Storia di un amore...
(949 )
Lei è sul treno. Aspetta che riparta tenendosi aggrappata. Appena il treno comincia a muoversi, cammina nel corridoio cercando un posto libero. A quell’ora è pieno di persone che tornano a casa dal lavoro, meglio così però, se fosse deserto avrebbe un po’ paura. A metà vagone vede un posto libero accanto al finestrino, continua la ricerca sperando di trovarne uno vuoto sul lato esterno, per non dover far alzare qualcuno. Arrivata alle porte, non avendo trovato altro posto, torna in dietro, nella speranza di trovare ancora libero quello visto qualche secondo prima.
Lui è stanco, ha appena finito di fare allenamento. Non solo, invece delle due ore solite a correre avanti e indietro seguendo un pallone, aveva fatto una mezz’ora di extra. Il suo allenatore gli aveva detto che era riuscito a contattare gli agenti di una squadra dilettante e che alla partita di domenica sarebbero stati presenti. Bisognava quindi che fosse in forma perfetta. Al momento della notizia era super eccitato, ma ora che era sconvolto non gli sembrava più un’idea così brillante. Si affossa nel sedile per qualche minuto, buttando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi, lasciandosi cullare dal rumore del treno quando una leggera bussata sulla spalla lo riporta lì.
Il posto è ancora libero, tocca delicatamente la spalla del ragazzo, per farsi notare e chiedergli se La lasciasse passare. Si alza subito, scusandosi per la disattenzione, aveva la testa per aria. Camminando parallelamente ai sedili, Lei raggiunge il suo posto, lasciando che la sua borsa tocchi terra e si siede stanca, sfilandosi lentamente il cappotto lo sistema sulle gambe. Dalla borsa fa uscire un quaderno con la copertina azzurra pieno di formule. Ne legge alcune, scorrendo velocemente con lo sguardo, poi richiude subito tutto sbuffando. Arrivava da un intenso pomeriggio di studio con un’amica per preparare un esame, non ne poteva più, qualche minuto di pausa poteva concederseli, almeno durante il viaggio verso casa.
Voltando lo sguardo verso chi Lo chiamava, gli occhi di Lui finiscono su una ragazza magrolina, chiaramente infreddolita, che aspetta in piedi davanti a lui indicandogli il sedile vuoto vicino. Lui toglie subito il giubbotto dal posto accanto lasciandole lo spazio per sedersi. Un attimo dopo si risiede, sistemandosi il giubbotto imbottito dietro la schiena come se fosse un enorme cuscino. Chiude gli occhi ma i movimenti della ragazza fanno in modo che la sua attenzione finisca su di lei. Una ragazza come tante in viaggio per chissà dove. Magari raggiunge il fidanzato per il fine settimana, magari va a trovare degli amici o forse, chi può dirlo, forse sta scappando di casa. Quest’idea lo fa sorridere. Si ferma ad osservarla per qualche minuto. Indossa un maglione azzurro dal quale spunta il colletto di una camicia bianca; ha i capelli castani, mossi e lunghi, con due mollettine nere per impedire ad alcuni ciuffi di finirle negli occhi. Due occhi grigi con alcuni riflessi verdi, truccati di scuro, e le labbra sottili risplendono sotto le orribili luci del vagone grazie ad un lucidalabbra appena messo. Il trucco appesantisce un po’ quegli occhi delicati, ma attirano maggiormente l’attenzione su quello sguardo.
Dopo aver guardato qualche minuto le ombre scure della città che scorrevano veloci fuori dal finestrino, Lei torna con la mente sul treno, insieme al suo corpo. Non le va proprio di far nulla, più che altro non ne ha la forza. Il quaderno è ancora sulle sue ginocchia, quasi a ricordare cosa la aspetti a casa, ancora altro studio. Non vuole pensarci, infila una mano nella borsa. Il rumore di una cerniera che si apre accompagna i suoi movimenti e, da una tasca interna, sfila decisa il suo lettore mp3. Dopo aver disfatto i nodi che si formano sempre, infila gli auricolari e fa partire la musica. Finalmente riesce a rilassarsi. Le sue labbra si muovono appena seguendo il testo delle varie canzoni che si alternano ordinate. Comincia a viaggiare col pensiero cercando di abbinare ad ogni persona presente sul treno una storia. Chiaramente il suo sguardo finisce anche sul ragazzo alla sua sinistra, lo fissa con la coda dell’occhio. Caspita, è davvero bello! La prima cosa che nota sono i suoi jeans strappati, si chiede come possa non avere freddo. Ha i capelli corti scuri, il pizzetto e delle basette perfette; gli occhi scuri e profondi un po’ socchiusi dietro un paio di occhiali dalla montatura nera. Quanto le piacciono i ragazzi con gli occhiali.
Il treno si ferma e una voce registrata che risuona in tutto il vagone fa il nome di quella stazione. Lui sta contando nella mente quante fermate manchino alla sua, per andare a casa e cenare, così da poter finalmente andare a letto. Era stato invitato ad una festa da un amico, ma non ne aveva le forze. Voleva solo addormentarsi sognando la partita che lo attendeva dopo qualche giorno. Avrebbe dovuto dare il meglio di se, riuscire a giocare al massimo per entrare in quella squadra. L’idea però di allenamenti così pesanti tutti i giorni non lo attiravano, gli sarebbe rimasto ben poco tempo per il resto. Dovrebbe approfittare di ogni momento libero, magari dovrebbe scambiare qualche parola con quella ragazza, per fare amicizia. Si ritrova così a pensare alla sua vita, a quella di ora e a quella futura. Frugandosi nelle tasche trova un foglietto, poche ore prima ci aveva scritto il ritornello di una canzone, ‘only one’, per passare il tempo.
Le note di ‘only one’ cominciano piano, un sorriso Le appare sul viso, è la sua canzone preferita. Pensa a quando ha sentito quella canzone la prima volta, era in piscina e il suo orecchio captava contorte le parole tra una bracciata e l’altra. Tornando a casa, la stazione radio su cui si era sintonizzata suonava la stessa canzone. Sarà stato un caso perché dopo quel giorno non l’ha più sentita. Non era una hit da primo posto in classifica ma a Lei piaceva, trovava che il testo fosse dolcissimo e seguì fin da subito quel gruppo, che nel suo paese non fece proprio successo. Nonostante ormai avesse sentito quella canzone mille volte, le piaceva sempre. Torna con la mente al presente e con lo sguardo nuovamente su quel ragazzo. Chissà, magari conosce anche lui quella canzone, magari è anche la sua preferita. Potrebbe chiederglielo. Si avvicina appena, ma torna subito sui suoi passi. Potrebbe non avere alcuna voglia di parlare, potrebbe aver solo voglia di rilassarsi. Ormai le note sono quasi finite.
Se quel giorno Lui non si fosse fermato all’allenamento supplementare avrebbe preso il treno prima, quello delle 19:16, come ogni volta.
Se quel giorno Lei non se ne fosse andata prima da casa della sua amica avrebbe preso il treno dopo, quello delle 19:16, come da programma.
Lui avrebbe potuto mostrarle il testo di quella canzone e Lei gliela avrebbe fatta ascoltare. Avrebbero avuto chissà quante cose da dirsi. Esperienze da confrontare. Emozioni da condividere. Progetti da creare. Avrebbero potuto scoprirsi l’only one uno dell’altra…
A volte un amore nasce.
A volte un amore può finire.
Ma, a volte, un amore semplicemente non viene vissuto.