Nel 2010, in uno sperduto scantinato di una chiesa provinciale, si ritrovano due menti ispirate da un mondo
inconscio e dal linguaggio psichedelico (Edwin Lucchesi – Chitarra/Effettistica), sintetico e dalle ritmicità elettroniche (Simone Ducci – Batteria/Synth), che nel giro di pochi mesi di jam, improvvisazioni dalle arie lisergiche ed ambient chiudono il cerchio con le svolte alternative e stilosamente indie dell’ultimo componente chiamato in causa (Matteo Bellesi – Basso/Voce).
Il progetto Nuur cerca di riaccendere la luce nelle svariate forme dell’arte assopite dalla società odierna.
Cerca in un miscuglio di art rock, ambient, elettronica e psichedelia alternativa di unire l’utile al dilettevole, nel risvegliare nelle persone una sensibilità all’arte lasciata marcire dalle spietate leggi del mercato.
In un gioco di luci psichedeliche d’immagini rarefatte, di suoni echeggiati a volte dai grandi
del passato (Pink Floyd, Yes, New Trolls, Jimi Hendrix, Doors, Genesis, King Crimson, Brian Eno, Area…)
e del momento (Muse, Radiohead, Porcupine Tree, Daft Punk, Kasabian, Sigur Ros, Marlene Kuntz, Afterhours, Litfiba…).
Il progetto Nuur guarda all’evoluzione e all’immaginazione che l’arte, nella propria sostanza dietro I suoi molteplici aspetti, può e potrà ancora dare negli anni a venire.
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