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NOBODY SAiD iT WAS EASY;

{27.1.09 - Don't forget.

(687 )
Oggi,giornata della memoria.
Da quando sono nata,in casa mia si celebra questo giorno con più enfasi che da altre parti.
Di solito,non ascoltavo mai mio nonno quando mi raccontava la sua esperienza personale da partigiano,perchè il vomito e la rabbia si impossesavano di me,prima che potesse finire il discorso.
Oggi invece,sono riuscita a contenermi.
Forse è dipeso dalla felicità che avevo in me,dal pensiero di tutte le volte che i nostri sguardi si erano incrociati..Non lo so.
Mi sono semplicemente seduta,mentre il nonno raccontava di quei dolori.
E trovo incredibile come l'uomo sia potuto arrivare a questo.
Le parole di mio nonno erano dure,il suo sguardo perso nel vuoto,mentre ricordava tutti gli amici persi durante la guerra.
'Era un vero inferno.Praticamente non aveva senso continuare a vivere.'
Le cicatrici causate dalle numerose torture a cui era stato sottoposto dai tedeschi,ancora presenti sul suo volto,sulla sua schiena e lungo tutto il corpo,sembravano ancora più marcate,quando,con le dita tremanti,si asciugava gli occhi,cercando di mostrarsi forte.
Lo vedevo lì,e non capivo.
Non capivo come facessero i generali tedeschi che lavoravano nei campi di concentramento,vedere tutti quei bambini vivere in quell'inferno,e poi tornare,probabilmente,la sera dalla moglie e dai figli,lasciandosi tutto alle spalle.
Non capivo come tutti si fossero lasciati convincere dalle parole assurde,dalla superiorità di una razza inesistente.
Non capivo come potesse,il livello di disperazione,essere diventato così alto da non far credere più in niente.
'I film,per quanto crudeli possano essere,non riescono a mostrare fino in fondo la verità.Io li ho visti i campi di concentramento.E giuro che non c'è niente di più terribile che vedere tutte quelle persone aggirarsi e guardare le guardie con speranza,non capendo che erano proprio loro la causa della loro morte.Tutti vedevano il fumo uscire,ma nessuno di noi poteva immaginare che la cosa che bruciava,non era legno o altro,ma erano persone.Nessuno di noi riusciva ad immaginare che la cattiveria dell'uomo potesse arrivare a tanto.'
La cattiveria,si.
Non c'e altre parola per descrivere ciò che tutte quelle persone hanno fatto per così tanto tempo.
Uno sterminio.
Assurdo.
Tornata a casa,con le lacrime agli occhi e lo stomaco a pezzi,decisi finalmente di fiinire il diario di Anne Frank.
L'idea che una ragazza della mia età,con la mia stessa passione,potesse vivere in quel modo,alimentare una speranza,che poi sarebbe morta,mi impediva di leggere tutto il libro.
Oggi ce l'ho fatta.
E' stato terribile.
Schifoso.
Direi che quest'anno,la giornata della memoria l'ho vissuta in modo diverso,più reale,ho capito davvero l'importanza di questo giorno.
Ora ci siamo noi.
Noi siamo il futuro.
Dobbiamo solo essere capaci di gestirlo.
Ventisette gennaio duemilaotto.
Non dimenticare.
Non lasciare che la vita di tutte quelle persone sia andata persa per niente.

    • |
    Sì,noi siamo il futuro e dobbiamo migliorare
    Questo mondo.

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