5 settembre 2009: un anno dopo.
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5 settembre 2009.
è passato un anno da quella tragica sera.
Questa data ha un pò segnato anche me, sebbene non c'entrassi niente, sebbene non conoscessi direttamente il protagonista della storia, sebbene non possa dire che mi manchi la sua presenza.
Semplicemente, mi ha turbato venire a conoscenza di una cosa del genere, e, a distanza di un anno, se penso "chissà dov'è ora" mi viene in mente un ragazzo seduto davanti al televisore a parlare con la madre o a casa di un amico a giocare a calcio, non un mucchietto di ceneri in una tomba.
"Ma tu studi ANCHE per la scuola?"
il suo tono ironico mi torna in mente a distanza di anni, nell'unico giorno in cui ci siamo parlati.
*****, Marco!
Eri un ragazzo come noi, carico di aspettative, di sogni, di speranze, di ambizioni, di progetti.
E, ad un certo punto, per una stupida scommessa ti sei lanciato in strada e, senza nemmeno dire addio ai tuoi amici, te ne sei andato. E tutto quello che eri stato e che saresti potuto essere è volato via a 70 km/h, portandosi via i sogni di tanti adolescenti come me, che hanno gridato il tuo nome al cielo davanti ad una lapide con un mazzo di fiori bianchi tra le mani: si, ciò che ti è accaduto ha risvegliato tutti noi, giovani faentini inesperti della vita che ancora non si erano accorti che la morte non era solo per gli ultrasettantenni. In un certo qual modo, posso dire che tu indirettamente hai contribuito al mio sviluppo interiore come persona, è anche grazie a te se sono quel che sono: un anno fa, non ero la stessa SaRa di ora, te l'assicuro.
Desideravi essere qualcuno, desideravi essere ricordato, desideravi apparire: ebbene, sappi che in questi 365 giorni non c'è stato giorno in cui non abbia visto fiori per te nei messaggi personali di messenger e non c'è stato giorno in cui anche io non ti abbia almeno un poco pensato. Ho letto diari scolastici inondati di lacrime, ho visto i cartelli col tuo nome in piazza del popolo, ho osservato i rioni sfilare per te al palio, un palio, quello di quest'anno, che Faenza ti ha dedicato.
La tua città non ti ha dimenticato. Sulle tue ceneri molte lacrime sono state versate, e miliardi ancora mancano all'appello. Il tuo funerale, quasi un anno fa, radunò l'intera città nel Duomo. Nel crematorio non eri solo, io e te sappiamo perchè, e questo mi lega ancora di più a te.
E ora, a distanza di un anno, mi sento di dirti che per noi non te ne sei mai andato.
Questa sera, allo stadio, ci sarà il concerto per Te. Chissà se il Rock spacca anche in Paradiso!
E allora, non mi rimane che concludere questo blog che è diventato una lettera, e augurarmi che tu, lassù, stia meglio di noi, quaggiù.
Con affetto,
SaRa