Capitolo 1
“G…G...Grendene…Greselin…G...”
“D…D…Dal Castello…Dalle Molle…De Tomasi…Dalla Riva
(son mi!!)…D…”
“Promosse!!!”
Un sorriso si disegnò sulle labbra di Giulia,mentre i suoi occhi erano ancora chiusi.
Come quasi ogni mattina,il suo primo pensiero era stato dedicato a quel momento,nell’ormai lontano 20 luglio,in cui con una semplice occhiata ad un tabellone aveva messo la parola fine ad una porzione importantissima della sua vita.
(ed era anche ora (: )
Dal momento in cui aveva letto i risultati della maturità,era divenuta a tutti gli effetti una diplomata e il cordone ombelicale che da cinque anni la legava al liceo classico Zanella,in quel giorno di fine luglio luminoso,pulito e vuoto come mai prima,era stato tagliato.
( e ripeto: era anche ora! )
Ci aveva messo qualche settimana a realizzarlo e a prendere coscienza della novità più sorprendente:era ufficialmente uscita dal mondo della scuola,quello che l’aveva accolta quando era solo uno scricciolino impaurito di sei anni;la donna che,ormai diciottenne,stava diventando,era pronta a fare il suo ingresso nel mondo dei grandi,a partire dall’università.
Quella mattina di metà settembre Giulia si alzò con una sensazione diversa addosso.
(mangiato pesante, eh? Ahah )
Scese in cucina,si scaldò una tazza di acqua nel microonde e tirò fuori una bustina di tè,dello zucchero e l’occorrente per prepararsi delle fette biscottate.
(Mmmmh :P)
Un’occhiata di striscio all’orologio le dimostrò che erano quasi le dieci:un vero record,considerando che nei giorni precedenti,quando non aveva impegni al mattino,si mostrava al mondo non prima delle undici.
( dolce far niente )
“Sarà il mio orologio biologico che sente il cambiamento”sorrise fra sé.
Nelle settimane precedenti,infatti,tutti quanti,dai telegiornali ai suoi amici e coetanei ‘neo-quintaroli’,le avevano ripetuto più volte che proprio quel lunedì le scuole avrebbero riaperto.
Le veniva ancora da ridere se pensava al gelato che aveva condiviso solo qualche giorno prima con sua cugina Lucia,Agnese,i due Nicola ed Emmanuele,la fantastica compagnia che si era creata solo pochi anni prima all’interno del coro giovanile di cui tutti e sei avevano fatto parte
(Carii <3): soltanto un cono con tre palline aveva tirato su di morale il povero Ema,il più giovane del gruppo,costretto sui banchi dell’ITIS per un altro anno,mentre tutti gli altri potevano già sventolare il loro diploma.
Lucia era partita per Trento,verso il suo secondo anno di musico-terapia;Agnese era tornata all’ospedale dove faceva fruttare il suo diploma di operatrice sanitaria;i due Nicola stavano per trasferirsi,rispettivamente,a Padova,per frequentare la facoltà universitaria di informatica e a Savona,sotto le dipendenze di un prestigioso albergo del luogo.
Restava solo lei,nel suo piccolo paesino in provincia di Vicenza,ma non per molto.
( piccolo paesino dove non si conoscono cellulari che prendano u.u )
Giusto il tempo di salutare gli ultimi amici e parenti,le colline e i luoghi cari,e si sarebbe lasciata alle spalle Malo,la provincia di Vicenza,il Veneto.
Non da sola,però.
Un trillo del cellulare la spinse ad abbandonare la colazione ormai terminata e a raggiungere lo studio,dimora del suo scassato e vecchissimo telefonino,quasi perennemente sotto carica.
“Good morning,Giugia!Consiglio di guerra nel pomeriggio?”
“Andata!Coppa Wafer al gelataro de Magrè?
(:Q____)”
“Ore 16.Passo e chiudo”
“E anche questo pomeriggio abbiamo trovato qualcosa da fare”sorrise la ragazza fra sé.
Il mittente e destinatario di quei serafici messaggi era
Sofia,la depositaria di una grande amicizia nata tra i banchi di scuola cinque anni prima,cresciuta e rafforzatasi a suon di chiacchierate,sabati sera insieme,scherzi,compiti passati,musica.
Sì,tanta,tantissima musica,quella era l’essenza della bella maranese,e probabilmente anche un punto di forza della loro amicizia.
Sofia era una dei rari giovani che potevano sostenere con i fatti di “vivere di e per la musica”:ascoltava una quantità incredibile di cantanti,districandosi tra mostri sacri e gruppi semi-sconosciuti,e poi suonava e componeva per proprio conto.
Il sogno?Sembra quasi scontato:entrare a far parte di quel firmamento che tanto ammirava e diventare componente della colonna sonora di qualche persona.
Eppure Giulia era convinta che Sofia avesse le carte in regola per farcela sul serio. (Sei una vera adulatrice ;P Do you really think this? Oh, Sweety *__*)
Una volta vestita la ragazza,la mente che ancora fluttuava a mezza via tra i ricordi e i sogni,si sedette davanti al piano,godendosi una delle sue ultime mattinate in compagnia dello strumento che l’aveva accompagnata durante tutta l’adolescenza.
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