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Life is just a Vanity Fair!

Two Unforgettable Days

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Sono stati giorni strani, caldissimi, emozionati, palpitanti. Con il cuore che andava a 300 all'ora mentre prendevo un treno. Sono momenti che alla fine restano. Sono momenti d'estate.

04/07/08

È venerdì, mattina a scuola a farsi il mio obbligatorissimo recupero di matematica. Tappa dal parrucchiere, sembra una scemata ma il taglio radicale ha sempre segnato i momenti della mia vita, per poter guardare all'estate con una mentalità nuova. Poi di corsa a casa e via, verso il Duomo.
Piazza Duomo, centro della vita milanese, la Galleria, la Madonnina, i palchi che montano e smontano ogni due per tre, il famoso balcone di Trl. Poi un urlo, neanche il tempo di guardare quant'è azzurro il cielo e tra le braccia mi arriva una stella, la mia Amu, seguita a ruota dalle altre due stelline, la Arilla e la Giulilla.
Tempo di un gelato e poi a prendere il 16 che ci porterà alla Scala del Calcio, al teatro delle notti della mia Inter, a San Siro.
Si va a vedere quel mostro sacro del Liga, un po' filosofo e molto rocker, un po' zio e molto parte delle nostre vite con le sue canzoni. L'adrenalina nell'aria è di quelle provate poche volte, lo stadio è pieno, sei nessuno in mezzo ad altri 60mila ignoti che però la musica la amano come te.
Sono le 9 e sale un coro, un coro che canta Certe Notti, una canzone a cui sono particolarmente affezionata, una canzone che mi emoziona sempre, una canzone per dare inizio allo spettacolo.....

Certe notti son proprio quel vizio che non voglio

La musica va avanti per la sua strada, il Liga canta e ci dà i brividi, strette in abbracci per stare in piedi e farti capire che siamo ancora qui, sempre e solo noi. Sono attimi di magia, con una chitarra di sottofondo e una voce incondibile.

Art 1001 "Il rock deve essere suonato al volume che serve"

Il concerto finisce, lo stadio si svuota, il cuore torna a battere normalmente ma conserverà sempre quegli istanti, quelle canzoni urlate fino a perdere la voce. Poi, con calma, tra luci verdi e code per Milano si torna a casa, a dormire finalmente.

05/07/08

È sabato e a me il cuore va a 1000 all'ora fin dal mattino.
Sarà che è passato tanto, troppo, dall'ultimo concerto, sarà che non vedevo l'ora.
Sveglia, colazione, doccia, pranzo, preparativi, si va.
Arrivo in stazione per ultima, ma beati gli ultimi che saranno i primi, raccatto le mie stelle e la Lauretta, povera piccola anima indifesa a cui nell'arco di un pomeriggio e di una sera abbiamo distrutto il cervello.
Si sale sul treno, binario 8, regionale con direzione Colico. Che fatica trovare i posti! Tra scout e vagoni pieni alla fine ce l'abbiamo fatta! XD
Il viaggio è pigro, tra ipod e canzoni nelle orecchie, affermazioni a tradimento, riflessioni su quello che verrà. L'agitazione sale, la mano trema un po', il passo si allunga non appena il treno si ferma. È ansia quella che mi prende, perché quando aspetti qualcosa da tanto alla fine, nel momento in cui riesci quasi a toccarla, hai paura di vederla svanire da sotto i tuoi occhi. Usciamo dalla stazione, fa caldo ma confidiamo nel fatto che vicino al lago farà più fresco, chiediamo al barista come arrivare alla meta. Si cammina in discesa, si passano le molle con la Amu che le guarda con gli occhi a cuoricino. "Attente agli australiani" e capiamo perché non appena ci avviciniamo alla spiaggia. Decine e decine di persone, in costume da bagno, a prendere il sole a fare kitesurf, siamo quasi a destinazione, qualche centinaio di metri, si passa un ponticello e poi eccolo, inconfondibile, il suono sporco delle prove. Ci siamo.

Sono lì, sono loro in versione estiva e spensierata questa volta. Camicia slacciata, pantalone corto, petto nudo in vista, tatuaggi che spiccano, strumenti sempre in mano, voce che mi manda il sangue alla testa

Un saluto al volo perché si lavora, un 'ciao' che comunque mi fa star bene perché, ancora una volta, ne è valsa la pena. Prove svaccate per terra, tra rutti, strumenti da accordare, parole sbagliate e canzoni finalmente in inglese *-*
Arrivano anche le altre due, siamo in sei ma bastiamo per 60! E' tempo della merenda, è tempo delle prime birre, di patatine con la granita, di un meet che alla fine scivola via fino a sera. Il vento si alza un po' ma non fa freddo. Bella la cena, in riva al lago, con la pizza tagliata per tutte e tante risate.

"vi ho già detto che mi piace questo posto??" "si trix, ce l'hai già detto"

Un modo come un altro per scaricare la tensione. Poi mi raccomando, con calma.
"ah ma c'era il meet? Facciamo il meet!" quindi rompiamo un po' le palle a quell'anima pia di cantante che, tanto per non perdere l'abitudine, mi insulta perché non sa le parole, lui e la sua camicia del 2009 e i capelli devastati. Si va dagli altri, la Frà e il Tamarindo, tante risate e un rivedersi sempre bellissimo. Fabio con le sue palette per le carote perché "mi hanno regalato i semi di carota! Domani li pianto!", perché fa sempre ridere il piccolo del gruppo, quello che tifa Milan e come non potrebbe. Il Pao, pazzo ma con i capelli normali, che mi prende in giro per il lago di Garda e sa cos'è un leasing e che differenza c'è col mutuo, il batterista dalle facce pazze nelle foto. Alex e Alessando Del Piero, le foto con l'iphone che non sa fare, le risate come al solito perché è troppo alto e ci sentiamo tutte nane!
E poi l'attesa, lunga e buia, arrivano le zanzare, ci si rotola sull'erba perché l'alcool si fa sentire, arrivano le stelle e i discorsi sulle sdraio in un posto lontano da tutto.
Sono ormai le 11, ci siamo, si comincia!
La musica esplode. "Siamo i The New Story da Milano" ripetuto 3 volte per farlo incidere nella testa. Perché loro sono bravi, loro sono grandi, loro mi emozionano ogni volta come fosse la prima, scorrono le canzoni, Settembre, Andrew Coin, Comfort che mi paralizza davanti al palco come ogni volta, parole che si marchiano a fuoco sulla pelle.

I wanna feel it over me, the comfort that you never give
And after all I'm not so wrong
I'm saving just another kiss, something that we'll never miss
Just let me go and I won't fall

Arriva Blind e un brivido sale su per la schiena, Occhi, occhi che sono affamati di magia, occhi che si perdono nei suoi. More than life, emozionante e deprimente, sa sempre come prendermi. Il concerto va verso la fine, un cartello e una risata a inizio concerto fanno temere il peggio. Poi ecco

"Ci richiedono same new story, con la trix! dai trix vieni a cantare, le tue amiche mi uccidono e è da oggi alle 4 che rompono i *******i"

Tirata di peso sul palco, fortuna che c'è anche la Frà con me, filmata perché resti ai posteri, ma alla fine ci siamo divertite. Ed è davvero la fine.

È tempo di salutarsi, tra di noi che ci rivedremo presto, perché compagne di concerto si nasce decisamente, con loro che chissà quando li rivedrò.
Un ciao al Pao, sudato ma sempre sorridente, uno volante ad Alex che smontava il basso, uno a Fabietto che rimane sempre un grande, uno a Johhny e "oh grazie Trix! Ci vediamo alla prossima!" e due baci al volo su e giù da un palco. Poi si torna a casa, i km passano e le chiacchiere non finiscono, tre letti e tante cazzate, tra poster, ladri e robe pornolese. Ci addormentiamo con le orecchie che ancora fischiano, con un sorriso sul volto perché è stata una gran giornata.

Grazie per venerdì alla Giuli, all'Ari e alla Linda per quel fantastico concerto insieme, stringendoci per mano e urlando forte contro il cielo.
Grazie per venerdì al Liga perché un concerto così è qualcosa che rimane per la vita.


Grazie per sabato all'Ari e alla Linda, le mie stelline, le mie donne, quelle che mi prendono in giro ma mi amano, quelle che sorridono anche tra le lacrime, quelle che mi sopportano anche in preda all'ansia, quelle che le cose le fanno con me e per me.
Grazie alla Debi, alla Deba e alla Laura, tamarra che rotola con me la prima, ciccipicci che mi ben capisce per l'uomo camicia la seconda, dolcissima e naturale la terza.
Grazie alla Frà per essere salita e aver ballato con me, per la sua semplicità e dolcezza.
Grazie ai The New Story, che sono e resteranno sempre il mio gruppo preferito, perché mi emozionano come nessun altro è in grado di fare, perché sono e restano i migliori, perché dal nulla tirano fuori uno show con le contropalle, perché sono beatamente naturali.
Grazie a Johhny, Fabio, Paolino e Alex, grazie davvero.


Questo è quanto, abbiamo finito.

Giulia.


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