che sei. Il tempo di rimettere tutto dentro!>>
    <<Ma se manco ti ha fatto pagare quello là… A proposito, ti ha dato il suo numero?>> Chiede con noncuranza.
    Melo squadro <<Ma tu i c*zzi tuoi mai? Comunque no, non melo ha dato il suo numero. Poi, anche se fosse lo avrei buttato nel cesso.>> Ammetto sincera.
    <<Ah sì? E…Questo?>> Mi fa vedere il tovagliolo.
    Sgrano gli occhi: Mi ha dato sul serio il suo numero!
    <<Oddio –scoppio a ridere- Melo ha scritto per davvero! Dammi qua!>> Gli tendo la mano.
    Lui ritira la sua e si alza <<No, no. –ride- Ora te lo vieni a prendere!>>
    <<Ka eddai!>>
    Parte in una corsa verso il parco, mentre io rimango seduta su quella panchina, decisa a non seguirlo.
    Che p*lle, poi dici che non ti inc*zzi!
    Butto la coppetta e inizio a correre seguendolo.
    <<Fermati o giuro che becchi le botte!>> Gli urlo.
    Lui mi urla di rimando <<Sì, sì. Parla, parla! Prima devi prendermi!>>
    <<Ma stai zitto che c’hai già il fiatoneeeeeeeeeeee!>>
    Riesco a raggiungerlo e gli faccio lo sgambetto.
    In due secondi è per terra.
    Cerco di prendergli subito il foglietto <<E dammi quel foglio, c*zzarola!>>
    <<Ohoh, allora ti interessa il gelataio, eh! Si vedeva lontano un miglio che ci provava!>> Ride.
    <<Che c’è? Il nostro Ruggiero non riesce a tenergli testa?! Oh accidenti! Sai che ti dico? Sì, vorrei tanto uscirci von lui! Molto meglio che correre per 30 minuti a presso a te!>>
    <<Ah sì?!>>
    Si butta sopra di me e inizia a farmi il solletico.
    <<Basta, basta! –rido- Ti pregooo!>>
    <<Chiedi perdono!>>
    <<Ma perdono di cosa?! Ma levatiiii! VOGLIO IL FOGLIETTO!>> Controbatto sotto la sua presa ferrea.
    <<Sì e cosa mi dai in cambio?>> Inizia a barattare.
    <<Non ti chiamo più Carmine. È il massimo che posso prometterti.>>
    <<Qualcosa di più.>> Si avvicina, fissando i suoi occhi nei miei e curvando le labbra in un sorriso.
    A quella vista non capisco più niente.
    <<Tutto quello che vuoi.>> Balbetto.
    Si allontana di colpo, facendo sparire l’attrazione magnetica <<Bene. Ora tieni il foglietto.>>
    Mi riprendo e afferro il numero di Nicola. Che adesso sembra meno importante di quanto lo fosse prima.
    <<Beh non lo chiami?>> Mi stuzzica.
    <<No, non lo chiamo. Va bene?! Ora, dimmi cosa stava elaborando prima la tua mente bacata.>>
    Sorride beffardo <<Niente. Farti cedere. E ci riesco sempre così bene.>>
    Ecco di nuovo quel suo sorriso dannato.
    <<Anche io ho le mie armi, caro.>>
    Poggio le mani sui suoi fianchi, alzandomi sulle punte per raggiungergli il collo.
    Lui sta al gioco, avvicinandomi a lui ed inizio a delineare il suo collo, posandovi le labbra a fior di pelle, fino ad arrivare al lobo dell’orecchio.
    <<Ahio Ka… Abbiamo leggermente la pelle d’oca…>> Lo provoco, sorridendo soddisfatta.
    Mi tiene ancora stretta a lui e mi sussurra <<Direi che hai passato la prova...>>
    Il suo telefono inizia a squillare.
    Ci distanziamo lentamente e assume un tono sorpreso guardando il suo display <<Oh.>>
    E risponde alla telefonata, allontanandosi da me.
    Cammino qualche passo dietro a lui, sentendo solo queste parole <<A stasera. Sì piccola, va bene.>> Attacca e si volta verso di me.
    Sento una leggera sensazione di fastidio che mi chiude lo stomaco.
    Inizio a fare passi svelti, sorpassandolo. Mettendomi il cellulare all’orecchio.
    <<Ehi, piano. Vuoi rallentare?! Ma che ti prende?>> Mi chiede turbato.
    <<Niente Carmine. Sbrighiamoci, ho da fare.>> Rispondo con tono scocciato.
    Mi blocca per un braccio <<Perché vai di fretta?>>
    <<Esco con Nicola sta sera. Potresti accompagnarmi all’appuntamento?>>
    Rimane a guardarmi, impassibile.
    <<Non c’è problema. Dove ti aspetta?>>
    Gli faccio segno di aspettare, nel mentre che entriamo in macchina.
    <<Pronto?>> Risponde la voce di Nicola.
    <<Mi hanno detto che stasera il mio gelataio è libero.>> Rido.
    Lo stesso fa lui <<Come no! Sto chiudendo la gelateria, adesso. Vediamoci qui. Ti aspetto!>>
    Chiudo la chiamata e mi rivolgo a Ka <<Davanti la gelateria, grazie. Sennò vado a piedi, non preoccuparti.>>
    <<Ti ho detto, non c’è problema.>> Dice freddo, mentre mette in moto e arriva di fronte la gelateria.
    <<Grazie del passaggio.>> Scendo dall’auto.
    <<Prego. Buona serata, allora.>> Dice con una punta d’acidità.
    <<Oh beh, lo stesso potrei dire di te.>> Sbatto la portiera e raggiungo Nicola.
    <<Ma buona sera!>> Lo saluto allegra.
    Si gira <<Ehi, già qui?>> Domanda stupito.
    <<Già. Ero qui vicino. Pronto?>>
    <<Sì, sì. Andiamo, la mia macchina è di là!>>
    Leggermente intimorita dal buio di quell’angolo di strada, raggiungiamo l’auto.

    Punto di vista di Ka.
    Ma guarda te se quel f*ttuto gelataio doveva darle quel c*zzo di numero!
    Ho capito che quella è mezza lunatica, ma in mezzo secondo cosa può cambiare?!
    Arrivo sotto casa di Loredana.
    La sua chiamata sarà dovuta a qualcosa di concreto, spero.
    Salgo e suono.
    Appena mi vede fa un sospiro di sollievo <<Ave! Si è spaccata la macchinetta del caffè! E domani non potrò farci colazione ç___ç>>
    Mi cascano le braccia <<Maddai Lò! Di sicuro ti sei dimenticata di metterci l’acqua! O qualche granello di caffè ha ostruito i tubi.>>
    Già mi fa perdere la pazienza. Tutte ‘ste str*nzate!
    Inizia a studiarmi. <<Perché ti sei inc*zzato così? Ti ho disturbato per caso? Eri a presso a quale delle mille? Stefania, Ilaria…>>
    Il telefono che suona, mi salva.
    Ringrazierò i Santi dopo.
    Erica. Quasi, quasi non rispondo.
    Solo che, cosa diamine vuole adesso? Il gelataio rimorchiatore non faceva per lei?
    Rispondo alla chiamata <<Oh. Chi non muore si rivede.>>
    La sento solo urlare <<Ka! Aiutami, ti prego! Vienimi a prendere all’uscita di destra del parco!>> Poco dopo la sento singhiozzare.
    <<Che c*zzo succede?! Arrivo subito!>> Attacco, riponendo il telefono in tasca e volo verso la porta.
    Loredana chiede preoccupata <<Che c*zzo ti prende?! Era Erica?!>>
    <<Sì!>< Le urlo, prima di correre per le scale e fiondarmi in macchina.


    Esatto, il 'meravigliose creature' era per questo! AHAHAHAHAH
    So che adesso mi amate più di prima!
    PEACE AND LOVE, GIRLSSSS!




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