Sì in pratica da quello che avevo letto io si trattava di una tesi di laurea di questo ex-professore di Harvard e nella sottosezione dal titolo "Thirty Seconds to Mars" veniva trattata la crescita esponenziale del livello tecnologico dell'umanità e si diceva che presto potremo letteralmente raggiungere Marte in 30 secondi. I ragazzi trovarono la frase molto lirica, suggestiva, cinematica, piena di immediatezza, e soprattutto pensarono che descrivesse al meglio la loro musica, in quanto il concetto di spazio è così inclusivo che probabilmente ogni canzone ricade al suo interno. Così decisero di adottarlo come nome.
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