11 novembre 2oo9 ~ Green Day a Bologna [Part 1]
Di
, 12-11-2009 alle 20:58 (608 Visite)
In ritardo, com’era prevedibile, sono arrivata a casa di Niki verso le 3.50, ieri.
“L’hai preso il biglietto?”. Gliel’ho chiesto come minimo 20 volte.
Quand’è salito in macchina, mamma gli ha posto la stessa domanda.
“Gliel’ho già chiesto io” le ho detto.
Del resto, il biglietto ieri era più importante di qualsiasi altra cosa. Più importante del cellulare, dei soldi, persino delle chiavi di casa.
Il biglietto era quello che ci avrebbe permesso di entrare al Futurshow Station di Bologna, dove ieri si è tenuto il concerto dei Green Day.
Sì, il concerto dei Green Day. O dovrei forse dire uno dei migliori concerti che io abbia mai visto?
Nonostante non siamo partiti poi così tardi, siamo riusciti a raggiungere il parcheggio del Futurshow soltanto verso le 7.00.
Ovviamente, il momento più tragico è stato uscire dall’autostrada. Nel tratto di strada che collegava l’uscita al Futurshow infatti c’era un traffico assurdo, anche se prevedibile.
Prima di entrare, ho comprato ovviamente la maglia. 35 euro per una maglia che spacca il culo ai passeri e che mi sta anche bene, non larga come gran parte delle magliette di gruppi musicali che posseggo. 35 euro spesi bene.
Quando io e Niki abbiamo raggiunto il nostro posto, ho constatato che praticamente eravamo in ultima fila, ciò significava che dietro non avevo nessuno. Questo mi ha permesso di stare in piedi sopra il mio seggiolino per tutto il tempo, cosa che si è rivelata utile quando, iniziato il concerto, tutti si sono alzati in piedi. Per una bassa come me riuscire a vedere qualcosa in eventi simili è sempre un’incognita. Ieri sono stata fortunata. Eravamo piuttosto lontani, visto che eravamo il penultimo settore dal palco, a sinistra, ma, se non fosse che vedevamo i Green Day abbastanza piccoli, la visione del palco era completa.
Ho ascoltato il gruppo spalla, Prima Donna, piuttosto distrattamente, a parte qualche canzone. Erano bravi, diciamo che come gruppo di apertura in quanto a stile e sound musicale sono stati una buona scelta.
Prima del concerto è salito sul palco un coniglio rosa con una bottiglia di birra in mano. Quant’era caro! Mi aspettavo la sua presenza perché avevo trovato una foto del concerto a Milano dei Green Day che ritraeva il suddetto tenero coniglio. Chiunque ci fosse sotto quel travestimento, ha la mia stima.
Quando il concerto è iniziato, stava per venirmi un attacco di cuore. Ho comprato i biglietti circa 6 mesi fa, forse di più, quindi l’attesa iniziava a farsi sentire e la voglia di ascoltarli live ancora di più.
Il concerto è iniziato con Song Of The Century, come il loro ultimo album.
L’inizio del concerto ha infatti rispettato la successione dell’album, con 21st Century Breakdown, seguita da Know Your Enemy. Dopo dieci minuti di concerto già ero nella mia accogliente dimensione alternativa che mi ospita durante ogni evento simile. Assistere ad un concerto è un po’ come diventare soltanto musica. Per questo cantare, ballare, gridare, saltare mi sembra naturale, né razionale né irrazionale. Queste due canzoni comunque sono state spettacoli a dir poco. 21st Century Breakdown tra l’altro ha un qualcosa di magico di per sé e live è ancora più fantastica.
La quarta canzone è stata East Jesus Nowhere, a cui sono particolarmente legata perché era una delle poche canzoni che avevo imparato a suonare decentemente con la chitarra, forse l’unica. E’ stato bello ascoltare live, eseguito da Jason, quell’assolo sul quale mi ero tanto impegnata e che alla fine mi aveva dimostrato che quell’impegno era valso a qualcosa.
La scenografia era costituita da un grande schermo di fondo dove apparivano immagini, frasi di canzoni o simili in uno stile perfettamente coerente con la grafica (bella a dir poco) dell’ultimo album.
Ogni tanto c’erano anche delle fiammate, scoppi ed altri effetti simili che creavano un’atmosfera veramente elettrizzante, esplosiva.
Dalla quarta canzone in poi la scaletta l’ho dimenticata, quindi da adesso in poi non pensate che io stia seguendo l’ordine esatto, nel citare le canzoni. E mi scuso anche perché forse non le citerò tutte e qualcuna ne dimenticherò.
Vi parlerò di Are We The Waiting (perché la sto ascoltando ora, riproduzione casuale). E’ stata meravigliosamente emozionante. Sentire tutte quelle persone cantare insieme “Are we, we are, are we, we are the waiting” è stato emozionante tanto da sfiorare la soglia della commozione.
St. Jimmy invece è stata forse l’opposto. Una di quelle canzoni in cui non scatenarsi, per me, è pressoché impossibile. I am the son of a bitch and Edgar Allan Poe... Sono quasi morta nell’ascoltare live una delle canzoni che fino a qualche anno fa girava su MTV come video musicale per pubblicizzare il dvd live di Bullet In A Bible. Ascoltare live qualcosa che avevo visto soltanto attraverso uno schermo procura quasi un sentimento di soddisfazione ed orgoglio. Tra l’altro certe movenze di Billie mentre suona o canta sono quelle da anni, ogni artista ha un proprio atteggiamento sul palco capace di distinguerlo e quello di Billie Joe è praticamente inconfondibile. Ammirare il suo modo di stare sul palco con i miei occhi è stato causa di una sensazione tanto entusiasmante da farmi impazzire.
(to be continued...)