~ The Dark Side of the Moon

Diciotto anni da poche ore.
Tutti lo considerano un traguardo importante.
Molti si rendono poi conto che non è niente di speciale, che “non cambia niente”.
Mi sono aggregata ai “molti” già diversi giorni fa.
In fondo sono ancora segregata qui, dentro le mura di casa mia; non posso correre in camera mia, tirare fuori la valigia dall’armadio, riempirla del necessario ed oltrepassare la porta di casa per lasciarla definitivamente.
In fondo a settembre mi attende un nuovo, lungo anno scolastico e per molti giorni dovrò pensare alla scuola, senza invece poter pensare a viaggi o progetti che a volte si crede si possano fare soltanto con la maggiore età.
Diciamo quindi che la storia è sempre la stessa: finché non concludi gli studi, finché non prendi per lo meno il diploma e non trovi un lavoro decente, non puoi pensare di andartene a vivere da sola, non puoi pensare di viaggiare per il mondo o di sputare sangue per vedere i tuoi sogni realizzarsi almeno in parte.

Però, quando la mezzanotte arriva e il 19 luglio inizia, ti concedi almeno il lusso di illuderti che possa davvero essere così, che questa giornata possa davvero apportare qualcosa di speciale, apportare dei cambiamenti immediati alla tua vita.

I tuoi primi minuti da diciottenne li trascorri con Fabio e Niki.
Fabio che è più emozionato di te all’idea dei diciotto anni, Fabio che ci tiene ad essere il primo a farti gli auguri e ti fa ridere perché ha inscenato una sottospecie di conto alla rovescia per assicurarsi di essere appunto il primo.

Il cellulare inizia a vibrare, gli sms iniziano ad arrivare.
Il primo è di tua madre che ti fa gli auguri anche a nome di tuo padre. Su quello non ti soffermi più di tanto, sai che avranno modo di farti gli auguri più tardi.
Quelli che attendi davvero impazientemente sono gli sms delle tue amiche lontane, delle tue amiche di sempre.
Il primo è di Nina. Lei che ti commuove, lei che è la tua Socia. Lei della quale da due anni non riesci a fare a meno.
Il secondo è di Anna Grazia. Lei ha davvero bisogno di poche parole perché è la tua Twin e vi basta davvero poco per intendervi.
E poi, Martina, ragazza stupefacente, che come sempre ti regala un sorriso.
E ancora, Cecilia. Anche lei ti commuove con le sue belle parole che ti fanno capire ancora una volta di più quanto non potresti stare senza di lei.
E le vorresti tutte qui, tutte quante. Per abbracciarle, per dividere con loro questa giornata. Perché se è davvero importante come si dice, deve anche essere trascorsa con quelle persone altrettanto importanti.
Ti arriva anche un sms da Eleonora. Sorridi ed esulti euforica, pensando che, per quanto riguarda lei, avrai davvero la fortuna di poterla abbracciare e di trascorrere con lei il tuo primo giorno da diciottenne.

Quando torni a casa, la tua gatta ti corre incontro, la prendi in braccio, la spupazzi un po’ e le fai gli auguri. Perché oggi è anche il suo compleanno; sì, compiete gli anni nello stesso giorno.

Accendi il pc, anche se sono le 2.00, perché non hai assolutamente voglia di andare a dormire.
Su MySpace trovi un commento di Camilla, anche lei ti fa gli auguri.
Su MSN ci sono soltanto due persone in linea, Sara e Cinzia, due ragazze che conosci da poco, ma due ragazze che sono speciali, l’hai già capito. Ti fanno gli auguri anche loro.

E poi inizi a scrivere, inizi a scrivere queste parole.

E ripensi a tutti gli anni trascorsi.
A quando, esattamente dieci anni fa, pensavi che a diciotto anni saresti diventata come Britney Spears, che allora era il tuo idolo, avresti inciso cd e ti saresti esibita sui palchi di tutto il mondo.
Ripensi a quando avevi dodici anni e sognavi di fuggire in America, promettendo a te stessa che sarebbe accaduto appena saresti diventata maggiorenne.
Ripensi anche ad episodi più recenti. Ripensi a quando dicevi che il giorno dopo i tuoi 18 anni saresti voluta partire subito per Londra, ma alla fine non sei riuscita ad organizzare il viaggio.
Ripensi a delle persone importanti della tua vita che avresti voluto vedere prima dei 18 anni, non perché l’età fosse importante, ma soltanto per fissare una data simbolica che ti spingesse a trovare il modo di far davvero avvenire certi incontri. Ma questo modo non l’hai trovato.
Ti guardi attorno e sorridi nel vedere che alcune persone che ti circondano ancora oggi sono quelle che ti sono accanto da anni, alcune anche da quando frequentavi la scuola materna.
Ripensi a quando ti dicevi che, quando avresti compiuto 18 anni, saresti stata abbastanza grande da poter guidare un’auto o da marcire in galera nel caso in cui avessi ucciso qualcuno.
Ma forse, pensavi, avresti raggiunto quella data senza essere diventata abbastanza grande emotivamente e psicologicamente da smetterla di nascondere quella dannata chiave che riesce ad aprire la porta della tua anima. Pensavi che forse non saresti mai cresciuta abbastanza per smetterla di trincerarti dietro muri che tu stessa avevi creato. Pensavi che non saresti mai riuscita a depositare quella chiave nella mano di qualcuno soltanto perché finalmente sentivi che era il momento e, soprattutto, la persona giusta. Ma questa forse è un’altra storia. E comunque sia, nel pensarla così ti sbagliavi.